13 Marzo 2009
Dopo l’otto marzo…
Fra uomo e donna: l’armonia
della diversità.
Dopo aver
creato la terra ed i suoi abitanti, Dio vide che tutto
quello che aveva fatto, compresi l’uomo e la donna, era
“molto buono”(1).
Qualcosa, è evidente, intervenne poi a guastare quella
originaria armonia tanto che oggi non possiamo,
oggettivamente, guardare intorno a noi, sorridere
compiaciuti, e dire la stessa cosa.
Ogni anno, nel
mese di marzo,
si parla molto del rapporto fra uomo e donna, in
relazione alle rivendicazioni di una totale parità. Si
dichiara che non è giustificabile alcuna discriminazione
fra i due sessi in nessun ambito: lavoro, famiglia,
società, ecc. Si dichiara che uomo e donna hanno le
stesse possibilità, le stesse capacità, le stesse
opportunità, le stesse sensibilità… e via dello stesso
passo chi più ne ha più ne metta.
Grandi battaglie
sono state fatte nella moderna società per restituire
alle donne di tutto il mondo la perduta dignità, e
possiamo dire che l’intento era “molto buono”, per
denunciare e risolvere situazioni di sfruttamento, di
prevaricazione, di violenza, di sopruso, fino alle forme
di schiavitù generate da una cultura maschilista e
presuntuosamente misogina in alcune parti del globo.
Ma con ogni
probabilità si è andati oltre, sbilanciandosi, nella
corsa alla parità, verso il baratro del caos
primordiale. Può succedere che nel tentativo di andare
avanti si finisca per retrocedere?
Io penso di si.
Osserviamo cosa è accaduto..
Se ci affacciamo
idealmente alla finestra di un palazzo in pieno centro
cittadino o sulla collina di un ipotetico osservatorio
sociale la prima impressione che ne ricaviamo è questa:
tutti corrono. Tutto è diventato una corsa. Anche uomini
e donne corrono su una stessa pista un’unica gara verso
una sola meta, per ottenere non più parità ma il primato
assoluto! Era questa la giustizia inseguita?
Lasciati i
sentieri della giusta rivendicazione oggi la corsa sta
continuando sulle dure piste della prevaricazione e
della competizione sfrenata fino a giungere quasi, come
insegna lo sport decaduto, all’uso del “doping” pur di
vincere la gara!
Questa
affermazione è ridicola o davvero esiste una sorta di
“doping sociale” (autoconvincimenti pensiero positivo,
ecc.), a cui si ricorre per essere all’altezza delle
prestazioni richieste nella corsa alla parità e per
stabilire, in questa "quasi" guerra fra uomo e donna,
chi sia più forte?
False verità
(diverse e più subdole delle classiche menzogne!)
affermano che la parità deve essere inseguita per
evitare le discriminazioni di cui è stata sempre oggetto
la donna. Ma la diversità voluta e creata da Dio non è
mai sinonimo di subordinazione o inferiorità. Diversità
è uguale a distinzione dei ruoli, valorizzazione delle
risorse e delle possibilità, arricchimento,
varietà….armonia, ordine.
“Da
principio non era cosi”, disse un giorno Gesù di fronte
allo scempio delle relazioni fra uomo e donna.(2)
Allora, cioè al tempo di Gesù, il problema era l’errata
applicazione di una legge incompleta (la legge di Mosè),
oggi il problema è il disastro prodotto dalla nuove
regole di convivenza sociale che hanno portato, invece
della sperata parità, confusione di ruoli, perdita di
identità, stress, ansie da prestazioni, profondi
sentimenti di inadeguatezza…
Quanti sono gli
uomini, per fare qualche esempio, che riescono a
competere come “mammi” e quante le donne che riescono a
sostenere fisicamente e psicologicamente il ruolo di
leader? Quanti gli uomini capaci di affezionarsi alla
propria tana (la casa) e di accudirla come una
bomboniera e quante le donne/guerriere capaci di
percorrere le giungle cittadine armate fino ai denti per
poi tornare a casa e curare come si deve i propri figli
partoriti con dolore? Esistono forse uomini capaci,
viceversa, di partorire?
Insomma, a volte
l’umanità cade realmente nel ridicolo, ma anche se
questa visione non è in accordo con le teorie sociali
correnti certamente lo è con Colui che ha creato
la società e stabilito termini e confini delle relazioni
umane.
Ho già citato le
parole di Gesù lette nel vangelo di Matteo al capitolo
19. Le donne a quel tempo erano trattate piuttosto male.
Un marito poteva ripudiarle per un motivo qualsiasi e
senza darle neanche la famosa “lettera di ripudio” – una
specie di liberatoria dai vincoli matrimoniali prevista
dalla Torah – con la quale poteva cercare, se mai
l’avesse trovato, un nuovo marito. Nascevano intorno a
questo tema aspri dibattiti, e così, quando
interpellarono Gesù, il Maestro spostò l’attenzione
sulla volontà originaria del Creatore, dicendo appunto
che da principio non era proprio previsto un tipo di
relazione gestito con quel tipo di canoni e rimandò alle
origini della creazione per permetterci di riscoprire l’
armonia della diversità fra uomo e donna.
In Genesi,
al capitolo 1 possiamo leggere e riflettere su un fatto
importante che sottolinea la diversità che esiste, fin
dalle origini, fra
uomo e donna: Dio fece l’uomo usando come “materia
prima” la povere della terra e fece la donna da una
materia prima tratta dal corpo dell’uomo!
(4)
Cosa vuol dire? Semplicemente che Dio, così facendo,
afferma, fin dalle origini, una sostanziale diversità da
cui poi scaturiscono missioni, compiti, sensibilità e
possibilità diverse. Cosi come la terra è diversa dalla
carne, il fuoco dall’acqua ed il legno dal ferro, l’uomo
e la donna sono diversi e destinati a ruoli e
compiti diversi.
La Bibbia, al
contrario di ciò che spesso si pensa, non è maschilista,
ma neanche femminista, non classifica ma semplicemente
ordina, non disprezza ma valorizza, non costringe ma
libera, affinché donna e uomo siano portati
spontaneamente oggi a riscoprire la volontà di Dio ed il
piano originario per il loro benessere e la vera salute
spirituale.
Gesù non trattò mai male le donne che
incontrò sul suo camminò ma, come fece anche con gli
uomini, ne rivelò il peccato allo scopo di portarle alla
sua salvezza.
Credo che la
Bibbia, nell’insieme della Verità, dichiari il suo “Si”
alla parità dei diritti, ma un “No” alla parità
dei ruoli.
Si al pari valore, ma No agli
stessi doveri.
Si
alle pari opportunità, ma No alla
competizione.
Si alla flessibilità, ma No alla
confusione ed allo scambio d’identità.
L’apostolo
Paolo dichiara: “…ma voglio che sappiate che il capo
di ogni uomo è Cristo ed il capo della donna è l’uomo, e
che il capo di Cristo è Dio… D’altronde, nel Signore, nè
la donna è senza l’uomo, né l’uomo senza la donna.
Infatti come la donna viene dall’uomo, così anche l’uomo
esiste per mezzo della donna ed ogni cosa è da Dio.”
(3)
Esiste quindi un
modello alternativo ai vari modelli sociali che si
alternano nelle epoche ed è il modello creato da Dio
all’inizio della creazione, fatto per donare un
profondo benessere all’uomo e alla donna in tutte le
relazioni di scambio e per stabilire un profondo
rispetto reciproco.
A voi ora la
parola, ma che sia in armonia con la Parola di Dio.
Marco Ielo
Note:
(1): Cfr. Genesi 1.31
(2): Matteo 19.8
(3): I Lettera ai Corinti 11:
3,11,12)
(4): Genesi 2:7,22