20 Gennaio 2010
Da tutto il mondo arrivano notizie di cristiani perseguitati e anche
quest’anno è pronta la nuova
World Watch List
di Porte Aperte,
una classifica dei paesi in cui i cristiani sono maggiormente perseguitati;
al primo posto in classifica, come ormai da ben otto anni, troviamo la Corea
del Nord dove ogni manifestazione religiosa è considerata “insurrezione
antisocialista” ed è permesso soltanto il culto di Kim Jong-Il. Il regime ha
sempre tentato di ostacolare la presenza religiosa, in particolare di
buddisti e cristiani, e impone ai fedeli la registrazione in organizzazioni
controllate dal partito. Sono frequenti le persecuzioni violente nei
confronti dei fedeli e di coloro che praticano l’attività missionaria. È
interessante notare come dei cinquanta paesi presenti in lista, oltre a
regimi comunisti e dittature, trentacinque siano islamici. Lo sono anche
otto dei primi dieci: il Wall Street Journal l’ha chiamata eloquentemente “cristianofobia
islamica”.
Per la legge islamica la conversione di un musulmano a un’altra religione è
considerata apostasia, un reato punibile con la morte se l’accusato non
abbandona la nuova fede; qualsiasi musulmano può trascinare in tribunale un
apostata e se non viene fatto nulla, altre autorità gli danno
l’autorizzazione di applicare da sé la legge ed eseguire la sentenza di
morte.
Molti ex-musulmani divenuti cristiani hanno dichiarato di essere
stati vittime di tentati omicidi quando si sono convertiti al cristianesimo,
come Magdi Cristiano Allam, Europarlamentare italiano a Strasburgo che vive
sotto scorta 24 ore su 24 perché minacciato di morte per essersi convertito
al cristianesimo.
Alla luce di queste dichiarazioni ci viene più semplice capire come non sia
affatto un caso che tra i primi 10 paesi della World Watch List ben
otto siano
islamici, anche se quando si parla di cristiani perseguitati non si specifica se
cattolici, evangelici o a quale altra denominazione appartengano, si parla
solo di cristiani, cioè persone che hanno qualcosa in comune che li lega: l’
essere seguaci di Cristo; persone che dovrebbero avere lo stesso credo, gli
stessi valori e soprattutto, essendo seguaci di Cristo,
dovrebbero mettere in pratica ciò che Egli diceva e faceva: “Ma a voi
che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi
odiano; benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi
oltraggiano”
(Luca 6:27-28).
Eppure
non si riesce a capire come anche tra cristiani ci si perseguiti: proprio in
questi giorni, precisamente il 13 gennaio 2010, nella comunità Los Llanos di San Cristobal de Las Casas
in Messico
l'emarginazione e la sopraffazione (che accompagnano l'esistenza di tutte le
minoranze) è sfociata in veri atti criminali portati avanti dagli indigeni
cattolici i quali hanno distrutto 13
costruzioni di proprietà di cinque famiglie cristiane evangeliche.
Il fatto è
stato denunciato dal pastore
Esdras Alonso González, che ha anche ricordato come la distruzione di
un luogo di culto avvenuta nel maggio del 2009 sia rimasta impunita. Egli ha
spiegato che le case, 12 di lamiera e legno, e una di cemento, sono state
distrutte prima di mezzogiorno dello scorso mercoledì da circa 200
tradizionalisti armati di machete, bastoni, piedi di porco, martelli e altri
attrezzi.
La
situazione è diventata invivibile per la componente evangelica in una
società cattolica come quella di San Cristobal de Las Casas.
Da quasi una settima 500 indios evangelici continuano a marciare per dire
basta alla violenza cattolica. Chiedono che questa volta sia fatta giustizia
per la grave aggressione subita da parte di una banda di seminatori di odio
che sembra siano guidati da rappresentanti del dominante clero e da qualche
funzionario municipale. Loro, gli indigeni evangelici si sono armati di soli
striscioni per chiedere il rispetto della libertà di fede e la sicurezza
delle cinque famiglie sfrattate che da giovedì 14 gennaio vivono in un
accampamento insieme con altri indios di fronte al Palazzo di Giustizia.
Leggendo queste notizie certamente si rimane perplessi; come se in questo
mondo non ci fosse già abbastanza malvagità, proprio coloro che dovrebbero
guidare il gregge sono poi quelli che insegnano a praticare il male. Ma Gesù
lo aveva annunciato dicendo: «Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono
verso di voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Li
riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi
dai rovi? Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa
frutti cattivi. Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero
cattivo far frutti buoni. Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e
gettato nel fuoco. Li riconoscerete dunque dai loro frutti. » (Matteo
7:15-20) e ancora «Ricordatevi della parola che vi ho detta: "Il servo
non è più grande del suo signore". Se hanno perseguitato me, perseguiteranno
anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. »
(Giovanni 15:20)
Credo che non bisogna lasciarsi ingannare da certe etichette perché non
tutti coloro che si professano cristiani lo sono veramente, anche Gesù
diceva: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei
cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.» (Matteo 7:21).
Non si diventa cristiani nascendo in una famiglia cristiana o venendo
battezzati a pochi mesi dalla nascita ma lo si diventa facendo una vera
esperienza con Gesù, un’esperienza che cambia il tuo modo di pensare,
vivere, essere, lasciandosi riempire dall’amore del Signore che supera ogni
barriera sociale o culturale e che ti “costringe” ad amare il tuo prossimo
come te stesso (cfr. Marco 12:31) ed a "fare agli altri ciò che vorresti
fosse fatto a te." ( cfr. Luca 6:31). Questa è la regola d'oro del
vero cristianesimo che è fede convinta ma anche rispetto e tolleranza.
(A.C.)
Fonti:
PorteAperte.org
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