L’equazione del perdono

 

E=mc2

V= P70x7

Quale di queste due equazioni conosci?

La prima è la famosa equazione di Albert Einstein, il padre della teoria della Relatività, sempre più confermata da nuove recenti scoperte scientifiche. La seconda è una sconosciuta equazione di Gesù Cristo, il Padre della teoria dell’Assoluto!

La prima spiega il rapporto fra energia, massa e velocità nell’universo fisico; la seconda spiega, nell’universo spirituale, il rapporto fra vita eterna e frequenza di richiesta nella teoria del perdono. Capire la prima non è indispensabile, comprendere e applicare la seconda è invece di vitale importanza!
Infatti, chi non capisce Einstein vive lo stesso, invece chi non comprende e non applica i teoremi di Gesù muore spiritualmente e anche fisicamente.

La seconda equazione infatti è quella che davvero sostiene la nostra salute e fa girare bene l’universo delle nostre relazioni umane; e, di riflesso, la nostra relazione con Dio.

Cerchiamo di comprendere meglio l’equazione V= P70x7.
V sta per vita, e P sta per perdono, 70 x7 indica quante volte devi perdonare tuo fratello che sbaglia verso di te, quindi questa strana equazione esprime la continua frequenza del perdono necessaria per muovere l’energia dello Spirito Santo. Se non perdoni presto morirai, perché la salute sta proprio nel perdonare sempre quelli che ti umiliano, che ti feriscono, che sbagliano verso di te in mille modi e mille volte. Se non perdoni finisci per auto dileguarti negli abissi siderali delle amarezze o perderti nelle infinite galassie dell’autocommiserazione!
Il problema nasce dal fatto che nelle liti tutti vogliono giustizia, pochi vogliono pace!
Ma la legge del perdono assoluto dice che il perdono va offerto senza inchiesta, senza avere, senza farsi e senza aspettarsi giustizia.

E’ difficile? No, e’ soltanto cristianesimo. Quello vero.

Ovviamente nella Parola di Dio non c’e’ questa formula così come l’ho proposta io, quasi per gioco retorico, però le parole che la esprimono e la spiegano sono tutte scritte in Matteo 18:21- 35.

Allora Pietro si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?» E Gesù a lui: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Perciò il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era debitore di diecimila talenti. E poiché quello non aveva i mezzi per pagare, il suo signore comandò che fosse venduto lui con la moglie e i figli e tutto quanto aveva, e che il debito fosse pagato. Perciò il servo, gettatosi a terra, gli si prostrò davanti, dicendo: “Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto”. Il signore di quel servo, mosso a compassione, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Ma quel servo, uscito, trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari; e, afferratolo, lo strangolava, dicendo: “Paga quello che devi!” Perciò il conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me, e ti pagherò”. Ma l’altro non volle; anzi andò e lo fece imprigionare, finché avesse pagato il debito. I suoi conservi, veduto il fatto, ne furono molto rattristati e andarono a riferire al loro signore tutto l’accaduto. Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti; non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?” E il suo signore, adirato, lo diede in mano degli aguzzini fino a quando non avesse pagato tutto quello che gli doveva. Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello».

(Marco Ielo)