CRISTIANI PERSEGUITATI

CRISTIANI PERSEGUITATI

Da tutto il mondo arrivano notizie di cristiani perseguitati e anche quest’anno è pronta la nuova World Watch List di Porte Aperte, una classifica dei paesi in cui i cristiani sono maggiormente perseguitati; al primo posto in classifica, come ormai da ben otto anni, troviamo la Corea del Nord dove ogni manifestazione religiosa è considerata “insurrezione antisocialista” ed è permesso soltanto il culto di Kim Jong-Il. Il regime ha sempre tentato di ostacolare la presenza religiosa, in particolare di buddisti e cristiani, e impone ai fedeli la registrazione in organizzazioni controllate dal partito. Sono frequenti le persecuzioni violente nei confronti dei fedeli e di coloro che praticano l’attività missionaria. È interessante notare come dei cinquanta paesi presenti in lista, oltre a regimi comunisti e dittature, trentacinque siano islamici. Lo sono anche otto dei primi dieci: il Wall Street Journal l’ha chiamata eloquentemente “cristianofobia islamica”.

Per la legge islamica la conversione di un musulmano a un’altra religione è considerata apostasia, un reato punibile con la morte se l’accusato non abbandona la nuova fede; qualsiasi musulmano può trascinare in tribunale un apostata e se non viene fatto nulla, altre autorità gli danno l’autorizzazione di applicare da sé la legge ed eseguire la sentenza di morte.

Molti ex-musulmani divenuti cristiani hanno dichiarato di essere stati vittime di tentati omicidi quando si sono convertiti al cristianesimo, come Magdi Cristiano Allam, Europarlamentare italiano a Strasburgo che vive sotto scorta 24 ore su 24 perché minacciato di morte per essersi convertito al cristianesimo.

Alla luce di queste dichiarazioni ci viene più semplice capire come non sia affatto un caso che tra i primi 10 paesi della World Watch List ben otto siano islamici, anche se quando si parla di cristiani perseguitati non si specifica se cattolici, evangelici o a quale altra denominazione appartengano, si parla solo di cristiani, cioè persone che hanno qualcosa in comune che li lega: l’ essere seguaci di Cristo; persone che dovrebbero avere lo stesso credo, gli stessi valori e soprattutto, essendo seguaci di Cristo, dovrebbero mettere in pratica ciò che Egli diceva e faceva: “Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano; benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi oltraggiano” (Luca 6:27-28).

Eppure non si riesce a capire come anche tra cristiani ci si perseguiti: proprio in questi giorni, precisamente il 13 gennaio 2010, nella comunità Los Llanos di San Cristobal de Las Casas in Messico l’emarginazione e la sopraffazione (che accompagnano l’esistenza di tutte le minoranze) è sfociata in veri atti criminali portati avanti dagli indigeni cattolici i quali hanno distrutto 13 costruzioni di proprietà di cinque famiglie cristiane evangeliche.

Il fatto è stato denunciato dal pastore Esdras Alonso González, che ha anche ricordato come la distruzione di un luogo di culto avvenuta nel maggio del 2009 sia rimasta impunita. Egli ha spiegato che le case, 12 di lamiera e legno, e una di cemento, sono state distrutte prima di mezzogiorno dello scorso mercoledì da circa 200 tradizionalisti armati di machete, bastoni, piedi di porco, martelli e altri attrezzi.

La situazione è diventata invivibile per la componente evangelica in una società cattolica come quella di San Cristobal de Las Casas. Da quasi una settima 500 indios evangelici continuano a marciare per dire basta alla violenza cattolica. Chiedono che questa volta sia fatta giustizia per la grave aggressione subita da parte di una banda di seminatori di odio che sembra siano guidati da rappresentanti del dominante clero e da qualche funzionario municipale. Loro, gli indigeni evangelici si sono armati di soli striscioni per chiedere il rispetto della libertà di fede e la sicurezza delle cinque famiglie sfrattate che da giovedì 14 gennaio vivono in un accampamento insieme con altri indios di fronte al Palazzo di Giustizia.

Leggendo queste notizie certamente si rimane perplessi; come se in questo mondo non ci fosse già abbastanza malvagità, proprio coloro che dovrebbero guidare il gregge sono poi quelli che insegnano a praticare il male. Ma Gesù lo aveva annunciato dicendo: «Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l’albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni. Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco. Li riconoscerete dunque dai loro frutti. » (Matteo 7:15-20) e ancora «Ricordatevi della parola che vi ho detta: “Il servo non è più grande del suo signore”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. » (Giovanni 15:20)

Credo che non bisogna lasciarsi ingannare da certe etichette perché non tutti coloro che si professano cristiani lo sono veramente, anche Gesù diceva: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.» (Matteo 7:21). Non si diventa cristiani nascendo in una famiglia cristiana o venendo battezzati a pochi mesi dalla nascita ma lo si diventa facendo una vera esperienza con Gesù, un’esperienza che cambia il tuo modo di pensare, vivere, essere, lasciandosi riempire dall’amore del Signore che supera ogni barriera sociale o culturale e che ti “costringe” ad amare il tuo prossimo come te stesso (cfr. Marco 12:31) ed a “fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te.” ( cfr. Luca 6:31). Questa è la regola d’oro del vero cristianesimo che è fede convinta ma anche rispetto e tolleranza.

(A.C.)

Fonti:

PorteAperte.org
Impre.com