La rinuncia e la gloria.
Luca 9:23-26: =(Mt 16:24-28; Mr 8:34-9:1)
Diceva poi a tutti: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà. Infatti, che serve all’uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde o rovina sé stesso? Perché se uno ha vergogna di me e delle mie parole, il Figlio dell’uomo avrà vergogna di lui, quando verrà nella gloria sua e del Padre e dei santi angeli.
Qual è la croce di cui parla Gesù? Qual’è la vera entità di questa croce che siamo chiamati a prendere per poterlo seguire? E’ forse povertà, malattia, infermità incurabile? E’ sofferenza fisica, privazione di cibo, sonno o sete? E’ sopportare un marito violento? Una moglie rissosa? E’ curare un figlio menomato? E’ persecuzione, angustia, o l’ incomprensione di chi ci sta intorno?
Benché in alcune di queste cose vi possa essere necessità fatta virtù per essere pazienti e sapienti, fino a trovare la via per uscirne (quando è possibile); benché alcune di queste cose potrebbero essere delle “croci” da sopportare con grande forza spirituale, sappiamo però che per queste cose si può pregare, se tale è la volontà di Dio, e chiedere di poterne uscire.
Ma la croce di cui parla Gesù è altro. E’ qualcosa da prendere volontariamente, qualcosa da cui non si può desiderare di venire fuori. La vera croce di Cristo è una via di non ritorno, è la morte del proprio io. E’ tutto ciò che serve per entrare nel Suo regno. Leggiamo bene, senza sovrastrutture tradizionali e comprenderemo che questa è la verità.
Gesù disse, in una sola frase di senso compiuto: “ Se uno vuol venire dietro me, rinunzi a se stesso, prenda la sua croce e mi segua.” Questo significa che la croce da prendere per seguirlo si chiama semplicemente “Rinuncia a noi stessi”. Rinuncia al proprio io. O meglio, rinuncia al proprio egoismo.
Nel discorso a seguire il Maestro conferma: “Perché chi vorrà salvare la propria vita”… cioè, chi vorrà preservare se stesso, soddisfare la propria natura, difendere i propri diritti e guadagnare altri privilegi egoistici, alla fine perderà tutto. Ma chi rinuncia per amore mio, per altruismo, salverà la propria vita.
L’uomo è egoista per natura. E’ questo il vero problema dell’uomo. E’ l’egoismo il vero ostacolo al discepolato cristiano. Non c’è da stupirsi se i veri discepoli sono pochi. Ecco perché il Maestro chiede di prendere questa croce. La croce che tutti noi siamo invitati a prendere è rinunciare a noi stessi, morire a noi stessi, se veramente lo amiamo.
La buona notizia dell’evangelo indica la possibilità di pregare per ricevere miracolosamente la liberazione da ogni difficoltà, qualunque essa sia, ma non ci dà la libertà di pregare per evitare la rinuncia a noi stessi. Ciò è sempre contro la volontà d Dio! Non possiamo dire: “Signore, se è la tua volontà, non mi fare prendere questa via!” E’ la sua perfetta volontà che noi prendiamo proprio questa strada. Non ce n’è un’altra.
L’apostolo Paolo proclamava: “Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!” ( Galati 2:20). Sì. Questa è la strada del vero discepolato. Questa è la strada della vera gloria! Davvero non ce n’è un’ altra.
Proviamo a fare un esercizio di semplice aritmetica, per capire di più. Prendiamo tutti i peccati e le debolezze della carne, della natura umana. Cerchiamo nella Parola tutto ciò che impedisce l’ingresso nel regno di Dio.
Prendiamo quei passi biblici (come per esempio, Efesini 5:3-5; I Corinti 6:7-11; Apocalisse 22:12-16) che indicano una lista di cose in abominio al Signore. Facciamo la somma. Questo, più questo, più questo… La somma di tutti i peccati al Signore darà come risultato totale “EGOISMO”, poiché sotto, sotto, si pecca per soddisfare noi stessi.
2 Timoteo 3:1-5:
Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi,insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi l’apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza.
Il peccato infatti è la soddisfazione del proprio io. Ecco perché Gesù dice “ Se uno vuol venire dietro me, rinunci a se stesso! Altrimenti perderà la propria vita. Meditiamo sul fatto che dietro ogni monito vi sia la necessità di rinunciare a ciò che soddisfa la nostra natura egoistica. Il peccato allora apparirà sotto una nuova luce, avremo il coraggio di abbandonarlo per entrare nella gloria di Dio, riservata ai veri discepoli.
(M.I.)