Nel presentare lo Spirito Santo è importante non commettere l’errore che molti gruppi religiosi e molte sette fanno: indicarLo soltanto come una “forza”, una “energia”, un “dono” o anche un “entità” astratta.
E’ vero che Egli racchiude in se tutta la potenza e la forza di Dio, tutti i doni di Dio e tutto l’essere misterioso di Dio, ma principalmente, come si deduce dal pronome personale che abbiamo usato ( e che usa, come vedremo, anche la Bibbia nel presentarlo), LO SPIRITO SANTO è una PERSONA DIVINA.
Come si possa conciliare, nella mente umana, la verità che Dio è UNO ed allo stesso tempo riconoscibile nelle tre persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, non è facile e neanche possibile spiegare, così come è impresa ardua rispondere ad un cieco che chiede informazioni sui colori. Per comprendere qualcosa (…senza voler comprendere tutto – I Corinti 13:9), bisogna essere creature rigenerate con un minimo di “vista spirituale”.
In tal caso, la grazia di Dio interviene: mediante un umile rinnovamento del modo di pensare e attraverso un profondo e totale ravvedimento Egli stesso concede ai suoi figli di poter comprendere ed accettare le Sue rivelazioni.
Si sono usate delle immagini, come riflesso della Verità, per muoversi meglio in quest’ambito della “trinità”:
– l’acqua, come il Dio Trino, si presenta in tre forme, in tre stati: liquido, solido, gassoso;
– il sole, fatto di luce, calore e fuoco;
– un triangolo, al quale non puoi togliere un lato senza spezzarne l’unità.
Anche se le immagini sono imperfette, rimane un’evidenza: la Sacra Bibbia afferma con chiarezza che Dio si è veramente fatto in… tre, pur restando uno!
Come una corda intrecciata a tre capi può essere dipanata nei fili che la compongono pur restando unita con un nodo al suo inizio, all’origine, cosi, in qualche modo a noi sconosciuto, Dio ha diviso se stesso (senza separarsi) per moltiplicare la Sua azione a favore di un’umanità fortemente amata ma anche tremendamente bisognosa a causa del peccato!
Ma lo scopo di questa breve meditazione non è quello di fare un esame teologico ed accurato della dottrina della trinità, ma di presentare lo Spirito Santo alla sua chiesa così come Gesù ha fatto, usando le sue stesse parole.
Gesù Cristo dunque cominciò a parlare ai suoi discepoli dello Spirito Santo in occasione dell’ ultima cena. (Giovanni 14,15,16)
Non a caso Egli scelse quel momento di profonda comunione per presentare loro Colui che avrebbe preso il Suo posto dopo la resurrezione.
Egli doveva additare il “Principe della comunione” indicandone le caratteristiche, i compiti e le funzioni nel modo più chiaro possibile affinché, alla sua venuta, non fosse scambiato per un estraneo, affinché non si verificasse ciò che purtroppo in molti cuori si verifica oggi: scambiare il Dono con il Donatore, o meglio, prendere il dono e rifiutare il donatore.
Gesù voleva evitare che, sentendo bussare alla porta un “gentiluomo” (lo Spirito Santo), i discepoli aprissero prendendo i regali portati dall’ospite ignorando colui che ne era il portatore, anzi addirittura lasciandolo fuori!
Nel vangelo di Giovanni, Gesù comincia così il suo insegnamento e la sua rivelazione sullo Spirito Santo:
14:15 Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti.
14:16 E io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi in perpetuo,
14:17 lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi.
14:18 Non vi lascerò orfani; tornerò a voi.
In altre parole disse:“ Tutto dipende dall’ amore che avrete per me. L’amore si vedrà nel fatto che osserverete i miei comandamenti. Proprio questo vi permetterà di gustare la presenza del Consolatore così come avete imparato a gustare la mia presenza, la mia compagnia. “Il Consolatore di cui vi parlo non è un estraneo, ma è proprio uguale a me , è proprio Uno della mia stessa natura. Non è diverso da me. Egli è già vicino a voi, i vostri occhi spirituali non sono ancora bene aperti ma, guardate bene e scrutate attentamente. Egli di già dimora con voi!. Ma non è tutto! Egli sarà in voi! Sarò cosi vicino a voi che non penserete più di essere orfani della mia presenza. Vincerete, con Lui , e per sempre, lo “spirito dell’orfano”.”
Ma discepoli non capivano ancora:
14:22 Giuda (non l’Iscariota) gli domandò: Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?
Cioè, “Come mai noi ti vedremo e gli altri no?”
Gesù rispose:
14:23 Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui.
14:24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato.
14:25 Queste cose v’ho detto, stando ancora con voi;
14:26 ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutto quello che v’ho detto.
Continuando la parafrasi:
“ La vostra vista spirituale dipende dalla comunione che avrete con me e con il Padre. La vista dipende dall’ubbidienza.
Vedere la manifestazione soprannaturale del Consolatore non dipende dal fatto che voi siete più capaci di quelli del mondo, ma dal fatto che siete più ubbidienti degli altri che non mi conoscono.
Questo è quello che posso dirvi per ora. Altre spiegazioni sono premature. Ma voi continuate ad ubbidire, continuate a desiderare la mia compagnia, continuate ad amare per essere amati dal padre. Non fate come il mondo incredulo che scambia queste parole con quelle di un qualsiasi esaltato religioso. La parola che oggi voi udite non è mia, ma è del Padre, il Dio unico creatore del cielo e della terra, colui che mi ha mandato.
Se camminerete secondo questa traccia, il Consolatore continuerà qui sulla terra il lavoro che io ho cominciato con voi. Io vado a prepararvi un luogo. Il mio lavoro continuerà, nei luoghi celesti. Il lavoro del Consolatore invece è per voi qui, sulla terra. Egli sarà il vostro maestro dopo la mia partenza, sarà pure la vostra memoria riguardo a quello che io vi ho detto, affinché non siate mai in difficoltà.”
Chiudiamo con una breve preghiera, per aprire gli occhi:
“Divino Consolatore, dacci grazia di vederti.” Amen.
(M.I.)