La preghiera di Jabes

La preghiera di Jabes   (I Cronache 4:10)

La preghiera di Jabes, nel Primo Libro delle Cronache, è una delle più brevi preghiere di tutta la Bibbia, ma anche una delle più potenti! Jabes è un personaggio sconosciuto, se paragonato ai grandi uomini di Dio dell’Antico e del Nuovo Testamento, ma ciò che ottenne da Dio lo pone nella lista degli uomini grandemente benedetti.

La preghiera di Jabes è tutta in un versetto, e somiglia molto alle preghiere che i nostri figli più piccoli fanno a tavola e che noi forse definiamo superficialmente “ingenue” (!).

“Benedicimi, ti prego; allarga i miei confini; sia la tua mano su di me e preservami dal male

in modo che io non debba soffrire!”

Tutta qui! Se paragonata alle lunghe e potenti preghiere di Salomone,  di Neemia o di Daniele potrebbe sembrare poca cosa. Ma quello che troviamo scritto nell’ultima parte del versetto ci fa riflettere: “Dio gli concesse quello che aveva chiesto.!

Ho sentito tempo fa una storia che suonava più o meno così: “Un pastore cominciò il suo sermone sulla fede. Di fronte alla sua congregazione disse: “Oggi vi parlerò della fede, ma prima di leggere nella Scrittura, ho un dono per voi…” Mise la mano in tasca, tirò fuori una grossa banconota e stendendo la mano verso le persone disse: “Prendete, questi soldi sono per voi!”.

Ma nessuno si alzava… anzi tutti si guardavano sorridendo e pensavano fra loro: “Casa vorrà dire il pastore?”. Mentre facevano questi ragionamenti il pastore ripetè l’invito per la seconda volta: “Prendeteli sono vostri!” Allora un bambino si alzò dal suo posto, correndo andò verso la mano aperta e protesa del pastore afferrò la banconota e se la mise in tasca. Tutto felice, ritornò soddisfatto al suo posto!

La semplicità di un bambino di fronte ad una benedizione da afferrare senza esitazioni e senza guardare a quello che fanno gli altri, ci aiuta a comprendere il segreto di Jabes. Egli non pensò che la sua preghiera fosse egoistica, perché conosceva la bontà di Dio; non pensò che doveva restare nel suo angolino nascosto, perché sapeva che tutta la terra appartiene a Dio, non pensò di confidare nella forza del suo braccio, ma si appellò alla mano dell’Eterno; non pensò di poter da solo sconfiggere il male, ma si affidò a Colui che poteva davvero preservarlo e proteggerlo. Pregò conoscendo il carattere generoso di Dio e si mosse con la fede di un piccolo fanciullo afferrando le sue personali benedizioni senza fare torto a nessuno. Alla fine fu “più onorato dei suoi fratelli”, ma nessuno poté accusarlo di aver rubato qualcosa! Jabes ottenne, da Dio, tutto ciò che può desiderare un uomo per sé e per la sua famiglia. Jabes, da questo punto di vista fu un uomo di successo, un eroe della fede.

Questa per noi è una grande lezione, credo. Le benedizioni di Dio sono sempre disponibili, ma si afferrano solo per grazia, mediante la fede! Ma con la fede di un piccolo fanciullo che va dritto al sodo e che osa afferrare il bene dalla mano aperta di Dio, da Colui che “dona a tutti generosamente, senza rinfacciare” (Giac. 1:5).

Ricordiamoci di pregare con il sentimento di Jabes, audace e semplice.

                                                                                                                                       (M.I.)