Patrizia è una ragazza di 23 anni. Abita a S. Onofrio (VV) e frequenta l’università di Reggio Calabria. Ascoltiamo il racconto del suo incontro con Gesù Cristo.
Patrizia, sappiamo che hai fatto una bella esperienza con il Signore, raccontaci meglio come lo hai conosciuto.
Oggi mi rendo conto che è da tanto che cercavo il Signore e riguardando al passato mi accorgo di come il Signore mi era sempre accanto.
Sono cresciuta in una famiglia cattolica, ma nel mondo cattolico c’era sempre qualcosa che non mi convinceva: quando pregavo recitando delle preghiere, non cambiava nulla e dopo la preghiera non mi sentivo meglio come invece mi accadeva se pregavo a parole mie; quindi già allora capivo che il modo migliore di cercare il Signore, di pregare, era rivolgendosi direttamente a Dio con il cuore e non con parole imparate a memoria che non ti appartengono. Scoprivo che facendo determinate cose, anche andando lontano in viaggio per cercare la presenza di Dio non ricevevo nulla e invece facendo una preghiera, anche semplice però fatta col cuore, sentivo tanta pace e mi sentivo più vicina a Lui.
Nel 2005 sono anche andata a Colonia alla giornata mondiale della gioventù. C’era un campo ricolmo di giovani e stavamo nelle tende. Ricordo che una sera sono entrata nella tenda lasciando fuori tutti gli altri. Mi misi a riflettere su come per molti ragazzi era stato solo un pretesto per uscire di casa, per stare per un po’ lontani dai genitori. Anche là non mi sentivo soddisfatta, ricordo che è stata solo una gita, mi sono divertita a stare con gli altri giovani ma dal punto di vista spirituale rimasi molto delusa.
Quando hai sentito parlare per la prima volta di Gesù?
Ho sentito parlare per la prima volta di Gesù come un Dio vivente e vero da mia zia Maria che è da molto tempo nella fede evangelica. Fin da quando ero piccola, durante delle riunioni a casa di mia nonna, lei mi parlava di Gesù, dell’opera della croce; ricordo che piangevo sempre, ero toccata dalla parola del Signore, da Gesù.
Prima hai detto che ora ti rendi conto che il Signore ti era sempre accanto. Da cosa lo hai capito?
L’ho capito dal fatto che, negli ultimi anni, ovunque andassi incontravo sempre persone che parlavano di Gesù, persone che distribuivano volantini, Bibbie etc. Per esempio, quando mi sono iscritta all’università di Pesaro mi sono accorta di abitare vicino a una chiesa evangelica però non avevo il coraggio di entrarci e l’anno seguente, quando mi sono trasferita all’università di Reggio Calabria, anche lì dopo un poco di tempo ho saputo che nella mia stessa via c’era una chiesa evangelica e ancora il giorno che sono andata a iscrivermi all’università, proprio di fronte c’era un gazebo evangelico! Ricordo che mi colpì la gioia e l’amore che avevano quelle persone. Mi fermai a parlare e una di loro mi diede tanto conforto, affetto; ricordo che alla fine ci siamo abbracciate e sentivo quell’amore, sentivo che quella era la strada giusta da seguire. Quindi anche là c’era questo segno, ma soprattutto me ne rendo conto dal fatto che io ero diversa, non riuscivo ad essere come gli altri, a fare quel che facevano gli altri, etc. A quel tempo mi faceva quasi rabbia questa cosa, cioè non essere come gli altri, ma ora mi rendo conto di come in qualche modo il Signore era già dentro di me, di come mi guidava e mi preservava da tanti sbagli.
Quando hai capito che dovevi fare una scelta per Gesù, quando è stato il punto di svolta?
Il punto di svolta è stato quando, durante un periodo difficile in cui stavo male, una sera mi sono abbandonata al Signore gettando il mio peso su di Lui e quella stessa sera mi sono sentita sollevata dal peso che avevo, sentivo una pace interiore e un benessere che mai avevo sentito prima.
Poi cosa è successo?
Successivamente ho avuto l’opportunità di andare a Torino da mia zia Maria e là ho avuto modo di parlare con lei, di essere confortata e di pregare insieme a lei e ad un’altra cristiana. Anche là il Signore ha operato in me e ritengo quel giorno come il giorno della scelta per il Signore. Tornando a casa mi hanno chiesto di andare a prendere la mia cuginetta Sara a scuola e ricordo che sentivo una gioia immensa, ero ripiena dell’amore del Signore, avevo voglia di mostrare affetto ad ogni persona che incontravo per strada e ricordo che quando Sara uscì da scuola mi disse: “Patrizia, facciamo un gioco: io chiudo gli occhi, tu mi prendi per mano e mi guidi.” Quella fu come una rivelazione, in quel momento il Signore mi diceva “Tu chiuderai gli occhi, io ti prenderò per mano e ti guiderò”.
Il giorno seguente, era domenica, e mia zia mi invitò ad andare con lei in una chiesa evangelica, ma per me andare in una chiesa evangelica era una cosa troppo difficile, troppo diversa da quello che facevo normalmente. Ma mia zia insistette tanto e quasi costringendomi mi portò in chiesa a Torino e quella fu la prima volta che entrai in una chiesa evangelica. Poi quando tornai in Calabria mia zia mi indicò la chiesa di Pizzo e così incominciai a frequentare quella chiesa e da allora sento sempre più l’amore del Signore e di essere parte della chiesa. Negli occhi dei miei fratelli e delle mie sorelle vedo l’amore di Dio e questo mi conforta.
Come è cambiata in senso pratico la tua vita e come sei cambiata tu?
Prima mi preoccupavo di quello che mi poteva succedere. Mi succedeva di contare su me stessa o rimettere la mia fiducia in altri per poi rimanere delusa e rendermi conto che c’era sempre qualcosa che mancava. Anche se nella mia famiglia sono sempre stata circondata d’amore e affetto c’era sempre un vuoto che nessuno poteva colmare che solo Gesù poteva colmare. Prima avevo ansie e ora sono sicura che è tutto nelle mani del Signore, non ho più timori.
Anche i miei interessi sono molto cambiati, prima si usciva con gli amici solo per uscire ora con i ragazzi della comunità è sempre una nuova occasione per parlare del Signore.
Tu non hai avuto brutte esperienze alle spalle quindi possiamo dedurre che non solo coloro che hanno grossi problemi possono pregare il Signore e ricevere aiuto e risposte ma anche chi ha una vita “normale”, senza grossi problemi?
Si esatto, perché tutti hanno bisogno di Gesù; in effetti anche chi ha una vita bellissima in fondo sente sempre che manca qualcosa, che c’è qualcosa che non va, avverte un senso di insoddisfazione ed un vuoto che solo Gesù può colmare.
(Redazione ACADV)