Riassumiamo il fatto: nel mese di febbraio il direttorio
cattolico della diocesi di Nicotera, Tropea, Mileto ha
emanato nuove regole per limitare, durante le feste, le
espressioni popolari religiose (processioni, ecc.) che
niente hanno a che spartire con il vero cristianesimo.
Si
leggeva testualmente sulla Gazzetta del Sud del 23
febbraio 2009: “C’è l’esigenza di ben orientare ed
evangelizzare” la religiosità popolare per farla
diventare un vero incontro con Dio e in Gesù Cristo,
senza correre il rischio di finire in forme di devozione
che sconfinano nella superstizione e nella magia.”
Così il
vescovo Luigi Renzo, il quale, riprendendo anche
i consigli di Karol Wojtyla ai calabresi, miranti a
“liberare il fenomeno della religiosità popolare dalle
incrostazioni superstiziose e paganeggianti”,
sottolinea ancora “la necessità di ben interpretare
le feste non riducendole a sopravvivenza arcaica di
paganesimo ma piuttosto purificare l’ispirazione
religiosa di fondo dagli elementi spuri e devianti per
riavvicinare la coscienza popolare alla Parola di Dio,
ricollocando tutto nell’alveo della religione pura e
genuina.” “Occorre uscire – ribadisce ancora il
vescovo Di Renzo - dalle sabbie denunciate dalla
Sacra Scrittura…(e qui la dichiarazione si fa forte
con la citazione del profeta Amos: 5:21,23): “Io
detesto, respingo le vostre feste e non gradisco le
vostre riunioni… lontano da me il frastuono.”
(Sacra Bibbia, versione CEI)
.
A questa
direttiva-denuncia seguiva, nei giorni successivi,
l’adesione dei parroci di Pizzo, i quali, nel recepire
le direttive della diocesi, abolivano alcune
processioni della “settimana santa” pasquale per
rimpiazzarle con la “celebrazione dell’ufficio delle
letture e delle lodi.”
Apriti
cielo! Molti hanno gridato subito allo scandalo
denunciando le perdite religiose, economiche, turistiche
e commerciali a cui andrebbe incontro la comunità.
Subito si sono formati comitati e delegazioni (Gazzetta
del Sud, 4 marzo 2009), per contrastare la tendenza
riformista…
Come
andrà a finire? Ancora Pasqua non è arrivata. Staremo a
vedere.
Intanto,
a beneficio dei cristiani amanti del confronto e della
verità può essere utile trarre qualche spunto di
riflessione ascoltando l’opinione del pastore Marco Ielo,
responsabile della Chiesa Cristiana Evangelica della
città napitina .
“Si può
notare innanzitutto” - esordisce il pastore – “che il
popolo si preoccupa delle parole e dei desideri del
vescovo… mentre sarebbe meglio interrogarsi sul
desiderio di Dio e scoprire cosa dice la Sua Parola
intorno a queste cose.”
“Certamente i cristiani evangelici hanno registrato con
piacevole sorpresa questo tentativo di “purificare” la
religione cattolica da alcuni elementi di paganesimo,
anche perché tutta l’opera di evangelizzazione condotta
da ogni vero cristiano, ed anche la nostra, mira a
riportare la fede popolare alla semplice verità biblica
dell’evangelo, liberandola da rituali e tradizioni in
contrasto aperto con la volontà di Dio. In modo
particolare il tentativo di evitare processioni con
statue che non hanno alcun potere di rappresentare la
divinità di Gesù Cristo ci fa riflettere sulla necessità
di rispolverare, oltre alle opportune esortazioni dei
profeti, anche il famoso 2° comandamento ormai
dimenticato (volutamente?):
“
Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che
sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque
sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li
servire perché io sono un Dio geloso… (Esodo 20:
4,5)”