Il neonato tenuto stretto dalla mamma, mentre
viene allattato, viene soddisfatto dagli stimoli della fame
e contemporaneamente prova una gradevole emozione per il
contatto ed il calore del corpo materno.
Per anni si è considerato che l’amore per
la madre si sviluppasse soprattutto perché ella è la persona
che generalmente dà nutrizione al bambino, ma i gesti che
accompagnano l’allattamento – lo stringere al seno ed il
contatto fisico – sono, nella crescita, ugualmente
fondamentali come il nutrimento che ella offre.
Moltissimi fumetti riproducono un bambino
appena nato tenuto in braccio e portato su e giù per la casa
alle due di notte, con grande difficoltà, da un papà
disperato, mentre il biberon con il latte se ne sta sul
tavolo della cucina inutilizzato. Questo sta a significare
che il bambino non ha bisogno solo di cibo, tanto è vero che
appena nasce un bambino, il medico lo mette sul seno della
mamma e non lo rimpinza subito con un bel biberon di latte.
Nella Bibbia leggiamo: “
Sì, tu sei quello che m'hai
tratto dal seno materno; m'hai fatto riposar fidente sulle
mammelle di mia madre”.
(Salmo 22:9).
“In verità
ho calmata e quietata l'anima mia, com'è quieto il bimbo
divezzato sul seno di sua madre. Quale è il bimbo divezzato,
tale è in me l'anima mia” (Salmo 131:2).
Questi versi ci fanno riflettere
sull’importanza di aprire le braccia ai propri figli e non
solo simbolicamente, infatti il contatto fisico è molto
importante per i bambini ma nella moderna società spesso e
volentieri a loro vengono negati proprio questi importanti
gesti d’affetto.
Ma questo perché avviene? Una delle scuse
più frequenti è che non c’è tempo! Siamo sempre molto
impegnati, tra lavoro, casa ed impegni vari e tutto questo a
discapito dei nostri figli.
Certamente spesso i genitori sono
costretti a stare fuori casa per questioni lavorative,
perché le necessità lo impongono, ma né il lavoro, né
qualsiasi altro motivo sono una giustificazione a non
dedicare ai propri figli il tempo e la qualità del tempo che
a loro necessita per una crescita completa.
Ma come possiamo dire di non avere tempo?
Viviamo in un mondo in cui la tecnologia ha accorciato in
maniera significativa i tempi. Qualche decennio fa, per
esempio, era veramente una difficoltà spostarsi già
nell’ambito della stessa città, ma oggi grazie alle
automobili raggiungiamo subito la nostra destinazione. La
tecnologia dovrebbe aiutarci ad avere più tempo a
disposizione, invece, più tempo abbiamo e più tendiamo ad
impegnarlo, purtroppo, spesse volte, anche per cose di poco
conto. E chi ci va di mezzo sono i nostri figli che sono
parcheggiati la maggior parte della giornata davanti alla
televisione o davanti alla play Station e giochi di questo
genere.
Eppure la Bibbia dice “Ecco,
i figliuoli sono un'eredità che viene dall'Eterno; il frutto
del seno materno è un premio. Quali le frecce in man d'un
prode, tali sono i figliuoli della giovinezza. Beati coloro
che ne hanno il turcasso pieno! Non saranno confusi quando
parleranno coi loro nemici alla porta” (Salmi 127:3-5).
Queste parole scritte secoli fa,
sono però oggi più che mai attuali. I nostri figli sono una
grande benedizione mandataci dal nostro amato Dio.
Essi hanno bisogno del nostro
affetto e che questo affetto sia loro manifestato.
Padri e madri non si nasce, ma si
diventa con molto amore e pazienza ed imparando a camminare
nella luce di Cristo. Sono i genitori che devono aiutare i
figli a farsi capire e viceversa.
Passiamo più tempo con
i nostri figli, parliamo con loro
comunicando il nostro affetto, passiamo più tempo con loro,
ascoltiamoli cercando di vedere cosa possiamo fare per
renderli felici e non dimentichiamo di ABBRACCIARLI.
Il tempo e l’amore che
offriamo ai nostri figli sono risorse preziose da cui
possono nascere perle e diamanti… gioielli utili per il loro
futuro di cristiani vittoriosi.
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