CAPITOLO 1
Censimento degli israeliti nel
deserto del Sinai
Nu 2; 26:1-51 (Ap 7:4-8)
Il SIGNORE parlò a Mosè, nel deserto del Sinai, nella tenda di convegno, il
primo giorno del secondo mese, il secondo anno dopo l'uscita dei figli
d'Israele dal paese d'Egitto, e disse: «Fate la somma di tutta la comunità
dei figli d'Israele secondo le loro famiglie, secondo la discendenza
paterna, contando i nomi di tutti i maschi, uno per uno, dall'età di vent'anni
in su, tutti quelli che in Israele possono andare in guerra; tu ed Aaronne
ne farete il censimento, secondo le loro schiere. Con voi ci sarà un uomo
per tribù, che sia capo del casato dei suoi padri.
Questi sono i nomi degli uomini che vi assisteranno.
Di Ruben: Elisur, figlio di Sedeur;
di Simeone: Selumiel, figlio di Surisaddai;
di Giuda: Nason, figlio di Amminadab;
di Issacar: Netaneel, figlio di Suar;
di Zabulon: Eliab, figlio di Chelon;
dei figli di Giuseppe, di Efraim: Elisama, figlio di Ammiud; di Manasse:
Gamaliel, figlio di Pedasur;
di Beniamino: Abidan, figlio di Ghideoni;
di Dan: Aiezer, figlio di Ammisaddai;
di Ascer: Paghiel, figlio di Ocran;
di Gad: Eliasaf, figlio di Deuel;
di Neftali: Aira, figlio di Enan».
Questi sono i membri della comunità che furono convocati, i capi delle tribù
dei loro padri, i capi delle migliaia d'Israele.
Mosè e Aaronne presero dunque questi uomini che erano stati designati per
nome, e convocarono tutta la comunità, il primo giorno del secondo mese; e
il popolo fu censito secondo le loro famiglie, secondo la discendenza
paterna, contando il numero delle persone dai vent'anni in su, uno per uno.
Come il SIGNORE gli aveva ordinato, Mosè ne fece il censimento nel deserto
del Sinai.
Figli di Ruben, primogenito d'Israele, loro discendenti secondo le loro
famiglie, secondo la discendenza paterna, contando i nomi di tutti i maschi,
uno per uno, dall'età di vent'anni in su, tutti quelli che potevano andare
in guerra: il censimento della tribù di Ruben diede la cifra di
quarantaseimilacinquecento.
Figli di Simeone, loro discendenti secondo le loro famiglie, secondo la
discendenza paterna, contando i nomi di tutti i maschi, uno per uno dall'età
di vent'anni in su, tutti quelli che potevano andare in guerra: il
censimento della tribù di Simeone diede la cifra di
cinquantanovemilatrecento.
Figli di Gad, loro discendenti secondo le loro famiglie, secondo la
discendenza paterna, contando i nomi dall'età di vent'anni in su, tutti
quelli che potevano andare in guerra: il censimento della tribù di Gad diede
la cifra di quarantacinquemilaseicentocinquanta.
Figli di Giuda, loro discendenti secondo le loro famiglie, secondo la
discendenza paterna, contando i nomi dall'età di vent'anni in su, tutti
quelli che potevano andare in guerra: il censimento della tribù di Giuda
diede la cifra di settantaquattromilaseicento.
Figli di Issacar, loro discendenti secondo le loro famiglie, secondo la
discendenza paterna, contando i nomi dall'età di vent'anni in su, tutti
quelli che potevano andare in guerra: il censimento della tribù di Issacar
diede la cifra di cinquantaquattromilaquattrocento.
Figli di Zabulon, loro discendenti secondo le loro famiglie, secondo la
discendenza paterna, contando i nomi dall'età di vent'anni in su, tutti
quelli che potevano andare in guerra: il censimento della tribù di Zabulon
diede la cifra di cinquantasettemilaquattrocento.
Figli di Giuseppe: figli di Efraim, loro discendenti secondo le loro
famiglie, secondo la discendenza paterna, contando i nomi dall'età di vent'anni
in su, tutti quelli che potevano andare in guerra: il censimento della tribù
di Efraim diede la cifra di quarantamilacinquecento.
Figli di Manasse, loro discendenti secondo le loro famiglie, secondo la
discendenza paterna, contando i nomi dall'età di vent'anni in su, tutti
quelli che potevano andare in guerra: il censimento della tribù di Manasse
diede la cifra di trentaduemiladuecento.
Figli di Beniamino, loro discendenti secondo le loro famiglie, secondo la
discendenza paterna, contando i nomi dall'età di vent'anni in su, tutti
quelli che potevano andare in guerra: il censimento della tribù di Beniamino
diede la cifra di trentacinquemilaquattrocento.
Figli di Dan, loro discendenti secondo le loro famiglie, secondo la
discendenza paterna, contando i nomi dall'età di vent'anni in su, tutti
quelli che potevano andare in guerra: il censimento della tribù di Dan diede
la cifra di sessantaduemilasettecento.
Figli di Ascer, loro discendenti secondo le loro famiglie, secondo la
discendenza paterna, contando i nomi dall'età di vent'anni in su, tutti
quelli che potevano andare in guerra: il censimento della tribù di Ascer
diede la cifra di quarantunmilacinquecento.
Figli di Neftali, loro discendenti secondo le loro famiglie, secondo la
discendenza paterna, contando i nomi dall'età di vent'anni in su, tutti
quelli che potevano andare in guerra: il censimento della tribù di Neftali
diede la cifra di cinquantatremilaquattrocento.
Questi sono gli uomini di cui Mosè e Aaronne fecero il censimento, assistiti
dai dodici capi d'Israele: ce n'era uno per ognuna delle case dei loro
padri. Così tutti i figli d'Israele dei quali fu fatto il censimento,
secondo le famiglie dei padri, dall'età di vent'anni in su, cioè tutti gli
uomini che in Israele potevano andare in guerra, tutti quelli dei quali fu
fatto il censimento furono seicentotremilacinquecentocinquanta.
I Leviti
Nu 3; 4 (Es 32:26-29)
Ma quelli che erano Leviti, secondo la tribù paterna, non furono compresi
nel censimento con gli altri; poiché il SIGNORE aveva detto a Mosè:
«Soltanto della tribù di Levi non farai il censimento, e non ne unirai
l'ammontare a quello dei figli d'Israele; ma affida ai Leviti la cura del
tabernacolo della testimonianza, di tutti i suoi utensili e di tutto ciò che
gli appartiene. Essi porteranno il tabernacolo e tutti i suoi utensili, ne
faranno il servizio e staranno accampati attorno al tabernacolo. Quando il
tabernacolo dovrà partire, i Leviti lo smonteranno; quando il tabernacolo
dovrà accamparsi in qualche luogo, i Leviti lo rimonteranno; l'estraneo che
gli si avvicinerà sarà messo a morte. I figli d'Israele pianteranno le loro
tende ognuno nel suo campo, ognuno vicino alla sua bandiera, secondo le loro
schiere. Ma i Leviti pianteranno le loro tende attorno al tabernacolo della
testimonianza, affinché la mia ira non si accenda contro la comunità dei
figli d'Israele; i Leviti avranno la cura del tabernacolo della
testimonianza». I figli d'Israele fecero così, conformandosi in tutto agli
ordini che il SIGNORE aveva dato a Mosè.
CAPITOLO 2
Ordine degli accampamenti e delle marce
(Nu 10:11-28; 24:1-6) 1Co 14:33, 40
Il SIGNORE parlò ancora a Mosè e ad Aaronne, e disse: «I figli d'Israele si
accamperanno ciascuno vicino alla sua bandiera sotto le insegne delle loro
famiglie paterne; si accamperanno di fronte e tutto intorno alla tenda di
convegno».
Sul davanti, verso oriente, si accamperà la bandiera del campo di Giuda con
le sue schiere; il capo dei figli di Giuda è Nason, figlio di Amminadab, e
il suo contingente, secondo il censimento, è di settantaquattromilaseicento
uomini. Accanto a lui si accamperà la tribù di Issacar; il capo dei figli di
Issacar è Netaneel, figlio di Suar, e il suo contingente, secondo il
censimento, è di cinquantaquattromilaquattrocento uomini. Poi la tribù di
Zabulon; il capo dei figli di Zabulon è Eliab, figlio di Chelon, e il suo
contingente, secondo il censimento, è di cinquantasettemilaquattrocento
uomini. Il totale del censimento del campo di Giuda, sommando le loro
schiere, è dunque centottantaseimilaquattrocento uomini. Questi si
metteranno in marcia per primi.
A sud starà la bandiera del campo di Ruben con le sue schiere; il capo dei
figli di Ruben è Elisur, figlio di Sedeur. Il suo contingente, secondo il
censimento, è di quarantaseimilacinquecento uomini. Accanto a lui si
accamperà la tribù di Simeone; il capo dei figli di Simeone è Selumiel,
figlio di Surisaddai. Il suo contingente, secondo il censimento, è di
cinquantanovemilatrecento uomini. Poi la tribù di Gad; il capo dei figli di
Gad è Eliasaf, figlio di Reuel. Il suo contingente, secondo il censimento, è
di quarantacinquemilaseicentocinquanta uomini. Il totale del censimento del
campo di Ruben, sommando le loro schiere, è dunque
centocinquantunmilaquattrocentocinquanta uomini. Si metteranno in marcia in
seconda linea.
Poi si metterà in marcia la tenda di convegno con il campo dei Leviti in
mezzo agli altri campi. Nella marcia seguiranno l'ordine nel quale erano
accampati, ciascuno al suo posto, con la sua bandiera.
A occidente starà la bandiera del campo di Efraim con il suo contingente; il
capo dei figli di Efraim è Elisama, figlio di Ammiud. Il suo contingente,
secondo il censimento, è di quarantamilacinquecento uomini. Accanto a lui si
accamperà la tribù di Manasse; il capo dei figli di Manasse è Gamaliel,
figlio di Pedasur. Il suo contingente, secondo il censimento, è di
trentaduemiladuecento uomini. Poi la tribù di Beniamino; il capo dei figli
di Beniamino è Abidan, figlio di Ghideoni. Il suo contingente, secondo il
censimento, è di trentacinquemilaquattrocento uomini. Il totale del
censimento del campo d'Efraim, sommando le loro schiere, è dunque
centottomilacento uomini. Si metteranno in marcia in terza linea.
A settentrione starà il campo di Dan con le sue schiere; il capo dei figli
di Dan è Aiezer, figlio di Ammisaddai. Il suo contingente, secondo il
censimento, è di sessantaduemilasettecento uomini. Accanto a lui si
accamperà la tribù di Ascer; il capo dei figli di Ascer è Paghiel, figlio di
Ocran, e il suo contingente, secondo il censimento, è di
quarantunmilacinquecento uomini. Poi la tribù di Neftali; il capo dei figli
di Neftali è Aira, figlio di Enan, e il suo contingente, secondo il
censimento, è di cinquantatremilaquattrocento uomini. Il totale del
censimento del campo di Dan è dunque centocinquantasettemilaseicento. Si
metteranno in marcia per ultimi, secondo le loro bandiere.
Questi furono i figli d'Israele dei quali si fece il censimento secondo la
discendenza paterna. Tutti gli uomini dei quali si fece il censimento e che
formarono i campi, ciascuno nel suo contingente, furono
seicentotremilacinquecentocinquanta. Ma i Leviti, secondo l'ordine che il
SIGNORE aveva dato a Mosè, non furono compresi nel censimento con i figli
d'Israele. I figli d'Israele si conformarono in tutto agli ordini che il
SIGNORE aveva dato a Mosè: così si accampavano secondo le loro bandiere, e
così si mettevano in marcia, ciascuno secondo la sua famiglia, secondo la
discendenza paterna.
CAPITOLO 3
Censimento dei Leviti e il loro servizio
1Cr 24:1-19; Eb 5:4
Questi sono i discendenti di Aaronne e di Mosè al tempo in cui il SIGNORE
parlò a Mosè sul monte Sinai.
Questi sono i nomi dei figli di Aaronne: Nadab, il primogenito, Abiu,
Eleazar e Itamar. Questi sono i nomi dei figli di Aaronne, che ricevettero
l'unzione come sacerdoti e furono consacrati per esercitare il sacerdozio.
Nadab e Abiu morirono davanti al SIGNORE quando gli offrirono fuoco
estraneo, nel deserto del Sinai. Essi non avevano figli, ed Eleazar e Itamar
esercitarono il sacerdozio in presenza di Aaronne, loro padre.
Nu 8:6-26; 18:2-6
Il SIGNORE disse a Mosè: «Fa' avvicinare la tribù di Levi e mettila a
disposizione del sacerdote Aaronne, affinché sia al suo servizio. Essi
avranno la cura di tutto ciò che è affidato a lui e a tutta la comunità
davanti alla tenda di convegno e faranno così il servizio del tabernacolo.
Avranno cura di tutti gli utensili della tenda di convegno e di quanto è
affidato ai figli d'Israele, e faranno così il servizio del tabernacolo. Tu
darai i Leviti ad Aaronne e ai suoi figli; tra i figli d'Israele sono essi
quelli che si dedicheranno completamente al suo servizio. Tu stabilirai
Aaronne e i suoi figli, perché esercitino le funzioni del loro sacerdozio;
l'estraneo che si accosterà all'altare sarà messo a morte».
Il SIGNORE disse a Mosè: «Ecco, tra i figli d'Israele io ho preso i Leviti
al posto di ogni primogenito che nasce da donna israelita; i Leviti saranno
miei; poiché ogni primogenito è mio; il giorno in cui colpii tutti i
primogeniti nel paese d'Egitto, io mi consacrai tutti i primi parti in
Israele, tanto degli uomini quanto degli animali; saranno miei: io sono il
SIGNORE».
(1Cr 6:16-48; Nu 4) Ef 4:11-16
Il SIGNORE parlò a Mosè nel deserto del Sinai e disse: «Fa' il censimento
dei figli di Levi secondo la discendenza paterna, secondo le loro famiglie;
farai il censimento di tutti i maschi dall'età di un mese in su». E Mosè ne
fece il censimento secondo l'ordine del SIGNORE, come gli era stato
comandato di fare.
Questi sono i nomi dei figli di Levi: Gherson, Cheat e Merari. Questi sono i
nomi dei figli di Gherson, secondo le loro famiglie: Libni e Simei. I figli
di Cheat, secondo le loro famiglie sono: Amram, Isear, Ebron e Uzziel. I
figli di Merari secondo le loro famiglie sono: Mali e Musi. Queste sono le
famiglie dei Leviti, secondo la discendenza paterna.
Da Gherson discendono la famiglia dei Libniti e la famiglia dei Simeiti, che
formano le famiglie dei Ghersoniti. Quelli dei quali fu fatto il censimento,
contando tutti i maschi dall'età di un mese in su, furono
settemilacinquecento. Le famiglie dei Ghersoniti avevano il campo dietro il
tabernacolo, a occidente. Il capo della famiglia dei Ghersoniti era Eliasaf,
figlio di Lael. Per quel che concerne la tenda di convegno, i figli di
Gherson dovevano aver cura del tabernacolo e della tenda, della sua coperta,
della portiera all'ingresso della tenda di convegno, delle tele del cortile
e della portiera dell'ingresso del cortile, tutto intorno al tabernacolo e
all'altare, e dei suoi cordami per tutto il servizio del tabernacolo.
Da Cheat discendono la famiglia degli Amramiti, la famiglia degli Iseariti,
la famiglia degli Ebroniti e la famiglia degli Uzzieliti, che formano le
famiglie dei Cheatiti. Contando tutti i maschi dall'età di un mese in su,
furono ottomilaseicento, incaricati della cura del santuario. Le famiglie
dei figli di Cheat avevano il campo al lato meridionale del tabernacolo. Il
capo della famiglia dei Cheatiti era Elisafan, figlio di Uzziel. Alle loro
cure erano affidati l'arca, la tavola, il candelabro, gli altari e gli
utensili del santuario con i quali si fa il servizio, il velo e tutto ciò
che si riferisce al servizio del santuario. Il primo dei capi dei Leviti era
Eleazar, figlio del sacerdote Aaronne; egli aveva la sorveglianza di quelli
che erano incaricati della cura del santuario.
Da Merari discendono la famiglia dei Maliti e la famiglia dei Musiti, che
formano le famiglie di Merari. Quelli di cui si fece il censimento, contando
tutti i maschi dall'età di un mese in su, furono seimiladuecento. Il capo
delle famiglie discendenti da Merari era Suriel, figlio di Abiail. Essi
avevano il campo dal lato settentrionale del tabernacolo. Alle cure dei
figli di Merari furono affidati le assi del tabernacolo, le sue traverse, le
sue colonne e le loro basi, tutti i suoi utensili e tutto ciò che si
riferisce al servizio del tabernacolo, le colonne del cortile tutto intorno,
le loro basi, i loro picchetti e il loro cordame.
Sul davanti del tabernacolo, a oriente, di fronte alla tenda di convegno,
verso il sol levante, avevano l'accampamento Mosè, Aaronne e i suoi figli;
essi avevano la cura del santuario per i figli d'Israele; l'estraneo che vi
si fosse accostato sarebbe stato messo a morte.
Tutti i Leviti di cui Mosè ed Aaronne fecero il censimento secondo le loro
famiglie per ordine del SIGNORE, tutti i maschi dall'età di un mese in su,
furono ventiduemila.
Riscatto dei primogeniti
Nu 8:5-22
Il SIGNORE disse a Mosè: «Fa' il censimento di tutti i primogeniti maschi
tra i figli d'Israele dall'età di un mese in su e fa' il conto dei loro
nomi. Prenderai i Leviti per me, io sono il SIGNORE, invece di tutti i
primogeniti dei figli d'Israele, e il bestiame dei Leviti al posto dei primi
parti del bestiame degli Israeliti». Mosè fece il censimento di tutti i
primogeniti tra i figli d'Israele, secondo l'ordine che il SIGNORE gli aveva
dato. Tutti i primogeniti maschi di cui si fece il censimento, contando i
nomi dall'età di un mese in su, furono ventiduemiladuecentosettantatré.
Il SIGNORE disse a Mosè: «Prendi i Leviti al posto di tutti i primogeniti
dei figli d'Israele e il bestiame dei Leviti al posto del loro bestiame; i
Leviti saranno miei. Io sono il SIGNORE. Per il riscatto dei
duecentosettantatré primogeniti dei figli d'Israele che superano il numero
dei Leviti, prenderai cinque sicli a testa; li prenderai secondo il siclo
del santuario, che è di venti ghere. Darai il denaro ad Aaronne e ai suoi
figli per il riscatto di quelli che superano il numero dei Leviti». Mosè
prese il denaro per il riscatto di quelli che superavano il numero dei
primogeniti riscattati dai Leviti; prese il denaro dai primogeniti dei figli
d'Israele: milletrecentosessantacinque sicli, secondo il siclo del
santuario. Mosè diede il denaro del riscatto ad Aaronne e ai suoi figli,
secondo l'ordine del SIGNORE, come il SIGNORE aveva ordinato a Mosè.
CAPITOLO 4
Funzioni delle varie famiglie levitiche
Nu 3:27-32
Il SIGNORE disse ancora a Mosè e ad Aaronne: «Fate il conto dei figli di
Cheat, tra i figli di Levi, secondo le loro famiglie, secondo la discendenza
paterna, dall'età di trent'anni in su fino all'età di cinquant'anni, di
tutti quelli che possono assumere un incarico per servire nella tenda di
convegno.
Questo è il servizio che i figli di Cheat dovranno fare nella tenda di
convegno, e che concerne le cose santissime. Quando il campo si moverà,
Aaronne e i suoi figli verranno a smontare la cortina di separazione e
copriranno con essa l'arca della testimonianza; poi porranno sull'arca una
coperta di pelli di delfino, vi stenderanno sopra un panno di stoffa
violacea e metteranno a posto le stanghe. Poi stenderanno un panno violaceo
sulla tavola della presentazione e sopra vi metteranno i piatti, le coppe,
le bacinelle, i calici per le libazioni; il pane starà sempre sulla tavola;
su queste cose stenderanno un panno scarlatto e sopra questo una coperta di
pelli di delfino e metteranno le stanghe alla tavola. Poi prenderanno un
panno violaceo, con il quale copriranno il candelabro, le sue lampade, le
sue forbici, i suoi smoccolatoi e tutti i suoi vasi dell'olio destinati al
servizio del candelabro; metteranno il candelabro con tutti i suoi utensili
in una coperta di pelli di delfino e lo porranno sopra un paio di stanghe.
Poi stenderanno sull'altare d'oro un panno violaceo, e sopra questo una
coperta di pelli di delfino e metteranno le stanghe all'altare. Prenderanno
tutti gli utensili di cui si fa uso per il servizio nel santuario, li
metteranno in un panno violaceo, li avvolgeranno in una coperta di pelli di
delfino e li porranno sopra un paio di stanghe. Poi toglieranno le ceneri
dall'altare e stenderanno sull'altare un panno scarlatto; vi metteranno
sopra tutti gli utensili destinati al suo servizio, i bracieri, i
forchettoni, le palette, le bacinelle, tutti gli utensili dell'altare e vi
stenderanno sopra una coperta di pelli di delfino; poi porranno le stanghe
all'altare. Dopo che Aaronne e i suoi figli avranno finito di coprire le
cose sacre e tutti gli arredi del santuario, quando il campo si moverà, i
figli di Cheat verranno per portare quelle cose; ma non toccheranno le cose
sante, per non rischiare di morire. Queste sono le incombenze dei figli di
Cheat nella tenda di convegno.
Ed Eleazar, figlio del sacerdote Aaronne, avrà l'incarico dell'olio per il
candelabro, dell'incenso aromatico, dell'oblazione quotidiana e dell'olio
dell'unzione, e l'incarico di tutto il tabernacolo, di tutto ciò che
contiene, del santuario e dei suoi arredi».
Poi il SIGNORE parlò a Mosè e ad Aaronne, e disse: «Badate che la tribù
delle famiglie dei Cheatiti non venga sterminata fra i Leviti; ma fate
questo per loro, affinché vivano e non muoiano quando si accosteranno al
luogo santissimo: Aaronne e i suoi figli vengano e assegnino a ciascuno di
loro il suo servizio e il suo incarico. E i Cheatiti non entrino a guardare
nemmeno per un istante le cose sacre, affinché non muoiano».
Nu 3:21-26
Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Fa' il conto anche dei figli di Gherson,
secondo le loro famiglie, secondo la discendenza paterna. Farai il
censimento, dall'età di trent'anni in su fino all'età di cinquant'anni, di
tutti quelli che possono assumere un incarico per servire nella tenda di
convegno.
Questo è il servizio delle famiglie dei Ghersoniti, quello che devono fare e
quello che devono portare: porteranno i teli del tabernacolo e la tenda di
convegno, la sua coperta, la coperta di pelli di delfino che vi è sopra, e
la portiera all'ingresso della tenda di convegno; le tende del cortile con
la portiera dell'ingresso del cortile, tende che stanno tutto intorno al
tabernacolo e all'altare, i loro cordami e tutti gli utensili destinati al
loro servizio; faranno tutto il servizio che si riferisce a queste cose.
Tutto il servizio dei figli dei Ghersoniti sarà sotto gli ordini di Aaronne
e dei suoi figli per tutto quello che dovranno portare e per tutto quello
che dovranno fare; voi affiderete alla loro cura tutto quello che devono
portare. Questo è il servizio delle famiglie dei figli dei Ghersoniti nella
tenda di convegno; e l'incarico loro sarà eseguito sotto la direzione di
Itamar figlio del sacerdote Aaronne.
Nu 3:33, ecc.; 1Co 12:4-11, 28-30
«Farai il censimento dei figli di Merari secondo le loro famiglie, secondo
la discendenza paterna; farai il censimento, dall'età di trent'anni in su
fino all'età di cinquant'anni, di tutti quelli che possono assumere un
incarico per servire nella tenda di convegno.
Questo è quanto è affidato alle loro cure e quello che devono portare, in
conformità a tutto il loro servizio nella tenda di convegno: le assi, le
traverse, le colonne e le basi del tabernacolo; le colonne che sono intorno
al cortile, le loro basi, i loro picchetti, i loro cordami, tutti i loro
utensili e tutto quello che è destinato al loro servizio. Farete
l'inventario nominativo degli oggetti affidati alle loro cure e che essi
dovranno portare. Tale è il servizio delle famiglie dei figli di Merari,
tutto il loro servizio nella tenda di convegno, sotto gli ordini di Itamar,
figlio del sacerdote Aaronne».
Mosè, Aaronne e i capi della comunità fecero dunque il censimento dei figli
dei Cheatiti secondo le loro famiglie, secondo la discendenza paterna, di
tutti quelli che dall'età di trent'anni in su fino all'età di cinquant'anni
potevano assumere un incarico per servire nella tenda di convegno. Quelli di
cui si fece il censimento, secondo le loro famiglie, furono
duemilasettecentocinquanta. Questi sono gli uomini delle famiglie dei
Cheatiti dei quali si fece il censimento: tutti quelli che esercitavano un
qualche servizio nella tenda di convegno; Mosè e Aaronne ne fecero il
censimento secondo l'ordine che il SIGNORE aveva dato per mezzo di Mosè.
I figli di Gherson, di cui si fece il censimento secondo le loro famiglie,
secondo la discendenza paterna, dall'età di trent'anni in su fino all'età di
cinquant'anni, tutti quelli che potevano assumere un incarico per servire
nella tenda di convegno, quelli di cui si fece il censimento secondo le loro
famiglie, secondo la discendenza paterna, furono duemilaseicentotrenta.
Questi sono gli uomini delle famiglie dei figli di Gherson, di cui si fece
il censimento: tutti quelli che esercitavano un qualche servizio nella tenda
di convegno; Mosè e Aaronne ne fecero il censimento secondo l'ordine del
SIGNORE.
Quelli delle famiglie dei figli di Merari dei quali si fece il censimento
secondo le loro famiglie, secondo la discendenza paterna, dall'età di trent'anni
in su fino all'età di cinquant'anni, tutti quelli che potevano assumere un
incarico per servire nella tenda di convegno, quelli di cui si fece il
censimento secondo le loro famiglie, furono tremiladuecento. Questi sono gli
uomini delle famiglie dei figli di Merari, di cui si fece il censimento.
Mosè e Aaronne ne fecero il censimento secondo l'ordine che il SIGNORE aveva
dato per mezzo di Mosè.
Tutti i Leviti dei quali Mosè, Aaronne e i capi d'Israele fecero il
censimento secondo le loro famiglie e secondo la discendenza paterna,
dall'età di trent'anni in su fino all'età di cinquant'anni, tutti quelli che
potevano assumere un incarico per servire e un incarico di portatori nella
tenda di convegno, tutti quelli di cui si fece il censimento, furono
ottomilacinquecentottanta. Ne fu fatto il censimento secondo l'ordine che il
SIGNORE aveva dato per mezzo di Mosè, assegnando a ciascuno il servizio che
doveva fare e quello che doveva portare. Così ne fu fatto il censimento come
il SIGNORE aveva ordinato a Mosè.
CAPITOLO 5
Legge relativa agli impuri, al furto e alla gelosia
Le 13:45-46; Nu 12:10-15 (Ap 21:27; Sl 5:5)
Poi il SIGNORE disse a Mosè: «Ordina ai figli d'Israele che mandino fuori
dall'accampamento ogni lebbroso e chiunque ha la gonorrea o è impuro per il
contatto con un morto. Maschi o femmine che siano, li manderete fuori; li
manderete fuori dall'accampamento perché non contaminino l'accampamento in
mezzo al quale io abito». I figli d'Israele fecero così e li mandarono fuori
dall'accampamento. Come il SIGNORE aveva detto a Mosè, così fecero i figli
d'Israele.
(Le 5:20-26; Nu 18:8-20) Lu 19:8
Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Di' ai figli d'Israele: "Quando un uomo o
una donna avrà fatto un torto a qualcuno, commettendo un'infedeltà rispetto
al SIGNORE, questa persona si sarà così resa colpevole. Dovrà confessare il
peccato commesso, restituirà per intero il maltolto, aggiungendovi un quinto
e lo darà a colui verso il quale si è reso colpevole. Ma se questi non ha
parente prossimo a cui si possa restituire il maltolto, ciò che viene
restituito spetterà al SIGNORE, cioè al sacerdote, oltre al montone
espiatorio, mediante il quale si farà l'espiazione per il colpevole. Ogni
offerta elevata di tutte le cose consacrate che i figli d'Israele
presenteranno al sacerdote, sarà del sacerdote; le cose che uno consacrerà
saranno del sacerdote; ciò che uno darà al sacerdote apparterrà a lui"».
Ml 3:5; Eb 13:4; Sl 26:2
Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Parla ai figli d'Israele e di' loro: "Se
una donna si svia dal marito e commette un'infedeltà contro di lui; se uno
ha relazioni carnali con lei e la cosa è nascosta agli occhi del marito; se
ella si è contaminata in segreto senza che vi siano testimoni contro di lei
o che sia stata còlta sul fatto, qualora lo spirito di gelosia s'impossessi
del marito e questi diventi geloso della moglie che si è contaminata, oppure
lo spirito di gelosia s'impossessi di lui e questi diventi geloso della
moglie che di fatto non si è contaminata, quell'uomo condurrà la moglie dal
sacerdote, e porterà un'offerta per lei: un decimo d'efa di farina d'orzo;
non vi spanderà sopra olio né vi metterà sopra incenso, perché è
un'oblazione di gelosia, un'oblazione commemorativa, destinata a ricordare
un'iniquità. Il sacerdote farà avvicinare la donna, e la farà stare in piedi
davanti al SIGNORE. Poi il sacerdote prenderà dell'acqua santa in un vaso di
terra; prenderà pure della polvere che è sul piano del tabernacolo, e la
metterà nell'acqua. Il sacerdote farà quindi stare la donna in piedi davanti
al SIGNORE, le scoprirà il capo e le metterà in mano l'oblazione
commemorativa, che è l'oblazione di gelosia; e il sacerdote avrà in mano
l'acqua amara che porta maledizione.
Il sacerdote farà giurare quella donna e le dirà: «Se nessun uomo si è unito
a te, e se non ti sei sviata contaminandoti con un uomo, invece di tuo
marito, quest'acqua amara che porta maledizione, non ti farà danno! Ma se ti
sei sviata ricevendo un altro invece di tuo marito e ti sei contaminata, se
un altro che non è tuo marito ti ha fecondata», allora il sacerdote farà
giurare la donna con un giuramento di maledizione e le dirà: «Il SIGNORE
faccia di te un oggetto di maledizione e di esecrazione in mezzo al tuo
popolo, facendoti dimagrire i fianchi e gonfiare il ventre; quest'acqua che
porta maledizione, ti entri nelle viscere per farti gonfiare il ventre e
dimagrire i fianchi!» E la donna dirà: «Amen! Amen!»
«"Poi il sacerdote scriverà queste maledizioni in un rotolo e le farà
sciogliere nell'acqua amara. Farà bere alla donna quell'acqua amara che
porta maledizione, e l'acqua che porta maledizione entrerà in lei per
produrle amarezza. Il sacerdote prenderà dalle mani della donna l'oblazione
di gelosia, agiterà l'oblazione davanti al SIGNORE e l'offrirà sull'altare.
Il sacerdote prenderà una manciata di quell'oblazione commemorativa e la
farà fumare sull'altare; poi farà bere l'acqua alla donna. Quando le avrà
fatto bere l'acqua, se è contaminata ed ha commesso un'infedeltà contro il
marito, l'acqua che porta maledizione entrerà in lei per produrre amarezza;
il ventre le si gonfierà, i suoi fianchi dimagriranno, e quella donna
diventerà un oggetto di maledizione in mezzo al suo popolo. Ma se la donna
non si è contaminata ed è pura, sarà riconosciuta innocente, ed avrà dei
figli.
Questa è la legge relativa alla gelosia, per il caso in cui la moglie di uno
si svii ricevendo un altro invece di suo marito e si contamini, per il caso
in cui lo spirito di gelosia s'impossessi del marito e questi diventi geloso
della moglie; egli farà comparire sua moglie davanti al SIGNORE e il
sacerdote applicherà questa legge integralmente. Il marito sarà immune da
colpa, ma la donna porterà la pena della sua iniquità"».
CAPITOLO 6
Legge relativa al nazireato
(Gc 13:4-5; 1S 1:11, 27-28) Am 2:11-12 (Gv 17:16)
Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Parla ai figli d'Israele e di' loro:
"Quando un uomo o una donna avrà fatto un voto speciale, il voto di
nazireato, per consacrarsi al SIGNORE, si asterrà dal vino e dalle bevande
alcoliche; non berrà aceto fatto di vino, né aceto fatto di bevanda
alcolica; non berrà liquori d'uva e non mangerà uva, né fresca né secca. Per
tutto il tempo del suo nazireato non mangerà alcun prodotto della vigna,
dagli acini alla buccia. Per tutto il tempo del suo voto di nazireato il
rasoio non passerà sul suo capo; fino a che siano compiuti i giorni per i
quali egli si è consacrato al SIGNORE, sarà santo; si lascerà crescere
liberamente i capelli sul capo. Per tutto il tempo che egli si è consacrato
al SIGNORE, non si avvicinerà a un corpo morto; si trattasse anche di suo
padre, di sua madre, di suo fratello e di sua sorella, non si contaminerà
con loro alla loro morte, perché porta sul capo il segno della sua
consacrazione a Dio. Per tutto il tempo del suo nazireato egli è consacrato
al SIGNORE. Se uno gli muore accanto improvvisamente e il suo capo
consacrato rimane così contaminato, si raderà il capo il giorno della sua
purificazione; se lo raderà il settimo giorno; l'ottavo giorno porterà due
tortore o due giovani piccioni al sacerdote, all'ingresso della tenda di
convegno. Il sacerdote ne offrirà uno come sacrificio per il peccato e
l'altro come olocausto, farà per lui l'espiazione del peccato che ha
commesso a motivo di quel morto; in quel giorno stesso, il nazireo
consacrerà così il suo capo. Consacrerà di nuovo al SIGNORE i giorni del suo
nazireato, e offrirà un agnello dell'anno come sacrificio di riparazione; i
giorni precedenti non saranno contati, perché il suo nazireato è stato
contaminato.
At 21:23-24, 26
«"Questa è la legge del nazireato: quando i giorni del suo nazireato saranno
compiuti, lo si farà venire all'ingresso della tenda di convegno. Egli
presenterà la sua offerta al SIGNORE: un agnello dell'anno, senza difetto,
per l'olocausto; una pecora dell'anno, senza difetto, per il sacrificio per
il peccato, e un montone, senza difetto, per il sacrificio di riconoscenza;
un paniere di pani azzimi fatti con fior di farina, di focacce intrise
d'olio, di gallette azzime unte d'olio, insieme con l'oblazione e le
libazioni relative. Il sacerdote presenterà quelle cose davanti al SIGNORE,
offrirà il suo sacrificio per il peccato e il suo olocausto; offrirà il
montone come sacrificio di riconoscenza al SIGNORE, con il paniere dei pani
azzimi; il sacerdote offrirà pure l'oblazione e la libazione. Il nazireo si
raderà il capo consacrato all'ingresso della tenda di convegno, prenderà i
capelli del suo capo consacrato e li metterà sul fuoco che è sotto il
sacrificio di riconoscenza. Il sacerdote prenderà la spalla del montone,
quando sarà cotta, una focaccia azzima dal paniere, una galletta azzima, e
le metterà nelle mani del nazireo, dopo che questi avrà raso il suo capo
consacrato. Il sacerdote le agiterà, come offerta agitata, davanti al
SIGNORE; è cosa santa che appartiene al sacerdote, insieme al petto
dell'offerta agitata e alla spalla dell'offerta elevata. Dopo questo, il
nazireo potrà bere vino.
Tale è la legge relativa a colui che ha fatto voto di nazireato, tale è la
sua offerta al SIGNORE per il suo nazireato, oltre a quello che i suoi mezzi
gli permetteranno di fare. Egli agirà secondo il voto che avrà fatto,
conformemente alla legge del suo nazireato"».
Formula della benedizione sacerdotale
1Cr 23:13; 2Co 13:13; Sl 115:15; 1P 3:9
Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Parla ad Aaronne e ai suoi figli e di'
loro: "Voi benedirete così i figli d'Israele; direte loro:
«Il SIGNORE ti benedica e ti protegga! Il SIGNORE faccia risplendere il suo
volto su di te e ti sia propizio! Il SIGNORE rivolga verso di te il suo
volto e ti dia la pace!»"
Così metteranno il mio nome sui figli d'Israele e io li benedirò».
CAPITOLO 7
Offerte dei capi delle tribù per la dedicazione del tabernacolo
Nu 4:4-33; 1Cr 29:6
Il giorno in cui Mosè ebbe finito di erigere il tabernacolo, lo unse e lo
consacrò con tutti i suoi arredi; poi, eretto l'altare, lo unse e lo
consacrò con tutti i suoi utensili. Allora i capi d'Israele, i primi delle
case dei loro padri, che erano i capi delle tribù e che avevano presieduto
al censimento, presentarono un'offerta e la portarono davanti al SIGNORE:
sei carri coperti e dodici buoi; vale a dire un carro ogni due capi e un bue
per ogni capo; e li offrirono davanti al tabernacolo.
Il SIGNORE disse a Mosè: «Prendi da loro queste offerte per impiegarle al
servizio della tenda di convegno e dalle ai Leviti; a ciascuno secondo il
suo incarico». Mosè prese dunque i carri e i buoi, e li diede ai Leviti.
Diede due carri e quattro buoi ai figli di Gherson, secondo i loro
incarichi; diede quattro carri e otto buoi ai figli di Merari, secondo i
loro incarichi, sotto la sorveglianza d'Itamar, figlio del sacerdote Aaronne;
ma ai figli di Cheat non diede nulla, perché avevano l'incarico degli
oggetti sacri e dovevano portarli sulle spalle.
2Cr 7:4-9; Ed 6:16-17; 2Co 9:7-8
I capi presentarono la loro offerta per la dedicazione dell'altare, il
giorno in cui esso fu unto; la presentarono davanti all'altare. Il SIGNORE
disse a Mosè: «I capi presenteranno la loro offerta uno per giorno, per la
dedicazione dell'altare».
Colui che presentò la sua offerta il primo giorno fu Nason, figlio d'Amminadab,
della tribù di Giuda; e la sua offerta fu un piatto d'argento del peso di
centotrenta sicli, una bacinella d'argento di settanta sicli, secondo il
siclo del santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa d'olio, per
l'oblazione; una coppa d'oro di dieci sicli piena di incenso, un toro, un
montone, un agnello dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio
per il peccato, e, per il sacrificio di riconoscenza, due buoi, cinque
montoni, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Nason,
figlio d'Amminadab.
Il secondo giorno, Nataneel, figlio di Suar, capo d'Issacar, presentò la sua
offerta. Offrì un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, una
bacinella d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti
e due pieni di fior di farina intrisa d'olio, per l'oblazione; una coppa
d'oro di dieci sicli piena d'incenso, un toro, un montone, un agnello
dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio per il peccato, e, per
il sacrificio di riconoscenza, due buoi, cinque montoni, cinque capri,
cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Nataneel, figlio di Suar.
Il terzo giorno fu Eliab, figlio di Chelon, capo dei figli di Zabulon. La
sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, una
bacinella d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti
e due pieni di fior di farina intrisa d'olio, per l'oblazione; una coppa
d'oro di dieci sicli piena d'incenso, un toro, un montone, un agnello
dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio per il peccato, e, per
il sacrificio di riconoscenza, due buoi, cinque montoni, cinque capri,
cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Eliab, figlio di Chelon.
Il quarto giorno fu Elisur, figlio di Sedeur, capo dei figli di Ruben. La
sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, una
bacinella d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti
e due pieni di fior di farina intrisa d'olio, per l'oblazione; una coppa
d'oro di dieci sicli piena d'incenso, un toro, un montone, un agnello
dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio per il peccato, e, per
il sacrificio di riconoscenza, due buoi, cinque montoni, cinque capri,
cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Elisur, figlio di Sedeur.
Il quinto giorno fu Selumiel, figlio di Surisaddai, capo dei figli di
Simeone. La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli,
una bacinella d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario,
tutti e due pieni di fior di farina intrisa d'olio, per l'oblazione; una
coppa d'oro di dieci sicli piena d'incenso, un toro, un montone, un agnello
dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio per il peccato, e, per
il sacrificio di riconoscenza, due buoi, cinque montoni, cinque capri,
cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Selumiel figlio di Surisaddai.
Il sesto giorno fu Eliasaf, figlio di Deuel, capo dei figli di Gad. La sua
offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, una bacinella
d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e due
pieni di fior di farina intrisa d'olio, per l'oblazione; una coppa d'oro di
dieci sicli piena d'incenso, un toro, un montone, un agnello dell'anno per
l'olocausto, un capro per il sacrificio per il peccato, e, per il sacrificio
di riconoscenza, due buoi, cinque montoni, cinque capri, cinque agnelli
dell'anno. Tale fu l'offerta di Eliasaf, figlio di Deuel.
Il settimo giorno fu Elisama, figlio di Ammiud, capo dei figli d'Efraim. La
sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, una
bacinella d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti
e due pieni di fior di farina intrisa d'olio, per l'oblazione; una coppa
d'oro di dieci sicli piena d'incenso, un toro, un montone, un agnello
dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio per il peccato, e, per
il sacrificio di riconoscenza, due buoi, cinque montoni, cinque capri,
cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Elisama, figlio di Ammiud.
L'ottavo giorno fu Gamaliel, figlio di Pedasur, capo dei figli di Manasse.
La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, una
bacinella d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti
e due pieni di fior di farina intrisa d'olio, per l'oblazione; una coppa
d'oro di dieci sicli piena d'incenso, un toro, un montone, un agnello
dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio per il peccato, e, per
il sacrificio di riconoscenza, due buoi, cinque montoni, cinque capri,
cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Gamaliel, figlio di Pedasur.
Il nono giorno fu Abidan, figlio di Ghideoni, capo dei figli di Beniamino.
La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, una
bacinella d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti
e due pieni di fior di farina intrisa d'olio, per l'oblazione; una coppa
d'oro di dieci sicli piena d'incenso, un toro, un montone, un agnello
dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio per il peccato, e, per
il sacrificio di riconoscenza, due buoi, cinque montoni, cinque capri,
cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Abidan, figlio di Ghideoni.
Il decimo giorno fu Aiezer, figlio di Ammisaddai, capo dei figli di Dan. La
sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, una
bacinella d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti
e due pieni di fior di farina intrisa d'olio, per l'oblazione; una coppa
d'oro di dieci sicli piena d'incenso, un toro, un montone, un agnello
dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio per il peccato, e, per
il sacrificio di riconoscenza, due buoi, cinque montoni, cinque capri,
cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Aiezer, figlio di Ammisaddai.
L'undicesimo giorno fu Paghiel, figlio di Ocran, capo dei figli di Ascer. La
sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, una
bacinella d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti
e due pieni di fior di farina intrisa d'olio, per l'oblazione; una coppa
d'oro di dieci sicli piena d'incenso, un toro, un montone, un agnello
dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio per il peccato, e, per
il sacrificio di riconoscenza, due buoi, cinque montoni, cinque capri,
cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Paghiel, figlio di Ocran.
Il dodicesimo giorno fu Aira, figlio di Enan, capo dei figli di Neftali. La
sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, una
bacinella d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti
e due pieni di fior di farina intrisa d'olio, per l'oblazione; una coppa
d'oro di dieci sicli piena d'incenso, un toro, un montone, un agnello
dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio per il peccato e, per
il sacrificio di riconoscenza, due buoi, cinque montoni, cinque capri,
cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Aira, figlio di Enan.
Questi furono i doni per la dedicazione dell'altare, da parte dei capi
d'Israele, il giorno in cui esso fu unto: dodici piatti d'argento, dodici
bacinelle d'argento, dodici coppe d'oro; ogni piatto d'argento pesava
centotrenta sicli e ogni bacinella d'argento, settanta; il totale
dell'argento dei vasi fu duemilaquattrocento sicli, secondo il siclo del
santuario; dodici coppe d'oro piene d'incenso, le quali, a dieci sicli per
coppa, secondo il siclo del santuario, diedero, per l'oro delle coppe, un
totale di centoventi sicli. Totale del bestiame per l'olocausto: dodici
tori, dodici montoni, dodici agnelli dell'anno con le oblazioni ordinarie, e
dodici capri per il sacrificio per il peccato. Totale del bestiame per il
sacrificio di riconoscenza: ventiquattro tori, sessanta montoni, sessanta
capri, sessanta agnelli dell'anno. Tali furono i doni per la dedicazione
dell'altare, dopo che esso fu unto.
E quando Mosè entrava nella tenda di convegno per parlare con il SIGNORE,
udiva la voce che gli parlava dall'alto del propiziatorio che è sull'arca
della testimonianza fra i due cherubini; e il SIGNORE gli parlava.
CAPITOLO 8
Disposizione delle lampade e del candelabro
Es 25:31-40; 27:20-21 (Gv 8:12)
Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Parla ad Aaronne, e digli: "Quando
disporrai le lampade, le sette lampade dovranno proiettare la luce sul
davanti del candelabro"». E Aaronne fece così; dispose le lampade in modo
che facessero luce sul davanti del candelabro, come il SIGNORE aveva
ordinato a Mosè. Il candelabro era fatto così: era d'oro battuto; tanto la
sua base quanto i suoi fiori erano lavorati a martello. Mosè aveva fatto il
candelabro secondo il modello che il SIGNORE gli aveva mostrato.
Consacrazione dei Leviti
Nu 3:5-51; Le 8
Il SIGNORE disse a Mosè: «Prendi i Leviti tra i figli d'Israele, e
purificali. Per purificarli, farai così: tu li aspergerai con l'acqua per il
peccato, essi faranno passare il rasoio su tutto il loro corpo, si laveranno
le vesti e si purificheranno. Poi prenderanno un toro con l'oblazione
ordinaria di fior di farina intrisa d'olio, e tu prenderai un altro toro per
il sacrificio per il peccato. Farai avvicinare i Leviti davanti alla tenda
di convegno e convocherai tutta la comunità dei figli d'Israele. Farai
avvicinare i Leviti davanti al SIGNORE e i figli d'Israele imporranno le
mani sui Leviti; Aaronne presenterà i Leviti come offerta agitata davanti al
SIGNORE da parte dei figli d'Israele ed essi faranno il servizio del
SIGNORE. Poi i Leviti poseranno le mani sulla testa dei tori e tu ne
offrirai uno come sacrificio per il peccato e l'altro come olocausto al
SIGNORE, per fare l'espiazione per i Leviti. Farai stare i Leviti in piedi
davanti ad Aaronne e davanti ai suoi figli, e li presenterai come un'offerta
agitata al SIGNORE. Così separerai i Leviti in mezzo ai figli d'Israele, e i
Leviti saranno miei. Dopo questo, i Leviti verranno a fare il servizio nella
tenda di convegno; e tu li purificherai e li presenterai come un'offerta
agitata; poiché mi sono interamente dati tra i figli d'Israele; io li ho
presi per me, invece di tutti i primi nati, dei primogeniti di tutti i figli
d'Israele. Poiché tutti i primogeniti dei figli d'Israele, tanto degli
uomini quanto del bestiame, sono miei; io me li consacrai il giorno che
percossi tutti i primogeniti nel paese d'Egitto. Ho preso i Leviti invece di
tutti i primogeniti dei figli d'Israele. Ho dato in dono ad Aaronne e ai
suoi figli i Leviti tra i figli d'Israele, perché facciano il servizio dei
figli d'Israele nella tenda di convegno e perché facciano l'espiazione per i
figli d'Israele, affinché nessuna calamità scoppi tra i figli d'Israele
quando si avvicinano al santuario».
Così fecero Mosè, Aaronne e tutta la comunità dei figli d'Israele rispetto
ai Leviti; i figli d'Israele fecero a loro riguardo tutto quello che il
SIGNORE aveva ordinato a Mosè relativamente a loro. I Leviti si purificarono
e si lavarono le vesti; Aaronne li presentò come un'offerta agitata davanti
al SIGNORE e fece l'espiazione per essi, per purificarli. Dopo questo, i
Leviti vennero a fare il servizio nella tenda di convegno in presenza di
Aaronne e dei suoi figli. Si fece ai Leviti secondo l'ordine che il SIGNORE
aveva dato a Mosè a loro riguardo.
1Cr 23:24-32
Il SIGNORE disse a Mosè: «Questo è ciò che concerne i Leviti: dai
venticinque anni in su il Levita entrerà per assumere un incarico nel
servizio della tenda di convegno; dall'età di cinquant'anni si ritirerà dal
suo incarico e non farà più il servizio. Potrà assistere i suoi fratelli
nella tenda di convegno, sorvegliando ciò che è affidato alle loro cure, ma
non farà più servizio. Così farai, rispetto ai Leviti, per quello che
concerne i loro incarichi».
CAPITOLO 9
La Pasqua celebrata nel deserto del Sinai
(Gs 5:10-11; 2Cr 30; 35:1-19; Ed 6:19-22)
Il SIGNORE disse ancora a Mosè, nel deserto del Sinai, il primo mese del
secondo anno da quando furono usciti dal paese d'Egitto: «I figli d'Israele
celebreranno la Pasqua alla data stabilita. La celebrerete nel tempo
stabilito, il quattordicesimo giorno di questo mese, all'imbrunire; la
celebrerete secondo tutte le leggi e le prescrizioni che vi si riferiscono».
Allora Mosè parlò ai figli d'Israele perché celebrassero la Pasqua. Ed essi
celebrarono la Pasqua il quattordicesimo giorno del primo mese,
all'imbrunire, nel deserto del Sinai; i figli d'Israele si conformarono a
tutti gli ordini che il SIGNORE aveva dato a Mosè.
Or vi erano degli uomini che, essendo impuri per aver toccato un morto, non
potevano celebrare la Pasqua in quel giorno. Essi si presentarono in quello
stesso giorno davanti a Mosè e davanti ad Aaronne, e dissero a Mosè: «Noi
siamo impuri perché abbiamo toccato un morto; perché ci sarebbe impedito di
presentare l'offerta del SIGNORE, al tempo stabilito, insieme con i figli
d'Israele?» Mosè rispose loro: «Aspettate, e sentirò quello che il SIGNORE
ordinerà a vostro riguardo».
Il SIGNORE disse a Mosè: «Parla ai figli d'Israele e di' loro: "Se uno di
voi o dei vostri discendenti sarà impuro per il contatto con un morto o sarà
in viaggio, celebrerà lo stesso la Pasqua in onore del SIGNORE. La
celebreranno il quattordicesimo giorno del secondo mese, all'imbrunire;
mangeranno la vittima con pane azzimo e con erbe amare; non ne lasceranno
nulla di avanzo fino al mattino e non ne spezzeranno nessun osso. La
celebreranno secondo tutte le leggi della Pasqua.
Ma colui che è puro e che non è in viaggio, se si astiene dal celebrare la
Pasqua, quel tale sarà tolto via dalla sua gente; siccome non ha presentato
l'offerta al SIGNORE nel tempo stabilito, quel tale porterà la pena del suo
peccato. Se uno straniero che soggiorna tra di voi celebrerà la Pasqua del
SIGNORE, si conformerà alle leggi e alle prescrizioni della Pasqua. Avrete
un'unica legge, per lo straniero e per il nativo del paese"».
La nuvola
(Es 40:34-38; Nu 10:11-36)(Gv 10:4, 27)(Mt 6:10)
Il giorno in cui il tabernacolo fu eretto, la nuvola coprì il tabernacolo,
cioè la tenda della testimonianza; e, dalla sera fino alla mattina,appariva
sul tabernacolo come un fuoco. Avveniva sempre così: la nuvola copriva il
tabernacolo e, di notte, appariva come un fuoco. E tutte le volte che la
nuvola si alzava dalla tenda, i figli d'Israele si mettevano in cammino e si
accampavano dove si fermava la nuvola. I figli d'Israele si mettevano in
cammino all'ordine del SIGNORE e si accampavano all'ordine del SIGNORE.
Rimanevano accampati tutto il tempo che la nuvola restava ferma sul
tabernacolo. Quando la nuvola rimaneva per molti giorni sul tabernacolo, i
figli d'Israele osservavano la prescrizione del SIGNORE e non si movevano.
Se avveniva che la nuvola rimanesse pochi giorni sul tabernacolo, all'ordine
del SIGNORE rimanevano accampati e all'ordine del SIGNORE si mettevano in
cammino. Se la nuvola si fermava dalla sera alla mattina e si alzava la
mattina, si mettevano in cammino; o se dopo un giorno e una notte la nuvola
si alzava, si mettevano in cammino. Se la nuvola rimaneva ferma sul
tabernacolo due giorni o un mese o un anno, i figli d'Israele rimanevano
accampati e non si movevano; ma, quando si alzava, si mettevano in cammino.
All'ordine del SIGNORE si accampavano e all'ordine del SIGNORE si mettevano
in cammino; osservavano la prescrizione del SIGNORE, secondo l'ordine
trasmesso dal SIGNORE per mezzo di Mosè.
CAPITOLO 10
Le due trombe d'argento
Sl 81:4-6 (Gl 2:1, 15; 2Cr 13:12-16; 29:26-28) Sl 89:16
Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Fatti due trombe d'argento; le farai
d'argento battuto; ti serviranno per convocare la comunità e per far muovere
l'accampamento. Al suono delle due trombe la comunità si raccoglierà presso
di te, all'ingresso della tenda di convegno. Al suono di una tromba sola, i
capi, i primi delle migliaia d'Israele, si riuniranno presso di te. Quando
sonerete con squilli acuti e prolungati, gli accampamenti che sono a levante
si metteranno in cammino. Quando sonerete una seconda volta con squilli
acuti e prolungati, gli accampamenti che si trovano a mezzogiorno si
metteranno in cammino; si sonerà con squilli acuti e prolungati quando
dovranno mettersi in cammino. Quando dev'essere convocata la comunità,
sonerete, ma non con squilli acuti e prolungati. Saranno i sacerdoti figli
d'Aaronne a sonare le trombe; sarà una legge perenne per voi e per i vostri
discendenti. Quando nel vostro paese andrete alla guerra contro il nemico
che vi attaccherà, sonerete a squilli acuti e prolungati con le trombe, e
sarete ricordati davanti al SIGNORE, al vostro Dio, e sarete liberati dai
vostri nemici. Così pure nei vostri giorni di gioia, nelle vostre solennità
e al principio dei vostri mesi, sonerete le trombe quando offrirete i vostri
olocausti e i vostri sacrifici di riconoscenza. Ciò vi servirà di ricordanza
davanti al vostro Dio. Io sono il SIGNORE, il vostro Dio».
Partenza degli Israeliti dal Sinai
(Nu 9:17-23; 2:1, ecc.) De 1:6-8 (1Co 14:40)
Il secondo anno, il secondo mese, il ventesimo giorno del mese, la nuvola si
alzò sopra il tabernacolo della testimonianza. I figli d'Israele partirono
dal deserto del Sinai, secondo l'ordine fissato per il loro cammino; la
nuvola si fermò nel deserto di Paran. Così si misero in cammino la prima
volta, secondo l'ordine del SIGNORE trasmesso per mezzo di Mosè.
La bandiera dell'accampamento dei figli di Giuda, diviso secondo le loro
formazioni, si mosse per prima. Nason, figlio di Amminadab comandava la
schiera di Giuda. Netaneel, figlio di Suar, comandava la schiera della tribù
dei figli d'Issacar, e Eliab, figlio di Chelon, comandava la schiera della
tribù dei figli di Zabulon.
Il tabernacolo fu smontato e i figli di Gherson e i figli di Merari, si
misero in cammino, portando il tabernacolo.
Poi si mosse la bandiera dell'accampamento di Ruben, diviso secondo le sue
formazioni. Elisur, figlio di Sedeur, comandava la schiera di Ruben.
Selumiel, figlio di Surisaddai, comandava la schiera della tribù dei figli
di Simeone, ed Eliasaf, figlio di Deuel, comandava la schiera della tribù
dei figli di Gad.
Poi si mossero i Cheatiti, portando gli oggetti sacri; e gli altri
rimontavano il tabernacolo, prima che quelli arrivassero.
Poi si mosse la bandiera dell'accampamento dei figli d'Efraim, diviso
secondo le sue formazioni. Elisama, figlio di Ammiud, comandava la schiera
di Efraim. Gamaliel, figlio di Pedasur comandava la schiera della tribù dei
figli di Manasse, e Abidan, figlio di Ghideoni, comandava la schiera della
tribù dei figli di Beniamino.
Poi si mosse la bandiera dell'accampamento dei figli di Dan, diviso secondo
le sue formazioni, formando la retroguardia di tutti gli accampamenti.
Aiezer, figlio di Ammisaddai, comandava la schiera di Dan. Paghiel, figlio
di Ocran, comandava la schiera della tribù dei figli di Ascer, e Aira,
figlio di Enan, comandava la schiera della tribù dei figli di Neftali.
Tale era l'ordine con cui i figli d'Israele si misero in cammino secondo le
loro formazioni. E così partirono.
(Es 18; Gc 1:16) Es 40:36-38
Mosè disse a Obab, figlio di Reuel, madianita, suocero di Mosè: «Noi
c'incamminiamo verso il luogo del quale il SIGNORE ha detto: "Io ve lo
darò". Vieni con noi e ti faremo del bene, perché il SIGNORE ha promesso di
fare del bene a Israele». Obab gli rispose: «Io non verrò, ma andrò al mio
paese e dai miei parenti». E Mosè disse: «Ti prego, non ci lasciare; poiché
tu conosci i luoghi dove dovremo accamparci nel deserto, e sarai la nostra
guida. E, se vieni con noi, qualunque bene il SIGNORE farà a noi, noi lo
faremo a te».
Così partirono dal monte del SIGNORE e fecero tre giornate di cammino;
l'arca del patto del SIGNORE andava davanti a loro durante le tre giornate
di cammino, per cercare loro un luogo di riposo. E la nuvola del SIGNORE era
su di loro, durante il giorno, quando spostavano l'accampamento.
Quando l'arca partiva, Mosè diceva: «Sorgi, o SIGNORE, e siano dispersi i
tuoi nemici, e fuggano davanti alla tua presenza quelli che ti odiano!» E
quando si posava, diceva: «Torna, o SIGNORE, alle miriadi di migliaia
d'Israele!»
CAPITOLO 11
Mormorii del popolo a Tabera
Il fuoco del Signore
De 9:22; Gm 5:16
Or il popolo cominciò a mormorare in modo irriverente alle orecchie del
SIGNORE. Come il SIGNORE li udì, la sua ira si accese, il fuoco del SIGNORE
divampò in mezzo a loro e divorò l'estremità dell'accampamento. Allora il
popolo gridò a Mosè; Mosè pregò il SIGNORE, e il fuoco si spense. Quel luogo
fu chiamato Tabera, perché il fuoco del SIGNORE aveva divampato in mezzo a
loro.
Mormorii a Chibot-Attaava. Israele reclama della carne
Sl 78:17-31; Es 16:1-18; Gd 16
L'accozzaglia di gente raccogliticcia che era tra il popolo fu presa da
concupiscenza; e anche i figli d'Israele ricominciarono a piagnucolare e a
dire: «Chi ci darà da mangiare della carne? Ci ricordiamo dei pesci che
mangiavamo in Egitto a volontà, dei cocomeri, dei meloni, dei porri, delle
cipolle e dell'aglio. E ora siamo inariditi; non c'è più nulla! I nostri
occhi non vedono altro che questa manna».
La manna era simile al seme di coriandolo e aveva l'aspetto di resina
gommosa. Il popolo andava attorno a raccoglierla; poi la riduceva in farina
con le macine o la pestava nel mortaio, la faceva cuocere in pentole o ne
faceva delle focacce, e aveva il sapore di una focaccia all'olio. Quando la
rugiada cadeva sul campo, la notte, vi cadeva anche la manna.
Mosè udì il popolo che piagnucolava in tutte le famiglie, ognuno
all'ingresso della propria tenda; l'ira del SIGNORE si accese gravemente e
la cosa dispiacque anche a Mosè. Mosè disse al SIGNORE: «Perché hai trattato
così male il tuo servo? Perché non ho trovato grazia agli occhi tuoi, e mi
hai messo addosso il carico di tutto questo popolo? L'ho forse concepito io
tutto questo popolo? L'ho forse dato alla luce io, che tu mi dica: "Portalo
sul tuo seno", come la balia porta il bimbo lattante, fino al paese che tu
hai promesso con giuramento ai suoi padri? Dove prenderei della carne da
dare a tutto questo popolo? Poiché piagnucola dietro a me, e dice: "Dacci da
mangiare della carne!" Io non posso, da solo, portare tutto questo popolo; è
un peso troppo grave per me. Se mi vuoi trattare così, uccidimi, ti prego;
uccidimi, se ho trovato grazia agli occhi tuoi; che io non veda la mia
sventura!»
I settanta anziani
Il SIGNORE disse a Mosè: «Radunami settanta fra gli anziani d'Israele,
conosciuti da te come anziani del popolo e come persone autorevoli;
conducili alla tenda di convegno e vi si presentino con te. Io scenderò e lì
parlerò con te; prenderò lo spirito che è su te e lo metterò su di loro,
perché portino con te il carico del popolo e tu non lo porti più da solo.
Dirai al popolo: "Santificatevi per domani e mangerete della carne, poiché
avete pianto alle orecchie del SIGNORE, dicendo: «Chi ci farà mangiare della
carne? Stavamo bene in Egitto!» Ebbene, il SIGNORE vi darà della carne e voi
ne mangerete. Ne mangerete non per un giorno, non per due giorni, non per
cinque giorni, non per dieci giorni, non per venti giorni, ma per un mese
intero, finché vi esca dalle narici e ne proviate nausea, poiché avete
respinto il SIGNORE che è in mezzo a voi e avete pianto davanti a lui,
dicendo: «Perché mai siamo usciti dall'Egitto?»"»
Mosè disse: «Questo popolo, in mezzo al quale mi trovo, conta seicentomila
adulti e tu hai detto: "Io darò loro della carne e ne mangeranno per un mese
intero!" Scanneranno per loro greggi e armenti in modo che ne abbiano
abbastanza? Raduneranno per loro tutto il pesce del mare in modo che ne
abbiano abbastanza?» Il SIGNORE rispose a Mosè: «La mano del SIGNORE è forse
accorciata? Ora vedrai se la parola che ti ho detto si adempirà o no».
Mosè dunque uscì e riferì al popolo le parole del SIGNORE; radunò settanta
fra gli anziani del popolo e li dispose intorno alla tenda. Il SIGNORE scese
nella nuvola e parlò a Mosè; prese dello spirito che era su di lui, e lo
mise sui settanta anziani; e appena lo spirito si fu posato su di loro,
profetizzarono, ma poi smisero.
Intanto, due uomini, l'uno chiamato Eldad e l'altro Medad, erano rimasti
nell'accampamento, e lo spirito si posò su di loro; erano fra i settanta, ma
non erano usciti per andare alla tenda; e profetizzarono nel campo. Un
giovane corse a riferire la cosa a Mosè, e disse: «Eldad e Medad
profetizzano nel campo». Allora Giosuè, figlio di Nun, servo di Mosè fin
dalla sua giovinezza, prese a dire: «Mosè, signor mio, non glielo
permettere!» Ma Mosè gli rispose: «Sei geloso per me? Oh, fossero pure tutti
profeti nel popolo del SIGNORE, e volesse il SIGNORE mettere su di loro il
mio spirito!» E Mosè si ritirò nell'accampamento, insieme con gli anziani
d'Israele.
Le quaglie e il flagello
Un vento si levò, per ordine del SIGNORE, e portò delle quaglie dalla parte
del mare e le fece cadere presso l'accampamento sulla distesa di circa una
giornata di cammino da un lato e una giornata di cammino dall'altro intorno
all'accampamento, e a un'altezza di circa due cubiti sulla superficie del
suolo. Il popolo si alzò e tutto quel giorno e tutta la notte e tutto il
giorno seguente raccolse le quaglie. Chi ne raccolse meno ne ebbe dieci
omer; le distesero tutto intorno all'accampamento. Avevano ancora la carne
tra i denti e non l'avevano neppure masticata, quando l'ira del SIGNORE si
accese contro il popolo e il SIGNORE colpì il popolo con un gravissimo
flagello. A quel luogo fu dato il nome di Chibrot-Attaava, perché vi
seppellirono la gente che si era lasciata prendere dalla concupiscenza.
Da Chibrot-Attaava il popolo partì per Aserot, e a Aserot si fermò.
CAPITOLO 12
Mormorii di Maria e d'Aaronne. Maria colpita di lebbra
De 24:9; 2Cr 26:16-21 (De 34:10-12; Eb 3:1-6) 2Ti 2:24
Maria e Aaronne parlarono contro Mosè a causa della moglie cusita che aveva
presa; poiché aveva sposato una Cusita. E dissero: «Il SIGNORE ha parlato
soltanto per mezzo di Mosè? Non ha parlato anche per mezzo nostro?» E il
SIGNORE lo udì. Or Mosè era un uomo molto umile, più di ogni altro uomo
sulla faccia della terra.
Il SIGNORE disse a un tratto a Mosè, ad Aaronne e a Maria: «Uscite voi tre,
e andate alla tenda di convegno». Uscirono tutti e tre. Il SIGNORE scese in
una colonna di nuvola, si fermò all'ingresso della tenda, chiamò Aaronne e
Maria; tutti e due si fecero avanti. Il SIGNORE disse: «Ascoltate ora le mie
parole; se vi è tra di voi qualche profeta, io, il SIGNORE, mi faccio
conoscere a lui in visione, parlo con lui in sogno. Non così con il mio
servo Mosè, che è fedele in tutta la mia casa. Con lui io parlo a tu per tu,
con chiarezza, e non per via di enigmi; egli vede la sembianza del SIGNORE.
Perché dunque non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mosè?»
L'ira del SIGNORE si accese contro di loro, ed egli se ne andò, e la nuvola
si ritirò di sopra alla tenda; ed ecco Maria era lebbrosa, bianca come neve;
Aaronne guardò Maria, e vide che era lebbrosa. Aaronne disse a Mosè: «Ti
prego, mio signore, non farci portare la pena di un peccato che abbiamo
stoltamente commesso, e di cui siamo colpevoli. Ti prego, che lei non sia
come il bimbo nato morto, la cui carne è già mezzo consumata quando esce dal
seno materno!» Mosè gridò al SIGNORE, dicendo: «Guariscila, o Dio, te ne
prego!» Il SIGNORE rispose a Mosè: «Se suo padre le avesse sputato in viso,
non ne porterebbe la vergogna per sette giorni? Stia dunque isolata fuori
dell'accampamento sette giorni; poi, vi sarà di nuovo ammessa». Maria dunque
fu isolata fuori dell'accampamento sette giorni; e il popolo non si mise in
cammino finché Maria non fu riammessa nell'accampamento.
Poi il popolo partì da Aserot e si accampò nel deserto di Paran.
CAPITOLO 13
I dodici esploratori mandati in Canaan
De 1:19-28 (2Co 2:17)
Il SIGNORE disse a Mosè: «Manda degli uomini a esplorare il paese di Canaan
che io do ai figli d'Israele. Mandate un uomo per ogni tribù dei loro padri;
siano tutti loro capi». E Mosè li mandò dal deserto di Paran, secondo
l'ordine del SIGNORE; quegli uomini erano tutti capi dei figli d'Israele.
Questi erano i loro nomi:
Per la tribù di Ruben: Sammua, figlio di Zaccur;
per la tribù di Simeone: Safat, figlio di Cori;
per la tribù di Giuda: Caleb, figlio di Gefunne;
per la tribù d'Issacar: Igal, figlio di Giuseppe;
per la tribù di Efraim: Osea, figlio di Nun;
per la tribù di Beniamino: Palti, figlio di Rafu;
per la tribù di Zabulon: Gaddiel, figlio di Sodi;
per la tribù di Giuseppe, cioè, per la tribù di Manasse: Gaddi, figlio di
Susi;
per la tribù di Dan: Ammiel, figlio di Ghemalli;
per la tribù di Ascer: Setur, figlio di Micael;
per la tribù di Neftali: Nabi, figlio di Vofsi;
per la tribù di Gad: Gheual, figlio di Machi.
Questi sono i nomi degli uomini che Mosè mandò a esplorare il paese. E Mosè
diede a Osea, figlio di Nun, il nome di Giosuè.
Mosè dunque li mandò a esplorare il paese di Canaan, e disse loro: «Andate
su di qua per il mezzogiorno; poi salirete sui monti e vedrete che paese è,
che popolo lo abita, se è forte o debole, se è poco o molto numeroso; come è
il paese che abita, se è buono o cattivo, e come sono le città dove abita,
se sono degli accampamenti o dei luoghi fortificati; e come è il terreno, se
è grasso o magro, se vi sono alberi o no. Abbiate coraggio e portate dei
frutti del paese. Era il tempo in cui cominciava a maturare l'uva.
Quelli dunque salirono a esplorare il paese dal deserto di Sin fino a Reob,
sulla via di Amat. Salirono per il mezzogiorno e andarono fino a Ebron, dove
erano Aiman, Sesai e Talmai, figli di Anac. Ebron era stata costruita sette
anni prima di Soan in Egitto. Giunsero fino alla valle d'Escol, dove
tagliarono un tralcio con un grappolo d'uva, che portarono in due con una
stanga, e presero anche delle melagrane e dei fichi. Quel luogo fu chiamato
valle d'Escol a causa del grappolo d'uva che i figli d'Israele vi
tagliarono.
Dopo quaranta giorni tornarono dall'esplorazione del paese e andarono a
trovare Mosè e Aaronne e tutta la comunità dei figli d'Israele nel deserto
di Paran, a Cades: riferirono ogni cosa a loro e a tutta la comunità e
mostrarono loro i frutti del paese.
Fecero il loro racconto, e dissero: «Noi arrivammo nel paese dove tu ci
mandasti, ed è davvero un paese dove scorre il latte e il miele, ed ecco
alcuni suoi frutti. Però, il popolo che abita il paese è potente, le città
sono fortificate e grandissime, e vi abbiamo anche visto dei figli di Anac.
Gli Amalechiti abitano la parte meridionale del paese; gli Ittiti, i Gebusei
e gli Amorei, la regione montuosa; e i Cananei abitano presso il mare e
lungo il Giordano».
Caleb calmò il popolo che mormorava contro Mosè, e disse: «Saliamo pure e
conquistiamo il paese, perché possiamo riuscirci benissimo». Ma gli uomini
che vi erano andati con lui, dissero: «Noi non siamo capaci di salire contro
questo popolo, perché è più forte di noi». E screditarono presso i figli
d'Israele il paese che avevano esplorato, dicendo: «Il paese che abbiamo
attraversato per esplorarlo è un paese che divora i suoi abitanti; tutta la
gente che vi abbiamo vista, è gente di alta statura; e vi abbiamo visto i
giganti, figli di Anac, della razza dei giganti. Di fronte a loro ci pareva
di essere cavallette; e tali sembravamo a loro».
CAPITOLO 14
Incredulità e rivolta d'Israele
I quarant'anni nel deserto
(Nu 13:27-33; De 1:25-40) Es 32:9-14 (Nu 32:7-13; 26:63-65; Gs 14:6-14) Sl
106:24-26; 99:8 (Eb 3:17-19; Gd 5)
Allora tutta la comunità gridò di sgomento e alzò la voce; e il popolo
pianse tutta quella notte. Tutti i figli d'Israele mormorarono contro Mosè e
contro Aaronne, e tutta la comunità disse loro: «Fossimo pur morti nel paese
d'Egitto! O fossimo pur morti in questo deserto! Perché il SIGNORE ci
conduce in quel paese dove cadremo per la spada? Là le nostre mogli e i
nostri bambini diventeranno preda del nemico. Non sarebbe meglio per noi
tornare in Egitto?» E si dissero l'un l'altro: «Nominiamoci un capo,
torniamo in Egitto!»
Allora Mosè e Aaronne si prostrarono a terra davanti a tutta la comunità
riunita dei figli d'Israele. E Giosuè, figlio di Nun, e Caleb, figlio di
Gefunne, che erano tra quelli che avevano esplorato il paese, si
stracciarono le vesti e parlarono così a tutta la comunità dei figli
d'Israele: «Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese
buono, molto buono. Se il SIGNORE ci è favorevole, ci farà entrare in quel
paese e ce lo darà: è un paese dove scorre il latte e il miele. Soltanto,
non vi ribellate al SIGNORE e non abbiate paura del popolo di quel paese,
poiché ne faremo nostro pascolo; l'ombra che li proteggeva si è ritirata, e
il SIGNORE è con noi; non li temete».
Allora tutta la comunità parlò di lapidarli; ma la gloria del SIGNORE
apparve sulla tenda di convegno a tutti i figli d'Israele, e il SIGNORE
disse a Mosè: «Fino a quando mi disprezzerà questo popolo? Fino a quando non
avranno fede in me dopo tutti i miracoli che ho fatti in mezzo a loro? Io lo
colpirò con la peste e lo distruggerò, ma farò di te una nazione più grande
e più potente di esso».
E Mosè disse al SIGNORE: «Ma lo verranno a sapere gli abitanti dell'Egitto,
da cui tu hai fatto uscire questo popolo per la tua potenza, e la cosa sarà
risaputa dagli abitanti di questo paese. Essi hanno udito che tu, o SIGNORE,
sei in mezzo a questo popolo e gli appari faccia a faccia, che la tua nuvola
si ferma sopra di loro e che cammini davanti a loro di giorno in una colonna
di nuvola, e di notte in una colonna di fuoco. Ora, se fai perire questo
popolo come un sol uomo, le nazioni che hanno udito la tua fama, diranno:
"Il SIGNORE non è stato capace di far entrare questo popolo nel paese che
aveva giurato di dargli, perciò li ha scannati nel deserto". Ora si mostri,
ti prego, la potenza del SIGNORE nella sua grandezza, come tu hai promesso
dicendo: "Il SIGNORE è lento all'ira e grande in bontà; egli perdona
l'iniquità e il peccato, ma non lascia impunito il colpevole e punisce
l'iniquità dei padri sui figli, fino alla terza e alla quarta generazione".
Perdona, ti prego, l'iniquità di questo popolo, secondo la grandezza della
tua bontà, come hai perdonato a questo popolo dall'Egitto fin qui».
Il SIGNORE disse: «Io perdono, come tu hai chiesto. Però, come è vero che io
vivo, tutta la terra sarà piena della gloria del SIGNORE. Tutti gli uomini
che hanno visto la mia gloria e i miracoli che ho fatto in Egitto e nel
deserto, quelli che mi hanno tentato già dieci volte e non hanno ubbidito
alla mia voce, certo non vedranno il paese che promisi con giuramento ai
loro padri. Nessuno di quelli che mi hanno disprezzato lo vedrà; ma il mio
servo Caleb è stato animato da un altro spirito e mi ha seguito appieno;
perciò io lo farò entrare nel paese nel quale è andato; e la sua discendenza
lo possederà. Gli Amalechiti e i Cananei abitano nella valle; voi domani
tornate indietro, incamminatevi verso il deserto, in direzione del mar
Rosso».
Il SIGNORE parlò ancora a Mosè e ad Aaronne, e disse: «Fino a quando
sopporterò questa malvagia comunità che mormora contro di me? Io ho udito i
mormorii che i figli d'Israele fanno contro di me. Di' loro: "Com'è vero che
io vivo, dice il SIGNORE, io vi farò quello che ho sentito dire da voi. I
vostri cadaveri cadranno in questo deserto; e voi tutti, quanti siete, di
cui si è fatto il censimento, dall'età di vent'anni in su, e che avete
mormorato contro di me, non entrerete di certo nel paese nel quale giurai di
farvi abitare; salvo Caleb, figlio di Gefunne, e Giosuè, figlio di Nun. I
vostri bambini, di cui avete detto che sarebbero preda dei nemici, quelli
farò entrare; ed essi conosceranno il paese che voi avete disprezzato. Ma
quanto a voi, i vostri cadaveri cadranno in questo deserto. I vostri figli
andranno pascendo le greggi nel deserto per quarant'anni e porteranno la
pena delle vostre infedeltà, finché i vostri cadaveri non siano consumati
nel deserto. Come avete messo quaranta giorni a esplorare il paese,
porterete la pena delle vostre iniquità per quarant'anni, un anno per ogni
giorno, e saprete che cosa sia cadere in disgrazia presso di me". Io, il
SIGNORE, ho parlato: certo, così farò a tutta questa comunità malvagia, la
quale si è riunita contro di me; in questo deserto saranno consumati e vi
moriranno».
Gli uomini che Mosè aveva mandato a esplorare il paese e che, tornati
screditando il paese, avevano fatto mormorare tutta la comunità contro di
lui, quegli uomini, dico, che avevano screditato il paese, morirono colpiti
da una piaga, davanti al SIGNORE. Ma Giosuè, figlio di Nun, e Caleb, figlio
di Gefunne, rimasero vivi tra quelli che erano andati a esplorare il paese.
De 1:40-46; Gv 15:5
Mosè riferì quelle parole a tutti i figli d'Israele; e il popolo ne fece
grande cordoglio. La mattina si alzarono di buon'ora e salirono sulla cima
del monte, e dissero: «Eccoci qua; noi saliremo al luogo di cui ha parlato
il SIGNORE, poiché abbiamo peccato». Ma Mosè disse: «Perché trasgredite
l'ordine del SIGNORE? La cosa non vi riuscirà bene. Non salite, perché il
SIGNORE non è in mezzo a voi. Non fatevi sconfiggere dai vostri nemici!
Poiché là, di fronte a voi, stanno gli Amalechiti e i Cananei, e voi cadrete
per la spada; poiché vi siete sviati dal SIGNORE, il SIGNORE non sarà con
voi». Nondimeno, si ostinarono a salire sulla cima del monte; ma l'arca del
patto del SIGNORE e Mosè non si mossero dall'accampamento. Allora gli
Amalechiti e i Cananei che abitavano su quel monte scesero giù, li
sconfissero, e li fecero a pezzi fino a Corma.
CAPITOLO 15
Norme relative ai sacrifici
Nu 28:3-14
Poi il SIGNORE disse a Mosè: «Parla ai figli d'Israele e di' loro:
"Quando sarete entrati nel paese che dovrete abitare e che io vi do, e
offrirete al SIGNORE un sacrificio consumato dal fuoco, olocausto o
sacrificio, per adempimento d'un voto o come offerta volontaria o nelle
vostre feste solenni, per fare un profumo soave al SIGNORE con il vostro
bestiame grosso o minuto, colui che presenterà la sua offerta al SIGNORE,
offrirà come oblazione un decimo d'efa di fior di farina intrisa con un
quarto di hin d'olio. Farai una libazione di un quarto di hin di vino con
l'olocausto o il sacrificio, per ogni agnello. Se è per un montone, offrirai
come oblazione due decimi di efa di fior di farina intrisa con un terzo di
hin d'olio, e farai una libazione di un terzo di hin di vino come offerta di
profumo soave al SIGNORE. Se offri un toro come olocausto o come sacrificio,
per adempimento di un voto o come sacrificio di riconoscenza al SIGNORE, si
offriranno con il toro, come oblazione, tre decimi di efa di fior di farina
intrisa con mezzo hin d'olio, e farai una libazione di un mezzo hin di vino:
è un sacrificio consumato dal fuoco, di profumo soave per il SIGNORE. Così
si farà per ogni bue, per ogni montone, per ogni agnello o capretto.
Qualunque sia il numero degli animali che sacrificherete, farete così per
ciascuna vittima. Tutti quelli che sono nativi del paese faranno le cose
così, quando offriranno un sacrificio consumato dal fuoco, di profumo soave
per il SIGNORE. E se uno straniero che soggiorna da voi, o chiunque abiti in
mezzo a voi nel futuro, offre un sacrificio consumato dal fuoco, di profumo
soave per il SIGNORE, farà come fate voi. Vi sarà una sola legge per tutta
la comunità, per voi e per lo straniero che soggiorna in mezzo a voi; sarà
una legge perenne, di generazione in generazione; come siete voi, così sarà
lo straniero davanti al SIGNORE. Ci sarà una stessa legge e uno stesso
diritto per voi e per lo straniero che soggiorna da voi"».
Le 23:15-20; De 26:1-11
Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Parla ai figli d'Israele e di' loro:
"Quando sarete arrivati nel paese dove io vi conduco e mangerete del pane di
quel paese, ne preleverete un'offerta da presentare al SIGNORE. Delle
primizie della vostra pasta metterete da parte una focaccia come offerta; la
metterete da parte, come si mette da parte l'offerta dell'aia. Delle
primizie della vostra pasta darete al SIGNORE una parte come offerta. Lo
farete di generazione in generazione.
Le 4; Sl 19:13-14; 1Gv 5:16-17
Quando avrete peccato per errore e non avrete osservato tutti questi
comandamenti che il SIGNORE ha dati a Mosè, - tutto quello che il SIGNORE vi
ha comandato per mezzo di Mosè, dal giorno che il SIGNORE vi ha dato dei
comandamenti e in seguito, nelle vostre successive generazioni, - se il
peccato è stato commesso per errore, senza che la comunità se ne accorgesse,
tutta la comunità offrirà un toro come olocausto di profumo soave per il
SIGNORE, con la sua oblazione e la sua libazione secondo le norme stabilite,
e un capro come sacrificio per il peccato. Il sacerdote farà l'espiazione
per tutta la comunità dei figli d'Israele, e sarà loro perdonato, perché è
stato un peccato commesso per errore, ed essi hanno portato la loro offerta,
un sacrificio consumato dal fuoco per il SIGNORE, e il loro sacrificio per
il peccato davanti al SIGNORE, a causa del loro errore. Sarà perdonato a
tutta la comunità dei figli d'Israele e allo straniero che soggiorna in
mezzo a loro, perché tutto il popolo ha peccato per errore.
Se è una persona sola che pecca per errore, offra una capra di un anno come
sacrificio per il peccato. Il sacerdote farà l'espiazione davanti al SIGNORE
per la persona che avrà mancato commettendo un peccato per errore; quando
avrà fatto l'espiazione per essa, le sarà perdonato. Avrete un'unica legge
per colui che pecca per errore, sia che si tratti di un nativo del paese tra
i figli d'Israele o di uno straniero che soggiorna in mezzo a voi. Ma la
persona che agisce con proposito deliberato, sia nativo del paese o
straniero, oltraggia il SIGNORE; quella persona sarà tolta via dal mezzo del
suo popolo. Siccome ha disprezzato la parola del SIGNORE e ha violato il suo
comandamento, quella persona dovrà essere tolta via; porterà il peso della
sua iniquità"».
Il violatore del sabato punito di morte
Es 31:12-17; 35:1-3
Mentre i figli d'Israele erano nel deserto, trovarono un uomo che
raccoglieva legna in giorno di sabato. Quelli che lo avevano trovato a
raccoglier legna lo portarono da Mosè, da Aaronne e davanti a tutta la
comunità. Lo misero in prigione, perché non era ancora stato stabilito che
cosa gli si dovesse fare. Il SIGNORE disse a Mosè: «Quell'uomo deve essere
messo a morte; tutta la comunità lo lapiderà fuori del campo». Tutta la
comunità lo condusse fuori dal campo e lo lapidò; e quello morì, secondo
l'ordine che il SIGNORE aveva dato a Mosè.
Legge relativa alle nappe
De 6:6-9; Mt 23:5
Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Parla ai figli d'Israele e di' loro che si
facciano, di generazione in generazione, delle nappe agli angoli delle loro
vesti, e che mettano alla nappa di ogni angolo un cordone violetto. Questa
nappa vi ornerà la veste, e quando la guarderete, vi ricorderete di tutti i
comandamenti del SIGNORE per metterli in pratica; non andrete vagando dietro
ai desideri del vostro cuore e dei vostri occhi che vi trascinano
all'infedeltà. Così vi ricorderete di tutti i miei comandamenti, li
metterete in pratica e sarete santi per il vostro Dio. Io sono il SIGNORE,
il vostro Dio; vi ho fatti uscire dal paese d'Egitto per essere vostro Dio.
Io sono il SIGNORE, il vostro Dio».
CAPITOLO 16
Ribellione di Core, Datan, Abiram
(Nu 26:8-11; Sl 106:16-18) Pr 14:30; Eb 10:31
Or Core, figlio di Isar, figlio di Cheat, figlio di Levi, insieme con Datan
e Abiram, figli di Eliab, e On, figlio di Pelet, tutti e tre della tribù di
Ruben, insorsero contro Mosè con duecentocinquanta Israeliti autorevoli
nella comunità, membri del consiglio, uomini rinomati; e, radunatisi contro
Mosè e contro Aaronne, dissero loro: «Basta! Tutta la comunità, tutti, dal
primo all'ultimo, sono santi, e il SIGNORE è in mezzo a loro; perché dunque
vi mettete al di sopra dell'assemblea del SIGNORE?»
Quando Mosè ebbe udito questo, si prostrò con la faccia a terra; poi parlò a
Core e a tutta la gente che era con lui, e disse: «Domani mattina il SIGNORE
farà conoscere chi è suo e chi è santo, e se lo farà avvicinare; farà
avvicinare a sé colui che egli avrà scelto. Fate questo: prendete dei
turiboli, tu, Core, e tutta la gente che è con te; domani li riempirete di
fuoco e li coprirete d'incenso davanti al SIGNORE: colui che il SIGNORE
sceglierà, sarà santo. Basta, figli di Levi!» Mosè disse inoltre a Core:
«Ora ascoltate, o figli di Levi! Vi sembra poco che il Dio d'Israele vi
abbia scelti in mezzo alla comunità d'Israele e vi abbia fatto avvicinare a
sé per fare il servizio del tabernacolo del SIGNORE e per tenervi davanti
alla comunità per esercitare il vostro ministero per lei? Egli vi fa
avvicinare a sé, te e tutti i tuoi fratelli figli di Levi con te, e
pretendete anche il sacerdozio? Per questo tu e tutta la gente che è con te
avete fatto lega contro il SIGNORE! Poiché chi è Aaronne che vi mettete a
mormorare contro di lui?»
E Mosè mandò a chiamare Datan e Abiram, figli di Eliab; ma essi dissero:
«Noi non saliremo. Ti sembra poco l'averci fatto uscire da un paese dove
scorre il latte e il miele, per farci morire nel deserto? Vuoi elevarti su
di noi come un capo? E poi, non ci hai davvero condotti in un paese dove
scorra il latte e il miele e non ci hai dato possesso di campi né di vigne!
Credi forse di poter bendare gli occhi a questa gente? Noi non saliremo».
Allora Mosè si adirò molto e disse al SIGNORE: «Non gradire la loro
oblazione; io non ho preso da costoro neppure un asino, e non ho fatto torto
ad alcuno di loro».
Poi Mosè disse a Core: «Tu e tutta la tua gente trovatevi domani davanti al
SIGNORE: tu e loro con Aaronne; e ciascuno di voi prenda il suo turibolo, vi
metta dell'incenso, e porti ciascuno il suo turibolo davanti al SIGNORE:
saranno duecentocinquanta turiboli. Anche tu e Aaronne prenderete ciascuno
il vostro turibolo». Essi dunque presero ciascuno il proprio turibolo, vi
misero del fuoco, vi posero sopra dell'incenso, e si fermarono all'ingresso
della tenda di convegno; lo stesso fecero Mosè e Aaronne. E Core convocò
tutta la comunità contro Mosè e Aaronne all'ingresso della tenda di
convegno; e la gloria del SIGNORE apparve a tutta la comunità. Il SIGNORE
parlò a Mosè e ad Aaronne e disse: «Separatevi da questa gente e io li
consumerò in un attimo». Ma essi, si prostrarono con la faccia a terra e
dissero: «O Dio, Dio che dai la vita a ogni creatura! Un uomo solo ha
peccato, e vorresti adirarti contro tutta la comunità?» E il SIGNORE disse a
Mosè: «Parla alla comunità e dille: "Allontanatevi dalla dimora di Core, di
Datan e di Abiram"».
Mosè si alzò e andò da Datan e da Abiram; e gli anziani d'Israele lo
seguirono. Egli disse alla comunità: «Allontanatevi dalle tende di questi
uomini malvagi, e non toccate nulla di ciò che appartiene a loro, affinché
non periate a causa di tutti i loro peccati». Così quelli si allontanarono
dalla dimora di Core, di Datan e di Abiram. Datan e Abiram uscirono e si
fermarono all'ingresso delle loro tende con le loro mogli, i loro figli e i
loro bambini.
Mosè disse: «Da questo conoscerete che il SIGNORE mi ha mandato per fare
tutte queste cose, e che non le ho fatte di testa mia. Se questa gente muore
come muoiono tutti gli uomini, se la loro sorte è la sorte comune a tutti
gli uomini, il SIGNORE non mi ha mandato; ma se il SIGNORE fa una cosa
nuova, se la terra apre la sua bocca e li ingoia con tutto quello che
appartiene a loro e se essi scendono vivi nel soggiorno dei morti, allora
riconoscerete che questi uomini hanno disprezzato il SIGNORE».
Appena egli ebbe finito di pronunciare tutte queste parole, il suolo si
spaccò sotto i piedi di quelli, la terra spalancò la sua bocca e li ingoiò:
essi e le loro famiglie, con tutta la gente che apparteneva a Core e tutta
la loro roba. Scesero vivi nel soggiorno dei morti; la terra si richiuse su
di loro, ed essi scomparvero dal mezzo dell'assemblea. Tutto Israele che era
intorno a loro fuggì alle loro grida; perché dicevano: «Che la terra non
ingoi anche noi!» Un fuoco uscì dalla presenza del SIGNORE e divorò i
duecentocinquanta uomini che offrivano l'incenso.
Poi il SIGNORE disse a Mosè: «Di' a Eleazar, figlio del sacerdote Aaronne,
di tirar fuori i turiboli dall'incendio e di disperdere qua e là il fuoco,
perché quelli sono sacri; e dei turiboli di quegli uomini che hanno peccato
al prezzo della loro vita si facciano tante lamine battute per rivestirne
l'altare, poiché sono stati presentati davanti al SIGNORE e quindi sono
sacri; serviranno di segno ai figli d'Israele». Il sacerdote Eleazar prese i
turiboli di rame presentati dagli uomini che erano stati bruciati, ne fece
delle lamine per rivestirne l'altare, e ricordare ai figli d'Israele che
nessun estraneo ai discendenti di Aaronne deve accostarsi per ardere incenso
davanti al SIGNORE, affinché non gli capiti la sorte di Core e di quelli che
erano con lui. Eleazar fece come il SIGNORE gli aveva detto per mezzo di
Mosè.
1Co 10:10-12
Il giorno seguente, tutta la comunità dei figli d'Israele mormorò contro
Mosè e Aaronne e disse: «Voi avete fatto morire il popolo del SIGNORE». E
avvenne che, mentre la comunità si radunava contro Mosè e Aaronne, i figli
d'Israele si volsero verso la tenda di convegno; ed ecco che la nuvola la
ricoprì e apparve la gloria del SIGNORE. Mosè e Aaronne vennero davanti alla
tenda di convegno. Il SIGNORE disse a Mosè: «Allontanatevi da questa
comunità e io li consumerò in un attimo». Ed essi si prostrarono con la
faccia a terra. Mosè disse ad Aaronne: «Prendi il turibolo, riempilo di
fuoco preso dall'altare, mettici sopra dell'incenso e portalo presto in
mezzo alla comunità e fa' l'espiazione per loro; poiché l'ira del SIGNORE è
scoppiata, il flagello è già cominciato». Aaronne prese il turibolo, come
Mosè aveva detto, corse in mezzo all'assemblea, ed ecco che il flagello era
già cominciato fra il popolo. Aaronne mise l'incenso nel turibolo e fece
l'espiazione per il popolo. Si fermò tra i morti e i vivi e il flagello
cessò. I morti a causa del flagello furono quattordicimilasettecento, oltre
a quelli che morirono per il fatto di Core. Aaronne tornò da Mosè
all'ingresso della tenda di convegno e il flagello era cessato.
(Nu 16:1-40; 18:1-7) Eb 5:4; Sl 118:22-23
Poi il SIGNORE disse a Mosè: «Parla ai figli d'Israele e fatti dare delle
verghe, una per ogni casa patriarcale; una verga per ogni capo di casa
patriarcale, cioè dodici verghe. Scriverai il nome di ognuno sulla sua
verga; e scriverai il nome di Aaronne sulla verga di Levi, poiché ci sarà
una verga per il capo di ogni casa patriarcale. Metterai quelle verghe nella
tenda di convegno, davanti alla testimonianza, dove io mi ritrovo con voi. E
avverrà che l'uomo che io avrò scelto sarà quello la cui verga fiorirà; così
farò cessare davanti a me i mormorii che i figli d'Israele fanno contro di
voi».
Mosè parlò ai figli d'Israele, e tutti i loro capi gli diedero una verga,
una per ogni capo, secondo le loro case patriarcali: cioè, dodici verghe; e
la verga di Aaronne era in mezzo alle loro verghe. Mosè mise quelle verghe
davanti al SIGNORE nella tenda della testimonianza. L'indomani, quando Mosè
entrò nella tenda della testimonianza, ecco che la verga di Aaronne, per la
casa di Levi, era fiorita, aveva prodotto delle gemme, fatto sbocciare dei
fiori e maturato delle mandorle. Allora Mosè tolse tutte le verghe dalla
presenza del SIGNORE e le portò a tutti i figli d'Israele; ed essi le videro
e presero ciascuno la sua verga.
Il SIGNORE disse a Mosè: «Riporta la verga di Aaronne davanti alla
testimonianza, perché sia conservata come un segno ai ribelli; e tu ponga
fine ai loro mormorii contro di me, ed essi non muoiano». Mosè fece così;
fece come il SIGNORE gli aveva comandato.
I figli d'Israele dissero a Mosè: «Ecco, periamo! Siamo perduti! Siamo tutti
perduti! Chiunque si accosta al tabernacolo del SIGNORE muore; dovremo
morire tutti quanti?»
CAPITOLO 18
Funzioni ed entrate dei sacerdoti e dei Leviti
(Nu 3; 1Cr 23:13, 24-32; Nu 8:14-19) Sl 65:5
Il SIGNORE disse ad Aaronne: «Tu, i tuoi figli e la casa di tuo padre con te
porterete il peso delle iniquità commesse nel santuario; e tu e i tuoi figli
porterete il peso delle iniquità commesse nell'esercizio del vostro
sacerdozio. Farai avvicinare a te anche i tuoi fratelli, la tribù di Levi,
la tribù di tuo padre, affinché ti siano aggiunti e ti servano quando tu e i
tuoi figli con te sarete davanti alla tenda della testimonianza. Essi
saranno ai tuoi ordini in tutto quello che concerne il servizio della tenda;
però non si accosteranno agli utensili del santuario né all'altare affinché
non moriate voi e loro. Essi dipenderanno da te e faranno il servizio della
tenda di convegno in tutto ciò che la concerne, e nessun estraneo si
avvicinerà a voi. Voi farete il servizio del santuario e dell'altare,
affinché non vi sia più ira contro i figli d'Israele. Quanto a me, ecco, io
ho preso i vostri fratelli, i Leviti, tra i figli d'Israele; dati al
SIGNORE, essi sono dati in dono a voi per fare il servizio della tenda di
convegno. Tu e i tuoi figli con te eserciterete il vostro sacerdozio in
tutto ciò che concerne l'altare e in ciò che è di là dalla cortina; e farete
il vostro servizio. Io vi do l'esercizio del sacerdozio come un dono;
l'estraneo che si avvicinerà sarà messo a morte».
(Le 7:7-14, 29-36; Ez 44:29-30) 1Co 9:13
Il SIGNORE disse ancora ad Aaronne: «Ecco, di tutte le cose consacrate dai
figli d'Israele io ti do quelle cose che mi sono offerte per elevazione: io
le do a te e ai tuoi figli come diritto di unzione, per legge perenne.
Questo ti apparterrà fra le cose santissime non consumate dal fuoco: tutte
le loro offerte, vale a dire ogni oblazione, ogni loro sacrificio per il
peccato e ogni loro sacrificio per la colpa che mi presenteranno; sono tutte
cose santissime che apparterranno a te e ai tuoi figli. Le mangerai in luogo
santissimo: ne mangerà ogni maschio; per te saranno cose sante. Anche questo
ti apparterrà: i doni che i figli d'Israele presenteranno per elevazione e
tutte le loro offerte agitate; io le do a te, ai tuoi figli e alle tue
figlie con te, per legge perenne. Chiunque sarà puro in casa tua ne potrà
mangiare. Ti do pure tutte le primizie che essi offriranno al SIGNORE: il
meglio dell'olio e il meglio del mosto e del grano. Le primizie di tutto ciò
che produrrà la loro terra e che essi presenteranno al SIGNORE saranno tue.
Chiunque sarà puro in casa tua ne potrà mangiare. Tutto ciò che in Israele
sarà votato all'interdetto sarà tuo. Ogni primogenito di ogni carne che essi
offriranno al SIGNORE, così degli uomini come degli animali, sarà tuo; però,
farai riscattare il primogenito dell'uomo e farai riscattare il primogenito
di un animale impuro. Quanto al riscatto, li farai riscattare dall'età di un
mese, secondo la tua stima, per cinque sicli d'argento, a siclo di
santuario, che è di venti ghere. Ma non farai riscattare il primogenito
della vacca né il primogenito della pecora né il primogenito della capra;
sono cosa sacra; spargerai il loro sangue sull'altare, e brucerai il loro
grasso come sacrificio consumato dal fuoco, di profumo soave per il SIGNORE.
La loro carne sarà tua; sarà tua come il petto dell'offerta agitata e come
la coscia destra. Io do a te, ai tuoi figli e alle tue figlie con te, per
legge perenne, tutte le offerte delle cose sante che i figli d'Israele
presenteranno al SIGNORE per elevazione. È un patto inalterabile, perenne,
davanti al SIGNORE, per te e per la tua discendenza con te».
(Ez 44:28; Le 27:30-33; Ne 10:37; Ml 3:8-10)
Il SIGNORE disse ancora ad Aaronne: «Tu non avrai nessuna proprietà nel
paese dei figli d'Israele e non ci sarà parte per te in mezzo a loro; io
sono la tua parte e la tua eredità in mezzo a loro. Ai figli di Levi io do
come proprietà tutte le decime in Israele in cambio del servizio che fanno
nella tenda di convegno. I figli d'Israele non si avvicineranno più alla
tenda di convegno, per non caricarsi di un peccato che li farebbe morire. Ma
il servizio della tenda di convegno lo faranno soltanto i Leviti; ed essi
porteranno il peso delle proprie iniquità; sarà una legge perenne, di
generazione in generazione; e non possederanno nulla tra i figli d'Israele;
Poiché io do come proprietà ai Leviti le decime che i figli d'Israele
presenteranno al SIGNORE come offerta elevata; per questo dico di loro: "Non
possederanno nulla tra i figli d'Israele"».
Ne 10:38; 1Ti 5:17-18
Il SIGNORE disse a Mosè: «Parlerai inoltre ai Leviti e dirai loro: "Quando
riceverete dai figli d'Israele le decime che io vi do per conto loro come
vostre proprietà, metterete da parte un'offerta da fare al SIGNORE: una
decima della decima; e l'offerta che avrete prelevata vi sarà contata come
il grano che viene dall'aia e come il mosto che esce dal torchio. Così anche
voi metterete da parte un'offerta per il SIGNORE da tutte le decime che
riceverete dai figli d'Israele e darete al sacerdote Aaronne l'offerta che
avrete messa da parte per il SIGNORE. Da tutte le cose che vi saranno date
metterete da parte tutte le offerte per il SIGNORE; di tutto ciò che vi sarà
di meglio metterete da parte quel tanto che è da consacrare". E dirai loro:
"Quando ne avrete messo da parte il meglio, quello che rimane sarà contato
ai Leviti come il prodotto dell'aia e come il prodotto del torchio. Lo
potrete mangiare in qualunque luogo, voi e le vostre famiglie, perché è il
compenso che riceverete in cambio del vostro servizio nella tenda di
convegno. Così non vi sarà attribuito nessun peccato, giacché ne avrete
messo da parte il meglio; e non profanerete le cose sante dei figli
d'Israele, e non morirete"».
CAPITOLO 19
La mucca rossa; l'acqua di purificazione
(Eb 13:11-12; 9:13-14; 10:22) Le 14:1-9; 15:31; Ez 36:25
Il SIGNORE disse ancora a Mosè e ad Aaronne:
«Ecco quanto prescrive la legge ordinata dal SIGNORE, che disse: Di' ai
figli d'Israele che portino una mucca rossa, senza macchia, senza difetti, e
che non abbia mai portato il giogo. La darete al sacerdote Eleazar, che la
condurrà fuori dal campo e la farà scannare in sua presenza. Il sacerdote
Eleazar prenderà con il dito un po' di sangue della mucca, e farà sette
aspersioni dal lato dell'ingresso della tenda di convegno; poiché si brucerà
la vacca sotto i suoi occhi; se ne brucerà la pelle, la carne e il sangue
con i suoi escrementi. Il sacerdote prenderà quindi del legno di cedro,
dell'issopo, della stoffa scarlatta, e getterà tutto in mezzo al fuoco che
consuma la mucca. Poi il sacerdote si laverà le vesti e il corpo nell'acqua;
dopo di che rientrerà nel campo e sarà impuro fino alla sera. Colui che avrà
bruciato la mucca si laverà le vesti e il corpo nell'acqua e sarà impuro
fino alla sera. Un uomo puro raccoglierà le ceneri della mucca e le
depositerà fuori del campo in un luogo puro, dove saranno conservate per la
comunità dei figli d'Israele come acqua di purificazione: è un sacrificio
per il peccato. Colui che avrà raccolto le ceneri della mucca si laverà le
vesti e sarà impuro fino alla sera.
Questa sarà una legge perenne per i figli d'Israele e per lo straniero che
soggiornerà da loro: chi avrà toccato il cadavere di una persona umana sarà
impuro sette giorni. Quando uno si sarà purificato con quell'acqua il terzo
e il settimo giorno, sarà puro; ma se non si purifica il terzo e il settimo
giorno, non sarà puro. Chiunque tocchi un morto, cioè il corpo di una
persona umana che sia morta, e non si purifica, contamina la dimora del
SIGNORE; e quel tale sarà tolto via da Israele. Siccome l'acqua di
purificazione non è stata spruzzata su di lui, egli è impuro; ha ancora
addosso la sua impurità.
Questa è la legge: quando un uomo sarà morto in una tenda, chiunque entrerà
nella tenda e chiunque sarà nella tenda sarà impuro per sette giorni. Ogni
vaso scoperto sul quale non sia un coperchio ben fermo, sarà impuro.
Chiunque, nei campi, avrà toccato un uomo ucciso da un'arma o morto per
cause naturali, o delle ossa umane, o un sepolcro, sarà impuro per sette
giorni. Per colui che sarà divenuto impuro si prenderà della cenere della
vittima arsa per il peccato, e vi si verserà su dell'acqua di fonte, in un
vaso; poi un uomo puro prenderà dell'issopo, lo intingerà nell'acqua e
spruzzerà la tenda, tutti gli utensili, tutte le persone presenti e colui
che ha toccato l'osso o l'ucciso o il morto o il sepolcro. L'uomo puro
spruzzerà l'impuro il terzo giorno e il settimo giorno, e lo purificherà il
settimo giorno; poi l'impuro si laverà le vesti, laverà sé stesso nell'acqua
e sarà puro la sera. Ma colui che, divenuto impuro, non si purificherà, sarà
tolto via dal mezzo dell'assemblea, perché ha contaminato il santuario del
SIGNORE; l'acqua della purificazione non è stata spruzzata su di lui; è
impuro. Sarà per loro una legge perenne: colui che avrà spruzzato l'acqua di
purificazione si laverà le vesti; e chi avrà toccato l'acqua di
purificazione sarà impuro fino alla sera. E tutto quello che l'impuro avrà
toccato sarà impuro; e la persona che avrà toccato lui sarà impura fino alla
sera».
CAPITOLO 20
Morte di Maria. Le acque di Meriba
Es 17:1-7 (Sl 106:32-33; De 32:48-52)(Gm 1:19-20; 3:13-18) Sl 99:8
Or tutta la comunità dei figli d'Israele arrivò al deserto di Sin il primo
mese, e il popolo si fermò a Cades. Là morì e fu sepolta Maria.
Non c'era acqua per la comunità; perciò ci fu un assembramento contro Mosè e
contro Aaronne. Il popolo si mise a contestare Mosè, e disse: «Fossimo pur
morti quando morirono i nostri fratelli davanti al SIGNORE! Perché avete
condotto l'assemblea del SIGNORE in questo deserto per morire qui noi e il
nostro bestiame? Perché ci avete fatti salire dall'Egitto per condurci in
questo luogo detestabile? Non è un luogo dove si possa seminare; non ci sono
fichi, né vigne, né melograni e non c'è acqua da bere».
Allora Mosè e Aaronne si allontanarono dall'assemblea per recarsi
all'ingresso della tenda di convegno; si prostrarono con la faccia a terra,
e la gloria del SIGNORE apparve loro.
Il SIGNORE disse a Mosè: «Prendi il bastone; tu e tuo fratello Aaronne
convocate la comunità e parlate a quella roccia, in loro presenza, ed essa
darà la sua acqua; tu farai sgorgare per loro acqua dalla roccia e darai da
bere alla comunità e al suo bestiame». Mosè dunque prese il bastone che era
davanti al SIGNORE, come il SIGNORE gli aveva comandato. Mosè e Aaronne
convocarono l'assemblea di fronte alla roccia, e Mosè disse loro: «Ora
ascoltate, o ribelli; faremo uscire per voi acqua da questa roccia?» E Mosè
alzò la mano, percosse la roccia con il suo bastone due volte, e ne uscì
acqua in abbondanza; e la comunità e il suo bestiame bevvero.
Poi il SIGNORE disse a Mosè e ad Aaronne: «Siccome non avete avuto fiducia
in me per dar gloria al mio santo nome agli occhi dei figli d'Israele, voi
non condurrete questa assemblea nel paese che io le do».
Queste sono le acque di Meriba dove i figli d'Israele contestarono il
SIGNORE, che si fece riconoscere come il Santo in mezzo a loro.
Il re di Edom rifiuta il transito a Israele
(Gc 11:16-18; De 2:1-8)(Ro 12:13; Eb 13:1-2)(Ge 25:30; Ad 10)
Poi Mosè mandò da Cades degli ambasciatori al re di Edom per dirgli: «Così
dice Israele tuo fratello: Tu conosci tutte le tribolazioni che abbiamo
avute: come i nostri padri scesero in Egitto e noi in Egitto abitammo per
lungo tempo e gli Egiziani maltrattarono noi e i nostri padri. Noi gridammo
al SIGNORE ed egli udì la nostra voce e mandò un angelo e ci fece uscire
dall'Egitto; ed eccoci ora a Cades, città situata all'estremo limite del tuo
territorio. Ti prego, lasciaci passare per il tuo paese, noi non passeremo
né per campi né per vigneti, e non berremo l'acqua dei pozzi; seguiremo la
strada principale senza deviare né a destra né a sinistra finché abbiamo
oltrepassato i tuoi confini». Ma Edom gli rispose: «Tu non passerai sul mio
territorio; altrimenti, marcerò contro di te con la spada». I figli
d'Israele dissero: «Noi saliremo per la strada maestra; e se noi e il nostro
bestiame berremo dell'acqua tua, te la pagheremo; lasciaci semplicemente
transitare a piedi». Ma quello rispose: «Non passerai!» E Edom mosse contro
Israele con molta gente e con mano potente. Così Edom rifiutò a Israele il
transito sul suo territorio; perciò Israele si allontanò da lui.
Tutta la comunità dei figli d'Israele partì da Cades e arrivò al monte Or.
Morte di Aaronne
Nu 33:37-39 (De 32:48-52; 34:1-8)
Il SIGNORE parlò a Mosè e ad Aaronne, al monte Or, ai confini del paese di
Edom, e disse: «Aaronne sta per ricongiungersi ai suoi padri, e non entrerà
nel paese che ho dato ai figli d'Israele, perché siete stati ribelli al mio
comandamento alle acque di Meriba. Prendi Aaronne ed Eleazar suo figlio e
falli salire sul monte Or. Spoglia Aaronne dei suoi paramenti e rivestine
Eleazar suo figlio; qui Aaronne morrà e si ricongiungerà ai suoi padri».
Mosè fece come il SIGNORE aveva ordinato; ed essi salirono sul monte Or,
sotto gli occhi di tutta la comunità. Mosè spogliò Aaronne dei suoi
paramenti e ne rivestì il figlio Eleazar; là morì Aaronne, sulla cima del
monte. Poi Mosè ed Eleazar scesero dal monte. Quando tutta la comunità vide
che Aaronne era morto, tutta la casa d'Israele lo pianse per trenta giorni.
(Nu 33:40; Gc 1:17) Is 49:24-26
Il re cananeo di Arad, che abitava nella regione meridionale, avendo udito
che Israele veniva per la via di Atarim, combattè contro Israele e fece
alcuni prigionieri. Allora Israele fece un voto al SIGNORE e disse: «Se tu
dai nelle mie mani questo popolo, le loro città saranno da me votate allo
sterminio». Il SIGNORE ascoltò la voce d'Israele e gli diede nelle mani i
Cananei; Israele votò allo sterminio i Cananei e le loro città e a quel
luogo fu messo il nome di Corma.
1Co 10:9; Gv 3:14-16 (2R 18:4) 2Co 5:20
Poi gli Israeliti partirono dal monte Or, andarono verso il mar Rosso per
fare il giro del paese di Edom; durante il viaggio il popolo si perse
d'animo. Il popolo parlò contro Dio e contro Mosè, e disse: «Perché ci avete
fatti salire fuori d'Egitto per farci morire in questo deserto? Poiché qui
non c'è né pane né acqua, e siamo nauseati di questo cibo tanto leggero».
Allora il SIGNORE mandò tra il popolo dei serpenti velenosi i quali
mordevano la gente, e gran numero d'Israeliti morirono. Il popolo venne da
Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il SIGNORE e
contro di te; prega il SIGNORE che allontani da noi questi serpenti». E Mosè
pregò per il popolo. Il SIGNORE disse a Mosè: «Fòrgiati un serpente velenoso
e mettilo sopra un'asta: chiunque sarà morso, se lo guarderà, resterà in
vita». Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra un'asta; e
avveniva che, quando un serpente mordeva qualcuno, se questi guardava il
serpente di rame, restava in vita.
Poi i figli d'Israele partirono e si accamparono a Obot;
e, dopo essere partiti da Obot, si accamparono a Iie-Abarim nel deserto che
è di fronte a Moab dal lato dove sorge il sole.
Di là partirono e si accamparono nella valle di Zered.
Poi partirono di là e si accamparono dall'altro lato dell'Arnon, che scorre
nel deserto, e nasce sul territorio degli Amorei; poiché l'Arnon è il
confine di Moab, tra Moab e gli Amorei. Per questo è detto nel libro delle
guerre del SIGNORE: «...Vaeb in Sufa e gli affluenti dell'Arnon e i letti
dei torrenti che scendono verso le dimore di Ar e si appoggiano alla
frontiera di Moab».
Di là andarono a Beer, che è il pozzo a proposito del quale il SIGNORE disse
a Mosè: «Raduna il popolo e io gli darò l'acqua». Fu in quell'occasione che
Israele cantò questo cantico:
«Scaturisci, o pozzo! Salutatelo con canti!
Pozzo che i capi hanno scavato,
che i nobili del popolo hanno aperto con lo scettro, con i loro bastoni!»
Poi dal deserto andarono a Mattana; da Mattana a Naaliel; da Naaliel a
Bamot, e da Bamot nella valle che è nella campagna di Moab, verso l'altura
del Pisga che domina il deserto.
Conquista dei due regni amorei
De 2:24-37; 3:1-20; Gs 24:8; Sl 136:17-22
Israele mandò ambasciatori a Sicon, re degli Amorei, per dirgli: «Lasciami
passare per il tuo paese; noi non ci svieremo per i campi né per le vigne,
non berremo l'acqua dei pozzi; seguiremo la strada pubblica finché abbiamo
oltrepassato i tuoi confini». Ma Sicon non permise a Israele di passare per
il suo territorio; anzi radunò tutta la sua gente e uscì fuori contro
Israele nel deserto; giunse a Iaas e affrontò Israele. Israele lo sconfisse
passandolo a fil di spada, e conquistò il suo paese dall'Arnon fino allo
Iabboc, fino ai confini degli Ammoniti, poiché la frontiera degli Ammoniti
era forte. Israele prese tutte queste città e abitò in tutte le città degli
Amorei: a Chesbon e in tutte le città del suo territorio; poiché Chesbon era
la città di Sicon, re degli Amorei, il quale aveva mosso guerra al
precedente re di Moab, e gli aveva tolto tutto il suo paese fino all'Arnon.
Per questo dicono i poeti:
«Venite a Chesbon!
La città di Sicon sia ricostruita e fortificata!
Poiché un fuoco è uscito da Chesbon, una fiamma dalla città di Sicon;
essa ha divorato Ar di Moab,
i dominatori delle alture dell'Arnon.
Guai a te, Moab!
Sei perduto, o popolo di Chemos!
Chemos ha fatto dei suoi figli tanti fuggiaschi e ha dato le sue figlie come
schiave a Sicon, re degli Amorei.
Noi abbiamo scagliato su di loro le nostre frecce;
Chesbon è distrutta fino a Dibon.
Abbiamo tutto devastato fino a Nofa,
il fuoco è giunto fino a Medeba».
Così Israele si stabilì nel paese degli Amorei. Poi Mosè mandò a esplorare
Iaezer, e gl'Israeliti presero le città del suo territorio e ne scacciarono
gli Amorei che vi si trovavano.
Mutata direzione, risalirono il paese in direzione di Basan; e Og, re di
Basan, uscì contro di loro con tutta la sua gente per dar loro battaglia a
Edrei. Ma il SIGNORE disse a Mosè: «Non lo temere, poiché io lo do nelle tue
mani: lui, tutta la gente e il suo paese; trattalo come hai trattato Sicon,
re degli Amorei che abitava a Chesbon». E gli Israeliti sconfissero lui, con
i suoi figli e con tutto il suo popolo, finché non ne rimase in vita neppure
uno; e si impadronirono del suo paese.
(De 23:3-4; Gs 24:9-10)
Poi i figli d'Israele partirono e si accamparono nelle pianure di Moab,
oltre il Giordano di Gerico.
Balac, figlio di Sippor, vide tutto quello che Israele aveva fatto agli
Amorei, e Moab ebbe grande paura di questo popolo, che era così numeroso;
Moab fu preso dall'angoscia a causa dei figli d'Israele. Perciò Moab disse
agli anziani di Madian: «Ora questa moltitudine divorerà tutto ciò che è
intorno a noi, come il bue divora l'erba dei campi». In quel tempo Balac,
figlio di Sippor era re di Moab. Egli mandò ambasciatori da Balaam, figlio
di Beor, a Petor, che sta sul fiume, suo paese d'origine, per chiamarlo e
dirgli: «Ecco, un popolo è uscito dall'Egitto; esso ricopre la faccia della
terra e si è stabilito di fronte a me; vieni dunque, te ne prego, e
maledicimi questo popolo, poiché è troppo potente per me; forse così
riusciremo a sconfiggerlo e potrò cacciarlo via dal paese; poiché so che chi
tu benedici è benedetto, e chi tu maledici è maledetto».
Gli anziani di Moab e gli anziani di Madian partirono portando in mano la
ricompensa per l'indovino; arrivati da Balaam, gli riferirono le parole di
Balac. Balaam disse loro: «Alloggiate qui stanotte; e vi darò la risposta
secondo quello che mi dirà il SIGNORE». E i prìncipi di Moab stettero da
Balaam.
Dio si avvicinò a Balaam e gli disse: «Chi sono questi uomini che stanno da
te?» Balaam rispose a Dio: «Balac, figlio di Sippor, re di Moab, mi ha
mandato a dire: "Ecco, il popolo che è uscito dall'Egitto ricopre la faccia
della terra; ora vieni a maledirmelo; forse riuscirò così a combatterlo e
potrò cacciarlo via"». Dio disse a Balaam: «Tu non andrai con loro; non
maledirai quel popolo perché è benedetto». Balaam si alzò, la mattina, e
disse ai prìncipi di Balac: «Andatevene al vostro paese, perché il SIGNORE
non mi ha dato il permesso di andare con voi». I prìncipi di Moab si
alzarono, tornarono da Balac e dissero: «Balaam ha rifiutato di venire con
noi».
(1Ti 6:9-10; 2P 2:15-16; Pr 28:18, 20) 1Gv 1:6; Lu 11:34-35
Allora Balac mandò di nuovo dei prìncipi, in maggior numero e più importanti
di quelli di prima. Questi arrivarono da Balaam e gli dissero: «Così dice
Balac, figlio di Sippor: "Che nulla t'impedisca di venire da me, poiché io
ti colmerò di onori e farò tutto ciò che mi dirai; vieni dunque, te ne
prego, e maledici questo popolo"». Ma Balaam rispose e disse ai servi di
Balac: «Anche se Balac mi desse la sua casa piena d'argento e d'oro, non
potrei trasgredire l'ordine del SIGNORE, del mio Dio, per fare cosa piccola
o grande che sia. Nondimeno, trattenetevi qui, anche voi, stanotte, affinché
io sappia ciò che il SIGNORE mi dirà ancora». Durante la notte Dio venne da
Balaam e gli disse: «Se quegli uomini sono venuti a chiamarti, àlzati e va'
con loro; soltanto, farai ciò che io ti dirò». Balaam quindi si alzò la
mattina, sellò la sua asina e andò con i prìncipi di Moab.
Ma l'ira di Dio si accese perché egli era andato; e l'angelo del SIGNORE si
mise sulla strada per ostacolarlo. Balaam cavalcava la sua asina e aveva con
sé due servi. L'asina vide l'angelo del SIGNORE che stava sulla strada con
la spada sguainata in mano, svoltò e prese la via dei campi. Balaam percosse
l'asina per rimetterla sulla strada. Allora l'angelo del SIGNORE si fermò in
un sentiero incavato che passava tra le vigne e aveva un muro di qua e un
muro di là. L'asina vide l'angelo del SIGNORE; si strinse al muro e
schiacciò il piede di Balaam contro il muro; e Balaam la percosse di nuovo.
L'angelo del SIGNORE passò di nuovo oltre, e si fermò in un luogo stretto
dove non c'era modo di voltarsi né a destra né a sinistra. L'asina vide
l'angelo del SIGNORE e si sdraiò sotto Balaam; l'ira di Balaam si accese ed
egli percosse l'asina con un bastone.
Allora il SIGNORE aprì la bocca dell'asina, che disse a Balaam: «Che cosa ti
ho fatto perché tu mi percuota già per la terza volta?» Balaam rispose
all'asina: «Perché ti sei fatta beffe di me. Ah, se avessi una spada in
mano, ti ammazzerei all'istante!» L'asina disse a Balaam: «Non sono forse la
tua asina che hai sempre cavalcato fino ad oggi? Sono forse solita farti
così?» Ed egli rispose: «No».
Allora il SIGNORE aprì gli occhi a Balaam ed egli vide l'angelo del SIGNORE
che stava sulla strada, con la sua spada sguainata. Balaam s'inchinò e si
prostrò con la faccia a terra. L'angelo del SIGNORE gli disse: «Perché hai
percosso già tre volte la tua asina? Ecco, io sono uscito per fermarti,
perché la via che percorri è contraria al mio volere. L'asina mi ha visto e
per tre volte ha deviato davanti a me. Se non avesse deviato davanti a me,
io ti avrei ucciso all'istante, ma lei l'avrei lasciata in vita!» Allora
Balaam disse all'angelo del SIGNORE: «Io ho peccato perché non sapevo che tu
ti fossi messo contro di me sulla strada; e ora, se questo ti dispiace, io
me ne ritornerò». L'angelo del SIGNORE disse a Balaam: «Va' pure con quegli
uomini; ma dirai soltanto quello che io ti dirò». E Balaam andò con i
prìncipi di Balac.
Nu 24:10-13
Quando Balac udì che Balaam arrivava, gli andò incontro fino alla città di
Moab che è sul confine segnato dall'Arnon, nel punto più lontano. Balac
disse a Balaam: «Non ti ho forse fatto chiamare con insistenza? Perché non
sei venuto da me? Non sono proprio in grado di farti onore?» Balaam rispose
a Balac: «Ecco, sono venuto da te; ma potrei forse dire qualsiasi cosa? La
parola che Dio mi metterà in bocca, quella dirò».
Balaam andò con Balac e giunsero a Chiriat-Usot. Balac sacrificò buoi e
pecore e mandò parte della carne a Balaam e ai prìncipi che erano con lui.
La mattina Balac prese Balaam e lo fece salire a Bamot-Baal, da dove Balaam
vide l'estremità del campo d'Israele.
CAPITOLO 23
Benedizioni pronunziate da Balaam
De 23:3-5 (De 32:8-9; Sl 147:19-20) Ge 50:20; Gd 11
Balaam disse a Balac: «Costruiscimi qui sette altari e preparami qui sette
tori e sette montoni». Balac fece come Balaam aveva detto, e Balac e Balaam
offrirono un toro e un montone su ciascun altare. E Balaam disse a Balac:
«Sta' vicino al tuo olocausto e io mi allontanerò; forse il SIGNORE mi verrà
incontro; e io riferirò quello che mi avrà fatto vedere»; e andò sopra una
nuda altura.
Dio venne incontro a Balaam, e Balaam gli disse: «Io ho preparato i sette
altari e ho offerto un toro e un montone su ciascun altare». Allora il
SIGNORE mise delle parole in bocca a Balaam e gli disse: «Torna da Balac e
parla così».
Balaam tornò da Balac, ed ecco che questi stava vicino al suo olocausto con
tutti i prìncipi di Moab.
Allora Balaam pronunziò il suo oracolo:
«Balac mi ha fatto venire da Aram,
il re di Moab mi ha chiamato dalle montagne d'Oriente.
Vieni, disse, maledici Giacobbe per me!
Vieni, impreca contro Israele!
Come farò a maledirlo se Dio non l'ha maledetto?
Come farò a imprecare se il SIGNORE non ha imprecato?
Io lo guardo dalla sommità delle rupi
e lo contemplo dall'alto dei colli;
ecco, è un popolo che dimora solo
e non è contato nel numero delle nazioni.
Chi può contare la polvere di Giacobbe
o calcolare il quarto d'Israele?
Possa io morire della morte dei giusti
e possa la mia fine essere simile alla loro!»
Gs 24:9-10 (Ro 11:29; De 7:6, ecc.) Ro 8:33
Allora Balac disse a Balaam: «Che mi hai fatto? Ti ho preso per maledire i
miei nemici ed ecco, non hai fatto che benedirli». L'altro gli rispose e
disse: «Non devo forse stare attento a dire soltanto ciò che il SIGNORE mi
mette in bocca?» E Balac gli disse: «Ti prego, vieni con me in un altro
luogo, da dove tu lo potrai vedere; tu di qui non ne puoi vedere che una
parte; non lo puoi vedere tutto quanto; di là me lo maledirai». E lo
condusse al campo di Sofim, sulla cima del Pisga; costruì sette altari e
offrì un toro e un montone su ciascun altare. E Balaam disse a Balac:
«Stattene qui vicino al tuo olocausto, e io andrò a incontrare il SIGNORE».
E il SIGNORE venne incontro a Balaam, gli mise delle parole in bocca e gli
disse: «Torna da Balac e parla così».
Balaam tornò da Balac, ed ecco che questi stava presso il suo olocausto, con
i prìncipi di Moab. E Balac gli disse: «Che ha detto il SIGNORE?»
Allora Balaam pronunziò il suo oracolo e disse:
«Àlzati Balac, e ascolta!
Porgimi orecchio, figlio di Sippor!
Dio non è un uomo, da dover mentire,
né un figlio d'uomo, da doversi pentire.
Quando ha detto una cosa non la farà?
O quando ha parlato non manterrà la parola?
Ecco, ho ricevuto l'ordine di benedire;
egli ha benedetto; io non posso contraddire.
Egli non scorge iniquità in Giacobbe,
non vede perversità in Israele.
Il SIGNORE, il suo Dio, è con lui
e Israele lo acclama come suo re.
Dio lo ha fatto uscire dall'Egitto,
e gli dà il vigore del bufalo.
In Giacobbe non c'è magia,
in Israele non c'è divinazione;
a suo tempo viene detto a Giacobbe e a Israele
qual è l'opera che Dio compie.
Ecco un popolo che si leva come una leonessa
e si alza come un leone;
egli non si sdraia prima di aver divorato
la preda e bevuto il sangue delle sue vittime».
De 33:26-29; 1R 4:20-25; Lu 1:54
Allora Balac disse a Balaam: «Non lo maledire, ma almeno non benedire». Ma
Balaam rispose e disse a Balac: «Non ti ho forse detto: Io farò tutto quello
che il SIGNORE dirà?» Balac disse a Balaam: «Ti prego, vieni, io ti condurrò
in un altro luogo; forse piacerà a Dio che tu me lo maledica di là». Balac
dunque condusse Balaam in cima al Peor, che domina il deserto. E Balaam
disse a Balac: «Costruiscimi qui sette altari e preparami qui sette tori e
sette montoni». Balac fece come Balaam aveva detto, e offrì un toro e un
montone su ciascun altare. Balaam, vedendo che piaceva al SIGNORE benedire
Israele, non ricorse come le altre volte alla magia, ma voltò la faccia
verso il deserto. E, alzati gli occhi, Balaam vide Israele accampato tribù
per tribù; e lo spirito di Dio fu sopra di lui.
E Balaam pronunziò il suo oracolo e disse:
«Così dice Balaam, figlio di Beor,
così dice l'uomo che ha l'occhio aperto,
così dice colui che ode le parole di Dio,
colui che contempla la visione dell'Onnipotente,
colui che si prostra e a cui si aprono gli occhi:
Come sono belle le tue tende, o Giacobbe,
le tue dimore, o Israele!
Esse si estendono come valli,
come giardini in riva a un fiume,
come aloe piantati dal SIGNORE,
come cedri vicini alle acque.
L'acqua trabocca dalle sue secchie, la sua semenza è ben irrigata,
il suo re sarà più in alto di Agag
e il suo regno sarà esaltato.
Dio, che lo ha fatto uscire dall'Egitto, gli dà il vigore del bufalo.
Egli divorerà i popoli che gli sono avversari,
frantumerà loro le ossa, li trafiggerà con le sue frecce.
Egli si china, si accovaccia come un leone, come una leonessa:
chi lo farà alzare?
Benedetto chiunque ti benedice,
maledetto chiunque ti maledice!»
Allora l'ira di Balac si accese contro Balaam; e Balac, agitando le mani,
disse a Balaam: «Io ti ho chiamato per maledire i miei nemici, ed ecco che
li hai benedetti già per la terza volta. Ora fuggi a casa tua! Io avevo
detto che ti avrei colmato di onori. Ma ecco, il SIGNORE ti ha impedito di
averli». E Balaam rispose a Balac: «E non dissi io, fin da principio, agli
ambasciatori che mi mandasti: "Anche se Balac mi desse la sua casa piena
d'argento e d'oro, non potrei trasgredire l'ordine del SIGNORE per fare di
mia iniziativa alcun che di bene o di male; ciò che il SIGNORE dirà, quello
dirò"? E ora, ecco, io me ne vado al mio popolo; vieni, io ti annunzierò ciò
che questo popolo farà al tuo popolo nei giorni a venire».
(2S 7:8-9; 8:2, 13-14) Sl 110; Mi 5:1, ecc.; Is 60:1, ecc.
Allora Balaam pronunziò il suo oracolo e disse:
«Così dice Balaam, figlio di Beor;
così dice l'uomo che ha l'occhio aperto,
così dice colui che ode le parole di Dio,
che conosce la scienza dell'Altissimo,
che contempla la visione dell'Onnipotente,
colui che si prostra e a cui si aprono gli occhi:
Lo vedo, ma non ora;
lo contemplo, ma non vicino:
un astro sorge da Giacobbe,
e uno scettro si eleva da Israele;
colpirà Moab da un capo all'altro
e abbatterà tutta quella razza turbolenta.
S'impadronirà di Edom,
s'impadronirà di Seir, suo nemico;
Israele farà prodezze.
Da Giacobbe verrà un dominatore che sterminerà i superstiti delle città».
Poi Balaam vide Amalec e pronunziò il suo oracolo, e disse:
«Amalec è la prima delle nazioni,
ma il suo avvenire va in rovina».
Poi vide i Chenei e pronunziò il suo oracolo, e disse:
«La tua abitazione è solida
e il tuo nido è posto nella roccia;
nondimeno, il Cheneo dovrà essere devastato,
finché l'Assiro ti conduca in prigionia».
Poi pronunziò di nuovo il suo oracolo, e disse:
«Ahimé! Chi resisterà quando Dio lo avrà stabilito?
Ma delle navi verranno dalle parti di Chittim
e umilieranno Assur, umilieranno Eber,
ed egli pure finirà per essere distrutto».
Poi Balaam si alzò, partì e se ne tornò a casa sua; e Balac pure se ne andò
per la sua strada.
CAPITOLO 25
Idolatria d'Israele nelle pianure di Moab
Ap 2:14 (De 4:3-4; 1Co 10:8; Sl 106:28-31)
Or Israele era stanziato a Sittim e il popolo cominciò ad avere rapporti con
le figlie di Moab. Esse invitarono il popolo ai sacrifici offerti ai loro
dèi; e il popolo mangiò e si prostrò davanti ai loro dèi. Israele si unì a
Baal-Peor e l'ira del SIGNORE si accese contro Israele. Il SIGNORE disse a
Mosè: «Prendi tutti i capi del popolo e falli impiccare davanti al SIGNORE,
alla luce del sole, affinché l'ardente ira del SIGNORE sia allontanata da
Israele». Mosè disse ai giudici d'Israele: «Ciascuno di voi uccida quelli
dei suoi uomini che si sono uniti a Baal-Peor».
Ecco che uno dei figli d'Israele venne e condusse ai suoi fratelli una donna
madianita, sotto gli occhi di Mosè e di tutta la comunità dei figli
d'Israele, mentre essi stavano piangendo all'ingresso della tenda di
convegno. E Fineas, figlio di Eleazar, figlio del sacerdote Aaronne, lo
vide, si alzò in mezzo alla comunità e afferrò una lancia; poi andò dietro a
quell'Israelita nella sua tenda e li trafisse tutti e due, l'uomo d'Israele
e la donna, nel basso ventre. E il flagello cessò tra i figli d'Israele. Di
quel flagello morirono ventiquattromila persone.
Il SIGNORE parlò a Mosè e disse: «Fineas, figlio di Eleazar, figlio del
sacerdote Aaronne, ha allontanato la mia ira dai figli d'Israele, perché
egli è stato animato del mio zelo in mezzo a loro; e io, nella mia
indignazione, non ho sterminato i figli d'Israele. Perciò digli che io
stabilisco con lui un patto di pace, che sarà per lui e per la sua
discendenza dopo di lui: l'alleanza di un sacerdozio perenne, perché egli ha
avuto zelo per il suo Dio, e ha fatto l'espiazione per i figli d'Israele».
Ora l'uomo d'Israele che fu ucciso con la donna madianita, si chiamava
Zimri, figlio di Salu, capo di una casa patriarcale dei Simeoniti. E la
donna che fu uccisa, la Madianita, si chiamava Cozbi, figlia di Sur, capo
della gente di una casa patriarcale in Madian.
Nu 31
Poi il SIGNORE disse a Mosè: «Trattate i Madianiti come nemici e uccideteli,
poiché essi vi hanno trattati da nemici con gli inganni mediante i quali vi
hanno sedotti nell'affare di Peor e in quello di Cozbi, figlia di un
principe di Madian, loro sorella, che fu uccisa il giorno del flagello
causato dall'affare di Peor».
CAPITOLO 26
Nuovo censimento all'uscita dal deserto
Nu 1-2; 1Cr 2-8 (Ap 7:4-8)
Or avvenne che, dopo quel flagello, il SIGNORE disse a Mosè e a Eleazar,
figlio del sacerdote Aaronne: «Fate il censimento di tutta la comunità dei
figli d'Israele, dall'età di vent'anni in su, secondo le loro famiglie, di
tutti quelli che in Israele possono andare alla guerra». Mosè e il sacerdote
Eleazar parlarono loro nelle pianure di Moab presso il Giordano di fronte a
Gerico e dissero: «Si faccia il censimento di quelli che uscirono dal paese
d'Egitto, dall'età di vent'anni in su, come il SIGNORE ha ordinato a Mosè e
ai figli d'Israele».
Ruben, primogenito d'Israele.
Figli di Ruben: Enoc, da cui discende la famiglia degli Enochiti; Pallu, da
cui discende la famiglia dei Palluiti; Chesron, da cui discende la famiglia
dei Chesroniti; Carmi, da cui discende la famiglia dei Carmiti. Tali sono le
famiglie dei Rubeniti: e quelli dei quali si fece il censimento furono
quarantatremilasettecentotrenta. Figli di Pallu: Eliab. Figli di Eliab:
Nemuel, Datan e Abiram. Questi sono quel Datan e quell'Abiram, membri del
consiglio, che si sollevarono contro Mosè e contro Aaronne con la gente di
Core, quando si sollevarono contro il SIGNORE; e la terra aprì la sua bocca
e li ingoiò insieme con Core, quando quella gente perì e il fuoco divorò
duecentocinquanta uomini, che servirono di esempio. Ma i figli di Core non
perirono.
Figli di Simeone secondo le loro famiglie. Da Nemuel discende la famiglia
dei Nemueliti; da Iamin, la famiglia degli Iaminiti; da Iachin, la famiglia
degli Iachiniti; da Zerac, la famiglia degli Zerachiti; da Saul, la famiglia
dei Sauliti. Tali sono le famiglie dei Simeoniti: ventiduemiladuecento.
Figli di Gad secondo le loro famiglie. Da Sefon discende la famiglia dei
Sefoniti; da Agghi, la famiglia degli Agghiti; da Suni, la famiglia dei
Suniti; da Ozni, la famiglia degli Ozniti; da Eri, la famiglia degli Eriti;
da Arod, la famiglia degli Aroditi; da Areli, la famiglia degli Areliti.
Tali sono le famiglie dei figli di Gad secondo il loro censimento:
quarantamilacinquecento. Figli di Giuda: Er e Onan; ma Er e Onan morirono
nel paese di Canaan. Ecco i figli di Giuda secondo le loro famiglie: da Sela
discende la famiglia dei Selaniti; da Perez, la famiglia dei Pereziti; da
Zerac, la famiglia degli Zerachiti. I figli di Perez furono: Chesron da cui
discende la famiglia dei Chesroniti; Camul da cui discende la famiglia dei
Camuliti. Tali sono le famiglie di Giuda secondo il loro censimento:
settantaseimilacinquecento.
Figli d'Issacar secondo le loro famiglie: da Tola discende la famiglia dei
Tolaiti; da Puva, la famiglia dei Puviti; da Iasub, la famiglia degli
Iasubiti; da Simron, la famiglia dei Simroniti. Tali sono le famiglie
d'Issacar secondo il loro censimento: sessantaquattromilatrecento.
Figli di Zabulon secondo le loro famiglie: da Sered discende la famiglia dei
Sarditi; da Elon, la famiglia degli Eloniti; da Ialeel, la famiglia degli
Ialeeiti. Tali sono le famiglie degli Zabuloniti secondo il loro censimento:
sessantamilacinquecento.
Figli di Giuseppe secondo le loro famiglie: Manasse ed Efraim.
Figli di Manasse: da Machir discende la famiglia dei Machiriti. Machir
generò Galaad. Da Galaad discende la famiglia dei Galaaditi. Questi sono i
figli di Galaad: Iezer, da cui discende la famiglia degli Iezeriti; Chelec,
da cui discende la famiglia dei Chelechiti; Asriel, da cui discende la
famiglia degli Asrieliti; Sichem, da cui discende la famiglia dei Sichemiti;
Semida, da cui discende la famiglia dei Semidaiti; Chefer, da cui discende
la famiglia dei Cheferiti. Selofead, figlio di Chefer, non ebbe maschi ma
soltanto delle figlie; e i nomi delle figlie di Selofead, erano: Mala, Noa,
Cogla, Milca e Tirsa. Tali sono le famiglie di Manasse; le persone censite
furono cinquantaduemilasettecento.
Ecco i figli di Efraim secondo le loro famiglie: da Sutela discende la
famiglia dei Sutelaiti; da Becher, la famiglia dei Bacriti; da Taan, la
famiglia dei Taaniti. Ed ecco i figli di Sutela: da Eran è discesa la
famiglia degli Eraniti. Tali sono le famiglie dei figli d'Efraim secondo il
loro censimento: trentaduemilacinquecento. Questi sono i figli di Giuseppe
secondo le loro famiglie.
Figli di Beniamino secondo le loro famiglie: da Bela discende la famiglia
dei Belaiti; da Asbel, la famiglia degli Asbeliti; da Airam, la famiglia
degli Airamiti; da Sufam, la famiglia dei Sufamiti; da Cufam, la famiglia
dei Cufamiti. I figli di Bela furono: Ard e Naaman; da Ard discende la
famiglia degli Arditi; da Naaman, la famiglia dei Naamiti. Tali sono i figli
di Beniamino secondo le loro famiglie. Le persone censite furono
quarantacinquemilaseicento.
Ecco i figli di Dan secondo le loro famiglie: da Suam discende la famiglia
dei Suamiti. Sono questi i figli di Dan secondo le loro famiglie. Totale per
le famiglie dei Suamiti secondo il loro censimento:
sessantaquattromilaquattrocento.
Figli di Ascer secondo le loro famiglie: da Imna discende la famiglia degli
Imniti: da Isvi, la famiglia degli Isviti; da Beria, la famiglia dei
Beriiti. Dai figli di Beria discendono: da Eber, la famiglia degli Ebriti;
da Malchiel, la famiglia dei Malchieliti. Il nome della figlia di Ascer era
Sera. Tali sono le famiglie dei figli di Ascer secondo il loro censimento:
cinquantatremilaquattrocento.
Figli di Neftali secondo le loro famiglie: da Iaseel discende la famiglia
degli Iaseeliti; da Guni, la famiglia dei Guniti; da Ieser, la famiglia
degli Ieseriti; da Sillem, la famiglia dei Sillemiti. Tali sono i
discendenti di Neftali secondo le loro famiglie. Le persone censite furono
quarantacinquemilaquattrocento.
I figli d'Israele di cui si fece il censimento erano dunque
seicentunmilasettecentotrenta.
Il SIGNORE disse a Mosè: «Il paese sarà diviso tra di loro, per essere loro
proprietà, secondo il numero delle persone. A quelli che sono in maggior
numero darai in possesso una porzione maggiore; a quelli che sono in minor
numero darai una porzione minore; si darà a ciascuno la sua porzione secondo
il censimento. Ma la spartizione del paese sarà fatta a sorte; essi
riceveranno la rispettiva proprietà secondo i nomi delle tribù paterne. La
spartizione delle proprietà sarà fatta a sorte fra quelli che sono in
maggior numero e quelli che sono in numero minore».
(Nu 3:14-39; 1Cr 6)(Nu 14:29-35; Ro 3:3)
Ecco i Leviti dei quali si fece il censimento secondo le loro famiglie: da
Gherson discende la famiglia dei Ghersoniti; da Cheat, la famiglia dei
Cheatiti; da Merari, la famiglia dei Merariti. Ecco le famiglie di Levi: la
famiglia dei Libniti, la famiglia degli Ebroniti, la famiglia dei Maliti, la
famiglia dei Musiti, la famiglia dei Coraiti. E Cheat generò Amram. Il nome
della moglie di Amram era Iochebed, figlia di Levi che nacque a Levi in
Egitto; ed essa partorì ad Amram Aaronne, Mosè e Maria loro sorella. Ad
Aaronne nacquero Nadab e Abiu, Eleazar e Itamar. Or Nadab e Abiu morirono
quando presentarono al SIGNORE fuoco estraneo. Quelli dei quali si fece il
censimento furono ventitremila: tutti maschi, dall'età di un mese in su. Non
furono compresi nel censimento dei figli d'Israele, perché non fu loro data
alcuna proprietà tra i figli d'Israele.
Questi sono i figli d'Israele dei quali Mosè e il sacerdote Eleazar fecero
il censimento nelle pianure di Moab presso il Giordano di fronte a Gerico.
Fra questi non vi era alcuno di quei figli d'Israele dei quali Mosè e il
sacerdote Aaronne avevano fatto il censimento nel deserto del Sinai. Poiché
il SIGNORE aveva detto di loro: Certo moriranno nel deserto! E non ne rimase
neppure uno, salvo Caleb, figlio di Gefunne, e Giosuè, figlio di Nun.
CAPITOLO 27
Legge relativa alle eredità
Nu 36; Gs 17:3-4
Allora si fecero avanti le figlie di Selofead, figlio di Chefer, figlio di
Galaad, figlio di Machir, figlio di Manasse, delle famiglie di Manasse,
figlio di Giuseppe, che si chiamavano Mala, Noa, Cogla, Milca e Tirsa; esse
si presentarono davanti a Mosè, davanti al sacerdote Eleazar, davanti ai
capi e a tutta la comunità all'ingresso della tenda di convegno, e dissero:
«Nostro padre morì nel deserto, e non stava in mezzo a coloro che si
adunarono contro il SIGNORE, non era della gente di Core, ma morì a causa
del suo peccato, e non ebbe figli maschi. Perché il nome di nostro padre
dovrebbe scomparire dalla sua famiglia? Infatti non ha avuto figli maschi.
Dacci una proprietà in mezzo ai fratelli di nostro padre».
Mosè portò la loro causa davanti al SIGNORE. E il SIGNORE disse a Mosè: «Le
figlie di Selofead dicono bene. Sì, tu darai loro in eredità una proprietà
in mezzo ai fratelli del loro padre, e farai passare ad esse l'eredità del
loro padre. Parlerai pure ai figli d'Israele, e dirai: "Quando uno morirà
senza lasciar figli maschi, farete passare la sua eredità a sua figlia. Se
non ha una figlia, darete la sua eredità ai suoi fratelli. Se non ha
fratelli, darete la sua eredità ai fratelli di suo padre. E se non ci sono
fratelli del padre, darete la sua eredità al parente più stretto nella sua
famiglia; apparterrà a lui. Questo sarà per i figli d'Israele una norma di
diritto, come il SIGNORE ha ordinato a Mosè"».
Giosuè designato come successore di Mosè
(De 32:48-52; 34:1-8)(De 31:7-8, 14-15, 23; 34:9)
Poi il SIGNORE disse a Mosè: «Sali su questo monte di Abarim e contempla il
paese che io do ai figli d'Israele. Quando l'avrai visto, anche tu sarai
riunito ai tuoi padri, come fu riunito Aaronne tuo fratello, perché vi
ribellaste all'ordine che vi diedi nel deserto di Sin quando la comunità si
mise a contestare, e voi non le deste testimonianza della mia santità, a
proposito di quelle acque. Sono le acque della contestazione di Cades, nel
deserto di Sin».
Mosè disse al SIGNORE: «Il SIGNORE, il Dio che dà lo spirito a ogni
creatura, costituisca su questa comunità un uomo che esca davanti a loro ed
entri davanti a loro e li faccia uscire e li faccia entrare, affinché la
comunità del SIGNORE non sia come un gregge senza pastore».
Il SIGNORE disse a Mosè: «Prendi Giosuè, figlio di Nun, uomo in cui è lo
spirito; imporrai la tua mano su di lui; lo farai comparire davanti al
sacerdote Eleazar e davanti a tutta la comunità, gli darai i tuoi ordini in
loro presenza, e lo farai partecipe della tua autorità, affinché tutta la
comunità dei figli d'Israele gli obbedisca. Egli si presenterà davanti al
sacerdote Eleazar, che consulterà per lui il giudizio dell'urim davanti al
SIGNORE; egli e tutti i figli d'Israele con lui e tutta la comunità
usciranno all'ordine di Eleazar ed entreranno all'ordine suo».
Mosè fece come il SIGNORE gli aveva ordinato; prese Giosuè e lo fece
comparire davanti al sacerdote Eleazar e davanti a tutta la comunità; impose
su di lui le sue mani e gli diede i suoi ordini, come il SIGNORE aveva
comandato per mezzo di Mosè.
CAPITOLO 28
Tempi stabiliti per i sacrifici
Es 29:38-42; Ez 46:13-15
Il SIGNORE disse a Mosè: «Dà quest'ordine ai figli d'Israele, e di' loro:
"Avrete cura d'offrirmi al tempo stabilito la mia offerta, il cibo dei miei
sacrifici consumati dal fuoco, che sono per me un profumo soave".
Dirai loro: "Questo è il sacrificio fatto con il fuoco, che offrirete al
SIGNORE: degli agnelli dell'anno, senza difetti, due al giorno, come
olocausto quotidiano. Uno degli agnelli l'offrirai la mattina e l'altro
agnello l'offrirai sull'imbrunire: e, come oblazione, un decimo di efa di
fior di farina, intrisa con un quarto di hin d'olio vergine. Tale è
l'olocausto quotidiano offerto sul monte Sinai: sacrificio consumato dal
fuoco, di profumo soave per il SIGNORE. La libazione sarà di un quarto di
hin per ogni agnello; la libazione di vino puro al SIGNORE la farai nel
luogo santo. L'altro agnello lo offrirai sull'imbrunire, con un'oblazione e
una libazione simili a quelle della mattina: è un sacrificio consumato dal
fuoco, di profumo soave per il SIGNORE.
(1Cr 23:31; Nu 10:10) Ez 46:6-7
«"Nel giorno di sabato offrirete due agnelli dell'anno, senza difetti; e,
come oblazione, due decimi di fior di farina intrisa d'olio, con la sua
libazione. Questo è l'olocausto del sabato, per ogni sabato, oltre
all'olocausto quotidiano e alla sua libazione.
Il primo giorno di ogni mese offrirete come olocausto al SIGNORE due tori,
un montone, sette agnelli dell'anno, senza difetti, e tre decimi di fior di
farina intrisa d'olio, come oblazione per ciascun toro; due decimi di fior
di farina intrisa d'olio, come oblazione per il montone, e un decimo di fior
di farina intrisa d'olio, come oblazione per ogni agnello. È un olocausto di
profumo soave, un sacrificio consumato dal fuoco per il SIGNORE. Le
libazioni saranno di mezzo hin di vino per un toro, di un terzo di hin per
un montone e di un quarto di hin per un agnello. Tale è l'olocausto del
mese, per tutti i mesi dell'anno. E si offrirà al SIGNORE un capro come
sacrificio per il peccato, oltre all'olocausto quotidiano e alla sua
libazione.
(Es 12:1-28; Le 23:5-14; De 16:1-8) 2Cr 35:1-19 (Gv 2:13; 6:4; 13:1)
«"Il primo mese, il quattordicesimo giorno del mese, sarà la Pasqua in onore
del SIGNORE. Il quindicesimo giorno di quel mese sarà giorno di festa. Per
sette giorni si mangerà pane azzimo. Il primo giorno vi sarà una santa
convocazione; non farete nessun lavoro ordinario, ma offrirete, come
sacrificio consumato dal fuoco, un olocausto al SIGNORE: due tori, un
montone e sette agnelli dell'anno che siano senza difetti; e, come
oblazione, del fior di farina intrisa d'olio; ne offrirete tre decimi per un
toro e due per un montone; ne offrirai un decimo per ciascuno dei sette
agnelli, e offrirai un capro come sacrificio per il peccato, per fare
l'espiazione per voi. Offrirete questi sacrifici oltre all'olocausto della
mattina, che è un olocausto quotidiano. Li offrirete ogni giorno, per sette
giorni; è un cibo di sacrificio consumato dal fuoco, di profumo soave per il
SIGNORE. Li si offrirà oltre all'olocausto quotidiano con la sua libazione.
Il settimo giorno avrete una santa convocazione; non farete nessun lavoro
ordinario.
(Le 23:15-21; De 16:9-12)
«"Il giorno delle primizie, quando presenterete al SIGNORE un'oblazione
nuova alla vostra festa delle Settimane, avrete una santa convocazione; non
farete, nessun lavoro ordinario. Offrirete, come olocausto di profumo soave
al SIGNORE, due tori, un montone e sette agnelli dell'anno; e, come
oblazione, del fior di farina intrisa d'olio; tre decimi per ciascun toro,
due decimi per ogni montone e un decimo per ciascuno dei sette agnelli; e
offrirete un capro per fare l'espiazione per voi. Offrirete questi
sacrifici, oltre all'olocausto quotidiano e la sua oblazione. Sceglierete
degli animali senza difetti e vi aggiungerete le relative libazioni.
(Le 23:23-25; Ne 8:2-12)
«"Il settimo mese, il primo giorno del mese avrete una santa convocazione;
non farete nessun lavoro ordinario; sarà per voi il giorno
dell'acclamazione. Offrirete, come olocausto di profumo soave per il
SIGNORE, un toro, un montone, sette agnelli dell'anno senza difetti e, come
oblazione, del fior di farina intrisa d'olio: tre decimi per il toro, due
decimi per il montone, un decimo per ciascuno dei sette agnelli, e un capro,
come sacrificio per il peccato, per fare l'espiazione per voi, oltre
all'olocausto del mese con la sua oblazione e all'olocausto quotidiano con
la sua oblazione, e le loro libazioni, secondo le regole stabilite. Sarà un
sacrificio, consumato dal fuoco, di profumo soave per il SIGNORE.
Le 16; 23:26-32
«"Il decimo giorno di questo settimo mese avrete una santa convocazione e vi
umilierete; non farete nessun lavoro, e offrirete, come olocausto di profumo
soave al SIGNORE, un toro, un montone, sette agnelli dell'anno, che siano
senza difetti, e, come oblazione, del fior di farina intrisa d'olio: tre
decimi per il toro, due decimi per il montone, un decimo per ciascuno dei
sette agnelli, e un capro come sacrificio per il peccato, oltre al
sacrificio espiatorio, l'olocausto quotidiano con la sua oblazione e la sua
libazione.
(Le 23:33-43; De 16:13-15) Ne 8:14-18 (Gv 7:2, 14, 37)
«"Il quindicesimo giorno del settimo mese avrete una santa convocazione; non
farete nessun lavoro ordinario e celebrerete una festa in onore del SIGNORE
per sette giorni. E offrirete, come olocausto, come sacrificio consumato dal
fuoco, di profumo soave per il SIGNORE, tredici tori, due montoni,
quattordici agnelli dell'anno, che siano senza difetti, e, come oblazione,
del fior di farina intrisa d'olio: tre decimi per ciascuno dei tredici tori,
due decimi per ciascuno dei due montoni, un decimo per ciascuno dei
quattordici agnelli, e un capro come sacrificio per il peccato, oltre
all'olocausto quotidiano, con la sua oblazione e la sua libazione. Il
secondo giorno offrirete dodici tori, due montoni, quattordici agnelli
dell'anno, senza difetti, con le loro oblazioni e le loro libazioni per i
tori, i montoni e gli agnelli secondo il loro numero, seguendo le regole
stabilite, e un capro come sacrificio per il peccato oltre all'olocausto
quotidiano, con la sua oblazione e la sua libazione. Il terzo giorno
offrirete undici tori, due montoni, quattordici agnelli dell'anno, senza
difetti, con le loro oblazioni e le loro libazioni per i tori, i montoni e
gli agnelli, secondo il loro numero, seguendo le regole stabilite, e un
capro come sacrificio per il peccato, oltre all'olocausto quotidiano, con la
sua oblazione e la sua libazione. Il quarto giorno offrirete dieci tori, due
montoni e quattordici agnelli dell'anno senza difetti, con le loro offerte e
le loro libazioni per i tori, i montoni e gli agnelli, secondo il loro
numero e seguendo le regole stabilite; e un capro come sacrificio per il
peccato, oltre all'olocausto quotidiano, con la sua oblazione e la sua
libazione. Il quinto giorno offrirete nove tori, due montoni, quattordici
agnelli dell'anno, senza difetti, con le loro oblazioni e le loro libazioni
per i tori, i montoni e gli agnelli, secondo il loro numero e seguendo le
regole stabilite, e un capro, come sacrificio per il peccato, oltre
all'olocausto quotidiano, con la sua oblazione e la sua libazione. Il sesto
giorno offrirete otto tori, due montoni, quattordici agnelli dell'anno,
senza difetti, con le loro oblazioni e le loro libazioni per i tori, i
montoni e gli agnelli, secondo il loro numero e seguendo le regole
stabilite; e un capro, come sacrificio per il peccato, oltre all'olocausto
quotidiano, con la sua oblazione e la sua libazione. Il settimo giorno
offrirete sette tori, due montoni, quattordici agnelli dell'anno, senza
difetti, con le loro oblazioni e le loro libazioni per i tori, i montoni e
gli agnelli, secondo il loro numero e seguendo le regole stabilite, e un
capro, come sacrificio per il peccato, oltre all'olocausto quotidiano, con
la sua oblazione e la sua libazione. L'ottavo giorno avrete una solenne
assemblea; non farete nessun lavoro ordinario, e offrirete, come olocausto,
come sacrificio consumato dal fuoco, di profumo soave per il SIGNORE, un
toro, un montone, sette agnelli dell'anno senza difetti, con le loro
oblazioni e le loro libazioni per il toro, il montone e gli agnelli, secondo
il loro numero, seguendo le regole stabilite, e un capro, come sacrificio
per il peccato, oltre all'olocausto quotidiano, con la sua oblazione e la
sua libazione.
Tali sono i sacrifici che offrirete al SIGNORE nelle vostre solennità, oltre
ai vostri voti e alle vostre offerte volontarie, sia che si tratti dei
vostri olocausti o delle vostre oblazioni o delle vostre libazioni o dei
vostri sacrifici di riconoscenza"».
E Mosè riferì ai figli d'Israele tutto quello che il SIGNORE gli aveva
ordinato.
(De 23:21-23; Ec 5:3-6) Sl 76:12
Mosè parlò ai capi delle tribù dei figli d'Israele e disse:
«Questo è l'ordine dato dal SIGNORE: quando uno avrà fatto un voto al
SIGNORE o avrà con giuramento assunto un solenne impegno, non verrà meno
alla sua parola, ma metterà in pratica tutto quello che ha promesso.
(Ef 5:22-24; 1Ti 2:11-14)
«Così pure quando una donna, ancora giovane e nella casa di suo padre, avrà
fatto un voto al SIGNORE e avrà assunto un solenne impegno, se il padre,
avendo conoscenza del voto di lei e dell'impegno che ha assunto, non dice
nulla a questo proposito, tutti i voti di lei saranno validi e saranno
validi tutti gli impegni che ha assunto. Ma se il padre, il giorno che ne
viene a conoscenza, le fa opposizione, tutti i voti di lei e tutti gli
impegni che avrà assunto non saranno validi; il SIGNORE glieli condonerà,
perché il padre le ha fatto opposizione. Se si sposa mentre è legata da voti
o impegnata da una promessa fatta alla leggera solo con le labbra, se il
marito viene a saperlo e il giorno che ne è informato non dice nulla, i voti
di lei saranno validi e saranno validi gli impegni che lei ha assunto. Ma se
il marito, il giorno che ne viene a conoscenza, le fa opposizione, egli
annullerà il voto che lei ha fatto, e la promessa che ha proferito alla
leggera per la quale si è impegnata; e il SIGNORE gliela condonerà.
Ma il voto di una vedova o di una donna ripudiata, qualunque sia l'impegno
che ha assunto, rimarrà valido. Quando una donna, nella casa di suo marito,
farà dei voti o si legherà con un giuramento e il marito ne avrà conoscenza,
se il marito non dice nulla e non le fa opposizione, tutti i voti di lei
saranno validi, e saranno validi tutti gli impegni che avrà assunto. Ma se
il marito, il giorno che viene a saperlo, li annulla, tutto ciò che le sarà
uscito dalle labbra, siano voti o impegni che ha assunto, non sarà valido;
il marito lo ha annullato; e il SIGNORE glielo condonerà. Il marito può
convalidare o annullare qualunque voto e qualunque giuramento, per il quale
la moglie si è impegnata a mortificare la sua persona. Ma se il marito,
giorno dopo giorno, non dice nulla in proposito, egli convalida così tutti i
voti di lei e tutti gli impegni che la moglie ha assunto; li convalida,
perché non ha detto nulla a questo proposito il giorno che ne ha avuto
conoscenza. Ma se li annulla qualche tempo dopo averne avuto conoscenza,
sarà responsabile del peccato della moglie».
Tali sono le leggi che il SIGNORE prescrisse a Mosè, riguardo al marito e
alla moglie, al padre e alla figlia, quando questa non è ancora sposata, in
casa di suo padre.
CAPITOLO 31
Vittoria d'Israele sui Madianiti
(Nu 25; Ap 2:14; Gs 13:21-22) De 20:1-15
Poi il SIGNORE disse a Mosè: «Vendica il male che i Madianiti hanno fatto ai
figli d'Israele; poi sarai riunito ai tuoi padri».
Allora Mosè disse al popolo: «Mobilitate fra voi degli uomini per la guerra,
e marcino contro Madian per eseguire la vendetta del SIGNORE su Madian.
Manderete alla guerra mille uomini per ciascuna delle tribù d'Israele».
Così furono forniti, dalle schiere d'Israele, mille uomini per tribù: cioè
dodicimila uomini, armati per la guerra. Mosè mandò alla guerra quei mille
uomini per tribù, e con loro Fineas figlio del sacerdote Eleazar, il quale
portava gli oggetti sacri e aveva in mano le trombe squillanti. Essi
marciarono dunque contro Madian, come il SIGNORE aveva ordinato a Mosè, e
uccisero tutti i maschi. Uccisero pure, con tutti gli altri, i re di Madian:
Evi, Rechem, Sur, Cur e Reba, cinque re di Madian. Uccisero pure con la
spada Balaam, figlio di Beor. I figli d'Israele presero prigioniere le donne
di Madian e i loro bambini, predarono tutto il loro bestiame, tutte le loro
greggi, e ogni loro bene; appiccarono il fuoco a tutte le città che quelli
abitavano e a tutti i loro accampamenti, e presero tutte le spoglie e tutta
la preda: gente e bestiame. Poi condussero i prigionieri, la preda e le
spoglie a Mosè, al sacerdote Eleazar e alla comunità dei figli d'Israele,
accampati nelle pianure di Moab, presso il Giordano di fronte a Gerico.
Mosè, il sacerdote Eleazar e tutti i capi della comunità uscirono per
incontrarli fuori dal campo. Mosè si adirò contro i comandanti
dell'esercito, capi di migliaia e capi di centinaia, che tornavano da quella
spedizione di guerra. Mosè disse loro: «Avete lasciato la vita a tutte le
donne? Ecco, sono esse che, per suggerimento di Balaam, trascinarono i figli
d'Israele all'infedeltà verso il SIGNORE, nel fatto di Peor, per cui il
flagello scoppiò nella comunità del SIGNORE. Ora dunque uccidete ogni
maschio tra i bambini, e uccidete ogni donna che ha avuto rapporti sessuali
con un uomo; ma tutte le fanciulle che non hanno avuto rapporti sessuali con
uomini, lasciatele in vita per voi.
Nu 19:11-22
«E voi accampatevi per sette giorni fuori del campo; chiunque ha ucciso
qualcuno e chiunque ha toccato una persona uccisa si purifichi il terzo e il
settimo giorno: questo, tanto per voi quanto per i vostri prigionieri.
Purificherete anche ogni veste, ogni oggetto di pelle, ogni tessuto di pelo
di capra e ogni utensile di legno».
Il sacerdote Eleazar disse ai soldati che erano andati alla guerra: «Queste
sono le disposizioni della legge che il SIGNORE ha prescritto a Mosè: l'oro,
l'argento, il rame, il ferro, lo stagno e il piombo, tutte le cose che
resistono al fuoco, le farete passare per il fuoco e saranno rese pure; ma
saranno purificate anche con l'acqua di purificazione; e tutte le cose che
non resistono al fuoco, le farete passare nell'acqua. Vi laverete le vesti
il settimo giorno e sarete puri; poi potrete entrare nel campo».
(1S 30:18, ecc.; Ge 14:20) Sl 116:12-14; Pr 3:9
Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Tu, con il sacerdote Eleazar e con i capi
famiglia della comunità, fa' il conto di tutta la preda che è stata fatta:
della gente e del bestiame; e dividi la preda fra i combattenti, che sono
andati in guerra, e tutta la comunità. Dalla parte spettante ai soldati, che
sono andati in guerra, preleverai un tributo per il SIGNORE: cioè uno su
cinquecento, tanto delle persone quanto dei buoi, degli asini e delle
pecore. Lo prenderete sulla loro metà e lo darai al sacerdote Eleazar come
offerta al SIGNORE. Dalla metà che spetta ai figli d'Israele prenderai uno
su cinquanta, tanto delle persone quanto dei buoi, degli asini, delle
pecore, di tutto il bestiame e lo darai ai Leviti, che hanno l'incarico del
tabernacolo del SIGNORE».
Mosè e il sacerdote Eleazar fecero come il SIGNORE aveva ordinato a Mosè.
Or la preda, cioè quello che rimaneva del bottino fatto dagli uomini che
erano stati alla guerra, consisteva in seicentosettantacinquemila pecore,
settantaduemila buoi, sessantunmila asini e trentaduemila persone, ossia
donne che non avevano avuto rapporti sessuali con uomini. La metà, cioè la
parte di quelli che erano andati alla guerra, fu di
trecentotrentasettemilacinquecento pecore, delle quali
seicentosettantacinque per il tributo al SIGNORE; trentaseimila buoi, dei
quali settantadue per il tributo al SIGNORE; trentamilacinquecento asini,
dei quali sessantuno per il tributo al SIGNORE, e sedicimila persone, delle
quali trentadue per il tributo al SIGNORE. Mosè diede al sacerdote Eleazar
il tributo prelevato per l'offerta al SIGNORE, come il SIGNORE gli aveva
ordinato. La metà che spettava ai figli d'Israele, dopo che Mosè ebbe fatta
la spartizione con gli uomini andati alla guerra, la metà spettante alla
comunità fu di trecentotrentasettemilacinquecento pecore, trentaseimila
buoi, trentamilacinquecento asini e sedicimila persone. Da questa metà, che
spettava ai figli d'Israele, Mosè prese uno su cinquanta, tanto degli uomini
quanto degli animali, e li diede ai Leviti che hanno l'incarico del
tabernacolo del SIGNORE, come il SIGNORE aveva ordinato a Mosè.
I comandanti dei reparti dell'esercito, capi di migliaia e capi di
centinaia, si avvicinarono a Mosè e gli dissero: «I tuoi servi hanno fatto
il conto dei soldati che erano ai nostri ordini e non ne manca neppure uno.
Noi portiamo, come offerta al SIGNORE, ciascuno gli oggetti d'oro che ha
trovato: catenelle, braccialetti, anelli, pendenti, collane, per fare
l'espiazione per le nostre persone davanti al SIGNORE». Mosè e il sacerdote
Eleazar presero dalle loro mani tutto quell'oro in gioielli lavorati. Tutto
l'oro dell'offerta che essi presentarono al SIGNORE, da parte dei capi di
migliaia e dei capi di centinaia, pesava sedicimilasettecentocinquanta
sicli. Ma gli uomini dell'esercito si tennero il bottino che ognuno aveva
fatto per conto suo. Mosè e il sacerdote Eleazar presero l'oro dei capi di
migliaia e di centinaia e lo portarono nella tenda di convegno per ricordare
al SIGNORE i figli d'Israele.
CAPITOLO 32
Il paese di Galaad concesso alle tribù di Gad e di Ruben
Ge 13:10-12 (Gs 1:12-18; 22:1, ecc.)(Ro 12:10; 14:19; Fl 2:4)
I figli di Ruben e i figli di Gad avevano del bestiame in grandissimo
numero; e quando videro che il paese di Iazer e il paese di Galaad erano
luoghi da bestiame, i figli di Gad e i figli di Ruben vennero a parlare a
Mosè, al sacerdote Eleazar e ai prìncipi della comunità, e dissero: «Atarot,
Dibon, Iazer, Nimra, Chesbon, Eleale, Sebam, Nebo e Beon, terre che il
SIGNORE ha colpito davanti alla comunità d'Israele, sono terre da bestiame,
e i tuoi servi hanno del bestiame». Dissero ancora: «Se abbiamo trovato
grazia agli occhi tuoi, sia concesso ai tuoi servi di possedere questo
paese. Non ci far passare il Giordano».
Ma Mosè rispose ai figli di Gad e ai figli di Ruben: «I vostri fratelli
andranno dunque a combattere, e voi ve ne starete qui? Perché volete
scoraggiare i figli d'Israele dal passare nel paese che il SIGNORE ha loro
dato? Così fecero i vostri padri, quando li mandai da Cades-Barnea per
esplorare il paese. Salirono fino alla valle d'Escol; e, dopo aver esplorato
il paese, scoraggiarono i figli d'Israele dall'entrare nel paese che il
SIGNORE aveva dato loro. L'ira del SIGNORE si accese in quel giorno, ed egli
giurò: "Gli uomini che sono saliti dall'Egitto, dall'età di vent'anni in su
non vedranno mai il paese che promisi con giuramento ad Abraamo, a Isacco e
a Giacobbe, perché non mi hanno seguito fedelmente, salvo Caleb, figlio di
Gefunne, il Chenizeo, e Giosuè, figlio di Nun, che hanno seguito il SIGNORE
fedelmente". L'ira del SIGNORE si accese contro Israele; ed egli lo fece
andare vagando per il deserto durante quarant'anni, finché tutta la
generazione che aveva fatto ciò che è male agli occhi del SIGNORE fu
consumata. Ed ecco che voi prendete il posto dei vostri padri, razza di
uomini peccatori, per rendere l'ira del SIGNORE ancora più ardente contro
Israele. Perché se voi vi sviate da lui, egli continuerà a lasciare Israele
nel deserto e voi farete perire tutto questo popolo».
Ma quelli si avvicinarono a Mosè e gli dissero: «Noi costruiremo qui dei
recinti per il nostro bestiame e delle città per i nostri figli; ma, quanto
a noi, ci terremo pronti, in armi, per marciare alla testa dei figli
d'Israele, finché li abbiamo condotti al luogo loro destinato; intanto, i
nostri figli abiteranno nelle città fortificate a causa degli abitanti del
paese. Non torneremo alle nostre case finché ciascuno dei figli d'Israele
non abbia preso possesso della sua eredità; e non possederemo nulla con loro
di là dal Giordano e più oltre, poiché la nostra eredità ci è toccata da
questa parte del Giordano, a oriente».
E Mosè disse loro: «Se fate questo, se vi armate per andare a combattere
davanti al SIGNORE, se le vostre truppe passeranno il Giordano davanti al
SIGNORE finché egli abbia cacciato i suoi nemici dalla sua presenza, e se
tornate solo quando il paese vi sarà sottomesso davanti al SIGNORE, voi non
sarete colpevoli di fronte al SIGNORE e di fronte a Israele, e questo paese
sarà vostra proprietà davanti al SIGNORE. Ma se non fate così, voi avrete
peccato contro il SIGNORE; e sappiate che il vostro peccato vi ritroverà.
Costruite dunque delle città per i vostri figli e dei recinti per le vostre
greggi, ma fate quello che avete promesso».
E i figli di Gad e i figli di Ruben dissero a Mosè: «I tuoi servi faranno
quello che il mio signore comanda. I nostri bambini, le nostre mogli, le
nostre greggi e tutto il nostro bestiame rimarranno qui nella città di
Galaad; ma i tuoi servi, tutti quanti armati per la guerra, andranno a
combattere davanti al SIGNORE, come dice il mio signore».
Allora Mosè diede per loro degli ordini al sacerdote Eleazar, a Giosuè
figlio di Nun e ai capi famiglia delle tribù dei figli d'Israele. Mosè disse
loro: «Se i figli di Gad e i figli di Ruben passano con voi il Giordano
tutti armati per combattere davanti al SIGNORE e se il paese sarà sottomesso
davanti a voi, darete loro come proprietà il paese di Galaad. Ma se non
passano armati con voi, avranno la loro proprietà tra di voi nel paese di
Canaan».
I figli di Gad e i figli di Ruben risposero dicendo: «Faremo come il SIGNORE
ha detto ai tuoi servi. Passeremo in armi, davanti al SIGNORE, nel paese di
Canaan; ma il possesso della nostra eredità resti, per noi, di qua dal
Giordano».
(De 3:8-17; Gs 13:8-32)
Mosè dunque diede ai figli di Gad, ai figli di Ruben e alla metà della tribù
di Manasse, figlio di Giuseppe, il regno di Sicon, re degli Amorei, e il
regno di Og, re di Basan: il paese, le sue città e i territori delle città
del paese all'intorno.
I figli di Gad costruirono Dibon, Atarot, Aroer, Atrot-Sofan, Iazer, Iogbea,
Bet-Nimra e Bet-Aran, città fortificate, e fecero dei recinti per le greggi.
I figli di Ruben costruirono Chesbon, Eleale, Chiriataim, Nebo e Baal-Meon,
i cui nomi furono mutati, e Sibma. Essi diedero il nome alle città che
costruirono.
I figli di Machir, figlio di Manasse, andarono nel paese di Galaad, lo
presero e ne cacciarono gli Amorei che vi stavano. Mosè dunque diede Galaad
a Machir, figlio di Manasse, che vi si stabilì. Iair, figlio di Manasse,
andò anche lui e prese i borghi, che chiamò Borghi di Iair. Noba andò e
prese Chenat con i suoi villaggi, e la chiamò Noba, secondo il proprio nome.
CAPITOLO 33
Tappe degli Israeliti durante il loro esodo
(Es 12:37-19:2)(Es 19:4; Is 63:11-14)
Queste sono le tappe fatte dai figli d'Israele che uscirono dal paese
d'Egitto, divisi in schiere, sotto la guida di Mosè e di Aaronne. Mosè mise
per iscritto le loro marce, tappa per tappa, per ordine del SIGNORE; e
queste sono le tappe che fecero nel loro cammino.
Partirono da Raamses il primo mese, il quindicesimo giorno di quel mese. Il
giorno dopo la Pasqua i figli d'Israele partirono a testa alta, sotto gli
occhi di tutti gli Egiziani, mentre gli Egiziani seppellivano quelli che il
SIGNORE aveva colpiti in mezzo a loro, cioè tutti i primogeniti, quando
anche i loro dèi erano stati colpiti dal giudizio del SIGNORE.
I figli d'Israele partirono dunque da Raamses e si accamparono a Succot.
Partirono da Succot e si accamparono a Etam, che è all'estremità del
deserto. Partirono da Etam e piegarono verso Pi-Achirot, che è di fronte a
Baal-Sefon, e si accamparono davanti a Migdol. Partirono da davanti ad
Achirot, attraversarono il mare in direzione del deserto, fecero tre
giornate di marcia nel deserto di Etam e si accamparono a Mara. Partirono da
Mara e andarono a Elim, dove c'erano dodici sorgenti d'acqua e settanta
palme. Là si accamparono. Partirono da Elim e si accamparono presso il mar
Rosso. Partirono dal mar Rosso e si accamparono nel deserto di Sin.
Partirono dal deserto di Sin e si accamparono a Dofca. Partirono da Dofca e
si accamparono ad Alus. Partirono da Alus e si accamparono a Refidim, dove
non c'era acqua da bere per il popolo. Partirono da Refidim e si accamparono
nel deserto del Sinai.
(Nu 10:11-20:1)(De 2:7, 14; 8:2)
Partirono dal deserto del Sinai e si accamparono a Chibrot-Attaava.
Partirono da Chibrot-Attaava e si accamparono ad Aserot. Partirono da Aserot
e si accamparono a Ritma. Partirono da Ritma e si accamparono a
Rimmon-Perez. Partirono da Rimmon-Perez e si accamparono a Libna. Partirono
da Libna e si accamparono a Rissa. Partirono da Rissa e si accamparono a
Cheelata. Partirono da Cheelata e si accamparono al monte di Sefer.
Partirono dal monte di Sefer e si accamparono a Carada. Partirono da Carada
e si accamparono a Machelot. Partirono da Machelot e si accamparono a Taat.
Partirono da Taat e si accamparono a Taràh. Partirono da Taràh e si
accamparono a Mitca. Partirono da Mitca e si accamparono a Casmona.
Partirono da Casmona e si accamparono a Moserot. Partirono da Moserot e si
accamparono a Bene-Iaacan. Partirono da Bene-Iaacan e si accamparono a
Or-Ghidgad. Partirono da Or-Ghidgad e si accamparono a Iotbata. Partirono da
Iotbata e si accamparono ad Abrona. Partirono da Abrona e si accamparono a
Esion-Gheber. Partirono da Esion-Gheber e si accamparono nel deserto di Sin,
cioè a Cades.
(Nu 20-32; De 2-3)
Poi partirono da Cades e si accamparono al monte Or, all'estremità del paese
di Edom. E il sacerdote Aaronne salì sul monte Or per ordine del SIGNORE e
lì morì, quarant'anni dopo l'uscita dei figli d'Israele dal paese d'Egitto,
il quinto mese, il primo giorno del mese. Aaronne era in età di
centoventitré anni quando morì sul monte Or. Il re di Arad, cananeo, che
abitava il mezzogiorno del paese di Canaan, udì che i figli d'Israele
arrivavano.
Quelli partirono dal monte Or e si accamparono a Salmona. Partirono da
Salmona e si accamparono a Punon. Partirono da Punon e si accamparono a
Obot. Partirono da Obot e si accamparono a Iie-Abarim, sui confini di Moab.
Partirono da Iim e si accamparono a Dibon-Gad. Partirono da Dibon-Gad e si
accamparono ad Almon-Diblataim. Partirono da Almon-Diblataim e si
accamparono sui monti d'Abarim di fronte a Nebo. Partirono dai monti
d'Abarim e si accamparono nelle pianure di Moab, presso il Giordano di
fronte a Gerico. Si accamparono presso il Giordano, da Bet-Iesimot fino ad
Abel-Sittim, nelle pianure di Moab.
La proscrizione dei Cananei
Es 34:11-16; Nu 26:52-56
Il SIGNORE parlò a Mosè nelle pianure di Moab, presso il Giordano di fronte
a Gerico, e disse: «Parla ai figli d'Israele e di' loro: "Quando avrete
passato il Giordano e sarete entrati nel paese di Canaan, scaccerete
d'innanzi a voi tutti gli abitanti del paese, distruggerete tutte le loro
immagini, distruggerete tutte le loro statue di metallo fuso e demolirete
tutti i loro luoghi sacri. Prenderete possesso del paese e in esso vi
stabilirete, perché io ve l'ho dato affinché lo possediate. Dividerete il
paese a sorte, secondo le vostre famiglie. A quelle che sono più numerose
darete una porzione maggiore e a quelle che sono meno numerose darete una
porzione minore. Ognuno possederà quello che gli sarà toccato in sorte; vi
spartirete la proprietà secondo le tribù dei vostri padri. Ma se non
scacciate d'innanzi a voi gli abitanti del paese, quelli di loro che vi
avrete lasciato saranno per voi come spine negli occhi e pungoli nei fianchi
e vi faranno tribolare nel paese che abiterete. E avverrà che io tratterò
voi come mi ero proposto di trattar loro"».
CAPITOLO 34
Frontiere del paese di Canaan; ordine per la divisione del paese
(Gs 15:1-4; Ez 47:13-21)(Gs 12:1-8; 13:1-8)
Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Da' quest'ordine ai figli d'Israele e di'
loro: "Quando entrerete nel paese di Canaan, questo sarà il paese che vi
toccherà come eredità: il paese di Canaan, di cui ecco i confini:
la vostra regione meridionale comincerà al deserto di Sin, vicino a Edom;
così la vostra frontiera meridionale partirà dall'estremità del mar Salato,
verso oriente; e questa frontiera volgerà al sud della salita di Acrabbim,
passerà per Sin e si estenderà a mezzogiorno di Cades-Barnea; poi continuerà
verso Casar-Addar e passerà per Asmon. Da Asmon la frontiera girerà fino al
torrente d'Egitto, e finirà al mare.
La vostra frontiera a occidente sarà il mar Grande: quella sarà la vostra
frontiera occidentale.
Questa sarà la vostra frontiera settentrionale: partendo dal mar Grande, la
traccerete fino al monte Or; dal monte Or la traccerete fino all'entrata di
Camat, e l'estremità della frontiera sarà a Sedad; la frontiera continuerà
fino a Zifron, per finire a Casar-Enan: questa sarà la vostra frontiera
settentrionale.
Traccerete la vostra frontiera orientale da Casar-Enan a Sefam; la frontiera
scenderà da Sefam verso Ribla, a oriente di Ain; poi la frontiera scenderà,
e si estenderà lungo il mare di Chinneret, a oriente; poi la frontiera
scenderà verso il Giordano e finirà al mar Salato. Tale sarà il vostro paese
con le sue frontiere tutto intorno"».
Mosè trasmise quest'ordine ai figli d'Israele e disse loro: «Questo è il
paese che vi distribuirete a sorte, il paese che il SIGNORE ha ordinato si
dia a nove tribù e mezzo; poiché la tribù dei figli di Ruben, secondo le
loro famiglie e la tribù dei figli di Gad, secondo le loro famiglie e la
mezza tribù di Manasse hanno ricevuto la loro porzione. Queste due tribù e
mezzo hanno ricevuto la loro porzione a est, oltre il Giordano, all'altezza
di Gerico, verso il levante».
Gs 14; Nu 13:1-16
Il SIGNORE disse a Mosè: «Questi sono i nomi degli uomini che spartiranno il
paese tra di voi: il sacerdote Eleazar e Giosuè, figlio di Nun. Prenderete
anche un capo di ogni tribù per spartire il paese.
Ecco i nomi di questi uomini.
Per la tribù di Giuda: Caleb, figlio di Gefunne.
Per la tribù dei figli di Simeone: Samuele, figlio di Ammiud.
Per la tribù di Beniamino: Elidad, figlio di Chislon.
Per la tribù dei figli di Dan: il capo Buchi, figlio di Iogli.
Per i figli di Giuseppe - per la tribù dei figli di Manasse: il capo
Canniel, figlio di Efod - e per la tribù dei figli di Efraim: il capo
Chemuel, figlio di Siftan.
Per la tribù dei figli di Zabulon: il capo Elisafan, figlio di Parnac.
Per la tribù dei figli di Issacar: il capo Paltiel, figlio di Azzan.
Per la tribù dei figli di Ascer: il capo Aiud, figlio di Selomi.
E per la tribù dei figli di Neftali: il capo Pedael, figlio di Ammiud.
Queste sono le persone alle quali il SIGNORE ordinò di spartire la proprietà
del paese di Canaan tra figli d'Israele.
CAPITOLO 35
Le quarantotto città levitiche
Gs 21; De 12:19
Il SIGNORE parlò ancora a Mosè nelle pianure di Moab presso il Giordano, di
fronte a Gerico, e disse: «Ordina ai figli d'Israele di dare ai Leviti delle
città da abitare, prendendole dall'eredità che sarà loro; darete pure ai
Leviti la campagna che è intorno a quelle città. Essi avranno le città per
abitarvi; e la campagna servirà per il loro bestiame, per i loro beni e per
tutti i loro animali. La campagna circostante alle città che darete ai
Leviti si estenderà tutto intorno per lo spazio di mille cubiti fuori dalle
mura della città. Misurerete dunque, fuori della città, duemila cubiti dal
lato orientale, duemila cubiti dal lato meridionale, duemila cubiti dal lato
occidentale e duemila cubiti dal lato settentrionale; la città sarà in
mezzo. Tale sarà la campagna di ciascuna delle loro città.
Fra le città che darete ai Leviti ci saranno le sei città di rifugio, che
voi designerete perché vi si rifugi l'omicida; e a queste aggiungerete altre
quarantadue città. Tutte le città che darete ai Leviti saranno dunque
quarantotto, con la relativa campagna. Di queste città che darete ai Leviti,
prendendole dalla proprietà dei figli d'Israele, ne prenderete di più da
quelli che ne hanno di più e di meno da quelli che ne hanno di meno; ognuno
darà, delle sue città, ai Leviti, in proporzione all'eredità che gli sarà
toccata».
Le sei città di rifugio
(De 4:41-43; 19:1-13) Gs 20; Es 21:12-14 (Sl 11:1)
Poi il SIGNORE disse a Mosè: «Parla ai figli d'Israele e di' loro: "Quando
avrete passato il Giordano e sarete entrati nel paese di Canaan, designerete
delle città che siano per voi delle città di rifugio, dove possa mettersi in
salvo l'omicida che avrà ucciso qualcuno involontariamente. Queste città vi
serviranno di rifugio contro chi vuole vendicare il sangue versato, affinché
l'omicida non sia messo a morte prima di essere comparso in giudizio davanti
alla comunità. Delle città che darete, sei saranno dunque per voi città di
rifugio. Darete tre città di qua dal Giordano e ne darete tre nel paese di
Canaan; saranno città di rifugio. Queste sei città serviranno di rifugio ai
figli d'Israele, allo straniero e a colui che soggiornerà tra di voi,
affinché vi scampi chiunque abbia ucciso qualcuno involontariamente.
Ma se uno colpisce un altro con uno strumento di ferro, e ne causa la morte,
quel tale è un omicida; l'omicida dovrà essere punito con la morte. Se lo
colpisce con una pietra che aveva in mano, atta a causare la morte, e il
colpito muore, quel tale è un omicida; l'omicida dovrà essere punito con la
morte. Se lo colpisce con uno strumento di legno che aveva in mano, atto a
causare la morte, e il colpito muore, quel tale è un omicida; l'omicida
dovrà essere punito con la morte. Sarà il vendicatore del sangue colui che
metterà a morte l'omicida; quando lo incontrerà, l'ucciderà. Se uno dà una
spinta a un altro per odio, o gli getta contro qualcosa con premeditazione,
in modo che quello muoia, o lo colpisce per inimicizia con la mano, in modo
che quello muoia, colui che ha colpito dovrà essere punito con la morte: è
un omicida; il vendicatore del sangue ucciderà l'omicida quando lo
incontrerà.
Ma se gli dà una spinta per caso e non per inimicizia, o gli getta contro
qualcosa senza premeditazione, o se, senza vederlo, gli fa cadere addosso
una pietra che possa causare la morte, e quello muore, senza che l'altro gli
fosse nemico o gli volesse fare del male, allora ecco le norme secondo le
quali la comunità giudicherà tra colui che ha colpito e il vendicatore del
sangue. La comunità libererà l'omicida dalle mani del vendicatore del sangue
e lo farà tornare alla città di rifugio dove si era messo in salvo. Qui
abiterà, fino alla morte del sommo sacerdote consacrato con l'olio santo. Ma
se l'omicida esce dai confini della città di rifugio dove aveva trovato
asilo, e se il vendicatore del sangue trova l'omicida fuori dei confini
della sua città di rifugio e l'uccide, il vendicatore del sangue non sarà
responsabile del sangue versato. Poiché l'omicida deve stare nella sua città
di rifugio fino alla morte del sommo sacerdote; ma dopo la morte del sommo
sacerdote, l'omicida potrà tornare nella terra di sua proprietà.
Queste vi servano come norme di diritto, di generazione in generazione,
dovunque abiterete.
(Ge 9:5-6; Es 21:12-14) 2S 21:1-14
«"Se uno uccide un altro, l'omicida sarà messo a morte in seguito a
deposizione di testimoni; ma un unico testimone non basterà per far
condannare a morte una persona.
Non accetterete prezzo di riscatto per la vita di un omicida colpevole e
degno di morte, perché dovrà essere punito con la morte. Non accetterete
prezzo di riscatto che permetta a un omicida di mettersi in salvo nella sua
città di rifugio e di ritornare ad abitare nel paese prima della morte del
sacerdote. Non contaminerete il paese dove sarete, perché il sangue
contamina il paese; non si potrà fare per il paese alcuna espiazione del
sangue che vi sarà stato sparso, se non mediante il sangue di colui che
l'avrà sparso. Non contaminerete dunque il paese che andate ad abitare, e in
mezzo al quale io dimorerò; poiché io sono il SIGNORE che dimoro in mezzo ai
figli d'Israele"».
CAPITOLO 36
Divieto alle fanciulle eredi di sposarsi fuori delle loro tribù
Nu 27:1-11; Gs 17:3-4
I capi famiglia dei figli di Galaad, figlio di Machir, figlio di Manasse,
della famiglia di Giuseppe, si fecero avanti a parlare in presenza di Mosè e
dei capi, i primi delle famiglie degli Israeliti, e dissero: «Il SIGNORE ha
ordinato al mio signore di dare il paese in eredità ai figli d'Israele, a
sorte; il mio signore ha pure ricevuto l'ordine dal SIGNORE di dare
l'eredità di Selofead, nostro fratello, alle sue figlie. Se queste si
sposano con qualcuno dei figli delle altre tribù israelite la loro eredità
sarà detratta dall'eredità dei nostri padri, e aggiunta all'eredità della
tribù nella quale esse saranno entrate; così sarà detratta dall'eredità che
ci è toccata in sorte. E quando verrà il giubileo per i figli d'Israele, la
loro eredità sarà aggiunta a quella della tribù nella quale saranno entrate
e l'eredità loro sarà detratta dall'eredità della tribù dei nostri padri».
Mosè trasmise ai figli d'Israele questi ordini del SIGNORE, e disse: «La
tribù dei figli di Giuseppe dice bene. Questo è quanto il SIGNORE ha
ordinato riguardo alle figlie di Selofead: si sposeranno con chi vorranno,
purché si sposino in una famiglia della tribù dei loro padri. Cosicché,
nessuna eredità, tra i figli d'Israele, passerà da una tribù all'altra,
poiché ciascuno dei figli d'Israele si terrà stretto all'eredità della tribù
dei suoi padri. Ogni giovane donna che possiede un'eredità in una delle
tribù dei figli d'Israele, si sposerà con qualcuno di una famiglia della
tribù di suo padre, affinché ognuno dei figli d'Israele possieda l'eredità
dei suoi padri. Così nessuna eredità passerà da una tribù all'altra, ma
ognuna delle tribù dei figli d'Israele si terrà stretta alla propria
eredità».
Le figlie di Selofead si conformarono all'ordine che il SIGNORE aveva dato a
Mosè. Maala, Tirsa, Cogla, Milca e Noa, figlie di Selofead, si sposarono con
i figli dei loro zii; si sposarono nelle famiglie dei figli di Manasse,
figlio di Giuseppe, e la loro eredità rimase nella tribù della famiglia del
loro padre.
Tali sono i comandamenti e le leggi che il SIGNORE diede ai figli d'Israele
per mezzo di Mosè, nelle pianure di Moab, presso il Giordano, di fronte a
Gerico.