CAPITOLO 1
Genealogia di Gesù Cristo
(1Cr 2:3-15; 3) =Lu 3:23-38 (1Cr 27:11-14; At 13:23)
Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abraamo.
Abraamo generò Isacco; Isacco generò Giacobbe; Giacobbe generò Giuda e i
suoi fratelli; Giuda generò Fares e Zara da Tamar; Fares generò Esrom; Esrom
generò Aram; Aram generò Aminadab; Aminadab generò Naasson; Naasson generò
Salmon; Salmon generò Boos da Raab; Boos generò Obed da Rut; Obed generò
Iesse, e Iesse generò Davide, il re.
Davide generò Salomone da quella che era stata moglie di Uria; Salomone
generò Roboamo; Roboamo generò Abia; Abia generò Asa; Asa generò Giosafat;
Giosafat generò Ioram; Ioram generò Uzzia; Uzzia generò Ioatam; Ioatam
generò Acaz; Acaz generò Ezechia; Ezechia generò Manasse; Manasse generò
Amon; Amon generò Giosia; Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli al tempo
della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel; Salatiel generò
Zorobabel; Zorobabel generò Abiud; Abiud generò Eliachim; Eliachim generò
Azor; Azor generò Sadoc; Sadoc generò Achim; Achim generò Eliud; Eliud
generò Eleàzaro; Eleàzaro generò Mattan; Mattan generò Giacobbe; Giacobbe
generò Giuseppe, il marito di Maria, dalla quale nacque Gesù, che è chiamato
Cristo.
Così, da Abraamo fino a Davide sono in tutto quattordici generazioni; da
Davide fino alla deportazione in Babilonia, quattordici generazioni; e dalla
deportazione in Babilonia fino a Cristo, quattordici generazioni.
Nascita di Gesù Cristo
Lu 1:26-38; Gv 1:1-2, 14 (=Lu 2:1-21; Is 7:14; Ga 4:4)
La nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo.
Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero
venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
Giuseppe, suo marito, che era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, si
propose di lasciarla segretamente. Ma mentre aveva queste cose nell'animo,
un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di
Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in
lei è generato, viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e tu
gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro
peccati».
Tutto ciò avvenne, affinché si adempisse quello che era stato detto dal
Signore per mezzo del profeta:
«La vergine sarà incinta e partorirà un figlio,
al quale sarà posto nome Emmanuele»,
che tradotto vuol dire: «Dio con noi».
Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l'angelo del Signore gli aveva
comandato e prese con sé sua moglie; e non ebbe con lei rapporti coniugali
finché ella non ebbe partorito un figlio; e gli pose nome Gesù.
=Lu 2:22-38 (Nu 24:17; Sl 72:10-11)
Gesù era nato in Betlemme di Giudea, all'epoca del re Erode. Dei magi
d'Oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: «Dov'è il re dei Giudei che è
nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per
adorarlo».
Udito questo, il re Erode fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui. Riuniti
tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informò da loro dove
il Cristo doveva nascere. Essi gli dissero: «In Betlemme di Giudea; poiché
così è stato scritto per mezzo del profeta:
"E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei affatto la minima fra le città principali di Giuda;
perché da te uscirà un principe, che pascerà il mio popolo Israele"».
Allora Erode, chiamati di nascosto i magi, s'informò esattamente da loro del
tempo in cui la stella era apparsa; e, mandandoli a Betlemme, disse loro:
«Andate e chiedete informazioni precise sul bambino e, quando l'avrete
trovato, fatemelo sapere, affinché anch'io vada ad adorarlo».
Essi dunque, udito il re, partirono; e la stella, che avevano vista in
Oriente, andava davanti a loro finché, giunta al luogo dov'era il bambino,
vi si fermò sopra. Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima
gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre;
prostratisi, lo adorarono; e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni:
oro, incenso e mirra. Poi, avvertiti in sogno di non ripassare da Erode,
tornarono al loro paese per un'altra via.
Fuga in Egitto
Es 1:15, ecc.
Dopo che furono partiti, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e
gli disse: «Àlzati, prendi il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e restaci
finché io non te lo dico; perché Erode sta per cercare il bambino per farlo
morire». Egli dunque si alzò, prese di notte il bambino e sua madre, e si
ritirò in Egitto. Là rimase fino alla morte di Erode, affinché si adempisse
quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta: «Fuori d'Egitto
chiamai mio figlio».
Erode fa uccidere i bambini innocenti
Sl 2:2-4, 10-12; 76:11
Allora Erode, vedendosi beffato dai magi, si adirò moltissimo, e mandò a
uccidere tutti i maschi che erano in Betlemme e in tutto il suo territorio
dall'età di due anni in giù, secondo il tempo del quale si era esattamente
informato dai magi. Allora si adempì quello che era stato detto per bocca
del profeta Geremia:
«Un grido si è udito in Rama,
Un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e rifiuta di essere consolata,
perché non sono più».
Giuseppe ritorna dall'Egitto e si stabilisce a Nazaret
=Lu 2:39, ecc.
Dopo la morte di Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe,
in Egitto, e gli disse: «Àlzati, prendi il bambino e sua madre, e va' nel
paese d'Israele; perché sono morti coloro che cercavano di uccidere il
bambino». Egli, alzatosi, prese il bambino e sua madre, e rientrò nel paese
d'Israele. Ma, udito che in Giudea regnava Archelao al posto di Erode, suo
padre, ebbe paura di andare là; e, avvertito in sogno, si ritirò nella
regione della Galilea, e venne ad abitare in una città detta Nazaret,
affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti, che egli
sarebbe stato chiamato Nazareno.
CAPITOLO 3
Predicazione di Giovanni il battista
=(Mr 1:2-8; Lu 3:1-18) At 19:4 (Gv 1:6-8, 15-37)
In quei giorni venne Giovanni il battista, che predicava nel deserto della
Giudea, e diceva: «Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino». Di lui
parlò infatti il profeta Isaia quando disse:
«Voce di uno che grida nel deserto:
"Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri"».
Giovanni aveva un vestito di pelo di cammello e una cintura di cuoio intorno
ai fianchi; e si cibava di cavallette e di miele selvatico. Allora
Gerusalemme, tutta la Giudea e tutto il paese intorno al Giordano
accorrevano a lui; ed erano battezzati da lui nel fiume Giordano,
confessando i loro peccati.
Ma vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro:
«Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire l'ira futura? Fate dunque
dei frutti degni del ravvedimento. Non pensate di dire dentro di voi:
"Abbiamo per padre Abraamo"; perché io vi dico che da queste pietre Dio può
far sorgere dei figli ad Abraamo. Ormai la scure è posta alla radice degli
alberi; ogni albero dunque che non fa buon frutto, viene tagliato e gettato
nel fuoco. Io vi battezzo con acqua, in vista del ravvedimento; ma colui che
viene dopo di me è più forte di me, e io non sono degno di portargli i
calzari; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco. Egli ha il
suo ventilabro in mano, ripulirà interamente la sua aia e raccoglierà il suo
grano nel granaio, ma brucerà la pula con fuoco inestinguibile».
Battesimo di Gesù
=(Mr 1:9-11; Lu 3:21-22) Gv 1:32-34; At 10:38
Allora Gesù dalla Galilea si recò al Giordano da Giovanni per essere da lui
battezzato. Ma questi vi si opponeva dicendo: «Sono io che ho bisogno di
essere battezzato da te, e tu vieni da me?» Ma Gesù gli rispose: «Sia così
ora, poiché conviene che noi adempiamo in questo modo ogni giustizia».
Allora Giovanni lo lasciò fare. Gesù, appena fu battezzato, salì fuori
dall'acqua; ed ecco i cieli si aprirono ed egli vide lo Spirito di Dio
scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dai cieli che
disse: «Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto».
=(Mt 1:12-13; Lu 4:1-13) Ge 3:1-6 (Sl 27:2; Eb 4:15) 1Gv 2:16
Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal
diavolo. E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine
ebbe fame. E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di
Dio, ordina che queste pietre diventino pani». Ma egli rispose: «Sta
scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene
dalla bocca di Dio"».
Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo
del tempio, e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta
scritto:
"Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo,
ed essi ti porteranno sulle loro mani,
perché tu non urti con il piede contro una pietra"».
Gesù gli rispose: «È altresì scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo"».
Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò
tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli: «Tutte queste cose ti
darò, se tu ti prostri e mi adori». Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana,
poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi il culto"».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo
servivano.
Inizio dell'attività di Gesù a Capernaum
=(Mr 1:14-15; Lu 4:14-15) Is 8:23; 9:1
Gesù, udito che Giovanni era stato messo in prigione, si ritirò in Galilea.
E, lasciata Nazaret, venne ad abitare in Capernaum, città sul mare, ai
confini di Zabulon e di Neftali, affinché si adempisse quello che era stato
detto dal profeta Isaia:
«Il paese di Zabulon e il paese di Neftali,
sulla via del mare, di là dal Giordano,
la Galilea dei pagani,
il popolo che stava nelle tenebre,
ha visto una gran luce;
su quelli che erano nella contrada e nell'ombra della morte
una luce si è levata».
Da quel tempo Gesù cominciò a predicare e a dire: «Ravvedetevi, perché il
regno dei cieli è vicino».
Chiamata dei primi discepoli
=(Mr 1:16-20; Lu 5:1-11) 1R 19:19-21; Gv 1:35-51
Mentre camminava lungo il mare della Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone
detto Pietro, e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete in mare,
perché erano pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me e vi farò
pescatori di uomini». Ed essi, lasciate subito le reti, lo seguirono.
Passato oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni, suo
fratello, i quali nella barca con Zebedeo, loro padre, rassettavano le reti;
e li chiamò. Essi, lasciando subito la barca e il padre loro, lo seguirono.
Missione di Gesù in Galilea
Mt 9:35; 8:16-17; Mr 1:32-39; Lu 4:43-44; =6:17-20
Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e
predicando il vangelo del regno, guarendo ogni malattia e ogni infermità tra
il popolo. La sua fama si sparse per tutta la Siria; gli recarono tutti i
malati colpiti da varie infermità e da vari dolori, indemoniati, epilettici,
paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle lo seguirono dalla Galilea, dalla
Decapoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
CAPITOLO 5
Il sermone sul monte, 5-7
Le beatitudini
=Lu 6:20-26; Sl 34:12-20 (De 18:15, 18-19; Is 61:1-3)
Gesù, vedendo le folle, salì sul monte e si mise a sedere. I suoi discepoli
si accostarono a lui, ed egli, aperta la bocca, insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati.
Beati i mansueti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno
saziati.
Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di
Dio.
Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei
cieli.
Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno
contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate,
perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i
profeti che sono stati prima di voi.
Il sale della terra; la luce del mondo
(Mr 4:21-23; Lu 8:16-18; 11:33-36) 1P 2:9-12
«Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo
si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato
dagli uomini. Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte
non può rimanere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto
un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti
quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini,
affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è
nei cieli.
Cristo e la legge antica
(Sl 40:7-11; Ro 8:3-4) Lu 24:44
«Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono
venuto non per abolire ma per portare a compimento. Poiché in verità vi
dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un
apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto. Chi dunque avrà
violato uno di questi minimi comandamenti e avrà così insegnato agli uomini,
sarà chiamato minimo nel regno dei cieli; ma chi li avrà messi in pratica e
insegnati sarà chiamato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico che se
la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei, non
entrerete affatto nel regno dei cieli.
Ingiuria, offerta, perdono
(1Gv 3:15; Lu 12:58-59) Sl 119:96
«Voi avete udito che fu detto agli antichi: "Non uccidere: chiunque avrà
ucciso sarà sottoposto al tribunale"; ma io vi dico: chiunque si adira
contro suo fratello sarà sottoposto al tribunale; e chi avrà detto a suo
fratello: "Raca" sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli avrà detto: "Pazzo!"
sarà condannato alla geenna del fuoco. Se dunque tu stai per offrire la tua
offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di
te, lascia là la tua offerta davanti all'altare, e va' prima a riconciliarti
con tuo fratello; poi vieni a offrire la tua offerta. Fa' presto amichevole
accordo con il tuo avversario mentre sei ancora per via con lui, affinché il
tuo avversario non ti consegni in mano al giudice e il giudice in mano alle
guardie, e tu non venga messo in prigione. Io ti dico in verità che di là
non uscirai, finché tu non abbia pagato l'ultimo centesimo.
Concupiscenza, ripudio, adulterio
(2S 11:2-3; Mr 9:43-48; Ga 5:24) Pr 16:30; Mr 10:2-12 (cfr. Mt 19:3-11; 1Co
7:1-16)
«Voi avete udito che fu detto: "Non commettere adulterio". Ma io vi dico che
chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei
nel suo cuore. Se dunque il tuo occhio destro ti fa cadere in peccato,
cavalo e gettalo via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri
perisca, piuttosto che vada nella geenna tutto il tuo corpo. E se la tua
mano destra ti fa cadere in peccato, tagliala e gettala via da te; poiché è
meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nella
geenna tutto il tuo corpo.
Fu detto: "Chiunque ripudia sua moglie le dia l'atto di ripudio". Ma io vi
dico: chiunque manda via sua moglie, salvo che per motivo di fornicazione,
la fa diventare adultera e chiunque sposa colei che è mandata via commette
adulterio.
Istruzioni sul giuramento
Mt 12:36; 23:16-22; Gm 5:12
«Avete anche udito che fu detto agli antichi: "Non giurare il falso; dà al
Signore quello che gli hai promesso con giuramento". Ma io vi dico: non
giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra,
perché è lo sgabello dei suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città
del gran Re. Non giurare neppure per il tuo capo, poiché tu non puoi far
diventare un solo capello bianco o nero. Ma il vostro parlare sia: "Sì, sì;
no, no"; poiché il di più viene dal maligno.
Amare i propri nemici
=Lu 6:27-36 (Ro 12:17-21)
«Voi avete udito che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente". Ma io
vi dico: non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia
destra, porgigli anche l'altra; e a chi vuol litigare con te e prenderti la
tunica, lasciagli anche il mantello. Se uno ti costringe a fare un miglio,
fanne con lui due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera un prestito da te,
non voltar le spalle.
Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico". Ma
io vi dico: amate i vostri nemici, [benedite coloro che vi maledicono, fate
del bene a quelli che vi odiano,] e pregate per quelli [che vi maltrattano
e] che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei
cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e
fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi
amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se
salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno
anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il
Padre vostro celeste.
CAPITOLO 6
Condanna del formalismo religioso
Lu 12:1-2; Cl 3:23-24
«Guardatevi dal praticare la vostra giustizia davanti agli uomini, per
essere osservati da loro; altrimenti non ne avrete premio presso il Padre
vostro che è nei cieli.
Quando dunque fai l'elemosina, non far sonare la tromba davanti a te, come
fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli
uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. Ma quando
tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra,
affinché la tua elemosina sia fatta in segreto; e il Padre tuo, che vede nel
segreto, te ne darà la ricompensa.
Istruzioni di Gesù sulla preghiera
=Lu 11:1-4; Mt 18:21-35
«Quando pregate, non siate come gli ipocriti; poiché essi amano pregare
stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze per essere visti
dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. Ma
tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la
preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel
segreto, te ne darà la ricompensa.
Nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di
essere esauditi per il gran numero delle loro parole. Non fate dunque come
loro, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che
gliele chiediate. Voi dunque pregate così:
"Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo
regno; sia fatta la tua volontà anche in terra come è fatta in cielo. Dacci
oggi il nostro pane quotidiano; rimettici i nostri debiti come anche noi li
abbiamo rimessi ai nostri debitori; e non ci esporre alla tentazione, ma
liberaci dal maligno. [Perché a te appartengono il regno, la potenza e la
gloria in eterno, amen.]"
Perché se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste
perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre
vostro perdonerà le vostre colpe.
Il digiuno
Is 58:3-8
«E quando digiunate, non abbiate un aspetto malinconico come gli ipocriti;
poiché essi si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano.
Io vi dico in verità: questo è il premio che ne hanno. Ma tu, quando
digiuni, ungiti il capo e lavati la faccia, affinché non appaia agli uomini
che tu digiuni, ma al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede
nel segreto, te ne darà la ricompensa.
Un tesoro in cielo
=(Lu 11:34-36; 12:15-34) 1Ti 6:9-10
«Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e
dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola
né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano. Perché dov'è
il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l'occhio. Se dunque il tuo occhio è limpido, tutto il
tuo corpo sarà illuminato; ma se il tuo occhio è malvagio, tutto il tuo
corpo sarà nelle tenebre. Se dunque la luce che è in te è tenebre, quanto
grandi saranno le tenebre!
Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o
avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio
e Mammona.
Le preoccupazioni
«Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa
mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi
vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in
granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di
loro? E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla
durata della sua vita? E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate
come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure
io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come
uno di loro. Ora se Dio veste in questa maniera l'erba dei campi che oggi è,
e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca
fede? Non siate dunque in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di
che ci vestiremo?" Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma
il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate
prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in
più. Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si
preoccuperà di sé stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.
CAPITOLO 7
Non giudicare gli altri
=Lu 6:37-38, 41-42
«Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il
quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate,
sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo
fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? O, come potrai
tu dire a tuo fratello: "Lascia che io ti tolga dall'occhio la pagliuzza",
mentre la trave è nell'occhio tuo? Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la
trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo
fratello.
Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai
porci, perché non le pestino con le zampe e rivolti contro di voi non vi
sbranino.
La preghiera e il suo esaudimento
=Lu 11:5-13; 18:1-7
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto;
perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa.
Qual è l'uomo tra di voi, il quale, se il figlio gli chiede un pane, gli dia
una pietra? Oppure se gli chiede un pesce, gli dia un serpente? Se dunque
voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più
il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele
domandano!
La regola per eccellenza; le due vie
(Lu 6:31; cfr. Ef 4:32)(cfr. Sl 1) = Lu 13:23-25
«Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele
anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.
Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che
conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Stretta
invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono
quelli che la trovano.
I falsi profeti
Lu 6:43-45 (2Ti 3:5-9; 2P 2:1-3)
«Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da
pecore, ma dentro son lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti. Si
raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così, ogni albero buono
fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non
può fare frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni. Ogni albero
che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco. Li riconoscerete
dunque dai loro frutti.
=(Lu 13:25-28; 6:46-49) Sl 1; Ez 13:10-15
«Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi
fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel
giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in
nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?" Allora
dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me,
malfattori!"
Le due case
(Lu 6:47-49)
«Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà
paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia.
La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno
investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla
roccia. E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà
paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. La
pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno
fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata
grande».
Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, la folla si stupiva del suo
insegnamento, perché egli insegnava loro come uno che ha autorità e non come
i loro scribi.
CAPITOLO 8
Guarigione di un lebbroso
=(Mr 1:40-45; Lu 5:12-16)
Quando egli scese dal monte, una gran folla lo seguì. Ed ecco un lebbroso,
avvicinatosi, gli si prostrò davanti, dicendo: «Signore, se vuoi, tu puoi
purificarmi». Gesù, tesa la mano, lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii
purificato». E in quell'istante egli fu purificato dalla lebbra. Gesù gli
disse: «Guarda di non dirlo a nessuno, ma va', mostrati al sacerdote e fa'
l'offerta che Mosè ha prescritto, e ciò serva loro di testimonianza».
Guarigione del servo di un centurione
=Lu 7:1-10
Quando Gesù fu entrato in Capernaum, un centurione venne da lui, pregandolo
e dicendo: «Signore, il mio servo giace in casa paralitico e soffre
moltissimo». Gesù gli disse: «Io verrò e lo guarirò». Ma il centurione
rispose: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di'
soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anche io sono uomo
sottoposto ad altri e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: "Va'", ed
egli va; e a un altro: "Vieni", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo",
ed egli lo fa». Gesù, udito questo, ne restò meravigliato, e disse a quelli
che lo seguivano: «Io vi dico in verità che in nessuno, in Israele, ho
trovato una fede così grande! E io vi dico che molti verranno da Oriente e
da Occidente e si metteranno a tavola con Abraamo, Isacco e Giacobbe nel
regno dei cieli, ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di
fuori. Là ci sarà pianto e stridor di denti». Gesù disse al centurione: «Va'
e ti sia fatto come hai creduto». E il servitore fu guarito in quella stessa
ora.
Guarigione della suocera di Pietro
=(Mr 1:29-34; Lu 4:38-41)
Poi Gesù, entrato nella casa di Pietro, vide che la suocera di lui era a
letto con la febbre; ed egli le toccò la mano e la febbre la lasciò. Ella si
alzò e si mise a servirlo.
Poi, venuta la sera, gli presentarono molti indemoniati; ed egli, con la
parola, scacciò gli spiriti e guarì tutti i malati, affinché si adempisse
quel che fu detto per bocca del profeta Isaia: «Egli ha preso le nostre
infermità e ha portato le nostre malattie».
Come seguire Gesù
=Lu 9:57-62
Gesù, vedendo una gran folla intorno a sé, comandò che si passasse all'altra
riva. Allora uno scriba, avvicinatosi, gli disse: «Maestro, io ti seguirò
dovunque tu andrai». Gesù gli disse: «Le volpi hanno delle tane e gli
uccelli del cielo hanno dei nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare
il capo». Un altro dei discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare
prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli disse: «Seguimi, e lascia che i
morti seppelliscano i loro morti».
Gesù calma la tempesta
=(Mr 4:35-41; Lu 8:22-25) Sl 107:23-31
Gesù salì sulla barca e i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco si sollevò in
mare una così gran burrasca, che la barca era coperta dalle onde; ma Gesù
dormiva. E i suoi discepoli, avvicinatisi, lo svegliarono dicendo: «Signore,
salvaci, siamo perduti!» Ed egli disse loro: «Perché avete paura, o gente di
poca fede?» Allora, alzatosi, sgridò i venti e il mare, e si fece gran
bonaccia. E quegli uomini si meravigliarono e dicevano: «Che uomo è mai
questo che anche i venti e il mare gli ubbidiscono?»
Guarigione di due indemoniati
=(Mr 5:1-20; Lu 8:26-39) 1Gv 3:8
Quando Gesù fu giunto all'altra riva, nel paese dei Gadareni, gli vennero
incontro due indemoniati, usciti dai sepolcri, così furiosi, che nessuno
poteva passare per quella via. Ed ecco si misero a gridare: «Che c'è fra noi
e te, Figlio di Dio? Sei venuto qua prima del tempo a tormentarci?» Lontano
da loro c'era un gran branco di porci al pascolo. E i demòni lo pregavano
dicendo: «Se tu ci scacci, mandaci in quel branco di porci». Egli disse
loro: «Andate». Ed essi, usciti, se ne andarono nei porci; e tutto il branco
si gettò a precipizio giù nel mare e perirono nell'acqua. Quelli che li
custodivano fuggirono e, andati nella città, raccontarono ogni cosa e il
fatto degli indemoniati. Tutta la città uscì incontro a Gesù e, come lo
videro, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio.
CAPITOLO 9
Guarigione di un paralitico
=(Mr 2:1-12; Lu 5:17-26)
Gesù, entrato in una barca, passò all'altra riva e venne nella sua città. Ed
ecco gli portarono un paralitico disteso sopra un letto. Gesù, veduta la
loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, coraggio, i tuoi peccati ti sono
perdonati». Ed ecco alcuni scribi pensarono dentro di sé: «Costui
bestemmia». Ma Gesù, conosciuti i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose
malvagie nei vostri cuori?» Infatti, che cos'è più facile, dire: «I tuoi
peccati ti sono perdonati», o dire: «Àlzati e cammina?» Ma, affinché
sappiate che il Figlio dell'uomo ha sulla terra autorità di perdonare i
peccati: «Àlzati», disse allora al paralitico, «prendi il tuo letto e
vattene a casa». Il paralitico si alzò e se ne andò a casa sua. Visto ciò,
la folla fu presa da timore e glorificò Dio, che aveva dato tale autorità
agli uomini.
Chiamata di Matteo
=(Mr 2:13-17; Lu 5:27-32) Mt 4:18-22; Sl 113:7
Poi Gesù, partito di là, passando, vide un uomo chiamato Matteo, che sedeva
al banco delle imposte e gli disse: «Seguimi». Ed egli, alzatosi, lo seguì.
Mentre Gesù era a tavola in casa di Matteo, molti pubblicani e «peccatori»
vennero e si misero a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. I farisei,
veduto ciò, dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia con
i pubblicani e con i peccatori?» Ma Gesù, avendoli uditi, disse: «Non sono i
sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Ora andate e imparate che
cosa significhi: "Voglio misericordia e non sacrificio"; poiché io non sono
venuto a chiamar dei giusti, ma dei peccatori».
Il digiuno; parabole della stoffa nuova e degli otri nuovi
=(Mr 2:18-22; Lu 5:33-39)
Allora si avvicinarono a lui i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché
noi e i farisei digiuniamo, e i tuoi discepoli non digiunano?» Gesù disse
loro: «Possono gli amici dello sposo far cordoglio finché lo sposo è con
loro? Ma verranno i giorni che lo sposo sarà loro tolto, e allora
digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa nuova sopra un vestito
vecchio; perché quella toppa porta via qualcosa dal vestito vecchio e lo
strappo si fa peggiore. Neppure si mette vino nuovo in otri vecchi;
altrimenti gli otri scoppiano, il vino si spande e gli otri si perdono; ma
si mette il vino nuovo in otri nuovi e l'uno e gli altri si conservano».
Gesù guarisce una donna e risuscita la figlia di Iairo
=(Mr 5:22-43; Lu 8:41-56) Gv 5:21, 28
Mentre egli diceva loro queste cose, uno dei capi della sinagoga,
avvicinatosi, s'inchinò davanti a lui e gli disse: «Mia figlia è morta or
ora; ma vieni, posa la mano su di lei ed ella vivrà». Gesù, alzatosi, lo
seguiva con i suoi discepoli.
Ed ecco una donna, malata di un flusso di sangue da dodici anni,
avvicinatasi da dietro, gli toccò il lembo della veste, perché diceva fra
sé: «Se riesco a toccare almeno la sua veste, sarò guarita». Gesù si voltò,
la vide, e disse: «Coraggio, figliola; la tua fede ti ha guarita». Da quell'ora
la donna fu guarita. Quando Gesù giunse alla casa del capo della sinagoga e
vide i sonatori di flauto e la folla che faceva grande strepito, disse loro:
«Allontanatevi, perché la bambina non è morta, ma dorme». Ed essi ridevano
di lui. Ma quando la folla fu messa fuori, egli entrò, prese la bambina per
la mano ed ella si alzò. E se ne divulgò la fama per tutto quel paese.
Guarigione di due ciechi e di un indemoniato muto
Mr 8:22-26; 10:46-53; Is 35:5
Come Gesù partiva di là, due ciechi lo seguirono, dicendo ad alta voce:
«Abbi pietà di noi, Figlio di Davide!» Quando egli fu entrato nella casa,
quei ciechi si avvicinarono a lui. Gesù disse loro: «Credete voi che io
possa far questo?» Essi gli risposero: «Sì, Signore». Allora toccò loro gli
occhi dicendo: «Vi sia fatto secondo la vostra fede». E gli occhi loro
furono aperti. E Gesù fece loro un severo divieto, dicendo: «Guardate che
nessuno lo sappia». Ma quelli, usciti fuori, sparsero la fama di lui per
tutto quel paese.
Mt 12:22-37; Is 35:6
Mentre quei ciechi uscivano, gli fu presentato un uomo muto e indemoniato.
Scacciato che fu il demonio, il muto parlò. E la folla si meravigliava
dicendo: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele». Ma i farisei
dicevano: «Egli scaccia i demòni con l'aiuto del principe dei demòni».
Compassione di Gesù per la folla
Mr 6:34 (Mt 4:23-25; At 10:38)
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro
sinagoghe, predicando il vangelo del regno e guarendo ogni malattia e ogni
infermità.
Vedendo le folle, ne ebbe compassione, perché erano stanche e sfinite come
pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La mèsse è
grande, ma pochi sono gli operai. Pregate dunque il Signore della mèsse che
mandi degli operai nella sua mèsse».
CAPITOLO 10
La missione dei dodici apostoli
=(Mr 3:13-19; 6:7-11; Lu 6:12-16; 9:1-5) Lu 10:1-12; At 1:13
Poi, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro il potere di
scacciare gli spiriti immondi e di guarire qualunque malattia e qualunque
infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono questi: il primo, Simone detto Pietro, e
Andrea suo fratello; Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello; Filippo e
Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo d'Alfeo e Taddeo; Simone
il Cananeo e Giuda l'Iscariota, quello stesso che poi lo tradì.
Questi sono i dodici che Gesù mandò, dando loro queste istruzioni:
«Non andate tra i pagani e non entrate in nessuna città dei Samaritani, ma
andate piuttosto verso le pecore perdute della casa d'Israele. Andando,
predicate e dite: "Il regno dei cieli è vicino". Guarite gli ammalati,
risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni;
gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non provvedetevi d'oro, né
d'argento, né di rame nelle vostre cinture, né di sacca da viaggio, né di
due tuniche, né di calzari, né di bastone, perché l'operaio è degno del suo
nutrimento.
In qualunque città o villaggio sarete entrati, informatevi se vi sia là
qualcuno degno di ospitarvi, e abitate da lui finché partirete. Quando
entrerete nella casa, salutate. Se quella casa ne è degna, venga la vostra
pace su di essa; se invece non ne è degna, la vostra pace torni a voi. Se
qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o
da quella città, scotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico che
il paese di Sodoma e di Gomorra, nel giorno del giudizio, sarà trattato con
meno rigore di quella città.
Le persecuzioni imminenti
Lu 12:4-12, 51-53; 14:26-33; 21:12-17
«Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come
i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini; perché vi
metteranno in mano ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e
sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per servire di
testimonianza davanti a loro e ai pagani. Ma quando vi metteranno nelle loro
mani, non preoccupatevi di come parlerete o di quello che dovrete dire;
perché in quel momento stesso vi sarà dato ciò che dovrete dire. Poiché non
siete voi che parlate, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello darà il fratello a morte, e il padre il figlio; i figli
insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. Sarete odiati da tutti a
causa del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.
Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; perché io vi
dico in verità che non avrete finito di percorrere le città d'Israele, prima
che il Figlio dell'uomo sia venuto.
Un discepolo non è superiore al maestro, né un servo superiore al suo
signore. Basti al discepolo essere come il suo maestro e al servo essere
come il suo signore. Se hanno chiamato Belzebù il padrone, quanto più
chiameranno così quelli di casa sua! Non li temete dunque; perché non c'è
niente di nascosto che non debba essere scoperto, né di occulto che non
debba essere conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre, ditelo nella
luce; e quello che udite dettovi all'orecchio, predicatelo sui tetti. E non
temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete
piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna. Due
passeri non si vendono per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra
senza il volere del Padre vostro. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro
capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi valete più di molti passeri.
Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io riconoscerò lui
davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli
uomini, anch'io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli.
Non pensate che io sia venuto a metter pace sulla terra; non sono venuto a
metter pace, ma spada. Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre,
la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell'uomo saranno
quelli stessi di casa sua. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di
me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. Chi non prende
la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me. Chi avrà trovato la
sua vita la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la
troverà.
Mt 25:34-40
«Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato.
Chi riceve un profeta come profeta, riceverà premio di profeta; e chi riceve
un giusto come giusto, riceverà premio di giusto. E chi avrà dato da bere
anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è un
mio discepolo, io vi dico in verità che non perderà affatto il suo premio».
CAPITOLO 11
L'ambasciata di Giovanni il battista
=Lu 7:18-23 (Gv 5:36; Is 35:4-6; 61:1-3)
Quando ebbe finito di dare le sue istruzioni ai suoi dodici discepoli, Gesù
se ne andò di là per insegnare e predicare nelle loro città.
Giovanni, avendo nella prigione udito parlare delle opere del Cristo, mandò
a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: «Sei tu colui che deve venire, o
dobbiamo aspettare un altro?» Gesù rispose loro: «Andate a riferire a
Giovanni quello che udite e vedete: i ciechi ricuperano la vista e gli zoppi
camminano; i lebbrosi sono purificati e i sordi odono; i morti risuscitano e
il vangelo è annunciato ai poveri. Beato colui che non si sarà scandalizzato
di me!»
=Lu 7:24-35
Mentre essi se ne andavano, Gesù cominciò a parlare di Giovanni alla folla:
«Che cosa andaste a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? Ma che
cosa andaste a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Quelli che portano
delle vesti morbide stanno nei palazzi dei re. Ma perché andaste? Per vedere
un profeta? Sì, vi dico, e più che profeta. Egli è colui del quale è
scritto:
"Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero
per preparare la tua via davanti a te".
In verità io vi dico, che fra i nati di donna non è sorto nessuno maggiore
di Giovanni il battista; eppure il più piccolo nel regno dei cieli è più
grande di lui. Dai giorni di Giovanni il battista fino a ora, il regno dei
cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono. Poiché tutti i
profeti e la legge hanno profetizzato fino a Giovanni. Se lo volete
accettare, egli è l'Elia che doveva venire. Chi ha orecchi per udire oda.
Ma a chi paragonerò questa generazione? È simile ai bambini seduti nelle
piazze che gridano ai loro compagni e dicono: "Vi abbiamo sonato il flauto e
non avete ballato; abbiamo cantato dei lamenti e non avete pianto". Difatti
è venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: "Ha un demonio!" È
venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: "Ecco un mangione e
un beone, un amico dei pubblicani e dei «peccatori»!" Ma la sapienza è stata
giustificata dalle sue opere».
Gesù rimprovera le città impenitenti
=Lu 10:10-16; 12:47-48
Allora egli prese a rimproverare le città nelle quali era stata fatta la
maggior parte delle sue opere potenti, perché non si erano ravvedute: «Guai
a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! perché se in Tiro e Sidone fossero state
fatte le opere potenti compiute tra di voi, già da molto tempo si sarebbero
pentite, con cilicio e cenere. Perciò vi dichiaro che nel giorno del
giudizio la sorte di Tiro e di Sidone sarà più tollerabile della vostra. E
tu, o Capernaum, sarai forse innalzata fino al cielo? No, tu scenderai fino
al soggiorno dei morti. Perché se in Sodoma fossero state fatte le opere
potenti compiute in te, essa sarebbe durata fino ad oggi. Perciò, vi
dichiaro, nel giorno del giudizio la sorte del paese di Sodoma sarà più
tollerabile della tua».
La relazione personale del discepolo con il suo Signore
=Lu 10:17-22; 1:51-53; 1Co 1:26-29; Is 55:1-3
In quel tempo Gesù prese a dire: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del
cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli
intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così ti è
piaciuto. Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno conosce
il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio, e
colui al quale il Figlio voglia rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo.
Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e
umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio
giogo è dolce e il mio carico è leggero».
CAPITOLO 12
Gesù, Signore del sabato
=(Mr 2:23-28; Lu 6:1-5) Mt 11:30
In quel tempo Gesù attraversò di sabato dei campi di grano; e i suoi
discepoli ebbero fame e si misero a strappare delle spighe e a mangiare. I
farisei, veduto ciò, gli dissero: «Vedi! i tuoi discepoli fanno quello che
non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello
che fece Davide, quando ebbe fame, egli insieme a coloro che erano con lui?
Come egli entrò nella casa di Dio e come mangiarono i pani di presentazione
che non era lecito mangiare né a lui, né a quelli che erano con lui, ma
solamente ai sacerdoti? O non avete letto nella legge che ogni sabato i
sacerdoti nel tempio violano il sabato e non ne sono colpevoli? Ora io vi
dico che c'è qui qualcosa di più grande del tempio. Se sapeste che cosa
significa: "Voglio misericordia e non sacrificio", non avreste condannato
gli innocenti; perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato».
Guarigione di un uomo dalla mano paralizzata; il giorno del sabato
Mr 3:1-6; Lu 6:6-11
Poi se ne andò, e giunse nella loro sinagoga dove c'era un uomo che aveva
una mano paralizzata. Allora essi, per poterlo accusare, fecero a Gesù
questa domanda: «È lecito far guarigioni in giorno di sabato?» Ed egli disse
loro: «Chi è colui tra di voi che, avendo una pecora, se questa cade in
giorno di sabato in una fossa, non la prenda e la tiri fuori? Certo un uomo
vale molto più di una pecora! È dunque lecito far del bene in giorno di
sabato». Allora disse a quell'uomo: «Stendi la tua mano». Ed egli la stese,
e la mano divenne sana come l'altra.
Numerose guarigioni
=Mr 3:7-12 (Is 42:1-4); Lu 6:17-19
I farisei, usciti, tennero consiglio contro di lui, per farlo morire. Ma
Gesù, saputolo, si allontanò di là; molti lo seguirono ed egli li guarì
tutti; e ordinò loro di non divulgarlo, affinché si adempisse quanto era
stato detto per bocca del profeta Isaia:
«Ecco il mio servitore che ho scelto; il mio diletto, in cui l'anima mia si
è compiaciuta.
Io metterò lo Spirito mio sopra di lui,
ed egli annuncerà la giustizia alle genti.
Non contenderà, né griderà
e nessuno udrà la sua voce sulle piazze.
Egli non triterà la canna rotta
e non spegnerà il lucignolo fumante,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia.
E nel nome di lui le genti spereranno».
I farisei accusano Gesù
(Mr 3:20-27) Lu 11:14-23
Allora gli fu presentato un indemoniato, cieco e muto; ed egli lo guarì, in
modo che il muto parlava e vedeva. E tutta la folla stupiva e diceva: «Non è
questi il Figlio di Davide?»
Ma i farisei, udendo ciò, dissero: «Costui non scaccia i demòni se non per
l'aiuto di Belzebù, principe dei demòni». Gesù, conoscendo i loro pensieri,
disse loro: «Ogni regno diviso contro sé stesso va in rovina; e ogni città o
casa divisa contro sé stessa non potrà reggere. Se Satana scaccia Satana,
egli è diviso contro sé stesso; come dunque potrà sussistere il suo regno? E
se io scaccio i demòni con l'aiuto di Belzebù, con l'aiuto di chi li
scacciano i vostri figli? Per questo, essi stessi saranno i vostri giudici.
Ma se è con l'aiuto dello Spirito di Dio che io scaccio i demòni, è dunque
giunto fino a voi il regno di Dio. Come può uno entrare nella casa dell'uomo
forte e rubargli la sua roba, se prima non lega l'uomo forte? Allora
soltanto gli saccheggerà la casa. Chi non è con me è contro di me; e chi non
raccoglie con me, disperde.
Il peccato imperdonabile; la bestemmia contro lo Spirito Santo
Mr 3:28-30; Eb 6:4-8; 10:26-29
«Perciò io vi dico: ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma
la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parli contro
il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito
Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro. O fate
l'albero buono e buono pure il suo frutto, o fate l'albero cattivo e cattivo
pure il suo frutto; perché dal frutto si conosce l'albero. Razza di vipere,
come potete dir cose buone, essendo malvagi? Poiché dall'abbondanza del
cuore la bocca parla. L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone; e
l'uomo malvagio dal suo malvagio tesoro trae cose malvagie. Io vi dico che
di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel
giorno del giudizio; poiché in base alle tue parole sarai giustificato, e in
base alle tue parole sarai condannato».
Il segno di Giona; la regina di Saba
=Lu 11:29-32 (Mt 16:1-4; 11:20-24; 23:32-38)(cfr. Gn 2:1; 2Cr 9:1-12)
Allora alcuni scribi e farisei presero a dirgli: «Maestro, noi vorremmo
vederti fare un segno». Ma egli rispose loro: «Questa generazione malvagia e
adultera chiede un segno; e segno non le sarà dato, tranne il segno del
profeta Giona. Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e
tre notti, così il Figlio dell'uomo starà nel cuore della terra tre giorni e
tre notti. I Niniviti compariranno nel giudizio con questa generazione e la
condanneranno, perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco,
qui c'è più che Giona! La regina del mezzogiorno comparirà nel giudizio con
questa generazione e la condannerà; perché ella venne dalle estremità della
terra per udire la sapienza di Salomone; ed ecco, qui c'è più che Salomone!
Il ritorno dello spirito immondo
(Lu 11:24-26)
«Quando lo spirito immondo esce da un uomo, si aggira per luoghi aridi
cercando riposo e non lo trova. Allora dice: "Ritornerò nella mia casa da
dove sono uscito"; e quando ci arriva, la trova vuota, spazzata e adorna.
Allora va e prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali,
entrati, vi prendono dimora; e l'ultima condizione di quell'uomo diventa
peggiore della prima. Così avverrà anche a questa malvagia generazione».
La madre e i fratelli di Gesù
=(Mr 3:31-35; Lu 8:19-21) Eb 2:11-13
Mentre Gesù parlava ancora alle folle, ecco sua madre e i suoi fratelli che,
fermatisi di fuori, cercavano di parlargli. [E uno gli disse: «Tua madre e i
tuoi fratelli sono là fuori che cercano di parlarti».] Ma egli rispose a
colui che gli parlava: «Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?» E,
stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei
fratelli! Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei
cieli, mi è fratello e sorella e madre».
CAPITOLO 13
Le parabole del regno dei cieli; il seminatore e i diversi terreni
=(Mr 4:1-20; Lu 8:4-15) 1Co 3:9
In quel giorno Gesù, uscito di casa, si mise a sedere presso il mare; e una
grande folla si radunò intorno a lui; cosicché egli, salito su una barca, vi
sedette; e tutta la folla stava sulla riva. Egli insegnò loro molte cose in
parabole, dicendo:
«Il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte del seme cadde
lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono. Un'altra cadde in
luoghi rocciosi dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non
aveva terreno profondo; ma, levatosi il sole, fu bruciata; e, non avendo
radice, inaridì. Un'altra cadde tra le spine; e le spine crebbero e la
soffocarono. Un'altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando il
cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi [per udire] oda».
Allora i discepoli si avvicinarono e gli dissero: «Perché parli loro in
parabole?» Egli rispose loro: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri
del regno dei cieli; ma a loro non è dato. Perché a chiunque ha sarà dato, e
sarà nell'abbondanza; ma a chiunque non ha sarà tolto anche quello che ha.
Per questo parlo loro in parabole, perché, vedendo, non vedono; e udendo,
non odono né comprendono. E si adempie in loro la profezia d'Isaia che dice:
"Udrete con i vostri orecchi e non comprenderete;
guarderete con i vostri occhi e non vedrete;
perché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile:
sono diventati duri d'orecchi e hanno chiuso gli occhi,
per non rischiare di vedere con gli occhi e di udire con gli orecchi,
e di comprendere con il cuore
e di convertirsi, perché io li guarisca".
Ma beati gli occhi vostri, perché vedono; e i vostri orecchi, perché odono!
In verità io vi dico che molti profeti e giusti desiderarono vedere le cose
che voi vedete, e non le videro; e udire le cose che voi udite, e non le
udirono.
Spiegazione della parabola del seminatore
«Voi dunque ascoltate che cosa significhi la parabola del seminatore! Tutte
le volte che uno ode la parola del regno e non la comprende, viene il
maligno e porta via quello che è stato seminato nel cuore di lui: questi è
colui che ha ricevuto il seme lungo la strada. Quello che ha ricevuto il
seme in luoghi rocciosi, è colui che ode la parola e subito la riceve con
gioia, però non ha radice in sé ed è di corta durata; e quando giunge la
tribolazione o persecuzione a motivo della parola, è subito sviato. Quello
che ha ricevuto il seme tra le spine è colui che ode la parola; poi gli
impegni mondani e l'inganno delle ricchezze soffocano la parola che rimane
infruttuosa. Ma quello che ha ricevuto il seme in buona terra, è colui che
ode la parola e la comprende; egli porta del frutto e, così, l'uno rende il
cento, l'altro il sessanta e l'altro il trenta».
Le zizzanie e il buon seme
v. 36-43, 47-50; 1Co 3:9; 4:5
Egli propose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a
un uomo che aveva seminato buon seme nel suo campo. Ma mentre gli uomini
dormivano, venne il suo nemico e seminò le zizzanie in mezzo al grano e se
ne andò. Quando l'erba germogliò ed ebbe fatto frutto, allora apparvero
anche le zizzanie. E i servi del padrone di casa vennero a dirgli: "Signore,
non avevi seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c'è della
zizzania?" Egli disse loro: "Un nemico ha fatto questo". I servi gli
dissero: "Vuoi che andiamo a coglierla?" Ma egli rispose: "No, affinché,
cogliendo le zizzanie, non sradichiate insieme con esse il grano. Lasciate
che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura; e, al tempo della
mèsse, dirò ai mietitori: Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci
per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio"».
Il granello di senape
=(Mr 4:30-34; Lu 13:18-21) Da 2:34-35; Ez 47:1-9; Za 4:10
Egli propose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a
un granello di senape che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il
più piccolo di tutti i semi; ma, quand'è cresciuto, è maggiore dei legumi e
diventa un albero; tanto che gli uccelli del cielo vengono a ripararsi tra i
suoi rami».
Il lievito
Disse loro un'altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito che
una donna prende e nasconde in tre misure di farina, finché la pasta sia
tutta lievitata».
Tutte queste cose disse Gesù in parabole alle folle e senza parabole non
diceva loro nulla, affinché si adempisse quello che era stato detto per
mezzo del profeta:
«Aprirò in parabole la mia bocca; proclamerò cose nascoste fin dalla
fondazione del mondo».
Spiegazione della parabola delle zizzanie
v. 24-30, 47-50
Allora Gesù, lasciate le folle, tornò a casa; e i suoi discepoli gli si
avvicinarono, dicendo: «Spiegaci la parabola delle zizzanie nel campo». Egli
rispose loro: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo; il campo
è il mondo; il buon seme sono i figli del regno; le zizzanie sono i figli
del maligno; il nemico che le ha seminate, è il diavolo; la mietitura è la
fine dell'età presente; i mietitori sono angeli. Come dunque si raccolgono
le zizzanie e si bruciano con il fuoco, così avverrà alla fine dell'età
presente. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal
suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l'iniquità, e li
getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti.
Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha
orecchi [per udire] oda.
Il tesoro nascosto
Fl 3:7-11; Eb 11:24-26
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo, che un uomo,
dopo averlo trovato, nasconde; e per la gioia che ne ha, va e vende tutto
quello che ha, e compra quel campo.
La perla di gran valore
«Il regno dei cieli è anche simile a un mercante che va in cerca di belle
perle; e, trovata una perla di gran valore, se n'è andato, ha venduto tutto
quello che aveva, e l'ha comperata.
La rete
v. 24-30, 36-43
«Il regno dei cieli è anche simile a una rete che, gettata in mare, ha
raccolto ogni genere di pesci; quando è piena, i pescatori la traggono a
riva, poi si mettono a sedere e raccolgono il buono in vasi, e buttano via
quello che non vale nulla. Così avverrà alla fine dell'età presente.
Verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti e li getteranno
nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti.
Avete capito tutte queste cose?» Essi risposero: «Sì».
Il padrone di casa
Allora disse loro: «Per questo, ogni scriba che diventa un discepolo del
regno dei cieli è simile a un padrone di casa il quale tira fuori dal suo
tesoro cose nuove e cose vecchie».
Gesù a Nazaret
=Mr 6:1-6 (Lu 4:16-30); Gv 1:11
Quando Gesù ebbe finito queste parabole, partì di là. Recatosi nella sua
patria, insegnava nella loro sinagoga, così che stupivano e dicevano: «Da
dove gli vengono tanta sapienza e queste opere potenti? Non è questi il
figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli,
Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte tra di
noi? Da dove gli vengono tutte queste cose?» E si scandalizzavano a causa di
lui.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria e in
casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molte opere
potenti.
CAPITOLO 14
Martirio di Giovanni il battista
=(Mr 6:14-29; Lu 9:7-9)
In quel tempo Erode il tetrarca udì la fama di Gesù, e disse ai suoi
servitori: «Costui è Giovanni il battista! Egli è risuscitato dai morti;
perciò agiscono in lui le potenze miracolose».
Perché Erode, fatto arrestare Giovanni, lo aveva incatenato e messo in
prigione a motivo di Erodiada, moglie di Filippo suo fratello; perché
Giovanni gli diceva: «Non ti è lecito averla». E benché desiderasse farlo
morire, temette la folla che lo considerava un profeta. Mentre si celebrava
il compleanno di Erode, la figlia di Erodiada ballò nel convito e piacque a
Erode; ed egli promise con giuramento di darle tutto quello che avrebbe
richiesto. Ella, spintavi da sua madre, disse: «Dammi qui, su un piatto, la
testa di Giovanni il battista». Il re ne fu rattristato ma, a motivo dei
giuramenti e degli invitati, comandò che le fosse data, e mandò a decapitare
Giovanni in prigione. La sua testa fu portata su un piatto e data alla
fanciulla, che la portò a sua madre. E i discepoli di Giovanni andarono a
prenderne il corpo e lo seppellirono; poi vennero a informare Gesù.
Moltiplicazione dei pani per cinquemila uomini
=(Mr 6:30-44; Lu 9:10-17; Gv 6:1-14) Fl 4:19
Udito ciò, Gesù si ritirò di là in barca verso un luogo deserto, in
disparte; le folle, saputolo, lo seguirono a piedi dalle città. Gesù,
smontato dalla barca, vide una gran folla; ne ebbe compassione e ne guarì
gli ammalati.
Facendosi sera, i suoi discepoli si avvicinarono a lui e gli dissero: «Il
luogo è deserto e l'ora è già passata; lascia dunque andare la folla nei
villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non hanno bisogno di
andarsene; date loro voi da mangiare!» Essi gli risposero: «Non abbiamo qui
altro che cinque pani e due pesci». Egli disse: «Portatemeli qua». Dopo aver
ordinato alla folla di accomodarsi sull'erba, prese i cinque pani e i due
pesci e, alzati gli occhi verso il cielo, rese grazie; poi, spezzati i pani,
li diede ai discepoli e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono e furono
sazi; e si portarono via, dei pezzi avanzati, dodici ceste piene. E quelli
che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, oltre alle donne e ai
bambini.
Gesù cammina sul mare; guarigioni a Gennesaret
=(Mr 6:45-46; Gv 6:15-21) Mt 8:23-27
Subito dopo, Gesù obbligò i suoi discepoli a salire sulla barca e a
precederlo sull'altra riva, mentre egli avrebbe congedato la gente. Dopo
aver congedato la folla, si ritirò in disparte sul monte a pregare. E,
venuta la sera, se ne stava lassù tutto solo.
Frattanto la barca, già di molti stadi lontana da terra, era sbattuta dalle
onde, perché il vento era contrario. Ma alla quarta vigilia della notte,
Gesù andò verso di loro, camminando sul mare. E i discepoli, vedendolo
camminare sul mare, si turbarono e dissero: «È un fantasma!» E dalla paura
gridarono. Ma subito Gesù parlò loro e disse: «Coraggio, sono io; non
abbiate paura!» Pietro gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire
da te sull'acqua». Egli disse: «Vieni!» E Pietro, sceso dalla barca, camminò
sull'acqua e andò verso Gesù. Ma, vedendo il vento, ebbe paura e,
cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!» Subito Gesù, stesa la
mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?» E,
quando furono saliti sulla barca, il vento si calmò. Allora quelli che erano
nella barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Veramente tu sei Figlio
di Dio!»
Passati all'altra riva, vennero nel paese di Gennesaret. E la gente di quel
luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia per tutto il paese all'intorno,
e gli presentarono tutti i malati, e lo pregavano che lasciasse loro toccare
almeno il lembo della sua veste; e tutti quelli che lo toccarono furono
guariti.
CAPITOLO 15
I farisei e la tradizione
=(Mr 7:1-13) Lu 11:37-41
Allora vennero a Gesù da Gerusalemme dei farisei e degli scribi, e gli
dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli
antichi? poiché non si lavano le mani quando prendono cibo». Ma egli rispose
loro: «E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio a motivo della
vostra tradizione? Dio, infatti, ha detto: "Onora tuo padre e tua madre"; e:
"Chi maledice padre o madre sia punito con la morte". Voi, invece, dite: "Se
uno dice a suo padre o a sua madre: «Quello con cui potrei assisterti è dato
in offerta a Dio», egli non è più obbligato a onorare suo padre o sua
madre". Così avete annullato la parola di Dio a motivo della vostra
tradizione. Ipocriti, ben profetizzò Isaia di voi quando disse:
"Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il loro cuore è lontano da me.
Invano mi rendono il loro culto,
insegnando dottrine che sono precetti d'uomini"».
Giudizio sul cuore umano
=Mr 7:14-23 (Pr 4:23; Ga 5:19-21; Sl 51:12)
Chiamata a sé la folla, disse loro: «Ascoltate e intendete: non quello che
entra nella bocca contamina l'uomo; ma è quello che esce dalla bocca, che
contamina l'uomo!»
Allora i suoi discepoli si avvicinarono e gli dissero: «Sai che i farisei,
quando hanno udito questo discorso, ne sono rimasti scandalizzati?» Egli
rispose loro: «Ogni pianta che il Padre mio celeste non ha piantata, sarà
sradicata. Lasciateli; sono ciechi, guide di ciechi; ora se un cieco guida
un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso». Pietro allora gli disse:
«Spiegaci la parabola». E Gesù disse: «Anche voi siete ancora incapaci di
comprendere? Non capite che tutto quello che entra nella bocca va nel ventre
ed è poi espulso nella latrina? Ma ciò che esce dalla bocca viene dal cuore,
ed è quello che contamina l'uomo. Poiché dal cuore vengono pensieri malvagi,
omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni.
Queste sono le cose che contaminano l'uomo; ma il mangiare con le mani non
lavate non contamina l'uomo».
Gesù e la donna cananea
=(Mr 7:24-30) Ge 32:24-29; Sl 123:2
Partito di là, Gesù si ritirò nel territorio di Tiro e di Sidone. Ed ecco
una donna cananea di quei luoghi venne fuori e si mise a gridare: «Abbi
pietà di me, Signore, Figlio di Davide. Mia figlia è gravemente tormentata
da un demonio». Ma egli non le rispose parola. E i suoi discepoli si
avvicinarono e lo pregavano dicendo: «Mandala via, perché ci grida dietro».
Ma egli rispose: «Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della
casa d'Israele». Ella però venne e gli si prostrò davanti, dicendo:
«Signore, aiutami!» Gesù rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per
buttarlo ai cagnolini». Ma ella disse: «Dici bene, Signore, eppure anche i
cagnolini mangiano delle brìciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le disse: «Donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi».
E da quel momento sua figlia fu guarita.
Altre guarigioni
=Mr 7:31-37
Partito di là, Gesù venne presso il mare di Galilea e, salito sul monte, se
ne stava seduto lassù, e gli si avvicinò una grande folla che aveva con sé
degli zoppi, dei ciechi, dei muti, degli storpi e molti altri malati; li
deposero ai suoi piedi, e Gesù li guarì. La folla restò piena di stupore nel
vedere che i muti parlavano, gli storpi erano guariti, gli zoppi
camminavano, i ciechi vedevano, e diede gloria al Dio d'Israele.
Moltiplicazione dei pani per quattromila uomini
=(Mr 8:1-9) Mt 14:15-21
Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse: «Io ho pietà di questa folla;
perché già da tre giorni sta con me e non ha da mangiare; non voglio
rimandarli digiuni, affinché non vengano meno per via». I discepoli gli
dissero: «Dove potremmo trovare, in un luogo deserto, tanti pani da saziare
una così gran folla?» Gesù chiese loro: «Quanti pani avete?» Essi risposero:
«Sette, e pochi pesciolini». Allora egli ordinò alla folla di accomodarsi
per terra. Poi prese i sette pani e i pesci; e, dopo aver reso grazie, li
spezzò e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. E tutti mangiarono
e furono saziati; e, dei pezzi avanzati, si raccolsero sette panieri pieni.
Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne
e i bambini.
E Gesù, dopo aver congedato la folla, salì nella barca e andò al paese di
Magadan.
CAPITOLO 16
Gesù rimprovera i farisei
=(Mr 8:11-21) Mt 12:38-42; Lu 12:1-15
I farisei e i sadducei si avvicinarono a lui per metterlo alla prova e gli
chiesero di mostrar loro un segno dal cielo. Ma egli rispose: «Quando si fa
sera, voi dite: "Bel tempo, perché il cielo rosseggia!" e la mattina dite:
"Oggi tempesta, perché il cielo rosseggia cupo!" L'aspetto del cielo lo
sapete dunque discernere, e i segni dei tempi non riuscite a discernerli?
Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno, e segno non le sarà
dato se non quello di Giona». E, lasciatili, se ne andò.
I discepoli, passati all'altra riva, si erano dimenticati di prendere dei
pani. E Gesù disse loro: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei e dei
sadducei». Ed essi ragionavano tra di loro e dicevano: «Egli parla così,
perché non abbiamo preso dei pani». Ma Gesù se ne accorse e disse: «Gente di
poca fede, perché discutete tra di voi del fatto di non aver pane? Non
capite ancora? Non vi ricordate dei cinque pani dei cinquemila uomini e
quante ceste ne portaste via? Né dei sette pani dei quattromila uomini e
quanti panieri ne portaste via? Come mai non capite che non è di pani che io
vi parlavo? Ma guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei». Allora
capirono che non aveva loro detto di guardarsi dal lievito del pane, ma
dall'insegnamento dei farisei e dei sadducei.
Pietro riconosce in Gesù il Cristo
=(Mr 8:27-30; Lu 9:18-21) Gv 6:67-71
Poi Gesù, giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi
discepoli: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo?» Essi risposero:
«Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei
profeti». Ed egli disse loro: «E voi, chi dite che io sia?» Simon Pietro
rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non
la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei
cieli. E anch'io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la
mia chiesa, e le porte del soggiorno dei morti non la potranno vincere. Io
ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà
legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei
cieli». Allora ordinò ai suoi discepoli di non dire a nessuno che egli era
il Cristo.
Gesù annuncia la sua morte e la sua risurrezione
=(Mr 8:31-9:1; Lu 9:22-27)
Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a
Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei
sacerdoti, degli scribi, ed essere ucciso, e risuscitare il terzo giorno.
Pietro, trattolo da parte, cominciò a rimproverarlo, dicendo: «Dio non
voglia, Signore! Questo non ti avverrà mai». Ma Gesù, voltatosi, disse a
Pietro: «Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo. Tu non hai il
senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini».
Il prezzo del discepolato
Lu 14:25-27
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno vuol venire dietro a me,
rinunzi a sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà
salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor
mio, la troverà. Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il
mondo, perde poi l'anima sua? O che darà l'uomo in cambio dell'anima sua?
Perché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi
angeli, e allora renderà a ciascuno secondo l'opera sua. In verità vi dico
che alcuni di coloro che sono qui presenti non gusteranno la morte, finché
non abbiano visto il Figlio dell'uomo venire nel suo regno».
=(Mr 9:2-13; Lu 9:28-36; 2P 1:16-18) Ap 1:12-18
Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello,
e li condusse sopra un alto monte, in disparte. E fu trasfigurato davanti a
loro; la sua faccia risplendette come il sole e i suoi vestiti divennero
candidi come la luce. E apparvero loro Mosè ed Elia che stavano conversando
con lui. E Pietro prese a dire a Gesù: «Signore, è bene che stiamo qui; se
vuoi, farò qui tre tende; una per te, una per Mosè e una per Elia». Mentre
egli parlava ancora, una nuvola luminosa li coprì con la sua ombra, ed ecco
una voce dalla nuvola che diceva: «Questo è il mio Figlio diletto, nel quale
mi sono compiaciuto; ascoltatelo». I discepoli, udito ciò, caddero con la
faccia a terra e furono presi da gran timore. Ma Gesù, avvicinatosi, li
toccò e disse: «Alzatevi, non temete». Ed essi, alzati gli occhi, non videro
nessuno, se non Gesù tutto solo.
Poi, mentre scendevano dal monte, Gesù diede loro quest'ordine: «Non parlate
a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo sia risuscitato dai
morti».
E i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima
deve venire Elia?» Egli rispose: «Certo, Elia deve venire e ristabilire ogni
cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, gli
hanno fatto tutto quello che hanno voluto; così anche il Figlio dell'uomo
deve soffrire da parte loro». Allora i discepoli capirono che egli aveva
parlato loro di Giovanni il battista.
Guarigione di un ragazzo epilettico
=(Mr 9:14-29; Lu 9:37-43)
Quando tornarono tra la folla, un uomo gli si avvicinò, gettandosi in
ginocchio davanti a lui, e gli disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio,
perché è epilettico e soffre molto; spesso, infatti, cade nel fuoco e spesso
nell'acqua. L'ho condotto dai tuoi discepoli ma non l'hanno potuto guarire».
Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con
voi? Fino a quando vi sopporterò? Portatelo qui da me». Gesù sgridò il
demonio e quello uscì dal ragazzo, che da quel momento fu guarito.
Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: «Perché
non l'abbiamo potuto cacciare noi?» Gesù rispose loro: «A causa della vostra
poca fede; perché in verità io vi dico: se avete fede quanto un granello di
senape, potrete dire a questo monte: "Passa da qui a là", e passerà; e
niente vi sarà impossibile. [Questa specie di demòni non esce se non per
mezzo della preghiera e del digiuno.]»
Gesù predice per la seconda volta la sua passione
=(Mr 9:30-32; Lu 9:43-45)
Mentre essi percorrevano insieme la Galilea, Gesù disse loro: «Il Figlio
dell'uomo sta per essere dato nelle mani degli uomini; essi lo uccideranno e
il terzo giorno risusciterà». Ed essi ne furono molto rattristati.
Gesù paga la tassa nel tempio
1Co 10:32-33; 11:1; cfr. Mr 12:13-17
Quando furono giunti a Capernaum, quelli che riscotevano le didramme si
avvicinarono a Pietro e dissero: «Il vostro maestro non paga le didramme?»
Egli rispose: «Sì». Quando fu entrato in casa, Gesù lo prevenne e gli disse:
«Che te ne pare, Simone? I re della terra da chi prendono i tributi o
l'imposta? Dai loro figli o dagli stranieri?» «Dagli stranieri», rispose
Pietro. Gesù gli disse: «I figli, dunque, ne sono esenti. Ma, per non
scandalizzarli, va' al mare, getta l'amo e prendi il primo pesce che verrà
su. Aprigli la bocca: troverai uno statère. Prendilo, e dàllo loro per me e
per te».
CAPITOLO 18
L'esempio del bambino; non scandalizzare i piccoli
=(Mr 9:33-37; Lu 9:46-48) Lu 22:24-27
In quel momento, i discepoli si avvicinarono a Gesù, dicendo: «Chi è dunque
il più grande nel regno dei cieli?» Ed egli, chiamato a sé un bambino, lo
pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non cambiate e non
diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Chi pertanto si
farà piccolo come questo bambino, sarà lui il più grande nel regno dei
cieli. E chiunque riceve un bambino come questo nel nome mio, riceve me. Ma
chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per
lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse
gettato in fondo al mare.
Guai al mondo a causa degli scandali! perché è necessario che avvengano
degli scandali; ma guai all'uomo per cui lo scandalo avviene! Se la tua mano
o il tuo piede ti fanno cadere in peccato, tagliali e gettali via da te;
meglio è per te entrare nella vita monco o zoppo, che avere due mani o due
piedi ed essere gettato nel fuoco eterno. Se il tuo occhio ti fa cadere in
peccato, cavalo e gettalo via da te; meglio è per te entrare nella vita con
un occhio solo, che aver due occhi ed essere gettato nella geenna del fuoco.
Lu 15
«Guardatevi dal disprezzare uno di questi piccoli; perché vi dico che gli
angeli loro, nei cieli, vedono continuamente la faccia del Padre mio che è
nei cieli. [Poiché il Figlio dell'uomo è venuto a salvare ciò che era
perduto.] Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e una di queste si
smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti per andare in cerca di
quella smarrita? E se gli riesce di ritrovarla, in verità vi dico che egli
si rallegra più per questa che per le novantanove che non si erano smarrite.
Così il Padre vostro che è nei cieli vuole che neppure uno di questi piccoli
perisca.
Il perdono delle offese
Lu 17:3-4; Ga 6:1; 1Co 5; 2Te 3:6, 14-15
«Se tuo fratello ha peccato contro di te, va' e convincilo fra te e lui
solo. Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello; ma, se non ti ascolta,
prendi con te ancora una o due persone, affinché ogni parola sia confermata
per bocca di due o tre testimoni. Se rifiuta d'ascoltarli, dillo alla
chiesa; e, se rifiuta d'ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano
e il pubblicano. Io vi dico in verità che tutte le cose che legherete sulla
terra, saranno legate nel cielo; e tutte le cose che scioglierete sulla
terra, saranno sciolte nel cielo.
E in verità vi dico anche: se due di voi sulla terra si accordano a
domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è
nei cieli. Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in
mezzo a loro».
Mt 6:12, 14-15; Ef 4:32; 5:1-2; Gm 2:13
Allora Pietro si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte perdonerò mio
fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?» E Gesù a lui: «Non ti
dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Perciò il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi
servi. Avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era
debitore di diecimila talenti. E poiché quello non aveva i mezzi per pagare,
il suo signore comandò che fosse venduto lui con la moglie e i figli e tutto
quanto aveva, e che il debito fosse pagato. Perciò il servo, gettatosi a
terra, gli si prostrò davanti, dicendo: "Abbi pazienza con me e ti pagherò
tutto". Il signore di quel servo, mosso a compassione, lo lasciò andare e
gli condonò il debito. Ma quel servo, uscito, trovò uno dei suoi conservi
che gli doveva cento denari; e, afferratolo, lo strangolava, dicendo: "Paga
quello che devi!" Perciò il conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo:
"Abbi pazienza con me, e ti pagherò". Ma l'altro non volle; anzi andò e lo
fece imprigionare, finché avesse pagato il debito. I suoi conservi, veduto
il fatto, ne furono molto rattristati e andarono a riferire al loro signore
tutto l'accaduto. Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: "Servo
malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti;
non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di
te?" E il suo signore, adirato, lo diede in mano degli aguzzini fino a
quando non avesse pagato tutto quello che gli doveva. Così vi farà anche il
Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio
fratello».
CAPITOLO 19
Il ripudio e il celibato
=Mr 10:1-12 (De 24:1-4; Mt 5:31-32; 1Co 7; cfr. Ro 7:1-3)
Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, partì dalla Galilea e se ne andò
nei territori della Giudea che sono oltre il Giordano. Una grande folla lo
seguì, e là Gesù guarì i loro malati.
Dei farisei gli si avvicinarono per metterlo alla prova, dicendo: «È lecito
mandar via la propria moglie per un motivo qualsiasi?» Ed egli rispose loro:
«Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina e
che disse: "Perciò l'uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua
moglie, e i due saranno una sola carne?" Così non sono più due, ma una sola
carne; quello dunque che Dio ha unito, l'uomo non lo separi». Essi gli
dissero: «Perché dunque Mosè comandò di scriverle un atto di ripudio e di
mandarla via?» Gesù disse loro: «Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè
vi permise di mandar via le vostre mogli; ma da principio non era così. Ma
io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di
fornicazione, e ne sposa un'altra, commette adulterio».
I discepoli gli dissero: «Se tale è la situazione dell'uomo rispetto alla
donna, non conviene prender moglie». Ma egli rispose loro: «Non tutti sono
capaci di mettere in pratica questa parola, ma soltanto quelli ai quali è
dato. Poiché vi sono degli eunuchi che sono tali dalla nascita; vi sono
degli eunuchi, i quali sono stati fatti tali dagli uomini, e vi sono degli
eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi da sé a motivo del regno dei cieli.
Chi può capire, capisca».
Gesù benedice i bambini
=(Mr 10:13-16; Lu 18:15-17)
Allora gli furono presentati dei bambini perché imponesse loro le mani e
pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Ma Gesù disse: «Lasciate i bambini,
non impedite che vengano da me, perché il regno dei cieli è per chi
assomiglia a loro». E, imposte loro le mani, se ne andò via di là.
Il giovane ricco
=(Mr 10:17-27; Lu 18:18-27) Lu 10:25-37; 1Ti 6:9-10, 17-19
Un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: «Maestro, che devo fare di buono per
avere la vita eterna?» Gesù gli rispose: «Perché m'interroghi intorno a ciò
che è buono? Uno solo è il buono. Ma se vuoi entrare nella vita, osserva i
comandamenti». «Quali?» gli chiese. E Gesù rispose: «Questi: non uccidere,
non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso. Onora tuo
padre e tua madre, e ama il tuo prossimo come te stesso». E il giovane a
lui: «Tutte queste cose le ho osservate; che mi manca ancora?» Gesù gli
disse: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi ciò che hai e dàllo ai poveri, e
avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi». Ma il giovane, udita
questa parola, se ne andò rattristato, perché aveva molti beni. E Gesù disse
ai suoi discepoli: «Io vi dico in verità che difficilmente un ricco entrerà
nel regno dei cieli. E ripeto: è più facile per un cammello passare
attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio». I
suoi discepoli, udito questo, furono sbigottiti e dicevano: «Chi dunque può
essere salvato?» Gesù fissò lo sguardo su di loro e disse: «Agli uomini
questo è impossibile; ma a Dio ogni cosa è possibile».
=(Mr 10:28-31; Lu 18:28-30)
Allora Pietro, replicando, gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato ogni cosa
e ti abbiamo seguito; che ne avremo dunque?» E Gesù disse loro: «Io vi dico
in verità che nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto
sul trono della sua gloria, anche voi, che mi avete seguito, sarete seduti
su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele. E chiunque avrà
lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi a
causa del mio nome, ne riceverà cento volte tanto, ed erediterà la vita
eterna. Ma molti primi saranno ultimi e molti ultimi, primi.
CAPITOLO 20
Parabola dei lavoratori delle diverse ore
Mt 19:30; Sl 145:17; 1Co 4:7; 2Co 8:12
«Il regno dei cieli è simile a un padron di casa, il quale, sul far del
giorno, uscì a prendere a giornata degli uomini per lavorare la sua vigna.
Si accordò con i lavoratori per un denaro al giorno e li mandò nella sua
vigna. Uscì di nuovo verso l'ora terza, ne vide altri che se ne stavano
sulla piazza disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna e vi
darò quello che sarà giusto". Ed essi andarono. Poi, uscito ancora verso la
sesta e la nona ora, fece lo stesso. Uscito verso l'undicesima, ne trovò
degli altri in piazza e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno
inoperosi?" Essi gli dissero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Egli
disse loro: "Andate anche voi nella vigna". Fattosi sera, il padrone della
vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e dà loro la paga,
cominciando dagli ultimi fino ai primi". Allora vennero quelli
dell'undicesima ora e ricevettero un denaro ciascuno. Venuti i primi,
pensavano di ricever di più; ma ebbero anch'essi un denaro per ciascuno.
Perciò, nel riceverlo, mormoravano contro il padrone di casa dicendo:
"Questi ultimi hanno fatto un'ora sola e tu li hai trattati come noi che
abbiamo sopportato il peso della giornata e sofferto il caldo". Ma egli,
rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, non ti faccio alcun torto; non ti
sei accordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio
dare a quest'ultimo quanto a te. Non mi è lecito fare del mio ciò che
voglio? O vedi tu di mal occhio che io sia buono?" Così gli ultimi saranno
primi e i primi ultimi».
Gesù predice la passione per la terza volta
=(Mr 10:32-34; Lu 18:31-34) Mt 16:21; 17:22-23; cfr. Mt 12:38-42
Poi Gesù, mentre saliva verso Gerusalemme, prese da parte i dodici; e cammin
facendo, disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo
sarà dato nelle mani dei capi dei sacerdoti e degli scribi; essi lo
condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito,
flagellato e crocifisso; e il terzo giorno risusciterà».
Risposta di Gesù alla domanda della madre di Giacomo e di Giovanni
=Mr 10:35-45 (Lu 22:24-27)
Allora la madre dei figli di Zebedeo si avvicinò a Gesù con i suoi figli,
prostrandosi per fargli una richiesta. Ed egli le domandò: «Che vuoi?» Ella
gli disse: «Di' che questi miei due figli siedano l'uno alla tua destra e
l'altro alla tua sinistra, nel tuo regno». Gesù rispose: «Voi non sapete
quello che chiedete. Potete voi bere il calice che io sto per bere?» Essi
gli dissero: «Sì, lo possiamo». Egli disse loro: «Voi certo berrete il mio
calice; ma quanto al sedersi alla mia destra e alla mia sinistra, non sta a
me concederlo, ma sarà dato a quelli per cui è stato preparato dal Padre
mio». I dieci, udito ciò, furono indignati contro i due fratelli. Ma Gesù,
chiamatili a sé, disse: «Voi sapete che i prìncipi delle nazioni le
signoreggiano e che i grandi le sottomettono al loro dominio. Ma non è così
tra di voi: anzi, chiunque vorrà essere grande tra di voi, sarà vostro
servitore; e chiunque tra di voi vorrà essere primo, sarà vostro servo;
appunto come il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito ma per
servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti».
Due ciechi ricuperano la vista
=(Mr 10:46-53; Lu 18:35-43)
Mentre uscivano da Gerico, una folla lo seguì. E due ciechi, seduti presso
la strada, avendo udito che Gesù passava, si misero a gridare: «Abbi pietà
di noi, Signore, Figlio di Davide!» Ma la folla li sgridava, perché
tacessero; essi però gridavano più forte: «Abbi pietà di noi, Signore,
Figlio di Davide!» Gesù, fermatosi, li chiamò e disse: «Che volete che io vi
faccia?» Ed essi: «Signore, che i nostri occhi si aprano». Allora Gesù,
mosso a pietà, toccò i loro occhi e in quell'istante ricuperarono la vista e
lo seguirono.
CAPITOLO 21
Ingresso di Gesù in Gerusalemme
=(Mr 11:1-11; Lu 19:28-44; Gv 12:12-19) Is 12:6; cfr. Za 9:9
Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero a Betfage, presso il monte
degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nella borgata
che è di fronte a voi; troverete un'asina legata, e un puledro con essa;
scioglieteli e conduceteli da me. Se qualcuno vi dice qualcosa, direte che
il Signore ne ha bisogno, e subito li manderà».
Questo avvenne affinché si adempisse la parola del profeta:
«Dite alla figlia di Sion:
"Ecco il tuo re viene a te,
mansueto e montato sopra un'asina,
e un asinello, puledro d'asina"».
I discepoli andarono e fecero come Gesù aveva loro ordinato; condussero
l'asina e il puledro, vi misero sopra i loro mantelli e Gesù vi si pose a
sedere. La maggior parte della folla stese i mantelli sulla via; altri
tagliavano dei rami dagli alberi e li stendevano sulla via. Le folle che
precedevano e quelle che seguivano, gridavano: «Osanna al Figlio di Davide!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nei luoghi
altissimi!»
Quando Gesù fu entrato in Gerusalemme, tutta la città fu scossa, e si
diceva: «Chi è costui?» E le folle dicevano: «Questi è Gesù, il profeta che
viene da Nazaret di Galilea».
Gesù scaccia i mercanti dal tempio
=(Mr 11:11, 15-19; Lu 19:45-48) Gv 2:13-22
Gesù entrò nel tempio, e ne scacciò tutti quelli che vendevano e compravano;
rovesciò le tavole dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombi. E
disse loro: «È scritto: "La mia casa sarà chiamata casa di preghiera", ma
voi ne fate un covo di ladri».
Allora vennero a lui, nel tempio, dei ciechi e degli zoppi, ed egli li
guarì.
Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedute le meraviglie che aveva fatte e
i bambini che gridavano nel tempio: «Osanna al Figlio di Davide!», ne furono
indignati e gli dissero: «Odi tu quello che dicono costoro?» Gesù disse
loro: «Sì. Non avete mai letto: "Dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai
tratto lode?"»
E, lasciatili, se ne andò fuori della città, a Betania, dove passò la notte.
Il fico sterile
=(Mr 11:12-14, 19-26; Lu 13:6-9)
La mattina, tornando in città, ebbe fame. E, vedendo un fico sulla strada,
gli si accostò, ma non vi trovò altro che foglie; e gli disse: «Mai più
nasca frutto da te, in eterno». E subito il fico si seccò. I discepoli,
veduto ciò, si meravigliarono, dicendo: «Come mai il fico è diventato secco
in un attimo?» Gesù rispose loro: «Io vi dico in verità: Se aveste fede e
non dubitaste, non soltanto fareste quello che è stato fatto al fico; ma se
anche diceste a questo monte: "Togliti di là e gettati nel mare", sarebbe
fatto. Tutte le cose che domanderete in preghiera, se avete fede, le
otterrete».
Dubbio sull'autorità di Gesù
=(Mr 11:27-33; Lu 20:1-8) Lu 7:29-35
Quando giunse nel tempio, i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si
accostarono a lui, mentre egli insegnava, e gli dissero: «Con quale autorità
fai tu queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?» Gesù rispose loro:
«Anch'io vi farò una domanda; se voi mi rispondete, vi dirò anch'io con
quale autorità faccio queste cose. Il battesimo di Giovanni, da dove veniva?
dal cielo o dagli uomini?» Ed essi ragionavano tra di loro: «Se diciamo:
"Dal cielo", egli ci dirà: "Perché dunque non gli credeste?" Se diciamo:
"Dagli uomini", temiamo la folla, perché tutti ritengono Giovanni un
profeta». Risposero dunque a Gesù: «Non lo sappiamo». E anch'egli disse
loro: «E neppure io vi dirò con quale autorità faccio queste cose.
Parabola dei due figli
«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si avvicinò al primo e gli disse:
"Figliolo, va' a lavorare nella vigna oggi". Ed egli rispose: "Vado,
signore"; ma non vi andò. Il padre si avvicinò al secondo e gli disse la
stessa cosa. Egli rispose: "Non ne ho voglia"; ma poi, pentitosi, vi andò.
Quale dei due fece la volontà del padre?» Essi gli dissero: «L'ultimo». E
Gesù a loro: «Io vi dico in verità: I pubblicani e le prostitute entrano
prima di voi nel regno di Dio. Poiché Giovanni è venuto a voi per la via
della giustizia, e voi non gli avete creduto; ma i pubblicani e le
prostitute gli hanno creduto; e voi, che avete visto questo, non vi siete
pentiti neppure dopo per credere a lui.
Parabola dei malvagi vignaiuoli
=(Mr 12:1-12; Lu 20:9-19) Is 5:1-7
«Udite un'altra parabola: C'era un padron di casa, il quale piantò una
vigna, le fece attorno una siepe, vi scavò una buca per pigiare l'uva e vi
costruì una torre; poi l'affittò a dei vignaiuoli e se ne andò in viaggio.
Quando fu vicina la stagione dei frutti, mandò i suoi servi dai vignaiuoli
per ricevere i frutti della vigna. Ma i vignaiuoli presero i servi e ne
picchiarono uno, ne uccisero un altro e un altro lo lapidarono. Da capo
mandò degli altri servi, in numero maggiore dei primi; ma quelli li
trattarono allo stesso modo. Finalmente, mandò loro suo figlio, dicendo:
"Avranno rispetto per mio figlio". Ma i vignaiuoli, veduto il figlio,
dissero tra di loro: "Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e facciamo
nostra la sua eredità". Lo presero, lo cacciarono fuori della vigna e
l'uccisero. Quando verrà il padrone della vigna, che farà a quei vignaiuoli?»
Essi gli risposero: «Li farà perire malamente, quei malvagi, e affiderà la
vigna ad altri vignaiuoli i quali gliene renderanno il frutto a suo tempo».
Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
"La pietra che i costruttori hanno rifiutata è diventata pietra angolare;
ciò è stato fatto dal Signore,
ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri"?
Perciò vi dico che il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato a gente che ne
faccia i frutti. Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; ed essa
stritolerà colui sul quale cadrà».
I capi dei sacerdoti e i farisei, udite le sue parabole, capirono che
parlava di loro; e cercavano di prenderlo, ma ebbero paura della folla, che
lo riteneva un profeta.
Lu 14:16-24; Mt 20:16
Gesù ricominciò a parlare loro in parabole, dicendo:
«Il regno dei cieli è simile a un re, il quale fece le nozze di suo figlio.
Mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze; ma questi non vollero
venire. Mandò una seconda volta altri servi, dicendo: "Dite agli invitati:
Io ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono
ammazzati; tutto è pronto; venite alle nozze". Ma quelli, non curandosene,
se ne andarono, chi al suo campo, chi al suo commercio; altri poi, presero i
suoi servi, li maltrattarono e li uccisero. Allora il re si adirò, mandò le
sue truppe a sterminare quegli omicidi e a bruciare la loro città. Quindi
disse ai suoi servi: "Le nozze sono pronte, ma gli invitati non ne erano
degni. Andate dunque ai crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti
troverete". E quei servi, usciti per le strade, radunarono tutti quelli che
trovarono, cattivi e buoni; e la sala delle nozze fu piena di commensali.
Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che
non aveva l'abito di nozze. E gli disse: "Amico, come sei entrato qui senza
avere un abito di nozze?" E costui rimase con la bocca chiusa. Allora il re
disse ai servitori: "Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di
fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti". Poiché molti sono i
chiamati, ma pochi gli eletti».
Il tributo a Cesare
=(Mr 12:13-17; Lu 20:20-26) Gb 5:13
Allora i farisei si ritirarono e tennero consiglio per vedere di coglierlo
in fallo nelle sue parole.
E gli mandarono i loro discepoli con gli erodiani a dirgli: «Maestro, noi
sappiamo che sei sincero e insegni la via di Dio secondo verità, e non hai
riguardi per nessuno, perché non badi all'apparenza delle persone. Dicci
dunque: Che te ne pare? È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» Ma Gesù,
conoscendo la loro malizia, disse: «Perché mi tentate, ipocriti? Mostratemi
la moneta del tributo». Ed essi gli porsero un denaro. Ed egli domandò loro:
«Di chi è questa effigie e questa iscrizione?» Gli risposero: «Di Cesare». E
Gesù disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio
quello che è di Dio». Ed essi, udito ciò, si stupirono e, lasciatolo, se ne
andarono.
Dibattito sulla risurrezione
=(Mr 12:18-27; Lu 20:27-40) 2Ti 3:6-9
In quello stesso giorno vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non
vi è risurrezione, e gli domandarono: «Maestro, Mosè ha detto: "Se uno muore
senza figli, il fratello suo sposi la moglie di lui e dia una discendenza a
suo fratello". Vi erano tra di noi sette fratelli; il primo, ammogliatosi,
morì; e, non avendo prole, lasciò sua moglie a suo fratello. Lo stesso fece
pure il secondo, poi il terzo, fino al settimo. Infine, dopo tutti, morì
anche la donna. Alla risurrezione, dunque, di quale dei sette sarà ella
moglie? Poiché tutti l'hanno avuta». Ma Gesù rispose loro: «Voi errate,
perché non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio. Perché alla
risurrezione non si prende né si dà moglie; ma i risorti sono come angeli
nei cieli. Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello
che vi è stato detto da Dio: "Io sono il Dio d'Abraamo, il Dio d'Isacco e il
Dio di Giacobbe"? Egli non è il Dio dei morti, ma dei vivi». E la folla,
udite queste cose, stupiva del suo insegnamento.
Il gran comandamento
=Mr 12:28-34 (Lu 10:25-37)
I farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si radunarono;
e uno di loro, dottore della legge, gli domandò, per metterlo alla prova:
«Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?» Gesù gli disse: «"Ama
il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con
tutta la tua mente". Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo,
simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Da questi due
comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti».
Gesù interroga i farisei
=(Mr 12:35-37; Lu 20:41-44)
Essendo i farisei riuniti, Gesù li interrogò, dicendo: «Che cosa pensate del
Cristo? Di chi è figlio?» Essi gli risposero: «Di Davide». Ed egli a loro:
«Come mai dunque Davide, ispirato dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo:
"Il Signore ha detto al mio Signore:
Siedi alla mia destra
finché io abbia messo i tuoi nemici sotto i tuoi piedi?"'
Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?» E nessuno
poteva replicargli parola; da quel giorno nessuno ardì più interrogarlo.
CAPITOLO 23
Gesù condanna gli scribi e i farisei
=(Mr 12:38-39; Lu 20:45-47; 11:43, 46)(Mt 6:1-5, 16; Lu 14:7-11)
Allora Gesù parlò alla folla e ai suoi discepoli, dicendo: «Gli scribi e i
farisei siedono sulla cattedra di Mosè. Fate dunque e osservate tutte le
cose che vi diranno, ma non fate secondo le loro opere; perché dicono e non
fanno. Infatti, legano dei fardelli pesanti e li mettono sulle spalle della
gente; ma loro non li vogliono muovere neppure con un dito. Tutte le loro
opere le fanno per essere osservati dagli uomini; infatti allargano le loro
filatterie e allungano le frange dei mantelli; amano i primi posti nei
conviti, i primi seggi nelle sinagoghe, i saluti nelle piazze ed essere
chiamati dalla gente: "Rabbì!" Ma voi non vi fate chiamare "Rabbì"; perché
uno solo è il vostro Maestro, e voi siete tutti fratelli. Non chiamate
nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello
che è nei cieli. Non vi fate chiamare guide, perché una sola è la vostra
Guida, il Cristo; ma il maggiore tra di voi sia vostro servitore. Chiunque
si innalzerà sarà abbassato e chiunque si abbasserà sarà innalzato.»
=(Mr 12:40; Lu 11:38-52)
«Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli
davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli
che cercano di entrare.
[Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché divorate le case delle vedove
e fate lunghe preghiere per mettervi in mostra; perciò riceverete maggior
condanna.]
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché viaggiate per mare e per terra
per fare un proselito; e quando lo avete fatto, lo rendete figlio della
geenna il doppio di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: Se uno giura per il tempio, non importa;
ma se giura per l'oro del tempio, resta obbligato. Stolti e ciechi! Che cosa
è più grande: l'oro o il tempio che santifica l'oro? E se uno, voi dite,
giura per l'altare, non importa; ma se giura per l'offerta che c'è sopra,
resta obbligato. Ciechi! Che cosa è più grande: l'offerta o l'altare che
santifica l'offerta? Chi dunque giura per l'altare, giura per esso e per
tutto quello che c'è sopra; e chi giura per il tempio, giura per esso e per
Colui che lo abita; e chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e
per Colui che vi siede sopra.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta,
dell'aneto e del comino, e trascurate le cose più importanti della legge: il
giudizio, la misericordia, e la fede. Queste sono le cose che bisognava
fare, senza tralasciare le altre. Guide cieche, che filtrate il moscerino e
inghiottite il cammello.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pulite l'esterno del bicchiere
e del piatto, mentre dentro sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo
cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere e del piatto, affinché anche
l'esterno diventi pulito.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri
imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d'ossa di
morti e d'ogni immondizia. Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla
gente; ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché costruite i sepolcri ai
profeti e adornate le tombe dei giusti e dite: "Se fossimo vissuti ai tempi
dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nello spargere il sangue
dei profeti!" In tal modo voi testimoniate contro voi stessi, di essere
figli di coloro che uccisero i profeti. E colmate pure la misura dei vostri
padri! Serpenti, razza di vipere, come scamperete al giudizio della geenna?
Perciò ecco, io vi mando dei profeti, dei saggi e degli scribi; di questi,
alcuni ne ucciderete e metterete in croce; altri ne flagellerete nelle
vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città, affinché ricada su
di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto
Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che voi uccideste fra
il tempio e l'altare. Io vi dico in verità che tutto ciò ricadrà su questa
generazione.
Il lamento di Gesù su Gerusalemme
=Lu 13:34-35; 19:41-44; Ez 24:6-14; cfr. Gr 22:5
«Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono
mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia
raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto! Ecco, la
vostra casa sta per esservi lasciata [deserta]. Infatti vi dico che da ora
in avanti non mi vedrete più, finché non direte: "Benedetto colui che viene
nel nome del Signore!"»
CAPITOLO 24
Il discorso profetico di Gesù, 24-25
Distruzione di Gerusalemme e venuta del Figlio dell'uomo
=(Mr 13:1-13; Lu 21:5-19)
Mentre Gesù usciva dal tempio e se ne andava, i suoi discepoli gli si
avvicinarono per fargli osservare gli edifici del tempio. Ma egli rispose
loro: «Vedete tutte queste cose? Io vi dico in verità: Non sarà lasciata qui
pietra su pietra che non sia diroccata».
Mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si
avvicinarono in disparte, dicendo: «Dicci, quando avverranno queste cose e
quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell'età presente?»
Gesù rispose loro: «Guardate che nessuno vi seduca. Poiché molti verranno
nel mio nome, dicendo: "Io sono il Cristo". E ne sedurranno molti. Voi
udrete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi,
infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine. Perché
insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e
terremoti in vari luoghi; ma tutto questo non sarà che principio di dolori.
Allora vi abbandoneranno all'oppressione e vi uccideranno e sarete odiati da
tutte le genti a motivo del mio nome. Allora molti si svieranno, si
tradiranno e si odieranno a vicenda. Molti falsi profeti sorgeranno e
sedurranno molti. Poiché l'iniquità aumenterà, l'amore dei più si
raffredderà. Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato. E questo
vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa
testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine.
=(Mr 13:14-31; Lu 21:20-33; 17:22-25, 31, 37)
«Quando dunque vedrete l'abominazione della desolazione, della quale ha
parlato il profeta Daniele, posta in luogo santo (chi legge faccia
attenzione!), allora quelli che saranno nella Giudea, fuggano ai monti; chi
sarà sulla terrazza non scenda per prendere quello che è in casa sua; e chi
sarà nel campo non torni indietro a prendere la sua veste. Guai alle donne
che saranno incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! Pregate che
la vostra fuga non avvenga d'inverno né di sabato; perché allora vi sarà una
grande tribolazione, quale non v'è stata dal principio del mondo fino ad
ora, né mai più vi sarà. Se quei giorni non fossero stati abbreviati,
nessuno scamperebbe; ma, a motivo degli eletti, quei giorni saranno
abbreviati. Allora, se qualcuno vi dice: "Il Cristo è qui", oppure: "È là",
non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno
grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti.
Ecco, ve l'ho predetto. Se dunque vi dicono: "Eccolo, è nel deserto", non
v'andate; "eccolo, è nelle stanze interne", non lo credete; infatti, come il
lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta del
Figlio dell'uomo. Dovunque sarà il cadavere, lì si raduneranno le aquile.
Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non
darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei
cieli saranno scrollate. Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio
dell'uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno
il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria.
E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti
dai quattro venti, da un capo all'altro dei cieli. Imparate dal fico questa
similitudine: quando già i suoi rami si fanno teneri e mettono le foglie,
voi sapete che l'estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte
queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle porte. Io vi dico in
verità che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano
avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Esortazione alla vigilanza
=(Mr 13:32-37; Lu 21:34-36; 17:26-30, 34-36)
«Ma quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno li sa, neppure gli angeli del
cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo. Come fu ai giorni di Noè, così
sarà alla venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni prima del
diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e s'andava a marito,
fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e la gente non si accorse di
nulla, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti, così avverrà alla
venuta del Figlio dell'uomo. Allora due saranno nel campo; l'uno sarà preso
e l'altro lasciato; due donne macineranno al mulino: l'una sarà presa e
l'altra lasciata. Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il
vostro Signore verrà. Ma sappiate questo, che se il padrone di casa sapesse
a quale ora della notte il ladro deve venire, veglierebbe e non lascerebbe
scassinare la sua casa. Perciò, anche voi siate pronti; perché, nell'ora che
non pensate, il Figlio dell'uomo verrà.
Qual è mai il servo fedele e prudente che il padrone ha costituito sui
domestici per dare loro il vitto a suo tempo? Beato quel servo che il
padrone, arrivando, troverà così occupato! Io vi dico in verità che lo
costituirà su tutti i suoi beni. Ma, se egli è un servo malvagio che dice in
cuor suo: "Il mio padrone tarda a venire"; e comincia a battere i suoi
conservi, a mangiare e bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo
verrà nel giorno che non se l'aspetta, nell'ora che non sa, e lo farà punire
a colpi di flagello e gli assegnerà la sorte degli ipocriti. Lì sarà il
pianto e lo stridor dei denti.
CAPITOLO 25
Parabola delle dieci vergini
Mt 24:42, 44; Lu 12:35-40; 1Te 5:1-11 (Ap 3:1-5; 19:6-9)
«Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le
loro lampade, uscirono a incontrare lo sposo. Cinque di loro erano stolte e
cinque avvedute; le stolte, nel prendere le loro lampade, non avevano preso
con sé dell'olio; mentre le avvedute, insieme con le loro lampade, avevano
preso dell'olio nei vasi. Siccome lo sposo tardava, tutte divennero
assonnate e si addormentarono. Verso mezzanotte si levò un grido: "Ecco lo
sposo, uscitegli incontro!" Allora tutte quelle vergini si svegliarono e
prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle avvedute: "Dateci del
vostro olio, perché le nostre lampade si spengono". Ma le avvedute
risposero: "No, perché non basterebbe per noi e per voi; andate piuttosto
dai venditori e compratevene!" Ma, mentre quelle andavano a comprarne,
arrivò lo sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui nella sala
delle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi vennero anche le altre vergini,
dicendo: "Signore, Signore, aprici!" Ma egli rispose: "Io vi dico in verità:
Non vi conosco".
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.
Parabola dei talenti
Lu 19:12-27; Ro 14:7-8
«Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i
suoi servi e affidò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro
due e a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità; e partì. Subito,
colui che aveva ricevuto i cinque talenti andò a farli fruttare, e ne
guadagnò altri cinque. Allo stesso modo, quello dei due talenti ne guadagnò
altri due. Ma colui che ne aveva ricevuto uno, andò a fare una buca in terra
e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo, il padrone di quei
servi ritornò a fare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto i cinque
talenti venne e presentò altri cinque talenti, dicendo: "Signore, tu mi
affidasti cinque talenti: ecco, ne ho guadagnati altri cinque". Il suo
padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca
cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore".
Poi, si presentò anche quello dei due talenti e disse: "Signore, tu mi
affidasti due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due". Il suo padrone gli
disse: "Va bene, servo buono e fedele, sei stato fedele in poca cosa, ti
costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". Poi si
avvicinò anche quello che aveva ricevuto un talento solo, e disse: "Signore,
io sapevo che tu sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e
raccogli dove non hai sparso; ho avuto paura e sono andato a nascondere il
tuo talento sotto terra; eccoti il tuo". Il suo padrone gli rispose: "Servo
malvagio e fannullone, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e
raccolgo dove non ho sparso; dovevi dunque portare il mio denaro dai
banchieri; al mio ritorno avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli
dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti. Poiché a chiunque
ha, sarà dato ed egli sovrabbonderà; ma a chi non ha, sarà tolto anche
quello che ha. E quel servo inutile, gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì
sarà il pianto e lo stridor dei denti".
Giudizio contro le nazioni
Gv 5:22-23, 26-29; Ap 20:11-15; 2Te 1:6-10; Ga 6:7-10
«Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli,
prenderà posto sul suo trono glorioso. E tutte le genti saranno riunite
davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa
le pecore dai capri; e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla
sinistra. Allora il re dirà a quelli della sua destra: "Venite, voi, i
benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v'è stato preparato fin
dalla fondazione del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi
sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi
vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a
trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando mai ti
abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti
abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo
accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto ammalato o
in prigione e siamo venuti a trovarti?" E il re risponderà loro: "In verità
vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli,
l'avete fatto a me". Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate
via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i
suoi angeli! Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi
deste da bere; fui straniero e non m'accoglieste; nudo e non mi vestiste;
malato e in prigione, e non mi visitaste". Allora anche questi gli
risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto aver fame, o sete,
o essere straniero, o nudo, o ammalato, o in prigione, e non ti abbiamo
assistito?" Allora risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto non
l'avete fatto a uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me".
Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna».
CAPITOLO 26
La Passione, 26-27
La congiura contro Gesù
=(Mr 14:1-2; Lu 22:1-2)
Quando Gesù ebbe finito tutti questi discorsi, disse ai suoi discepoli: «Voi
sapete che fra due giorni è la Pasqua, e il Figlio dell'uomo sarà consegnato
per essere crocifisso».
Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel
palazzo del sommo sacerdote che si chiamava Caiafa, e deliberarono di
prendere Gesù con inganno e di farlo morire. Ma dicevano: «Non durante la
festa, perché non accada qualche tumulto nel popolo».
Maria di Betania unge il capo a Gesù
=(Mr 14:3-9; Gv 12:1-8) Lu 7:36-50
Mentre Gesù era a Betania, in casa di Simone il lebbroso, venne a lui una
donna che aveva un vaso di alabastro pieno d'olio profumato di gran valore e
lo versò sul capo di lui che stava a tavola. Veduto ciò, i discepoli si
indignarono e dissero: «Perché questo spreco? Quest'olio si sarebbe potuto
vendere caro e dare il denaro ai poveri». Ma Gesù se ne accorse e disse
loro: «Perché date noia a questa donna? Ha fatto una buona azione verso di
me. Perché i poveri li avete sempre con voi, ma me non mi avete sempre.
Versando quest'olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura.
In verità vi dico che in tutto il mondo, dovunque sarà predicato questo
vangelo, anche ciò che ella ha fatto sarà raccontato in memoria di lei».
Giuda decide di tradire Gesù
=(Mr 14:10-11; Lu 22:3-6) Es 12:3
Allora uno dei dodici, che si chiamava Giuda Iscariota, andò dai capi dei
sacerdoti, e disse loro: «Che cosa siete disposti a darmi, se io ve lo
consegno?» Ed essi gli fissarono trenta sicli d'argento. Da quell'ora
cercava il momento opportuno per consegnarlo.
L'ultima Pasqua
=Mr 14:12-21; Lu 22:7-18, 21-23; Gv 13:1-30
Il primo giorno degli azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli
dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo la cena pasquale?» Egli disse: «Andate
in città dal tale e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò
la Pasqua da te, con i miei discepoli"». E i discepoli fecero come Gesù
aveva loro ordinato e prepararono la Pasqua.
Quando fu sera, si mise a tavola con i dodici discepoli. Mentre mangiavano,
disse: «In verità vi dico: Uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente
rattristati, cominciarono a dirgli uno dopo l'altro: «Sono forse io,
Signore?» Ma egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto,
quello mi tradirà. Certo, il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di
lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito! Meglio
sarebbe per quell'uomo se non fosse mai nato». E Giuda, il traditore, prese
a dire: «Sono forse io, Maestro?» E Gesù a lui: «Lo hai detto».
La santa Cena
=(Mr 14:22-25; Lu 22:15-20; 1Co 11:23-25)(1Co 10:16-17)
Mentre mangiavano, Gesù prese del pane e, dopo aver detto la benedizione, lo
ruppe e lo diede ai suoi discepoli dicendo: «Prendete, mangiate, questo è il
mio corpo». Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene
tutti, perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso
per molti per il perdono dei peccati. Vi dico che da ora in poi non berrò
più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò nuovo con voi
nel regno del Padre mio».
Gesù predice il rinnegamento di Pietro
=Mr 14:26-31; Lu 22:31-39; Gv 13:36-38
Dopo che ebbero cantato l'inno, uscirono per andare al monte degli Ulivi.
Allora Gesù disse loro: «Questa notte voi tutti avrete in me un'occasione di
caduta; perché è scritto: "Io percoterò il pastore e le pecore del gregge
saranno disperse". Ma dopo che sarò risuscitato, vi precederò in Galilea».
Pietro, rispondendo, gli disse: «Quand'anche tu fossi per tutti un'occasione
di caduta, non lo sarai mai per me». Gesù gli disse: «In verità ti dico che
questa stessa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte».
E Pietro a lui: «Quand'anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò». E lo
stesso dissero pure tutti i discepoli.
Agonia di Gesù nel giardino di Getsemani
=Mr 14:32-42; Lu 22:39-46; Gv 18:1 (Eb 5:7)
Allora Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai
discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato». E, presi
con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a essere triste e
angosciato. Allora disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale;
rimanete qui e vegliate con me». E, andato un po' più avanti, si gettò con
la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi
oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».
Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così,
non siete stati capaci di vegliare con me un'ora sola? Vegliate e pregate,
affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è
debole». Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio,
se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo
beva, sia fatta la tua volontà». E, tornato, li trovò addormentati, perché i
loro occhi erano appesantiti. Allora, lasciatili, andò di nuovo e pregò per
la terza volta, ripetendo le medesime parole. Poi tornò dai discepoli e
disse loro: «Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l'ora è vicina, e il
Figlio dell'uomo è dato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco,
colui che mi tradisce è vicino».
Arresto di Gesù
=Mr 14:43-50; Lu 22:47-53; Gv 18:3-11
Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei dodici, e insieme a lui
una gran folla con spade e bastoni, da parte dei capi dei sacerdoti e degli
anziani del popolo. Colui che lo tradiva, aveva dato loro un segnale,
dicendo: «Quello che bacerò, è lui; prendetelo». E in quell'istante,
avvicinatosi a Gesù, gli disse: «Ti saluto, Maestro!» e gli diede un lungo
bacio. Ma Gesù gli disse: «Amico, che cosa sei venuto a fare?» Allora,
avvicinatisi, gli misero le mani addosso e lo presero.
Ed ecco, uno di quelli che erano con lui, stesa la mano, prese la spada, la
sfoderò e, colpito il servo del sommo sacerdote, gli recise l'orecchio.
Allora Gesù gli disse: «Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti
quelli che prendono la spada, periranno di spada. Credi forse che io non
potrei pregare il Padre mio che mi manderebbe in questo istante più di
dodici legioni d'angeli? Come dunque si adempirebbero le Scritture, secondo
le quali bisogna che così avvenga?»
In quel momento Gesù disse alla folla: «Voi siete usciti con spade e
bastoni, come contro un brigante, per prendermi. Ogni giorno sedevo nel
tempio a insegnare e voi non mi avete preso; ma tutto questo è avvenuto
affinché si adempissero le Scritture dei profeti».
Allora tutti i discepoli l'abbandonarono e fuggirono.
Gesù davanti a Caiafa e al sinedrio
=Mr 14:53-65; Lu 22:54, 63-65; Gv 18:12-13, 19-24
Quelli che avevano preso Gesù, lo condussero da Caiafa, sommo sacerdote,
presso il quale erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro lo seguiva da
lontano, finché giunsero al cortile del sommo sacerdote; ed entrò,
mettendosi a sedere con le guardie, per vedere come la vicenda sarebbe
finita. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa
testimonianza contro Gesù per farlo morire; e non ne trovavano, benché si
fossero fatti avanti molti falsi testimoni. Finalmente, se ne fecero avanti
due che dissero: «Costui ha detto: "Io posso distruggere il tempio di Dio e
ricostruirlo in tre giorni"». E il sommo sacerdote, alzatosi in piedi, gli
disse: «Non rispondi nulla? Non senti quello che testimoniano costoro contro
di te?» Ma Gesù taceva. E il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro per il
Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio». Gesù gli
rispose: «Tu l'hai detto; anzi vi dico che da ora in poi vedrete il Figlio
dell'uomo seduto alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del
cielo». Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti, dicendo: «Egli ha
bestemmiato; che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito
la sua bestemmia; che ve ne pare?» Ed essi risposero: «È reo di morte».
Allora gli sputarono in viso e gli diedero dei pugni e altri lo
schiaffeggiarono, dicendo: «O Cristo profeta, indovina! Chi ti ha percosso?»
Gesù rinnegato tre volte da Pietro
=Mr 14:66-72; Lu 22:55-62; Gv 18:15-18, 25-27
Pietro, intanto, stava seduto fuori nel cortile e una serva gli si avvicinò,
dicendo: «Anche tu eri con Gesù il Galileo». Ma egli lo negò davanti a
tutti, dicendo: «Non so che cosa dici». Come fu uscito nell'atrio, un'altra
lo vide e disse a coloro che erano là: «Anche costui era con Gesù Nazareno».
Ed egli negò di nuovo giurando: «Non conosco quell'uomo». Di lì a poco,
coloro che erano presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «Certo anche
tu sei di quelli, perché anche il tuo parlare ti fa riconoscere». Allora
egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo!» In quell'istante
il gallo cantò. Pietro si ricordò delle parole di Gesù che gli aveva dette:
«Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, andato fuori,
pianse amaramente.
CAPITOLO 27
Gesù consegnato nelle mani di Pilato
=Mr 15:1; Lu 22:66-71; 23:1; Gv 18:28
Poi, venuta la mattina, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo
tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. E, legatolo, lo portarono
via e lo consegnarono a Pilato, il governatore.
Vano rimorso di Giuda
At 1:16-20; Za 11:12-13
Allora Giuda, che l'aveva tradito, vedendo che Gesù era stato condannato, si
pentì, e riportò i trenta sicli d'argento ai capi dei sacerdoti e agli
anziani, dicendo: «Ho peccato, consegnandovi sangue innocente». Ma essi
dissero: «Che c'importa? Pensaci tu». Ed egli, buttati i sicli nel tempio,
si allontanò e andò a impiccarsi. Ma i capi dei sacerdoti, presi quei sicli,
dissero: «Non è lecito metterli nel tesoro delle offerte, perché sono prezzo
di sangue». E, tenuto consiglio, comprarono con quel denaro il campo del
vasaio perché servisse per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo,
fino al giorno d'oggi, è stato chiamato: Campo di sangue. Allora si adempì
quello che era stato detto dal profeta Geremia: «E presero i trenta sicli
d'argento, il prezzo di colui che era stato venduto, come era stato valutato
dai figli d'Israele, e li diedero per il campo del vasaio, come me l'aveva
ordinato il Signore».
Gesù davanti a Pilato
=Mr 15:2-5; Lu 23:1-4; Gv 18:28-38
Gesù comparve davanti al governatore e il governatore lo interrogò, dicendo:
«Sei tu il re dei Giudei?» Gesù gli disse: «Tu lo dici». E, accusato dai
capi dei sacerdoti e dagli anziani, non rispose nulla. Allora Pilato gli
disse: «Non senti quante cose testimoniano contro di te?» Ma egli non gli
rispose neppure una parola; e il governatore se ne meravigliava molto.
Gesù o Barabba?
=Mr 15:6-15; Lu 23:13-25; Gv 18:39-40
Ogni festa di Pasqua il governatore era solito liberare un carcerato, quello
che la folla voleva. Avevano allora un noto carcerato, di nome Barabba.
Essendo dunque radunati, Pilato domandò loro: «Chi volete che vi liberi,
Barabba o Gesù detto Cristo?» Perché egli sapeva che glielo avevano
consegnato per invidia. Mentre egli sedeva in tribunale, la moglie gli mandò
a dire: «Non aver nulla a che fare con quel giusto, perché oggi ho sofferto
molto in sogno per causa sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani
persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. E il governatore
si rivolse di nuovo a loro, dicendo: «Quale dei due volete che vi liberi?» E
quelli dissero: «Barabba». E Pilato a loro: «Che farò dunque di Gesù detto
Cristo?» Tutti risposero: «Sia crocifisso». Ma egli riprese: «Che male ha
fatto?» Ma quelli sempre più gridavano: «Sia crocifisso!» Pilato, vedendo
che non otteneva nulla, ma che si sollevava un tumulto, prese dell'acqua e
si lavò le mani in presenza della folla, dicendo: «Io sono innocente del
sangue di questo giusto; pensateci voi». E tutto il popolo rispose: «Il suo
sangue ricada su di noi e sui nostri figli».
Allora egli liberò loro Barabba; e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo
consegnò perché fosse crocifisso.
Gesù coronato di spine
=(Mr 15:15-20; Lu 23:25; Gv 19:1-3, 16)
Allora i soldati del governatore portarono Gesù nel pretorio e radunarono
attorno a lui tutta la coorte. E, spogliatolo, gli misero addosso un manto
scarlatto; intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli
misero una canna nella mano destra e, inginocchiandosi davanti a lui, lo
schernivano, dicendo: «Salve, re dei Giudei!» E gli sputavano addosso,
prendevano la canna e gli percotevano il capo. E, dopo averlo schernito, lo
spogliarono del manto e lo rivestirono dei suoi abiti; poi lo condussero via
per crocifiggerlo.
La crocifissione di Gesù
=(Mr 15:21-28; Lu 23:26-34, 38; Gv 19:16-24)
Mentre uscivano, trovarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo
costrinsero a portare la croce di Gesù. E giunti a un luogo detto Golgota,
che vuol dire «luogo del teschio», gli diedero da bere del vino mescolato
con fiele; ma Gesù, assaggiatolo, non volle berne.
Poi, dopo averlo crocifisso, spartirono i suoi vestiti, tirando a sorte; e,
postisi a sedere, gli facevano la guardia.
Al di sopra del capo gli posero scritto il motivo della condanna: Questo è
Gesù, il re dei Giudei.
Allora furono crocifissi con lui due ladroni, uno a destra e l'altro a
sinistra.
=(Mr 15:29-32; Lu 23:35-43; Gv 19:25-27)
E quelli che passavano di là, lo ingiuriavano, scotendo il capo e dicendo:
«Tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te
stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi giù dalla croce!» Così pure, i
capi dei sacerdoti con gli scribi e gli anziani, beffandosi, dicevano: «Ha
salvato altri e non può salvare sé stesso! Se lui è il re d'Israele, scenda
ora giù dalla croce, e noi crederemo in lui. Si è confidato in Dio: lo
liberi ora, se lo gradisce, poiché ha detto: "Sono Figlio di Dio"». E nello
stesso modo lo insultavano anche i ladroni crocifissi con lui.
Morte di Gesù
=(Mr 15:33-37; Lu 23:44-46; Gv 19:28-30)(Sl 22; Is 53:5-8, 10) Ro 5:6-8; 1P
2:21-24; 1Gv 4:9-11
Dall'ora sesta si fecero tenebre su tutto il paese, fino all'ora nona. E,
verso l'ora nona, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lamà sabactàni?» cioè:
«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Alcuni dei presenti, udito
ciò, dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere
una spugna e, inzuppatala di aceto, la pose in cima a una canna e gli diede
da bere. Ma gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se Elia viene a salvarlo».
E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito.
=(Mr 15:38-41; Lu 23:45, 47-49)
Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra
tremò, le rocce si schiantarono, le tombe s'aprirono e molti corpi dei
santi, che dormivano, risuscitarono; e, usciti dai sepolcri, dopo la
risurrezione di lui, entrarono nella città santa e apparvero a molti.
Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, visto il
terremoto e le cose avvenute, furono presi da grande spavento e dissero:
«Veramente, costui era Figlio di Dio». C'erano là molte donne che guardavano
da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per assisterlo; tra di
loro erano Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre
dei figli di Zebedeo.
Seppellimento di Gesù
=(Mr 15:42-47; Lu 23:50-56; Gv 19:38-42)
Fattosi sera, venne un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale
era diventato anche lui discepolo di Gesù. Questi, presentatosi a Pilato,
chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato comandò che il corpo gli fosse dato.
Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito, e lo depose nella
propria tomba nuova, che aveva fatto scavare nella roccia. Poi, dopo aver
rotolato una grande pietra contro l'apertura del sepolcro, se ne andò. Maria
Maddalena e l'altra Maria erano lì, sedute di fronte al sepolcro.
Il sepolcro sigillato e custodito
Mt 28:1-4, 11-15
L'indomani, che era il giorno successivo alla Preparazione, i capi dei
sacerdoti e i farisei si riunirono da Pilato, dicendo: «Signore, ci siamo
ricordati che quel seduttore, mentre viveva ancora, disse: "Dopo tre giorni,
risusciterò". Ordina dunque che il sepolcro sia sicuramente custodito fino
al terzo giorno; perché i suoi discepoli non vengano a rubarlo e dicano al
popolo: "È risuscitato dai morti"; così l'ultimo inganno sarebbe peggiore
del primo». Pilato disse loro: «Avete delle guardie. Andate, assicurate la
sorveglianza come credete». Ed essi andarono ad assicurare il sepolcro,
sigillando la pietra e mettendovi la guardia.
CAPITOLO 28
La risurrezione di Gesù
=(Mr 16:1-7; Lu 24:1-8; Gv 20:1-2)(Sl 16:8-10;At 2:24-32) Ro 1:3-4; 4:25;
1Co 15:1-28; Ap 1:17-18
Nella notte del sabato, verso l'alba del primo giorno della settimana, Maria
Maddalena e l'altra Maria andarono a vedere il sepolcro. Ed ecco si fece un
gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò,
rotolò la pietra e vi sedette sopra. Il suo aspetto era come di folgore e la
sua veste bianca come neve. E, per lo spavento che ne ebbero, le guardie
tremarono e rimasero come morte. Ma l'angelo si rivolse alle donne e disse:
«Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso.
Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto; venite a vedere il
luogo dove giaceva. E andate presto a dire ai suoi discepoli: "Egli è
risuscitato dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete". Ecco,
ve l'ho detto».
=(Mr 16:8-11; Lu 24:9-12; Gv 20:3-18)
E quelle se ne andarono in fretta dal sepolcro con spavento e grande gioia e
corsero ad annunziarlo ai suoi discepoli. Quand'ecco, Gesù si fece loro
incontro, dicendo: «Vi saluto!» Ed esse, avvicinatesi, gli strinsero i piedi
e l'adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai
miei fratelli che vadano in Galilea; là mi vedranno».
Mt 27:62-66; 28:1-6
Mentre quelle andavano, alcuni della guardia vennero in città e riferirono
ai capi dei sacerdoti tutte le cose che erano avvenute. Ed essi, radunatisi
con gli anziani e tenuto consiglio, diedero una forte somma di denaro ai
soldati, dicendo: «Dite così: "I suoi discepoli sono venuti di notte e lo
hanno rubato mentre dormivamo". E se mai questo viene alle orecchie del
governatore, noi lo persuaderemo e vi solleveremo da ogni preoccupazione».
Ed essi, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute e quella
diceria è stata divulgata tra i Giudei, fino al giorno d'oggi.
La missione affidata ai discepoli
(Mr 16:12-20; Lu 24:13-53; Gv 20:19-29; 21:1-24; At 1:1-12) 1Co 15:6-7; Gv
17:18
Quanto agli undici discepoli, essi andarono in Galilea sul monte che Gesù
aveva loro designato. E, vedutolo, l'adorarono; alcuni però dubitarono. E
Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in
cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli
battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,
insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed
ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente».