CAPITOLO 1

Vocazione e missione di Geremia


Ga 1:15-16; Ez 2:3, ecc.
Parole di Geremia, figlio di Chilchia, uno dei sacerdoti che stavano ad Anatot, nel paese di Beniamino.
La parola del SIGNORE gli fu rivolta al tempo di Giosia, figlio di Amon, re di Giuda, l'anno tredicesimo del suo regno, e al tempo di Ieoiachim, figlio di Giosia, re di Giuda, sino alla fine dell'anno undicesimo di Sedechia, figlio di Giosia, re di Giuda, fino a quando Gerusalemme fu deportata, il che avvenne nel quinto mese.
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini: «Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, io ti ho consacrato e ti ho costituito profeta delle nazioni». Io risposi: «Ahimé, Signore, DIO, io non so parlare, perché non sono che un ragazzo». Ma il SIGNORE mi disse: «Non dire: "Sono un ragazzo", perché tu andrai da tutti quelli ai quali ti manderò, e dirai tutto quello che io ti comanderò. Non li temere, perché io sono con te per liberarti», dice il SIGNORE. Poi il SIGNORE stese la mano e mi toccò la bocca; e il SIGNORE mi disse: «Ecco, io ho messo le mie parole nella tua bocca. Vedi, io ti stabilisco oggi sulle nazioni e sopra i regni, per sradicare, per demolire, per abbattere, per distruggere, per costruire e per piantare».

Gr 6:1-6, 22-27; 20:1, ecc.; 38:1, ecc.

Poi la parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini: «Geremia, che cosa vedi?» Io risposi: «Vedo un ramo di mandorlo». E il SIGNORE mi disse: «Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per mandarla ad effetto».
La parola del SIGNORE mi fu rivolta per la seconda volta: «Che cosa vedi?» Io risposi: «Vedo una gran pentola che bolle e ha la bocca rivolta dal settentrione in qua». E il SIGNORE mi disse: «Dal settentrione verrà fuori la calamità su tutti gli abitanti del paese. Poiché, ecco, io sto per chiamare tutti i popoli dei regni del settentrione», dice il SIGNORE; «essi verranno, e porranno ognuno il suo trono all'ingresso delle porte di Gerusalemme, contro tutte le sue mura all'intorno, e contro tutte le città di Giuda. Pronunzierò i miei giudizi contro di loro, a causa di tutta la loro malvagità, perché mi hanno abbandonato e hanno offerto il loro incenso ad altri dèi, e si sono prostrati davanti all'opera delle loro mani. Tu dunque, cingiti i fianchi, àlzati, e di' loro tutto quello che io ti comanderò. Non lasciarti sgomentare da loro, affinché io non ti renda sgomento in loro presenza. Ecco, oggi io ti stabilisco come una città fortificata, come una colonna di ferro e come un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda, contro i suoi prìncipi, contro i suoi sacerdoti e contro il popolo del paese. Essi ti faranno la guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per liberarti», dice il SIGNORE.

CAPITOLO 2

Rimproveri al popolo di Giuda


(Gr 2:1-3:5) De 32:1-18; Os 2:16-17; Is 1:2-4; Ap 2:4-5
La parola del SIGNORE mi fu ancora rivolta in questi termini:
«Va', e grida alle orecchie di Gerusalemme:
"Così dice il SIGNORE:
Io mi ricordo dell'affetto che avevi per me quand'eri giovane,
del tuo amore da fidanzata,
quando mi seguivi nel deserto,
in una terra non seminata.
Israele era consacrato al SIGNORE,
egli era le primizie della sua rendita;
tutti quelli che lo divoravano si rendevano colpevoli,
e la calamità piombava su di loro"», dice il SIGNORE.
Ascoltate la parola del SIGNORE, o casa di Giacobbe,
e voi tutte le famiglie della casa d'Israele!
Così parla il SIGNORE:
«Quale iniquità hanno trovato i vostri padri in me,
che si sono allontanati da me,
e sono andati dietro alla vanità, e sono diventati essi stessi vanità?
Essi non hanno detto: "Dov'è il SIGNORE
che ci ha fatto uscire dal paese d'Egitto,
che ci ha condotti per il deserto,
per un paese di solitudine e di crepacci,
per un paese di siccità e di ombra di morte,
per un paese per il quale nessuno passò mai
e dove non abitò mai nessuno?"
Io vi ho condotti in un paese che è un frutteto,
perché ne mangiaste i frutti e i buoni prodotti;
ma voi, quando vi siete entrati, avete contaminato il mio paese
e avete fatto della mia eredità un'abominazione.
Non hanno detto i sacerdoti: "Dov'è il SIGNORE?"
I depositari della legge non mi hanno conosciuto,
i pastori mi sono stati infedeli,
i profeti hanno profetato nel nome di Baal,
e sono andati dietro a cose che non giovano a nulla.
Perciò io contenderò ancora in giudizio con voi», dice il SIGNORE,
«e contenderò con i figli dei vostri figli.
Passate dunque nelle isole di Chittim, e guardate!
Mandate a Chedar e osservate bene,
e guardate se avvenne mai qualcosa di simile!
C'è forse una nazione che abbia cambiato i suoi dèi,
sebbene non siano dèi?
Ma il mio popolo ha cambiato la sua gloria per ciò che non giova a nulla.
O cieli, stupite di questo;
inorridite e restate attoniti», dice il SIGNORE.
«Il mio popolo infatti ha commesso due mali:
ha abbandonato me, la sorgente d'acqua viva,
e si è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate,
che non tengono l'acqua.

Gr 4:7, 15-18; Is 3:8-11; 31:1-3
«Israele è forse uno schiavo? È forse uno schiavo nato in casa?
Perché dunque è diventato una preda?
I leoncelli ruggono contro di lui, fanno udire la loro
voce, e riducono il suo paese in una desolazione;
le sue città sono bruciate e non ci sono più abitanti.
Persino gli abitanti di Nof e di Tafanes
ti divorano il cranio.
Tutto questo non ti succede forse
perché hai abbandonato il SIGNORE, il tuo Dio,
mentre egli ti guidava per la buona via?
E ora, perché vai per la via che conduce in Egitto
per andare a bere l'acqua del Nilo?
o perché vai per la via che conduce in Assiria
per andare a bere l'acqua dell'Eufrate?
La tua malvagità è quella che ti castiga;
le tue infedeltà sono la tua punizione.
Sappi dunque e vedi che cattiva e amara cosa
è abbandonare il SIGNORE, il tuo Dio,
e il non aver di me nessun timore»,
dice il Signore, DIO degli eserciti.

Gc 2:11-13; Gr 3:2-11
«Già da lungo tempo tu hai spezzato il tuo giogo,
rotto le tue catene,
e hai detto: "Non voglio più servire!"
Ma sopra ogni alto colle
e sotto ogni albero verdeggiante
ti sei buttata giù come una prostituta.
Eppure, io ti avevo piantata come una nobile vigna,
tutta del miglior ceppo;
come mai ti sei trasformata in tralci
degenerati di una vigna a me non familiare?
Anche se ti lavassi con il nitro
e usassi molto sapone,
la tua iniquità lascerebbe una macchia davanti a me»,
dice il Signore, DIO.
«Come puoi dire: "Non mi sono contaminata,
non sono andata dietro ai Baali"?
Guarda i tuoi passi nella valle,
riconosci quello che hai fatto,
dromedaria leggera e vagabonda!
Asina selvatica, abituata al deserto, che sbuffa nell'ardore della sua passione!
Chi le impedirà di soddisfare le sue voglie?
Tutti quelli che la cercano non hanno da affaticarsi:
la trovano nel suo mese.
Guarda che il tuo piede non si scalzi
e che la tua gola non s'inaridisca!
Ma tu hai detto: "Non c'è rimedio; no,
io amo gli stranieri e andrò dietro a loro!"
Come il ladro è confuso quand'è colto sul fatto,
così sono confusi quelli della casa d'Israele:
essi, i loro re, i loro capi,
i loro sacerdoti e i loro profeti,
i quali dicono al legno: "Tu sei mio padre",
e alla pietra: "Tu ci hai dato la vita!"
Poiché essi mi hanno voltato le spalle e non la faccia;
ma nel tempo della loro sventura dicono:
"Àlzati e salvaci!"
Dove sono i tuoi dèi che ti sei fatti?
Si alzino, se ti possono salvare nel tempo della tua sventura!
Infatti, o Giuda, tu hai tanti dèi quante città.

Pr 28:13-14; Os 7:10-13; La 4:17
«Perché mi contestate?
Voi tutti mi siete stati infedeli», dice il SIGNORE.
«Invano ho colpito i vostri figli;
non ne hanno ricevuto correzione;
la vostra spada ha divorato i vostri profeti
come un leone distruttore.
Gente, considerate la parola del SIGNORE!
Io sono stato forse un deserto
o un paese di fitte tenebre per Israele?
Perché dice il mio popolo: "Noi siamo liberi,
non vogliamo tornare più da te"?
La fanciulla può forse dimenticare i suoi ornamenti,
o la sposa la sua cintura?
Eppure il mio popolo ha dimenticato me,
da giorni innumerevoli.
Come sei brava a trovare la via per cercare l'amore!
Hai di che insegnare persino alle donne malvagie!
Anche sulla tua veste si trova
il sangue di poveri innocenti,
che tu non hai còlto in flagrante delitto di scasso;
eppure, dopo tutto questo, tu dici: "Io sono innocente;
certo l'ira sua si è distolta da me".
Ecco io ti condannerò
perché hai detto: "Non ho peccato".
Perché hai tanta premura di cambiare strada?
Anche dall'Egitto riceverai confusione,
come già l'hai ricevuta dall'Assiria.
Anche di là uscirai con le mani sul capo;
perché il SIGNORE rigetta quelli nei quali tu confidi,
e tu non riuscirai nel tuo intento per loro mezzo».
Gr 2:20, 29, ecc.; Os 7:13-16

CAPITOLO 3

Il SIGNORE dice: «Se un uomo ripudia sua moglie
e questa se ne va via e si sposa con un altro,
quell'uomo torna forse ancora da lei?
Il paese stesso non ne sarebbe forse tutto profanato?
E tu, che ti sei prostituita con molti amanti,
ritorneresti da me?» dice il SIGNORE.
«Alza gli occhi verso le alture, e guarda.
Dov'è che non ti sei prostituita?
Tu sedevi per le vie ad aspettare i passanti, come fa l'Arabo nel deserto,
e hai contaminato il paese con le tue prostituzioni e con le tue malvagità.
Perciò le grandi piogge sono state trattenute
e non c'è stata pioggia di primavera;
ma tu hai avuto una fronte da prostituta
e non hai voluto vergognarti.
Mi hai appena gridato: "Padre mio,
tu sei stato l'amico della mia giovinezza!
Egli sarà forse adirato per sempre?
Serberà forse la sua ira sino alla fine?"
Ecco, tu parli così, ma intanto commetti tutto il male che puoi!»

Esortazione al ravvedimento


2R 17:6-23
Il SIGNORE mi disse al tempo del re Giosia: «Hai visto ciò che l'infedele Israele ha fatto? È andata sopra ogni alto monte e sotto ogni albero verdeggiante, e là s'è prostituita. Io dicevo: Dopo che avrà fatto tutte queste cose, tornerà a me; ma non è ritornata; e sua sorella, la perfida Giuda, l'ha visto. Benché io avessi ripudiato l'infedele Israele a causa di tutti i suoi adulteri e le avessi dato la sua lettera di divorzio, ho visto che sua sorella, la perfida Giuda, non ha avuto alcun timore, ed è andata a prostituirsi anche lei. Con il rumore delle sue prostituzioni Israele ha contaminato il paese; ha commesso adulterio con la pietra e con il legno; nonostante tutto questo, la sua perfida sorella non è tornata da me con tutto il suo cuore, ma con finzione», dice il SIGNORE.

Ez 18:30-32 (De 30:1-6; Gr 23:3-8; Mi 4:1-7)(Gr 4:1-2; Os 14)
Il SIGNORE mi disse: «L'infedele Israele si è mostrata più giusta
della perfida Giuda.
Va', proclama queste parole verso il settentrione, e di':
"Torna, o infedele Israele", dice il SIGNORE;
"io non vi mostrerò un viso accigliato,
poiché io sono misericordioso", dice il SIGNORE,
"e non serbo l'ira per sempre.
Soltanto riconosci la tua iniquità:
tu sei stata infedele al SIGNORE, al tuo Dio,
sei andata di qua e di là con gli stranieri,
sotto ogni albero verdeggiante,
e non hai dato ascolto alla mia voce"», dice il SIGNORE.
«Tornate, o figli traviati», dice il SIGNORE,
«poiché io sono il vostro Signore;
vi prenderò, uno da una città, due da una famiglia,
e vi ricondurrò a Sion;
vi darò dei pastori secondo il mio cuore,
che vi pasceranno con conoscenza e intelligenza.
Quando sarete moltiplicati e avrete fruttato nel paese,
allora», dice il SIGNORE,
«non si dirà più: "L'arca del patto del SIGNORE!"
Non vi si penserà più,
non la si menzionerà più, non la si rimpiangerà più,
non se ne farà un'altra.
Allora Gerusalemme sarà chiamata il trono del SIGNORE;
tutte le nazioni si raduneranno a Gerusalemme nel nome del SIGNORE,
e non cammineranno più secondo la caparbietà del loro cuore malvagio.
In quei giorni,
la casa di Giuda camminerà con la casa d'Israele;
verranno assieme dal paese del settentrione
al paese che io diedi in eredità ai vostri padri.
Io avevo detto: "Quale posto ti darò tra i miei figli?
Che paese delizioso ti darò?
La più bella eredità delle nazioni!"
Avevo detto: "Tu mi chiamerai: «Padre mio!»
E non smetterai di seguirmi".
Ma proprio come una donna è infedele al suo amante,
così voi mi siete stati infedeli, casa d'Israele!»
dice il SIGNORE.
Una voce si è fatta udire sulle alture;
sono i pianti, le suppliche dei figli d'Israele,
perché hanno pervertito la loro via,
hanno dimenticato il SIGNORE, il loro Dio.
«Tornate, figli traviati,
io vi guarirò dei vostri traviamenti!»
«Eccoci, noi veniamo da te,
perché tu sei il SIGNORE, il nostro Dio.
Certo, è vano il soccorso che si aspetta dalle alture,
dalle feste strepitose sui monti;
Certo, nel SIGNORE, nel nostro Dio, sta la salvezza d'Israele.
La vergogna ha divorato il prodotto della fatica dei nostri padri,
sin dalla nostra giovinezza:
le loro pecore e i loro buoi, i loro figli e le loro figlie.
Noi abbiamo la nostra vergogna come giaciglio
e la nostra infamia come coperta,
poiché abbiamo peccato contro il SIGNORE, il nostro Dio:
noi e i nostri padri, dalla nostra infanzia sino a questo giorno;
non abbiamo dato ascolto alla voce del SIGNORE, il nostro Dio.
Gr 3:22-23; Os 10:12; Ez 18:30-32

CAPITOLO 4

«Israele, se tu torni», dice il SIGNORE, «se tu torni da me,
se togli dalla mia presenza le tue abominazioni,
se non vai più vagando qua e là,
se giuri per il SIGNORE che vive,
con verità, con rettitudine e con giustizia,
allora le nazioni saranno benedette in lui
e in lui si glorieranno».
Poiché così parla il SIGNORE alla gente di Giuda e di Gerusalemme:
«Dissodatevi un campo nuovo,
e non seminate tra le spine!
Circoncidetevi per il SIGNORE, circoncidete i vostri cuori,
uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme,
affinché il mio furore non scoppi come un fuoco,
e non s'infiammi al punto che nessuno possa spegnerlo,
a causa della malvagità delle vostre azioni!»

Annunzio di un'invasione straniera


Gr 1:13-16; 6:1-8
«Annunziate in Giuda, proclamate questo in Gerusalemme,
e dite: "Sonate le trombe nel paese",
gridate forte e dite: "Adunatevi ed entriamo nelle città fortificate!"
Alzate la bandiera verso Sion,
cercate un rifugio, non vi fermate,
perché io faccio venire dal settentrione una calamità,
una grande rovina».
Un leone balza fuori dal folto bosco,
un distruttore di nazioni si è messo in marcia, ha lasciato il suo luogo,
per ridurre il tuo paese in desolazione,
al punto che le tue città saranno rovinate e prive d'abitanti.
Perciò, vestitevi di sacchi, siate afflitti, prorompete in lamenti,
perché l'ira furente del SIGNORE non si è distolta da noi.
«In quel giorno avverrà», dice il SIGNORE,
«che il cuore del re e il cuore dei capi verranno meno,
i sacerdoti saranno attoniti,
i profeti stupefatti».
Allora io dissi: «Ahi! Signore, SIGNORE,
tu hai dunque ingannato questo popolo e Gerusalemme! Hai detto:
"Voi avrete pace".
Ma la spada toglie loro la vita!»
In quel tempo si dirà a questo popolo e a Gerusalemme:
«Un vento infocato viene dalle alture del deserto
verso la figlia del mio popolo,
non per vagliare, non per nettare il grano;
un vento anche più impetuoso di quello verrà da parte mia;
ora anch'io pronunzierò la sentenza contro di loro».
Ecco, l'invasore sale come fanno le nuvole;
i suoi carri sono come un turbine;
i suoi cavalli sono più rapidi delle aquile.
Guai a noi! poiché siamo devastati!
Gerusalemme, purifica il tuo cuore dalla malvagità,
affinché tu sia salvata.
Fino a quando albergheranno in te i tuoi pensieri iniqui?
Poiché una voce che viene da Dan annunzia la calamità,
la proclama dai colli di Efraim.
«Avvertitene le nazioni, fatelo sapere a Gerusalemme;
degli assedianti vengono da un paese lontano,
lanciano le loro grida contro le città di Giuda.
Si sono posti contro Gerusalemme da ogni lato, come guardie di un accampamento,
perché essa si è ribellata contro di me», dice il SIGNORE.
«Il tuo procedere e le tue azioni ti hanno attirato queste cose;
questo è il frutto della tua malvagità;
sì, è amaro; sì, è una cosa che ti penetra fino al cuore».

Gr 10:19-22; 6:22, ecc.
Le mie viscere! Le mie viscere! Sento un gran dolore!
Le pareti del mio cuore! Il mio cuore mi freme nel petto!
Io non posso tacere;
poiché io ho udito il suono della tromba, il grido di guerra.
Si annunzia rovina sopra rovina,
poiché tutto il paese è devastato.
Le mie tende sono distrutte all'improvviso,
i miei teli in un attimo.
Fino a quando vedrò la bandiera
e udrò il suono della tromba?
«Veramente il mio popolo è stolto, non mi conosce;
sono figli insensati, non hanno intelligenza;
sono saggi per fare il male,
ma il bene non lo sanno fare».
Io guardo la terra, ed ecco è desolata e deserta;
i cieli sono senza luce.
Guardo i monti, ed ecco tremano,
tutti i colli sono agitati.
Guardo, ed ecco non c'è uomo;
tutti gli uccelli del cielo sono volati via.
Guardo, ed ecco il Carmelo è un deserto;
tutte le sue città sono abbattute davanti al SIGNORE,
davanti alla sua ira furente.
Infatti così parla il SIGNORE:
«Tutto il paese sarà desolato,
ma io non lo finirò del tutto.
A causa di ciò, la terra è afflitta,
e i cieli di sopra si oscurano;
perché io l'ho detto, l'ho stabilito,
e non me ne pento, e non ritratterò».
Al rumore dei cavalieri e degli arcieri tutte le città sono in fuga;
tutti entrano nel folto dei boschi, montano sulle rocce;
tutte le città sono abbandonate, e non c'è più nessun abitante.
E tu che stai per essere devastata, che fai?
Hai un bel vestirti di scarlatto, un bel metterti i tuoi ornamenti d'oro,
un bell'ingrandirti gli occhi con il belletto!
Invano ti abbellisci;
i tuoi amanti ti disprezzano,
vogliono la tua vita.
Odo infatti dei gridi come di donna che è nei dolori;
un'angoscia come quella di donna nel suo primo parto;
è la voce della figlia di Sion, che sospira ansimando e stende le mani:
«Ahi, me misera! perché io vengo meno davanti agli uccisori».

CAPITOLO 5

Le cause del giudizio


Os 4:1-7; So 3:1-8
«Andate per le vie di Gerusalemme;
guardate, informatevi;
cercate per le sue piazze
se vi trovate un uomo, se ve n'è uno solo
che pratichi la giustizia, che cerchi la fedeltà;
e io le perdonerò.
Anche quando dicono: "Com'è vero che il SIGNORE vive",
è certo che giurano il falso».
SIGNORE, i tuoi occhi non cercano forse la fedeltà?
Tu li colpisci, e quelli non sentono nulla;
tu li consumi, e quelli rifiutano di ricevere la correzione;
essi hanno reso il loro volto più duro della roccia,
rifiutano di convertirsi.
Io dicevo: «Questi non sono che miseri,
insensati che non conoscono la via del SIGNORE,
il giudizio del loro Dio»;
io andrò dai grandi e parlerò loro, perché essi conoscono la via del SIGNORE,
il giudizio del loro Dio;
ma anch'essi tutti quanti hanno spezzato il giogo,
hanno rotto i legami.
Perciò il leone della foresta li uccide,
il lupo del deserto li distrugge,
il leopardo sta in agguato presso le loro città;
chiunque ne uscirà sarà sbranato,
perché le loro trasgressioni sono numerose,
le loro infedeltà sono aumentate.
«Perché ti dovrei perdonare?
I tuoi figli mi hanno abbandonato,
giurano per degli dèi che non esistono.
Io li ho saziati ed essi si danno all'adulterio,
si affollano nella casa della prostituta.
Sono come tanti stalloni ben pasciuti e focosi;
ognuno di essi nitrisce dietro la moglie del prossimo.
Non li dovrei punire per queste cose», dice il SIGNORE,
«non dovrei vendicarmi di una simile nazione?

Gr 6:1-15; De 28:30-33
«Salite sulle sue mura e distruggete,
ma non la finite del tutto;
portate via i suoi tralci,
perché non sono del SIGNORE!
Infatti la casa d'Israele e la casa di Giuda mi hanno tradito»,
dice il SIGNORE.
Rinnegano il SIGNORE, e dicono: «Non esiste;
nessun male ci verrà addosso,
noi non vedremo spada né fame;
i profeti non sono che vento,
e nessuno parla in essi.
Quel che minacciano sia fatto a loro!»
Perciò così parla il SIGNORE, Dio degli eserciti:
«Poiché avete detto quelle parole,
ecco, io farò in modo che la parola mia sia come fuoco nella tua bocca,
che questo popolo sia come legno, e che quel fuoco lo divori.
Ecco, io faccio venire da lontano una nazione contro di voi, casa d'Israele»,
dice il SIGNORE;
«una nazione valorosa, una nazione antica,
una nazione della quale tu non conosci la lingua
e non capisci le parole.
La sua faretra è un sepolcro aperto;
tutti quanti sono valorosi.
Essa divorerà i tuoi raccolti e il tuo pane,
divorerà i tuoi figli e le tue figlie,
divorerà le tue pecore e i tuoi buoi,
divorerà le tue vigne e i tuoi fichi;
abbatterà con la spada le tue città fortificate nelle quali confidi.
Ma anche in quei giorni», dice il SIGNORE,
«io non ti finirò del tutto.
Quando direte: "Perché il SIGNORE, il nostro Dio, ci ha fatto tutto questo?"
tu risponderai loro: "Come voi mi avete abbandonato
e avete servito dèi stranieri nel vostro paese,
così servirete gli stranieri in un paese che non è vostro".

(Gb 37:23-24; 38:8-11; Pr 1:7, 29-32)(Mi 6:9-12; So 3:1-4)
«Annunziate questo alla casa di Giacobbe,
proclamatelo in Giuda, e dite:
Ascoltate ora questo, popolo stolto e senza cuore,
hanno occhi, ma non vedono,
hanno orecchi, ma non odono.
Voi non mi temerete», dice il SIGNORE,
«non temerete davanti a me?
Io ho posto la sabbia come limite al mare,
barriera eterna, che esso non oltrepasserà mai. I suoi flutti si agitano, ma sono impotenti;
muggono, ma non la sormontano.
Ma questo popolo ha un cuore indocile e ribelle;
si voltano indietro e se ne vanno.
Non dicono in cuor loro:
"Temiamo il SIGNORE, il nostro Dio,
che dà la pioggia a suo tempo:
la pioggia della prima e dell'ultima stagione,
che ci mantiene le settimane fissate per la mietitura".
Le vostre iniquità hanno sconvolto queste cose;
i vostri peccati vi hanno privati del benessere.
Poiché fra il mio popolo si trovano degli empi,
essi spiano come cacciatori in agguato;
tendono tranelli,
acchiappano uomini.
Come una gabbia è piena di uccelli,
così le loro case sono piene di frode;
perciò diventano grandi e si arricchiscono.
Ingrassano, hanno il volto lucido,
oltrepassano ogni limite di male.
Non difendono la causa, la causa dell'orfano, eppure prosperano;
non fanno giustizia nei processi dei poveri.
Non dovrei forse punire queste cose», dice il SIGNORE,
«non dovrei vendicarmi di una simile nazione?
Cose spaventevoli e orribili
si fanno nel paese:
i profeti profetano bugiardamente;
i sacerdoti governano agli ordini dei profeti;
e il mio popolo ha piacere che sia così.
Che cosa farete voi quando verrà la fine?

CAPITOLO 6

Peccati di Giuda; annunzio del castigo


Gr 4:5-18
«Figli di Beniamino, cercate un rifugio lontano da Gerusalemme;
sonate la tromba in Tecoa;
innalzate un segnale su Bet-Cherem,
perché dal settentrione avanza una calamità,
una grande rovina.
La bella, la voluttuosa figlia di Sion,
io la distruggo!
Verso di lei vengono dei pastori con le loro greggi;
essi piantano le loro tende intorno a lei;
ognuno d'essi bruca dal suo lato.
Preparate l'attacco contro di lei;
alzatevi, saliamo in pieno mezzogiorno!
Guai a noi, perché il giorno declina,
e le ombre della sera si allungano!
Alzatevi, saliamo di notte,
e distruggiamo i suoi palazzi!»
Infatti così parla il SIGNORE degli eserciti:
«Abbattete i suoi alberi,
ed elevate un bastione contro Gerusalemme;
quella è la città che deve essere punita;
dappertutto, in mezzo a lei, non c'è che oppressione.
Come un pozzo fa scaturire le sue acque,
così essa fa scaturire la sua malvagità;
in lei non si sente parlare che di violenza e di rovina;
davanti a me stanno continuamente sofferenze e piaghe.
Correggiti, Gerusalemme,
affinché io non mi allontani da te,
e non faccia di te un deserto,
una terra disabitata!»

Gr 8:4-13; 18:7-17
Così parla il SIGNORE degli eserciti:
«Il resto d'Israele sarà completamente racimolato come una vigna;
ripassa con la mano,
come fa il vendemmiatore sui tralci.
A chi parlerò, chi prenderò come testimone perché mi ascolti?
Ecco, il loro orecchio è incirconciso,
essi sono incapaci di prestare attenzione;
ecco, la parola del SIGNORE è diventata per loro un obbrobrio,
non vi trovano più nessun piacere.
Ma io sono pieno del furore del SIGNORE; sono stanco di contenermi.
Rivèrsalo sui bambini per la strada
e sui giovani riuniti assieme;
poiché il marito e la moglie,
il vecchio e l'uomo carico d'anni saranno presi tutti insieme.
Le loro case saranno passate ad altri,
così pure i loro campi e le loro mogli,
poiché io stenderò la mia mano sugli abitanti del paese»,
dice il SIGNORE.
«Infatti dal più piccolo al più grande,
sono tutti quanti avidi di guadagno;
dal profeta al sacerdote,
tutti praticano la menzogna.
Essi curano alla leggera la piaga del mio popolo;
dicono: "Pace, pace",
mentre pace non c'è.
Saranno confusi perché commettono delle abominazioni;
non si vergognano affatto, non sanno che cosa sia arrossire;
perciò cadranno fra quelli che cadono;
quando io li visiterò saranno abbattuti»,
dice il SIGNORE.
Così dice il SIGNORE:
«Fermatevi sulle vie e guardate,
domandate quali siano i sentieri antichi,
dove sia la buona strada, e incamminatevi per essa;
voi troverete riposo alle anime vostre!
Ma quelli rispondono: "Non c'incammineremo per essa!"
Io ho messo delle sentinelle per voi: "State attenti al suono della tromba!"
Ma quelli rispondono: "Non staremo attenti".
Perciò, ascoltate, nazioni!
Sappiate, comunità dei popoli, quello che avverrà loro.
Ascolta, terra!
Ecco, io faccio venire su questo popolo una calamità,
frutto dei loro pensieri;
perché non sono stati attenti alle mie parole;
hanno rigettato la mia legge.
Che m'importa dell'incenso che viene da Seba,
della canna odorosa che viene dal paese lontano?
I vostri olocausti non mi sono graditi,
i vostri sacrifici non mi piacciono».
Perciò così parla il SIGNORE:
«Ecco, io porrò davanti a questo popolo delle pietre d'intoppo,
nelle quali inciamperanno assieme padri e figli,
vicini e amici, e periranno».

Gr 8:14, ecc.; Ez 23:22-26; Eb 6:7-8
Così parla il SIGNORE: «Ecco un popolo viene dal paese di settentrione,
una grande nazione si muove dalle estremità della terra.
Essi impugnano l'arco e la freccia;
sono crudeli, non hanno pietà;
la loro voce è come il muggito del mare; montano cavalli;
sono pronti a combattere come un solo guerriero,
contro di te, figlia di Sion».
Noi ne abbiamo udito la fama
e le nostre mani si sono infiacchite;
l'angoscia ci coglie,
un dolore come di partoriente.
Non uscite nei campi,
non camminate per le vie,
perché la spada del nemico è là;
tutto intorno è terrore.
Figlia del mio popolo, vèstiti di sacco, ròtolati nella cenere,
prendi il lutto come per un figlio unico, fa' udire un amaro lamento,
perché il devastatore ci piomba addosso improvviso.
«Io ti avevo messo fra il mio popolo come un saggiatore di metalli,
perché tu conoscessi e saggiassi la loro via.
Essi sono tutti ribelli incalliti,
seminano calunnie;
sono bronzo e ferro,
tutti corrotti.
Il mantice soffia con forza,
il piombo è consumato dal fuoco;
invano si cerca di raffinare,
perché le scorie non si staccano.
Saranno chiamati: argento di rifiuto,
perché il SIGNORE li ha rigettati».

CAPITOLO 7

Rimproveri e avvertimenti


(Gr 26:1-6; Mi 3:9-12) Mt 3:7-10
Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del SIGNORE:
«Férmati alla porta della casa del SIGNORE
e là proclama questa parola:
"Ascoltate la parola del SIGNORE,
voi tutti, uomini di Giuda, che entrate per queste porte
per prostrarvi davanti al SIGNORE!
Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele:
Cambiate le vostre vie e le vostre opere,
e io vi farò abitare in questo luogo.
Non ponete la vostra fiducia in parole false, dicendo:
«Questo è il tempio del SIGNORE, il tempio del SIGNORE,
il tempio del SIGNORE!»
Ma se cambiate veramente le vostre vie e le vostre opere,
se praticate sul serio la giustizia gli uni verso gli altri,
se non opprimete lo straniero, l'orfano e la vedova,
se non spargete sangue innocente in questo luogo,
e non andate per vostra sciagura dietro ad altri dèi,
io allora vi farò abitare in questo luogo,
nel paese che allora diedi ai vostri padri per sempre.
Ecco, voi mettete la vostra fiducia in parole false,
che non giovano a nulla.
«"Voi rubate, uccidete, commettete adulteri,
giurate il falso, offrite profumi a Baal,
andate dietro ad altri dèi che prima non conoscevate,
e poi venite a presentarvi davanti a me,
in questa casa sulla quale è invocato il mio nome.
Voi dite: «Siamo salvi!»
Perciò commettete tutte queste abominazioni.
È forse, agli occhi vostri, una spelonca di ladri
questa casa sulla quale è invocato il mio nome?
Ecco, tutto questo io l'ho visto, dice il SIGNORE.
«"Andate al mio luogo che era a Silo,
dove una volta avevo messo il mio nome,
e guardate come l'ho trattato,
a causa della malvagità del mio popolo d'Israele.
Ora, poiché avete commesso tutte queste cose,
dice il SIGNORE,
poiché vi ho parlato, parlato fin dal mattino, e voi non avete dato ascolto,
poiché vi ho chiamati e voi non avete risposto,
io tratterò questa casa, sulla quale è invocato il mio nome
e nella quale riponete la vostra fiducia,
e il luogo che ho dato a voi e ai vostri padri,
come ho trattato Silo:
vi caccerò dalla mia presenza,
come ho cacciato tutti i vostri fratelli,
tutta la discendenza di Efraim".

(Gr 14:10-12; 44:15, ecc.)
«Tu non intercedere per questo popolo,
non innalzare per essi suppliche o preghiere,
non insistere presso di me,
perché non ti esaudirò.
Non vedi ciò che fanno nelle città di Giuda
e nelle vie di Gerusalemme?
I figli raccolgono legna,
i padri accendono il fuoco,
le donne impastano la farina
per fare delle focacce alla regina del cielo
e per fare libazioni ad altri dèi,
per offendermi.
È proprio me che offendono, dice il SIGNORE,
non offendono essi loro stessi,
a loro vergogna?
«"Perciò così parla il Signore, DIO:
Ecco, la mia ira, il mio furore, si riversa su questo luogo,
sugli uomini e sulle bestie,
sugli alberi della campagna e sui frutti della terra;
essa consumerà ogni cosa e non si estinguerà.

(1S 15:22; Gr 11:1-14)
«"Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele:
Aggiungete i vostri olocausti ai vostri sacrifici
e mangiatene la carne!
Poiché io non parlai ai vostri padri e non diedi loro alcun comandamento,
quando li feci uscire dal paese d'Egitto, circa olocausti e sacrifici;
ma questo comandai loro:
Ascoltate la mia voce;
sarò il vostro Dio
e voi sarete il mio popolo;
camminate in tutte le vie che io vi prescrivo
affinché siate felici.
Ma essi non ascoltarono, non prestarono orecchio,
ma camminarono seguendo i consigli e la caparbietà del loro cuore malvagio,
e invece di andare avanti si sono voltati indietro.
Dal giorno che i vostri padri uscirono dal paese d'Egitto
fino a oggi,
io vi ho mandato tutti i miei servi, i profeti,
ve li ho mandati ogni giorno, fin dal mattino;
ma essi non mi hanno ascoltato, non hanno prestato orecchio;
hanno irrigidito il collo;
si sono comportati peggio dei loro padri".
Di' loro tutte queste cose, ma essi non ti ascolteranno;
chiamali, ma essi non ti risponderanno.
Perciò dirai loro: "Questa è la nazione che non ascolta la voce del SIGNORE, del suo Dio,
e che non vuol accettare correzione;
la fedeltà è perita, è venuta meno nella loro bocca.

Gr 19
«"Raditi i capelli e buttali via,
spandi sulle alture un lamento,
poiché il SIGNORE rigetta
e abbandona la generazione che è divenuta oggetto della sua ira.
I figli di Giuda hanno fatto ciò che è male ai miei occhi,
dice il SIGNORE;
hanno collocato le loro abominazioni
nella casa sulla quale è invocato il mio nome,
per contaminarla.
Hanno costruito gli alti luoghi di Tofet nella valle del figlio di Innom,
per bruciarvi nel fuoco i loro figli e le loro figlie;
cosa che io non avevo comandata
e che non mi era venuta in mente.
Perciò, ecco, i giorni vengono, dice il SIGNORE,
che non si dirà più Tofet né la valle del figlio di Innom,
ma la valle del massacro,
e, per mancanza di spazio, si seppelliranno i morti a Tofet.
I cadaveri di questo popolo serviranno di pasto
agli uccelli del cielo e alle bestie della terra;
e non ci sarà nessuno che li scacci.
Farò cessare nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme
il grido di gioia e il grido di esultanza,
il canto dello sposo e il canto della sposa,
perché il paese sarà una desolazione.

CAPITOLO 8

Incoscienza riguardo al peccato


Gr 7:32-34; Le 26:30-39
«"In quel tempo, dice il SIGNORE, si toglieranno dai loro sepolcri le ossa dei re di Giuda, le ossa dei suoi prìncipi, le ossa dei sacerdoti, le ossa dei profeti, le ossa degli abitanti di Gerusalemme, e le si esporrà davanti al sole, davanti alla luna e davanti a tutto l'esercito del cielo, che essi hanno amato, hanno servito, hanno seguito, hanno consultato, e davanti a cui si sono prostrati; non si raccoglieranno, non si seppelliranno, ma saranno come letame sulla faccia della terra. La morte sarà preferibile alla vita per tutto il residuo che rimarrà di questa razza malvagia, in tutti i luoghi dove li avrò scacciati, dice il SIGNORE degli eserciti".

Gr 5:1-9; 6:9-15
«Tu di' loro: "Così parla il SIGNORE:
Se uno cade non si rialza forse?
Se uno si svia, non torna egli indietro?
Perché dunque questo popolo di Gerusalemme si svia
di uno sviamento perenne?
Essi persistono nella malafede
e rifiutano di convertirsi.
Io sto attento e ascolto:
essi non parlano come dovrebbero;
nessuno si pente della sua malvagità
e dice: «Che ho fatto?»
Ognuno riprende la sua corsa,
come il cavallo che si slancia alla battaglia.
Anche la cicogna conosce nel cielo le sue stagioni;
la tortora, la rondine e la gru
osservano il tempo quando debbono venire,
ma il mio popolo non conosce quel che il SIGNORE ha ordinato.
Voi come potete dire: «Noi siamo saggi
e la legge del SIGNORE è con noi!»
Sì, certo, ma la penna bugiarda degli scribi ha mentito.
I saggi saranno confusi,
saranno costernati, saranno presi;
ecco, hanno rigettato la parola del SIGNORE;
quale saggezza possono avere?
Perciò io darò le loro mogli ad altri,
i loro campi a dei nuovi possessori;
poiché dal più piccolo al più grande,
sono tutti avidi di guadagno;
dal profeta al sacerdote,
tutti praticano la menzogna.
Essi curano alla leggera la piaga del mio popolo;
dicono: «Pace, pace»,
mentre pace non c'è.
Essi saranno confusi perché commettono delle abominazioni;
non si vergognano affatto, non sanno che cosa sia arrossire;
perciò cadranno fra quelli che cadono;
quando io li visiterò saranno abbattuti, dice il SIGNORE.
Certo io li sterminerò, dice il SIGNORE.
Non c'è più uva sulla vite,
non più fichi sul fico,
e le foglie sono appassite!
Io ho dato loro dei nemici che passeranno sui loro corpi"».

Gr 4:5-18
«Perché ce ne stiamo qui seduti?
Adunatevi, entriamo nelle città fortificate,
là periamo!
Poiché il SIGNORE, il nostro Dio, ci condanna a perire,
ci fa bere acque avvelenate,
perché abbiamo peccato contro il SIGNORE.
Noi aspettavamo la pace, ma nessun bene giunge;
aspettavamo un tempo di guarigione, ed ecco il terrore!
Si ode da Dan lo sbuffare dei suoi cavalli;
al rumore del nitrito dei suoi destrieri, trema tutto il paese;
poiché vengono, divorano il paese e tutto ciò che contiene,
la città e i suoi abitanti».
«Infatti, ecco, io mando contro di voi dei serpenti, delle vipere,
contro cui non c'è incantesimo che valga;
vi morderanno», dice il SIGNORE.

Lamento su Gerusalemme


Gr 4:1-20; 9:1
Dove trovar conforto nel mio dolore?
Il cuore mi langue in petto.
Ecco il grido d'angoscia della figlia del mio popolo
da terra lontana:
«Il SIGNORE non è più in Sion?
Il suo re non è più in mezzo a lei?»
«Perché hanno provocato la mia ira con le loro immagini scolpite
e con vanità straniere?»
«La mietitura è finita, l'estate è trascorsa,
e noi non siamo salvati».
Per la piaga della figlia del mio popolo io sono tutto affranto;
sono in lutto, sono in preda alla costernazione.
Non c'è balsamo in Galaad?
Non c'è laggiù nessun medico?
Perché dunque la piaga della figlia del mio popolo non è stata medicata?
Gr 8:21-22; 5:1-9; Mi 7:1-6; Os 4:1-3

CAPITOLO 9

Oh, fosse la mia testa piena d'acqua,
e i miei occhi una fonte di lacrime!
Io piangerei giorno e notte
gli uccisi della figlia del mio popolo!
Oh, se avessi nel deserto un rifugio da viandanti!
Io abbandonerei il mio popolo e me n'andrei lontano da costoro,
perché sono tutti adulteri,
un'adunata di traditori.
«Tendono la lingua, che è il loro arco, per scoccare menzogne;
sono diventati potenti nel paese, ma non per agire con fedeltà;
poiché passano di malvagità in malvagità
e non conoscono me, dice il SIGNORE.
Si guardi ciascuno dal suo amico,
nessuno si fidi del suo fratello;
poiché ogni fratello non fa che ingannare,
ogni amico va spargendo calunnie.
L'uno inganna l'altro,
non dice la verità,
esercitano la loro lingua a mentire,
si affannano a fare il male.
La tua abitazione è in mezzo alla malafede;
per malafede costoro rifiutano di conoscermi»,
dice il SIGNORE.
Perciò, così parla il SIGNORE degli eserciti:
«Ecco, io li fonderò nel crogiuolo per saggiarli;
poiché che altro dovrei fare per la figlia del mio popolo?
La loro lingua è una freccia micidiale;
essa non parla che in malafede;
con la bocca ognuno parla di pace al suo prossimo,
ma nel cuore gli tende insidie.
Non dovrei forse punirli per queste cose», dice il SIGNORE,
«non dovrei forse vendicarmi di una simile nazione?»

(Gr 16:10-13; De 9:24-28)
Io voglio prorompere in pianto e in gemito, per i monti;
voglio spandere un lamento per i pascoli del deserto,
perché sono bruciati, al punto che nessuno più vi passa,
non vi si ode più muggito di mandrie;
gli uccelli del cielo e le bestie sono fuggite, sono scomparse.
«Io ridurrò Gerusalemme in un mucchio di macerie, in un covo di sciacalli;
e farò delle città di Giuda una desolazione senza abitanti».
Chi è il saggio che capisca queste cose?
A chi ha parlato la bocca del SIGNORE perché egli ne dia notizia?
Perché il paese è distrutto,
desolato come un deserto al punto che non vi passa più nessuno?
Il SIGNORE risponde: «Perché costoro hanno abbandonato la mia legge
che io avevo loro messa davanti,
e non hanno dato ascolto alla mia voce,
né l'hanno seguita nella loro condotta,
ma hanno seguito la caparbietà del loro cuore
e sono andati dietro ai Baal,
come i loro padri insegnarono loro».
Perciò, così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele:
«Ecco, io farò mangiare assenzio a questo popolo,
e gli farò bere acqua avvelenata.
Io li disperderò fra le nazioni
che né loro né i loro padri hanno conosciuto;
manderò dietro a loro la spada,
finché io li abbia consumati».

La 1-2
Così parla il SIGNORE degli eserciti:
«Pensate a chiamare delle piagnone, e che esse vengano!
Invitate le più accorte, e che esse vengano
e si affrettino a fare un lamento su di noi,
sì che i nostri occhi si sciolgano in lacrime,
e l'acqua fluisca dalle nostre palpebre.
Infatti una voce di lamento si fa udire da Sion:
"Come siamo devastati!
Siamo coperti di vergogna,
perché dobbiamo abbandonare il paese,
ora che hanno abbattuto le nostre case"».
Donne, ascoltate la parola del SIGNORE,
e le vostre orecchie ricevano la parola dalla sua bocca!
Insegnate alle vostre figlie dei lamenti,
ognuna insegni alla sua compagna dei canti funebri!
Poiché la morte è salita alle nostre finestre,
è entrata nei nostri palazzi
per far sparire i bambini dalle strade
e i giovani dalle piazze.
Di': «Così parla il SIGNORE:
"I cadaveri degli uomini cadranno
come letame sull'aperta campagna,
come un mannello che il mietitore si lascia indietro,
e che nessuno raccoglie"».

1Co 1:25-31; 2Co 10:17; Gr 4:4
Così parla il SIGNORE:
«Il saggio non si glori della sua saggezza,
il forte non si glori della sua forza,
il ricco non si glori della sua ricchezza:
ma chi si gloria si glori di questo:
che ha intelligenza e conosce me,
che sono il SIGNORE.
Io pratico la bontà, il diritto e la giustizia sulla terra,
perché di queste cose mi compiaccio», dice il SIGNORE.
«Ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE,
«in cui punirò tutti i circoncisi, come gli incirconcisi:
l'Egitto, Giuda, Edom, i figli di Ammon, Moab,
tutti quelli che si radono le tempie
e abitano nel deserto;
poiché tutte le nazioni sono incirconcise,
e tutta la casa d'Israele è incirconcisa di cuore».

CAPITOLO 10

Il Signore e gli idoli


Is 40:18-26; 44:6-21; Sl 115:3-8
=Gr 51:15-19
Ascoltate la parola che il SIGNORE vi rivolge,
casa d'Israele!
Così parla il SIGNORE:
«Non imparate a camminare nella via delle nazioni,
e non abbiate paura dei segni del cielo,
perché sono le nazioni quelle che ne hanno paura.
Infatti i costumi dei popoli sono vanità;
poiché si taglia un albero nella foresta
e le mani dell'operaio lo lavorano con l'ascia;
lo si adorna d'argento e d'oro,
lo si fissa con chiodi e con i martelli
perché non si muova.
Gli idoli sono come spauracchi in un campo di cocomeri, e non parlano;
bisogna portarli, perché non possono camminare.
Non li temete! perché non possono fare nessun male,
e non è in loro potere di far del bene».
Non c'è nessuno pari a te, SIGNORE;
tu sei grande, e grande in potenza è il tuo nome.
Chi non ti temerebbe, re delle nazioni?
Poiché questo ti è dovuto;
poiché fra tutti i saggi delle nazioni e in tutti i loro regni
non c'è nessuno pari a te.
Ma costoro tutti insieme sono stupidi e insensati;
non è che una dottrina di vanità; non è altro che legno;
argento battuto in lastre portato da Tarsis, oro venuto da Ufaz,
opera di scultore e di mano d'orefice;
sono vestiti di porpora e di scarlatto,
sono tutti lavoro d'abili artefici.
Ma il SIGNORE è il vero Dio,
egli è il Dio vivente, e il re eterno;
per la sua ira trema la terra,
e le nazioni non possono resistere davanti al suo sdegno.
«Così direte loro:
"Gli dèi che non hanno fatto i cieli e la terra
scompariranno dalla terra e da sotto il cielo"».
Egli, con la sua potenza, ha fatto la terra;
con la sua saggezza ha stabilito fermamente il mondo;
con la sua intelligenza ha disteso i cieli.
Quando fa udire la sua voce, c'è un rumore d'acque nel cielo;
egli fa salire i vapori dalle estremità della terra,
fa guizzare i lampi per la pioggia
e sprigiona il vento dai suoi serbatoi;
ogni uomo allora diventa stupido, privo di conoscenza;
ogni orafo ha vergogna delle sue immagini scolpite;
perché le sue immagini fuse sono menzogna
e non c'è soffio vitale in loro.
Sono vanità, lavoro d'inganno;
nel giorno del castigo, periranno.
A loro non somiglia Colui che è la parte di Giacobbe;
perché Egli ha formato tutte le cose,
e Israele è la tribù della sua eredità.
Il suo nome è: il SIGNORE degli eserciti.

L'imminenza del castigo


Gr 4:15-20; 30:11, 16-17; Sl 79
Raccogli da terra il tuo bagaglio,
tu che sei circondata d'assedio!
Infatti così parla il SIGNORE:
«Ecco, questa volta io scaglierò lontano gli abitanti del paese,
e li stringerò da vicino affinché non sfuggano».
Guai a me a causa della mia ferita!
La mia piaga è dolorosa;
ma io ho detto: «Questo è il mio male e lo devo sopportare».
Le mie tende sono guaste,
tutto il mio cordame è rotto;
i miei figli sono andati lontano da me e non sono più;
non c'è più nessuno che stenda la mia tenda,
che innalzi i miei teli.
Perché i pastori sono stati stupidi
e non hanno cercato il SIGNORE;
perciò non hanno prosperato
e tutto il loro gregge è stato disperso.
Ecco, un rumore giunge,
un gran tumulto arriva dal paese del settentrione
per ridurre le città di Giuda in desolazione,
in un covo di sciacalli.
SIGNORE, io so
che la via dell'uomo non è in suo potere,
e che non è in potere dell'uomo che cammina
il dirigere i suoi passi.
SIGNORE, correggimi, ma con giusta misura;
non nella tua ira, perché tu non mi riduca a poca cosa!
Riversa la tua ira sulle nazioni che non ti conoscono,
sui popoli che non invocano il tuo nome;
poiché hanno divorato Giacobbe;
sì, lo hanno divorato, l'hanno consumato,
hanno distrutto il suo territorio.

CAPITOLO 11

Il patto violato


2Cr 34:29, ecc.; Gr 7; 31:32
Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del SIGNORE:
«Ascoltate le parole di questo patto,
e parlate agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme!
Di' loro: Così parla il SIGNORE, Dio d'Israele:
"Maledetto l'uomo che non ascolta le parole di questo patto,
che io comandai ai vostri padri
il giorno che li feci uscire dal paese d'Egitto,
dalla fornace di ferro", dicendo:
"Ascoltate la mia voce e fate tutto quello che vi comanderò,
voi sarete mio popolo
e io sarò vostro Dio,
affinché io possa mantenere il giuramento che feci ai vostri padri,
di dar loro un paese dove scorre il latte e il miele",
come oggi si vede».
Allora io risposi: «Amen, SIGNORE!»
Il SIGNORE mi disse:
«Proclama tutte queste parole nelle città di Giuda
e per le strade di Gerusalemme, dicendo:
"Ascoltate le parole di questo patto,
e mettetele in pratica!
Io infatti ho scongiurato i vostri padri
dal giorno che li feci uscire dal paese d'Egitto
fino a questo giorno,
li ho scongiurati fin dal mattino, dicendo:
«Ascoltate la mia voce!»
Ma essi non l'hanno ascoltata, non hanno prestato orecchio,
e hanno camminato seguendo ciascuno la caparbietà del loro cuore malvagio;
perciò io ho fatto venir su di loro tutto quello che avevo detto in quel patto
che io avevo comandato loro di osservare, e che essi non hanno osservato"».
Poi il SIGNORE mi disse:
«Esiste una congiura tra gli uomini di Giuda
e fra gli abitanti di Gerusalemme.
Sono tornati alle iniquità dei loro padri antichi,
i quali rifiutarono di ascoltare le mie parole;
sono andati anch'essi dietro ad altri dèi, per servirli;
la casa d'Israele e la casa di Giuda hanno rotto il patto
che io avevo fatto con i loro padri.
Perciò, così parla il SIGNORE:
"Ecco, io faccio venir su di loro una calamità,
alla quale non potranno sfuggire.
Essi grideranno a me,
ma io non li ascolterò.
Allora le città di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme
andranno a gridare agli dèi a cui offrono profumi;
ma essi non li salveranno, nel tempo della calamità!
Infatti, o Giuda, tu hai tanti dèi quante sono le tue città;
e quante sono le strade di Gerusalemme,
tanti sono gli altari che avete eretti alla vergogna,
altari per offrir profumi a Baal".
«Tu non pregare per questo popolo,
non ti mettere a gridare né a far suppliche per loro;
perché io non li esaudirò
quando grideranno a me a causa della calamità che li avrà colpiti.
Che ha da fare l'amato mio nella mia casa?
Lei ha commesso molte scelleratezze.
Forse che dei voti e della carne consacrata allontaneranno da te la calamità,
perché tu possa rallegrarti?»
Il SIGNORE ti aveva chiamato
Ulivo verdeggiante, adorno di bei frutti.
Al rumore di un gran tumulto, egli vi appicca il fuoco,
e i rami ne sono danneggiati.
Il SIGNORE degli eserciti che ti aveva piantato
pronunzia del male contro di te,
a causa della malvagità commessa a loro danno dalla casa d'Israele
e dalla casa di Giuda,
quando hanno provocato la mia ira, offrendo profumi a Baal.

Congiura contro Geremia


(Gr 18:18-23; 20:1-12) Am 7:10-17
Il SIGNORE me l'ha fatto sapere, e io l'ho saputo;
allora tu mi hai mostrato le loro azioni.
Io ero come un docile agnello che si conduce al macello;
io non sapevo che tramavano macchinazioni contro di me dicendo:
«Distruggiamo l'albero con il suo frutto, sterminiamolo dalla terra dei viventi;
affinché il suo nome non sia più ricordato».
Ma, o SIGNORE degli eserciti, giusto giudice,
che scruti le reni e il cuore,
io vedrò la tua vendetta su di loro,
poiché a te io rimetto la mia causa.
«Perciò, così parla il SIGNORE riguardo a quelli di Anatot
che cercano la tua vita e dicono:
"Non profetare nel nome del SIGNORE,
se non vuoi morire per mano nostra".
Perciò, così parla il SIGNORE degli eserciti:
"Ecco, io sto per punirli;
i giovani moriranno per la spada,
i loro figli e le loro figlie moriranno di fame;
non resterà di loro nessun residuo;
poiché io farò venire la calamità su quelli di Anatot,
l'anno in cui li visiterò"».

CAPITOLO 12

Perplessità di Geremia e risposta di Dio


Sl 73 (Pr 24:10; Eb 12:2-4)
Tu sei giusto, SIGNORE, quando io discuto con te;
tuttavia io proporrò le mie ragioni:
perché prospera la via degli empi?
perché sono tutti a loro agio quelli che agiscono perfidamente?
Tu li hai piantati, essi hanno messo radice,
crescono e, inoltre, portano frutto;
tu sei vicino alla loro bocca,
ma lontano dal loro intimo.
SIGNORE, tu mi conosci,
tu mi vedi, tu provi quale sia il mio cuore verso di te.
Trascinali al macello come pecore,
preparali per il giorno del massacro!
Fino a quando sarà afflitto il paese
e si seccherà l'erba di tutta la campagna?
Per la malvagità degli abitanti
le bestie e gli uccelli sono sterminati.
Poiché quelli dicono: «Egli non vedrà la nostra fine».
«Se, correndo con dei pedoni, questi ti stancano,
come potrai gareggiare con i cavalli?
Se non ti senti al sicuro che in terra di pace,
come farai quando il Giordano sarà in piena?
Perché persino i tuoi fratelli e la casa di tuo padre ti tradiscono;
anch'essi ti gridano dietro a piena voce;
non li credere quando ti diranno delle buone parole.

Il paese di Giuda devastato; profezia contro i devastatori


Gr 4:6, ecc.; 2R 24:1, ecc.
«Io ho lasciato la mia casa,
ho abbandonato la mia eredità;
ho dato l'amata mia nelle mani dei suoi nemici.
La mia eredità è divenuta per me come un leone nella foresta;
ha mandato contro di me il suo ruggito;
perciò io l'ho detestata.
La mia eredità è stata per me come l'uccello rapace screziato;
gli uccelli rapaci si gettano contro di lei da ogni parte.
Andate, radunate tutte le bestie della campagna,
fatele venire a divorare!
Molti pastori guastano la mia vigna,
calpestano la parte che mi è toccata,
riducono la mia deliziosa proprietà
in un deserto desolato.
La riducono in una desolazione;
e, tutta desolata, è afflitta davanti a me;
tutto il paese è desolato,
perché nessuno lo prende a cuore.
Su tutte le alture del deserto giungono devastatori,
perché la spada del SIGNORE divora il paese da un'estremità all'altra;
non c'è pace per nessuno.
Hanno seminato grano, e raccolgono spine;
si sono affannati senza alcun profitto.
Vergognatevi di ciò che raccogliete
a causa dell'ira ardente del SIGNORE!»

Gr 25:9-11; Za 2:8-11
Così parla il SIGNORE contro tutti i miei malvagi vicini,
che toccano l'eredità che io ho data da possedere al mio popolo Israele:
«Ecco, io li sradicherò dal loro paese,
sradicherò la casa di Giuda di mezzo a loro;
ma, dopo che li avrò sradicati,
avrò di nuovo compassione di loro
e li ricondurrò ciascuno nella sua eredità,
ciascuno nel suo paese.
Se imparano diligentemente le vie del mio popolo
e giurano per il mio nome dicendo:
"Il SIGNORE vive",
come hanno insegnato al mio popolo a giurare per Baal,
saranno saldamente stabiliti in mezzo al mio popolo.
Ma, se non danno ascolto,
io sradicherò quella nazione;
la sradicherò e la distruggerò», dice il SIGNORE.

CAPITOLO 13

La parabola della cintura di lino


Gr 19
Così mi ha detto il SIGNORE: «Va', comprati una cintura di lino, mettitela attorno ai fianchi, ma non la porre nell'acqua». Così io comprai la cintura, secondo la parola del SIGNORE, e me la misi attorno ai fianchi.
La parola del SIGNORE mi fu indirizzata per la seconda volta, in questi termini: «Prendi la cintura che hai comprata e che hai attorno ai fianchi; va' verso l'Eufrate e nascondila laggiù nella fessura d'una roccia». Io andai e la nascosi presso l'Eufrate, come il SIGNORE mi aveva comandato. Dopo molti giorni, il SIGNORE mi disse: «Àlzati, va' verso l'Eufrate e togli di là la cintura che io ti avevo comandato di nascondervi». Io andai verso l'Eufrate, scavai e tolsi la cintura dal luogo dove l'avevo nascosta. Ecco, la cintura era marcita, non era più buona a nulla. Allora la parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Così parla il SIGNORE:
"In questo modo io distruggerò l'orgoglio di Giuda
e il grande orgoglio di Gerusalemme,
di questo popolo malvagio che rifiuta di ascoltare le mie parole,
che cammina seguendo la caparbietà del suo cuore,
e va dietro ad altri dèi
per servirli e per prostrarsi davanti a loro;
esso diventerà come questa cintura,
che non è più buona a nulla.
Infatti, come la cintura aderisce ai fianchi dell'uomo,
così io avevo strettamente unita a me tutta la casa d'Israele
e tutta la casa di Giuda", dice il SIGNORE,
"perché fossero mio popolo,
mia fama, mia lode, mia gloria;
ma essi non hanno voluto dare ascolto".

Avvertimenti


Gr 25:15-18, 27
«Tu dirai loro questa parola:
"Così parla il SIGNORE, Dio d'Israele:
Ogni otre sarà riempito di vino";
e quando essi ti diranno: "Non lo sappiamo noi
che ogni otre si riempie di vino?"
Allora tu dirai loro: "Così parla il SIGNORE:
Ecco, io riempirò di ubriachezza tutti gli abitanti di questo paese,
i re che siedono sul trono di Davide,
i sacerdoti, i profeti, e tutti gli abitanti di Gerusalemme;
li sbatterò l'uno contro l'altro,
padri e figli assieme", dice il SIGNORE;
"io non risparmierò nessuno; nessuna pietà, nessuna compassione,
m'impedirà di distruggerli"».

(2R 24:8-16; Gr 22:24-30) Gr 16:10-13
Ascoltate, porgete orecchio!
Non insuperbite,
perché il SIGNORE parla.
Date gloria al SIGNORE, al vostro Dio,
prima che egli faccia venir le tenebre;
prima che i vostri piedi inciampino sui monti avvolti nel crepuscolo,
e voi aspettiate la luce
ed egli ne faccia un'ombra di morte,
e la muti in oscurità profonda.
Ma se voi non date ascolto,
io piangerò in segreto, a causa del vostro orgoglio;
gli occhi miei piangeranno a dirotto, si scioglieranno in lacrime,
perché il gregge del SIGNORE sarà deportato.
Di' al re e alla regina:
«Sedetevi per terra!
perché la vostra gloriosa corona,
vi cade dalla testa».
Le città della regione meridionale sono chiuse,
non c'è più chi le apra;
tutto Giuda è deportato,
è condotto in esilio tutto quanto.
Alzate gli occhi, guardate
quelli che vengono dal settentrione;
dov'è il gregge, il magnifico gregge,
che ti era stato dato?
Che dirai tu quando egli ti punirà?
Ma tu stessa hai insegnato loro - capitani e capi - a dominare su di te.
Non ti prenderanno forse i dolori,
come prendono la donna che sta per partorire?
Se tu dici in cuor tuo:
«Perché m'avvengono queste cose?»
Per la grandezza della tua iniquità
la tua veste viene strappata
e i tuoi calcagni sono colpiti.
Può un Cusita cambiare la sua pelle
o un leopardo le sue macchie?
Solo allora anche voi, abituati come siete a fare il male,
potrete fare il bene.
«Io li disperderò, come stoppia portata via dal vento del deserto.
Questa è la tua sorte, la parte che io ti misuro»,
dice il SIGNORE,
«perché tu mi hai dimenticato
e hai riposto la tua fiducia nella menzogna.
Io pure solleverò la tua veste sul tuo viso,
così si vedrà la tua vergogna.
Io ho visto le tue abominazioni,
i tuoi adulteri, i tuoi nitriti,
l'infamia della tua prostituzione sulle colline e per i campi.
Guai a te, Gerusalemme!
Per quanto tempo ancora non ti purificherai?»

CAPITOLO 14

La siccità


Le 26:18-20; Gl 1:8, ecc.
La parola del SIGNORE che fu rivolta a Geremia in occasione della siccità.
«Giuda è in lutto,
le porte delle sue città languiscono, giacciono per terra a lutto;
il grido di Gerusalemme sale al cielo.
I nobili fra di loro mandano i piccoli a cercare acqua;
questi vanno alle cisterne, non trovano acqua,
e tornano con i loro vasi vuoti;
sono pieni di vergogna, di confusione, e si coprono il capo.
Il suolo è costernato
perché non c'è stata pioggia nel paese;
i lavoratori sono pieni di confusione e si coprono il capo.
Persino la cerva che figlia nella campagna
abbandona il suo parto,
perché non c'è erba;
gli onagri si fermano sulle alture,
soffiano aria come gli sciacalli;
i loro occhi sono spenti, perché non c'è verdura».

Is 64:5-8; Sl 78:8-9
SIGNORE, se le nostre iniquità testimoniano contro di noi,
opera per amor del tuo nome;
poiché le nostre infedeltà sono molte;
noi abbiamo peccato contro di te.
Speranza d'Israele,
suo salvatore in tempo di angoscia,
perché saresti nel paese come un forestiero,
come un viandante che si ferma per passarvi la notte?
Perché saresti come un uomo sopraffatto,
come un prode che non può salvare?
Eppure, SIGNORE, tu sei in mezzo a noi, e il tuo nome è invocato su di noi;
non abbandonarci!

I falsi profeti


(Gr 15:1-3; 8:9-12; 23:9, ecc.) Is 9:15; La 2:14, 19-22
Così parla il SIGNORE a questo popolo:
«Essi amano andar peregrinando;
non trattengono i loro piedi;
perciò il SIGNORE non li gradisce,
si ricorda ora della loro iniquità,
e punisce i loro peccati».
Il SIGNORE mi disse:
«Non pregare per il bene di questo popolo.
Se digiunano, non ascolterò il loro grido;
se offrono olocausti e offerte, non li gradirò;
anzi io sto per consumarli con la spada, con la fame, con la peste».
Allora io dissi: «Ah, Signore, DIO!
ecco, i profeti dicono loro:
"Voi non vedrete la spada,
né avrete mai la fame;
ma io vi darò una pace sicura in questo luogo"».
Il SIGNORE mi disse:
«Quei profeti profetizzano menzogne nel mio nome;
io non li ho mandati, non ho dato loro nessun ordine,
e non ho parlato loro;
le profezie che vi fanno sono visioni menzognere, divinazione, vanità,
imposture del proprio cuore.
Perciò così parla il SIGNORE
riguardo ai profeti che profetizzano nel mio nome,
sebbene io non li abbia mandati,
e dicono: "Non ci sarà spada né fame in questo paese";
quei profeti saranno consumati dalla spada e dalla fame;
e quelli ai quali essi profetizzano
saranno gettati per le vie di Gerusalemme
morti di fame e di spada,
essi, le loro mogli, i loro figli e le loro figlie,
né vi sarà chi dia loro sepoltura;
riverserò su di loro la loro malvagità.
«Di' loro dunque questa parola:
"I miei occhi si sciolgano in lacrime giorno e notte,
senza posa,
poiché la vergine figlia del mio popolo è stata stroncata in modo straziante,
ha ricevuto un colpo tremendo.
Se esco per i campi, ecco gli uccisi con la spada;
se entro in città, ecco i languenti per fame;
persino il profeta, persino il sacerdote vanno a mendicare in un paese che non conoscono"».

Perplessità di Geremia


Gr 14:7-9
Hai dunque rigettato Giuda?
Hai preso in disgusto Sion?
Perché ci colpisci
senza che ci sia guarigione per noi?
Noi aspettavamo la pace, ma nessun bene ci giunge;
noi aspettavamo un tempo di guarigione, ed ecco il terrore.
SIGNORE, noi riconosciamo la nostra malvagità, l'iniquità dei nostri padri,
poiché noi abbiamo peccato contro di te.
Per amor del tuo nome, non disprezzare,
non disonorare il trono della tua gloria;
ricòrdati del tuo patto con noi; non annullarlo!
Fra gli idoli vani delle genti, ve ne sono forse di quelli che possano far piovere?
o è forse il cielo che dà gli acquazzoni?
Non sei tu, SIGNORE, tu, il nostro Dio?
Perciò noi speriamo in te,
poiché tu hai fatto tutte queste cose.

CAPITOLO 15

Giudizio ineluttabile


(Gr 7:13-16; Ez 14:12-21) 2R 21:10-16
Il SIGNORE mi disse:
«Anche se Mosè e Samuele si presentassero davanti a me,
io non mi piegherei verso questo popolo;
caccialo via dalla mia presenza, e che egli se ne vada!
Se anche ti dicono: "Dove ce ne andremo?"
tu risponderai loro: "Così dice il SIGNORE:
Alla morte, i destinati alla morte;
alla spada, i destinati alla spada;
alla fame, i destinati alla fame;
alla schiavitù, i destinati alla schiavitù".
Io - dice il Signore - manderò contro di loro quattro specie di flagelli:
la spada, per ucciderli;
i cani, per trascinarli;
gli uccelli del cielo e le bestie della terra, per divorarli e per distruggerli.
Farò in modo che saranno agitati per tutti i regni della terra,
a causa di Manasse, figlio di Ezechia, re di Giuda,
e di quanto egli ha fatto in Gerusalemme.
Infatti chi potrebbe aver pietà di te, Gerusalemme?
Chi ti dovrebbe compiangere?
Chi s'incomoderebbe per domandarti come stai?
Tu mi hai respinto», dice il SIGNORE; «ti sei tirata indietro;
perciò io stendo la mano contro di te e ti distruggo;
sono stanco di pentirmi.
Io ti ventilerò con il ventilabro alle porte del paese,
priverò di figli il mio popolo, e lo farò perire,
poiché non si convertì dalle sue vie.
Le sue vedove sono più numerose della sabbia del mare;
io faccio venire contro di loro, contro la madre dei giovani,
un nemico che devasta in pieno mezzogiorno;
faccio piombar su di lei, all'improvviso, angoscia e terrore.
Colei che aveva partorito sette figli è languente,
esala l'ultimo respiro;
il suo sole tramonta mentre è giorno ancora;
è coperta di vergogna, di confusione;
il rimanente di loro io lo do in balìa della spada dei loro nemici»,
dice il SIGNORE.

Sofferenze di Geremia


Gr 11:19, ecc.; 18:18, ecc.; 20:11, ecc.; La 3:59, ecc.
Me infelice! o madre mia, perché mi hai fatto nascere
uomo di lite e di contesa per tutto il paese!
io non do né prendo in prestito,
eppure tutti mi maledicono.
Il SIGNORE dice:
«Per certo, io ti riservo un avvenire felice;
io farò in modo che il nemico ti rivolga suppliche
nel tempo dell'avversità, nel tempo dell'angoscia.
Il ferro potrà esso spezzare il ferro del settentrione e il rame?
Le tue facoltà e i tuoi tesori io li darò gratuitamente come preda,
a causa di tutti i tuoi peccati, e dentro tutti i tuoi confini.
Li farò passare con i tuoi nemici in un paese che non conosci;
perché un fuoco si è acceso nella mia ira, che arderà contro di voi».

Gr 1:17-19; 20:7-13; La 3:64, ecc.
Tu sai tutto, SIGNORE; ricòrdati di me, visitami,
e vendicami dei miei persecutori;
nella tua benevolenza non portarmi via!
Riconosci che per amor tuo io porto l'infamia.
Appena ho trovato le tue parole, io le ho divorate;
le tue parole sono state la mia gioia, la delizia del mio cuore,
perché il tuo nome è invocato su di me, SIGNORE, Dio degli eserciti.
Io non mi sono seduto assieme a quelli che ridono, e non mi sono rallegrato;
ma per causa della tua mano mi sono seduto solitario,
perché tu mi riempivi di sdegno.
Perché il mio dolore è perenne,
e la mia piaga, incurabile, rifiuta di guarire?
Vuoi tu essere per me come una sorgente illusoria,
come un'acqua che non dura?
Perciò, così parla il SIGNORE:
«Se torni a me, io ti lascerò ritornare, e rimarrai davanti a me;
e se tu separi ciò che è prezioso da ciò che è vile, tu sarai come la mia bocca;
ritorneranno essi a te, ma tu non tornerai a loro.
Io ti farò essere per questo popolo un forte muro di bronzo;
essi combatteranno contro di te, ma non potranno vincerti,
perché io sarò con te per salvarti e per liberarti»,
dice il SIGNORE.
«Ti libererò dalla mano dei malvagi,
ti salverò dalla mano dei violenti».

CAPITOLO 16

Flagelli e deportazione


Ez 24:15-27
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Non prendere moglie
e non aver figli né figlie in questo luogo».
Infatti così parla il SIGNORE riguardo ai figli e alle figlie
che nascono in questo paese,
alle madri che li partoriscono
e ai padri che li generano in questo paese:
«Essi moriranno consumati dalle malattie,
non saranno rimpianti, e non avranno sepoltura;
serviranno di letame sulla faccia della terra;
saranno consumati dalla spada e dalla fame,
e i loro cadaveri saranno pasto
per gli uccelli del cielo e per le bestie della terra».
Poiché così parla il SIGNORE:
«Non entrare nella casa del lutto,
non andare ad affliggerti con loro né a compiangerli,
perché», dice il SIGNORE, «io ho ritirato da questo popolo la mia pace,
la mia bontà, la mia compassione».
«Grandi e piccoli moriranno in questo paese;
non avranno sepoltura,
non si farà lutto per loro,
nessuno si farà incisioni addosso
o si raderà per loro;
non si spezzerà per loro il pane del lutto
per consolarli di un morto,
non si offrirà loro da bere la coppa della consolazione
per un padre o per una madre.
Allo stesso modo non entrare in nessuna casa di convito
per sederti con loro
a mangiare e a bere.
Infatti così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele:
Ecco, io farò cessare in questo luogo,
davanti ai vostri occhi,
ai giorni vostri, il grido di gioia, il grido d'esultanza,
il canto dello sposo e il canto della sposa.

De 29:24-28; 1R 9:6-9
«Quando tu annunzierai a questo popolo tutte queste cose, essi ti diranno:
"Perché il SIGNORE ha pronunziato contro di noi tutta questa grande calamità?
Qual è la nostra iniquità?
Qual è il peccato che abbiamo commesso contro il SIGNORE, il nostro Dio?"
Allora tu risponderai loro:
"Perché i vostri padri mi hanno abbandonato", dice il SIGNORE,
"sono andati dietro ad altri dèi,
li hanno serviti e si son prostrati davanti a loro,
hanno abbandonato me e non hanno osservato la mia legge.
Voi avete fatto anche peggio dei vostri padri;
perché, ecco, ciascuno cammina seguendo la caparbietà del suo cuore malvagio,
per non dare ascolto a me;
perciò io vi caccerò da questo paese in un paese che né voi né i vostri padri avete conosciuto;
là servirete giorno e notte altri dèi,
perché io non vi farò grazia".

Promessa di restaurazione


(Gr 23:1-8; 32:28-38; Ro 11:25-27) Is 2:2-4
«Perciò, ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE,
«in cui non si dirà più: "Per la vita del SIGNORE
che condusse i figli d'Israele fuori dal paese d'Egitto",
ma: "Per la vita del SIGNORE che ha condotto i figli d'Israele fuori dal paese del settentrione e da tutti gli altri paesi nei quali li aveva scacciati".
Io li ricondurrò nel loro paese,
che avevo dato ai loro padri.
Ecco, io mando un gran numero di pescatori a pescarli», dice il SIGNORE;
«inoltre manderò gran numero di cacciatori a dar loro la caccia
sopra ogni monte, sopra ogni collina
e nelle fessure delle rocce.
Poiché i miei occhi sono su tutte le loro vie;
esse non sono nascoste davanti alla mia faccia,
la loro iniquità non rimane occulta ai miei occhi.
Prima darò loro una doppia retribuzione per la loro iniquità e per il loro peccato,
perché hanno profanato il mio paese,
con quei cadaveri che sono i loro idoli ripugnanti,
e hanno riempito la mia eredità delle loro abominazioni».
SIGNORE, mia forza, mia fortezza e mio rifugio nel giorno dell'avversità!
A te verranno le nazioni dalle estremità della terra
e diranno: «I nostri padri non hanno ereditato che menzogne,
vanità, e cose che non giovano a nulla.
L'uomo dovrebbe farsi degli dèi?
Ma già essi non sono dèi».
«Perciò, ecco, io farò loro conoscere, questa volta
farò loro conoscere la mia mano e la mia potenza;
sapranno che il mio nome è il SIGNORE.

CAPITOLO 17

Il peccato scolpito sul cuore


Os 8:11-14; Le 26:30-33
«Il peccato di Giuda è scritto con uno stilo di ferro,
con una punta di diamante;
è scolpito sulla tavola del loro cuore
e sui corni dei vostri altari.
Come si ricordano dei loro figli, così si ricordano dei loro altari
e dei loro idoli di Astarte presso gli alberi verdeggianti
sugli alti colli.
O mia montagna che domini la campagna, io darò i tuoi beni, tutti i tuoi tesori,
e i tuoi alti luoghi come preda, a causa dei peccati che tu hai commessi entro tutti i tuoi confini!
Tu, per tua colpa, perderai l'eredità che io ti avevo data;
e ti farò servire i tuoi nemici, in un paese che non conosci,
perché avete acceso il fuoco della mia ira,
ed esso arderà per sempre».

Sl 146:3, ecc.
Così parla il SIGNORE:
«Maledetto l'uomo che confida nell'uomo
e fa della carne il suo braccio,
e il cui cuore si allontana dal SIGNORE!
Egli è come una tamerice nel deserto:
quando giunge il bene, egli non lo vede;
abita in luoghi aridi, nel deserto,
in terra salata, senza abitanti.
Benedetto l'uomo che confida nel SIGNORE,
per cui il SIGNORE è la sua fiducia.
Egli è come un albero piantato vicino all'acqua,
che distende le sue radici lungo il fiume;
non si accorge quando viene la calura e il suo fogliame rimane verde;
nell'anno della siccità non è in affanno e non cessa di portar frutto».

Sl 14:2-3; Ro 2:1-11
Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno;
chi potrà conoscerlo?
«Io, il SIGNORE, che investigo il cuore, che metto alla prova le reni,
per retribuire ciascuno secondo le sue vie,
secondo il frutto delle sue azioni».
Chi acquista ricchezze, ma non con giustizia,
è come la pernice che cova uova che non ha fatte;
nel bel mezzo dei suoi giorni egli deve lasciarle;
quando arriva la sua fine, non è che uno stolto.
Trono di gloria, eccelso fin dal principio,
è il luogo del nostro santuario.
Speranza d'Israele, o SIGNORE,
tutti quelli che ti abbandonano saranno confusi;
quelli che si allontanano da te saranno iscritti sulla polvere,
perché hanno abbandonato il SIGNORE, la sorgente delle acque vive.

Sl 125; Gr 20:10-13
Guariscimi, SIGNORE, e sarò guarito;
salvami, e sarò salvo;
poiché tu sei la mia lode.
Ecco, essi mi dicono:
«Dov'è la parola del SIGNORE?
che essa si compia, dunque!»
Quanto a me, io non mi sono rifiutato di essere loro pastore agli ordini tuoi,
né ho desiderato il giorno funesto, tu lo sai;
quanto è uscito dalle mie labbra è stato manifesto davanti a te.
Non essere per me uno spavento;
tu sei il mio rifugio nel giorno della calamità.
Siano confusi i miei persecutori; non io sia confuso;
siano spaventati essi, non io sia spaventato;
fa' venire su di loro il giorno della calamità
e colpiscili con doppia distruzione!

La santificazione del sabato


(Es 20:8-11; Ne 13:15-21; Is 58:13-14)
Così mi ha detto il SIGNORE: «Va' e férmati alla porta dei figli del popolo per la quale entrano ed escono i figli di Giuda, e a tutte le porte di Gerusalemme, e di' loro:
"Ascoltate la parola del SIGNORE, o re di Giuda, e tutto Giuda, e voi tutti gli abitanti di Gerusalemme, che entrate per queste porte!
Così parla il SIGNORE:
Per amore della vostra stessa vita,
guardatevi dal portare nessun carico
e dal farlo passare per le porte di Gerusalemme, in giorno di sabato;
non tirate fuori dalle vostre case nessun carico
e non fate nessun lavoro in giorno di sabato;
ma santificate il giorno del sabato,
come io comandai ai vostri padri.
Essi, però, non diedero ascolto, non prestarono orecchio,
ma irrigidirono il collo
per non ascoltare, e per non ricevere istruzione.
Se voi mi ascoltate attentamente, dice il SIGNORE,
se non fate entrare nessun carico
per le porte di questa città in giorno di sabato,
ma santificate il giorno del sabato
e non fate in esso nessun lavoro,
i re e i prìncipi che siedono sul trono di Davide
entreranno per le porte di questa città su carri e su cavalli:
entreranno essi, i loro prìncipi, gli uomini di Giuda, gli abitanti di Gerusalemme;
e questa città sarà abitata per sempre.
Dalle città di Giuda, dai luoghi circostanti di Gerusalemme,
dal paese di Beniamino, dalla pianura,
dal monte e dalla regione meridionale,
si verrà a portare olocausti, vittime,
offerte, incenso,
e a offrire sacrifici di ringraziamento nella casa del SIGNORE.
Ma, se non mi date ascolto
e non santificate il giorno del sabato
e non vi astenete dal portare carichi
e dall'introdurne per le porte di Gerusalemme in giorno di sabato,
io accenderò un fuoco alle porte della città,
ed esso divorerà i palazzi di Gerusalemme,
e non si estinguerà"».

CAPITOLO 18

Il vaso del vasaio


Ro 9:14-23; Ez 18:21, ecc.
Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del SIGNORE:
«Àlzati, scendi in casa del vasaio,
e là ti farò udire le mie parole».
Allora io scesi in casa del vasaio,
ed ecco egli stava lavorando alla ruota;
il vaso che faceva si guastò,
come succede all'argilla in mano del vasaio; da capo ne fece un altro
come a lui parve bene di farlo.
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Casa d'Israele, non posso io far di voi quello che fa questo vasaio?»
Dice il SIGNORE.
«Ecco, quel che l'argilla è in mano al vasaio,
voi lo siete in mano mia, casa d'Israele!
A un dato momento io parlo riguardo a una nazione, riguardo a un regno,
di sradicare, di abbattere, di distruggere;
ma, se quella nazione contro la quale ho parlato, si converte dalla sua malvagità,
io mi pento del male che avevo pensato di farle.
In un altro momento io parlo riguardo a una nazione, a un regno,
di costruire e di piantare;
ma, se quella nazione fa ciò che è male ai miei occhi
senza dare ascolto alla mia voce,
io mi pento del bene di cui avevo parlato di colmarla.

Insensibilità di Giuda


Gr 25:1-11
«Ora parla agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme, e di':
"Così parla il SIGNORE:
Ecco, io preparo contro di voi del male,
e formo contro di voi un disegno.
Si converta ora ciascuno di voi dalla sua malvagità,
cambiate le vostre vie e le vostre azioni!"
Ma costoro dicono: "È inutile;
noi vogliamo camminare seguendo i nostri pensieri,
vogliamo agire ciascuno seguendo la caparbietà del nostro cuore malvagio"».
Perciò, così parla il SIGNORE:
«Chiedete dunque fra le nazioni
chi ha udito tali cose!
La vergine d'Israele ha fatto una cosa orribile, enorme.
La neve del Libano scompare mai dalle rocce che dominano la campagna?
O le acque che vengono di lontano, fresche, correnti, si asciugano mai?
Eppure il mio popolo mi ha dimenticato, offre profumi agli idoli vani;
lo hanno fatto inciampare nelle sue vie, che erano i sentieri antichi,
per seguire sentieri laterali, una via non appianata,
e per far così del loro paese una desolazione, un oggetto di continuo scherno;
talché tutti quelli che vi passano rimangono stupiti e scuotono il capo.
Io li disperderò davanti al nemico, come fa il vento orientale;
io volterò loro le spalle e non la faccia nel giorno della loro calamità».

Congiura contro Geremia


Sl 35; Ne 4:4-5
Essi hanno detto:
«Venite, tramiamo insidie contro Geremia;
poiché la legge non verrà meno per mancanza di sacerdoti,
né il consiglio per mancanza di saggi, né la parola per mancanza di profeti.
Venite, attacchiamolo con la lingua
e non diamo retta a nessuna delle sue parole».
SIGNORE, volgi a me la tua attenzione
e odi la voce dei miei avversari.
Il male sarà forse reso in cambio del bene?
Essi infatti hanno scavato una fossa per me.
Ricòrdati come io mi sono presentato davanti a te
per parlare in loro favore,
e per distogliere la tua ira da loro.
Perciò abbandona i loro figli alla fame;
dalli in balia della spada;
le loro mogli siano private di figli e rimangano vedove;
i loro mariti siano feriti a morte;
i loro giovani siano colpiti dalla spada in battaglia.
Un grido si oda uscire dalle loro case,
quando tu farai piombar su di loro all'improvviso le bande nemiche;
poiché hanno scavato una fossa per catturarmi,
e hanno teso dei lacci ai miei piedi.
Tu, SIGNORE, conosci tutti i loro disegni contro di me per farmi morire;
non perdonare la loro iniquità,
non cancellare il loro peccato davanti ai tuoi occhi!
Siano essi abbattuti davanti a te!
Agisci contro di loro nel giorno della tua ira!

CAPITOLO 19

Il vaso infranto e la rovina di Gerusalemme


Gr 7:28-34; Ez 5
Così ha detto il SIGNORE: «Va', compra una brocca di terracotta da un vasaio e prendi con te alcuni degli anziani del popolo e degli anziani dei sacerdoti; rècati nella valle del figlio d'Innom, che è all'ingresso della porta dei Vasai, e là proclama le parole che io ti dirò.
Dirai così: "Ascoltate la parola del SIGNORE, o re di Giuda, e abitanti di Gerusalemme!
Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele:
Ecco, io faccio venire sopra questo luogo una calamità
che farà intronare gli orecchi di chi ne sentirà parlare;
infatti mi hanno abbandonato, hanno profanato questo luogo
e vi hanno offerto profumi ad altri dèi,
che né essi, né i loro padri, né i re di Giuda hanno conosciuto,
e hanno riempito questo luogo di sangue d'innocenti;
hanno costruito alti luoghi a Baal
per bruciare nel fuoco i loro figli in olocausto a Baal;
cosa che io non avevo comandata, di cui non avevo parlato mai,
e che non mi era mai venuta in cuore.
Perciò, ecco, i giorni vengono, dice il SIGNORE,
in cui questo luogo non sarà più chiamato Tofet, né la valle del figlio d'Innom, ma: Valle del Massacro.
Io renderò vani i disegni di Giuda e di Gerusalemme in questo luogo,
farò in modo che costoro cadano per la spada davanti ai loro nemici
e per mano di quelli che cercano la loro vita;
darò i loro cadaveri in pasto
agli uccelli del cielo e alle bestie della terra.
Farò di questa città una desolazione,
un oggetto di scherno;
chiunque passerà presso di lei
rimarrà stupito e si metterà a fischiare per tutte le sue piaghe.
Farò loro mangiare la carne dei propri figli e la carne delle proprie figlie;
mangeranno la carne degli uni e degli altri,
durante l'assedio e l'angoscia
in cui li stringeranno i loro nemici
e quelli che cercano la loro vita".
Poi tu spezzerai la brocca in presenza di quegli uomini che saranno venuti con te, e dirai loro:
"Così parla il SIGNORE degli eserciti:
Così spezzerò questo popolo e questa città,
come si spezza un vaso di vasaio,
che non si può più riparare;
si seppelliranno i morti a Tofet, per mancanza di luogo da sepoltura.
Così, dice il SIGNORE, farò a questo luogo e ai suoi abitanti:
renderò questa città simile a Tofet.
Le case di Gerusalemme, e le case dei re di Giuda,
saranno come il luogo di Tofet, immonde;
tutte quelle case sui cui tetti essi hanno offerto profumi a tutto l'esercito del cielo,
e fatto libazioni ad altri dèi"».

Geremia in prigione


Gr 29:24-32
Geremia tornò da Tofet, dove il SIGNORE l'aveva mandato a profetizzare, si fermò nel cortile della casa del SIGNORE e disse a tutto il popolo: «Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: "Ecco, io faccio venire sopra questa città e sopra tutte le città, che da lei dipendono, tutte le calamità che ho annunziate contro di lei, perché hanno irrigidito il collo, per non dare ascolto alle mie parole"».

CAPITOLO 20

Pascur, figlio d'Immer, sacerdote e capo-sovrintendente della casa del SIGNORE, udì Geremia che profetizzava queste cose. Pascur percosse il profeta Geremia e lo mise nei ceppi nella prigione che era presso la porta superiore di Beniamino, nella casa del SIGNORE. Il giorno seguente, Pascur liberò Geremia dai ceppi. Geremia gli disse: «Il SIGNORE non ti chiama più Pascur, ma Magor-Missabib. Poiché così parla il SIGNORE: "Io ti renderò un oggetto di terrore a te stesso e a tutti i tuoi amici; essi cadranno per la spada dei loro nemici e i tuoi occhi lo vedranno;
darò tutto Giuda in mano al re di Babilonia, che li deporterà a Babilonia, e li colpirà con la spada. Darò tutte le ricchezze di questa città, tutto il suo guadagno e tutte le sue cose preziose, darò tutti i tesori dei re di Giuda in mano dei loro nemici, che ne faranno loro preda, li piglieranno e li porteranno via a Babilonia. Tu, Pascur e tutti quelli che abitano in casa tua, sarete deportati; tu andrai a Babilonia e là morirai; là sarai sepolto con tutti i tuoi amici, ai quali hai profetizzato menzogne"».

Lamento di Geremia


(Gr 17:15-18; 18:18-23) Sl 69:7, ecc.
Tu mi hai persuaso, SIGNORE, e io mi sono lasciato persuadere,
tu mi hai fatto forza e mi hai vinto;
io sono diventato, ogni giorno, un oggetto di scherno,
ognuno si fa beffe di me.
Infatti ogni volta che io parlo, grido,
grido: Violenza e saccheggio!
Sì, la parola del SIGNORE è per me
un obbrobrio, uno scherno di ogni giorno.
Se dico: «Io non lo menzionerò più,
non parlerò più nel suo nome»,
c'è nel mio cuore come un fuoco ardente,
chiuso nelle mie ossa;
mi sforzo di contenerlo, ma non posso.
Poiché odo le diffamazioni di molti,
lo spavento mi viene da ogni lato:
«Denunziatelo, e noi lo accuseremo».
Tutti quelli con i quali vivevo in pace
spiano se io inciampo
e dicono: «Forse si lascerà sviare,
noi prevarremo contro di lui
e ci vendicheremo di lui».
Ma il SIGNORE è con me, come un potente eroe;
perciò i miei persecutori inciamperanno e non prevarranno;
saranno molto confusi, perché non riusciranno;
la loro infamia sarà eterna, non sarà dimenticata.
SIGNORE degli eserciti, che provi il giusto,
che vedi le reni e il cuore,
io vedrò, sì, la vendetta che farai su loro,
poiché a te io affido la mia causa!
Cantate al SIGNORE, lodate il SIGNORE,
perché egli libera il povero dalla mano dei malfattori!

Gb 3; 1R 19:4
Maledetto sia il giorno che io nacqui!
Il giorno che mia madre mi partorì
non sia benedetto!
Maledetto sia l'uomo che portò a mio padre la notizia:
«Ti è nato un maschio»,
e lo colmò di gioia!
Sia quell'uomo come le città
che il SIGNORE ha distrutte senza pentirsene!
Oda egli grida al mattino
e clamori di guerra a mezzogiorno.
Perché non sono morto quando ero ancora nel grembo materno?
Così mia madre sarebbe stata la mia tomba
e la sua gravidanza senza fine.
Perché sono uscito dal grembo materno
per vedere tormento e dolore,
per finire i miei giorni nella vergogna?

CAPITOLO 21

Profezia della conquista di Gerusalemme per mano di Nabucodonosor


Gr 37:1-10; 27:12, ecc.
Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del SIGNORE, quando il re Sedechia gli mandò Pascur, figlio di Malchia, e Sefania, figlio di Maaseia, il sacerdote, per dirgli: «Ti prego, consulta per noi il SIGNORE; poiché Nabucodonosor, re di Babilonia, ci fa la guerra; forse il SIGNORE farà in nostro favore qualcuna delle sue meraviglie, in modo che si ritiri da noi».
Allora Geremia disse loro: «Direte così a Sedechia: "Così parla il SIGNORE, Dio d'Israele: Ecco, io sto per far rientrare nella città le armi di guerra che sono nelle vostre mani e con le quali voi combattete, fuori delle mura, contro il re di Babilonia e contro i Caldei che vi assediano, e le raccoglierò in mezzo a questa città. Io stesso combatterò contro di voi con mano distesa e con braccio potente, con ira, con furore, con grande indignazione. Colpirò gli abitanti di questa città, uomini e bestie, e moriranno di un'orrenda peste. Poi, dice il SIGNORE, io darò Sedechia, re di Giuda, e i suoi servitori, e il popolo, e coloro che in questa città saranno scampati alla peste, alla spada e alla fame, in mano di Nabucodonosor re di Babilonia, in mano dei loro nemici, in mano di quelli che cercano la loro vita. Nabucodonosor li passerà a fil di spada; non li risparmierà, e non avrà né pietà né compassione".
A questo popolo dirai: "Così parla il SIGNORE: Ecco, io pongo davanti a voi la via della vita e la via della morte. Colui che rimarrà in questa città morirà di spada, di fame o di peste; ma chi ne uscirà per arrendersi ai Caldei che vi assediano vivrà, e avrà la vita come suo bottino. Io infatti volgo la mia faccia contro questa città per farle del male e non del bene, dice il SIGNORE; essa sarà data in mano al re di Babilonia, ed egli la darà alle fiamme".

Gr 22:1-9
«Alla casa dei re di Giuda di': "Ascoltate la parola del SIGNORE:
Casa di Davide, così dice il SIGNORE:
Amministrate la giustizia fin dal mattino,
liberate dalla mano dell'oppressore colui al quale è tolto il suo,
affinché l'ira mia non divampi come fuoco
e arda al punto che nessuno la possa spegnere,
per la malvagità delle vostre azioni.
Eccomi contro di te,
o abitatrice della valle, roccia della pianura,
dice il SIGNORE.
Voi dite: «Chi scenderà contro di noi?
Chi potrà entrare nelle nostre abitazioni?»
Io vi punirò secondo il frutto delle vostre azioni, dice il SIGNORE;
appiccherò il fuoco a questa selva di Gerusalemme,
ed esso divorerà tutto quello che la circonda"».

CAPITOLO 22

Giudizio contro la casa reale di Giuda


Gr 21:11-14; Da 4:27; 2Cr 7:17-22
Così parla il SIGNORE: «Scendi nella casa del re di Giuda, e là pronunzia questa parola: "Ascolta la parola del SIGNORE, o re di Giuda, che siedi sul trono di Davide: tu, i tuoi servitori e il tuo popolo, che entrate per queste porte! Così parla il SIGNORE: Esercitate il diritto e la giustizia; liberate dalla mano dell'oppressore colui al quale è tolto il suo; non fate torto né violenza allo straniero, all'orfano e alla vedova; non spargete sangue innocente, in questo luogo. Infatti, se metterete realmente in pratica questa parola, dei re a cui appartiene il trono di Davide entreranno per le porte di questa casa su carri e su cavalli: entreranno essi, i loro servitori e il loro popolo. Ma, se non date ascolto a queste parole, io giuro per me stesso, dice il SIGNORE, che questa casa andrà in rovina"».
Poiché così parla il SIGNORE riguardo alla casa del re di Giuda:
«Tu eri per me come Galaad, come la vetta del Libano.
Ma, certo, io ti ridurrò simile a un deserto,
a delle città disabitate.
Preparo contro di te dei devastatori,
armati ciascuno delle sue armi;
essi abbatteranno i cedri tuoi più belli
e li getteranno nel fuoco.
Molte nazioni passeranno presso questa città,
e ognuno dirà all'altro:
"Perché il SIGNORE ha fatto così a questa grande città?"
Si risponderà: "Perché hanno abbandonato
il patto del SIGNORE, del loro Dio;
perché si sono prostrati davanti ad altri dèi e li hanno serviti"».

2R 23:30-34; 2Cr 36:1-4
Non piangete per il morto,
non vi affliggete per lui;
ma piangete, piangete per colui che se ne va,
perché non tornerà più
e non vedrà più il suo paese natìo.
Infatti così parla il SIGNORE, riguardo a Sallum, figlio di Giosia, re di Giuda,
che regnava al posto di Giosia suo padre,
e che è uscito da questo luogo:
«Egli non vi ritornerà più,
ma morirà nel luogo dove l'hanno deportato;
non vedrà più questo paese».

(2Cr 36:4-8; 2R 23:34, ecc.; 24:1-7) Gr 36:27-32
«Guai a colui che costruisce la sua casa senza giustizia
e le sue camere senza equità;
che fa lavorare il prossimo per nulla,
non gli paga il suo salario
e dice: "Mi costruirò una casa grande
con camere spaziose al piano di sopra".
Egli vi fa delle finestre,
la riveste di legno di cedro
e la dipinge di rosso!
Tu regni forse perché hai la passione del cedro?
Tuo padre forse non mangiava e beveva?
Però faceva ciò che è retto e giusto,
e tutto gli andava bene.
Egli giudicava la causa del povero e del bisognoso,
e tutto gli andava bene.
Questo non significa forse conoscermi?» dice il SIGNORE.
«Ma tu non hai occhi né cuore
che per la tua cupidigia,
per spargere sangue innocente,
per fare oppressione e violenza».
Perciò, così parla il SIGNORE riguardo a Ioiachim, figlio di Giosia, re di Giuda:
«Non lo si compiangerà, dicendo:
"Ahimé, fratello mio, ahimé sorella!"
Non se ne farà cordoglio, dicendo:
"Ahimé, SIGNORE, ahimé, maestà!"
Sarà sepolto come si seppellisce un asino,
trascinato e gettato fuori dalle porte di Gerusalemme».

(2R 24:8-16; 25:27-30)
«Sali sul Libano e grida,
alza la voce in Basan,
grida dall'Abarim,
perché tutti i tuoi amanti sono distrutti.
Io ti ho parlato al tempo della tua prosperità,
ma tu dicevi: "Io non ascolterò".
Questo è stato il tuo modo di fare sin dalla tua adolescenza;
tu non hai mai dato ascolto alla mia voce.
Tutti i tuoi pastori saranno pastura del vento
e i tuoi amanti saranno deportati;
allora sarai svergognata, confusa,
per tutta la tua malvagità.
Tu che abiti nel Libano,
che ti annidi fra i cedri,
come farai pietà quando ti coglieranno i dolori,
le doglie come quelle d'una donna che partorisce!
Com'è vero che io vivo», dice il SIGNORE,
«anche se Conia, figlio di Ioiachim, re di Giuda, fosse
un sigillo nella mia destra,
io ti strapperei da lì.
Io ti darò in mano di quelli che cercano la tua vita,
in mano di quelli dei quali hai paura,
in mano di Nabucodonosor, re di Babilonia,
in mano dei Caldei.
Caccerò te e tua madre che ti ha partorito,
in un paese straniero dove non siete nati,
e là morirete.
Ma quanto al paese in cui desiderano tornare,
essi non vi torneranno».
Questo Conia è dunque un vaso spezzato, infranto?
È forse un oggetto che non fa più alcun piacere?
Perché sono dunque cacciati, lui e la sua discendenza,
gettati in un paese che non conoscono?
O paese, o paese, o paese,
ascolta la parola del SIGNORE!
Così parla il SIGNORE:
«Iscrivete quest'uomo come privo di figli,
come un uomo che non prospererà durante i suoi giorni;
perché nessuno della sua discendenza giungerà
a sedersi sul trono di Davide,
e a regnare ancora su Giuda».

CAPITOLO 23

I pastori infedeli e i falsi profeti


Ez 34 (Is 11:1-9; Za 6:12-13; Lu 1:31-33)
«Guai ai pastori che distruggono e disperdono
il gregge del mio pascolo!» dice il SIGNORE.
Perciò così parla il SIGNORE, Dio d'Israele,
riguardo ai pastori che pascolano il mio popolo:
«Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate,
e non ne avete avuto cura;
ecco, io vi punirò, per la malvagità delle vostre azioni»,
dice il SIGNORE.
«Raccoglierò il rimanente delle mie pecore
da tutti i paesi dove le ho scacciate,
le ricondurrò ai loro pascoli,
saranno feconde e si moltiplicheranno.
Costituirò su di loro dei pastori che le porteranno al pascolo,
ed esse non avranno più paura né spavento,
e non ne mancherà nessuna», dice il SIGNORE.
«Ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE,
«in cui io farò sorgere a Davide un germoglio giusto,
il quale regnerà da re e prospererà;
eserciterà il diritto e la giustizia nel paese.
Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele starà sicuro nella sua dimora;
questo sarà il nome con il quale sarà chiamato:
SIGNOREnostra-giustizia.
Perciò, ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE,
«in cui non si dirà più: "Per la vita del SIGNORE
che condusse i figli d'Israele fuori dal paese d'Egitto",
ma: "Per la vita del SIGNORE
che ha portato fuori e ha ricondotto
la discendenza della casa d'Israele dal paese del settentrione,
e da tutti i paesi nei quali io li avevo cacciati";
ed essi abiteranno nel loro paese».

Gr 14:13-16; 27:9, ecc.; La 2:14; Ez 13
Contro i profeti.
Il cuore mi si spezza nel petto,
tutte le mie ossa tremano;
io sono come un ubriaco,
come un uomo sopraffatto dal vino,
a causa del SIGNORE e a causa delle sue parole sante.
Il paese infatti è pieno di adùlteri;
il paese infatti è tormentato a causa della maledizione che lo colpisce;
i pascoli del deserto sono inariditi.
La corsa di costoro è diretta al male,
la loro forza non tende al bene.
«Profeti e sacerdoti sono empi,
nella mia casa stessa ho trovato la loro malvagità»,
dice il SIGNORE.
«Perciò la loro via sarà per loro come luoghi sdrucciolevoli in mezzo alle tenebre;
essi vi saranno spinti e cadranno;
poiché io farò venire su di loro la calamità,
l'anno in cui li visiterò», dice il SIGNORE.
«Avevo ben visto cose insensate tra i profeti di Samaria;
profetizzavano nel nome di Baal
e traviavano il mio popolo Israele.
Ma in mezzo ai profeti di Gerusalemme ho visto cose nefande:
commettono adulteri, agiscono con ipocrisia,
rafforzano la mano ai malfattori,
al punto che nessuno si converte dalla sua malvagità;
tutti quanti sono per me come Sodoma,
e gli abitanti di Gerusalemme, come quelli di Gomorra».
Perciò così parla il SIGNORE degli eserciti riguardo ai profeti:
«Ecco, io farò loro mangiare assenzio,
e farò loro bere acqua avvelenata;
poiché dai profeti di Gerusalemme
l'empietà si è sparsa per tutto il paese».
Così parla il SIGNORE degli eserciti:
«Non ascoltate le parole dei profeti che vi profetizzano;
essi vi nutrono di cose vane;
vi espongono le visioni del proprio cuore,
e non ciò che proviene dalla bocca del SIGNORE.
Dicono a quelli che mi disprezzano:
"Il SIGNORE ha detto: Avrete pace";
e a tutti quelli che camminano seguendo la caparbietà del proprio cuore:
"Nessun male vi colpirà";
infatti chi ha assistito al consiglio del SIGNORE,
chi ha visto, chi ha udito la sua parola?
Chi ha prestato orecchio alla sua parola e l'ha udita?
Ecco, la tempesta del SIGNORE, il furore scoppia,
la tempesta scroscia,
scroscia sul capo degli empi.
L'ira del SIGNORE non si placherà,
finché non abbia eseguito, compiuto i disegni del suo cuore;
negli ultimi giorni, lo capirete appieno.
Io non ho mandato quei profeti; ed essi corrono;
io non ho parlato a loro, ed essi profetizzano.
Se avessero assistito al mio consiglio,
avrebbero fatto udire le mie parole al mio popolo;
li avrebbero distolti dalla loro cattiva via e dalla malvagità delle loro azioni.
Sono io soltanto un Dio da vicino», dice il SIGNORE,
«e non un Dio da lontano?
Potrebbe uno nascondersi in luogo occulto
in modo che io non lo veda?» dice il SIGNORE.
«Io non riempio forse il cielo e la terra?» dice il SIGNORE.
«Io ho udito ciò che dicono i profeti che profetizzano menzogne nel mio nome, dicendo:
"Ho avuto un sogno! ho avuto un sogno!"
Fino a quando durerà questo?
Hanno essi in mente, questi profeti
che profetizzano menzogne,
questi profeti dell'inganno del loro cuore,
pensano forse di far dimenticare il mio nome al mio popolo
con i loro sogni che si raccontano l'un l'altro,
come i loro padri dimenticarono il mio nome per Baal?
Il profeta che ha avuto un sogno, racconti il sogno;
colui che ha udito la mia parola, riferisca la mia parola fedelmente.
Che ha da fare la paglia con il frumento?» dice il SIGNORE.
«La mia parola non è forse come un fuoco», dice il SIGNORE,
«e come un martello che spezza il sasso?
Perciò, ecco», dice il SIGNORE, «io vengo contro i profeti
che rubano gli uni agli altri le mie parole.
Ecco», dice il SIGNORE, «io vengo contro i profeti
che fanno parlare la loro propria lingua, eppure dicono: "Egli dice".
Ecco», dice il SIGNORE, «io vengo contro quelli che profetizzano sogni falsi,
che li raccontano e traviano il mio popolo
con le loro menzogne e con la loro temerarietà,
sebbene io non li abbia mandati e non abbia dato alcun ordine,
ed essi non possano recare alcun giovamento a questo popolo», dice il SIGNORE.

Is 5:18-19; Ez 12:21, ecc.; 2P 3:3-4
«Se questo popolo o un profeta o un sacerdote ti domandano:
"Qual è l'oracolo del SIGNORE?"
Tu risponderai loro: "Ecco l'oracolo:
Io vi rigetterò, dice il SIGNORE".
Quanto al profeta, al sacerdote o al popolo
che dirà: "Oracolo del SIGNORE",
io lo punirò: lui, e la sua casa.
Direte così, ognuno al suo vicino,
ognuno al suo fratello:
"Che ha risposto il SIGNORE?"
"Che ha detto il SIGNORE?"
Ma l'oracolo del SIGNORE non lo nominerete più;
infatti la parola di ciascuno sarà per lui il suo oracolo,
poiché avete falsato le parole del Dio vivente,
del SIGNORE degli eserciti, nostro Dio.
Tu dirai così al profeta:
"Che ti ha risposto il SIGNORE?
Che ha detto il SIGNORE?"
Se dite ancora: "Oracolo del SIGNORE",
allora il SIGNORE parla così:
Siccome avete detto questa parola: "Oracolo del SIGNORE",
sebbene io vi avessi mandato a dire:
"Non dite più: Oracolo del SIGNORE",
ecco, io vi dimenticherò del tutto,
e vi rigetterò lontano dalla mia faccia,
voi e la città che avevo data a voi e ai vostri padri,
e vi coprirò di un'infamia e di una vergogna eterne,
che non saranno mai dimenticate».

CAPITOLO 24

I due canestri di fichi; annunzio del ritorno di Giuda


Gr 29:1-19
Il SIGNORE mi fece vedere due canestri di fichi, posti davanti al tempio del SIGNORE, dopo che Nabucodonosor, re di Babilonia, ebbe deportato da Gerusalemme a Babilonia Ieconia, figlio di Ioiachim, re di Giuda, i capi di Giuda, i falegnami e i fabbri. Uno dei canestri conteneva dei fichi molto buoni, come sono i fichi primaticci; e l'altro canestro conteneva dei fichi molto cattivi, che non si potevano mangiare, tanto erano cattivi. Il SIGNORE mi disse: «Che vedi Geremia?» Io risposi: «Dei fichi; quelli buoni, molto buoni, e quelli cattivi, molto cattivi, da non potersi mangiare, tanto sono cattivi».
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini: «Così parla il SIGNORE, Dio d'Israele: "Quali sono questi fichi buoni, tali saranno quelli di Giuda che ho mandati da questo luogo in esilio nel paese dei Caldei; io li tratterò con riguardo; metterò il mio occhio su di loro per il bene; li ricondurrò in questo paese; li stabilirò fermamente, e non li distruggerò; li pianterò, e non li sradicherò. Darò loro un cuore per conoscere me che sono il SIGNORE; saranno mio popolo e io sarò loro Dio, perché si convertiranno a me con tutto il loro cuore. Come invece si trattano i fichi cattivi che non si possono mangiare, tanto sono cattivi, così, dice il SIGNORE, io tratterò Sedechia, re di Giuda, e i suoi prìncipi, e il residuo di quelli di Gerusalemme, quelli che sono rimasti in questo paese e quelli che abitano nel paese d'Egitto; farò in modo che saranno agitati e maltrattati per tutti i regni della terra; diventeranno oggetto d'obbrobrio, di proverbio, di sarcasmo e di maledizione in tutti i luoghi dove li caccerò. Manderò contro di loro la spada, la fame, la peste, finché siano scomparsi dal suolo che avevo dato a loro e ai loro padri"».

CAPITOLO 25

I settant'anni di deportazione


Gr 7 (Da 1:1-6; 9:1-2; 2Cr 36:20-23)
Ecco la parola che fu rivolta a Geremia riguardo a tutto il popolo di Giuda, nel quarto anno di Ioiachim, figlio di Giosia, re di Giuda (era il primo anno di Nabucodonosor, re di Babilonia), e che Geremia pronunziò davanti a tutto il popolo di Giuda e a tutti gli abitanti di Gerusalemme:
Dal tredicesimo anno di Giosia, figlio di Amon, re di Giuda, sino a oggi, sono già ventitré anni che la parola del SIGNORE mi è stata rivolta e che io vi ho parlato di continuo, fin dal mattino, ma voi non avete dato ascolto. Il SIGNORE vi ha pure mandato tutti i suoi servitori, i profeti; ve li ha mandati continuamente, fin dal mattino, ma voi non avete ubbidito, né avete prestato l'orecchio per ascoltare. Essi hanno detto: «Si converta ciascuno di voi dalla sua cattiva via e dalla malvagità delle sue azioni, e voi abiterete di secolo in secolo sul suolo che il SIGNORE ha dato a voi e ai vostri padri; non andate dietro ad altri dèi per servirli e per prostrarvi davanti a loro; non mi provocate con l'opera delle vostre mani, e io non vi farò nessun male». «Ma voi non mi avete dato ascolto», dice il SIGNORE, «per provocarmi, a vostro danno, con l'opera delle vostre mani». Perciò, così dice il SIGNORE degli eserciti: «Poiché non avete dato ascolto alle mie parole, ecco, io manderò a prendere tutte le nazioni del settentrione», dice il SIGNORE, «e manderò a chiamare Nabucodonosor re di Babilonia, mio servitore, e le farò venire contro questo paese, contro i suoi abitanti e contro tutte le nazioni circostanti; li voterò allo sterminio e li abbandonerò alla desolazione, alla derisione, a una solitudine perenne. Farò cessare in mezzo a loro il grido di gioia e il grido d'esultanza, il canto dello sposo e il canto della sposa, il rumore della macina e la luce della lampada. Tutto questo paese sarà ridotto in una solitudine e in una desolazione, e queste nazioni serviranno il re di Babilonia per settant'anni.
Ma quando saranno compiuti i settant'anni, io punirò il re di Babilonia e quella nazione», dice il SIGNORE, «a causa della loro iniquità; punirò il paese dei Caldei e lo ridurrò in una desolazione perenne. Farò venire su quel paese tutte le cose che ho annunziato contro di lui, tutto ciò che è scritto in questo libro, ciò che Geremia ha profetizzato contro tutte le nazioni. Infatti, nazioni numerose e re potenti ridurranno in schiavitù i Caldei stessi; e io li retribuirò secondo le loro azioni, secondo l'opera delle loro mani».

Castigo di tutte le nazioni


Gr 27:1-8; 46-49; Ez 25-30
Infatti così mi ha parlato il SIGNORE, Dio d'Israele:
«Prendi dalla mia mano questa coppa del vino della mia ira
e danne da bere a tutte le nazioni a cui ti manderò.
Esse berranno, barcolleranno, saranno come pazze,
a causa della spada che io manderò in mezzo a loro».
Io presi la coppa dalla mano del SIGNORE
e ne diedi da bere a tutte le nazioni
a cui il SIGNORE mi mandava:
a Gerusalemme e alle città di Giuda, ai suoi re e ai suoi prìncipi,
per abbandonarli alla rovina,
alla desolazione, alla derisione, alla maledizione,
come oggi si vede;
al faraone, re d'Egitto,
ai suoi servitori, ai suoi prìncipi, a tutto il suo popolo;
a tutta la mescolanza di popoli, a tutti i re del paese di Ur,
a tutti i re del paese dei Filistei,
ad Ascalon, a Gaza, a Ecron, e al residuo di Asdod;
a Edom, a Moab, e ai figli di Ammon;
a tutti i re di Tiro, a tutti i re di Sidone,
e ai re delle isole d'oltremare;
a Dedan, a Tema, a Buz,
e a tutti quelli che si radono le tempie;
a tutti i re d'Arabia,
e a tutti i re della mescolanza di popoli che abita nel deserto;
a tutti i re di Zimri,
a tutti i re di Elam,
a tutti i re di Media
e a tutti i re del settentrione,
vicini e lontani,
agli uni e agli altri,
e a tutti i regni del mondo
che sono sulla faccia della terra.
Il re di Sesac ne berrà dopo di loro.
«Tu dirai loro:
"Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele:
Bevete, ubriacatevi, vomitate,
cadete senza rialzarvi più,
davanti alla spada che io mando in mezzo a voi".
Se rifiutano di prendere dalla tua mano la coppa per bere,
di' loro: "Così dice il SIGNORE degli eserciti: Voi berrete in ogni modo!
Poiché, ecco, io comincio a punire
la città sulla quale è invocato il mio nome,
e voi rimarreste del tutto impuniti? Voi non rimarrete impuniti;
poiché io chiamerò la spada su tutti gli abitanti della terra,
dice il SIGNORE degli eserciti".
«Tu, profetizza loro tutte queste cose,
e di' loro: "Il SIGNORE ruggisce dall'alto,
tuona la sua voce dalla sua santa abitazione;
egli ruggisce con potenza contro il suo territorio;
un grido, come quello dei pestatori d'uva,
arriva a tutti gli abitanti della terra.
Il rumore giunge fino alle estremità della terra;
poiché il SIGNORE ha una lite con le nazioni,
egli entra in giudizio contro ogni carne;
gli empi li dà in balìa della spada"», dice il SIGNORE.

So 1:7, ecc.; 3:8
Così parla il SIGNORE degli eserciti:
«Ecco, una calamità passa di nazione in nazione,
e un gran turbine si alza dalle estremità della terra».
In quel giorno, gli uccisi dal SIGNORE copriranno la terra
dall'una all'altra estremità di essa,
non saranno rimpianti, né raccolti, né seppelliti;
serviranno di letame sulla faccia della terra.
Urlate, pastori, gridate;
rotolatevi nella polvere, voi, guide del gregge!
Poiché è giunto il tempo in cui dovete essere scannati;
io vi frantumerò e cadrete come un vaso prezioso.
Ai pastori mancherà ogni rifugio,
le guide del gregge non avranno via di scampo.
Si ode il grido dei pastori,
l'urlo delle guide del gregge;
poiché il SIGNORE devasta il loro pascolo;
gli ovili di pace sono ridotti al silenzio,
a causa dell'ardente ira del SIGNORE.
Fuggono come un leoncello che abbandona la sua tana,
perché il loro paese è diventato una desolazione,
a causa del furore della spada crudele,
a causa dell'ardente ira del SIGNORE.

CAPITOLO 26

Profezia sulla distruzione di Gerusalemme; Geremia minacciato di morte


Gr 7:1-15
Nel principio del regno di Ioiachim figlio di Giosia, re di Giuda, fu pronunziata questa parola da parte del SIGNORE:
«Così parla il SIGNORE: Va' nel cortile della casa del SIGNORE, e di' a tutte le città di Giuda, che vengono a prostrarsi nella casa del SIGNORE, tutte le parole che io ti comando di dir loro; non omettere nessuna parola. Forse daranno ascolto e si convertiranno ciascuno dalla sua via malvagia; e io mi pentirò del male che penso di far loro per la malvagità delle loro azioni. Tu dirai loro: "Così parla il SIGNORE: Se non date ascolto, se non camminate secondo la mia legge, che vi ho posta davanti, se non date ascolto alle parole dei miei servitori, i profeti, i quali vi mando, che vi ho mandato fin dal mattino e non li avete ascoltati, io tratterò questa casa come Silo, e farò in modo che questa città serva di maledizione presso tutte le nazioni della terra"».

Gr 1:19; 5:12-13; 38:1-6; Am 7:8-13; 2Ti 4:2-5; Mt 10:16
I sacerdoti, i profeti e tutto il popolo udirono Geremia che pronunziava queste parole nella casa del SIGNORE. Appena Geremia ebbe finito di pronunziare tutto quello che il SIGNORE gli aveva comandato di dire a tutto il popolo, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo lo presero e dissero: «Tu devi morire! Perché hai profetizzato nel nome del SIGNORE, dicendo: Questa casa sarà come Silo e questa città sarà devastata, e priva di abitanti?» Tutto il popolo si radunò contro Geremia nella casa del SIGNORE. Quando i capi di Giuda udirono queste cose, salirono dal palazzo del re al tempio del SIGNORE, e si sedettero all'ingresso della porta nuova del tempio del SIGNORE. I sacerdoti e i profeti parlarono ai capi e a tutto il popolo, dicendo: «Quest'uomo merita la morte, perché ha profetizzato contro questa città, nel modo che avete udito con le vostre orecchie».
Allora Geremia parlò a tutti i capi e a tutto il popolo, dicendo: «Il SIGNORE mi ha mandato a profetizzare contro questo tempio e contro questa città tutte le cose che avete udite. Ora, cambiate le vostre vie e le vostre azioni, date ascolto alla voce del SIGNORE, del vostro Dio, e il SIGNORE si pentirà del male che ha pronunziato contro di voi. Quanto a me, eccomi nelle vostre mani; fate di me quello che vi parrà buono e giusto. Soltanto sappiate per certo che, se mi uccidete, mettete del sangue innocente addosso a voi, a questa città e ai suoi abitanti, perché il SIGNORE mi ha veramente mandato da voi per farvi udire tutte queste parole».

(Gr 36:10-26; 38:7-13) At 5:34, ecc.; Sl 37:32-33
Allora i capi e tutto il popolo dissero ai sacerdoti e ai profeti: «Quest'uomo non merita la morte, perché ci ha parlato nel nome del SIGNORE, del nostro Dio». Alcuni degli anziani del paese si alzarono e parlarono così a tutta l'assemblea del popolo: «Michea, il Morasita, profetizzò ai giorni di Ezechia, re di Giuda, e parlò a tutto il popolo di Giuda in questi termini:
"Così dice il SIGNORE degli eserciti:
Sion sarà arata come un campo,
Gerusalemme diventerà un mucchio di macerie,
e la montagna del tempio, un'altura boscosa".
Ezechia, re di Giuda, e tutto Giuda lo misero a morte? Ezechia non temette forse il SIGNORE, e non supplicò il SIGNORE al punto che il SIGNORE si pentì del male che aveva pronunziato contro di loro? Ma noi stiamo per compiere un male gravissimo a nostro danno».
Vi fu anche un altro uomo che profetizzò nel nome del SIGNORE: Uria, figlio di Semaia di Chiriat-Iearim, il quale profetizzò contro questa città e contro questo paese, in tutto e per tutto come Geremia. Il re Ioiachim, tutti i suoi uomini prodi e tutti i suoi capi udirono le sue parole; il re cercò di farlo morire; ma Uria lo seppe, ebbe paura, fuggì e andò in Egitto. Il re Ioiachim mandò degli uomini in Egitto, cioè Elnatan, figlio di Acbor, e altra gente con lui. Questi trassero Uria fuori d'Egitto, e lo condussero al re Ioiachim, il quale lo colpì con la spada, e gettò il suo cadavere fra le sepolture dei figli del popolo.
Ma la mano di Aicam, figlio di Safan, fu con Geremia, e impedì che fosse dato in mano del popolo per essere messo a morte.

CAPITOLO 27

Sottomissione a Nabucodonosor consigliata da Geremia


Gr 25:9-29; 2R 24:17-20
Nel principio del regno di Ioiachim, figlio di Giosia, re di Giuda, questa parola fu rivolta dal SIGNORE a Geremia in questi termini:
Così mi ha detto il SIGNORE: «Fatti delle catene e dei gioghi, e mettiteli sul collo; poi mandali al re di Edom, al re di Moab, al re dei figli di Ammon, al re di Tiro e al re di Sidone, mediante gli ambasciatori che sono venuti a Gerusalemme da Sedechia, re di Giuda; ordina loro che dicano ai loro signori: "Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: Direte questo ai vostri signori: Io ho fatto la terra, gli uomini e gli animali che sono sulla faccia della terra, con la mia gran potenza e con il mio braccio steso; io do la terra a chi voglio. Ora io do tutti questi paesi in mano a Nabucodonosor, re di Babilonia, mio servitore; gli do pure gli animali della campagna perché gli siano sottomessi. Tutte le nazioni saranno sottomesse a lui, a suo figlio e al figlio di suo figlio, finché giunga il tempo anche per il suo paese; allora molte nazioni e grandi re lo ridurranno in schiavitù. La nazione o il regno che non vorrà sottomettersi a lui, a Nabucodonosor re di Babilonia, e non vorrà piegare il collo sotto il giogo del re di Babilonia, quella nazione io la punirò, dice il SIGNORE, con la spada, con la fame, con la peste, finché io non l'abbia sterminata per mano di lui. Voi dunque non ascoltate i vostri profeti, né i vostri indovini, né i vostri sognatori, né i vostri pronosticatori, né i vostri maghi che vi dicono: "Non sarete sottomessi al re di Babilonia!" Essi infatti vi profetizzano menzogna, per allontanarvi dal vostro paese, perché io vi cacci e voi periate. Ma la nazione che piegherà il suo collo sotto il giogo del re di Babilonia e gli sarà sottomessa, io la lascerò stare nel suo paese, dice il SIGNORE; ed essa lo coltiverà e vi abiterà'».

2Cr 36:10-13; Gr 28
Io parlai dunque a Sedechia, re di Giuda, secondo tutte queste parole, e dissi: «Piegate il collo sotto il giogo del re di Babilonia, sottomettetevi a lui e al suo popolo, e vivrete. Perché dovreste morire, tu e il tuo popolo, di spada, di fame e di peste, come il SIGNORE ha detto della nazione che non si lascerà sottomettere al re di Babilonia? Non date ascolto alle parole dei profeti che vi dicono: "Non sarete sottomessi al re di Babilonia!" perché vi profetizzano menzogna. "Io infatti non li ho mandati", dice il SIGNORE; "ma profetizzano falsamente nel mio nome, perché io vi cacci, e voi periate: voi e i profeti che vi profetizzano"».
Parlai pure ai sacerdoti e a tutto questo popolo, e dissi:
«Così parla il SIGNORE: Non date ascolto alle parole dei vostri profeti i quali vi profetizzano, dicendo: "Ecco, gli arredi della casa del SIGNORE saranno tra poco riportati da Babilonia", perché vi profetizzano menzogna. Non date loro ascolto; sottomettetevi al re di Babilonia, e vivrete. Perché questa città dovrebbe essere ridotta in desolazione? Se sono profeti, e se la parola del SIGNORE è con loro, intercedano ora presso il SIGNORE degli eserciti perché gli arredi rimasti nella casa del SIGNORE, nella casa del re di Giuda e in Gerusalemme, non vadano a Babilonia. Perché così parla il SIGNORE degli eserciti riguardo alle colonne, al mare, alle basi e al resto degli arredi rimasti in questa città, e che non furono presi da Nabucodonosor, re di Babilonia, quando deportò da Gerusalemme a Babilonia Ieconia, figlio di Ioiachim, re di Giuda, e tutti i nobili di Giuda, e di Gerusalemme; così, dico, parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele, riguardo agli arredi che rimangono nella casa del SIGNORE, nella casa del re di Giuda e in Gerusalemme: "Saranno portati a Babilonia, e là rimarranno, finché io li cercherò", dice il SIGNORE, "e li farò risalire e ritornare in questo luogo"».

CAPITOLO 28

Geremia e il falso profeta Anania


Gr 27; 29:24, ecc.
In quello stesso anno, al principio del regno di Sedechia, re di Giuda, l'anno quarto, il quinto mese, Anania, figlio di Azzur, profeta, nativo di Gabaon, mi parlò nella casa del SIGNORE, in presenza dei sacerdoti e di tutto il popolo, dicendo: «Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: "Io spezzo il giogo del re di Babilonia. Entro due anni io farò tornare in questo luogo tutti gli arredi della casa del SIGNORE, che Nabucodonosor, re di Babilonia, ha tolti da questo luogo e ha portati a Babilonia; ricondurrò in questo luogo", dice il SIGNORE, "Ieconia, figlio di Ioiachim, re di Giuda, e tutti quelli di Giuda che sono deportati a Babilonia; perché spezzerò il giogo del re di Babilonia"».
Il profeta Geremia rispose al profeta Anania in presenza dei sacerdoti e in presenza di tutto il popolo che si trovava nella casa del SIGNORE. Il profeta Geremia disse: «Amen! Così faccia il SIGNORE!
Il SIGNORE mandi ad effetto ciò che tu hai profetizzato, faccia tornare da Babilonia in questo luogo gli arredi della casa del SIGNORE e tutti quelli che sono stati condotti in esilio! Però, ascolta ora questa parola che io pronunzio in presenza tua e in presenza di tutto il popolo. I profeti che apparvero prima di me e prima di te, fin dai tempi antichi, profetarono contro molti paesi e contro grandi regni la guerra, la fame, la peste. Quanto al profeta che profetizza la pace, una volta che si sarà adempiuta la sua parola, egli sarà riconosciuto come uno veramente inviato dal SIGNORE».
Allora il profeta Anania prese il giogo dal collo del profeta Geremia e lo spezzò. Anania parlò in presenza di tutto il popolo, e disse: «Così parla il SIGNORE: "In questo modo io spezzerò il giogo di Nabucodonosor, re di Babilonia togliendolo dal collo di tutte le nazioni, entro lo spazio di due anni"». Il profeta Geremia se ne andò.
Allora la parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia, dopo che il profeta Anania ebbe spezzato il giogo togliendolo dal collo del profeta Geremia, e disse: «Va', e di' ad Anania: "Così parla il SIGNORE: Tu hai spezzato un giogo di legno, ma hai fatto, invece di quello, un giogo di ferro. Infatti così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: Io metto un giogo di ferro sul collo di tutte queste nazioni perché siano sottomesse a Nabucodonosor, re di Babilonia; ed esse gli saranno soggette; e gli do pure gli animali della campagna"».
Il profeta Geremia disse al profeta Anania: «Ascolta, Anania! Il SIGNORE non ti ha mandato e tu hai spinto questo popolo a confidare nella menzogna. Perciò, così parla il SIGNORE: "Ecco, io ti caccio dalla faccia della terra; quest'anno morirai, perché hai parlato di ribellione contro il SIGNORE"». Il profeta Anania morì quello stesso anno, nel settimo mese.

CAPITOLO 29

Lettera di Geremia agli esuli di Babilonia


(Gr 24:1-7; 25:11-12; 2Cr 36:21-23) Gr 27:12, ecc.; Sl 103:8-9
Queste sono le parole della lettera che il profeta Geremia mandò da Gerusalemme al residuo degli anziani esiliati, ai sacerdoti, ai profeti e a tutto il popolo che Nabucodonosor aveva deportato da Gerusalemme a Babilonia, dopo che il re Ieconia, la regina, gli eunuchi, i prìncipi di Giuda e di Gerusalemme, i falegnami e i fabbri furono usciti da Gerusalemme. La lettera fu portata per mano di Elasa, figlio di Safan, e di Ghemaria, figlio di Chilchia, che Sedechia, re di Giuda, mandava a Babilonia da Nabucodonosor, re di Babilonia. Essa diceva:
Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele, a tutti i deportati che io ho fatto condurre da Gerusalemme a Babilonia: «Costruite case e abitatele; piantate giardini e mangiatene il frutto; prendete mogli e generate figli e figlie; prendete mogli per i vostri figli, date marito alle vostre figlie perché facciano figli e figlie; moltiplicate là dove siete, e non diminuite. Cercate il bene della città dove io vi ho fatti deportare, e pregate il SIGNORE per essa; poiché dal bene di questa dipende il vostro bene».
Infatti così dice il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: «I vostri profeti, che sono in mezzo a voi, e i vostri indovini non v'ingannino, e non date retta ai sogni che fate. Poiché quelli vi profetizzano falsamente nel mio nome; io non li ho mandati», dice il SIGNORE. Poiché così parla il SIGNORE: «Quando settant'anni saranno compiuti per Babilonia, io vi visiterò e manderò a effetto per voi la mia buona parola facendovi tornare in questo luogo. Infatti io so i pensieri che medito per voi», dice il SIGNORE: «pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza. Voi m'invocherete, verrete a pregarmi e io vi esaudirò. Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore; io mi lascerò trovare da voi», dice il SIGNORE; «vi farò tornare dalla vostra prigionia; vi raccoglierò da tutte le nazioni e da tutti i luoghi dove vi ho cacciati», dice il SIGNORE; «vi ricondurrò nel luogo da cui vi ho fatti deportare».
Voi dite: «Il SIGNORE ci ha suscitato dei profeti in Babilonia».

Gr 24:8-10
Ebbene, così parla il SIGNORE riguardo al re che siede sul trono di Davide, riguardo a tutto il popolo che abita in questa città, ai vostri fratelli che non sono stati deportati con voi: Così parla il SIGNORE degli eserciti: «Ecco, io manderò contro di loro la spada, la fame, la peste, e li renderò come quegli orribili fichi che non si possono mangiare, tanto sono cattivi. Li inseguirò con la spada, con la fame, con la peste; farò in modo che saranno agitati fra tutti i regni della terra, e li abbandonerò alla esecrazione, allo stupore, alla derisione e al vituperio fra tutte le nazioni dove li scaccerò; perché non hanno dato ascolto alle mie parole», dice il SIGNORE, «che io ho mandate loro a dire dai miei servitori i profeti, continuamente, fin dal mattino; ma essi non hanno dato ascolto», dice il SIGNORE.
Ascoltate dunque la parola del SIGNORE, voi tutti che ho fatto deportare da Gerusalemme a Babilonia!
Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele, riguardo ad Acab, figlio di Colaia, e riguardo a Sedechia, figlio di Maaseia, che vi profetizzano la menzogna nel mio nome: «Ecco, io do costoro in mano di Nabucodonosor, re di Babilonia, ed egli li metterà a morte davanti ai vostri occhi; da essi si trarrà una formula di maledizione fra tutti quelli di Giuda che sono deportati a Babilonia, e si dirà: "Il SIGNORE ti tratti come Sedechia e come Acab, che il re di Babilonia ha fatti arrostire al fuoco!" Costoro infatti hanno compiuto cose nefande in Israele, hanno commesso adulterio con le mogli del loro prossimo e hanno pronunziato in mio nome parole di menzogna; il che io non avevo loro comandato. Io stesso lo so, e ne sono testimone», dice il SIGNORE.

Gr 20:1-6; 28; 2P 2:1
Quanto a Semaia, il Neelamita, gli parlerai in questo modo: «Così dice il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: Tu hai mandato in tuo nome una lettera a tutto il popolo residente a Gerusalemme, a Sofonia, figlio di Maaseia il sacerdote, e a tutti i sacerdoti, per dire: "Il SIGNORE ti ha costituito sacerdote al posto del sacerdote Ieoiada, perché vi siano nella casa del SIGNORE dei sovrintendenti per sorvegliare ogni uomo che è pazzo e che fa il profeta, e perché tu lo incateni e lo metta nei ceppi. Ora perché non tieni a freno Geremia di Anatot, che fa il profeta in mezzo a voi, e ci ha perfino mandato a dire a Babilonia: L'esilio sarà lungo; costruitevi case e abitatele; piantate giardini e mangiatene il frutto?"» Il sacerdote Sofonia lesse questa lettera in presenza del profeta Geremia. La parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia, dicendo:
«Manda a dire a tutti quelli che sono deportati: "Così parla il SIGNORE riguardo a Semaia il Neelamita: Poiché Semaia vi ha profetizzato, sebbene io non l'abbia mandato, e vi ha fatto confidare nella menzogna, così parla il SIGNORE: Ecco, io punirò Semaia, il Neelamita, e la sua discendenza; non ci sarà nessuno dei suoi discendenti che abiti in mezzo a questo popolo, ed egli non vedrà il bene che io farò al mio popolo, dice il SIGNORE; poiché egli ha parlato di ribellione contro il SIGNORE"».

CAPITOLO 30

Il ritorno dall'esilio e il ristabilimento d'Israele


(Mi 4:10; Is 14:1-5; Ez 34:11-15, 23-31) Is 49:8, ecc.; La 3:31-33
Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del SIGNORE: «Così parla il SIGNORE, Dio d'Israele: "Scrivi in un libro tutte le parole che ti ho dette: poiché ecco, i giorni vengono", dice il SIGNORE, "in cui io riporterò dall'esilio il mio popolo d'Israele e di Giuda", dice il SIGNORE, "e li ricondurrò nel paese che diedi ai loro padri, ed essi lo possederanno"». Queste sono le parole che il SIGNORE ha pronunziato riguardo a Israele e a Giuda.
«Così parla il SIGNORE:
"Noi udiamo un grido di terrore,
di spavento, e non di pace.
Informatevi e guardate se un maschio partorisce!
Perché dunque io vedo tutti gli uomini con le mani sui fianchi
come donna che partorisce?
Perché tutte le facce sono impallidite?
Ahimé, perché quel giorno è grande;
non ce ne fu mai altro di simile;
è un tempo di angoscia per Giacobbe;
ma tuttavia egli ne sarà salvato.
In quel giorno", dice il SIGNORE degli eserciti,
"io spezzerò il suo giogo dal tuo collo,
e romperò le tue catene;
gli stranieri non ti faranno più loro schiavo;
ma quelli d'Israele serviranno il SIGNORE, il loro Dio,
e Davide loro re, che io susciterò loro.
Tu dunque, Giacobbe, mio servitore, non temere", dice il SIGNORE;
"non ti sgomentare, Israele;
poiché, ecco, io ti salverò dal lontano paese,
salverò la tua discendenza dalla terra di schiavitù;
Giacobbe ritornerà, sarà in riposo, sarà tranquillo,
e nessuno più lo spaventerà.
Infatti io sono con te", dice il SIGNORE, "per salvarti;
io annienterò tutte le nazioni fra le quali ti ho disperso,
ma non annienterò te;
però, ti castigherò con giusta misura
e non ti lascerò del tutto impunito".

(Gr 10:18-25; 32:26-44; 31:1-14)(Eb 12:11; 1P 2:6) Sl 102:14-23
«Così parla il SIGNORE:
"La tua ferita è incurabile,
la tua piaga è grave.
Nessuno difende la tua causa;
per un'ulcera vi sono medicine,
ma per te non c'è guarigione.
Tutti i tuoi amanti ti hanno dimenticata,
non si preoccupano più per te;
poiché io ti ho percossa come si percuote un nemico,
ti ho inflitto la correzione di un uomo crudele,
per la tua grande iniquità,
perché i tuoi peccati sono andati aumentando.
Perché gridi a causa della tua ferita?
Il tuo dolore è insanabile.
Io ti ho fatto queste cose per la tua grande iniquità,
perché i tuoi peccati sono andati aumentando.
Tuttavia coloro che ti divorano saranno divorati,
tutti i tuoi nemici, tutti quanti saranno deportati;
quelli che ti spogliano saranno spogliati,
quelli che ti saccheggiano li abbandonerò al saccheggio.
Ma io medicherò le tue ferite, ti guarirò dalle tue piaghe",
dice il SIGNORE,
"poiché ti chiamano la scacciata,
la Sion di cui nessuno si cura".

Liberazione d'Israele


«Così parla il SIGNORE:
"Ecco, io riporto dall'esilio le tende di Giacobbe
e ho pietà delle sue abitazioni;
le città saranno ricostruite sulle loro macerie,
i palazzi saranno abitati come di consueto.
Ne usciranno ringraziamenti,
voci di gente festante.
Io li moltiplicherò e non saranno più ridotti a pochi;
li renderò onorati e non saranno più avviliti.
I suoi figli saranno come furono un tempo,
la sua comunità sarà stabilita davanti a me,
e io punirò tutti i loro oppressori.
Il loro principe sarà uno di essi
e chi li dominerà uscirà di mezzo a loro;
io lo farò avvicinare, ed egli verrà a me;
poiché chi disporrebbe il suo cuore ad avvicinarsi a me?"
dice il SIGNORE.
"Voi sarete mio popolo
e io sarò vostro Dio"».

=Gr 23:19-20 (Is 55:10-11)
Ecco la tempesta del SIGNORE; il furore scoppia;
la tempesta imperversa;
scroscia sul capo degli empi.
L'ardente ira del SIGNORE non si placherà,
finché non abbia eseguito, compiuto i disegni del suo cuore;
negli ultimi giorni, lo capirete.
(Gr 30:18-22; 33:6-13, 23-26) Sl 85; 126

CAPITOLO 31

«In quel tempo», dice il SIGNORE,
«io sarò il Dio di tutte le famiglie d'Israele, ed esse saranno il mio popolo».
Così parla il SIGNORE:
«Il popolo scampato dalla spada
ha trovato grazia nel deserto;
io sto per dar riposo a Israele».
Da tempi lontani il SIGNORE mi è apparso.
«Sì, io ti amo di un amore eterno;
perciò ti prolungo la mia bontà.
Io ti ricostruirò, e tu sarai ricostruita, vergine d'Israele!
Tu sarai di nuovo adorna dei tuoi tamburelli,
e uscirai in mezzo alle danze di quelli che gioiscono.
Pianterai ancora delle vigne sui monti di Samaria;
i piantatori pianteranno e raccoglieranno il frutto.
Infatti verrà il giorno in cui le guardie grideranno sul monte di Efraim:
"Alzatevi, saliamo a Sion, al SIGNORE, nostro Dio"».
Infatti così parla il SIGNORE:
«Innalzate canti di gioia per Giacobbe,
prorompete in grida, per il capo delle nazioni;
fate udire le vostre lodi, e dite:
"SIGNORE, salva il tuo popolo, il residuo d'Israele!"
Ecco, io li riconduco dal paese del settentrione,
e li raccolgo dalle estremità della terra;
tra di loro sono il cieco e lo zoppo,
la donna incinta e quella in doglie di parto:
una gran moltitudine, che ritorna qua.
Vengono piangenti e imploranti;
li guido, li conduco ai torrenti,
per una via diritta dove non inciamperanno;
perché sono diventato un padre per Israele,
ed Efraim è il mio primogenito.
Voi nazioni, ascoltate la parola del SIGNORE,
e proclamatela alle isole lontane;
dite: "Colui che ha disperso Israele lo raccoglie,
lo custodisce come fa il pastore con il suo gregge".
Infatti il SIGNORE ha riscattato Giacobbe,
l'ha salvato dalla mano d'uno più forte di lui.
Quelli verranno e canteranno di gioia sulle alture di Sion,
affluiranno verso i beni del SIGNORE:
al frumento, al vino, all'olio,
al frutto delle greggi e degli armenti;
essi saranno come un giardino annaffiato,
non continueranno più a languire.
Allora la vergine si rallegrerà nella danza,
i giovani gioiranno insieme ai vecchi;
io muterò il loro lutto in gioia, li consolerò,
li rallegrerò liberandoli del loro dolore.
Sazierò di grasso i sacerdoti
e il mio popolo sarà saziato dei miei beni», dice il SIGNORE.

Mt 2:16-18 (Le 26:39-45; Gr 50:4-8)
Così parla il SIGNORE:
«Si è udita una voce a Rama,
un lamento, un pianto amaro;
Rachele piange i suoi figli;
lei rifiuta di essere consolata dei suoi figli,
perché non sono più».
Così parla il SIGNORE:
«Trattieni la tua voce dal piangere,
i tuoi occhi dal versare lacrime;
poiché l'opera tua sarà ricompensata»,
dice il SIGNORE;
«essi ritorneranno dal paese del nemico;
c'è speranza per il tuo avvenire», dice il SIGNORE;
«i tuoi figli ritorneranno entro le loro frontiere.
Io odo, odo Efraim che si rammarica:
"Tu mi hai punito,
come un vitello non domato;
convertimi, e io mi convertirò,
poiché tu sei il SIGNORE, il mio Dio.
Dopo che mi sono sviato, io mi sono pentito;
dopo che ho riconosciuto il mio stato, mi sono battuto l'anca;
io sono coperto di vergogna, confuso,
perché porto l'infamia della mia giovinezza".
Efraim è dunque per me un figlio così caro?
un figlio prediletto?
Da quando io parlo contro di lui, è più vivo e continuo
il ricordo che ne ho;
perciò le mie viscere si commuovono per lui,
e io certo ne avrò pietà», dice il SIGNORE.
«Metti delle pietre miliari, fatti dei pali indicatori,
poni ben mente alla strada, alla via che hai seguita.
Ritorna, vergine d'Israele,
torna a queste città che sono tue!
Fino a quando te ne andrai vagabonda,
figlia infedele?
Poiché il SIGNORE crea una cosa nuova sulla terra:
la donna che corteggia l'uomo».

Za 8:1-8, 11-15
Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele:
«Si dirà pure questa parola nel paese di Giuda e nelle sue città,
quando li avrò fatti tornare dalla deportazione:
Il SIGNORE ti benedica, territorio di giustizia, monte santo!
Là si stabiliranno assieme Giuda e tutte le sue città;
gli agricoltori e quelli che guidano le greggi.
Poiché io ristorerò l'anima stanca,
sazierò ogni anima languente».
A questo punto mi sono svegliato e ho guardato;
e il mio sonno mi era stato dolce.
«Ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE,
«in cui io seminerò la casa d'Israele e la casa di Giuda
di semenza d'uomini e di semenza d'animali.
Avverrà che, come ho vegliato su di loro
per sradicare e per demolire, per abbattere, per distruggere e per nuocere,
così veglierò su di loro per costruire e per piantare»,
dice il SIGNORE.
«In quei giorni non si dirà più:
"I padri hanno mangiato uva acerba
e i denti dei figli si sono allegati",
ma ognuno morirà per la propria iniquità;
chiunque mangerà l'uva acerba
avrà i denti allegati.

(Eb 8:6-13; 10:14-18)(Gr 32:37-40; Ez 36:24-28)
«Ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE,
«in cui io farò un nuovo patto
con la casa d'Israele e con la casa di Giuda;
non come il patto che feci con i loro padri
il giorno che li presi per mano
per condurli fuori dal paese d'Egitto:
patto che essi violarono,
sebbene io fossi loro signore», dice il SIGNORE;
«ma questo è il patto che farò con la casa d'Israele,
dopo quei giorni», dice il SIGNORE:
«io metterò la mia legge nell'intimo loro,
la scriverò sul loro cuore,
e io sarò loro Dio,
ed essi saranno mio popolo.
Nessuno istruirà più il suo compagno
o il proprio fratello, dicendo:
"Conoscete il SIGNORE!"
poiché tutti mi conosceranno,
dal più piccolo al più grande», dice il SIGNORE.
«Poiché io perdonerò la loro iniquità,
non mi ricorderò del loro peccato».

Gr 33:20, ecc. (Gl 3:17; Ez 48:35) Sl 102:14-17
Così parla il SIGNORE, che ha dato il sole come luce del giorno
e le leggi alla luna e alle stelle perché siano luce alla notte;
che solleva il mare in modo che ne mugghiano le onde;
colui che ha nome: il SIGNORE degli eserciti.
«Se quelle leggi verranno a mancare davanti a me», dice il SIGNORE,
«allora anche la discendenza d'Israele cesserà di essere per sempre una nazione in mia presenza».
Così parla il SIGNORE: «Se i cieli di sopra possono essere misurati
e le fondamenta della terra di sotto, scandagliate,
allora anch'io rigetterò tutta la discendenza d'Israele
per tutto quello che essi hanno fatto», dice il SIGNORE.
«Ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE,
«che questa città sarà ricostruita in onore del SIGNORE,
dalla torre di Cananeel alla porta dell'Angolo.
Di là la corda per misurare sarà tirata in linea retta
fino al colle di Gareb
e girerà dal lato di Goa.
Tutta la valle dei cadaveri e delle ceneri
e tutti i campi fino al torrente Chidron,
fino all'angolo della porta dei Cavalli verso oriente,
saranno consacrati al SIGNORE,
e non saranno più sconvolti né distrutti, per sempre».

CAPITOLO 32

Geremia acquista un campo


Gr 34:1-6
Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del SIGNORE nel decimo anno di Sedechia, re di Giuda, che fu l'anno diciottesimo di Nabucodonosor.
L'esercito del re di Babilonia assediava allora Gerusalemme, e il profeta Geremia era rinchiuso nel cortile della prigione che era nella casa del re di Giuda. L'aveva fatto rinchiudere Sedechia, re di Giuda, dicendo: «Perché profetizzi e dici: "Così parla il SIGNORE: Ecco, io do questa città in mano del re di Babilonia, ed egli la prenderà; Sedechia, re di Giuda, non scamperà dalle mani dei Caldei, ma sarà per certo dato in mano del re di Babilonia, e parlerà con lui bocca a bocca, e i suoi occhi vedranno gli occhi suoi; Nabucodonosor deporterà Sedechia a Babilonia, ed egli resterà là finché io lo visiti, dice il SIGNORE; se combattete contro i Caldei voi non riuscirete a nulla"?»
Geremia disse: «La parola del SIGNORE mi è stata rivolta in questi termini: Ecco, Canameel, figlio di Sallum, tuo zio, viene da te per dirti: "Còmprati il mio campo che è ad Anatot, poiché tu hai il diritto di riscatto per comprarlo"». E Canameel, figlio di mio zio, venne da me, secondo la parola del SIGNORE, nel cortile della prigione, e mi disse: «Ti prego, compra il mio campo che è ad Anatot, nel territorio di Beniamino; poiché tu hai il diritto di successione e il diritto di riscatto, compratelo!» Allora riconobbi che questa era parola del SIGNORE. Io comprai da Canameel, figlio di mio zio, il campo che era ad Anatot, e gli pesai il denaro, diciassette sicli d'argento. Scrissi tutto questo in un documento, lo sigillai, chiamai i testimoni, e pesai il denaro nella bilancia. Poi presi l'atto d'acquisto, quello sigillato contenente i termini e le condizioni, e quello aperto, e consegnai l'atto di acquisto a Baruc, figlio di Neria, figlio di Maseia, in presenza di Canameel mio cugino, in presenza dei testimoni che avevano sottoscritto l'atto d'acquisto, e in presenza di tutti i Giudei che sedevano nel cortile della prigione. Poi, davanti a loro, diedi quest'ordine a Baruc: «Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: "Prendi questi atti, l'atto d'acquisto, sia quello sigillato, sia quello aperto, e mettili in un vaso di terra, perché si conservino a lungo".
Infatti così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: "Si compreranno ancora case, campi e vigne, in questo paese"».

Conferma della restaurazione d'Israele


Ne 9:6-30 (Sl 92:6; Is 55:8-9)
Dopo che io ebbi consegnato l'atto d'acquisto a Baruc, figlio di Neria, pregai il SIGNORE, dicendo:
"Ah, Signore, SIGNORE!
Ecco, tu hai fatto il cielo e la terra
con la tua gran potenza e con il tuo braccio steso;
non c'è nulla di troppo difficile per te;
tu usi benevolenza verso mille generazioni,
e dai la retribuzione per l'iniquità dei padri ai figli, dopo di loro;
tu sei Dio grande, potente,
il cui nome è: SIGNORE degli eserciti;
tu sei grande in pensieri e potente in opere;
hai gli occhi aperti su tutte le vie dei figli degli uomini,
per rendere a ciascuno secondo le sue opere
e secondo il frutto delle sue azioni;
tu hai fatto nel paese d'Egitto,
in Israele e fra gli altri uomini,
fino a questo giorno, miracoli e prodigi,
ti sei acquistato un nome qual esso è oggi;
tu conducesti il tuo popolo fuori dal paese d'Egitto
con miracoli e prodigi, con mano potente e braccio steso,
con gran terrore;
desti loro questo paese
che avevi giurato ai loro padri di dar loro:
un paese dove scorrono latte e miele.
Essi vi entrarono e ne presero possesso,
ma non hanno ubbidito alla tua voce
e non hanno camminato secondo la tua legge;
tutto quello che avevi loro comandato di fare essi non l'hanno fatto;
perciò tu hai riversato su di essi tutti questi mali.
Ecco, le opere d'assedio giungono fino alla città per prenderla;
la città, vinta dalla spada, dalla fame e dalla peste,
è data in mano dei Caldei che combattono contro di lei.
Quello che tu hai detto è avvenuto, ed ecco, tu lo vedi.
Eppure, Signore, Dio, tu mi hai detto:
Còmprati con denaro il campo, e chiama dei testimoni...'
ma la città è data in mano dei Caldei".

2Cr 36:14-19
Allora la parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia in questi termini:
«Ecco, io sono il SIGNORE, Dio di ogni carne;
c'è forse qualcosa di troppo difficile per me?
Perciò, così parla il SIGNORE:
Ecco, io do questa città in mano dei Caldei,
in mano di Nabucodonosor, re di Babilonia,
il quale la conquisterà;
e i Caldei che combattono contro questa città vi entreranno,
vi appiccheranno il fuoco e incendieranno
le case sui cui tetti hanno offerto profumi a Baal
e fatto libazioni ad altri dèi,
per provocare la mia ira.
Poiché i figli d'Israele e i figli di Giuda,
hanno fatto, sin dalla loro adolescenza, ciò che è male ai miei occhi;
poiché i figli d'Israele non hanno fatto che provocare la mia ira
con l'opera delle loro mani, dice il SIGNORE.
Infatti questa città, dal giorno che fu costruita sino a oggi,
è stata una continua provocazione alla mia ira e al mio furore,
al punto che la voglio togliere via dalla mia presenza,
a causa di tutto il male che i figli d'Israele e i figli di Giuda
hanno fatto per provocare la mia ira:
essi, i loro re, i loro prìncipi, i loro sacerdoti, i loro profeti,
gli uomini di Giuda, e gli abitanti di Gerusalemme.
Mi hanno voltato non la faccia, ma le spalle;
sebbene io li abbia istruiti continuamente fin dalla mattina,
essi non hanno dato ascolto per ricevere la correzione.
Ma hanno messo le loro abominazioni
nella casa sulla quale è invocato il mio nome,
per profanarla.
Hanno costruito gli alti luoghi di Baal che sono nella valle dei figli di Innom,
per far passare per il fuoco i loro figli e le loro figlie offrendoli a Moloc;
una cosa che io non avevo comandata loro
e non mi era venuto in mente
che si dovesse commettere una tale abominazione,
facendo peccare Giuda.

(De 30:1-10; Ez 11:16-20; 36:24-38; Gr 31:31, ecc.)
«Ma ora, in seguito a tutto questo, così parla il SIGNORE, Dio d'Israele,
riguardo a questa città, della quale voi dite:
"Essa è data in mano del re di Babilonia, per la spada, per la fame e per la peste":
Ecco, li raccoglierò da tutti i paesi dove li ho cacciati
nella mia ira, nel mio furore, nella mia grande indignazione;
li farò tornare in questo luogo
e ve li farò abitare al sicuro;
essi saranno mio popolo
e io sarò loro Dio;
darò loro uno stesso cuore, una stessa via,
perché mi temano per sempre,
per il loro bene e per quello dei loro figli dopo di loro.
Farò con loro un patto eterno,
che non mi allontanerò più da loro
per cessare di far loro del bene;
metterò il mio timore nel loro cuore,
perché non si allontanino da me.
Metterò la mia gioia nel far loro del bene
e li pianterò in questo paese con fedeltà,
con tutto il mio cuore, con tutta l'anima mia.
Poiché così parla il SIGNORE:
Come ho fatto venire su questo popolo un gran male,
così farò venire su di lui tutto il bene che gli prometto.
Si compreranno dei campi in questo paese
del quale voi dite: "È desolato; non c'è più né uomo né bestia;
è dato in mano dei Caldei".
Si compreranno dei campi con denaro,
se ne scriveranno gli atti, si sigilleranno, si chiameranno testimoni,
nel paese di Beniamino e nei luoghi circostanti a Gerusalemme,
nelle città di Giuda, nelle città della regione montuosa,
nelle città della pianura, nelle città della regione meridionale;
poiché io farò tornare quelli che sono deportati, dice il SIGNORE».

CAPITOLO 33

Promessa della restaurazione d'Israele


(Gr 32:36, ecc.; 30:15-22)(Is 61:4-9; Am 9:11-15)
La parola del SIGNORE fu rivolta per la seconda volta a Geremia in questi termini, mentre egli era ancora rinchiuso nel cortile della prigione:
«Così parla il SIGNORE, che sta per far questo;
il SIGNORE che lo concepisce per mandarlo ad effetto,
colui che ha nome il SIGNORE:
"Invocami, e io ti risponderò,
ti annunzierò cose grandi e impenetrabili
che tu non conosci".
Infatti così parla il SIGNORE, Dio d'Israele,
riguardo alle case di questa città
e riguardo alle case del re di Giuda
che saranno diroccate per far fronte ai terrapieni e alla spada del nemico,
quando si verrà a combattere contro i Caldei
e a riempire quelle case di cadaveri di uomini,
che io colpirò nella mia ira e nel mio furore,
e per le cui malvagità io nasconderò la mia faccia a questa città:
"Ecco, io recherò ad essa medicazione e rimedi, guarirò i suoi abitanti
e aprirò loro un tesoro di pace e di verità.
Farò tornare dalla deportazione Giuda e Israele,
li ristabilirò com'erano prima;
li purificherò di tutta l'iniquità, con cui hanno peccato contro di me;
perdonerò tutte le loro iniquità con cui hanno peccato contro di me
e si sono ribellati a me.
Questa città sarà per me un motivo di gioia,
di lode e di gloria fra tutte le nazioni della terra
che udranno tutto il bene che io sto per fare loro;
esse temeranno e tremeranno a causa di tutto il bene
e di tutta la pace che io procurerò a Gerusalemme".
Così parla il SIGNORE:
"In questo luogo,
del quale voi dite: «È un deserto, non c'è più uomo né bestia»,
nelle città di Giuda, e per le strade di Gerusalemme
che sono desolate e dove non è più né uomo, né abitante, né bestia,
si udrà ancora il grido di gioia e il grido d'esultanza,
il canto dello sposo e il canto della sposa,
la voce di quelli che dicono:
«Celebrate il SIGNORE degli eserciti,
poiché il SIGNORE è buono, poiché la sua bontà dura per sempre»,
e che portano offerte di ringraziamento nella casa del SIGNORE.
Poiché io farò tornare i deportati nel paese, e lo ristabilirò com'era prima",
dice il SIGNORE.
Così parla il SIGNORE degli eserciti:
"In questo luogo desolato,
dove non c'è più né uomo né bestia,
e in tutte le sue città
ci saranno ancora delle abitazioni di pastori,
che faranno riposare le loro greggi.
Nelle città della regione montuosa,
nelle città della pianura,
nelle città del mezzogiorno,
nel paese di Beniamino, nei dintorni di Gerusalemme
e nelle città di Giuda
le pecore passeranno ancora sotto la mano di chi le conta",
dice il SIGNORE.

(Gr 23:5-8; Lu 1:31-33)(Sl 89:21-38; Is 55:3-4)
«"Ecco, i giorni vengono", dice il SIGNORE,
"in cui io manderò ad effetto la buona parola
che ho pronunziata riguardo alla casa d'Israele e riguardo alla casa di Giuda.
In quei giorni e in quel tempo,
io farò germogliare per Davide un germoglio di giustizia,
ed esso eserciterà il diritto e la giustizia nel paese.
In quei giorni, Giuda sarà salvato
e Gerusalemme abiterà al sicuro;
questo è il nome con cui sarà chiamata: SIGNORE nostra giustizia".
Poiché così parla il SIGNORE:
"Non verrà mai meno a Davide
chi sieda sul trono della casa d'Israele,
ai sacerdoti levitici non verrà mai meno, in mia presenza,
chi offra olocausti, chi faccia fumare le offerte,
e chi faccia tutti i giorni i sacrifici"».
La parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia in questi termini:
«Così parla il SIGNORE:
"Se voi potete annullare il mio patto con il giorno
e il mio patto con la notte,
in maniera che il giorno e la notte non vengano al tempo loro,
allora si potrà anche annullare il mio patto con Davide mio servitore,
in modo che egli non abbia più figlio che regni sul suo trono,
e con i sacerdoti levitici miei ministri.
Come non si può contare l'esercito del cielo
né misurare la sabbia del mare,
così io moltiplicherò la discendenza di Davide, mio servitore,
e i Leviti che fanno il servizio in mio onore"».

Gr 31:35-40; Sl 94:14; Ro 11:29
La parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia in questi termini:
«Non hai posto mente alle parole di questo popolo quando va dicendo:
"Le due famiglie che il SIGNORE aveva scelte, le ha rigettate"?
Così disprezzano il mio popolo,
che agli occhi loro non è più una nazione.
Così parla il SIGNORE:
"Se io non ho stabilito il mio patto con il giorno e con la notte,
e se non ho fissato le leggi del cielo e della terra,
allora rigetterò anche la progenie di Giacobbe e di Davide mio servitore,
e non prenderò più dai suoi discendenti coloro che governeranno
la discendenza d'Abraamo, d'Isacco e di Giacobbe!
poiché io farò tornare i loro esuli, e avrò pietà di loro"».

CAPITOLO 34

Profezia sulla sorte di Sedechia


Gr 21:1-7; 32:1-5; 52:8-11
Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del SIGNORE, quando Nabucodonosor, re di Babilonia, tutto il suo esercito, tutti i regni della terra sottoposti al suo dominio, e tutti i popoli combattevano contro Gerusalemme e contro tutte le sue città:
«Così parla il SIGNORE, Dio d'Israele: Va', parla a Sedechia, re di Giuda, e digli: "Così parla il SIGNORE: Ecco, io do questa città in mano del re di Babilonia, il quale la darà alle fiamme; tu non scamperai dalla sua mano, ma sarai certamente catturato, e sarai dato in sua mano; i tuoi occhi vedranno gli occhi del re di Babilonia; egli ti parlerà da bocca a bocca, e tu andrai a Babilonia. Tuttavia, Sedechia, re di Giuda, ascolta la parola del SIGNORE: Così parla il SIGNORE, riguardo a te: Tu non morirai di spada; tu morirai in pace; come si arsero aromi per i tuoi padri, gli antichi re tuoi predecessori, così se ne arderanno per te; si farà il lutto per te, dicendo: «Ahimé, signore!...» poiché sono io che pronunzio questa parola, dice il SIGNORE"».
Il profeta Geremia disse tutte queste parole a Sedechia, re di Giuda, a Gerusalemme, mentre l'esercito del re di Babilonia combatteva contro Gerusalemme e contro tutte le città di Giuda che resistevano ancora, cioè contro Lachis e Azeca, che erano tutto quello che rimaneva, in fatto di fortezze, fra le città di Giuda.

Asservimento degli schiavi affrancati
(De 15:12-15; Le 25:39-43) Ez 17:11-21; Mt 21:29; 7:21, ecc.
Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del SIGNORE dopo che il re Sedechia ebbe fatto un patto con tutto il popolo di Gerusalemme per proclamare l'emancipazione, per la quale ognuno doveva rimandare in libertà il suo schiavo e la sua schiava, ebreo ed ebrea, e nessuno doveva tener più in schiavitù alcun suo fratello giudeo. Tutti i capi e tutto il popolo che erano entrati nel patto di rimandare in libertà ciascuno il proprio servo e la propria serva e di non tenerli più in schiavitù ubbidirono, e li rimandarono; ma poi cambiarono idea, e fecero ritornare gli schiavi e le schiave che avevano affrancati, e li riassoggettarono a essere loro schiavi e schiave.
La parola del SIGNORE fu dunque rivolta dal SIGNORE a Geremia, in questi termini: «Così parla il SIGNORE, Dio d'Israele: Io feci un patto con i vostri padri il giorno che li condussi fuori dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù, e dissi loro: "Al termine di sette anni, ciascuno di voi rimandi libero il suo fratello ebreo, che si sarà venduto a lui; ti serva sei anni, poi rimandalo da casa tua libero"; ma i vostri padri non ubbidirono e non prestarono orecchio. Voi eravate oggi tornati a fare ciò che è retto ai miei occhi, proclamando l'emancipazione ciascuno al suo prossimo, e avevate fatto un patto in mia presenza, nella casa sulla quale è invocato il mio nome; ma siete tornati indietro, e avete profanato il mio nome; ciascuno di voi ha fatto ritornare il suo schiavo e la sua schiava che avevate rimandato in libertà a loro piacere, e li avete assoggettati a essere vostri schiavi e schiave.
Perciò, così parla il SIGNORE: Voi non mi avete ubbidito proclamando l'emancipazione ciascuno di suo fratello e ciascuno del suo prossimo; ecco: io proclamo la vostra emancipazione, dice il SIGNORE, per andare incontro alla spada, alla peste e alla fame, e farò in modo che sarete agitati per tutti i regni della terra. Darò gli uomini che hanno trasgredito il mio patto e non hanno messo in pratica le parole del patto che avevano stabilito in mia presenza, passando in mezzo alle parti del vitello che avevano tagliato in due; darò, dico, i capi di Giuda e i capi di Gerusalemme, gli eunuchi, i sacerdoti e tutto il popolo del paese che passarono in mezzo alle parti del vitello, in mano dei loro nemici, e in mano di quelli che cercano la loro vita; i loro cadaveri serviranno di pasto agli uccelli del cielo e alle bestie della terra. Darò Sedechia, re di Giuda, e i suoi capi in mano dei loro nemici, in mano di quelli che cercano la loro vita, in mano dell'esercito del re di Babilonia, che si è allontanato da voi. Ecco, io darò l'ordine, dice il SIGNORE, e li farò ritornare contro questa città; essi combatteranno contro di lei, la conquisteranno, la daranno alle fiamme; io farò delle città di Giuda una desolazione senza abitanti».

CAPITOLO 35

I Recabiti


(2R 10:15, ecc.; 1Cr 2:55) Es 20:12
Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del SIGNORE, al tempo di Ioiachim, figlio di Giosia, re di Giuda:
«Va' alla casa dei Recabiti, e parla loro; conducili nella casa del SIGNORE, in una delle camere, e offri loro del vino da bere». Allora io presi Iaazania, figlio di Geremia, figlio di Cabazzinia, i suoi fratelli, tutti i suoi fratelli, tutti i suoi figli e tutta la casa dei Recabiti, e li condussi nella casa del SIGNORE, nella camera dei figli di Anan, figlio d'Igdalia, uomo di Dio, la quale era vicino alla camera dei capi, sopra la camera di Maaseia, figlio di Sallum, guardiano della soglia; misi davanti ai figli della casa dei Recabiti delle brocche piene di vino e delle coppe, e dissi loro: «Bevete del vino». Ma quelli risposero: «Noi non beviamo vino; perché Gionadab, figlio di Recab, nostro padre, ce l'ha proibito, dicendo: "Non berrete mai vino, né voi né i vostri figli per sempre; non costruirete case, non seminerete nessuna semenza, non pianterete vigne, e non ne possederete nessuna, ma abiterete in tende tutti i giorni della vostra vita, affinché viviate lungamente nel paese dove state come forestieri". Noi abbiamo ubbidito alla voce di Gionadab, figlio di Recab, nostro padre, in tutto quello che ci ha comandato: non beviamo vino durante tutti i nostri giorni, tanto noi, che le nostre mogli, i nostri figli e le nostre figlie; non costruiamo case per abitarvi, non abbiamo vigna, campo, né semente; abitiamo in tende e abbiamo ubbidito e fatto tutto quello che Gionadab, nostro padre, ci ha comandato. Ma quando Nabucodonosor, re di Babilonia, è salito contro il paese, abbiamo detto: "Venite, ritiriamoci a Gerusalemme, per paura dell'esercito dei Caldei e dell'esercito di Siria". Così ci siamo stabiliti a Gerusalemme».

(Ml 1:6; De 32:5-6; Gr 7) Ef 6:1-3 (Mt 25:21; Lu 12:48)
Allora la parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia in questi termini: «Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: Va' e di' agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: "Non riceverete voi dunque la lezione, imparando a ubbidire alle mie parole?" dice il SIGNORE. "Le parole di Gionadab, figlio di Recab, che comandò ai suoi figli di non bere vino, sono state messe in pratica; ed essi fino a oggi non hanno bevuto vino, in ubbidienza all'ordine del padre loro; io vi ho parlato, parlato fin dal mattino, e voi non mi avete dato ascolto; ho continuato a mandarvi ogni mattina tutti i miei servitori, i profeti, per dirvi: «Convertitevi ciascuno dalla sua via malvagia; cambiate comportamento; non andate dietro ad altri dèi per servirli, e abiterete nel paese che ho dato a voi e ai vostri padri», ma voi non avete prestato orecchio, e non mi avete ubbidito. Sì, i figli di Gionadab, figlio di Recab, hanno messo in pratica l'ordine dato dal padre loro, ma questo popolo non mi ha ubbidito!" Perciò, così parla il SIGNORE, Dio degli eserciti, Dio d'Israele: "Ecco, io faccio venire su Giuda e su tutti gli abitanti di Gerusalemme tutto il male che ho pronunziato contro di loro, perché ho parlato loro, ed essi non hanno ascoltato; perché li ho chiamati, ed essi non hanno risposto"».
Alla casa dei Recabiti Geremia disse: «Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: "Poiché avete ubbidito all'ordine di Gionadab, vostro padre, e avete osservato tutti i suoi precetti e avete fatto tutto quello che egli vi aveva prescritto", così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: "A Gionadab, figlio di Recab, non verranno mai a mancare discendenti che stiano davanti alla mia faccia"».

CAPITOLO 36

Il libro delle profezie di Geremia bruciato dal re Ioiachim


2Cr 34:14, ecc.; Is 58:1-9
L'anno quarto di Ioiachim, figlio di Giosia, re di Giuda, questa parola fu rivolta dal SIGNORE a Geremia, in questi termini:
«Prenditi un rotolo da scrivere e scrivici tutte le parole che ti ho dette contro Israele, contro Giuda e contro tutte le nazioni, dal giorno che cominciai a parlarti, cioè dal tempo di Giosia, fino a oggi. Forse quelli della casa di Giuda, udendo tutto il male che io penso di far loro, si convertiranno ciascuno dalla sua via malvagia, e io perdonerò la loro iniquità e il loro peccato».
Allora Geremia chiamò Baruc, figlio di Neria, e Baruc scrisse in un rotolo da scrivere, a dettatura di Geremia, tutte le parole che il SIGNORE aveva dette a Geremia. Poi Geremia diede quest'ordine a Baruc: «Io sono impedito, e non posso entrare nella casa del SIGNORE; perciò, va' tu e leggi dal libro che hai scritto a mia dettatura, le parole del SIGNORE, in presenza del popolo, nella casa del SIGNORE, il giorno del digiuno; e leggile anche in presenza di tutti quelli di Giuda che saranno venuti dalle loro città. Forse, presenteranno le loro suppliche al SIGNORE e si convertiranno ciascuno dalla sua via malvagia; perché l'ira e il furore che il SIGNORE ha espresso contro questo popolo sono grandi». Baruc, figlio di Neria, fece tutto quello che gli aveva ordinato il profeta Geremia, e lesse dal libro le parole del SIGNORE.
L'anno quinto di Ioiachim, figlio di Giosia, re di Giuda, il nono mese, fu pubblicato un digiuno in presenza del SIGNORE, per tutto il popolo di Gerusalemme e per tutto il popolo venuto dalle città di Giuda a Gerusalemme. Baruc lesse dal libro le parole di Geremia in presenza di tutto il popolo, nella casa del SIGNORE, nella camera di Ghemaria, figlio di Safan, segretario, nel cortile superiore, all'ingresso della porta nuova della casa del SIGNORE. Micaia, figlio di Ghemaria, figlio di Safan, udì tutte le parole del SIGNORE, lette dal libro; scese nella casa del re, nella camera del segretario, ed ecco che là stavano seduti tutti i capi: Elisama il segretario, Delaia figlio di Semaia, Elnatan figlio di Acbor, Ghemaria figlio di Safan, Sedechia figlio di Anania, e tutti gli altri capi. Micaia riferì loro tutte le parole che aveva udite mentre Baruc leggeva il libro in presenza del popolo.
Allora tutti i capi mandarono Ieudi, figlio di Netania, figlio di Selemia, figlio di Cusci, a Baruc per dirgli: «Prendi in mano il rotolo dal quale tu hai letto in presenza del popolo e vieni». Baruc, figlio di Neria, prese in mano il rotolo e andò da loro. Essi gli dissero: «Siediti e leggilo qui a noi». Baruc lo lesse in loro presenza. Quando essi udirono tutte quelle parole, si volsero spaventati gli uni agli altri e dissero a Baruc: «Non mancheremo di riferire tutte queste parole al re». Poi chiesero a Baruc: «Dicci ora come hai scritto tutte queste parole uscite dalla sua bocca». Baruc rispose loro: «Egli mi ha dettato di bocca sua tutte queste parole e io le ho scritte con inchiostro nel libro». Allora i capi dissero a Baruc: «Vatti a nascondere, tu e Geremia; e nessuno sappia dove siete».

(Gr 26; 22:13-19) Is 30:8-14
Poi andarono dal re, nel cortile, riposero il rotolo nella camera di Elisama, segretario, e riferirono al re tutte quelle parole. Il re mandò Ieudi a prendere il rotolo; ed egli lo prese dalla camera di Elisama, segretario. Ieudi lo lesse in presenza del re e in presenza di tutti i capi che stavano in piedi a fianco del re. Il re stava seduto nel suo palazzo d'inverno, era il nono mese, e il braciere ardeva davanti a lui. Appena Ieudi leggeva tre o quattro colonne, il re le tagliava con il temperino da scriba e le gettava nel fuoco del braciere, finché tutto il rotolo fu consumato dal fuoco del braciere. Né il re, né alcuno dei suoi servitori che udirono tutte quelle parole, rimasero spaventati o si stracciarono le vesti. Benché Elnatan, Delaia e Ghemaria supplicassero il re perché non bruciasse il rotolo, egli non volle dar loro ascolto. Il re ordinò a Ierameel, figlio del re, a Sesaia figlio di Azriel, e a Selemia figlio di Abdeel, di arrestare Baruc, segretario, e il profeta Geremia. Ma il SIGNORE li nascose.
Dopo che il re ebbe bruciato il rotolo e le parole che Baruc aveva scritte a dettatura di Geremia, la parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia in questi termini:
«Prenditi di nuovo un altro rotolo, e scrivici tutte le parole di prima che erano nel primo rotolo, che Ioiachim re di Giuda ha bruciato. Riguardo a Ioiachim, re di Giuda, tu dirai: "Così parla il SIGNORE: Tu hai bruciato quel rotolo dicendo: «Perché hai scritto in esso che il re di Babilonia verrà certamente e distruggerà questo paese e farà in modo che non vi sarà più né uomo né bestia?» Perciò così parla il SIGNORE riguardo a Ioiachim re di Giuda: Egli non avrà nessuno che sieda sul trono di Davide, e il suo cadavere sarà gettato fuori, esposto al caldo del giorno e al gelo della notte. Io punirò lui, la sua discendenza e i suoi servitori della loro iniquità, e farò venire su di loro, sugli abitanti di Gerusalemme e sugli uomini di Giuda tutto il male che ho pronunziato contro di loro, senza che essi abbiano dato ascolto"».
Geremia prese un altro rotolo e lo diede a Baruc, figlio di Neria, segretario, il quale vi scrisse, a dettatura di Geremia, tutte le parole del libro che Ioiachim, re di Giuda, aveva bruciato nel fuoco; e vi furono aggiunte molte altre parole simili a quelle.

CAPITOLO 37

Annunzio del ritorno e della vittoria dei Caldei


Gr 21:1-10 (Ez 17:11-21; La 4:17)
Il re Sedechia, figlio di Giosia, regnò al posto di Conia, figlio di Ioiachim, e fu costituito re nel paese di Giuda da Nabucodonosor, re di Babilonia. Ma né egli, né i suoi servitori, né il popolo del paese diedero ascolto alle parole che il SIGNORE aveva pronunziate per mezzo del profeta Geremia.
Il re Sedechia mandò Ieucal, figlio di Selemia, e Sofonia, figlio di Maaseia, il sacerdote, dal profeta Geremia, per dirgli: «Prega per noi il SIGNORE, nostro Dio».
Geremia andava e veniva in mezzo al popolo, e non era ancora stato messo in prigione. L'esercito del faraone era uscito d'Egitto; e quando i Caldei che assediavano Gerusalemme ne ebbero la notizia, tolsero l'assedio a Gerusalemme.
Allora la parola del SIGNORE fu rivolta al profeta Geremia, in questi termini: «Così parla il SIGNORE, Dio d'Israele: Dite così al re di Giuda che vi ha mandati da me per consultarmi: "Ecco, l'esercito del faraone, che era uscito in vostro soccorso, è tornato nel suo paese, in Egitto; i Caldei torneranno e combatteranno contro questa città, la conquisteranno e la daranno alle fiamme". Così parla il SIGNORE: Non ingannate voi stessi dicendo: "Certo, i Caldei se ne andranno da noi"; perché non se ne andranno. Anzi, anche se voi sconfiggeste tutto l'esercito dei Caldei che combatte contro di voi, e non rimanessero che degli uomini feriti, questi si alzerebbero, ciascuno dalla sua tenda, e darebbero questa città alle fiamme».

Geremia in prigione


Gr 38; Mt 5:10-12; Eb 11:36
Quando l'esercito dei Caldei si fu ritirato davanti a Gerusalemme a causa dell'esercito del faraone, Geremia uscì da Gerusalemme per andare nel paese di Beniamino e ricevervi la sua porzione in mezzo al popolo. Ma quando fu alla porta di Beniamino, c'era là un capitano della guardia, di nome Ireia, figlio di Selemia, figlio di Anania, il quale arrestò il profeta Geremia, dicendo: «Tu vai ad arrenderti ai Caldei». Geremia rispose: «È falso; io non vado ad arrendermi ai Caldei»; ma l'altro non gli diede ascolto; arrestò Geremia e lo condusse dai capi. I capi si adirarono contro Geremia, lo percossero e lo misero in prigione nella casa di Gionatan, il segretario; perché di quella avevano fatto un carcere.
Quando Geremia fu entrato nella prigione sotterranea fra le segrete, e vi fu rimasto molti giorni, il re Sedechia lo mandò a prendere, lo interrogò in casa sua, di nascosto, e gli disse: «C'è qualche parola da parte del SIGNORE?» Geremia rispose: «Sì, c'è»; e aggiunse: «Tu sarai dato in mano del re di Babilonia». Geremia disse inoltre al re Sedechia: «Che male ho commesso contro di te o contro i tuoi servitori o contro questo popolo, perché mi abbiate messo in prigione? Dove sono ora i vostri profeti che vi profetizzavano dicendo: "Il re di Babilonia non verrà contro di voi né contro questo paese?" Ora ascolta, ti prego, o re, mio SIGNORE; la mia supplica giunga ben accolta in tua presenza; non mi far tornare nella casa di Gionatan lo scriba, in modo che io vi muoia». Allora il re Sedechia ordinò che Geremia fosse custodito nel cortile della prigione, e gli fosse dato tutti i giorni un pane dalla via dei fornai, finché tutto il pane della città fosse consumato. Così Geremia rimase nel cortile della prigione.

CAPITOLO 38

Geremia gettato in una cisterna


Gr 32:1-5; 37:11, ecc.
Sefatia figlio di Mattan, Ghedalia figlio di Pascur, Iucal figlio di Selemia, e Pascur figlio di Malchia, udirono le parole che Geremia rivolgeva a tutto il popolo, dicendo: «Così parla il SIGNORE: "Chi rimarrà in questa città morirà di spada, di fame, o di peste; ma chi andrà ad arrendersi ai Caldei avrà salva la vita; la vita sarà il suo bottino, e vivrà". Così parla il SIGNORE: "Questa città sarà certamente data in mano dell'esercito del re di Babilonia, che la prenderà"».
I capi dissero al re: «Quest'uomo sia messo a morte, poiché rende fiacche le mani degli uomini di guerra, che rimangono in questa città, e le mani di tutto il popolo, tenendo loro tali discorsi; quest'uomo non cerca il bene, ma il male di questo popolo». Allora il re Sedechia disse: «Ecco, egli è in mano vostra; poiché il re non può nulla contro di voi». Allora essi presero Geremia e lo gettarono nella cisterna di Malchia, figlio del re, che era nel cortile della prigione; vi calarono Geremia con delle funi. Nella cisterna non c'era acqua ma solo fango, e Geremia affondò nel fango.

Gr 39:16-18; 2Ti 1:16-18; Mt 25:40
Ebed-Melec, etiope, eunuco che stava nel palazzo del re, udì che avevano messo Geremia nella cisterna. Il re stava allora seduto alla porta di Beniamino. Ebed-Melec uscì dalla casa del re e parlò al re, dicendo: «O re, mio signore, quegli uomini si sono comportati male in tutto quello che hanno fatto al profeta Geremia, gettandolo nella cisterna; egli morirà di fame là dov'è, poiché non c'è più pane in città». Il re diede quest'ordine a Ebed-Melec, l'Etiope: «Prendi con te trenta uomini di qui e tira su il profeta Geremia dalla cisterna prima che muoia». Ebed-Melec prese con sé quegli uomini, entrò nella casa del re, sotto il Tesoro; prese di là dei pezzi di stoffa logora e dei vecchi stracci, e li calò a Geremia, nella cisterna, con delle funi. Ebed-Melec, l'Etiope, disse a Geremia: «Mettiti ora questi pezzi di stoffa logora e questi stracci sotto le ascelle, sotto le funi». Geremia fece così. Quelli tirarono su Geremia con delle funi e lo fecero salir fuori dalla cisterna. Geremia rimase nel cortile della prigione.

Geremia a colloquio da Sedechia


Gr 21:1-12; 34:1-6
Allora il re Sedechia mandò a prendere il profeta Geremia e se lo fece condurre al terzo ingresso della casa del SIGNORE; il re disse a Geremia: «Io ti domando una cosa; non mi nascondere nulla». Geremia rispose a Sedechia: «Se te la dico, non è forse certo che mi farai morire? Se ti do qualche consiglio, non mi darai ascolto». Il re Sedechia giurò in segreto a Geremia, dicendo: «Com'è vero che il SIGNORE, il quale ci ha dato questa vita, vive, io non ti farò morire e non ti darò in mano di questi uomini che cercano la tua vita». Allora Geremia disse a Sedechia: «Così parla il SIGNORE, Dio degli eserciti, Dio d'Israele: "Se tu vai ad arrenderti ai capi del re di Babilonia, avrai salva la vita; questa città non sarà data alle fiamme, e vivrai tu con la tua casa; ma se non vai ad arrenderti ai capi del re di Babilonia, questa città sarà data in mano ai Caldei che la daranno alle fiamme, e tu non scamperai dalle loro mani"». Il re Sedechia disse a Geremia: «Io temo quei Giudei che si sono arresi ai Caldei. Che io non abbia a esser dato nelle loro mani, e che essi non mi maltrattino!» Ma Geremia rispose: «Tu non sarai dato nelle loro mani. Ti prego! Ascolta la voce del SIGNORE in questo che ti dico: tutto andrà bene per te, e tu vivrai. Ma se rifiuti d'uscire, ecco quello che il SIGNORE mi ha fatto vedere: tutte le donne rimaste nella casa del re di Giuda saranno condotte fuori ai capi del re di Babilonia; e queste donne diranno: "I tuoi amici ti hanno incitato, ti hanno vinto; i tuoi piedi sono affondati nel fango, e quelli si sono ritirati". Tutte le tue mogli con i tuoi figli saranno condotte ai Caldei; tu non scamperai dalle loro mani, ma sarai preso e dato in mano del re di Babilonia, e questa città sarà data alle fiamme». Sedechia disse a Geremia: «Nessuno sappia nulla di queste parole, e tu non morirai. Se i capi odono che io ho parlato con te e vengono da te a dirti: "Dichiaraci quello che tu hai detto al re; non ce lo nascondere, e non ti faremo morire; e il re che ti ha detto?"... rispondi loro: "Io ho presentato al re la mia supplica, che egli non mi facesse ritornare nella casa di Gionatan, per morirvi"».
Tutti i capi vennero da Geremia e lo interrogarono; ma egli rispose loro secondo tutte le parole che il re gli aveva comandate, e quelli lo lasciarono in pace, perché la cosa non si era divulgata.
Geremia rimase nel cortile della prigione fino al giorno che Gerusalemme fu presa.

CAPITOLO 39

Presa di Gerusalemme; Sedechia deportato a Babilonia


(Gr 52:1-27; 2R 25:1-21; 2Cr 36:13-21) La 1-5
Quando Gerusalemme fu presa, il nono anno di Sedechia, re di Giuda, il decimo mese, Nabucodonosor re di Babilonia venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme e la cinse d'assedio. L'undicesimo anno di Sedechia, il quarto mese, il nono giorno, una breccia fu fatta nella città, tutti i capi del re di Babilonia entrarono, e si stabilirono alla porta di mezzo: Nergal-Sareser, Samgar-Nebu, Sarsechim, capo degli eunuchi, Nergal-Sareser, capo dei magi, e tutti gli altri capi del re di Babilonia. Quando Sedechia, re di Giuda, e tutta la gente di guerra li videro, fuggirono, uscirono di notte dalla città, per la via del giardino reale, per la porta fra le due mura, e presero la via della pianura. Ma l'esercito dei Caldei li inseguì e raggiunse Sedechia nelle campagne di Gerico. Lo catturarono, lo condussero su da Nabucodonosor, re di Babilonia, a Ribla, nel paese di Camat, dove il re pronunziò la sua sentenza su di lui. Il re di Babilonia fece scannare i figli di Sedechia, a Ribla, sotto i suoi occhi; il re di Babilonia fece pure scannare tutti i notabili di Giuda; poi fece cavar gli occhi a Sedechia e lo fece legare con una doppia catena di bronzo per deportarlo a Babilonia. I Caldei incendiarono il palazzo del re e le case del popolo, e abbatterono le mura di Gerusalemme; Nebuzaradan, capo delle guardie, deportò a Babilonia il residuo della gente che era ancora nella città, quelli che erano andati ad arrendersi a lui, e il resto del popolo. Ma Nebuzaradan, capo delle guardie, lasciò nel paese di Giuda alcuni dei più poveri fra il popolo i quali non avevano nulla, e diede loro in quel giorno vigne e campi.

Geremia liberato dalla prigione


Gr 40:1-6; Sl 105:15
Nabucodonosor, re di Babilonia, aveva dato a Nebuzaradan, capo delle guardie, quest'ordine riguardo a Geremia: «Prendilo, veglia su di lui, e non gli far del male, ma compòrtati verso di lui com'egli ti dirà». Così Nebuzaradan, capo delle guardie, Nebusazban, capo degli eunuchi, Nergal-Sareser, capo dei magi, e tutti i capi del re di Babilonia mandarono a prendere Geremia e lo fecero uscire dal cortile della prigione; lo consegnarono a Ghedalia figlio di Aicam, figlio di Safan, perché fosse condotto a casa; così egli abitò fra il popolo.

Gr 38:7-13; Mt 10:40-42; 25:40; Is 56:3-8
La parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia in questi termini, mentr'egli era rinchiuso nel cortile della prigione: «Va' e parla a Ebed-Melec, l'Etiope, e digli: "Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: Ecco, io sto per adempiere su questa città, per il suo male e non per il suo bene, le parole che ho pronunziate, e in quel giorno esse si avvereranno in tua presenza. Ma in quel giorno io ti libererò, dice il SIGNORE; tu non sarai dato in mano degli uomini che temi; poiché, certo, io ti farò scampare e tu non cadrai per la spada; la tua vita sarà il tuo bottino, poiché hai posto la tua fiducia in me, dice il SIGNORE"».
Gr 39:11-14 (Pr 27:8; Sl 137:5-6)

CAPITOLO 40

Ecco la parola che fu rivolta dal SIGNORE a Geremia, dopo che Nebuzaradan, capo delle guardie, l'ebbe rimandato libero da Rama. Quando questi lo fece prendere, Geremia era incatenato in mezzo a tutti quelli di Gerusalemme e di Giuda, che dovevano essere deportati a Babilonia.
Il capo delle guardie prese dunque Geremia, e gli disse: «Il SIGNORE, il tuo Dio, aveva pronunziato questo male contro questo luogo; il SIGNORE l'ha fatto venire e ha fatto come aveva detto, perché voi avete peccato contro il SIGNORE e non avete dato ascolto alla sua voce; perciò questo vi è avvenuto. Ora ecco, io ti sciolgo oggi dalle catene che hai alle mani; se ti piace di venire con me a Babilonia, vieni; io avrò cura di te; ma se non gradisci di venire con me a Babilonia, rimani qui; ecco, tutto il paese ti sta davanti; va' dove ti piacerà e ti converrà di andare». Poiché Geremia non si decideva ad andare con lui, l'altro aggiunse: «Torna da Ghedalia, figlio di Aicam, figlio di Safan, che il re di Babilonia ha stabilito sulle città di Giuda, e abita con lui in mezzo al popolo; oppure va' dovunque ti piacerà». Il capo delle guardie gli diede delle provviste e un regalo, e lo accomiatò. Geremia andò da Ghedalia, figlio di Aicam, a Mispa, e abitò con lui in mezzo al popolo che era rimasto nel paese.

Ghedalia, governatore di Giuda


Gr 41:1-15; Pr 28:12; 29:10
Quando tutti i capi degli uomini armati, che erano per le campagne, ebbero saputo, essi e i loro uomini, che il re di Babilonia aveva stabilito Ghedalia, figlio di Aicam, sul paese, e che gli aveva affidato gli uomini, le donne, i bambini e quelli tra i poveri del paese che non erano stati deportati a Babilonia, si recarono da Ghedalia a Mispa: erano Ismael, figlio di Netania, Iocanan e Gionatan, figli di Carea, Seraia, figlio di Tanumet, i figli di Efai di Netofa, e Iezania, figlio del Maacatita: essi e i loro uomini. Ghedalia, figlio di Aicam, figlio di Safan, giurò loro e alla loro gente, dicendo: «Non temete di servire i Caldei; abitate nel paese, servite il re di Babilonia, e tutto andrà bene per voi. Quanto a me, ecco, io risiederò a Mispa per tenermi agli ordini dei Caldei, che verranno da noi; voi raccogliete il vino, la frutta d'estate e l'olio; metteteli nei vostri vasi, e abitate nelle città di cui avete preso possesso».
Anche tutti i Giudei che erano in Moab, fra gli Ammoniti, nel paese di Edom e in tutti i paesi, quando udirono che il re di Babilonia aveva lasciato un residuo in Giuda e che aveva stabilito su di loro Ghedalia, figlio di Aicam, figlio di Safan, se ne tornarono da tutti i luoghi dov'erano stati dispersi e si recarono nel paese di Giuda, da Ghedalia, a Mispa; raccolsero vino e frutta d'estate in grande abbondanza.
Or Iocanan, figlio di Carea, e tutti i capi degli uomini armati, che erano per la campagna, andarono da Ghedalia a Mispa, e gli dissero: «Sai tu che Baalis, re degli Ammoniti, ha mandato Ismael, figlio di Netania, per toglierti la vita?» Ma Ghedalia, figlio di Aicam, non credette loro. Allora Iocanan, figlio di Carea, disse segretamente a Ghedalia, a Mispa: «Lasciami andare a uccidere Ismael, figlio di Netania; nessuno lo saprà; perché dovrebbe toglierti la vita, e tutti i Giudei che si sono raccolti presso di te andrebbero dispersi, e il residuo di Giuda dovrebbe perire?» Ma Ghedalia, figlio di Aicam, disse a Iocanan, figlio di Carea: «Non farlo, perché quello che tu dici d'Ismael è falso».

CAPITOLO 41

Assassinio di Ghedalia


Gr 40:6-16; 2R 25:22-26; De 32:23; 27:25
Il settimo mese, Ismael figlio di Netania, figlio di Elisama, della stirpe reale e uno dei grandi del re, andò con dieci uomini, da Ghedalia, figlio di Aicam, a Mispa; là, a Mispa, mangiarono assieme. Poi Ismael, figlio di Netania, si alzò con i dieci uomini che erano con lui e colpirono con la spada Ghedalia, figlio di Aicam, figlio di Safan. Così fecero morire colui che il re di Babilonia aveva stabilito sul paese. Ismael uccise pure tutti i Giudei che erano con Ghedalia a Mispa, e i Caldei, uomini di guerra, che si trovavano là.
Il giorno dopo che egli ebbe ucciso Ghedalia, prima che se ne sapesse nulla, giunsero da Sichem, da Silo e da Samaria, ottanta uomini che avevano la barba rasa, le vesti stracciate e delle incisioni sul corpo; avevano in mano delle offerte e dell'incenso per presentarli nella casa del SIGNORE. Ismael, figlio di Netania, uscì loro incontro da Mispa; e, camminando, piangeva; come li ebbe incontrati, disse loro: «Venite da Ghedalia, figlio di Aicam». Quando furono entrati in mezzo alla città, Ismael figlio di Netania, assieme agli uomini che aveva con sé, li scannò e li gettò nella cisterna. Fra quelli, ci furono dieci uomini che dissero a Ismael: «Non ci uccidere, perché abbiamo nei campi provviste nascoste: grano, orzo, olio e miele». Allora egli si trattenne, e non li mise a morte con i loro fratelli. La cisterna nella quale Ismael gettò tutti i cadaveri degli uomini che egli uccise con Ghedalia, è quella che il re Asa aveva fatta fare per timore di Baasa, re d'Israele; Ismael, figlio di Netania, la riempì di uccisi. Poi Ismael condusse via prigionieri tutto il rimanente del popolo che si trovava a Mispa: le figlie del re e tutto il popolo che era rimasto a Mispa, sul quale Nebuzaradan, capo delle guardie, aveva stabilito Ghedalia, figlio di Aicam; Ismael, figlio di Netania, li condusse via prigionieri e partì per recarsi dagli Ammoniti.
Ma quando Iocanan figlio di Carea e tutti i capi degli uomini armati, che erano con lui furono informati di tutto il male che Ismael, figlio di Netania, aveva fatto, presero tutti gli uomini, e andarono a combattere contro Ismael, figlio di Netania; e lo trovarono presso le grandi acque che sono a Gabaon. Quando tutto il popolo che era con Ismael vide Iocanan, figlio di Carea, e tutti i capi degli uomini armati che erano con lui, si rallegrò; tutto il popolo che Ismael aveva condotto prigioniero da Mispa fece voltafaccia e andò a unirsi a Iocanan, figlio di Carea. Ma Ismael, figlio di Netania, scampò con otto uomini davanti a Iocanan, e se ne andò fra gli Ammoniti. Iocanan, figlio di Carea, e tutti i capi degli uomini armati, che erano con lui, presero tutto il rimanente del popolo, che Ismael, figlio di Netania, aveva condotto via da Mispa, dopo che egli ebbe ucciso Ghedalia, figlio d'Aicam: uomini, gente di guerra, donne, bambini, eunuchi; e li ricondussero da Gabaon. Partirono e si fermarono a Gerut-Chimam presso Betlemme, per poi continuare e giungere in Egitto, a causa dei Caldei; dei quali avevano paura, perché Ismael, figlio di Netania, aveva ucciso Ghedalia, figlio di Aicam, che il re di Babilonia aveva stabilito sul paese.

CAPITOLO 42

Geremia si oppone ai Guidei che vogliono ritirarsi in Egitto


Gr 41:16-18; Sl 78:34-37; Is 48:1; Mt 7:21
Tutti i capi degli uomini armati, Iocanan, figlio di Carea, Iezania, figlio di Osaia, e tutto il popolo dal più piccolo al più grande, si avvicinarono e dissero al profeta Geremia: «Ti sia accetta la nostra supplica, e prega il SIGNORE, il tuo Dio per noi, per tutto questo residuo (poiché, di molti che eravamo, siamo rimasti pochi, come lo vedono i tuoi occhi) affinché il SIGNORE Dio tuo, ci mostri la via per la quale dobbiamo camminare, e che cosa dobbiamo fare». Il profeta Geremia disse loro: «Ho inteso; ecco, io pregherò il SIGNORE, il vostro Dio, come avete detto; tutto quello che il SIGNORE vi risponderà ve lo farò conoscere, non vi nasconderò nulla». Quelli dissero a Geremia: «Il SIGNORE sia un testimone verace e fedele contro di noi, se non facciamo tutto quello che il SIGNORE, il tuo Dio, ti manderà a dirci. Sia la tua risposta gradevole o sgradevole, noi ubbidiremo alla voce del SIGNORE nostro Dio, al quale ti mandiamo, affinché bene ce ne venga, per aver ubbidito alla voce del SIGNORE nostro Dio».

Gr 43:1-7; 44; 24:8-10; Is 30:15-16
Dopo dieci giorni, la parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia. Geremia chiamò Iocanan, figlio di Carea; tutti i capi degli uomini armati, che erano con lui, e tutto il popolo, dal più piccolo al più grande, e disse loro: «Così parla il SIGNORE, Dio d'Israele, al quale m'avete mandato perché io gli presentassi la vostra supplica: "Se continuate ad abitare in questo paese, io vi ci stabilirò e non vi distruggerò; vi pianterò e non vi sradicherò; perché mi pento del male che vi ho fatto. Non temete il re di Babilonia, del quale avete paura; non lo temete, dice il SIGNORE, perché io sono con voi per salvarvi e per liberarvi dalla sua mano; io vi farò trovar compassione davanti a lui; egli avrà compassione di voi e vi farà tornare nel vostro paese". Ma se dite: "Noi non rimarremo in questo paese"; se non ubbidite alla voce del SIGNORE vostro Dio, e dite: "No, andremo nel paese d'Egitto, dove non vedremo la guerra, non udremo suono di tromba, e dove non avremo più fame di pane, e abiteremo laggiù", ebbene, ascoltate allora la parola del SIGNORE, o superstiti di Giuda! Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: "Se siete decisi a recarvi in Egitto, e se andate ad abitarvi, la spada che temete vi raggiungerà laggiù, nel paese d'Egitto; la fame che vi spaventa vi starà alle calcagna laggiù in Egitto, e là morirete. Tutti quelli che avranno deciso di andare in Egitto per abitarvi, vi moriranno di spada, di fame o di peste; nessuno di loro scamperà, non sfuggirà al male che io farò venire su di loro". Infatti così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: "Come la mia ira e il mio furore si sono riversati sugli abitanti di Gerusalemme, così il mio furore si riverserà su di voi, quando sarete entrati in Egitto; sarete abbandonati all'esecrazione, alla desolazione, alla maledizione e all'infamia; non vedrete mai più questo luogo". O superstiti di Giuda! Il SIGNORE parla a voi: "Non andate in Egitto!" Sappiate bene che quest'oggi io vi ho avvertiti. Voi ingannate voi stessi, a rischio della vostra vita; poiché m'avete mandato dal SIGNORE vostro Dio, dicendo: "Prega il SIGNORE, il nostro Dio, per noi; tutto quello che il SIGNORE nostro Dio dirà, faccelo sapere esattamente, e noi lo faremo". Io ve l'ho fatto sapere quest'oggi; ma voi non ubbidite alla voce del SIGNORE, del vostro Dio, né a nulla di quanto egli mi ha mandato a dirvi. Ora sappiate bene che voi morirete di spada, di fame e di peste, nel luogo dove desiderate andare per abitarvi».

CAPITOLO 43

Disubbidienza dei Giudei; Geremia trascinato in Egitto


Gr 42; Le 26:36-37; Nu 14:4; De 28:68; 1R 22:23-29
Quando Geremia ebbe finito di dire al popolo tutte le parole del SIGNORE loro Dio, tutte le parole che il SIGNORE loro Dio, l'aveva incaricato di dir loro, Azaria, figlio di Osaia, e Iocanan, figlio di Carea, e tutti gli uomini superbi dissero a Geremia: «Tu dici il falso; il SIGNORE, il nostro Dio, non ti ha mandato a dire: "Non andate in Egitto per abitarvi", ma Baruc, figlio di Neria, ti incita contro di noi per darci in mano dei Caldei, per farci morire o per farci deportare a Babilonia». Così Iocanan, figlio di Carea, tutti i capi degli uomini armati e tutto il popolo non ubbidirono alla voce del SIGNORE, che ordinava loro di abitare nel paese di Giuda. Iocanan, figlio di Carea, e tutti i capi degli uomini armati presero tutti i superstiti di Giuda i quali, da tutte le nazioni dov'erano stati dispersi, erano ritornati per abitare nel paese di Giuda: gli uomini, le donne, i bambini, le figlie del re e tutte le persone che Nebuzaradan, capo delle guardie, aveva lasciate con Ghedalia, figlio di Aicam, figlio di Safan, come pure il profeta Geremia, e Baruc, figlio di Neria, e andarono nel paese d'Egitto, perché non ubbidirono alla voce del SIGNORE; e giunsero a Tapanes.

Profezia sulla conquista dell'Egitto per mano di Nabucodonosor


Gr 46; Ez 29-32
La parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia a Tapanes in questi termini:
«Prendi nelle tue mani delle grosse pietre e nascondile nell'argilla della fornace da mattoni che è all'ingresso del palazzo del faraone, a Tapanes, in presenza degli uomini di Giuda. Dirai loro: Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: "Ecco, io manderò a prendere Nabucodonosor re di Babilonia, mio servitore, e porrò il suo trono su queste pietre che io ho nascoste; egli stenderà su di esse la sua tenda reale; verrà e colpirà il paese d'Egitto: chi deve andare alla morte, andrà alla morte; chi alla deportazione, andrà alla deportazione; chi deve cadere di spada, cadrà di spada. Appiccherà il fuoco alle case degli dèi d'Egitto, le brucerà e deporterà gli idoli, e si avvolgerà del paese d'Egitto come il pastore si avvolge nella sua veste; e ne uscirà in pace. Frantumerà pure le statue del tempio del sole, che è nel paese d'Egitto, e darà alle fiamme le case degli dèi d'Egitto"».

CAPITOLO 44

Peccati e giudizio contro i Giudei rifugiati in Egitto


(Gr 42; 43) Gr 7:17, ecc.; Mt 23:37; Gb 15:20-26
Ecco la parola che fu rivolta a Geremia, riguardo a tutti i Giudei che abitavano nel paese d'Egitto, residenti a Migdol, a Tapanes, a Nof e nel paese di Patros:
«Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: Voi avete visto tutto il male che io ho fatto venire sopra Gerusalemme e sopra tutte le città di Giuda; ed ecco, oggi sono una desolazione e non c'è chi abiti in esse, a causa della malvagità che hanno commessa per provocare la mia ira, andando a offrire profumi e a servire altri dèi, i quali né essi, né voi, né i vostri padri avete mai conosciuti. Io vi ho mandato tutti i miei servitori, i profeti; ve li ho mandati continuamente, sin dal mattino, a dirvi: "Non fate questa cosa abominevole che io detesto"; ma essi non hanno ubbidito, non hanno prestato orecchio, non si sono distolti dalla loro malvagità, non hanno smesso di offrire profumi ad altri dèi; perciò il mio furore e la mia ira si sono riversati, e hanno divampato nelle città di Giuda e nelle vie di Gerusalemme, che sono ridotte deserte e desolate, come oggi si vede. Ora così parla il SIGNORE, Dio degli eserciti, Dio d'Israele: Perché commettete questo gran male contro voi stessi, tanto da farvi sterminare in mezzo a Giuda, uomini e donne, bambini e lattanti, al punto che non rimanga di voi nessun residuo? Perché provocare la mia ira con l'opera delle vostre mani, offrendo profumi ad altri dèi nel paese d'Egitto dove siete venuti ad abitare? Così vi farete sterminare e sarete abbandonati alla maledizione e all'infamia fra tutte le nazioni della terra. Avete forse dimenticato le malvagità dei vostri padri, le malvagità dei re di Giuda, le malvagità delle loro mogli, le malvagità vostre e le malvagità commesse dalle vostre mogli nel paese di Giuda e per le vie di Gerusalemme? Fino a oggi non c'è stata contrizione da parte loro, non hanno avuto timore, non hanno camminato secondo la mia legge e secondo i miei statuti, che io avevo messo davanti a voi e davanti ai vostri padri. Perciò così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: Ecco, io volgo la mia faccia contro di voi per il vostro male, e per distruggere tutto Giuda. Prenderò i superstiti di Giuda che si sono ostinati a venire nel paese d'Egitto per abitarvi, e saranno tutti consumati; cadranno nel paese d'Egitto; saranno consumati dalla spada e dalla fame, dal più piccolo al più grande; periranno per la spada e per la fame; saranno abbandonati all'esecrazione, alla desolazione, alla maledizione e all'infamia. Punirò quelli che abitano nel paese d'Egitto, come ho punito Gerusalemme con la spada, con la fame e con la peste; nessuno si salverà o scamperà dei superstiti di Giuda che sono venuti a stare nel paese d'Egitto con la speranza di tornare poi nel paese di Giuda, dove desiderano rientrare per abitarvi; essi, a eccezione di alcuni fuggiaschi, non vi ritorneranno».
Allora tutti gli uomini, i quali sapevano che le loro mogli offrivano profumi ad altri dèi, tutte le donne che si trovavano là riunite in gran numero e tutto il popolo residente nel paese d'Egitto a Patros risposero a Geremia, dicendo: «Quanto alla parola che ci hai detta nel nome del SIGNORE, noi non ti ubbidiremo, ma vogliamo mettere interamente in pratica tutto quello che la nostra bocca ha espresso: offrire profumi alla regina del cielo, farle delle libazioni, come già abbiamo fatto noi, i nostri padri, i nostri re, i nostri capi, nelle città di Giuda e per le vie di Gerusalemme; allora avevamo abbondanza di pane, stavamo bene e non vedevamo nessuna calamità; ma da quando abbiamo smesso di offrire profumi alla regina del cielo e di farle delle libazioni, abbiamo avuto mancanza di ogni cosa; siamo stati consumati dalla spada e dalla fame. Quando noi offriamo profumi alla regina del cielo e le facciamo delle libazioni, è forse senza il consenso dei nostri mariti che le facciamo delle focacce a sua immagine e le offriamo delle libazioni?»
Geremia parlò a tutto il popolo, agli uomini, alle donne e a tutto il popolo che gli aveva risposto a quel modo, e disse: «Non sono forse i profumi che avete offerti nelle città di Giuda e per le vie di Gerusalemme, voi, i vostri padri, i vostri re, i vostri capi e il popolo del paese, quelli che il SIGNORE ha ricordato e che gli sono tornati in mente? Il SIGNORE non l'ha più potuto sopportare, a causa della malvagità delle vostre azioni, e a causa delle abominazioni che avete commesse; perciò il vostro paese è stato abbandonato alla devastazione, alla desolazione e alla maledizione, senza che vi sia più chi l'abiti, come oggi si vede. Perché voi avete offerto quei profumi e avete peccato contro il SIGNORE e non avete ubbidito alla voce del SIGNORE e non avete camminato secondo la sua legge, i suoi statuti e le sue testimonianze, perciò vi è avvenuto questo male che oggi si vede».
Poi Geremia disse a tutto il popolo e a tutte le donne: «Ascoltate la parola del SIGNORE, voi tutti di Giuda che siete nel paese d'Egitto! Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: Voi e le vostre mogli lo dite con la vostra bocca e lo mettete in pratica con le vostre mani; voi dite: "Vogliamo adempiere i voti che abbiamo fatti, offrendo profumi alla regina del cielo e facendole delle libazioni". Sì, voi adempite i vostri voti; sì, voi eseguite i vostri voti; perciò ascoltate la parola del SIGNORE, voi tutti di Giuda che abitate nel paese d'Egitto! "Ecco, io giuro per il mio gran nome", dice il SIGNORE; "in tutto il paese d'Egitto il mio nome non sarà più invocato dalla bocca di nessun uomo di Giuda che dica: «Il Signore, DIO, vive!» Ecco, io vigilo su di loro per il loro male, e non per il loro bene; tutti gli uomini di Giuda che sono nel paese d'Egitto saranno consumati dalla spada e dalla fame, finché non siano interamente scomparsi. Quelli che saranno scampati alla spada ritorneranno dal paese d'Egitto nel paese di Giuda; saranno un piccolo numero; tutto il rimanente di Giuda, quelli che sono venuti nel paese d'Egitto per abitarvi, riconosceranno qual è la parola che vale, la mia o la loro. Questo vi servirà di segno, dice il SIGNORE, che io vi punirò in questo luogo, affinché riconosciate che le mie parole contro di voi saranno certamente adempiute, per il vostro male". Così parla il SIGNORE: "Ecco, io darò il faraone Cofra, re d'Egitto, in mano dei suoi nemici, in mano di quelli che cercano la sua vita, come ho dato Sedechia, re di Giuda, in mano di Nabucodonosor, re di Babilonia, suo nemico, che cercava la vita di lui"».

CAPITOLO 45

Promessa a Baruc


Gr 36
Ecco la parola che il profeta Geremia rivolse a Baruc, figlio di Neria, quando questi scrisse queste parole in un libro, a dettatura di Geremia, l'anno quarto di Ioiachim, figlio di Giosia, re di Giuda. Egli disse:
«Così parla il SIGNORE, Dio d'Israele, riguardo a te, Baruc: Tu dici: "Guai a me! poiché il SIGNORE aggiunge tristezza al mio dolore; io mi consumo tra i gemiti e non trovo riposo"». «Digli così: "Così parla il SIGNORE: Ecco, ciò che ho costruito, io lo distruggerò; ciò che ho piantato, io lo sradicherò; questo farò in tutto il paese. Tu cercheresti grandi cose per te? Non le cercare! poiché, ecco, io farò venire del male sopra ogni carne, dice il SIGNORE, ma a te darò la vita come bottino, in tutti i luoghi dove tu andrai"».

CAPITOLO 46

Profezia sull'Egitto


(2Cr 35:20; 2R 23:29-35; 24:7) Is 8:9-10
Parola del SIGNORE che fu rivolta a Geremia riguardo alle nazioni.
Riguardo all'Egitto. Circa l'esercito del faraone Neco, re d'Egitto, che era presso il fiume Eufrate a Carchemis, e che Nabucodonosor, re di Babilonia, sconfisse il quarto anno di Ioiachim, figlio di Giosia, re di Giuda.
«Preparate lo scudo grande e quello leggero;
avvicinatevi per la battaglia.
Attaccate i cavalli;
cavalieri, montate.
Presentatevi con gli elmi in capo;
lucidate le lance,
indossate le corazze!
Perché li vedo sbigottiti, lanciati in fuga?
I loro prodi sono sconfitti,
si danno alla fuga senza volgersi indietro;
tutto intorno è terrore», dice il SIGNORE.
«Il veloce non fugga,
il prode non scampi!
Al settentrione, presso il fiume Eufrate vacillano e cadono.
Chi è colui che sale come il Nilo,
le cui acque si agitano come quelle dei fiumi?
È l'Egitto, che sale come il Nilo,
le cui acque si agitano come quelle dei fiumi.
Egli dice: "Io salirò, ricoprirò la terra,
distruggerò le città e i loro abitanti".
All'assalto, cavalli! al galoppo, carri!
Si facciano avanti i prodi,
quelli d'Etiopia e di Put che portano lo scudo,
quelli di Lud che maneggiano e tendono l'arco.
Questo giorno, per il Signore, per il DIO degli eserciti,
è giorno di vendetta, in cui si vendica dei suoi nemici.
La spada divorerà, si sazierà,
si ubriacherà del loro sangue;
poiché il Signore, DIO degli eserciti, immola le vittime
nel paese del settentrione, presso il fiume Eufrate.
Sali a Galaad, prendi del balsamo,
o vergine, figlia d'Egitto!
Invano moltiplichi i rimedi;
non c'è medicazione che valga per te.
Le nazioni odono la tua infamia
e la terra è piena del tuo grido;
poiché il prode vacilla appoggiandosi al prode,
tutti e due cadono assieme».

Gr 43:8-13; Ez 29-32
La parola che il SIGNORE rivolse al profeta Geremia sulla venuta di Nabucodonosor, re di Babilonia, per colpire il paese d'Egitto.
«Annunziatelo in Egitto,
banditelo a Migdol,
banditelo a Nof e a Tapanes!
Dite: "Àlzati, prepàrati,
poiché la spada divora tutto ciò che ti circonda".
Perché i tuoi prodi sono atterrati?
Non possono resistere perché il SIGNORE li abbatte.
Egli ne fa vacillare molti;
essi cadono l'uno sopra l'altro, e dicono: "Andiamo, torniamo al nostro popolo
e al nostro paese natìo,
lontani dalla spada micidiale".
Là essi gridano: Il faraone, re d'Egitto,
non è che un vano rumore, ha lasciato passare il tempo fissato.
Com'è vero che io vivo», dice il re
che si chiama il SIGNORE degli eserciti,
«il nemico verrà come un Tabor, fra le montagne,
come un Carmelo che avanza sul mare.
O figlia che abiti l'Egitto,
fa' il tuo bagaglio per la deportazione!
Poiché Nof diventerà una desolazione,
sarà devastata, nessuno vi abiterà più.
L'Egitto è una giovenca bellissima,
ma viene un tafano, viene dal settentrione.
Anche i mercenari che sono in mezzo all'Egitto sono come vitelli da ingrasso;
anch'essi volgono il dorso, fuggono tutti assieme, non resistono;
poiché piomba su di loro il giorno della loro calamità,
il tempo del loro castigo.
La sua voce giunge come quella di un serpente;
poiché avanzano con un esercito,
marciano contro di lui con asce,
come tanti tagliaboschi.
Essi abbattono la sua foresta», dice il SIGNORE,
«sebbene sia impenetrabile,
perché quelli sono più numerosi delle locuste,
non si possono contare.
La figlia dell'Egitto è coperta di vergogna,
è data in mano del popolo del settentrione».
Il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele, dice:
«Ecco, io punirò Amon di No,
il faraone, l'Egitto, i suoi dèi, i suoi re,
il faraone e quelli che confidano in lui;
li darò in mano di quelli che cercano la loro vita,
in mano di Nabucodonosor, re di Babilonia,
e in mano dei suoi servitori;
ma, dopo questo, l'Egitto sarà abitato come ai giorni di prima»,
dice il SIGNORE.
«Tu dunque non temere, Giacobbe mio servitore,
non ti sgomentare, Israele!
Poiché, ecco, io ti salverò dal lontano paese, salverò la tua discendenza dalla terra della sua deportazione;
Giacobbe ritornerà, sarà in riposo, sarà tranquillo;
nessuno più lo spaventerà.
Tu non temere, Giacobbe, mio servitore», dice il SIGNORE;
«poiché io sono con te,
io annienterò tutte le nazioni fra le quali ti ho disperso,
ma non annienterò te;
però ti castigherò con giusta misura
e non ti lascerò del tutto impunito».

CAPITOLO 47

Profezia sui Filistei


Ez 25:15-17; Am 1:6-8; So 2:4-7
La parola del SIGNORE che fu rivolta al profeta Geremia riguardo ai Filistei, prima che il faraone colpisse Gaza.
Così parla il SIGNORE:
«Ecco, delle acque salgono dal settentrione;
formano un torrente che straripa;
esse inondano il paese e tutto ciò che contiene,
le città e i loro abitanti;
gli uomini lanciano grida,
tutti gli abitanti del paese urlano.
Per lo strepito degli zoccoli dei suoi potenti destrieri,
per il rumore dei suoi carri e il fracasso delle ruote
i padri non si voltano verso i figli,
tanto le loro mani sono divenute fiacche,
perché giunge il giorno in cui tutti i Filistei saranno devastati,
in cui saranno soppressi i restanti ausiliari di Tiro e di Sidone,
poiché il SIGNORE devasterà i Filistei,
ciò che resta dell'isola di Caftor.
Gaza è divenuta calva,
Ascalon è ridotta al silenzio.
Resti degli Anachim, fino a quando vi farete delle incisioni?
O spada del SIGNORE, quando ti riposerai?
Rientra nel tuo fodero,
férmati e rimani tranquilla!
Come potresti riposare?
Il SIGNORE le dà i suoi ordini,
le addita Ascalon e il lido del mare».

CAPITOLO 48

Profezia sui Moabiti


(Is 15-16; Ez 25:8-11; So 2:8-11; Am 2:1-3) Nu 24:17
Riguardo a Moab.
Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele:
«Guai a Nebo! poiché è devastata;
Chiriataim è coperta di vergogna e conquistata;
Misgab è coperta di vergogna e sbigottita.
Il vanto di Moab non è più;
in Chesbon tramano del male contro di lui:
"Venite, distruggiamolo, e non sia più nazione".
Tu pure, o Madmen, sarai ridotta al silenzio;
la spada t'inseguirà.
Delle grida vengono da Coronaim:
"Devastazione e gran rovina!"
Moab è infranto,
i suoi piccini fanno udire i loro gridi.
Infatti su per la salita di Luit si piange,
si sale piangendo perché giù per la discesa di Coronaim si ode il grido angoscioso della gente in fuga.
Fuggite, salvate le vostre persone,
siate come la città di Aroer nel deserto!
Infatti, siccome ti sei confidato nelle tue opere e nei tuoi tesori,
anche tu sarai preso;
Chemos sarà deportato
con i suoi sacerdoti e con i suoi capi.
Il devastatore verrà contro tutte le città,
nessuna città scamperà;
la valle perirà e la pianura sarà distrutta,
come il SIGNORE ha detto.
Date delle ali a Moab,
poiché bisogna che voli via;
le sue città diventeranno una desolazione,
nessuno le abiterà.
Maledetto colui che fa l'opera del SIGNORE fiaccamente,
maledetto colui che trattiene la spada dallo spargere il sangue!
Moab era tranquillo fin dalla sua giovinezza,
riposava come vino sulla sua feccia,
non è stato travasato da vaso a vaso,
non è andato in esilio;
per questo ha conservato il suo sapore,
il suo profumo non si è alterato.
Perciò ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE,
«in cui io gli manderò dei travasatori, che lo travaseranno;
vuoteranno i suoi vasi,
frantumeranno le sue ànfore.
Moab avrà vergogna di Chemos,
come la casa d'Israele ha avuto vergogna
di Betel, in cui aveva riposto la sua fiducia.
Come potete dire: "Noi siamo uomini prodi,
valorosi in battaglia?"
Moab è devastato; le sue città salgono in fumo,
il fiore dei suoi giovani scende al macello»,
dice il re, che si chiama il SIGNORE degli eserciti.
«La calamità di Moab sta per giungere,
la sua sciagura giunge veloce.
Compiangetelo voi tutti che lo circondate;
voi tutti, che conoscete il suo nome,
dite: "Come ha fatto a spezzarsi quel forte scettro,
quel magnifico bastone?"
O figlia che abiti in Dibon,
scendi dalla tua gloria, siedi sul suolo riarso,
poiché il devastatore di Moab marcia contro di te,
distrugge le tue fortezze.
O tu che abiti in Aroer, férmati per la strada, e guarda;
interroga il fuggiasco e colei che scampa,
e di': "Che cos'è successo?"
Moab è coperto di vergogna, perché è infranto;
lanciate urla, gridate!
annunziate sull'Arnon
che Moab è devastato!
Un castigo è venuto sul paese della pianura,
sopra Colon, sopra Iaas, su Mefaat,
su Dibon, su Nebo, su Bet-Diblataim,
su Chiriataim, su Bet-Gamul, su Bet-Meon,
su Cheriot, su Bosra,
su tutte le città del paese di Moab
vicine e lontane.
La forza di Moab è abbattuta,
il suo braccio è spezzato»,
dice il SIGNORE.
«Ubriacatelo, poich'egli si è innalzato contro il SIGNORE,
si rotoli Moab nel suo vomito
e diventi anch'egli un oggetto di scherno!
Israele non è forse stato per te un oggetto di scherno?
Era forse stato trovato fra i ladri,
che ogni volta che parli di lui tu scuoti il capo?
Abbandonate le città e andate a sistemarvi nelle rocce,
o abitanti di Moab!
Siate come le colombe
che fanno il loro nido sull'orlo dei precipizi.
Noi abbiamo udito l'orgoglio di Moab, l'orgogliosissimo popolo,
la sua arroganza, la sua superbia, la sua fierezza, l'alterigia del suo cuore.
Io conosco la sua tracotanza», dice il SIGNORE;
«le sue vanterie non hanno approdato a nulla di stabile.
Perciò, io alzo un lamento su Moab,
io prorompo in grida per tutto Moab;
perciò si geme per quelli di Chir-Eres.
O vigna di Sibma, io piango per te più ancora che per Iazer;
I tuoi rami andavano oltre il mare,
arrivavano fino al mare di Iazer;
il devastatore è piombato sui tuoi frutti d'estate e sulla tua vendemmia.
La gioia e l'esultanza sono scomparse dalla fertile campagna
e dal paese di Moab;
io ho fatto mancare il vino nei tini;
non si pigia più l'uva con grida di gioia;
il grido che si ode non è più il grido di gioia.
Gli alti lamenti di Chesbon giungono fino a Eleale;
si fanno udire fin verso Iaas;
da Soar fino a Coronaim,
fino a Eglat-Selisia;
perfino le acque di Nimrim sono prosciugate.
Io farò venir meno in Moab», dice il SIGNORE,
«chi sale sull'alto luogo
e chi offre profumi ai suoi dèi.
Perciò il mio cuore geme per Moab come gemono i flauti,
il mio cuore geme come gemono i flauti per quelli di Chir-Eres,
perché tutto quello che avevano ammassato è perduto.
Infatti tutte le teste sono rasate,
tutte le barbe sono tagliate,
su tutte le mani ci sono incisioni,
e sacchi sui fianchi.
Su tutti i tetti di Moab e nelle sue piazze,
dappertutto, è lamento;
poiché io ho frantumato Moab, come un vaso considerato di nessun valore»,
dice il SIGNORE.
«Com'è stato infranto! Urlate!
Come Moab ha voltato vergognosamente le spalle!
Come Moab è diventato lo scherno e lo spavento
di tutti quelli che gli stanno intorno!»
Infatti così parla il SIGNORE:
«Ecco, il nemico fende l'aria come l'aquila,
spiega le sue ali verso Moab.
Cheriot è presa,
le fortezze sono occupate;
il cuore dei prodi di Moab, in quel giorno,
è come il cuore d'una donna in doglie di parto.
Moab sarà distrutto, non sarà più popolo,
perché si è innalzato contro il SIGNORE.
Spavento, fossa, laccio
ti sovrastano, o abitante di Moab!»
dice il SIGNORE.
«Chi fugge davanti allo spavento, cade nella fossa;
chi risale dalla fossa, rimane preso al laccio;
perché io faccio venire su di lui, su Moab,
l'anno in cui dovrà render conto», dice il SIGNORE.
«All'ombra di Chesbon i fuggiaschi si fermano, spossati;
ma un fuoco esce da Chesbon,
una fiamma di mezzo a Sion,
che divora le tempie di Moab,
la cima del capo dei figli del tumulto.
Guai a te, Moab!
Il popolo di Chemos è perduto!
poiché i tuoi figli sono portati via in schiavitù,
e le tue figlie in esilio.
Ma io farò tornare Moab dalla deportazione negli ultimi giorni»,
dice il SIGNORE.
Fin qui il giudizio su Moab.

CAPITOLO 49

Profezia sugli Ammoniti


(Ez 25:1-7; Am 1:13-15; So 2:8-11) 1P 4:18
Riguardo ai figli di Ammon.
Così parla il SIGNORE:
«Israele non ha forse figli?
Non ha forse erede?
Perché dunque Malcom prende possesso di Gad,
e il suo popolo abita nelle città circostanti?
Perciò ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE,
«in cui farò udire il grido di guerra contro Rabba dei figli di Ammon;
essa diventerà un mucchio di macerie,
le sue città saranno consumate dal fuoco;
allora Israele spodesterà quelli che l'avevano spodestato», dice il SIGNORE.
«Urla, o Chesbon, poiché Ai è devastata;
gridate, o città di Rabba, vestitevi di sacchi,
spandete lamenti, correte qua e là lungo le muraglie,
poiché Malcom va in esilio
insieme con i suoi sacerdoti e con i suoi capi.
Perché ti vanti delle tue valli,
della tua fertile valle, o figliola infedele,
che confidavi nei tuoi tesori e dicevi:
"Chi verrà contro di me?"
Ecco, io ti faccio venire addosso da tutti i tuoi dintorni il terrore»,
dice il Signore, DIO degli eserciti;
«voi sarete scacciati in tutte le direzioni,
e non vi sarà chi raduni i fuggiaschi.
Ma, dopo questo, io riporterò dall'esilio i figli di Ammon»,
dice il SIGNORE.

Profezia sugli Edomiti


(Ez 25:12-14; 35; Am 1:11-12; Ad 1, ecc.) Is 34; Gm 2:13
Riguardo a Edom.
Così parla il SIGNORE degli eserciti:
«Non c'è più saggezza in Teman?
Gli intelligenti non sanno più consigliare?
La loro saggezza è dunque svanita?
Fuggite, voltate le spalle, nascondetevi profondamente,
o abitanti di Dedan!
Poiché io faccio venire la calamità sopra Esaù,
il tempo della sua punizione.
Se dei vendemmiatori venissero da te,
non lascerebbero niente da racimolare.
Se dei ladri venissero di notte,
guasterebbero a loro piacimento.
Poiché io spoglierò Esaù,
scoprirò i suoi nascondigli,
ed egli non si potrà nascondere;
la sua prole, i suoi fratelli, i suoi vicini saranno distrutti,
ed egli non sarà più.
Lascia i tuoi orfani, io li farò vivere,
e le tue vedove confidino in me!»
Infatti così parla il SIGNORE:
«Ecco, quelli che non erano destinati a bere
la coppa la dovranno bere; e tu andresti del tutto impunito?
Non andrai impunito,
tu la berrai certamente.
Io infatti lo giuro per me stesso», dice il SIGNORE,
«Bosra diverrà una desolazione, un obbrobrio,
un deserto, una maledizione;
tutte le sue città saranno solitudini eterne».
Io ho ricevuto un messaggio dal SIGNORE,
un messaggero è stato inviato fra le nazioni:
«Adunatevi, venite contro di lei,
alzatevi per la battaglia!»
«Infatti, ecco, io ti rendo piccolo fra le nazioni,
disprezzato fra gli uomini.
Lo spavento che ispiravi, l'orgoglio del tuo cuore ti hanno ingannato,
o tu che abiti nei crepacci delle rocce,
che occupi la cima delle colline;
ma anche se tu facessi il tuo nido in alto come l'aquila,
io ti farò precipitar di lassù», dice il SIGNORE.
«Edom diventerà una desolazione;
chiunque vi passerà vicino
rimarrà stupito e si metterà a fischiare a causa di tutti i suoi flagelli.
Come avvenne al sovvertimento di Sodoma, di Gomorra e di tutte le città a loro vicine»,
dice il SIGNORE,
«nessuno più abiterà in questo luogo,
non vi risiederà più nessun figlio d'uomo.
Ecco, egli sale come un leone dalle rive lussureggianti del Giordano
contro il forte territorio;
io ne farò fuggire a un tratto Edom,
e stabilirò su di esso colui che io ho scelto.
Infatti chi è simile a me? Chi mi ordinerà di comparire in giudizio?
Qual è il pastore che possa starmi di fronte?»
Perciò, ascoltate il disegno che il SIGNORE ha concepito contro Edom,
i pensieri che medita contro gli abitanti di Teman!
Certo, saranno trascinati via come i più piccoli del gregge;
certo, la loro abitazione sarà devastata.
Al rumore della loro caduta trema la terra;
si ode il loro grido fino al mar Rosso.
Ecco, il nemico sale, fende l'aria, come l'aquila,
spiega le sue ali verso Bosra;
il cuore dei prodi di Edom, in quel giorno,
è come il cuore d'una donna in doglie di parto.

Profezia su Damasco


(Is 17:1-3; Am 1:3-5) Is 33:1
Riguardo a Damasco.
«Camat e Arpad sono confuse,
poiché hanno udito una cattiva notizia; vengono meno;
è un'agitazione come quella del mare, che non può calmarsi.
Damasco diviene fiacca, si volta per fuggire,
un tremito l'ha còlta;
angoscia e dolori si sono impadroniti di lei,
come di donna che partorisce.
Come mai non è stata risparmiata la città famosa,
la città della mia gioia?
Così i suoi giovani cadranno nelle sue piazze,
tutti i suoi uomini di guerra periranno in quel giorno»,
dice il SIGNORE degli eserciti.
Io appiccherò il fuoco alle mura di Damasco,
ed esso divorerà i palazzi di Ben-Adad».

Profezia su Chedar e Asor


(Gr 25:23-24; Is 21:13-17) 1Te 5:3
Riguardo a Chedar e ai regni di Asor, che Nabucodonosor, re di Babilonia, sconfisse.
Così parla il SIGNORE:
«Alzatevi, salite contro Chedar,
distruggete i figli dell'oriente!
Le loro tende, le loro greggi saranno prese;
saranno portati via i loro teli, tutti i loro bagagli, i loro cammelli;
si griderà loro: "Tutto intorno è terrore!"
Fuggite, dileguatevi ben lontano, nascondetevi profondamente,
o abitanti di Asor», dice il SIGNORE;
«poiché Nabucodonosor, re di Babilonia, ha formato un disegno contro di voi,
ha concepito un piano contro di voi.
Alzatevi, salite contro una nazione che gode pace
e abita al sicuro», dice il SIGNORE;
«che non ha né porte né sbarre,
e risiede solitaria.
Siano i loro cammelli dati in preda,
la moltitudine del loro bestiame diventi bottino!
Io disperderò a tutti i venti quelli che si radono le tempie,
e farò venire la loro calamità da tutte le parti», dice il SIGNORE.
«Asor diventerà un covo di sciacalli, una desolazione perenne;
nessuno più abiterà questo luogo, non vi risiederà più nessun figlio d'uomo».

Profezia sugli Elamiti


(Gr 25:15, 25; Ez 32:24-25) Sl 75:3, ecc.
Ecco la parola del SIGNORE che fu rivolta al profeta Geremia riguardo a Elam, al principio del regno di Sedechia, re di Giuda:
Così parla il SIGNORE degli eserciti:
«Ecco, io spezzo l'arco di Elam,
la sua principale forza.
Io farò venire contro Elam i quattro venti dalle quattro estremità del cielo;
li disperderò a tutti quei venti
e non ci sarà nazione
dove non arrivino dei fuggiaschi di Elam.
Renderò gli Elamiti spaventati davanti ai loro nemici,
davanti a quelli che cercano la loro vita;
farò piombare su di loro la calamità,
la mia ira ardente», dice il SIGNORE;
«manderò la spada a inseguirli,
finché io non li abbia consumati.
Metterò il mio trono in Elam
e ne farò perire i re e i capi»,
dice il SIGNORE.
Ma negli ultimi giorni avverrà che io ricondurrò Elam dall'esilio»,
dice il SIGNORE.

CAPITOLO 50

Profezia su Babilonia


(Is 13-14; 21:1-10; 47; Da 5) Ap 18
Ecco la parola che il SIGNORE pronunziò riguardo a Babilonia, riguardo al paese dei Caldei, per mezzo del profeta Geremia:
«Annunziatelo fra le nazioni, proclamatelo, issate una bandiera,
proclamatelo, non tenetelo nascosto!
Dite: "Babilonia è presa! Bel è coperto di vergogna, Merodac è infranto!
Le sue immagini sono coperte di vergogna; i suoi idoli, infranti!"
Infatti dal settentrione marcia contro di lei una nazione
che ne ridurrà il paese in un deserto
e non vi sarà più nessuno che abiti in lei;
uomini e bestie fuggiranno, se ne andranno.
In quei giorni, in quel tempo», dice il SIGNORE,
«i figli d'Israele e i figli di Giuda torneranno insieme;
cammineranno piangendo,
cercheranno il SIGNORE, il loro Dio.
Domanderanno qual è la via di Sion,
volgeranno le loro facce in direzione d'essa, e diranno:
"Venite, unitevi al SIGNORE con un patto eterno,
che non si dimentichi più!"
Il mio popolo era un gregge di pecore smarrite;
i loro pastori le avevano sviate sui monti dell'infedeltà;
esse andavano di monte in colle,
avevano dimenticato il luogo del loro riposo.
Tutti quelli che le trovavano, le divoravano;
i loro nemici dicevano: "Noi non siamo colpevoli,
poiché essi hanno peccato contro il SIGNORE!
Territorio di giustizia e speranza dei loro padri è il SIGNORE".
Fuggite di mezzo a Babilonia, uscite dal paese dei Caldei,
siate come dei capri davanti al gregge!
Poiché, ecco, io suscito e faccio marciare contro Babilonia
una moltitudine di grandi nazioni dal paese del settentrione;
esse si schiereranno contro di lei e da quel lato sarà conquistata.
Le loro frecce sono come quelle di un valente arciere;
nessuna di esse ritorna a vuoto.
La Caldea sarà saccheggiata;
tutti quelli che la saccheggeranno saranno saziati», dice il SIGNORE.
«Sì, gioite, sì, esultate,
voi che avete saccheggiato la mia eredità;
sì, saltate come una giovenca che trebbia il grano,
nitrite come forti destrieri!
Vostra madre è tutta coperta di vergogna,
colei che vi ha partoriti, arrossisce;
ecco, essa è l'ultima delle nazioni,
un deserto, una terra arida, una solitudine.
A causa dell'ira del SIGNORE non sarà più abitata,
sarà una completa solitudine;
chiunque passerà presso Babilonia
rimarrà stupito, e fischierà per tutte le sue piaghe.
Schieratevi contro Babilonia tutto intorno, o voi tutti che tirate d'arco!
Tirate contro di lei, non risparmiate le frecce!
poiché essa ha peccato contro il SIGNORE.
Alzate contro di lei il grido di guerra, tutto intorno;
essa si arrende;
le sue colonne cadono,
le sue mura crollano,
perché questa è la vendetta del SIGNORE!
Vendicatevi di lei!
Comportatevi con lei come essa si è comportata!
Sterminate da Babilonia colui che semina
e colui che maneggia la falce al tempo della mietitura.
Per scampare alla spada micidiale
ritorni ciascuno al suo popolo,
fugga ciascuno verso il proprio paese!
Israele è una pecora smarrita, a cui i leoni hanno dato la caccia;
il re di Assiria, per primo, l'ha divorata;
e quest'ultimo, Nabucodonosor, re di Babilonia,
le ha frantumato le ossa».
Perciò così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele:
«Ecco, io punirò il re di Babilonia e il suo paese,
come ho punito il re di Assiria.
Ricondurrò Israele ai suoi pascoli;
egli pascolerà sul Carmelo e in Basan,
si sazierà sui colli di Efraim e in Galaad.
In quei giorni, in quel tempo», dice il SIGNORE,
«si cercherà l'iniquità d'Israele, ma essa non sarà più,
si cercheranno i peccati di Giuda, ma non si troveranno;
poiché io perdonerò a quelli che avrò lasciati come residuo.
Marcia contro il paese di Merataim
e contro gli abitanti di Pecod!
Inseguili con la spada, votali allo sterminio», dice il SIGNORE,
«e fa' esattamente come io ti ho comandato!
Si ode nel paese un grido di guerra,
e grande è il disastro.
Come mai si è rotto, si è spezzato il martello di tutta la terra?
Come mai Babilonia è diventata una desolazione fra le nazioni?
Io ti ho teso un laccio, e tu, Babilonia, vi sei stata presa,
senza che te ne accorgessi; sei stata trovata e fermata,
perché ti sei messa in guerra contro il SIGNORE.
Il SIGNORE ha aperto la sua armeria,
ha tirato fuori le armi della sua indignazione;
poiché questa è un'opera che il Signore, DIO degli eserciti,
ha da compiere nel paese dei Caldei.
Venite contro di lei da tutte le parti, aprite i suoi granai,
ammucchiatela come tante mannelle,
votatela allo sterminio,
che nulla ne resti!
Uccidete tutti i suoi tori, fateli scendere al macello!
Guai a loro!
poiché il loro giorno è giunto,
il giorno della loro punizione.
Si ode la voce di quelli che fuggono,
che scampano dal paese di Babilonia
per annunziare a Sion, la vendetta del SIGNORE, del nostro Dio,
la vendetta del suo tempio.
Convocate contro Babilonia gli arcieri, tutti quelli che tirano d'arco;
accampatevi contro di lei tutto intorno, nessuno ne scampi;
rendetele secondo le sue opere,
fate interamente a lei come essa ha fatto;
poiché essa è stata arrogante contro il SIGNORE,
contro il Santo d'Israele.
Perciò i suoi giovani cadranno nelle sue piazze,
tutti i suoi uomini di guerra periranno in quel giorno»,
dice il SIGNORE.
«Eccomi a te, o arrogante»,
dice il Signore, DIO degli eserciti;
«poiché il tuo giorno è giunto,
il tempo della tua punizione.
L'arrogante vacillerà, cadrà,
e non vi sarà chi lo rialzi;
io appiccherò il fuoco alle sue città,
esso divorerà tutti i suoi dintorni».
Così parla il SIGNORE degli eserciti:
«I figli d'Israele e i figli di Giuda sono oppressi insieme;
tutti quelli che li hanno deportati li tengono
e rifiutano di lasciarli andare.
Il loro vendicatore è forte;
si chiama SIGNORE degli eserciti;
certo egli difenderà la loro causa,
dando riposo alla terra
e gettando lo scompiglio fra gli abitanti di Babilonia.
La spada è sospesa sopra i Caldei», dice il SIGNORE,
«sopra gli abitanti di Babilonia, sui suoi capi e saggi.
La spada è sospesa sopra i millantatori, che risulteranno insensati;
la spada è sospesa sopra i suoi prodi, che saranno atterriti;
La spada è sospesa sopra i suoi cavalli, i suoi carri,
sopra tutta l'accozzaglia di gente che è in mezzo a lei,
la quale diventerà come tante donne;
la spada è sospesa sopra i suoi tesori, che saranno saccheggiati.
La siccità è sospesa sopra le sue acque, che saranno prosciugate;
poiché è un paese d'immagini scolpite,
vanno in delirio per quegli spauracchi dei loro idoli.
Perciò gli animali del deserto, con gli sciacalli, l'abiteranno,
e vi si stabiliranno gli struzzi;
nessuno vi abiterà più per sempre,
non sarà più popolata di generazione in generazione.
Come avvenne quando Dio distrusse Sodoma, Gomorra, e le città circostanti»,
dice il SIGNORE,
«nessuno più vi abiterà,
non vi risiederà più nessun figlio d'uomo.
Ecco, un popolo viene dal settentrione;
una grande nazione e molti re
sorgono dalle estremità della terra.
Essi impugnano l'arco e la freccia;
sono crudeli, non hanno pietà;
la loro voce è come il muggito del mare; montano cavalli;
sono pronti a combattere come un solo guerriero,
contro di te, o figlia di Babilonia!
Il re di Babilonia ne ode la fama,
e le sue mani diventano fiacche;
l'angoscia lo coglie,
un dolore come di donna che partorisce.
Ecco, egli sale come un leone dalle rive lussureggianti del Giordano
contro il forte territorio;
io ne farò fuggire all'improvviso gli abitanti
e stabilirò su di esso colui che io ho scelto.
Poiché chi è simile a me? Chi mi ordinerà di comparire in giudizio?
Qual è il pastore che possa starmi di fronte?»
Perciò, ascoltate il disegno che il SIGNORE ha concepito contro Babilonia,
i pensieri che medita contro il paese dei Caldei!
Certo, saranno trascinati via come i più piccoli del gregge;
certo, il loro territorio sarà devastato.
Al rumore della conquista di Babilonia trema la terra
e se ne ode il grido fra le nazioni. Così parla il SIGNORE:

CAPITOLO 51

«Ecco, io faccio levare contro Babilonia
e contro gli abitanti di questo paese,
che è il cuore dei miei nemici,
un vento distruttore;
mando contro Babilonia degli stranieri che la ventileranno,
e vuoteranno il suo paese;
poiché, nel giorno della calamità,
piomberanno su di lei da tutte le parti.
Tenda l'arciere il suo arco contro chi tende l'arco
e contro chi si erge fieramente nella sua corazza!
Non risparmiate i suoi giovani,
votate allo sterminio tutto il suo esercito!
Cadano uccisi nel paese dei Caldei,
crivellati di ferite per le vie di Babilonia!
Infatti Israele e Giuda non sono abbandonati dal loro Dio,
il SIGNORE degli eserciti;
il paese dei Caldei è pieno di colpe
contro il Santo d'Israele.
Fuggite di mezzo a Babilonia, salvi ognuno la sua vita,
guardate di non perire per l'iniquità di lei!
Poiché questo è il tempo della vendetta del SIGNORE;
egli le dà la sua retribuzione.
Babilonia era nelle mani del SIGNORE una coppa d'oro,
che ubriacava tutta la terra;
le nazioni hanno bevuto il suo vino,
perciò le nazioni sono divenute deliranti.
All'improvviso, Babilonia è caduta, è frantumata.
Alzate su di lei alti lamenti, prendete del balsamo per il suo dolore;
forse guarirà!
"Noi abbiamo voluto guarire Babilonia, ma essa non è guarita;
abbandonatela, e andiamocene ognuno al nostro paese;
poiché la sua punizione arriva fino al cielo,
s'innalza fino alle nuvole.
Il SIGNORE ha fatto emergere i nostri diritti; venite, raccontiamo in Sion l'opera del SIGNORE
nostro Dio".
Appuntite le frecce, imbracciate gli scudi!
Il SIGNORE ha eccitato lo spirito dei re dei Medi,
perché il suo disegno contro Babilonia è di distruggerla;
poiché questa è la vendetta del SIGNORE,
la vendetta del suo tempio.
Alzate la bandiera contro le mura di Babilonia!
Rinforzate le guardie, mettete le sentinelle, preparate gli agguati!
Poiché il SIGNORE ha preso una decisione
e già mette in pratica ciò che ha detto contro gli abitanti di Babilonia.
O tu che abiti in riva alle grandi acque,
tu che abbondi di tesori,
la tua fine è giunta, il termine delle tue rapine!
Il SIGNORE degli eserciti l'ha giurato per sé stesso:
Sì, certo, io ti riempirò di uomini come di locuste
ed essi alzeranno contro di te grida di trionfo.
Egli, con la sua potenza, ha fatto la terra,
con la sua saggezza ha stabilito fermamente il mondo;
con la sua intelligenza ha disteso i cieli.
Quando fa udire la sua voce, c'è un rumore d'acque nel cielo,
egli fa salire i vapori dalle estremità della terra,
fa guizzare i lampi per la pioggia
e sprigiona il vento dai suoi serbatoi;
ogni uomo allora diventa stupido, privo di conoscenza,
ogni orafo ha vergogna delle sue immagini scolpite;
perché le sue immagini fuse sono menzogna
e non c'è soffio vitale in loro.
Sono vanità, lavoro d'inganno;
nel giorno del castigo, periranno.
A loro non somiglia Colui che è la parte di Giacobbe;
perché Egli ha formato tutte le cose,
e Israele è la tribù della sua eredità.
Il suo nome è: SIGNORE degli eserciti.
O Babilonia, tu sei stata per me un martello, uno strumento di guerra;
con te ho schiacciato le nazioni,
con te ho distrutto i regni;
con te ho schiacciato cavalli e cavalieri,
con te ho schiacciato i carri e chi vi stava sopra;
con te ho schiacciato uomini e donne,
con te ho schiacciato vecchi e bambini,
con te ho schiacciato giovani e fanciulle;
con te ho schiacciato i pastori e le loro greggi,
con te ho schiacciato i lavoratori e i loro buoi aggiogati,
con te ho schiacciato governatori e magistrati.
Ma, sotto i vostri occhi, io renderò a Babilonia e a tutti gli abitanti della Caldea,
tutto il male che hanno fatto a Sion», dice il SIGNORE.
«Eccomi a te, o montagna di distruzione», dice il SIGNORE;
«a te che distruggi tutta la terra!
Io stenderò la mia mano su di te,
ti rotolerò giù dalle rocce
e farò di te una montagna bruciata.
Da te non si trarrà più pietra angolare, né pietre da fondamenta;
ma tu sarai una desolazione perenne»,
dice il SIGNORE.
«Alzate una bandiera sulla terra,
sonate la tromba fra le nazioni,
preparate le nazioni contro di lei,
chiamate a raccolta contro di lei i regni d'Ararat, di Minni e d'Aschenaz,
costituite contro di lei dei generali,
fate avanzare i cavalli come locuste dalle ali ritte!
Preparate contro di lei le nazioni, i re di Media,
i suoi governatori, tutti i suoi magistrati e tutti i paesi dei suoi domini.
La terra trema, è in doglie,
perché i disegni del SIGNORE contro Babilonia si effettuano:
di ridurre il paese di Babilonia in un deserto senza abitanti. I prodi di Babilonia cessano di combattere;
se ne stanno nelle loro fortezze;
la loro bravura è venuta meno, sono come donne;
le sue abitazioni sono in fiamme,
le sbarre delle sue porte sono spezzate.
Un corriere incrocia l'altro,
un messaggero incrocia l'altro,
per annunziare al re di Babilonia
che la sua città è presa da ogni lato,
che i guadi sono occupati,
che le paludi sono in preda alle fiamme,
che gli uomini di guerra sono allibiti».
Poiché così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele:
«La figlia di Babilonia è come un'aia al tempo in cui la si trebbia;
ancora un poco, e verrà per lei il tempo della mietitura».
Nabucodonosor, re di Babilonia, ci ha divorati, ci ha schiacciati,
ci ha posti là come un vaso vuoto;
ci ha inghiottiti come un dragone;
ha riempito il suo ventre con le nostre delizie,
ci ha cacciati via.
La violenza che mi è fatta e il tormento della mia carne ricadano su Babilonia!»
dirà l'abitante di Sion;
«Il mio sangue ricada sugli abitanti di Caldea!»
dirà Gerusalemme.
Perciò, così parla il SIGNORE:
«Ecco, io difenderò la tua causa
e farò la tua vendetta!
Io prosciugherò il suo mare,
disseccherò la sua sorgente.
Babilonia diventerà un mucchio di macerie, un covo di sciacalli,
un oggetto di stupore e di scherno,
un luogo senza abitanti.
Essi ruggiranno assieme come leoni,
grideranno come piccoli di leonesse.
Quando saranno riscaldati, darò loro da bere,
li ubriacherò perché stiano allegri,
e poi si addormentino di un sonno perenne e non si risveglino più»,
dice il SIGNORE.
«Io li farò scendere al macello come agnelli,
come montoni, come capri.
Come mai è stata presa Sesac,
ed è stata conquistata colei che era il vanto di tutta la terra?
Come mai Babilonia è diventata una desolazione, fra le nazioni?
Il mare è salito su Babilonia;
essa è stata coperta dal tumulto dei suoi flutti.
Le sue città sono diventate una desolazione,
una terra arida, un deserto,
un paese dove non abita più nessuno,
per dove non passa più nessun figlio d'uomo.
Io punirò Bel a Babilonia,
gli trarrò di gola ciò che ha trangugiato;
le nazioni non affluiranno più a lui;
perfino le mura di Babilonia sono cadute.
O popolo mio, uscite di mezzo a lei, salvi ciascuno la sua vita
davanti all'ardente ira del SIGNORE!
Il vostro cuore non si avvilisca,
non vi spaventate delle voci che si udranno nel paese;
poiché un anno correrà una voce
e l'anno seguente correrà un'altra voce;
ci sarà nel paese violenza,
dominatore contro dominatore.
Perciò, ecco, i giorni vengono
in cui io farò giustizia delle immagini scolpite di Babilonia:
tutto il suo paese sarà coperto di vergogna,
tutti i suoi feriti a morte cadranno in mezzo a lei.
I cieli, la terra, e tutto ciò che è in essi,
esulteranno su Babilonia,
perché i devastatori piomberanno su di lei dal settentrione»,
dice il SIGNORE.
«Come Babilonia ha fatto cadere i feriti a morte d'Israele,
così in Babilonia cadranno i feriti a morte di tutto il paese.
O voi che siete scampati dalla spada, partite, non vi fermate,
ricordatevi, mentre siete lontano, del SIGNORE,
e Gerusalemme vi ritorni in cuore!»
«Noi eravamo coperti d'infamia all'udire gli insulti,
la vergogna ci copriva la faccia,
perché gli stranieri erano venuti
nel santuario della casa del SIGNORE».
«Perciò, ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE,
«in cui io farò giustizia delle sue immagini scolpite
e in tutto il suo paese gemeranno i feriti a morte.
Anche se Babilonia si elevasse fino al cielo,
anche se rendesse inaccessibili i suoi alti baluardi,
le verranno da parte mia dei devastatori», dice il SIGNORE.
«Giunge da Babilonia un grido,
la notizia di un gran disastro dalla terra dei Caldei.
Il SIGNORE infatti devasta Babilonia
e fa cessare il suo grande rumore;
le onde dei devastatori muggono come grandi acque,
se ne ode il fracasso;
perché il devastatore piomba su di lei, su Babilonia,
i suoi prodi sono presi,
i loro archi spezzati,
poiché il SIGNORE è il Dio delle retribuzioni,
non manca di rendere ciò che è dovuto.
Io ubriacherò i suoi capi e i suoi saggi,
i suoi governatori, i suoi magistrati, i suoi prodi,
ed essi si addormenteranno di un sonno perenne, e non si risveglieranno più»,
dice il Re, che si chiama SIGNORE degli eserciti.
Così parla il SIGNORE degli eserciti:
«Le larghe mura di Babilonia saranno spianate al suolo,
le sue alte porte saranno incendiate;
così i popoli avranno lavorato per nulla,
le nazioni si saranno stancate per il fuoco».

Ap 18:21-24
Ordine dato dal profeta Geremia a Seraia, figlio di Neria, figlio di Maaseia, quando si recò a Babilonia con Sedechia, re di Giuda, il quarto anno del regno di Sedechia. Seraia era responsabile delle soste. Geremia scrisse in un libro tutto il male che doveva accadere a Babilonia, cioè tutte queste parole che sono scritte riguardo a Babilonia. Geremia disse a Seraia: «Quando sarai arrivato a Babilonia, avrai cura di leggere tutte queste parole, e dirai: "O SIGNORE, tu hai detto di questo luogo che lo avresti distrutto, al punto che non sarebbe stato più abitato né da uomo, né da bestia, e che sarebbe stato ridotto in una desolazione perenne". Quando avrai finito di leggere questo libro, tu vi legherai una pietra, lo getterai in mezzo all'Eufrate, e dirai: "Così affonderà Babilonia, e non si rialzerà più, a causa del male che io faccio venire su di lei; cadrà esausta"».
Fin qui, le parole di Geremia.

CAPITOLO 52
Assedio e conquista di Gerusalemme


2R 24:18-20; 25:1-21; Gr 39:1-10; 2Cr 36:11-21
Sedechia aveva ventun anni quando cominciò a regnare, e regnò a Gerusalemme undici anni. Sua madre si chiamava Camutal, figlia di Geremia da Libna.
Egli fece ciò che è male agli occhi del SIGNORE in tutto e per tutto come aveva fatto Ioiachim. A causa dell'ira del SIGNORE contro Gerusalemme e Giuda, le cose arrivarono al punto che il SIGNORE li scacciò dalla sua presenza. Sedechia si ribellò al re di Babilonia.
L'anno nono del regno di Sedechia, il decimo giorno del decimo mese, Nabucodonosor, re di Babilonia, venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme; si accampò contro di lei e la circondò di posti fortificati. La città fu assediata fino all'undicesimo anno del re Sedechia.
Il nono giorno del quarto mese, la carestia era grave nella città; e non c'era più pane per il popolo del paese. Allora fu fatta una breccia alla città, e tutta la gente di guerra fuggì, uscirono di notte dalla città, per la via della porta fra le due mura, in prossimità del giardino del re, mentre i Caldei stringevano la città da ogni parte; i fuggiaschi presero la via della pianura, ma l'esercito dei Caldei inseguì il re, raggiunse Sedechia nelle pianure di Gerico, e tutto l'esercito di lui si disperse e l'abbandonò. Allora i Caldei presero il re e lo condussero al re di Babilonia a Ribla nel paese di Camat; egli pronunziò la sua sentenza contro di lui. Il re di Babilonia fece scannare i figli di Sedechia in presenza di lui; fece pure scannare tutti i capi di Giuda a Ribla. Poi fece cavar gli occhi a Sedechia; il re di Babilonia lo fece incatenare con una doppia catena di bronzo e lo deportò a Babilonia, e lo mise in prigione, dove rimase fino al giorno della sua morte.
Il decimo giorno del quinto mese - era il diciannovesimo anno di Nabucodonosor, re di Babilonia - Nebuzaradan, capitano della guardia del corpo, al servizio del re di Babilonia, giunse a Gerusalemme, incendiò il tempio del SIGNORE e il palazzo del re, diede alle fiamme tutte le case di Gerusalemme e arse tutte le case ragguardevoli. Tutto l'esercito dei Caldei che era con il capitano della guardia demolì da tutte le parti le mura di Gerusalemme.
Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò una parte dei più poveri del popolo, i superstiti che erano rimasti nella città, i fuggiaschi che si erano arresi al re di Babilonia e il resto della popolazione. Ma Nebuzaradan, capitano della guardia, lasciò alcuni dei più poveri del paese a coltivare le vigne e i campi.
I Caldei spezzarono le colonne di bronzo che erano nel tempio del SIGNORE, le basi, il mare di rame che era nel tempio del SIGNORE, e ne portarono via il rame a Babilonia. Presero le pignatte, le palette, i coltelli, le bacinelle, le coppe, e tutti gli utensili di bronzo con i quali si faceva il servizio. Il capo della guardia prese pure le coppe, i bracieri, le bacinelle, le pignatte, i candelabri, le tazze e i calici, l'oro di ciò che era d'oro e l'argento di ciò che era d'argento. Quanto alle due colonne, al mare e ai dodici buoi di bronzo che servivano di base e che Salomone aveva fatti per il tempio del SIGNORE, il bronzo di tutti questi oggetti aveva un peso incalcolabile. L'altezza di una di queste colonne era di diciotto cubiti, e a misurarla in giro ci voleva un filo di dodici cubiti; aveva uno spessore di quattro dita, ed era vuota; sopra c'era un capitello di bronzo; l'altezza di ogni capitello era di cinque cubiti; attorno al capitello c'erano un reticolato e delle melagrane, ogni cosa di bronzo, lo stesso era della seconda colonna, adorna pure di melagrane. C'erano novantasei melagrane da ogni lato, e tutte le melagrane attorno al reticolato ammontavano a cento.
Il capitano della guardia prese Seraia, il sommo sacerdote, Sofonia, il secondo sacerdote, e i tre custodi della soglia, prese nella città un eunuco che comandava la gente di guerra, sette uomini fra i consiglieri intimi del re che furono trovati nella città, il segretario del capo dell'esercito che arruolava il popolo del paese e sessanta privati che furono anch'essi trovati nella città. Nebuzaradan, capitano della guardia, li prese e li condusse al re di Babilonia a Ribla, e il re di Babilonia li fece colpire e mettere a morte a Ribla, nel paese di Camat.
Così Giuda fu deportato lontano dal suo paese. Questo è il popolo che Nabucodonosor condusse in esilio: il settimo anno, tremilaventitré Giudei; il diciottesimo anno del suo regno, deportò da Gerusalemme ottocentotrentadue persone; il ventitreesimo anno di Nabucodonosor, Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò settecentoquarantacinque Giudei: in tutto, quattromilaseicento persone.

2R 25:27-30
Il trentasettesimo anno della deportazione di Ioiachin, re di Giuda, il venticinquesimo giorno del dodicesimo mese, Evil-Merodac, re di Babilonia, l'anno stesso che cominciò a regnare, fece grazia a Ioiachin, re di Giuda, e lo fece uscire di prigione; gli parlò benevolmente e mise il trono di lui più in alto di quello degli altri re che erano con lui a Babilonia. Gli fece cambiare i suoi vestiti di prigione; Ioiachin mangiò sempre a tavola con lui per tutto il tempo che egli visse. Quanto al suo mantenimento, durante tutto il tempo che visse, esso gli fu dato sempre da parte del re di Babilonia, giorno per giorno, fino al giorno della sua morte.