Galati 1,1-6,18;Ro 1:1-7
Paolo, apostolo non da parte di uomini né per mezzo di un uomo, ma per mezzo
di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti,
e tutti i fratelli che sono con me, alle chiese della Galazia;
grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo,
che ha dato sé stesso per i nostri peccati, per sottrarci al presente secolo
malvagio, secondo la volontà del nostro Dio e Padre,
al quale sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Rifiuto di un altro vangelo
Ga 3:1-5; 4:9-20; 5:1-12
Mi meraviglio che così presto voi passiate, da colui che vi ha chiamati
mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo.
Ché poi non c'è un altro vangelo; però ci sono alcuni che vi turbano e
vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.
Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da
quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema.
Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi
annunzia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema.
Vado forse cercando il favore degli uomini, o quello di Dio? Oppure cerco di
piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei
servo di Cristo.
Origine divina del vangelo di Paolo
At 22:3-16; 26:9-20; 9:1-20, 23-30
Vi dichiaro, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è opera d'uomo;
perché io stesso non l'ho ricevuto né l'ho imparato da un uomo, ma l'ho
ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo.
Infatti voi avete udito quale sia stata la mia condotta nel passato,
quand'ero nel giudaismo; come perseguitavo a oltranza la chiesa di Dio, e la
devastavo;
e mi distinguevo nel giudaismo più di molti coetanei tra i miei
connazionali, perché ero estremamente zelante nelle tradizioni dei miei
padri.
Ma Dio che m'aveva prescelto fin dal seno di mia madre e mi ha chiamato
mediante la sua grazia, si compiacque
di rivelare in me il Figlio suo perché io lo annunziassi fra gli stranieri.
Allora io non mi consigliai con nessun uomo,
né salii a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di me, ma me
ne andai subito in Arabia; quindi ritornai a Damasco.
Poi, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per visitare Cefa e stetti da lui
quindici giorni;
e non vidi nessun altro degli apostoli; ma solo Giacomo, il fratello del
Signore.
Ora, riguardo a ciò che vi scrivo, ecco, vi dichiaro, davanti a Dio, che non
mento.
Poi andai nelle regioni della Siria e della Cilicia;
ma ero sconosciuto personalmente alle chiese di Giudea, che sono in Cristo;
esse sentivano soltanto dire: «Colui che una volta ci perseguitava, ora
predica la fede, che nel passato cercava di distruggere».
E per causa mia glorificavano Dio.
At 15:1-29
Poi, trascorsi quattordici anni, salii di nuovo a Gerusalemme con Barnaba,
prendendo con me anche Tito.
Vi salii in seguito a una rivelazione, ed esposi loro il vangelo che
annunzio tra i pagani; ma lo esposi privatamente a quelli che sono i più
stimati, per il timore di correre o di aver corso invano.
Ma neppure Tito, che era con me, ed era greco, fu costretto a farsi
circoncidere.
Anzi, proprio a causa di intrusi, falsi fratelli, infiltratisi di nascosto
tra di noi per spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, con
l'intenzione di renderci schiavi,
noi non abbiamo ceduto alle imposizioni di costoro neppure per un momento,
affinché la verità del vangelo rimanesse salda tra di voi.
Ma quelli che godono di particolare stima (quello che possono essere stati,
a me non importa; Dio non ha riguardi personali), quelli, dico, che godono
di maggiore stima non m'imposero nulla;
anzi, quando videro che a me era stato affidato il vangelo per gli
incirconcisi, come a Pietro per i circoncisi
colui che aveva operato in Pietro per farlo apostolo dei circoncisi aveva
anche operato in me per farmi apostolo degli stranieri),
riconoscendo la grazia che mi era stata accordata, Giacomo, Cefa e Giovanni,
che sono reputati colonne, diedero a me e a Barnaba la mano in segno di
comunione perché andassimo noi agli stranieri, ed essi ai circoncisi;
soltanto ci raccomandarono di ricordarci dei poveri, come ho sempre cercato
di fare.
Pietro ripreso pubblicamente da Paolo in Antiochia
(At 11:1-17; 15:7-11)(Ga 3:10-14, 21-28; 5:1-6)
Ma quando Cefa venne ad Antiochia, gli resistei in faccia perché era da
condannare.
Infatti, prima che fossero venuti alcuni da parte di Giacomo, egli mangiava
con persone non giudaiche; ma quando quelli furono arrivati, cominciò a
ritirarsi e a separarsi per timore dei circoncisi.
E anche gli altri Giudei si misero a simulare con lui; a tal punto che
perfino Barnaba fu trascinato dalla loro ipocrisia.
Ma quando vidi che non camminavano rettamente secondo la verità del vangelo,
dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei giudeo, vivi alla maniera
degli stranieri e non dei Giudei, come mai costringi gli stranieri a vivere
come i Giudei?»
Noi Giudei di nascita, non stranieri peccatori,
sappiamo che l'uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto
per mezzo della fede in Cristo Gesù, e abbiamo anche noi creduto in Cristo
Gesù per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della
legge; perché dalle opere della legge nessuno sarà giustificato.
Ma se nel cercare di essere giustificati in Cristo, siamo anche noi trovati
peccatori, vuol dire che Cristo è un servitore del peccato? No di certo!
Infatti se riedifico quello che ho demolito, mi dimostro trasgressore.
Quanto a me, per mezzo della legge, sono morto alla legge affinché io viva
per Dio.
Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive
in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di
Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me.
Io non annullo la grazia di Dio; perché se la giustizia si ottenesse per
mezzo della legge, Cristo sarebbe dunque morto inutilmente.
(Ga 4:9-20; 1Te 1:5-6) Ro 4; 3:19, ecc.
O Galati insensati, chi vi ha ammaliati, voi, davanti ai cui occhi Gesù
Cristo è stato rappresentato crocifisso?
Questo soltanto desidero sapere da voi: avete ricevuto lo Spirito per mezzo
delle opere della legge o mediante la predicazione della fede?
Siete così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora
raggiungere la perfezione con la carne?
Avete sofferto tante cose invano? Se pure è proprio invano.
Colui dunque che vi somministra lo Spirito e opera miracoli tra di voi, lo
fa per mezzo delle opere della legge o con la predicazione della fede?
Così anche Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come
giustizia.
Riconoscete dunque che quanti hanno fede sono figli d'Abraamo.
La Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato gli stranieri per
fede, preannunziò ad Abraamo questa buona notizia: «In te saranno benedette
tutte le nazioni».
In tal modo, coloro che hanno la fede sono benedetti con il credente Abraamo.
Infatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto
maledizione; perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a tutte le
cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica».
E che nessuno mediante la legge sia giustificato davanti a Dio è evidente,
perché il giusto vivrà per fede.
Ma la legge non si basa sulla fede; anzi essa dice: «Chi avrà messo in
pratica queste cose, vivrà per mezzo di esse».
Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto
maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al
legno»),
affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e
ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso.
La legge e la promessa
(Mi 7:20; At 3:25-26)(Ro 4:13-17; 10:4-13; Ef 3:6)
Fratelli, io parlo secondo le usanze degli uomini: quando un testamento è
stato validamente concluso, pur essendo soltanto un atto umano, nessuno lo
annulla o vi aggiunge qualcosa.
Le promesse furono fatte ad Abraamo e alla sua progenie. Non dice: «E alle
progenie», come se si trattasse di molte; ma, come parlando di una sola,
dice: «E alla tua progenie», che è Cristo.
Ecco quello che voglio dire: un testamento che Dio ha stabilito
anteriormente, non può essere annullato, in modo da render vana la promessa,
dalla legge sopraggiunta quattrocentotrent'anni più tardi.
Perché se l'eredità viene dalla legge, essa non viene più dalla promessa;
Dio, invece, concesse questa grazia ad Abraamo, mediante la promessa.
Perché dunque la legge? Essa fu aggiunta a causa delle trasgressioni, finché
venisse la progenie alla quale era stata fatta la promessa; e fu promulgata
per mezzo di angeli, per mano di un mediatore.
Ora, un mediatore non è mediatore di uno solo; Dio invece è uno solo.
La legge è dunque contraria alle promesse di Dio? No di certo; perché se
fosse stata data una legge capace di produrre la vita, allora sì, la
giustizia sarebbe venuta dalla legge;
ma la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto peccato, affinché i beni
promessi sulla base della fede in Gesù Cristo fossero dati ai credenti.
Ma prima che venisse la fede eravamo tenuti rinchiusi sotto la custodia
della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata.
Così la legge è stata come un precettore per condurci a Cristo, affinché noi
fossimo giustificati per fede.
Ma ora che la fede è venuta, non siamo più sotto precettore;
perché siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù.
Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di
Cristo.
Non c'è qui né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è né
maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù.
Se siete di Cristo, siete dunque discendenza d'Abraamo, eredi secondo la
promessa.
CAPITOLO 4
Dalla schiavitù della legge alla libertà in Cristo
Ga 3:23-26; Ro 8:14-17
Io dico: finché l'erede è minorenne, non differisce in nulla dal servo,
benché sia padrone di tutto;
ma è sotto tutori e amministratori fino al tempo prestabilito dal padre.
Così anche noi, quando eravamo bambini, eravamo tenuti in schiavitù dagli
elementi del mondo;
ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna,
nato sotto la legge,
per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo
l'adozione.
E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri
cuori, che grida: «Abbà, Padre».
Così tu non sei più servo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede per
grazia di Dio.
Ga 3:1-4; 5:1-12; 2Co 11:2-3
In quel tempo, è vero, non avendo conoscenza di Dio, avete servito quelli
che per natura non sono dèi;
ma ora che avete conosciuto Dio, o piuttosto che siete stati conosciuti da
Dio, come mai vi rivolgete di nuovo ai deboli e poveri elementi, di cui
volete rendervi schiavi di nuovo?
Voi osservate giorni, mesi, stagioni e anni!
Io temo di essermi affaticato invano per voi.
Siate come sono io, fratelli, ve ne prego, perché anch'io sono come voi.
Voi non mi faceste torto alcuno; anzi sapete bene che fu a motivo di una
malattia che vi evangelizzai la prima volta;
e quella mia infermità, che era per voi una prova, voi non la disprezzaste
né vi fece ribrezzo; al contrario mi accoglieste come un angelo di Dio, come
Cristo Gesù stesso.
Dove sono dunque le vostre manifestazioni di gioia? Poiché vi rendo
testimonianza che, se fosse stato possibile, vi sareste cavati gli occhi e
me li avreste dati.
Sono dunque diventato vostro nemico dicendovi la verità?
Costoro sono zelanti per voi, ma non per fini onesti; anzi vogliono
staccarvi da noi affinché il vostro zelo si volga a loro.
Ora è una buona cosa essere in ogni tempo oggetto dello zelo altrui nel
bene, e non solo quando sono presente tra di voi.
Figli miei, per i quali sono di nuovo in doglie, finché Cristo sia formato
in voi,
oh, come vorrei essere ora presente tra di voi e cambiar tono perché sono
perplesso a vostro riguardo!
Ge 21:1-12; Eb 12:18-24
Ditemi, voi che volete essere sotto la legge, non prestate ascolto alla
legge?
Infatti sta scritto che Abraamo ebbe due figli: uno dalla schiava e uno
dalla donna libera;
ma quello della schiava nacque secondo la carne, mentre quello della libera
nacque in virtù della promessa.
Queste cose hanno un senso allegorico; poiché queste donne sono due patti;
uno, del monte Sinai, genera per la schiavitù, ed è Agar.
Infatti Agar è il monte Sinai in Arabia e corrisponde alla Gerusalemme del
tempo presente, che è schiava con i suoi figli.
Ma la Gerusalemme di lassù è libera, ed è nostra madre.
Infatti sta scritto: «Rallègrati, sterile, che non partorivi! Prorompi in
grida, tu che non avevi provato le doglie del parto! Poiché i figli
dell'abbandonata saranno più numerosi di quelli di colei che aveva marito».
Ora, fratelli, come Isacco, voi siete figli della promessa.
E come allora colui che era nato secondo la carne perseguitava quello che
era nato secondo lo Spirito, così succede anche ora.
Ma che dice la Scrittura? Caccia via la schiava e suo figlio; perché il
figlio della schiava non sarà erede con il figlio della donna libera.
Perciò, fratelli, noi non siamo figli della schiava, ma della donna libera.
Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi
lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù.
(Ga 2:3-5; 3:1-7; 4:1-11; 1:6-9) At 15:1-10, 24
Ecco, io, Paolo, vi dichiaro che, se vi fate circoncidere, Cristo non vi
gioverà a nulla.
Dichiaro di nuovo: ogni uomo che si fa circoncidere, è obbligato a osservare
tutta la legge.
Voi che volete essere giustificati dalla legge, siete separati da Cristo;
siete scaduti dalla grazia.
Poiché quanto a noi, è in spirito, per fede, che aspettiamo la speranza
della giustizia.
Infatti, in Cristo Gesù non ha valore né la circoncisione né l'incirconcisione;
quello che vale è la fede che opera per mezzo dell'amore.
Voi correvate bene; chi vi ha fermati perché non ubbidiate alla verità?
Una tale persuasione non viene da colui che vi chiama.
Un po' di lievito fa lievitare tutta la pasta.
Riguardo a voi, io ho questa fiducia nel Signore, che non la penserete
diversamente; ma colui che vi turba ne subirà la condanna, chiunque egli
sia.
Quanto a me, fratelli, se io predico ancora la circoncisione, perché sono
ancora perseguitato? Lo scandalo della croce sarebbe allora tolto via.
Si facciano pure evirare quelli che vi turbano!
La carne e lo Spirito
Ro 13:8-10; Gm 3:13-18
Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate
della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo
dell'amore servite gli uni agli altri;
poiché tutta la legge è adempiuta in quest'unica parola: «Ama il tuo
prossimo come te stesso».
Ma se vi mordete e divorate gli uni gli altri, guardate di non essere
consumati gli uni dagli altri.
Ro 8:1-14; 13:12-14 (Ef 5:1-12; Cl 3:5-15)
Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri
della carne.
Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri
contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete
fare quello che vorreste.
Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge.
Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità,
dissolutezza,
idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese,
divisioni, sètte,
invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho
già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza,
bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo;
contro queste cose non c'è legge.
Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i
suoi desideri.
Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito.
Non siamo vanagloriosi, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri.
CAPITOLO 6
La vita nuova in Cristo
1Te 5:14; Ro 12:3, 16; 15:1-2; 14:10-12
Fratelli, se uno viene sorpreso in colpa, voi, che siete spirituali,
rialzatelo con spirito di mansuetudine. Bada bene a te stesso, che anche tu
non sia tentato.
Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo.
Infatti se uno pensa di essere qualcosa pur non essendo nulla, inganna sé
stesso.
Ciascuno esamini invece l'opera propria; così avrà modo di vantarsi in
rapporto a sé stesso e non perché si paragona agli altri.
Ciascuno infatti porterà il proprio fardello.
(Os 10:12-13; Ro 2:3-11; 8:13)(Lu 6:30-36; 2Co 9:6, ecc.; Eb 6:10-12)
Chi viene istruito nella parola faccia parte di tutti i suoi beni a chi lo
istruisce.
Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l'uomo
avrà seminato, quello pure mieterà.
Perché chi semina per la sua carne, mieterà corruzione dalla carne; ma chi
semina per lo Spirito mieterà dallo Spirito vita eterna.
Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo
a suo tempo.
Così dunque, finché ne abbiamo l'opportunità, facciamo del bene a tutti; ma
specialmente ai fratelli in fede.
Fl 3:2-11; Ga 5:5-10
Guardate con che grossi caratteri vi ho scritto di mia propria mano!
Tutti coloro che vogliono far bella figura nella carne, vi costringono a
farvi circoncidere e ciò al solo fine di non essere perseguitati a causa
della croce di Cristo.
Poiché neppure loro, che sono circoncisi, osservano la legge; ma vogliono
che siate circoncisi per potersi vantare della vostra carne.
Ma quanto a me, non sia mai che io mi vanti di altro che della croce del
nostro Signore Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me, è stato
crocifisso e io sono stato crocifisso per il mondo.
Infatti, tanto la circoncisone che l'incirconcisione non sono nulla; quello
che importa è l'essere una nuova creatura.
Su quanti cammineranno secondo questa regola siano pace e misericordia, e
così siano sull'Israele di Dio.
Da ora in poi nessuno mi dia molestia, perché io porto nel mio corpo il
marchio di Gesù.
La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito,
fratelli. Amen.