CAPITOLO 1

Vocazione di Ezechiele; la gloria del Signore


Ez 10; Ap 4
Il trentesimo anno, il quinto giorno del quarto mese, mentre mi trovavo presso il fiume Chebar, fra i deportati, i cieli si aprirono, e io ebbi delle visioni divine. Il quinto giorno del mese (era il quinto anno della deportazione del re Ioiachin), la parola del SIGNORE fu rivolta al sacerdote Ezechiele, figlio di Buzi, nel paese dei Caldei, presso il fiume Chebar; in quel luogo la mano del SIGNORE fu sopra di lui.
Io guardai, ed ecco venire dal settentrione un vento tempestoso, una grossa nuvola con un fuoco folgorante e uno splendore intorno a essa; nel centro vi era come un bagliore di metallo in mezzo al fuoco. Nel centro appariva la forma di quattro esseri viventi; e questo era l'aspetto loro: avevano aspetto umano. Ognuno di essi aveva quattro facce e quattro ali. I loro piedi erano diritti, e la pianta dei loro piedi era come la pianta del piede di un vitello; e brillavano come il bagliore del rame lucente. Avevano mani d'uomo sotto le ali, ai loro quattro lati; tutti e quattro avevano le loro facce e le loro ali. Le loro ali si univano l'una all'altra; camminando, non si voltavano; ognuno camminava diritto davanti a sé. Quanto all'aspetto delle loro facce, essi avevano tutti una faccia d'uomo, tutti e quattro una faccia di leone a destra, tutti e quattro una faccia di bue a sinistra, e tutti e quattro una faccia d'aquila. Le loro facce e le loro ali erano separate nella parte superiore; ognuno aveva due ali che s'univano a quelle dell'altro, e due che coprivano loro il corpo. Camminavano ognuno diritto davanti a sé; andavano dove lo spirito li faceva andare, e, camminando, non si voltavano. L'aspetto di quegli esseri viventi era come di carboni incandescenti, come di fiaccole; quel fuoco circolava in mezzo agli esseri viventi, era un fuoco scintillante, e dal fuoco uscivano dei lampi. Le creature viventi correvano in tutte le direzioni, simili al fulmine.
Mentre guardavo gli esseri viventi, ecco una ruota in terra, presso ciascuno di essi, verso le loro quattro facce. L'aspetto delle ruote era come il bagliore del crisolito; tutte e quattro si somigliavano; il loro aspetto e la loro struttura erano come se una ruota fosse in mezzo a un'altra ruota. Quando si movevano, andavano tutte e quattro dal proprio lato, e, andando, non si voltavano. I loro cerchi erano alti e imponenti; i cerchi di tutte e quattro erano pieni d'occhi tutt'intorno. Quando gli esseri viventi camminavano, le ruote si movevano accanto a loro; quando gli esseri viventi si alzavano su da terra, si alzavano anche le ruote. Dovunque lo spirito voleva andare, andavano anch'esse; le ruote si alzavano accanto a quelli, perché lo spirito degli esseri viventi era nelle ruote. Quando quelli camminavano, anche le ruote si movevano; quando quelli si fermavano, anche queste si fermavano; e quando quelli si alzavano su dalla terra, anche queste si alzavano accanto a essi, perché lo spirito degli esseri viventi era nelle ruote.
Sopra le teste degli esseri viventi c'era come una volta d'un bagliore come di cristallo di ammirevole splendore, e si estendeva su in alto, sopra le loro teste. Sotto la volta le loro ali erano diritte, l'una verso l'altra; ciascuno ne aveva due che coprivano il corpo. Quando camminavano, io sentivo il rumore delle loro ali, come il rumore delle grandi acque, come la voce dell'Onnipotente: un rumore di gran tumulto, come il rumore di un accampamento; quando si fermavano, abbassavano le loro ali; si udiva un rumore che veniva dall'alto, dalla volta che era sopra le loro teste.
Al di sopra della volta che era sopra le loro teste, c'era come una pietra di zaffiro, che pareva un trono; e su questa specie di trono appariva come la figura di un uomo, che vi stava seduto sopra, su in alto. Vidi pure come un bagliore di metallo, come del fuoco, che lo circondava tutto intorno dalla sembianza dei suoi fianchi in su; e dalla sembianza dei suoi fianchi in giù vidi come del fuoco, come uno splendore tutto attorno a lui. Qual è l'aspetto dell'arco che è nella nuvola in un giorno di pioggia, tal era l'aspetto di quello splendore che lo circondava. Era un'apparizione dell'immagine della gloria del SIGNORE. A quella vista caddi sulla mia faccia, e udii la voce di uno che parlava.

CAPITOLO 2

Missione di Ezechiele


(Gr 1:4-9, 17; Mt 10:27-33) Ap 10:8-10
Mi disse: «Figlio d'uomo, àlzati in piedi, io ti parlerò». Mentre egli mi parlava, lo spirito entrò in me e mi fece alzare in piedi; io udii colui che mi parlava.
Egli mi disse: «Figlio d'uomo, io ti mando ai figli d'Israele, a nazioni ribelli, che si sono ribellate a me; essi e i loro padri si sono rivoltati contro di me fino a questo giorno. A questi figli dalla faccia dura e dal cuore ostinato io ti mando. Tu dirai loro: "Così parla il Signore, DIO". Sia che ti ascoltino o non ti ascoltino, poiché sono una casa ribelle, essi sapranno che c'è un profeta in mezzo a loro. Tu, figlio d'uomo, non aver paura di loro, né delle loro parole, poiché tu stai in mezzo a ortiche e spine, abiti fra gli scorpioni; non aver paura delle loro parole, non ti sgomentare davanti a loro, poiché sono una famiglia di ribelli. Ma tu riferirai loro le mie parole, sia che ti ascoltino o non ti ascoltino, poiché sono ribelli. Tu, figlio d'uomo, ascolta ciò che ti dico; non essere ribelle come questa famiglia di ribelli; apri la bocca e mangia ciò che ti do».
Io guardai, ed ecco una mano stava stesa verso di me, la quale teneva il rotolo di un libro; lo srotolò davanti a me; era scritto di dentro e di fuori, e conteneva lamentazioni, gemiti e guai.

CAPITOLO 3

Egli mi disse: «Figlio d'uomo, mangia ciò che trovi; mangia questo rotolo, e va' e parla alla casa d'Israele».
Io aprii la bocca, ed egli mi fece mangiare quel rotolo.
Mi disse: «Figlio d'uomo, nùtriti il ventre e riempiti le viscere di questo rotolo che ti do».
Io lo mangiai, e in bocca mi fu dolce come del miele.

Ez 2:3-7; Gr 1:17-19
Egli mi disse: «Figlio d'uomo, va', recati alla casa d'Israele, e riferisci loro le mie parole; poiché tu sei mandato, non a un popolo dal parlare oscuro e dalla lingua incomprensibile, ma alla casa d'Israele; non a molti popoli dal parlare oscuro e dalla lingua incomprensibile, di cui tu non capisca le parole. Certo, se io ti mandassi a loro, essi ti darebbero ascolto; ma la casa d'Israele non ti vorrà ascoltare, perché non vogliono ascoltare me; poiché tutta la casa d'Israele ha la fronte dura e il cuore ostinato. Ecco io rendo dura la tua faccia, perché tu possa opporla alla faccia loro; rendo dura la tua fronte, perché tu possa opporla alla fronte loro; io rendo la tua fronte come un diamante, più dura della selce; non li temere, non ti sgomentare davanti a loro, perché sono una casa ribelle». Poi mi disse: «Figlio d'uomo, ricevi nel tuo cuore tutte le parole che io ti dirò, e ascoltale con le tue orecchie. Va' dai figli del tuo popolo che sono in esilio, parla loro, e di' loro: "Così parla DIO, il Signore," sia che ti ascoltino o non ti ascoltino».
Lo spirito mi portò in alto, e io udii dietro a me il suono d'un gran fragore che diceva: «Benedetta sia la gloria del SIGNORE dal suo luogo!» Udii pure il rumore delle ali degli esseri viventi che battevano l'una contro l'altra, il rumore delle ruote accanto a essi, e il suono di un gran fragore. Lo spirito mi portò in alto e mi condusse via; io andai, pieno di amarezza nello sdegno del mio spirito; la mano del SIGNORE era forte su di me. Giunsi da quelli che erano deportati a Tel-Abib presso il fiume Chebar, e mi fermai dove essi abitavano; e là abitai sette giorni, triste e silenzioso, in mezzo a loro.

Ez 33:1-20; At 20:26-31
Dopo sette giorni, la parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini: «Figlio d'uomo, io ti ho stabilito come sentinella per la casa d'Israele; quando tu udrai dalla mia bocca una parola, tu li avvertirai da parte mia. Quando io dirò all'empio: "Certo morirai!" se tu non l'avverti, e non parli per avvertire quell'empio di abbandonare la sua via malvagia, e salvargli così la vita, quell'empio morirà per la sua iniquità; ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano. Ma, se tu avverti l'empio, ed egli non si ritira dalla sua empietà e dalla sua via malvagia, egli morirà per la sua iniquità, ma tu avrai salvato te stesso. Quando un giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l'iniquità, se io gli pongo davanti una qualche occasione di caduta, egli morirà, perché tu non l'avrai avvertito; morirà per il suo peccato, e le cose giuste che avrà fatte non saranno più ricordate; ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano. Però, se tu avverti quel giusto perché non pecchi, e non pecca, egli certamente vivrà, perché è stato avvertito, e tu avrai salvato te stesso».

Ez 24:24-27
In quel luogo la mano del SIGNORE fu sopra di me, ed egli mi disse: «Àlzati, va' nella pianura, e là io parlerò con te». Io dunque mi alzai, uscii nella pianura, ed ecco che là c'era la gloria del SIGNORE, gloria simile a quella che avevo vista presso il fiume Chebar; e caddi faccia a terra. Ma lo spirito entrò in me; mi fece alzare in piedi, e il SIGNORE mi parlò e mi disse: «Va', chiuditi in casa tua! A te, figlio d'uomo, ecco, ti saranno messe addosso delle corde, con esse sarai legato, e tu non andrai in mezzo a loro. Io farò in modo che la lingua ti si attacchi al palato, perché tu rimanga muto e tu non possa esser per essi uno che li riprende; perché sono una casa ribelle. Ma quando io ti parlerò, ti aprirò la bocca, e tu dirai loro: "Così parla DIO, il Signore." Chi ascolta, ascolti; chi non vuole ascoltare non ascolti; poiché sono una casa ribelle.

CAPITOLO 4

L'assedio di Gerusalemme


2R 25:1-3; La 4:4-10
«Tu, figlio d'uomo, prendi un mattone, mettitelo davanti e disegnaci sopra una città, Gerusalemme; cingila d'assedio, costruisci contro di lei una torre, fa' contro di lei dei bastioni, circondala di vari accampamenti, e disponi contro di lei, tutto intorno, degli arieti. Prendi poi una piastra di ferro e piazzala come un muro di ferro fra te e la città; volta la tua faccia contro di essa; sia assediata, e tu cingila d'assedio. Questo sarà un segno per la casa d'Israele.
Poi sdràiati sul tuo lato sinistro, e metti su questo lato l'iniquità della casa d'Israele; per il numero di giorni che starai sdraiato su quel lato, tu porterai la loro iniquità. Io ti conterò gli anni della loro iniquità in un numero pari a quello di quei giorni: trecentonovanta giorni. Tu porterai così l'iniquità della casa d'Israele. Quando avrai compiuto quei giorni, ti sdraierai di nuovo sul tuo lato destro, e porterai l'iniquità della casa di Giuda per quaranta giorni: t'impongo un giorno per ogni anno. Tu volgerai la tua faccia e il tuo braccio nudo verso l'assedio di Gerusalemme, e profetizzerai contro di essa. Ecco, io ti metterò addosso delle corde, e tu non potrai voltarti da un lato sull'altro, finché tu non abbia compiuto i giorni del tuo assedio. Prendi anche frumento, orzo, fave, lenticchie, miglio, spelta, mettili in un vaso, fattene del pane sufficiente per tutto il tempo che starai sdraiato sul tuo lato; ne mangerai per trecentonovanta giorni. Il cibo che mangerai sarà del peso di venti sicli per giorno; lo mangerai una volta al giorno. Berrai pure dell'acqua a misura; la sesta parte di un hin; la berrai una volta al giorno. Mangerai delle focacce d'orzo, che metterai a cuocere sopra escrementi d'uomo, in loro presenza». Il SIGNORE disse: «Così i figli d'Israele mangeranno il loro pane contaminato, fra le nazioni dove io li caccerò».
Allora io dissi: «Ahimé, Signore, DIO, ecco, io non mi sono mai contaminato; dalla mia infanzia a ora, non ho mai mangiato carne di bestia morta da sé o sbranata, e non m'è mai entrata in bocca nessuna carne impura». Egli mi disse: «Guarda, io ti do dello sterco bovino, invece di escrementi d'uomo; sopra quello cuocerai il tuo pane!» Poi mi disse: «Figlio d'uomo, io farò mancare del tutto il sostegno del pane a Gerusalemme; essi mangeranno con angoscia pane razionato; e berranno acqua a misura, nel terrore, perché mancheranno di pane e d'acqua; saranno tutti avviliti e si consumeranno a causa della loro iniquità.

CAPITOLO 5

Giudizio e dispersione d'Israele


Gr 15:1-7; Le 26:23-38; 1R 9:6-9
«Tu, figlio d'uomo, prendi una spada affilata, un rasoio da barbiere, prendila e fattela passare sul capo e sulla barba; poi prendi una bilancia da pesare, e dividi i peli che avrai tagliati. Bruciane una terza parte nel fuoco in mezzo alla città, quando i giorni dell'assedio saranno compiuti; poi prendine un'altra terza parte, e percuotila con la spada attorno alla città; disperdi al vento l'ultima terza parte, dietro alla quale io sguainerò la spada. Di questa prendi una piccola quantità, e legala nei lembi della tua veste; e di questa prendi ancora una parte, gettala nel fuoco e bruciala nel fuoco; di là uscirà un fuoco contro tutta la casa d'Israele.
Così parla DIO, il Signore: Ecco Gerusalemme! Io l'avevo posta in mezzo alle nazioni e agli altri paesi che la circondavano; essa, per darsi all'empietà, si è ribellata alle mie leggi più delle nazioni, e alle mie prescrizioni più dei paesi che la circondavano; poiché ha disprezzato le mie leggi; non ha camminato seguendo le mie prescrizioni. Perciò così parla DIO, il Signore: Poiché voi siete stati più ribelli delle nazioni che vi circondano, in quanto non avete camminato seguendo le mie prescrizioni, non avete osservato le mie leggi e non avete neppure agito secondo le leggi delle nazioni che vi circondano, così parla DIO, il Signore: Eccomi, vengo io da te! Eseguirò in mezzo a te i miei giudizi, in presenza delle nazioni; farò a te quello che non ho mai fatto e che non farò mai più così, a motivo di tutte le tue abominazioni. Perciò, in mezzo a te, dei padri mangeranno i loro figli, e dei figli mangeranno i loro padri; io eseguirò su di te dei giudizi; disperderò a tutti i venti quel che rimarrà di te. Perciò, com'è vero che io vivo, dice DIO, il Signore, perché tu hai contaminato il mio santuario con tutte le tue infamie e con tutte le tue abominazioni, anch'io ti raderò, l'occhio mio non risparmierà nessuno e anch'io non avrò pietà. Una terza parte di te morirà di peste, e sarà consumata dalla fame in mezzo a te; una terza parte cadrà per la spada attorno a te, e ne disperderò a tutti i venti l'altra terza parte, e sguainerò contro di essa la spada.
Così si sfogherà la mia ira: io riverserò su di loro il mio furore e sarò soddisfatto; essi conosceranno che io, il SIGNORE, ho parlato nella mia gelosia, quando avrò sfogato su di loro il mio furore. Farò di te, sotto gli occhi di tutti i passanti, una desolazione, il vituperio delle nazioni che ti circondano. La tua infamia e il tuo disonore serviranno di ammonimento e di stupore per le nazioni che ti circondano, quando io avrò eseguito su di te i miei giudizi con ira, con furore, con indignati castighi - io, il SIGNORE, ho parlato - quando avrò scoccato contro di loro i letali dardi della fame, apportatori di distruzione e che io scaglierò per distruggervi, quando avrò aggravato su di voi la fame e vi avrò sottratto il sostegno del pane, quando avrò mandato contro di voi la fame e le bestie feroci che ti priveranno dei figli, quando la peste e il sangue ti avranno devastata, e quando io avrò fatto venire su di te la spada. Io, il SIGNORE, ho parlato».

CAPITOLO 6

Distruzione dell'idolatria


De 12:17 (Ez 20:27-33; Gr 2:19-20, 28; Le 26:30-41)
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, volta la tua faccia verso i monti d'Israele,
profetizza contro di loro,
e di': "O monti d'Israele,
ascoltate la parola del Signore, DIO!
Così parla il Signore, DIO,
ai monti e ai colli, ai burroni e alle valli:
Eccomi, io farò venire su di voi la spada e distruggerò i vostri alti luoghi.
I vostri altari saranno devastati,
le vostre colonne solari saranno spezzate,
e farò cadere i vostri cadaveri davanti ai vostri idoli.
Disseminerò i cadaveri dei figli d'Israele davanti ai loro idoli,
spargerò le vostre ossa attorno ai vostri altari.
Dovunque abitate, le città saranno rese desolate,
gli alti luoghi devastati,
affinché i vostri altari siano desolati e segno di colpa,
i vostri idoli siano infranti e scompaiano,
le vostre colonne solari siano spezzate
e tutte le vostre opere siano spazzate via.
I morti cadranno in mezzo a voi,
e voi conoscerete che io sono il SIGNORE.
Tuttavia, io vi lascerò un residuo;
poiché avrete alcuni scampati dalla spada in mezzo alle nazioni,
quando sarete dispersi in vari paesi.
I vostri superstiti si ricorderanno di me
fra i popoli dove saranno stati deportati,
poiché io spezzerò il loro cuore adultero che si è allontanato da me
e farò piangere i loro occhi che hanno commesso adulterio con i loro idoli;
avranno disgusto di loro stessi,
per i mali che hanno commessi
con tutte le loro abominazioni.
Conosceranno che io sono il SIGNORE,
e che non invano li ho minacciati
di far loro questo male.
Così parla DIO, il Signore:
Batti le mani e i piedi, e di': «Ahimé!»
a causa di tutte le scellerate abominazioni della casa d'Israele,
che cadrà di spada, di fame e di peste.
Chi sarà lontano morirà di peste;
chi sarà vicino cadrà di spada;
chi sarà rimasto e sarà assediato, perirà di fame;
io sfogherò così il mio furore su di loro.
Voi conoscerete che io sono il SIGNORE,
quando i loro morti saranno in mezzo ai loro idoli,
attorno ai loro altari,
sopra ogni alto colle, su tutte le vette dei monti,
sotto ogni albero verdeggiante, sotto ogni quercia dal folto fogliame,
là dove essi offrivano profumi d'odor soave
a tutti i loro idoli.
Io stenderò su di loro la mia mano
e renderò il paese più solitario e desolato
del deserto di Dibla,
dovunque essi abitano;
conosceranno che io sono il SIGNORE"».

CAPITOLO 7

Imminenza del castigo


Ez 12:21-28; So 1:14-18
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, così parla il Signore, DIO,
riguardo al paese d'Israele: La fine, la fine viene sulle quattro estremità del paese!
La tua fine è imminente;
io manderò contro di te la mia ira,
ti giudicherò secondo la tua condotta,
ti farò ricadere addosso tutte le tue abominazioni.
Il mio occhio ti sarà addosso senza pietà,
io non avrò compassione;
ti farò ricadere addosso la tua condotta,
le tue abominazioni saranno in mezzo a te;
e voi conoscerete che io sono il SIGNORE.
Così parla DIO, il Signore:
Sventura!
ecco viene una sventura!
La fine viene, viene la fine! Essa si sveglia per te!
ecco viene!
Viene il tuo turno, o abitante del paese!
Il tempo viene, il giorno si avvicina: giorno di tumulto,
e non di grida gioiose su per i monti.
Ora, tra breve, io spanderò su di te il mio furore,
sfogherò su di te la mia ira,
ti giudicherò secondo la tua condotta,
ti farò ricadere addosso tutte le tue abominazioni.
Il mio occhio sarà senza pietà,
io non avrò compassione;
ti farò ricadere addosso la tua condotta,
le tue abominazioni saranno in mezzo a te,
e voi conoscerete che io sono il SIGNORE,
colui che colpisce.
Ecco il giorno! ecco viene!
Viene il tuo turno!
La verga è fiorita!
l'orgoglio è sbocciato!
La violenza si alza come verga dell'empietà;
nulla più rimane di essi, della loro folla tumultuosa, del loro fracasso,
nulla della loro magnificenza!
Giunge il tempo, il giorno si avvicina!
Chi compra non si rallegri,
chi vende non se ne dispiaccia,
perché un'ira ardente è sospesa su tutta la loro moltitudine.
Infatti chi vende non tornerà in possesso di ciò che avrà venduto,
anche se fosse tuttora in vita;
poiché la visione contro tutta la loro moltitudine non sarà revocata,
e nessuno potrà con il suo peccato salvare la propria vita.
Suona la tromba, tutto è pronto,
ma nessuno va alla battaglia;
infatti la mia ira ardente è sospesa su tutta la loro moltitudine.

Gr 6:22-26; Ez 6
Di fuori, la spada; di dentro, la peste e la fame!
Chi è nei campi morirà di spada;
chi è in città sarà divorato dalla fame e dalla peste.
Quelli di loro che riusciranno a scampare
staranno su per i monti come le colombe delle valli;
tutti quanti gemendo,
ognuno per la propria iniquità.
Tutte le mani diverranno fiacche,
tutte le ginocchia si scioglieranno in acqua.
Si vestiranno di sacchi,
lo spavento servirà loro di coperta;
la vergogna sarà su tutti i volti,
avranno tutti il capo rasato.
Getteranno il loro argento per le strade,
il loro oro sarà per essi immondizia;
il loro argento e il loro oro non li potranno salvare
nel giorno del furore del SIGNORE;
non potranno saziare la loro fame,
né riempirsi le viscere;
perché furono quelli la causa per cui caddero nella loro iniquità.
La bellezza dei loro ornamenti era per loro fonte d'orgoglio;
e ne hanno fatto delle immagini delle loro abominazioni, delle loro divinità esecrande;
perciò io farò in modo che siano per essi una cosa immonda;
abbandonerò tutto come preda in mano degli stranieri,
come bottino in mano degli empi della terra,
che lo profaneranno.
Allontanerò la mia faccia da loro
e i nemici profaneranno il mio tesoro:
dei briganti vi entreranno e lo profaneranno.
Prepara le catene!
poiché questo paese è pieno di assassini,
questa città è piena di violenza.
Io farò venire le più malvagie delle nazioni,
che s'impadroniranno delle loro case;
farò venir meno la superbia dei potenti
e i loro santuari saranno profanati.
Viene la rovina!
Essi cercheranno la pace, ma non la troveranno.
Verrà sventura dopo sventura,
allarme dopo allarme;
chiederanno visioni ai profeti,
ai sacerdoti mancherà la conoscenza della legge,
agli anziani il consiglio.
Il re sarà in lutto, il principe rivestito di desolazione,
le mani del popolo del paese tremeranno di spavento.
Io li tratterò secondo la loro condotta,
li giudicherò secondo quanto meritano;
e conosceranno che io sono il SIGNORE».

CAPITOLO 8

Idolatria d'Israele


Ez 1:26-28 (De 5:8-9; 32:16, 21; 2R 21:7)
Il sesto anno, il quinto giorno del sesto mese, mentre stavo seduto in casa mia e gli anziani di Giuda erano seduti in mia presenza, la mano del Signore, di DIO, cadde su di me.
Io guardai, ed ecco una figura d'uomo, che aveva l'aspetto del fuoco; dai fianchi in giù pareva fuoco; e dai fianchi in su aveva un aspetto risplendente, come un bagliore di metallo. Egli stese una forma di mano e mi prese per una ciocca dei miei capelli; lo spirito mi sollevò fra terra e cielo, e mi trasportò in visioni divine a Gerusalemme, all'ingresso della porta interna che guarda verso il settentrione, dov'era situato l'idolo della gelosia, che provoca gelosia. Ed ecco, là era la gloria del DIO d'Israele, come nella visione che avevo avuta nella valle.
Egli mi disse: «Figlio d'uomo, alza ora gli occhi verso il settentrione». Io alzai gli occhi verso il settentrione, ed ecco che al settentrione della porta dell'altare, all'ingresso, stava quell'idolo della gelosia. Egli mi disse: «Figlio d'uomo, vedi ciò che fanno costoro? Le grandi abominazioni che la casa d'Israele commette qui, perché io mi allontani dal mio santuario? Ma tu vedrai altre abominazioni ancora più grandi».
Egli mi condusse all'ingresso del cortile. Io guardai, ed ecco un buco nel muro. Allora egli mi disse: «Figlio d'uomo, adesso fa' un'apertura nel muro». Quando io ebbi fatto un'apertura nel muro, ecco una porta. Egli mi disse: «Entra, e guarda le scellerate abominazioni che costoro commettono qui». Io entrai, e guardai; ed ecco ogni sorta di figure di rettili e di bestie abominevoli, e tutti gli idoli della casa d'Israele dipinti sul muro tutto attorno; settanta fra gli anziani della casa d'Israele, in mezzo ai quali era Iaazania, figlio di Safan, stavano in piedi davanti a quelli, tenendo ciascuno un turibolo in mano, dal quale saliva il profumo in nuvole d'incenso. Egli mi disse: «Figlio d'uomo, hai visto ciò che gli anziani della casa d'Israele fanno nelle tenebre, ciascuno nelle camere riservate alle sue immagini? Infatti dicono: "Il SIGNORE non ci vede, il SIGNORE ha abbandonato il paese"». Poi mi disse: «Tu vedrai altre abominazioni, ancora più grandi, che costoro commettono».

2R 21:4-5; Gr 7:17-20
Mi condusse all'ingresso della porta della casa del SIGNORE, che è verso settentrione; ed ecco là sedevano delle donne che piangevano Tammuz. Egli mi disse: «Hai visto, figlio d'uomo? Tu vedrai abominazioni ancora più grandi di queste».
Mi condusse nel cortile della casa del SIGNORE; ed ecco, all'ingresso del tempio del SIGNORE, fra il portico e l'altare, circa venticinque uomini che voltavano le spalle alla casa del SIGNORE, e la faccia verso l'oriente; si prostravano verso l'oriente, davanti al sole. Egli mi disse: «Hai visto, figlio d'uomo? È forse poca cosa per la casa di Giuda commettere le abominazioni che commette qui, perché debba anche riempire il paese di violenza, e tornare sempre a provocare la mia ira? Ecco che s'accostano il ramo al naso. Anch'io agirò con furore; il mio occhio sarà senza pietà; io non avrò misericordia; per quanto gridino ad alta voce ai miei orecchi, io non darò loro ascolto».

CAPITOLO 9

Giudizio contro gli idolatri


(Ap 7:2-8; 9:4) 2Cr 36:14-17 (Ml 3:16-18; 4:1-2)
Poi gridò ad alta voce alle mie orecchie, e disse: «Fate avvicinare quelli che debbono punire la città, e ciascuno abbia in mano la sua arma di distruzione».
Ed ecco venire dal lato della porta superiore che guarda verso settentrione sei uomini, ognuno dei quali aveva in mano la sua arma di distruzione. In mezzo a loro c'era un uomo vestito di lino, che aveva un corno da scrivano alla cintura; essi vennero a mettersi di fianco all'altare di rame. E la gloria del DIO d'Israele si alzò dal cherubino sul quale stava, e andò verso la soglia della casa. Il SIGNORE chiamò l'uomo vestito di lino, che aveva il calamaio da scrivano alla cintura, e gli disse: «Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme, e fa' un segno sulla fronte degli uomini che sospirano e gemono per tutte le abominazioni che si commettono in mezzo a lei». Agli altri, in modo che io sentissi, disse: «Passate per la città dietro a lui, e colpite; il vostro occhio sia senza pietà, e non abbiate compassione; uccidete, sterminate vecchi, giovani, vergini, bambini e donne, ma non vi avvicinate ad alcuno che porti il segno; cominciate dal mio santuario». Essi cominciarono da quegli anziani che stavano davanti alla casa. Poi egli disse loro: «Contaminate la casa e riempite di cadaveri i cortili! Uscite!» Quelli uscirono, e andarono colpendo per la città.
Mentre essi colpivano e io ero rimasto solo, caddi faccia a terra, e gridai: «Ahimé, Signore, DIO, distruggerai forse tutto ciò che è rimasto d'Israele, riversando il tuo furore su Gerusalemme?» Egli mi rispose: «L'iniquità della casa d'Israele e di Giuda è troppo grande; il paese è pieno di sangue, e la città è piena d'ingiustizie; poiché dicono: "Il SIGNORE ha abbandonato il paese, il SIGNORE non vede nulla". Perciò, anche il mio occhio sarà senza pietà, io non avrò compassione, e farò ricadere sul loro capo la loro condotta».
Ed ecco, l'uomo vestito di lino, che aveva il calamaio da scrivano alla cintura, venne a fare il suo rapporto, e disse: «Ho fatto come tu mi hai comandato».

CAPITOLO 10

La gloria di Dio abbandona il tempio


Am 2:4-5; 2R 25:8-10
Io guardai, ed ecco, sulla distesa sopra il capo dei cherubini, c'era come una pietra di zaffiro; si vedeva come una specie di trono che stava sopra di loro. Il SIGNORE parlò all'uomo vestito di lino, e disse: «Va' fra le ruote sotto i cherubini, riémpiti le mani di carboni ardenti tolti in mezzo ai cherubini, e spargili sulla città». Ed egli vi andò in mia presenza.
I cherubini stavano al lato destro della casa, quando l'uomo entrò là; la nuvola riempì il cortile interno. La gloria del SIGNORE si alzò sopra i cherubini, movendosi verso la soglia della casa; la casa fu riempita della nuvola; il cortile fu ricolmo dello splendore della gloria del SIGNORE. Il rumore delle ali dei cherubini si udì fino al cortile esterno, simile alla voce del Dio onnipotente quand'egli parla.
Quando il SIGNORE ebbe dato all'uomo vestito di lino l'ordine di prendere del fuoco in mezzo alle ruote che sono tra i cherubini, quegli venne a fermarsi presso una delle ruote. Uno dei cherubini stese la mano fra gli altri cherubini verso il fuoco che era in mezzo ai cherubini, ne prese e lo mise nelle mani dell'uomo vestito di lino, che lo ricevette, e uscì. Vidi che i cherubini avevano una forma di mano d'uomo sotto le ali.

(Ez 1; 11:22-23) Mt 23:38
Io guardai, ed ecco quattro ruote presso i cherubini, una ruota presso ogni cherubino; e le ruote avevano il bagliore di una pietra di crisolito. A vederle, tutte e quattro avevano una medesima forma, come se una ruota fosse in mezzo all'altra. Quando si movevano, si movevano dai loro quattro lati; e movendosi, non si voltavano, ma seguivano la direzione dal luogo verso il quale guardava il capo, e, andando, non si voltavano. Tutto il corpo dei cherubini, i loro dorsi, le loro mani, le loro ali, come pure le ruote, le ruote di tutti e quattro, erano pieni d'occhi tutto attorno. Udii che le ruote erano chiamate «Turbine». Ogni cherubino aveva quattro facce: la prima faccia era una faccia di cherubino; la seconda faccia, una faccia d'uomo; la terza, una faccia di leone; la quarta, una faccia d'aquila. I cherubini si alzarono. Erano gli stessi esseri viventi che avevo visti presso il fiume Chebar. Quando i cherubini si movevano, anche le ruote si movevano accanto a loro; e quando i cherubini spiegavano le ali per alzarsi da terra, anche le ruote non deviavano dal loro lato. Quando quelli si fermavano, anche queste si fermavano; quando quelli s'innalzavano, anche queste s'innalzavano con loro, perché lo spirito degli esseri viventi era in esse.
La gloria del SIGNORE partì dalla soglia della casa e si fermò sui cherubini. I cherubini spiegarono le loro ali e s'innalzarono su dalla terra; io li vidi partire, con le ruote accanto a loro. Si fermarono all'ingresso della porta orientale della casa del SIGNORE; e la gloria del Dio d'Israele stava sopra di loro, su in alto. Erano gli stessi esseri viventi che avevo visti sotto il Dio d'Israele presso il fiume Chebar; riconobbi che erano cherubini. Ognuno di essi aveva quattro facce, ognuno quattro ali; sotto le loro ali appariva la forma di mani d'uomo. Quanto all'aspetto delle loro facce, erano le facce che avevo viste presso il fiume Chebar; erano le stesse sembianze, i medesimi cherubini. Ognuno andava diritto davanti a sé.

CAPITOLO 11

Giudizio contro gli empi; promessa della restaurazione


Ez 24:1-14
Poi lo spirito mi portò in alto, e mi condusse alla porta orientale della casa del SIGNORE che guardava verso oriente; ed ecco, all'ingresso della porta, venticinque uomini; in mezzo a essi vidi Iaazania, figlio di Azzur, e Pelatia, figlio di Benaia, capi del popolo. Il SIGNORE mi disse: «Figlio d'uomo, questi sono gli uomini che tramano iniquità, e danno cattivi consigli in questa città. Essi dicono: "Il tempo non è così vicino! Costruiamo pure delle case! Questa città è la pentola e noi siamo la carne". Perciò profetizza contro di loro, profetizza, figlio d'uomo!»
Lo spirito del SIGNORE cadde su di me, e mi disse:
«Di': Così parla il SIGNORE:
Voi parlate a quel modo, casa d'Israele,
e io conosco le cose che vi passano per la mente.
Voi avete moltiplicato i vostri omicidi in questa città,
ne avete riempito di cadaveri le strade.
Perciò così parla DIO, il Signore:
I vostri morti, che avete stesi in mezzo a questa città,
sono la carne, e la città è la pentola;
ma voi ne sarete portati fuori.
Voi avete paura della spada,
e io farò venire su di voi la spada,
dice il Signore, DIO.
Io vi porterò fuori dalla città
e vi darò in mano di stranieri;
eseguirò su di voi i miei giudizi.
Voi cadrete per la spada,
io vi giudicherò sulle frontiere d'Israele,
e voi conoscerete che io sono il SIGNORE.
Questa città non sarà per voi una pentola,
voi non sarete in mezzo a lei la carne;
io vi giudicherò sulle frontiere d'Israele.
Voi conoscerete che io sono il SIGNORE,
del quale non avete seguito le prescrizioni
né messo in pratica le leggi,
ma avete agito secondo le leggi delle nazioni che vi circondano».

Gr 24 (Ez 36:24, ecc.; Gr 32:36, ecc.)
Mentre io profetizzavo, Pelatia, figlio di Benaia morì; io caddi faccia a terra, e gridai ad alta voce: «Ahimé, Signore, DIO, vuoi tu porre fine al resto d'Israele?»
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, i tuoi fratelli, i tuoi fratelli,
gli uomini del tuo parentado e tutta quanta la casa d'Israele
sono quelli ai quali gli abitanti di Gerusalemme hanno detto:
"Statevene lontani dal SIGNORE!
a noi è dato il possesso del paese".
Perciò di': "Così parla DIO, il Signore:
Sebbene io li abbia allontanati fra le nazioni
e li abbia dispersi per i paesi,
io sarò per loro, per qualche tempo, un santuario
nei paesi dove sono andati".
Perciò di': "Così parla DIO, il Signore:
Io vi raccoglierò in mezzo ai popoli,
vi radunerò dai paesi dove siete stati dispersi,
e vi darò la terra d'Israele".
Quelli vi giungeranno,
e ne toglieranno tutte le cose esecrande
e tutte le abominazioni.
Io darò loro un medesimo cuore,
metterò dentro di loro un nuovo spirito,
toglierò dal loro corpo il cuore di pietra,
e metterò in loro un cuore di carne,
perché camminino secondo le mie prescrizioni
e osservino le mie leggi e le mettano in pratica;
essi saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio.
Ma quanto a quelli il cui cuore è attaccato alle loro cose esecrande e alle loro abominazioni,
io farò ricadere sul loro capo la loro condotta,
dice il Signore, DIO».

Ez 43:1-7
Poi i cherubini spiegarono le loro ali, e le ruote si mossero accanto a loro; la gloria del Dio d'Israele stava su di loro, in alto. La gloria del SIGNORE s'innalzò in mezzo alla città e si fermò sul monte situato a oriente della città. Lo spirito mi portò in alto, e mi condusse in Caldea presso i deportati, in visione, mediante lo spirito di Dio; la visione che avevo avuta scomparve davanti a me; io riferii ai deportati tutte le parole che il SIGNORE mi aveva dette in visione.

CAPITOLO 12

Giudizio contro il re; dispersione del popolo


Gr 52:3-11, 15
La parola del SIGNORE mi fu ancora rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, tu abiti in mezzo a una casa ribelle che ha occhi per vedere e non vede, orecchi per udire e non ode, perché è una casa ribelle. Perciò, figlio d'uomo, prepàrati un bagaglio da esiliato, e parti di giorno, in loro presenza, come se tu andassi in esilio; parti, in loro presenza, dal luogo dove tu sei, per un altro luogo; forse vi porranno mente; perché sono una casa ribelle. Metti dunque fuori, di giorno, in loro presenza, il tuo bagaglio, simile a quello di chi va in esilio; poi la sera, esci tu stesso, in loro presenza, come fanno quelli che se ne vanno esuli. Fa', in loro presenza, un foro nel muro, e attraverso di esso porta fuori il tuo bagaglio. Portalo sulle spalle, in loro presenza; portalo fuori quando farà buio; copriti la faccia per non veder la terra; perché io faccio di te un segno per la casa d'Israele».
Io feci così come mi era stato comandato; portai fuori di giorno il mio bagaglio, bagaglio di esiliato, e sulla sera feci con le mie mani un foro nel muro; quando fu buio portai fuori il bagaglio e me lo misi sulle spalle in loro presenza.
La mattina la parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, la casa d'Israele, questa casa ribelle, non ti ha chiesto: "Che fai?" Di' loro: "Così parla DIO, il Signore: Quest'oracolo concerne il principe che è in Gerusalemme, e tutta la casa d'Israele di cui essi fanno parte".
Di': "Io sono per voi un segno";
come ho fatto io, così sarà fatto a loro:
essi andranno in esilio, in schiavitù.
Il principe che è in mezzo a loro
porterà il suo bagaglio sulle spalle quando farà buio, e partirà;
si farà un foro nel muro, per farlo uscire di là;
egli si coprirà la faccia
per non vedere con i suoi occhi la terra.
Io stenderò su di lui la mia rete,
egli sarà preso nel mio laccio;
lo deporterò a Babilonia, nella terra dei Caldei,
ma egli non la vedrà, e laggiù morrà.
Io disperderò a tutti i venti quelli che lo circondano per aiutarlo,
tutti i suoi eserciti,
e sguainerò la spada dietro a loro.
Essi conosceranno che io sono il SIGNORE,
quando li avrò sparsi fra le nazioni
e dispersi nei paesi stranieri.
Ma lascerò di loro alcuni pochi uomini
scampati dalla spada, dalla fame e dalla peste,
affinché raccontino tutte le loro abominazioni fra le nazioni
dove saranno giunti;
conosceranno che io sono il SIGNORE».

Ez 4:9, ecc. (cfr. 2R 25:1-10)
La parola del SIGNORE mi fu ancora rivolta, in questi termini:
«Figlio d'uomo, mangia il tuo pane con tremore,
bevi la tua acqua con preoccupazione e angoscia;
di' al popolo del paese:
"Così parla DIO, il Signore,
riguardo agli abitanti di Gerusalemme nella terra d'Israele:
Mangeranno il loro pane con angoscia
e berranno la loro acqua con spavento,
poiché il loro paese sarà desolato, spogliato di tutto ciò che contiene,
a causa della violenza di tutti quelli che l'abitano.
Le città abitate saranno ridotte in rovine,
e il paese sarà desolato;
e voi conoscerete che io sono il SIGNORE"».

Ez 7:1-13; 2P 3:3-4
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo: Che proverbio è questo
che voi ripetete nel paese d'Israele
quando dite: "Passano i giorni
e ogni visione si è dimostrata vana?"
Perciò di' loro:
"Così parla DIO, il Signore:
Io farò cessare questo proverbio,
non lo si ripeterà più in Israele;
di' loro, invece:
Si avvicinano i giorni
in cui si realizzerà ogni visione;
poiché nessuna visione sarà più vana,
né vi sarà più divinazione ingannevole
in mezzo alla casa d'Israele.
Io, infatti, sono il SIGNORE;
qualunque sia la parola che avrò detta,
essa sarà messa ad effetto;
non sarà più rinviata;
poiché nei vostri giorni, casa ribelle,
io pronunzierò una parola, e la metterò a effetto,
dice DIO, il Signore"».
La parola del SIGNORE mi fu ancora rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, ecco, quelli della casa d'Israele dicono:
"La visione che ha costui riguarda giorni futuri,
egli profetizza per tempi lontani".
Perciò di' loro:
"Così parla DIO, il Signore:
Nessuna delle mie parole sarà più rinviata;
la parola che avrò pronunziata sarà messa ad effetto,
dice DIO, il Signore"».

CAPITOLO 13

Contro i falsi profeti e le false profetesse


Gr 14:13-16; 23:9-32; 29:20, ecc.; Mi 3:5-6
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, profetizza contro i profeti d'Israele che profetizzano, e di' a quelli che profetizzano secondo la propria volontà:
"Ascoltate la parola del SIGNORE.
Così parla DIO, il Signore:
Guai ai profeti stolti,
che seguono il loro proprio spirito, e parlano di cose che non hanno viste!
O Israele, i tuoi profeti sono stati
come volpi tra le rovine!
Voi non siete saliti alle brecce,
non avete costruito riparo attorno alla casa d'Israele, per poter resistere alla battaglia
nel giorno del SIGNORE.
Hanno visioni vane, divinazioni bugiarde,
costoro che dicono: «Il SIGNORE ha detto!»
mentre il SIGNORE non li ha mandati;
e sperano che la loro parola si adempirà!
Non avete voi visioni vane
e non pronunziate forse divinazioni bugiarde,
quando dite: «Il SIGNORE ha detto»
e io non ho parlato?
Perciò, così parla DIO, il Signore:
Poiché proferite cose vane
e avete visioni bugiarde,
eccomi contro di voi,
dice DIO, il Signore.
La mia mano sarà contro i profeti
dalle visioni vane e dalle divinazioni bugiarde;
essi non saranno più nel consiglio del mio popolo,
non saranno più iscritti nel registro della casa d'Israele,
non entreranno nel paese d'Israele;
voi conoscerete che io sono DIO, il Signore.
Proprio perché sviano il mio popolo, dicendo: «Pace!» quando non c'è alcuna pace,
e perché quando il popolo costruisce un muro,
ecco che costoro lo intonacano di malta che non regge,
di' a quelli che lo intonacano di malta che non regge, che esso cadrà;
verrà una pioggia scrosciante,
e voi, o pietre di grandine, cadrete;
e si scatenerà un vento tempestoso;
ed ecco, quando il muro cadrà,
non vi si dirà forse:
«E dov'è la malta con cui l'avevate intonacato?»
Perciò così parla DIO, il Signore:
Io, nel mio furore, farò scatenare un vento tempestoso,
nella mia ira farò cadere una pioggia scrosciante,
e nella mia indignazione, delle pietre di grandine sterminatrice.
Demolirò il muro che voi avete intonacato con malta che non regge,
lo rovescerò a terra e i suoi fondamenti saranno messi allo scoperto;
esso cadrà e voi sarete distrutti assieme a esso;
conoscerete che io sono il SIGNORE.
Così sfogherò il mio furore su quel muro
e su quelli che l'hanno intonacato di malta che non regge;
vi dirò: «Il muro non è più,
e quelli che lo intonacavano non sono più:
cioè i profeti d'Israele, che profetizzavano riguardo a Gerusalemme
e hanno per lei delle visioni di pace,
benché non vi sia alcuna pace,
dice DIO, il Signore»".

Ap 2:20-23
«Tu, figlio d'uomo, volgi la faccia verso le figlie del tuo popolo
che profetizzano secondo la propria volontà
e profetizza contro di loro,
e di': "Così parla DIO, il Signore:
Guai alle donne che cuciono nastri per tutti i gomiti,
e fanno veli per le teste d'ogni altezza,
per dar la caccia alle persone!
Pretendereste forse di dar la caccia alle persone del mio popolo
e salvare voi stesse?
Voi mi oltraggiate in mezzo al mio popolo
per delle manciate d'orzo e per dei pezzi di pane,
facendo morire coloro che non devono morire
e facendo vivere coloro che non devono vivere,
mentendo al mio popolo, che dà ascolto alle menzogne.
Perciò, così parla DIO, il Signore:
Eccomi ai vostri nastri,
con i quali voi date la caccia alle persone come agli uccelli!
Io ve li strapperò dalle braccia,
e lascerò andare le persone: le persone che voi catturate al laccio come gli uccelli.
Strapperò pure i vostri veli,
libererò il mio popolo dalle vostre mani;
ed egli non sarà più nelle vostre mani per cadere nei lacci,
e voi saprete che io sono il SIGNORE.
Poiché avete rattristato il cuore del giusto con le menzogne,
quando io non lo rattristavo,
e avete rafforzato le mani dell'empio,
perché non si convertisse dalla sua via malvagia per ottenere la vita,
voi non avrete più visioni vane
e non praticherete più la divinazione;
io libererò il mio popolo dalle vostre mani
e voi conoscerete che io sono il SIGNORE"».

CAPITOLO 14

Il Signore non permette agli idolatri di consultarlo


Za 7; Pr 28:9
Vennero da me alcuni anziani d'Israele e si sedettero davanti a me. La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, questi uomini hanno innalzato idoli nel loro cuore e si sono messi davanti all'intoppo che li fa cadere nella loro iniquità; come potrei io essere consultato da costoro? Perciò parla e di' loro: "Così dice DIO, il Signore: Chiunque della casa d'Israele innalza i suoi idoli nel suo cuore e pone davanti a sé l'intoppo che lo fa cadere nella sua iniquità, e poi viene al profeta, io, il SIGNORE, gli risponderò come si merita per la moltitudine dei suoi idoli, allo scopo di toccare il cuore di quelli della casa d'Israele che si sono allontanati da me per i loro idoli". Perciò di' alla casa d'Israele: "Così parla DIO, il Signore: Tornate, allontanatevi dai vostri idoli, distogliete le vostre facce da tutte le vostre abominazioni. Poiché, a chiunque della casa d'Israele o degli stranieri che soggiornano in Israele si separa da me, innalza i suoi idoli nel suo cuore e pone davanti a sé l'intoppo che lo fa cadere nella sua iniquità e poi viene al profeta per consultarmi per suo mezzo, risponderò io, il SIGNORE, proprio io. Io volgerò la mia faccia contro quell'uomo, ne farò un segno e un proverbio, e lo toglierò via dal mezzo del mio popolo; e voi conoscerete che io sono il SIGNORE.
Se il profeta si lascia sedurre e dice qualche parola, io, il SIGNORE, sono colui che avrò sedotto quel profeta; stenderò la mia mano contro di lui e lo distruggerò in mezzo al mio popolo d'Israele. Entrambi porteranno la pena della loro iniquità: la pena del profeta sarà pari alla pena di colui che lo consulta, affinché quelli della casa d'Israele non vadano più sviandosi lontano da me, non si contaminino più con tutte le loro trasgressioni, siano invece mio popolo e io sia il loro Dio, dice il Signore, DIO"».

L'esempio dei tre uomini giusti


Gr 15:1-4; Ge 18:20-32; Gr 24
La parola del SIGNORE mi fu ancora rivolta, in questi termini:
«Figlio d'uomo, se un popolo peccasse contro di me commettendo qualche infedeltà, e io stendessi la mia mano contro di lui, e gli spezzassi l'asse del pane, e gli mandassi contro la fame, e ne sterminassi uomini e bestie, e in mezzo a esso si trovassero questi tre uomini: Noè, Daniele e Giobbe, questi non salverebbero che sé stessi, per la loro giustizia, dice DIO, il Signore. Se io facessi passare per quel paese delle bestie feroci che lo spopolassero, al punto da renderlo un deserto dove nessuno passasse più a causa di quelle bestie, se in mezzo ad esso si trovassero quei tre uomini, com'è vero che io vivo, dice DIO, il Signore, essi non salverebbero né figli né figlie; essi soltanto sarebbero salvati, ma il paese rimarrebbe desolato. O se io facessi venire la spada contro quel paese, e dicessi: "Passi la spada per il paese!" in modo che ne sterminasse uomini e bestie, se in mezzo ad esso si trovassero quei tre uomini, com'è vero che io vivo, dice DIO, il Signore, essi non salverebbero né figli né figlie, ma essi soltanto sarebbero salvati. O se contro quel paese mandassi la peste, e riversassi su di esso il mio furore fino al sangue, per sterminare uomini e bestie, se in mezzo ad esso si trovassero Noè, Daniele, Giobbe, com'è vero che io vivo, dice DIO, il Signore, essi non salverebbero né figli né figlie; non salverebbero che sé stessi, per la loro giustizia.
Infatti così parla DIO, il Signore: Non altrimenti avverrà quando manderò contro Gerusalemme i miei quattro tremendi giudizi: la spada, la fame, le bestie feroci e la peste, per sterminare uomini e bestie. Ma ecco, ne scamperà un residuo, dei figli e delle figlie, che saranno condotti fuori, che giungeranno a voi, e di cui vedrete la condotta e le azioni; allora vi consolerete del male che io faccio venire su Gerusalemme, di tutto quello che faccio venire su di lei. Essi vi consoleranno quando vedrete la loro condotta e le loro azioni, e riconoscerete che, non senza ragione, io faccio quello che faccio contro di lei, dice DIO, il Signore».

CAPITOLO 15

L'inutilità dell'Israele infedele


Is 5:1-7; Gv 15:5-6
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, il legno della vite che cos'è più di qualunque altro legno?
che cos'è il tralcio che è fra gli alberi della foresta?
Se ne può prendere il legno per farne un qualunque lavoro?
Si può forse ricavarne un piolo per appendervi un qualche oggetto?
Ecco, esso è gettato nel fuoco, perché si consumi:
il fuoco ne consuma i due capi, e il mezzo si carbonizza;
è forse adatto a farne qualcosa?
Ecco, mentre era intatto, non se ne poteva fare alcun lavoro;
quanto meno se ne potrà fare qualche lavoro
quando il fuoco l'abbia consumato o carbonizzato!
Perciò, così parla DIO, il Signore:
Com'è tra gli alberi della foresta il legno della vite,
che io destino al fuoco perché lo consumi,
così farò degli abitanti di Gerusalemme.
Io volgerò la mia faccia contro di loro;
dal fuoco sono usciti e il fuoco li consumerà;
riconoscerete che io sono il SIGNORE,
quando avrò girato la mia faccia contro di loro.
Renderò il paese desolato,
perché hanno agito in modo infedele,
dice DIO, il Signore».

CAPITOLO 16

Gerusalemme paragonata a una prostituta


(De 32:8-21; Gr 2:1-13; Ez 23:1-21) Ap 17
La parola del SIGNORE mi fu ancora rivolta, in questi termini:
«Figlio d'uomo, fa' conoscere a Gerusalemme le sue abominazioni e di':
"Così parla DIO, il Signore, a Gerusalemme: Per la tua origine e per la tua nascita sei del paese del Cananeo; tuo padre era un Amoreo, tua madre un'Ittita. Quanto alla tua nascita, il giorno che nascesti l'ombelico non ti fu tagliato, non fosti lavata con acqua per pulirti, non fosti sfregata con sale, né fosti fasciata. Nessuno ebbe sguardi di pietà per te, per farti una sola di queste cose, mosso a compassione di te; ma fosti gettata nell'aperta campagna, il giorno che nascesti, per il disprezzo che si aveva di te.
Io ti passai accanto, vidi che ti dibattevi nel sangue e ti dissi: «Vivi, tu che sei nel sangue!» Ti ripetei: «Vivi, tu che sei nel sangue!» Io ti farò moltiplicare per miriadi, come il germoglio dei campi. Tu ti sviluppasti, crescesti, giungesti al colmo della bellezza, il tuo seno si formò, la tua capigliatura crebbe abbondante, ma tu eri nuda e scoperta. Io ti passai accanto, ti guardai, ed ecco, il tuo tempo era giunto: il tempo degli amori; io stesi su di te il lembo della mia veste e coprii la tua nudità; ti feci un giuramento, entrai in un patto con te, dice DIO, il Signore, e tu fosti mia.
Ti lavai con acqua, ti ripulii del sangue che avevi addosso e ti unsi con olio. Ti misi delle vesti ricamate, dei calzari di pelle di delfino, ti cinsi il capo di lino fino, ti ricoprii di seta. Ti fornii d'ornamenti, ti misi dei braccialetti ai polsi e una collana al collo. Ti misi un anello al naso, dei pendenti agli orecchi e una magnifica corona in capo. Così fosti adorna d'oro e d'argento; fosti vestita di lino fino, di seta e di ricami; tu mangiasti fior di farina, miele e olio; diventasti bellissima e giungesti fino a regnare. La tua fama si sparse fra le nazioni, per la tua bellezza; essa infatti era perfetta, perché io ti avevo rivestita della mia magnificenza, dice DIO, il Signore.
Ma tu, inebriata della tua bellezza, ti prostituisti sfruttando la tua fama e offrendoti a ogni passante, a chi voleva. Tu prendesti delle tue vesti, ti facesti degli alti luoghi ornati di vari colori, e là ti prostituisti: cose tali non ne avvennero mai, e non ne avverranno più. Prendesti pure i tuoi bei gioielli fatti del mio oro e del mio argento, che io ti avevo dati, te ne facesti delle immagini d'uomo, e ad esse ti prostituisti; prendesti le tue vesti ricamate e ne ricopristi quelle immagini, davanti alle quali tu mettesti il mio olio e il mio profumo. Così anche il mio pane che ti avevo dato, il fior di farina, l'olio e il miele con cui ti nutrivo, tu li mettesti davanti a loro, come un profumo di soave odore. Questo si fece! dice DIO, il Signore.
Prendesti inoltre i tuoi figli e le tue figlie, che mi avevi partoriti, e li offristi loro in sacrificio, perché li divorassero. Non bastavano dunque le tue prostituzioni, perché tu avessi anche a scannare i miei figli, e a darli loro facendoli passare per il fuoco? In mezzo a tutte le tue abominazioni e alle tue prostituzioni, non ti sei ricordata dei giorni della tua giovinezza, quando eri nuda, scoperta, e ti dibattevi nel sangue.
Ora dopo tutta la tua malvagità, guai! guai a te! - dice DIO, il Signore, - ti sei costruita un bordello; ti sei fatta un alto luogo in ogni piazza pubblica: hai costruito un alto luogo a ogni capo di strada, hai reso abominevole la tua bellezza, ti sei offerta a ogni passante; hai moltiplicato le tue prostituzioni. Ti sei prostituita agli Egiziani, tuoi vicini dalle membra vigorose, e hai moltiplicato le tue prostituzioni per provocare la mia ira. Perciò, ecco, io ho steso la mia mano contro di te, ho diminuito la razione che ti avevo fissata, e ti ho abbandonata in balia delle figlie dei Filistei, che ti odiano e hanno vergogna della tua condotta scellerata. Non sazia ancora, ti sei pure prostituita agli Assiri; ti sei prostituita a loro; ma neppure allora sei stata sazia! Hai moltiplicato le tue prostituzioni con il paese di Canaan fino in Caldea, ma neppure con questo sei stata sazia. Com'è vile il tuo cuore, dice DIO, il Signore, a ridurti a fare tutte queste cose, da sfacciata prostituta! Quando ti costruivi il bordello a ogni capo di strada e ti facevi gli alti luoghi in ogni pubblica piazza, tu non eri come una prostituta, poiché disprezzavi il salario, ma come una donna adultera, che riceve gli stranieri invece di suo marito. A tutte le prostitute si fanno regali; ma tu hai dato regali a tutti i tuoi amanti, li hai sedotti con i doni, perché venissero a te, da tutte le parti, per le tue prostituzioni. Con te, nelle tue prostituzioni è avvenuto il contrario delle altre donne; poiché non eri tu la sollecitata; in quanto tu pagavi, invece di essere pagata, facevi il contrario delle altre"».

(Ez 23:22-49; Os 2:4-15) Da 9:7-14
«"Perciò, prostituta, ascolta la parola del SIGNORE. Così parla DIO, il Signore: Poiché il tuo denaro è stato dilapidato e la tua nudità è stata scoperta nelle tue prostituzioni con i tuoi amanti, a motivo di tutti i tuoi idoli abominevoli e a causa del sangue dei tuoi figli che hai dato loro, ecco, io radunerò tutti i tuoi amanti ai quali ti sei resa gradita, tutti quelli che hai amati e tutti quelli che hai odiati; li radunerò da tutte le parti contro di te, scoprirò davanti a loro la tua nudità ed essi vedranno tutta la tua nudità. Io ti giudicherò alla stregua delle donne che commettono adulterio e spargono il sangue; farò che il tuo sangue sia sparso dal furore e dalla gelosia. Ti darò nelle loro mani ed essi abbatteranno il tuo bordello, distruggeranno i tuoi alti luoghi, ti spoglieranno delle tue vesti, ti prenderanno i bei gioielli e ti lasceranno nuda e scoperta; faranno salire contro di te una moltitudine e ti lapideranno e ti trafiggeranno con le loro spade; daranno alle fiamme le tue case, faranno giustizia di te in presenza di molte donne; io ti farò cessare dal fare la prostituta e tu non pagherai più nessuno. Così io sfogherò il mio furore su di te e la mia gelosia si distoglierà da te; mi calmerò e non sarò più adirato. Poiché tu non ti sei ricordata dei giorni della tua giovinezza e hai provocato la mia ira con tutte queste cose, ecco, anch'io ti farò ricadere sul capo la tua condotta, dice DIO, il Signore, e tu non aggiungerai altri delitti a tutte le tue abominazioni.

Gr 3:6-11; Mt 11:20-24
«"Ecco, tutti quelli che usano proverbi faranno di te un proverbio, e diranno: «Quale la madre, tale la figlia». Tu sei figlia di tua madre, che ebbe a sdegno suo marito e i suoi figli; sei sorella delle tue sorelle, che ebbero a sdegno i loro mariti e i loro figli. Vostra madre era un'Ittita, e vostro padre un Amoreo. Tua sorella maggiore, che ti sta a sinistra, è Samaria, con le sue figlie; tua sorella minore, che ti sta a destra, è Sodoma, con le sue figlie. Tu, non soltanto hai camminato nelle loro vie e commesso le stesse loro abominazioni; era troppo poco! ma in tutte le tue vie ti sei corrotta più di loro. Com'è vero che io vivo, dice DIO, il Signore, tua sorella Sodoma e le sue figlie non hanno fatto ciò che avete fatto tu e le figlie tue. Ecco, questa fu l'iniquità di Sodoma, tua sorella: lei e le sue figlie vivevano nell'orgoglio, nell'abbondanza del pane, e nell'ozio indolente; ma non sostenevano la mano dell'afflitto e del povero. Erano superbe e commettevano abominazioni in mia presenza; perciò le feci sparire, quando vidi ciò. Samaria non ha commesso la metà dei tuoi peccati; tu hai moltiplicato le tue abominazioni più dell'una e dell'altra; hai giustificato le tue sorelle, con tutte le abominazioni che hai commesse. Anche tu, che difendevi le tue sorelle, subisci il disonore a causa dei tuoi peccati con cui ti sei resa più abominevole di loro! Esse sono più giuste di te. Tu, dunque, vergògnati e subisci il disonore, poiché tu hai fatto apparire giuste le tue sorelle! Ma io farò tornare dalla deportazione quanti di Sodoma e delle sue figlie si trovano là, quanti di Samaria e delle sue figlie, e anche dei tuoi sono in mezzo a essi, affinché tu subisca il disonore e porti la vergogna di quanto hai fatto, e sia così loro di conforto. Tua sorella Sodoma e le sue figlie torneranno nella loro condizione di prima, Samaria e le sue figlie torneranno nella loro condizione di prima, e tu e le tue figlie tornerete nella vostra condizione di prima. Sodoma, tua sorella, non era neppure nominata dalla tua bocca, nei giorni della tua superbia, prima che la tua malvagità fosse messa a nudo, come avvenne quando fosti disprezzata dalle figlie della Siria e da tutti i paesi circostanti, dalle figlie dei Filistei, che t'insultavano da tutte le parti. Tu porti a tua volta il peso della tua scelleratezza e delle tue abominazioni, dice il SIGNORE.

Ez 36:22-32; Gr 32:36-41
«"Poiché, così parla DIO, il Signore: Io farò a te come hai fatto tu, che hai disprezzato il giuramento, infrangendo il patto. Tuttavia mi ricorderò del patto che feci con te nei giorni della tua giovinezza e stabilirò per te un patto eterno. Tu ti ricorderai della tua condotta e ne avrai vergogna, quando riceverai le tue sorelle, quelle che sono più grandi e quelle che sono più piccole di te; io te le darò per figlie, ma non in virtù del tuo patto. Io stabilirò il mio patto con te e tu conoscerai che io sono il SIGNORE, affinché tu ricordi, tu arrossisca e tu non possa più aprir la bocca dalla vergogna, quando ti avrò perdonato tutto quello che hai fatto, dice DIO, il Signore"».

CAPITOLO 17

Parabola delle due aquile; punizione di Sedechia


Ez 19:5-9 (2R 24:10-20; 25:1-7; 2Cr 36:9-13)
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, proponi un enigma e racconta una parabola alla casa d'Israele e di': "Così parla DIO, il Signore: Una grande aquila, dalle ampie ali, dalle lunghe penne, coperta di piume di svariati colori, venne al Libano e tolse la cima a un cedro; ne spezzò il più alto dei ramoscelli, lo portò in un paese di commercio e lo mise in una città di mercanti. Poi prese un germoglio del paese e lo mise in un campo da sementa; lo collocò presso acque abbondanti e lo piantò alla maniera del salice. Esso crebbe e diventò una vite estesa, di pianta bassa, in modo da avere i suoi tralci rivolti verso l'aquila, e le sue radici sotto di lei. Così diventò una vite che fece dei pampini e mise dei rami.
Ma c'era un'altra grande aquila, dalle ampie ali, e dalle piume abbondanti; ed ecco che questa vite volse le sue radici verso di lei; dal suolo dov'era piantata, stese verso l'aquila i suoi tralci perché essa l'annaffiasse. Essa era piantata in un buon terreno, presso acque abbondanti, in modo da poter mettere rami, portar frutto e diventare una vite magnifica".
Di': "Così parla DIO, il Signore: Può essa prosperare? La prima aquila non strapperà forse le sue radici e non toglierà via i suoi frutti al punto che si secchi e si secchino tutte le giovani foglie che metteva? Né ci sarà bisogno di molta forza né di molta gente per strapparla dalle radici. Ecco, essa è piantata. Prospererà? Non si seccherà forse completamente appena l'avrà toccata il vento orientale? Seccherà sul suolo dove ha germogliato"».
Poi la parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini: «Di' dunque a questa casa ribelle: "Non sapete voi che cosa significano queste cose?" Di' loro: "Ecco, il re di Babilonia è venuto a Gerusalemme, ne ha preso il re e i capi, e li ha condotti con sé a Babilonia. Poi ha preso uno di sangue reale, ha stabilito un patto con lui, e gli ha fatto prestare giuramento; ha deportato pure gli uomini potenti del paese, perché il regno fosse tenuto umile senza potersi innalzare, e quegli osservasse il patto stabilito con lui e si mantenesse fedele. Ma il nuovo re si è ribellato a lui; ha mandato i suoi ambasciatori in Egitto perché gli fossero dati cavalli e molti uomini. Colui che fa tali cose potrà prosperare? Scamperà? Ha rotto il patto e potrebbe scampare? Com'è vero che io vivo, dice DIO, il Signore, nel paese di quel re che l'aveva fatto re, e verso il quale non ha rispettato il giuramento, né osservato il patto, vicino a lui, in mezzo a Babilonia, egli morirà. Il faraone non andrà con il suo potente esercito e con molti uomini a soccorrerlo in guerra, quando si innalzeranno bastioni e si costruiranno torri per sterminare tanti uomini. Egli ha violato il giuramento infrangendo il patto, eppure, aveva dato la mano! Ha fatto tutte queste cose, e non scamperà. Perciò così parla il Signore, DIO: Com'è vero che io vivo, il mio giuramento che egli ha violato, il mio patto che egli ha infranto, io glieli farò ricadere sul capo. Tenderò su di lui la mia rete ed egli rimarrà preso nel mio laccio; lo deporterò a Babilonia e là entrerò in giudizio con lui, per la perfidia di cui si è reso colpevole verso di me. Tutti i fuggiaschi delle sue schiere cadranno per la spada; quelli che rimarranno saranno dispersi a tutti i venti; voi conoscerete che io, il SIGNORE, ho parlato.

Gr 23:5-6; Lu 1:30-33
«"Così dice DIO, il Signore: Ma io prenderò l'alta vetta del cedro e la porrò in terra; dai più alti dei suoi giovani rami strapperò un tenero ramoscello e lo pianterò sopra un monte alto, elevato. Lo pianterò sull'alto monte d'Israele; esso metterà rami, porterà frutto, e diventerà un cedro magnifico. Gli uccelli di ogni specie si rifugeranno sotto di lui; troveranno rifugio all'ombra dei suoi rami. Tutti gli alberi della campagna sapranno che io, il SIGNORE, ho abbassato l'albero che era su in alto, ho innalzato l'albero che era giù in basso, ho fatto seccare l'albero verde, e ho fatto germogliare l'albero secco. Io, il SIGNORE, l'ho detto e lo farò"».

CAPITOLO 18

Ognuno raccoglie ciò che ha seminato


Gr 31:29-30 (Gb 34:10-23; Ro 2:6-11; Is 3:10-11)
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Perché dite nel paese d'Israele questo proverbio: "I padri hanno mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati?" Com'è vero che io vivo, dice DIO, il Signore, non avrete più occasione di dire questo proverbio in Israele. Ecco, tutte le vite sono mie; è mia tanto la vita del padre quanto quella del figlio; chi pecca morirà.
Se uno è giusto e pratica l'equità e la giustizia, se non mangia sui monti e non alza gli occhi verso gli idoli della casa d'Israele, se non contamina la moglie del suo prossimo, se non si accosta a donna mentre è impura, se non opprime nessuno, se restituisce al debitore il suo pegno, se non commette rapine, se dà il suo pane a chi ha fame e copre di vesti chi è nudo, se non presta a interesse e non dà a usura, se allontana la sua mano dall'iniquità e giudica secondo verità fra uomo e uomo, se segue le mie leggi e osserva le mie prescrizioni agendo con fedeltà, egli è giusto; certamente vivrà, dice DIO, il Signore.
Ma se ha generato un figlio che è un violento, che sparge il sangue e fa a suo fratello qualcuna di queste cose che il padre non commette affatto): mangia sui monti, e contamina la moglie del suo prossimo, opprime l'afflitto e il povero, commette rapine, non restituisce il pegno, alza gli occhi verso gli idoli, fa delle abominazioni, presta a interesse e dà a usura, questo figlio vivrà forse? No, non vivrà! Egli ha commesso tutte queste abominazioni, e sarà certamente messo a morte; il suo sangue ricadrà su di lui.
Ma se egli ha generato un figlio, il quale, dopo aver visto tutti i peccati che suo padre ha commesso, vi riflette e non fa tali cose: non mangia sui monti, non alza gli occhi verso gli idoli della casa d'Israele, non contamina la moglie del suo prossimo, non opprime nessuno, non prende pegni, non commette rapine, ma dà il suo pane a chi ha fame, copre di vesti chi è nudo, non fa pesare la mano sul povero, non prende interesse né usura, osserva le mie prescrizioni e segue le mie leggi, questo figlio non morrà per l'iniquità del padre; egli certamente vivrà. Suo padre, siccome è stato un oppressore, ha commesso rapine a danno del fratello e ha fatto ciò che non è bene in mezzo al suo popolo, ecco che muore per la sua iniquità.

Ez 33:7-20; Os 14
«Se voi diceste: "Perché il figlio non paga per l'iniquità del padre?" Ciò è perché quel figlio pratica l'equità e la giustizia, osserva tutte le mie leggi e le mette a effetto. Certamente egli vivrà. La persona che pecca è quella che morirà, il figlio non pagherà per l'iniquità del padre, e il padre non pagherà per l'iniquità del figlio; la giustizia del giusto sarà sul giusto, l'empietà dell'empio sarà sull'empio. Se l'empio si allontana da tutti i peccati che commetteva, se osserva tutte le mie leggi e pratica l'equità e la giustizia, egli certamente vivrà, non morirà. Nessuna delle trasgressioni che ha commesse sarà più ricordata contro di lui; per la giustizia che pratica, egli vivrà. Io provo forse piacere se l'empio muore? dice DIO, il Signore. Non ne provo piuttosto quando egli si converte dalle sue vie e vive? Se il giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l'iniquità e imita tutte le abominazioni che l'empio fa, vivrà egli? Nessuno dei suoi atti di giustizia sarà ricordato, perché si è abbandonato all'iniquità e al peccato; per tutto questo morirà.
Ma voi dite: "La via del Signore non è retta..." Ascoltate dunque, casa d'Israele! È proprio la mia via quella che non è retta? Non sono piuttosto le vie vostre quelle che non sono rette? Se il giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l'iniquità, e per questo muore, muore per l'iniquità che ha commessa. Se l'empio si allontana dall'empietà che commetteva e pratica l'equità e la giustizia, rimarrà in vita. Se ha cura di allontanarsi da tutte le trasgressioni che commetteva, certamente vivrà; non morirà.
Ma la casa d'Israele dice: "La via del Signore non è retta". Sono proprio le mie vie quelle che non sono rette, casa d'Israele? Non sono piuttosto le vie vostre quelle che non sono rette? Perciò, io vi giudicherò ciascuno secondo le sue vie, casa d'Israele, dice DIO, il Signore. Tornate, convertitevi da tutte le vostre trasgressioni e non avrete più occasione di caduta nell'iniquità! Gettate via da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato; fatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo; perché dovreste morire, casa d'Israele? Io infatti non provo nessun piacere per la morte di colui che muore, dice DIO, il Signore. Convertitevi dunque, e vivete!

CAPITOLO 19

Lamentazione sui prìncipi d'Israele


Gr 22:10-19 (2R 23:30-37; 24:1-6; 2Cr 36:1-8)
«Pronunzia un lamento sui prìncipi d'Israele, e di':
"Che cos'era tua madre? Una leonessa.
Fra i leoni stava accovacciata;
in mezzo ai leoncelli
allevava i suoi piccoli.
Allevò uno dei suoi piccoli,
il quale divenne leoncello,
imparò a sbranare la preda,
a divorare gli uomini.
Ma le nazioni ne sentirono parlare,
ed esso fu preso nella loro fossa;
lo condussero, con dei ferri alle mascelle,
nel paese d'Egitto.
Quando essa vide che aspettava invano
e la sua speranza era delusa,
prese un altro dei suoi piccoli
e ne fece un leoncello.
Questo andava e veniva fra i leoni
e divenne un leoncello;
imparò a sbranare la preda,
a divorare gli uomini.
Devastò i loro palazzi,
desolò le loro città;
il paese, con tutto quello che conteneva, fu atterrito
al rumore dei suoi ruggiti.
Ma da tutte le provincie circostanti
le nazioni gli diedero addosso,
gli tesero contro le loro reti
e fu preso nella loro fossa.
Lo misero in una gabbia con dei ferri alle mascelle
e lo condussero al re di Babilonia;
lo chiusero in una prigione,
perché la sua voce non fosse più udita sui monti d'Israele.

Sl 80:9-17; Is 5:1-7
Tua madre era, come te, simile a una vigna,
piantata presso le acque;
era feconda, ricca di tralci,
per l'abbondanza delle acque.
Aveva rami forti, adatti per scettri da governatori;
si elevava sublime tra il folto dei tralci;
era appariscente per la sua elevatezza,
per la moltitudine dei suoi rami.
Ma è stata sradicata con furore e gettata a terra;
il vento orientale ne ha seccato il frutto;
i rami forti ne sono stati rotti e seccati,
il fuoco li ha divorati.
Ora è piantata nel deserto,
in un suolo arido e assetato;
un fuoco è uscito dal suo ramo
e ne ha divorato fronda e frutto,
al punto che in essa non c'è più né ramo forte
né scettro per governare".
Questo il lamento che rimarrà un lamento».

CAPITOLO 20

Infedeltà d'Israele e bontà di Dio


Ne 9:9-28; Sl 106:1-40
Il settimo anno, il decimo giorno del quinto mese, alcuni anziani d'Israele vennero a consultare il SIGNORE e si sedettero davanti a me. La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, parla agli anziani d'Israele e di' loro: "Così parla DIO, il Signore: Siete venuti per consultarmi? Com'è vero che io vivo, io non mi lascerò consultare da voi, dice DIO, il Signore". Giudicali tu, figlio d'uomo, giudicali tu! Fa' loro conoscere le abominazioni dei loro padri; di' loro:
"Così parla DIO, il Signore: Il giorno che io scelsi Israele e alzai la mano, per fare un giuramento alla discendenza della casa di Giacobbe, e mi feci loro conoscere nel paese d'Egitto, e alzai la mano per loro, dicendo: «Io sono il SIGNORE, il vostro Dio». Quel giorno alzai la mano, giurando che li avrei fatti uscire dal paese d'Egitto per introdurli in un paese che io avevo cercato per loro, paese dove scorrono il latte e il miele, il più splendido di tutti i paesi. Dissi loro: «Gettate via, ognuno di voi, le abominazioni che attirano i vostri sguardi e non vi contaminate con gli idoli d'Egitto; io sono il SIGNORE, il vostro Dio!»
Ma essi si ribellarono a me e non vollero darmi ascolto; nessuno di essi gettò via le abominazioni che attiravano il suo sguardo e non abbandonò gli idoli d'Egitto; allora parlai di voler riversare su di loro il mio furore e sfogare su di loro la mia ira in mezzo al paese d'Egitto. Tuttavia io agii per amor del mio nome, perché non fosse profanato agli occhi delle nazioni in mezzo alle quali essi si trovavano, in presenza delle quali io mi ero fatto loro conoscere, allo scopo di farli uscire dal paese d'Egitto. Così li condussi fuori dal paese d'Egitto e li guidai nel deserto. Diedi loro le mie leggi e feci loro conoscere i miei precetti, per i quali l'uomo che li metterà in pratica vivrà. A loro diedi anche i miei sabati perché servissero di segno tra me e loro, perché conoscessero che io sono il SIGNORE che li santifico.
Ma la casa d'Israele si ribellò contro di me nel deserto; non camminarono secondo le mie leggi e rigettarono i miei precetti, per i quali l'uomo che li metterà in pratica vivrà; profanarono gravemente i miei sabati; perciò io parlai di riversare su di loro il mio furore nel deserto, per distruggerli. Io agii tuttavia per amor del mio nome, perché non fosse profanato agli occhi delle nazioni, in presenza delle quali io li avevo condotti fuori dall'Egitto. Alzai perfino la mano nel deserto, giurando loro che non li avrei fatti entrare nel paese che avevo loro dato, paese dove scorrono il latte e il miele, il più splendido di tutti i paesi, perché avevano rigettato i miei precetti, non avevano camminato secondo le mie leggi e avevano profanato i miei sabati, poiché il loro cuore andava dietro ai loro idoli. Ma l'occhio mio li guardò con misericordia e non li distrussi, non li sterminai del tutto nel deserto, ma dissi ai loro figli nel deserto: «Non camminate secondo i precetti dei vostri padri, non osservate le loro prescrizioni, non vi contaminate mediante i loro idoli! Io sono il SIGNORE, il vostro Dio; camminate secondo le mie leggi, osservate i miei precetti e metteteli in pratica; santificate i miei sabati e siano essi un segno fra me e voi, dal quale si conosca che io sono il SIGNORE, il vostro Dio».
Ma i figli si ribellarono a me, non camminarono secondo le mie leggi e non osservarono i miei precetti per metterli in pratica (le leggi per le quali l'uomo che le mette in pratica vivrà). Profanarono i miei sabati e perciò parlai di riversare su di loro il mio furore e di sfogare su di loro la mia ira nel deserto. Tuttavia ritirai la mia mano e agii per amor del mio nome, perché non fosse profanato agli occhi delle nazioni, in presenza delle quali li avevo condotti fuori dall'Egitto. Ma alzai pure la mano nel deserto, giurando loro che li avrei dispersi fra le nazioni e li avrei disseminati per tutti i paesi, perché non mettevano in pratica i miei precetti, rigettavano le mie leggi, profanavano i miei sabati e i loro occhi andavano dietro agli idoli dei loro padri. Diedi loro perfino delle leggi non buone e dei precetti per i quali non potevano vivere. Li contaminai con i loro doni, quando facevano passare per il fuoco ogni primogenito, per ridurli alla desolazione affinché conoscessero che io sono il SIGNORE".

2R 17:7-20; Os 2:7-17
«Perciò, figlio d'uomo, parla alla casa d'Israele e di' loro: "Così parla DIO, il Signore. I vostri padri mi hanno ancora oltraggiato in questo, comportandosi perfidamente verso di me: quando li ebbi introdotti nel paese che avevo giurato di dare loro, volsero i loro sguardi verso ogni alto colle e verso ogni albero verdeggiante; là offrirono i loro sacrifici, presentarono le loro offerte provocanti, misero i loro profumi di odore soave e sparsero le loro libazioni. Io dissi loro: Che cos'è l'alto luogo dove andate?"» Tuttavia si è continuato a chiamarlo alto luogo fino a oggi.
«Perciò, di' alla casa d'Israele: "Così parla DIO, il Signore: Quando vi contaminate seguendo le vie dei vostri padri e vi prostituite ai loro idoli esecrandi, quando, offrendo i vostri doni e facendo passare per il fuoco i vostri figli, vi contaminate fino a oggi con tutti i vostri idoli, dovrei forse lasciarmi consultare da voi, casa d'Israele? Com'è vero che io vivo, dice DIO, il Signore, io non mi lascerò consultare da voi! Non avverrà affatto quello che vi passa per la mente quando dite: «Noi saremo come le nazioni, come le famiglie degli altri paesi, e renderemo un culto al legno e alla pietra!» Com'è vero che io vivo, dice DIO, il Signore, con mano forte, con braccio disteso, con furore scatenato, io regnerò su di voi! Vi condurrò fuori dai popoli, vi raccoglierò dai paesi dove sarete stati dispersi, con mano forte, con braccio disteso e con furore scatenato; vi condurrò nel deserto dei popoli e verrò in giudizio con voi a faccia a faccia; come venni in giudizio con i vostri padri nel deserto del paese d'Egitto, così verrò in giudizio con voi, dice DIO, il Signore; vi farò passare sotto la verga e vi rimetterò nei vincoli del patto; separerò da voi i ribelli e quelli che mi sono infedeli; io li condurrò fuori dal paese dove sono stranieri, ma non entreranno nel paese d'Israele, e voi conoscerete che io sono il SIGNORE.

Promessa di restaurazione


Ez 11:17-20; 36:22-32
«"A voi dunque, casa d'Israele, così parla DIO, il Signore: Andate, servite ognuno i vostri idoli, poiché non volete ascoltarmi! ma il mio santo nome non lo profanerete più con i vostri doni e con i vostri idoli! Poiché sul mio monte santo, sull'alto monte d'Israele, dice DIO, il Signore, là tutti quelli della casa d'Israele, tutti coloro che saranno nel paese, mi serviranno; là io mi compiacerò di loro, là io chiederò le vostre offerte e le primizie dei vostri doni in tutto quello che mi consacrerete. Io mi compiacerò di voi come di un profumo di odore soave, quando vi avrò condotti fuori dai popoli e vi avrò radunati dai paesi dove sarete stati dispersi; io sarò santificato in voi davanti alle nazioni; voi conoscerete che io sono il SIGNORE, quando vi avrò condotti nella terra d'Israele, paese che giurai di dare ai vostri padri. Là vi ricorderete della vostra condotta e di tutte le azioni con le quali vi siete contaminati; sarete disgustati di voi stessi, per tutte le malvagità che avete commesse; conoscerete che io sono il SIGNORE, quando avrò agito con voi per amor del mio nome e non secondo la vostra condotta malvagia, né secondo le vostre azioni corrotte, o casa d'Israele! dice DIO, il Signore"».

CAPITOLO 21

La spada del Signore contro Gerusalemme e contro gli Ammoniti


Ez 15
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, volgi la faccia verso il mezzogiorno,
rivolgi la parola al sud,
profetizza contro la foresta della regione meridionale,
e di' alla foresta della regione meridionale:
"Ascolta la parola del SIGNORE!
Così parla DIO, il Signore:
Ecco, io accendo in te un fuoco
che divorerà in te ogni albero verde e ogni albero secco;
la fiamma dell'incendio non si spegnerà
e tutto ciò che è sulla faccia del suolo ne sarà bruciato,
dalla regione meridionale al settentrione;
ogni carne vedrà
che io, il SIGNORE, ho acceso il fuoco
ed esso non sarà spento"».
E io dissi: «Ahimé, Signore, DIO! Costoro dicono di me: "Egli non fa che parlare in parabole"».

De 32:41-42; Ez 7
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, volgi la faccia verso Gerusalemme,
rivolgi la parola ai luoghi santi,
profetizza contro il paese d'Israele
e di' al paese d'Israele:
"Così parla il SIGNORE:
Eccomi a te!
Io toglierò la mia spada dal fodero
e sterminerò in mezzo a te giusti e malvagi.
Appunto perché voglio sterminare in mezzo a te giusti e malvagi,
la mia spada uscirà dal fodero
per colpire ogni carne
dalla regione meridionale al settentrione;
ogni carne saprà
che io, il SIGNORE, ho tolto la mia spada dal fodero
e non vi sarà più rimessa".
Tu, figlio d'uomo, gemi!
con il cuore rotto, nell'amarezza,
gemi davanti ai loro occhi.
Quando ti chiederanno: "Perché gemi?"
rispondi: "Per la notizia che sta per giungere;
ogni cuore sarà afflitto,
tutte le mani diverranno fiacche,
tutti gli spiriti verranno meno,
tutte le ginocchia si scioglieranno in acqua".
Ecco, la cosa giunge e avverrà!
dice DIO, il Signore».
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, profetizza e di':
"Così parla il Signore.
Di': La spada, la spada è aguzza;
essa è anche affilata:
aguzza, per fare un macello;
affilata, per scintillare.
Dovremmo dunque rallegrarci?
ripetendo: Lo scettro di mio figlio disprezza ogni legno.
Il Signore l'ha data ad affilare,
perché la s'impugni;
la spada è aguzza e affilata,
per metterla in mano di chi uccide.
Grida e urla, figlio d'uomo,
poiché essa è per il mio popolo,
è per tutti i prìncipi d'Israele;
essi sono dati in balìa della spada con il mio popolo;
perciò percuotiti la coscia!
Sì, la prova sarà fatta.
Che accadrà, se questo scettro che disprezza tutto non sarà più?
dice DIO, il Signore".
Tu, figlio d'uomo, profetizza
e batti le mani;
la spada raddoppi, triplichi i suoi colpi;
la spada che fa strage, la spada che uccide anche chi è grande,
la spada che li circonda.
Io ho rivolto la punta della spada contro tutte le loro porte,
perché il loro cuore venga meno
e cresca il numero dei caduti;
sì, essa è fatta per folgorare,
è aguzza per il macello.
Spada, raccogliti! Volgiti a destra, attenta!
Volgiti a sinistra,
dovunque è diretto il tuo filo!
Anch'io batterò le mani
e sfogherò il mio furore!
Io, il SIGNORE, ho parlato».

(Gr 52:1-15; 2Cr 36:11-20) Pr 16:1, 33
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Tu, figlio d'uomo, fatti due vie per le quali passi la spada del re di Babilonia; partano entrambe dal medesimo paese; traccia un segnale indicatore all'inizio della strada che porta a una città. Fa' una strada per la quale la spada vada a Rabba, città dei figli di Ammon, e un'altra perché vada in Giuda, a Gerusalemme, città fortificata. Infatti il re di Babilonia sta sul bivio, all'inizio delle due strade, per tirare presagi: scuote le frecce, consulta gli idoli, esamina il fegato. La sorte, che è nella destra, designa Gerusalemme per collocarvi degli arieti, per aprir la bocca a ordinare il massacro, per alzar la voce in gridi di guerra, per collocare gli arieti contro le porte, per elevare bastioni, per costruire torri. Ma essi non vedono in questo che una divinazione bugiarda; essi, a cui sono stati fatti tanti giuramenti. Ma ora egli si ricorderà della loro iniquità, perché siano presi.
Perciò, così parla DIO, il Signore: "Poiché avete fatto ricordare la vostra iniquità mediante le vostre manifeste trasgressioni, al punto che i vostri peccati si manifestano in tutte le vostre azioni, poiché ne rievocate il ricordo, sarete presi dalla sua mano. Tu, empio, condannato alla spada, o principe d'Israele, il cui giorno è giunto al tempo del colmo dell'iniquità; così parla DIO, il Signore: Il turbante sarà tolto, il diadema sarà levato; le cose cambieranno; ciò che è in basso sarà innalzato; ciò che è in alto sarà abbassato. Rovina, rovina, rovina. Questo farò di lei; anch'essa non sarà più, finché non venga colui a cui appartiene il giudizio e al quale lo rimetterò".

Ez 25:1-7; Gr 49:1-6
Tu, figlio d'uomo, profetizza e di': "Così parla DIO, il Signore, riguardo ai figli di Ammon e al loro obbrobrio; e di': La spada, la spada è sguainata; è affilata per massacrare, per divorare, per folgorare. Mentre ci sono per te visioni vane, mentre ci sono per te divinazioni bugiarde, essa ti farà cadere fra i cadaveri degli empi, il cui giorno è giunto al tempo del colmo dell'iniquità. Riponi la spada nel fodero! Io ti giudicherò nel luogo stesso dove fosti creata, nel paese della tua origine; riverserò su di te la mia indignazione, soffierò contro di te nel fuoco della mia ira e ti darò in mano di uomini brutali, artefici di distruzione. Tu sarai preda del fuoco, il tuo sangue sarà in mezzo al paese; tu non sarai più ricordata, perché io, il SIGNORE ho parlato"».

CAPITOLO 22

I delitti di Gerusalemme


2Cr 36:14-17 (Is 59:1-8; Gr 5:7-9, 26-31; 9:2-9) Ga 6:7
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Ora, figlio d'uomo, non giudicherai tu, non giudicherai tu questa città di sangue? Falle dunque conoscere tutte le sue abominazioni e di': "Così parla DIO, il Signore: O città che spandi il sangue in mezzo a te stessa perché il tuo tempo giunga, e che ti fai idoli per contaminarti! Per il sangue che hai sparso ti sei resa colpevole, e per gli idoli che hai fatto ti sei contaminata; tu hai fatto avvicinare i tuoi giorni e sei giunta al termine dei tuoi anni; perciò io ti espongo all'insulto delle nazioni e allo scherno di tutti i paesi. Quelli che ti sono vicini e quelli che ti sono lontani si faranno beffe di te, o tu che sei macchiata d'infamia e piena di disordine!
Ecco, i prìncipi d'Israele, ognuno secondo il suo potere, sono intenti a spargere il sangue in mezzo a te; in te si disprezza il padre e la madre; in mezzo a te si opprime lo straniero; in te si calpesta l'orfano e la vedova. Tu disprezzi le mie cose sante, tu profani i miei sabati. In te c'è gente che calunnia per spargere il sangue; in te si mangia sui monti, in mezzo a te si commettono scelleratezze. In te si viola l'intimità del proprio padre, in te si violenta la donna impura per le sue mestruazioni; in te l'uno commette abominazioni con la moglie del prossimo, l'altro contamina con incesto la propria nuora, l'altro violenta sua sorella, figlia di suo padre. In te si prendono regali per spargere il sangue; tu prendi interessi, dai ad usura, trai guadagno dal prossimo con la violenza, e dimentichi me, dice DIO, il Signore.
Ma ecco, io batto le mani, a motivo del disonesto guadagno che fai, e del sangue da te sparso in mezzo a te. Il tuo cuore reggerà forse, o le tue mani saranno forti il giorno che io agirò contro di te? Io, il SIGNORE, ho parlato e lo farò. Io ti disperderò fra le nazioni, ti disseminerò per i paesi e toglierò via da te tutta la tua immondezza; tu sarai profanata da te stessa agli occhi delle nazioni e conoscerai che io sono il SIGNORE"».

Ez 24:1-14; Gr 6:28-30
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, quelli della casa d'Israele per me sono diventati tante scorie: tutti quanti non sono che rame, stagno, ferro, piombo, in mezzo al crogiuolo; sono tutti scorie d'argento. Perciò, così parla DIO, il Signore: "Poiché siete tutti diventati tante scorie, ecco, io vi raduno in mezzo a Gerusalemme. Come si raduna l'argento, il rame, il ferro, il piombo, e lo stagno nel crogiuolo e si soffia sul fuoco per fonderli, così, nella mia ira e nel mio furore io vi radunerò, vi metterò là, e vi fonderò. Vi radunerò, soffierò contro di voi sul fuoco del mio furore e voi sarete fusi in mezzo a Gerusalemme. Come l'argento è fuso nel crogiuolo, così voi sarete fusi nella città; voi saprete che io, il SIGNORE, riverso su di voi il mio furore"».

Peccati dei capi e del popolo d'Israele


So 3:1-8; Mi 3
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, di' a Gerusalemme: "Tu sei una terra che non è stata purificata, che non è stata bagnata di pioggia in un giorno d'ira". In lei i suoi profeti cospirano; come un leone ruggente che sbrana la preda, costoro divorano la gente, pigliano tesori e cose preziose, moltiplicano le vedove in mezzo a lei. I suoi sacerdoti violano la mia legge e profanano le mie cose sante; non distinguono fra santo e profano, non fanno conoscere la differenza che passa fra ciò che è impuro e ciò che è puro, chiudono gli occhi sui miei sabati, e io sono disonorato in mezzo a loro. I suoi capi, in mezzo a lei, sono come lupi che sbranano la loro preda: spargono il sangue, fanno perire la gente per saziare la loro cupidigia. I loro profeti intonacano per loro tutto questo con malta che non regge: hanno visioni vane, pronosticano loro la menzogna, e dicono: Così parla DIO, il Signore, mentre il SIGNORE non ha parlato affatto. Il popolo del paese si dà alla violenza, commette rapine, calpesta l'afflitto e il povero, opprime lo straniero, contro ogni giustizia. Io ho cercato fra loro qualcuno che riparasse il muro e stesse sulla breccia davanti a me in favore del paese, perché io non lo distruggessi; ma non l'ho trovato. Perciò, io riverserò su di loro il mio sdegno; io li consumerò con il fuoco della mia ira e farò ricadere sul loro capo la loro condotta, dice DIO, il Signore».

CAPITOLO 23

Le due sorelle prostitute: Samaria e Gerusalemme


Ez 16; Gr 3:6-11
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, c'erano due donne,
figlie di una medesima madre,
le quali si prostituirono in Egitto;
si prostituirono nella loro giovinezza;
là furono premute le loro mammelle,
e là fu schiacciato il loro vergine seno.
I loro nomi sono: quello della maggiore, Oola;
quello della sorella, Ooliba.
Esse divennero mie
e mi partorirono figli e figlie;
questi sono i loro veri nomi: Oola è Samaria,
Ooliba è Gerusalemme.
E, mentre era mia, Oola si prostituì,
si appassionò per i suoi amanti,
gli Assiri, che erano suoi vicini,
vestiti di porpora,
governatori e magistrati,
tutti bei giovani,
cavalieri in groppa ai loro cavalli.
Essa si prostituì con loro,
che erano tutti il fiore dei figli d'Assiria,
e si contaminò con tutti quelli per i quali s'appassionava,
con tutti i loro idoli.
Essa non rinunciò alle prostituzioni commesse con gli Egiziani,
quando quelli si erano uniti a lei nella sua giovinezza,
schiacciavano il suo vergine seno
e sfogavano su di lei la loro lussuria.
Perciò io l'abbandonai in balìa dei suoi amanti,
in balìa dei figli d'Assiria,
per i quali si era appassionata.
Essi ebbero rapporti sessuali con lei,
presero i suoi figli e le sue figlie,
e la uccisero con la spada.
Essa diventò famosa fra le donne,
e su di lei furono eseguiti dei giudizi.
Sua sorella vide questo,
e tuttavia si corruppe più di lei nei suoi amori;
le sue prostituzioni sorpassarono le prostituzioni di sua sorella.
Si appassionò per i figli d'Assiria,
che erano suoi vicini, governatori e magistrati,
vestiti pomposamente,
cavalieri in groppa ai loro cavalli,
tutti giovani e belli.
Io vidi che essa si contaminava;
entrambe seguivano la medesima via;
ma questa superò l'altra nelle sue prostituzioni;
vide degli uomini disegnati sui muri,
delle immagini di Caldei dipinte in rosso,
con delle cinture ai fianchi,
con degli ampi turbanti in capo,
dall'aspetto di capitani,
tutti quanti ritratti dei figli di Babilonia,
della Caldea, loro terra natìa;
e, come li vide, si appassionò per loro,
e mandò a essi dei messaggeri, in Caldea.
I figli di Babilonia vennero da lei,
al letto degli amori,
e la contaminarono con le loro fornicazioni;
ed essa si contaminò con loro;
poi, si allontanò da loro.
Essa mise a nudo le sue prostituzioni,
mise a nudo la sua vergogna,
e io mi allontanai da lei,
come mi ero allontanato da sua sorella.
Tuttavia essa moltiplicò le sue prostituzioni,
ricordandosi dei giorni della sua giovinezza,
quando si era prostituita nel paese d'Egitto;
si appassionò per quei fornicatori
dalla carne come la carne degli asini
e dal membro come il membro dei cavalli.
Così tu tornasti all'infamia della tua giovinezza,
quando gli Egiziani ti schiacciavano le mammelle
a motivo del tuo vergine seno.
Perciò, Ooliba, così parla DIO, il Signore:
Ecco, io susciterò contro di te i tuoi amanti,
da cui ti sei allontanata,
e li farò venire contro di te da tutte le parti:
i figli di Babilonia e tutti i Caldei,
prìncipi, ricchi e grandi,
e tutti i figli d'Assiria con loro,
giovani e belli,
tutti, governatori e magistrati,
capitani e consiglieri,
tutti in groppa ai loro cavalli.
Essi verranno contro di te con armi, carri e veicoli,
e con una moltitudine di popoli;
con scudi grandi e piccoli, e con elmi,
si schierano contro di te tutto intorno;
io rimetto in mano loro il giudizio,
ed essi ti giudicheranno secondo le loro leggi.
Io darò sfogo alla mia gelosia contro di te
ed essi ti tratteranno con furore:
ti taglieranno il naso e le orecchie,
e ciò che rimarrà di te cadrà per la spada;
prenderanno i tuoi figli e le tue figlie,
e ciò che rimarrà di te sarà divorato dal fuoco.
Ti spoglieranno delle tue vesti,
porteranno via gli oggetti di cui ti adorni.
Io farò cessare la tua lussuria,
la tua prostituzione cominciata nel paese d'Egitto,
e tu non alzerai più gli occhi verso di loro,
non ti ricorderai più dell'Egitto.
Infatti così parla DIO, il Signore:
Ecco, io ti do in mano di quelli che detesti,
in mano di quelli da cui ti sei allontanata.
Essi ti tratteranno con odio,
porteranno via tutto il frutto del tuo lavoro,
e ti lasceranno nuda e scoperta;
così saranno messe allo scoperto la vergogna della tua impudicizia,
la tua lussuria e le tue prostituzioni.
Queste cose ti saranno fatte,
perché ti sei prostituita correndo dietro alle nazioni,
perché ti sei contaminata con i loro idoli.
Tu hai camminato per la via di tua sorella
e io ti metto in mano la sua coppa.
Così parla DIO, il Signore:
Tu berrai la coppa di tua sorella:
coppa profonda e ampia;
sarai esposta alle risa e alle beffe;
la coppa è di gran capacità.
Tu sarai riempita di ebbrezza e di dolore:
è la coppa della desolazione e della devastazione,
è la coppa di tua sorella Samaria.
Tu la berrai, la vuoterai,
ne morderai i pezzi,
e te ne squarcerai il seno;
poiché io ho parlato,
dice DIO, il Signore.
Perciò così parla DIO, il Signore:
Poiché tu mi hai dimenticato
e mi hai buttato dietro alle spalle,
porta dunque anche tu, la pena della tua scelleratezza e delle tue prostituzioni».
Il SIGNORE mi disse:
«Figlio d'uomo, non dovrai giudicare forse Oola e Ooliba?
Dichiara loro dunque le loro abominazioni!
Infatti hanno commesso adulterio, hanno sangue nelle loro mani;
hanno commesso adulterio con i loro idoli,
e gli stessi figli che mi avevano partoriti, li hanno fatti passare per il fuoco
perché servissero loro di pasto.
Anche questo mi hanno fatto:
in quel medesimo giorno hanno contaminato il mio santuario
e hanno profanato i miei sabati.
Dopo aver immolato i loro figli ai loro idoli,
in quello stesso giorno sono venute nel mio santuario
per profanarlo;
ecco, quello che hanno fatto in mezzo alla mia casa.
Oltre a questo, hanno mandato a cercare uomini che vengono da lontano;
a loro hanno inviato messaggeri, ed ecco che sono venuti.
Per loro ti sei lavata, ti sei imbellettata gli occhi,
ti sei coperta di ornamenti;
ti sei messa sopra un letto sontuoso, davanti al quale era disposta una tavola;
su quella hai messo il mio profumo e il mio olio.
Là si udiva il rumore di una folla che si divertiva,
e oltre alla gente presa tra la folla degli uomini,
sono stati introdotti degli ubriachi venuti dal deserto,
che hanno messo dei braccialetti ai polsi delle due sorelle,
e dei magnifici diademi sul loro capo.
Io ho detto di quella invecchiata negli adulteri:
"Anche ora commettono prostituzioni con lei!... proprio con lei!"
Si viene da essa, come si va da una prostituta!
Così si viene da Oola e da Ooliba,
da queste donne scellerate.
Ma uomini giusti le giudicheranno,
come si giudicano le adultere,
come si giudicano le donne che spargono il sangue;
perché sono adultere e hanno del sangue nelle mani.
Perciò così parla DIO, il Signore:
Sarà fatta salire contro di loro una moltitudine
ed esse saranno date in balìa del terrore e del saccheggio.
Quella moltitudine le lapiderà
e le farà a pezzi con la spada;
ucciderà i loro figli e le loro figlie
e darà alle fiamme le loro case.
Io farò cessare la scelleratezza nel paese
e tutte le donne impareranno
a non commettere più turpitudini come le vostre.
La vostra scelleratezza vi sarà fatta ricadere addosso,
voi porterete la pena della vostra idolatria,
e conoscerete che io sono DIO, il Signore».

CAPITOLO 24

Segni profetici della rovina di Gerusalemme


Ez 22:1-5, 14-22; 2R 25; Eb 6:8
La parola del SIGNORE mi fu rivolta il nono anno, il decimo mese, il decimo giorno del mese, in questi termini:
«Figlio d'uomo, scriviti la data di questo giorno, di quest'oggi! Oggi stesso, il re di Babilonia marcia contro Gerusalemme. Proponi una parabola a questa casa ribelle, e di' loro: "Così parla DIO, il Signore: Metti, metti la pentola sul fuoco, e versaci dentro dell'acqua; raccoglici dentro i pezzi di carne, tutti i buoni pezzi, coscia e spalla; riempila d'ossa scelte. Prendi il meglio del gregge, ammucchia sotto la pentola la legna per far bollire le ossa; falla bollire molto, affinché anche le ossa che ci sono dentro cuociano.
Perciò, così parla DIO, il Signore: Guai alla città sanguinaria, pentola piena di verderame, il cui verderame non si stacca! Vuotala dei pezzi, uno dopo l'altro, senza tirare a sorte! Poiché il sangue che ha versato è in mezzo a lei; essa lo ha posto sulla roccia nuda; non l'ha sparso in terra, per coprirlo di polvere. Per eccitare il furore, per farne vendetta, ho fatto mettere quel sangue sulla roccia nuda, perché non fosse coperto.
Perciò, così parla DIO, il Signore: Guai alla città sanguinaria! Anch'io voglio fare un gran fuoco! Ammucchia la legna, fa' alzare la fiamma, fa' cuocere bene la carne, fa' sciogliere il grasso, e fa' in modo che le ossa si brucino! Poi metti la pentola vuota sui carboni perché si riscaldi e il suo rame diventi rovente, affinché la sua impurità si sciolga in mezzo a essa e il suo verderame sia consumato. Ogni sforzo è inutile; il suo abbondante verderame non si stacca; il suo verderame non se ne andrà che mediante il fuoco. C'è della scelleratezza nella tua impurità; perché io ti ho voluto purificare e tu non sei diventata pura; non sarai più purificata della tua impurità, finché io non abbia sfogato su di te il mio furore. Io, il SIGNORE, ho parlato; la cosa avverrà, io la compirò; non indietreggerò, non avrò pietà, non mi pentirò; tu sarai giudicata secondo la tua condotta, secondo le tue azioni, dice DIO, il Signore"».

Gr 16:1-13
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, ecco, con un colpo improvviso io ti tolgo la delizia dei tuoi occhi; ma tu non fare lamento, non piangere, non versare lacrime. Sospira in silenzio; non portare lutto per i morti, copri il capo con il turbante, mettiti i calzari ai piedi, non ti coprire la barba, e non mangiare il pane che la gente ti manda».
La mattina parlai al popolo e la sera mia moglie morì. La mattina dopo feci come mi era stato comandato. Il popolo mi chiedeva: «Non dovrai forse spiegarci che cosa significhi quello che fai?» E io risposi loro: «La parola del SIGNORE mi è stata rivolta in questi termini: Di' alla casa d'Israele: "Così parla DIO, il Signore: Ecco, io profanerò il mio santuario, orgoglio della vostra forza, delizia dei vostri occhi, oggetto di venerazione delle vostre anime; i vostri figli e le vostre figlie che avete lasciati a Gerusalemme cadranno per la spada. Voi farete come ho fatto io: non vi coprirete la barba e non mangerete il pane che la gente vi manda; avrete i vostri turbanti in capo, i vostri calzari ai piedi; non farete lamento e non piangerete, ma vi consumerete nelle vostre iniquità, e gemerete l'uno con l'altro. Ezechiele sarà per voi un simbolo; tutto quello che fa lui, lo farete voi; quando queste cose accadranno voi conoscerete che io sono DIO, il SIGNORE".
Tu, figlio d'uomo, il giorno che io toglierò loro ciò che fa la loro forza, la gioia della loro gloria, il desiderio dei loro occhi, la brama dell'anima loro, i loro figli e le loro figlie, in quel giorno un fuggiasco verrà da te a recartene la notizia. In quel giorno la tua bocca si aprirà, all'arrivo del fuggiasco; tu parlerai, non sarai più muto, e sarai per loro un simbolo; essi conosceranno che io sono il SIGNORE».

CAPITOLO 25

Profezie contro Ammon, Moab, Edom e i Filisteri


Ez 21:33-37; Gr 49:1-6; Am 1:13-15
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, volgi la faccia verso i figli di Ammon,
profetizza contro di loro,
e di' ai figli di Ammon:
"Ascoltate la parola di DIO, il Signore.
Così parla DIO, il Signore:
Poiché tu hai detto: «Ah! ah!»,
quando il mio santuario è stato profanato,
quando il suolo d'Israele è stato desolato,
quando la casa di Giuda è stata deportata,
ecco, io ti do in possesso dei figli dell'Oriente.
Essi porranno in te i loro accampamenti e stabiliranno in mezzo a te le loro abitazioni;
saranno essi che mangeranno i tuoi frutti,
essi che berranno il tuo latte.
Io farò di Rabba un pascolo per i cammelli,
del paese dei figli di Ammon un ovile per le pecore;
voi conoscerete che io sono il SIGNORE.
Infatti così parla DIO, il Signore:
Poiché tu hai applaudito
e battuto i piedi,
ti sei rallegrata con tutto il disprezzo che avevi in cuore
per la terra d'Israele,
ecco, io stendo la mia mano contro di te,
ti do in pascolo alle nazioni, ti stermino in mezzo ai popoli,
ti cancello dal numero dei paesi,
ti distruggo
e tu conoscerai che io sono il SIGNORE"».

Gr 48; So 2:8-11
«Così parla DIO, il Signore:
"Poiché Moab e Seir dicono:
«Ecco, la casa di Giuda è come tutte le altre nazioni!»
ecco, io aprirò il fianco di Moab dal lato delle città, dal lato delle città che stanno alle sue frontiere
e sono lo splendore del paese, Bet-Iesimot, Baal-Meon e Chiriataim;
aprirò il fianco di Moab ai figli dell'Oriente,
nello stesso modo che aprirò loro il fianco dei figli di Ammon.
Darò questi paesi in loro possesso,
affinché i figli di Ammon non siano più nominati fra le nazioni;
eseguirò i miei giudizi su Moab
ed essi conosceranno che io sono il SIGNORE"».

Gr 49:7-2; Ez 35; Ad 1; Is 34
«Così parla DIO, il Signore:
"Poiché quelli di Edom si sono crudelmente vendicati
della casa di Giuda
e si sono resi gravemente colpevoli,
vendicandosi di essa,
così parla DIO, il Signore:
Io stenderò la mia mano contro Edom,
ne sterminerò uomini e bestie,
ne farò un deserto da Teman fino a Dedan;
essi cadranno di spada.
Affiderò la mia vendetta contro Edom
nelle mani del mio popolo Israele;
esso tratterà Edom secondo la mia ira e secondo il mio furore;
essi conosceranno la mia vendetta, dice DIO, il Signore"».

Gr 47:1-7; So 2:4-7; Za 9:5-7
«Così parla DIO, il Signore:
"Poiché i Filistei si sono abbandonati alla vendetta
e si sono crudelmente vendicati, con un cuore pieno di disprezzo,
dandosi alla distruzione per odio antico,
così parla DIO, il Signore:
Ecco, io stenderò la mia mano contro i Filistei,
sterminerò i Cheretei
e distruggerò il rimanente della costa del mare;
eseguirò su di loro grandi vendette,
li riprenderò con furore,
ed essi conosceranno che io sono il SIGNORE,
quando avrò fatto loro sentire la mia vendetta"».

CAPITOLO 26

Profezie contro Tiro


(Ez 27; 28:1-19; Is 23) Pr 16:18
L'anno undicesimo, il primo giorno del mese, la parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, poiché Tiro ha detto di Gerusalemme: "Ah! ah!
è infranta colei che era la porta dei popoli!
La gente si volge verso di me!
Io li riempirò di lei che è deserta!"
Perciò così parla DIO, il Signore:
Eccomi contro di te, o Tiro!
Io farò salire contro di te molti popoli,
come il mare fa salire le proprie onde.
Essi distruggeranno le mura di Tiro
e abbatteranno le sue torri;
io spazzerò via da lei la polvere
e farò di lei una roccia nuda.
Essa sarà, in mezzo al mare, un luogo da stendere le reti,
poiché io ho parlato, dice DIO, il Signore;
essa sarà abbandonata al saccheggio delle nazioni;
le sue figlie, che sono nei campi,
saranno uccise dalla spada
e quelli di Tiro sapranno che io sono il SIGNORE.
Infatti così dice DIO, il Signore: Ecco, io faccio venire dal settentrione, contro Tiro, Nabucodonosor, re di Babilonia, il re dei re, con cavalli, carri e cavalieri, e una gran moltitudine. Egli ucciderà con la spada le tue figlie che sono nei campi, farà contro di te delle torri, innalzerà contro di te dei bastioni, farà muovere contro di te gli scudi; dirigerà contro le tue mura i suoi arieti e con i suoi picconi abbatterà le tue torri. La moltitudine dei suoi cavalli sarà tale che la polvere sollevata da loro ti coprirà; lo strepito dei suoi cavalieri, dei veicoli e dei suoi carri, farà tremare le tue mura, quando egli entrerà per le tue porte, come si entra in una città dove si è aperta una breccia. Con gli zoccoli dei suoi cavalli egli calpesterà tutte le tue strade; ucciderà il tuo popolo con la spada, e le colonne in cui riponi la tua forza cadranno a terra. Essi faranno bottino delle tue ricchezze, saccheggeranno le tue mercanzie, abbatteranno le tue mura, distruggeranno le tue case deliziose, getteranno in mezzo al mare le tue pietre, il tuo legname, la tua polvere. Io farò cessare il rumore dei tuoi canti e il suono delle tue arpe non si udrà più. Ti ridurrò a essere una roccia nuda; tu sarai un luogo da stendervi le reti; tu non sarai più ricostruita, perché io, il SIGNORE, ho parlato, dice DIO, il Signore.
Così parla DIO, il Signore, a Tiro:
Sì, al rumore della tua caduta,
al gemito dei feriti a morte,
al massacro che si farà in mezzo a te,
tremeranno le isole.
Tutti i prìncipi del mare scenderanno dai loro troni,
si toglieranno i loro mantelli,
deporranno le loro vesti ricamate;
si avvolgeranno nello spavento, si siederanno per terra,
tremeranno a ogni istante,
saranno costernati a causa di te.
Su di te faranno un lamento e ti diranno:
"Come mai sei distrutta,
tu che eri abitata da gente di mare,
la città famosa, che eri così potente in mare,
tu che al pari dei tuoi abitanti
incutevi terrore a tutti gli abitanti della terra!
Ora le isole tremeranno il giorno della tua caduta,
le isole del mare saranno spaventate per la tua fine".
Infatti così parla DIO, il Signore:
Quando farò di te una città desolata
come le città che non hanno più abitanti,
quando farò salire su di te l'abisso
e le grandi acque ti copriranno,
allora ti tirerò giù, con quelli che scendono nella fossa,
fra il popolo d'un tempo;
ti farò abitare nelle profondità della terra,
nelle solitudini eterne,
con quelli che scendono nella fossa,
perché tu non sia più abitata;
invece rimetterò lo splendore sulla terra dei viventi.
Io ti renderò oggetto di spavento, e più non sarai;
ti si cercherà ma non ti si troverà mai più,
dice DIO, il Signore».

CAPITOLO 27

Lamentazione sulla rovina di Tiro


Ez 28:1-19; Is 23:1-9
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Tu, figlio d'uomo,
pronunzia una lamentazione su Tiro
e di' a Tiro che sta agli approdi del mare,
che porta le mercanzie dei popoli a molte isole:
Così parla DIO, il Signore:
"O Tiro, tu dici: «Io sono di una perfetta bellezza».
Il tuo dominio è nel cuore dei mari;
i tuoi costruttori ti hanno fatto di una bellezza perfetta;
hanno costruito di cipresso di Senir tutte le tue pareti;
hanno preso cedri del Libano per fare l'alberatura delle tue navi;
hanno fatto i tuoi remi di querce di Basan;
hanno fatto i ponti del tuo naviglio d'avorio incastonato in larice,
portato dalle isole di Chittim.
Il lino fino d'Egitto, lavorato a ricami,
è servito per le tue vele e per le tue bandiere;
la porpora e lo scarlatto delle isole d'Elisa
formano i tuoi padiglioni.
Gli abitanti di Sidone e di Arvad sono i tuoi rematori;
i tuoi esperti, o Tiro, sono in mezzo a te; sono essi i tuoi piloti.
Tu hai in mezzo a te gli anziani di Ghebel e i suoi esperti
a riparare le tue falle;
in te sono tutte le navi del mare con i loro marinai,
per far lo scambio delle tue mercanzie.
Persiani, Lidi, Libi servono nel tuo esercito;
sono uomini di guerra
che sospendono in mezzo a te lo scudo e l'elmo;
sono il tuo splendore.
I figli di Arvad e il tuo esercito difendono tutto intorno le tue mura;
uomini prodi stanno nelle tue torri;
essi sospendono i loro scudi tutto intorno alle tue mura;
essi rendono perfetta la tua bellezza.
Tarsis commercia con te,
a causa di tutte le ricchezze che possiedi in abbondanza;
fornisce i tuoi mercanti
d'argento, di ferro, di stagno e di piombo.
Iavan, Tubal e Mesec commerciano anch'essi con te;
danno schiavi e utensili di rame
in cambio delle tue mercanzie.
Quelli della casa di Togarma
pagano le tue mercanzie con cavalli da tiro, con cavalli da corsa e con muli.
I figli di Dedan commerciano con te;
il commercio di molte isole passa per le tue mani;
ti pagano con denti d'avorio e con ebano.
La Siria commercia con te,
per la moltitudine dei tuoi prodotti;
paga i tuoi prodotti
con carbonchi, porpora, stoffe ricamate,
bisso, corallo, rubini.
Giuda e il paese d'Israele anch'essi commerciano con te,
ti danno in cambio
grano di Minnit,
pasticcerie, miele, olio e balsamo.
Damasco commercia con te,
scambiando i tuoi numerosi prodotti
con abbondanza di ogni specie di beni,
con vino di Chelbon e con lana candida.
Vedan e Iavan di Uzzal
riforniscono i tuoi mercati:
ferro lavorato, cassia, canna aromatica,
sono fra i prodotti di scambio.
Dedan commercia con te
in coperte da cavalcatura.
L'Arabia e tutti i prìncipi di Chedar fanno commercio con te,
trafficando con te agnelli, montoni, capri.
I mercanti di Seba e di Raama anch'essi commerciano con te;
provvedono i tuoi mercati
di tutti i migliori aromi,
di ogni tipo di pietre preziose e d'oro.
Aran, Canné e Eden,
i mercanti di Seba, d'Assiria, di Chilmad,
commerciano con te;
trafficano con te oggetti di lusso,
mantelli di porpora, ricami,
casse di stoffe preziose
legate con corde e fatte di cedro.
Le navi di Tarsis sono la tua flotta per il tuo commercio.
Così ti sei riempita, ti sei grandemente arricchita
nel cuore dei mari.

Ez 26; Ap 18:9-19
I tuoi rematori ti hanno portata nelle grandi acque;
il vento d'oriente s'infrange nel cuore dei mari.
Le tue ricchezze, i tuoi mercati, la tua mercanzia,
i tuoi marinai, i tuoi piloti,
i tuoi riparatori,
i tuoi negozianti,
tutta la tua gente di guerra che è in te
e tutta la moltitudine che è in mezzo a te cadranno nel cuore dei mari,
il giorno della tua rovina.
Alle grida dei tuoi piloti,
le spiagge tremeranno;
tutti quelli che maneggiano il remo,
i marinai e tutti i piloti del mare scenderanno dalle loro navi
e si terranno sulla terra ferma.
Faranno sentire la loro voce su di te;
grideranno amaramente,
si getteranno la polvere sul capo,
si rotoleranno nella cenere.
A causa di te si raderanno il capo,
si vestiranno di sacchi;
per te piangeranno con amarezza d'animo,
con cordoglio amaro;
nella loro angoscia pronunzieranno su di te un lamento,
si lamenteranno così riguardo a te:
«Chi fu mai come Tiro,
come questa città, ora distrutta in mezzo al mare?»
Quando i tuoi prodotti uscivano dai mari,
tu saziavi molti popoli;
con l'abbondanza delle ricchezze e del tuo traffico,
arricchivi i re della terra.
Quando sei stata infranta dai mari,
nelle profondità delle acque,
la tua mercanzia e tutta la moltitudine
che era in mezzo a te sono cadute.
Tutti gli abitanti delle isole sono sbigottiti a causa di te;
i loro re sono presi da spavento,
il loro aspetto è sconvolto.
I mercanti in mezzo ai popoli fischiano su di te;
sei diventato uno spavento e non esisterai mai più!"»

CAPITOLO 28

Profezia contro il re di Tiro


Is 23:8-9; 14:11-15; 2:12, ecc.
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, di' al principe di Tiro:
"Così parla DIO, il Signore:
Il tuo cuore si è insuperbito, e tu dici:
«Io sono un dio!
Io sto seduto su un trono di Dio nel cuore dei mari!»
mentre sei un uomo e non un dio
e hai scambiato il tuo cuore per quello di Dio.
Ecco, tu sei più saggio di Daniele,
nessun mistero è oscuro per te;
con la tua saggezza e con la tua intelligenza
ti sei procurato ricchezze,
hai ammassato oro e argento
nei tuoi tesori;
con la tua gran saggezza e con il tuo commercio
hai accresciuto le tue ricchezze,
e a motivo delle tue ricchezze il tuo cuore si è insuperbito.
Perciò così parla DIO, il Signore:
Poiché tu hai scambiato il tuo cuore per quello di Dio,
ecco, io faccio venire contro di te degli stranieri,
i più violenti fra le nazioni;
essi sguaineranno le loro spade contro lo splendore della tua saggezza
e contamineranno la tua bellezza;
ti getteranno nella fossa
e tu morirai della morte di quelli che sono trafitti
nel cuore dei mari.
Continuerai forse a dire: «Io sono un dio»,
in presenza di colui che ti ucciderà?
Sarai un uomo e non Dio
nelle mani di chi ti trafiggerà!
Tu morirai della morte degli incirconcisi,
per mano di stranieri;
poiché io ho parlato,
dice DIO, il Signore"».

Ez 27
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo,
pronunzia un lamento sul re di Tiro
e digli: "Così parla DIO, il Signore:
Tu mettevi il sigillo alla perfezione,
eri pieno di saggezza, di una bellezza perfetta;
eri in Eden, il giardino di Dio;
eri coperto di ogni tipo di pietre preziose:
rubini, topazi, diamanti,
crisoliti, onici, diaspri,
zaffiri, carbonchi, smeraldi, oro;
tamburi e flauti, erano al tuo servizio,
preparati il giorno che fosti creato.
Eri un cherubino dalle ali distese, un protettore.
Ti avevo stabilito, tu stavi sul monte santo di Dio,
camminavi in mezzo a pietre di fuoco.
Tu fosti perfetto nelle tue vie
dal giorno che fosti creato,
finché non si trovò in te la perversità.
Per l'abbondanza del tuo commercio,
tutto in te si è riempito di violenza, e tu hai peccato;
perciò io ti caccio via, come un profano, dal monte di Dio
e ti farò sparire, o cherubino protettore, di mezzo alle pietre di fuoco.
Il tuo cuore si è insuperbito per la tua bellezza;
tu hai corrotto la tua saggezza a causa del tuo splendore;
io ti getto a terra,
ti do in spettacolo ai re.
Con la moltitudine delle tue iniquità,
con la disonestà del tuo commercio
tu hai profanato i tuoi santuari;
perciò io faccio uscire in mezzo a te un fuoco che ti divori
e ti riduco in cenere sulla terra,
in presenza di tutti quelli che ti guardano.
Tutti quelli che ti conoscevano fra i popoli
restano stupefatti al vederti;
tu sei diventato oggetto di terrore e non esisterai mai più"».

La rovina di Sidone


(Gr 25:17, 22, 27; 27:2-8) Ez 37:21-28
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, volgi la faccia verso Sidone,
profetizza contro di lei
e di': "Così parla DIO, il Signore:
Eccomi contro di te, o Sidone!
Io mi glorificherò in mezzo a te
e si conoscerà che io sono il SIGNORE,
quando avrò eseguito i miei giudizi contro di lei,
e mi sarò santificato in lei.
Io manderò contro di lei la peste
e ci sarà sangue nelle sue strade;
in mezzo a essa cadranno gli uccisi dalla spada
che piomberà su di lei da tutte le parti;
e si conoscerà che io sono il SIGNORE.
Non ci sarà più per la casa d'Israele
né spina che punge, né rovo che lacera fra tutti i suoi vicini che la disprezzano;
e si conoscerà che io sono DIO, il Signore.
Così parla DIO, il Signore: Quando avrò raccolto la casa d'Israele in mezzo ai popoli fra i quali essa è dispersa, io mi santificherò in loro davanti alle nazioni, ed essi abiteranno il loro paese, che io ho dato al mio servo Giacobbe; vi abiteranno al sicuro; costruiranno case e pianteranno vigne; abiteranno al sicuro, quando io avrò eseguito i miei giudizi su tutti quelli che li circondano e li disprezzano; e conosceranno che io sono il SIGNORE, il loro DIO"».

CAPITOLO 29

Profezia contro l'Egitto e il faraone


Ez 30-32; Is 2:11-17, 22; 31:3
L'anno decimo, il decimo mese, il dodicesimo giorno del mese, la parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, volgi la tua faccia contro il faraone, re d'Egitto, e profetizza contro di lui e contro tutto l'Egitto; parla e di':
"Così parla DIO, il Signore:
Eccomi contro di te, faraone, re d'Egitto,
gran coccodrillo, che stai disteso in mezzo ai tuoi fiumi
e dici: «Il fiume è mio e sono io che l'ho fatto!»
Io metterò dei ganci nelle tue mascelle,
farò in modo che i pesci dei tuoi fiumi si attaccheranno alle tue scaglie
e ti tirerò fuori dai tuoi fiumi,
con tutti i pesci dei tuoi fiumi
attaccati alle tue scaglie.
Ti getterò nel deserto,
te e tutti i pesci dei tuoi fiumi,
e tu cadrai in mezzo ai campi;
non sarai né adunato né raccolto
e io ti darò in pasto
alle bestie della terra e agli uccelli del cielo.
Tutti gli abitanti dell'Egitto conosceranno che io sono il SIGNORE,
perché essi sono stati per la casa d'Israele un sostegno di canna.
Quando ti hanno preso in mano, ti sei rotto
e hai forato loro tutta la spalla;
quando si sono appoggiati su di te, ti sei spezzato
e li hai fatti stare tutti sui loro fianchi.
Perciò, così parla DIO, il Signore:
Ecco, io farò venire sopra di te la spada
e sterminerò in mezzo a te uomini e bestie:
il paese d'Egitto sarà ridotto in una desolazione, in un deserto,
e si conoscerà che io sono il SIGNORE,
perché il faraone ha detto: «Il fiume è mio e sono io che l'ho fatto!»
Perciò, eccomi contro di te e contro il tuo fiume;
ridurrò il paese d'Egitto in un deserto, in una desolazione,
da Migdol a Siene, fino alle frontiere d'Etiopia.
Non vi passerà piede d'uomo,
non vi passerà piede di bestia,
né sarà più abitato per quarant'anni;
ridurrò il paese d'Egitto in una desolazione in mezzo a contrade desolate;
le sue città saranno una desolazione, per quarant'anni,
in mezzo a città devastate;
disperderò gli Egiziani fra le nazioni,
li disseminerò per tutti i paesi.
Infatti così parla DIO, il Signore:
Alla fine dei quarant'anni io raccoglierò gli Egiziani
in mezzo ai popoli dove saranno stati dispersi
e farò tornare gli Egiziani dal loro esilio;
li ricondurrò nel paese di Patros,
nel loro paese natìo,
e qui saranno un umile regno.
L'Egitto sarà il più umile dei regni
e non si eleverà più sopra le nazioni;
io ridurrò il loro numero, perché non abbiano più il dominio sulle nazioni;
la casa d'Israele non riporrà più la sua fiducia
in quelli che le ricorderanno l'iniquità da lei commessa quando si rivolgeva verso di loro;
e si conoscerà che io sono DIO, il Signore"».

Gr 43:8-13; 44:30
Il ventisettesimo anno, il primo mese, il primo giorno del mese, la parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, Nabucodonosor, re di Babilonia,
ha fatto fare al suo esercito un duro servizio contro Tiro;
ogni testa n'è divenuta calva,
ogni spalla scorticata;
né egli né il suo esercito hanno ricavato da Tiro nessun vantaggio
dal servizio che egli ha fatto contro di essa.
Perciò così parla DIO, il Signore:
Ecco, io do a Nabucodonosor, re di Babilonia,
il paese d'Egitto;
egli ne porterà via le ricchezze,
lo spoglierà delle sue spoglie,
si impadronirà di quanto c'è da saccheggiare;
questo sarà il salario per il suo esercito.
Come retribuzione del servizio che egli ha fatto contro Tiro,
io gli do il paese d'Egitto,
poiché hanno lavorato per me,
dice DIO, il Signore.
In quel giorno io farò rispuntare la potenza della casa d'Israele
e darò a te di parlar liberamente in mezzo a loro,
ed essi conosceranno che io sono il SIGNORE».
Ez 29

CAPITOLO 30

La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, profetizza e di':
"Così parla DIO, il Signore:
Urlate: «Ahi, che giorno!»
Poiché il giorno è vicino, è vicino il giorno del SIGNORE:
giorno di nuvole, il tempo delle nazioni.
La spada verrà sull'Egitto;
vi sarà terrore in Etiopia,
quando in Egitto cadranno i feriti a morte,
quando si porteranno via le sue ricchezze
e le sue fondamenta saranno distrutte.
L'Etiopia, la Libia, la Lidia, gli stranieri d'ogni specie, Cub
e i figli del paese dell'alleanza
cadranno con loro di spada.
Così parla il SIGNORE:
Quelli che sostengono l'Egitto cadranno
e l'orgoglio della sua forza sarà abbattuto:
da Migdol a Siene essi cadranno di spada,
dice DIO, il Signore,
e saranno desolati in mezzo a terre desolate;
le loro città saranno devastate in mezzo a città devastate;
e conosceranno che io sono il SIGNORE,
quando darò fuoco all'Egitto
e tutti i suoi aiutanti saranno battuti.
In quel giorno, dalla mia presenza partiranno messaggeri su navi
per spaventare l'Etiopia, che si ritiene al sicuro,
e regnerà tra di loro il terrore come nel giorno dell'Egitto;
poiché, ecco, la cosa sta per avvenire.
Così parla DIO, il Signore:
Io farò sparire la moltitudine dell'Egitto
per mano di Nabucodonosor, re di Babilonia.
Egli e il suo popolo con lui,
i più violenti fra le nazioni,
saranno condotti a distruggere il paese;
sguaineranno le spade contro l'Egitto
e riempiranno il paese di cadaveri.
Io muterò i fiumi in luoghi aridi,
darò il paese in balìa di gente malvagia,
per mano di stranieri desolerò il paese e tutto ciò che contiene.
Io, il SIGNORE, ho parlato.
Così parla DIO, il Signore:
Io sterminerò da Nof gli idoli,
ne farò sparire i falsi dèi;
non ci sarà più principe che venga dal paese d'Egitto
e metterò lo spavento nel paese d'Egitto.
Desolerò Patros,
darò alle fiamme Soan,
eseguirò i miei giudizi su No,
riverserò il mio furore sopra Sin, la fortezza d'Egitto,
e sterminerò la moltitudine di No.
Darò fuoco all'Egitto;
Sin si torcerà dal dolore,
No sarà squarciata,
Nof sarà presa da nemici in pieno giorno.
I giovani di Aven e di Pibeset cadranno di spada
e queste città saranno deportate.
A Tapanes il giorno si oscurerà,
quando io vi spezzerò i gioghi imposti dall'Egitto;
e l'orgoglio della sua forza avrà fine.
Quanto a lei, una nuvola la coprirà
e le sue figlie saranno deportate.
Così eseguirò i miei giudizi sull'Egitto
e si conoscerà che io sono il SIGNORE"».

Gr 46; 43:8-13; Pr 21:30; Sl 75
L'anno undicesimo, il primo mese, il settimo giorno del mese, la parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, io ho spezzato il braccio del faraone re d'Egitto;
ed ecco, il suo braccio non è stato fasciato perché fosse curato,
né è stato fasciato perché fosse rafforzato così
da poter maneggiare la spada.
Perciò, così parla DIO, il Signore:
Eccomi contro il faraone, re d'Egitto,
per spezzargli le braccia,
tanto quello che è ancora forte, quanto quello che è già spezzato;
e gli farò cadere di mano la spada.
Disperderò gli Egiziani fra le nazioni,
li disseminerò per tutti i paesi.
Rafforzerò le braccia del re di Babilonia,
gli metterò in mano la mia spada,
e spezzerò le braccia del faraone.
Egli gemerà davanti a lui, come geme un uomo ferito a morte.
Rafforzerò le braccia del re di Babilonia
e le braccia del faraone cadranno;
e si conoscerà che io sono il SIGNORE,
quando metterò la mia spada in mano del re di Babilonia
ed egli la volgerà contro il paese d'Egitto.
Io disperderò gli Egiziani fra le nazioni,
li disseminerò per tutti i paesi;
e si conoscerà che io sono il SIGNORE».

CAPITOLO 31

L'Egitto colpito come l'Assiria


Ez 32; Na 3:8-19; Da 4:10, ecc.; Pr 16:18
L'anno undicesimo, il terzo mese, il primo giorno del mese, la parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, di' al faraone re d'Egitto e alla sua moltitudine:
"A chi somigli tu nella tua grandezza?
Ecco, l'Assiro era un cedro del Libano,
dai bei rami,
dall'ombra folta, dal tronco slanciato,
dalla vetta sporgente tra il folto dei rami.
Le acque lo nutrivano,
l'abisso lo faceva crescere
facendo scorrere i suoi fiumi intorno al luogo dov'era piantato,
mentre mandava i suoi canali a tutti gli alberi dei campi.
Perciò la sua altezza era superiore a quella di tutti gli alberi della campagna,
i suoi rami si erano moltiplicati, i suoi ramoscelli si erano allungati
per l'abbondanza delle acque che lo facevano sviluppare.
Tutti gli uccelli del cielo si annidavano fra i suoi rami,
tutte le bestie dei campi figliavano sotto i suoi ramoscelli,
tutte le grandi nazioni abitavano alla sua ombra.
Era bello per la sua grandezza, per la lunghezza dei suoi rami,
perché la sua radice era presso acque abbondanti.
I cedri non lo sorpassavano nel giardino di Dio;
i cipressi non uguagliavano i suoi ramoscelli,
e i platani non erano neppure come i suoi rami;
nessun albero nel giardino di Dio lo pareggiava in bellezza.
Io l'avevo reso bello per l'abbondanza dei suoi rami,
e tutti gli alberi di Eden, che sono nel giardino di Dio, gli portavano invidia.
Perciò così parla DIO, il Signore:
Perché era salito a tanta altezza
e sporgeva la sua vetta tra il folto dei rami
e perché il suo cuore s'era insuperbito della sua altezza,
io lo diedi in mano del più forte fra le nazioni
affinché lo trattasse a suo piacimento;
per la sua empietà io lo cacciai via.
Degli stranieri, i più violenti fra le nazioni, l'hanno tagliato
e l'hanno abbandonato;
sui monti e in tutte le valli sono caduti i suoi rami,
i suoi ramoscelli sono stati spezzati in tutti i burroni del paese,
tutti i popoli della terra si sono ritirati dalla sua ombra
e l'hanno abbandonato.
Sul suo tronco caduto si posano tutti gli uccelli del cielo
e sopra i suoi rami stanno tutte le bestie dei campi.
Così è avvenuto affinché tutti gli alberi piantati presso le acque
non siano orgogliosi della propria altezza,
non sporgano più la vetta tra il folto dei rami,
e tutti gli alberi potenti che si dissetano alle acque non persistano nella loro fierezza;
poiché tutti quanti sono dati alla morte, alle profondità della terra,
assieme ai figli degli uomini,
a quelli che scendono nella fossa.
Così parla DIO, il Signore:
Il giorno che egli discese nel soggiorno dei morti
io bandii un lutto; a motivo di lui velai l'abisso,
ne arrestai i fiumi
e le grandi acque furono fermate;
a motivo di lui feci vestire a lutto il Libano,
e tutti gli alberi dei campi vennero meno a motivo di lui.
Al rumore della sua caduta feci tremare le nazioni,
quando lo feci scendere nel soggiorno dei morti
con quelli che scendono nella fossa;
nelle profondità della terra si consolarono tutti gli alberi di Eden,
i più scelti e i più belli del Libano,
tutti quelli che si dissetavano alle acque.
Anch'essi discesero con lui nel soggiorno dei morti,
verso quelli che la spada ha uccisi:
verso quelli che erano il suo braccio e stavano alla sua ombra in mezzo alle nazioni.
A chi dunque somigli tu per gloria e per grandezza
fra gli alberi di Eden?
Così tu sarai precipitato con gli alberi di Eden
nelle profondità della terra;
tu giacerai in mezzo agli incirconcisi,
fra quelli che la spada ha uccisi.
Tale sarà il faraone con tutta la sua moltitudine,
dice DIO, il Signore"».

CAPITOLO 32

Profezia contro il faraone e l'Egitto


Ez 29-31
L'anno dodicesimo, il dodicesimo mese, il primo giorno del mese, la parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo,
pronunzia un lamento sul faraone, re d'Egitto,
e digli: "Tu eri simile a un leoncello fra le nazioni;
eri come un coccodrillo nei mari;
ti slanciavi nei tuoi fiumi;
con i tuoi piedi agitavi le acque
e ne intorbidivi i canali.
Così parla DIO, il Signore:
Io stenderò su di te la mia rete
mediante gran moltitudine di popoli,
i quali ti tireranno fuori con la mia rete;
ti abbandonerò sulla terra
e ti getterò in mezzo ai campi;
farò che su di te vengano a posarsi tutti gli uccelli del cielo
e sazierò di te le bestie di tutta la terra;
metterò la tua carne su per i monti
e riempirò le valli dei tuoi avanzi;
annaffierò del tuo sangue, fin sui monti,
il paese dove nuoti;
i canali saranno ricolmi di te.
Quando ti estinguerò, velerò i cieli
e ne oscurerò le stelle;
coprirò il sole di nuvole,
la luna non darà la sua luce.
A causa di te, oscurerò tutti gli astri che splendono in cielo
e stenderò le tenebre sul tuo paese,
dice DIO, il Signore.
Affliggerò il cuore di molti popoli,
quando farò giungere la notizia della tua rovina fra le nazioni,
in paesi che tu non conosci;
farò in modo che di te resteranno attoniti molti popoli
e i loro re saranno presi da spavento per causa tua,
quando io brandirò la mia spada davanti a loro;
ognuno di essi tremerà a ogni istante per la sua vita,
nel giorno della tua caduta.
Infatti così parla DIO, il Signore:
La spada del re di Babilonia ti piomberà addosso.
Io farò cadere la moltitudine del tuo popolo per la spada d'uomini potenti,
tutti quanti i più violenti fra le nazioni,
ed essi distruggeranno il fasto dell'Egitto
e tutta la sua moltitudine sarà annientata.
Farò perire tutto il suo bestiame sulle rive delle grandi acque;
nessun piede d'uomo le intorbiderà più,
non le intorbiderà più unghia di bestia.
Allora lascerò posare le loro acque
e farò scorrere i loro fiumi come olio,
dice DIO, il Signore.
Quando avrò ridotto il paese d'Egitto in una desolazione,
in un paese spogliato di ciò che conteneva,
quando ne avrò colpito tutti gli abitanti,
si conoscerà che io sono il SIGNORE".
Ecco il lamento che sarà pronunziato;
lo pronunzieranno le figlie delle nazioni;
pronunzieranno questo lamento sull'Egitto e su tutta la sua moltitudine,
dice DIO, il Signore».

Ez 31; Is 14:4-20; Ec 9:10
Il dodicesimo anno, il quindicesimo giorno del mese, la parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo,
intona un lamento sulla moltitudine dell'Egitto e falle scendere,
lei e le figlie delle nazioni illustri,
nelle profondità della terra,
con quelli che scendono nella fossa.
Chi mai tu superi in bellezza?
Scendi, e giaci con gli incirconcisi!
Essi cadranno in mezzo agli uccisi per la spada.
La spada vi è data;
trascinate l'Egitto con tutte le sue moltitudini!
I più forti fra i prodi
e quelli che gli davano soccorso
gli rivolgeranno la parola,
in mezzo al soggiorno dei morti.
Sono scesi, gli incirconcisi;
giacciono uccisi dalla spada.
Là è l'Assiro con tutta la sua moltitudine,
attorno a lui stanno i suoi sepolcri;
tutti sono uccisi, caduti per la spada.
I suoi sepolcri sono posti nelle profondità della fossa,
e la sua moltitudine sta attorno al suo sepolcro;
tutti sono uccisi, caduti per la spada,
essi che spargevano il terrore sulla terra dei viventi.
Là è Elam con tutta la sua moltitudine,
attorno al suo sepolcro;
tutti sono uccisi, caduti per la spada,
incirconcisi scesi nelle profondità della terra:
essi, che spargevano il terrore sulla terra dei viventi,
hanno portato la loro vergogna con quelli che scendono nella fossa.
Hanno fatto un letto, per lui e per la sua moltitudine, in mezzo a quelli che sono stati uccisi;
attorno a lui stanno i suoi sepolcri;
tutti costoro sono incirconcisi, sono morti per la spada,
perché spargevano il terrore sulla terra dei viventi;
hanno portato la loro vergogna con quelli che scendono nella fossa;
sono stati messi fra gli uccisi.
Là è Mesec, Tubal e tutta la loro moltitudine;
attorno a loro stanno i loro sepolcri;
tutti costoro sono incirconcisi, uccisi dalla spada,
perché spargevano il terrore sulla terra dei viventi.
Non giacciono con i prodi
che sono caduti fra gli incirconcisi,
che sono scesi nel soggiorno dei morti con le loro armi da guerra,
sotto il capo dei quali sono state poste le loro spade;
ma le loro iniquità stanno sulle loro ossa,
perché erano il terrore dei prodi sulla terra dei viventi.
Tu pure sarai abbattuto in mezzo agli incirconcisi
e giacerai con gli uccisi dalla spada.
Là è Edom con i suoi re e con tutti i suoi prìncipi,
i quali, nonostante tutto il loro valore, sono stati messi
con gli uccisi di spada.
Anch'essi giacciono con gli incirconcisi
e con quelli che scendono nella fossa.
Là sono tutti i prìncipi del settentrione e tutti i Sidoni,
che sono discesi con gli uccisi,
coperti di umiliazione, nonostante il terrore che incuteva il loro valore.
Giacciono incirconcisi con gli uccisi di spada,
e portano la loro vergogna con quelli che scendono nella fossa.
Il faraone li vedrà
e si consolerà di aver perduto tutta la sua moltitudine;
il faraone e tutto il suo esercito saranno uccisi per la spada,
dice DIO, il Signore,
poiché io spargerò il mio terrore sulla terra dei viventi;
il faraone con tutta la sua moltitudine
sarà posto a giacere in mezzo agli incirconcisi,
con quelli che sono stati uccisi dalla spada,
dice DIO, il Signore».

CAPITOLO 33

Il profeta, una sentinella nel suo paese


Ez 3:17-21; 18; At 20:28
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, parla ai figli del tuo popolo e di' loro: "Quando io farò venire la spada contro un paese e il popolo di quel paese prenderà in mezzo a sé un uomo e se lo stabilirà come sentinella, ed egli, vedendo venire la spada contro il paese, sonerà il corno e avvertirà il popolo; se qualcuno, pur udendo il suono del corno, non se ne cura, e la spada viene e lo porta via, il sangue di quel tale sarà sopra il suo capo; egli ha udito il suono del corno, e non se n'è curato; il suo sangue sarà sopra di lui; se se ne fosse curato, avrebbe scampato la sua vita. Ma se la sentinella vede venir la spada e non suona il corno, e il popolo non è stato avvertito, e la spada viene e porta via qualcuno di loro, questo sarà portato via per la propria iniquità, ma io domanderò conto del suo sangue alla sentinella".
Ora, figlio d'uomo, io ho stabilito te come sentinella per la casa d'Israele; quando dunque udrai qualche parola della mia bocca, avvertili da parte mia. Quando avrò detto all'empio: "Empio, per certo tu morirai!" e tu non avrai parlato per avvertire l'empio che si allontani dalla sua via, quell'empio morirà per la sua iniquità, ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano. Ma, se tu avverti l'empio che si allontani dalla sua via, e quello non se ne allontana, egli morirà per la sua iniquità, ma tu avrai salvato te stesso.
Tu, figlio d'uomo, di' alla casa d'Israele: "Voi dite così: «Le nostre trasgressioni e i nostri peccati sono su di noi, e a motivo di essi noi languiamo: come potremmo vivere?»" Di' loro: "Com'è vero che io vivo, dice DIO, il Signore, io non mi compiaccio della morte dell'empio, ma che l'empio si converta dalla sua via e viva; convertitevi, convertitevi dalle vostre vie malvagie! Perché morireste, o casa d'Israele?"
Tu, figlio d'uomo, di' ai figli del tuo popolo: "La giustizia del giusto non lo salverà nel giorno della sua trasgressione; l'empio non cadrà per la sua empietà nel giorno in cui si sarà allontanato dalla sua empietà; nello stesso modo, il giusto non potrà vivere per la sua giustizia nel giorno in cui peccherà". Quando io avrò detto al giusto che per certo egli vivrà, se egli confida nella propria giustizia e commette l'iniquità, tutti i suoi atti giusti non saranno più ricordati, e morirà per l'iniquità che avrà commessa. Quando avrò detto all'empio: "Per certo tu morirai", se egli si allontana dal suo peccato e pratica ciò che è conforme al diritto e alla giustizia, se rende il pegno, se restituisce ciò che ha rubato, se cammina secondo i precetti che danno la vita, senza commettere l'iniquità, per certo egli vivrà, non morirà; tutti i peccati che ha commessi non saranno più ricordati contro di lui; egli ha praticato ciò che è conforme al diritto e alla giustizia; per certo vivrà.
Però i figli del tuo popolo dicono: "La via del Signore non è ben regolata"; ma è la via loro che non è ben regolata. Quando il giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l'iniquità, egli muore a motivo di questo; e quando l'empio si allontana dalla sua empietà e cammina secondo il diritto e la giustizia, a motivo di questo, vive. Voi dite: "La via del Signore non è ben regolata!" Io vi giudicherò ciascuno secondo le vostre vie, o casa d'Israele!»

Cause della presa di Gerusalemme


Le 18:28-30; Gr 7:1-15; Ez 5:5, ecc.; 7:2, ecc.
Il dodicesimo anno della nostra deportazione, il decimo mese, il quinto giorno del mese, un fuggiasco da Gerusalemme venne da me e mi disse: «La città è presa!» La sera prima della venuta del fuggiasco, la mano del SIGNORE era stata sopra di me ed egli mi aveva aperto la bocca, prima che quello venisse da me la mattina; la bocca mi fu aperta e io non fui più muto. La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, gli abitanti di quelle rovine, nel paese d'Israele, dicono: "Abraamo era solo, eppure ebbe il possesso del paese; e noi siamo molti, il possesso del paese è dato a noi". Perciò, di' loro: "Così parla il Signore, DIO: Voi mangiate la carne con il sangue, alzate gli occhi verso i vostri idoli, spargete il sangue, e dovreste possedere il paese? Voi v'appoggiate sulla vostra spada, commettete abominazioni, ciascuno di voi contamina la moglie del prossimo, e dovreste possedere il paese?" Di' loro: "Così parla DIO, il Signore: Com'è vero che io vivo, quelli che stanno fra quelle rovine cadranno per la spada; quelli che son per i campi li darò in pasto alle bestie; e quelli che sono nelle fortezze e nelle caserme moriranno di peste! Io ridurrò il paese in una desolazione, in un deserto; l'orgoglio della sua forza finirà, e i monti d'Israele saranno così desolati, al punto che nessuno vi passerà più. Essi conosceranno che io sono il SIGNORE, quando avrò ridotto il paese in una desolazione, in un deserto, per tutte le abominazioni che hanno commesse".

Gr 42:19-22; Mt 7:24-27
Quanto a te, figlio d'uomo, i figli del tuo popolo discorrono di te presso le mura e sulle porte delle case; parlano l'uno con l'altro e ognuno con il suo fratello, e dicono: "Venite, prego, ad ascoltare la parola che proviene dal SIGNORE!" Vengono da te come fa la folla; il mio popolo si siede davanti a te e ascolta le tue parole, ma non le mette in pratica; perché con la bocca fa mostra di molto amore, ma il suo cuore va dietro alla sua cupidigia. Ecco, tu sei per loro come la canzone d'amore di uno che ha una bella voce e sa sonare bene; essi ascoltano le tue parole, ma non le mettono in pratica; ma quando la cosa avverrà, ed ecco che sta per avvenire, essi sapranno che in mezzo a loro c'è stato un profeta».

CAPITOLO 34

Contro i pastori infedeli


Gr 23:1-3; Za 11:15-17; At 20:28
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, profetizza contro i pastori d'Israele; profetizza, e di' a quei pastori: "Così parla DIO, il Signore: Guai ai pastori d'Israele che non hanno fatto altro che pascere sé stessi! Non è forse il gregge quello che i pastori debbono pascere? Voi mangiate il latte, vi vestite della lana, ammazzate ciò che è ingrassato, ma non pascete il gregge. Voi non avete rafforzato le pecore deboli, non avete guarito la malata, non avete fasciato quella che era ferita, non avete ricondotto la smarrita, non avete cercato la perduta, ma avete dominato su di loro con violenza e con asprezza. Esse, per mancanza di pastore, si sono disperse, sono diventate pasto di tutte le bestie dei campi, e si sono disperse. Le mie pecore si smarriscono per tutti i monti e per ogni alto colle; le mie pecore si disperdono su tutta la distesa del paese, e non c'è nessuno che se ne prenda cura, nessuno che le cerchi!
Perciò, o pastori, ascoltate la parola del SIGNORE! Com'è vero che io vivo, dice DIO, il Signore, poiché le mie pecore sono abbandonate alla rapina; poiché le mie pecore, che sono senza pastore, servono di pasto a tutte le bestie dei campi, e i miei pastori non cercano le mie pecore; poiché i pastori pascono sé stessi e non pascono le mie pecore, perciò, ascoltate, o pastori, la parola del SIGNORE! Così parla DIO, il Signore: Eccomi contro i pastori; io domanderò le mie pecore alle loro mani; li farò cessare dal pascere le pecore; i pastori non pasceranno più sé stessi; io strapperò le mie pecore dalla loro bocca ed esse non serviranno più loro di pasto.

Il Pastore d'Israele


Gr 23:3-4, 7-8; 30:16-20; Mi 7:12-15
«Infatti così dice DIO, il Signore: Eccomi! io stesso mi prenderò cura delle mie pecore e andrò in cerca di loro. Come un pastore va in cerca del suo gregge il giorno che si trova in mezzo alle sue pecore disperse, così io andrò in cerca delle mie pecore e le ricondurrò da tutti i luoghi dove sono state disperse in un giorno di nuvole e di tenebre; le farò uscire dai popoli, le radunerò dai diversi paesi e le ricondurrò sul loro suolo; le pascerò sui monti d'Israele, lungo i ruscelli e in tutti i luoghi abitati del paese. Io le pascerò in buoni pascoli e i loro ovili saranno sugli alti monti d'Israele; esse riposeranno là in buoni ovili e pascoleranno in grassi pascoli sui monti d'Israele. Io stesso pascerò le mie pecore, io stesso le farò riposare, dice DIO, il Signore. Io cercherò la perduta, ricondurrò la smarrita, fascerò la ferita, rafforzerò la malata, ma distruggerò la grassa e la forte: io le pascerò con giustizia.
Quanto a voi, o pecore mie, così dice DIO, il Signore: Ecco, io giudicherò tra pecora e pecora, fra montoni e capri. Vi sembra forse troppo poco il pascolare in questo buon pascolo, al punto che volete calpestare con i piedi ciò che rimane del vostro pascolo? il bere le acque più chiare, al punto che volete intorbidire con i piedi quel che ne resta? Le mie pecore hanno per pascolo quello che i vostri piedi hanno calpestato; devono bere ciò che i vostri piedi hanno intorbidito!

Gr 23:4-6; Ez 37:22-28
«Perciò, così dice loro il Signore, DIO: Eccomi, io stesso giudicherò fra la pecora grassa e la pecora magra. Siccome voi avete spinto con il fianco e con la spalla e avete cozzato con le corna tutte le pecore deboli finché non le avete disperse e cacciate fuori, io salverò le mie pecore ed esse non saranno più abbandonate alla rapina; giudicherò tra pecora e pecora. Porrò sopra di esse un solo pastore che le pascolerà: il mio servo Davide; egli le pascolerà, egli sarà il loro pastore. Io, il SIGNORE, sarò il loro Dio, e il mio servo Davide sarà principe in mezzo a loro. Io, il SIGNORE, ho parlato. Stabilirò con esse un patto di pace; farò sparire le bestie selvatiche dal paese; le mie pecore abiteranno al sicuro nel deserto e dormiranno nelle foreste. Farò in modo che esse e i luoghi attorno al mio colle saranno una benedizione; farò scendere la pioggia a suo tempo, e saranno piogge di benedizione. L'albero dei campi darà il suo frutto, e la terra darà i suoi prodotti. Esse staranno al sicuro sul loro suolo e conosceranno che io sono il SIGNORE, quando spezzerò le sbarre del loro giogo e le libererò dalla mano di quelli che le tenevano schiave. Non saranno più preda delle nazioni; le bestie dei campi non le divoreranno più, ma se ne staranno al sicuro, senza che nessuno più le spaventi. Farò crescere per loro una vegetazione rinomata; non saranno più consumate dalla fame nel paese e non subiranno più gli oltraggi delle nazioni. Conosceranno che io, il SIGNORE, loro Dio, sono con loro, e che esse, la casa d'Israele, sono il mio popolo, dice DIO, il Signore. Voi, pecore mie, pecore del mio pascolo, siete uomini. Io sono il vostro Dio, dice il SIGNORE"».

CAPITOLO 35

Profezia contro gli Edomiti


(Ez 25:12-14; 36:1-7; Gr 49:7-22; Ad 1) La 4:21
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, rivolgi la tua faccia verso il monte Seir,
profetizza contro di esso,
e digli: "Così parla DIO, il Signore:
Eccomi a te, o monte Seir!
Io stenderò la mia mano contro di te
e ti renderò una solitudine, un deserto.
Io ridurrò le tue città in rovine,
tu diventerai una solitudine,
e conoscerai che io sono il SIGNORE.
Poiché hai avuto una inimicizia senza limiti
e hai abbandonato i figli d'Israele in balìa della spada
nel giorno della loro calamità,
nel giorno che l'iniquità era giunta al colmo;
per questo, com'è vero che io vivo, dice DIO, il Signore,
io ti lascerò nel sangue, e il sangue t'inseguirà;
poiché non hai odiato il sangue,
il sangue t'inseguirà.
Ridurrò il monte Seir in una solitudine, in un deserto,
e ne sterminerò chi va e chi viene.
Io riempirò i suoi monti dei suoi cadaveri;
sopra i tuoi colli, nelle tue valli, in tutti i tuoi burroni
cadranno gli uccisi dalla spada.
Io ti ridurrò in una desolazione perenne,
le tue città non saranno più abitate,
e voi conoscerete che io sono il SIGNORE.
Poiché hai detto: «Quelle due nazioni e quei due paesi saranno miei,
noi ce ne impadroniremo»
(e il SIGNORE era là presente!),
com'è vero che io vivo, dice DIO, il Signore,
io agirò con l'ira e con la gelosia
che tu hai mostrate nel tuo odio contro di loro;
e mi farò conoscere in mezzo a loro,
quando ti giudicherò.
Tu conoscerai che io, il SIGNORE,
ho udito tutti gli insulti
che hai proferiti contro i monti d'Israele,
dicendo: «Essi sono desolati;
sono dati a noi, perché ne facciamo nostra preda».
Voi, con la vostra bocca, vi siete inorgogliti contro di me
e avete moltiplicato contro di me i vostri discorsi.
Io l'ho udito!
Così parla DIO, il Signore:
Quando tutta la terra si rallegrerà,
io ti ridurrò in una desolazione.
Siccome ti sei rallegrato
perché l'eredità della casa d'Israele era devastata,
io farò lo stesso di te:
diventerai una desolazione, o monte Seir,
tu e Edom tutto quanto;
e si conoscerà che io sono il SIGNORE"».

CAPITOLO 36

Il ristabilimento d'Israele


(Ez 35; Gr 12:14) Gr 31:4-14, 23-28
«Tu, figlio d'uomo, profetizza ai monti d'Israele,
e di': "O monti d'Israele, ascoltate la parola del SIGNORE!
Così parla DIO, il Signore:
Poiché il nemico ha detto di voi:
«Ah! ah!
queste alture eterne sono diventate nostro possesso!»"
tu profetizza, e di':
"Così parla DIO, il Signore:
Sì, poiché da tutte le parti hanno voluto distruggervi e inghiottirvi,
perché diventaste possesso del resto delle nazioni,
e perché siete stati oggetto dei discorsi delle male lingue e delle maldicenze della gente,
o monti d'Israele, ascoltate la parola di DIO, il Signore!
Così parla DIO, il Signore,
ai monti e ai colli,
ai burroni e alle valli,
alle rovine desolate e alle città abbandonate,
che sono state date in balìa del saccheggio e delle beffe
delle altre nazioni circostanti;
così parla DIO, il Signore:
Sì, nel fuoco della mia gelosia,
io parlo contro il resto delle altre nazioni e contro Edom tutto quanto,
che hanno fatto del mio paese il loro possesso
con tutta la gioia del cuore e il disprezzo dell'anima,
per ridurlo in bottino".
Perciò, profetizza sopra la terra d'Israele,
e di' ai monti e ai colli,
ai burroni e alle valli:
"Così parla DIO, il Signore:
Ecco, io parlo nella mia gelosia e nel mio furore,
perché voi avete portato la vergogna delle nazioni.
Perciò, così parla DIO, il Signore:
Io l'ho giurato!
Le nazioni che vi circondano
porteranno anch'esse la propria vergogna;
ma voi, o monti d'Israele, metterete i vostri rami
e porterete i vostri frutti al mio popolo Israele,
perché egli sta per arrivare.
Infatti, ecco, io vengo a voi,
mi volgerò verso di voi,
e voi sarete coltivati e seminati;
io moltiplicherò su di voi gli uomini,
tutta quanta la casa d'Israele;
le città saranno abitate
e le rovine saranno ricostruite;
moltiplicherò su di voi uomini e bestie;
essi si moltiplicheranno e cresceranno
e farò in modo che sarete abitati com'eravate prima;
vi farò del bene più che nei vostri primi tempi,
e voi conoscerete che io sono il SIGNORE.
Io farò camminare su di voi degli uomini, il mio popolo Israele.
Essi ti possederanno, o paese;
tu sarai la loro eredità
e non li priverai più dei loro figli.
Così parla DIO, il Signore:
Poiché vi si dice: «Tu, o paese, hai divorato gli uomini,
hai privato la tua nazione dei suoi figli»,
tu non divorerai più gli uomini,
e non priverai più la tua nazione dei suoi figli,
dice DIO, il Signore.
Io non ti farò più udire gli oltraggi delle nazioni,
e tu non porterai più il disprezzo dei popoli,
e non farai più cadere la tua gente,
dice DIO, il Signore"».

Ez 5:5, ecc; 2Cr 36:14-20
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, quando quelli della casa d'Israele abitavano il loro paese, lo contaminavano con la loro condotta e con le loro azioni; la loro condotta era davanti a me come l'impurità della donna quando ha i suoi corsi. Perciò io riversai su di loro il mio furore a motivo del sangue che avevano sparso sul paese e perché l'avevano contaminato con i loro idoli; li dispersi fra le nazioni ed essi furono sparsi per tutti i paesi; io li giudicai secondo la loro condotta e secondo le loro azioni. E, giunti fra le nazioni dove sono andati, hanno profanato il nome mio santo, poiché si diceva di loro: "Costoro sono il popolo del SIGNORE, e sono usciti dal suo paese". Io ho avuto pietà del mio nome santo, che la casa d'Israele profanava fra le nazioni dov'è andata.

(Ez 11:16-20; 37:12-28; De 30:1-10; Gr 32:36-44) 2Co 5:17
«Perciò, di' alla casa d'Israele: "Così parla DIO, il Signore: Io agisco così, non a causa di voi, o casa d'Israele, ma per amore del mio nome santo, che voi avete profanato fra le nazioni dove siete andati. Io santificherò il mio gran nome che è stato profanato fra le nazioni, in mezzo alle quali voi l'avete profanato; e le nazioni conosceranno che io sono il SIGNORE, dice il Signore, DIO, quando io mi santificherò in voi, sotto i loro occhi. Io vi farò uscire dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese; vi aspergerò d'acqua pura e sarete puri; io vi purificherò di tutte le vostre impurità e di tutti i vostri idoli. Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio spirito e farò in modo che camminerete secondo le mie leggi, e osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni. Abiterete nel paese che io diedi ai vostri padri, sarete il mio popolo, e io sarò il vostro Dio. Io vi libererò da tutte le vostre impurità; chiamerò il frumento, lo farò abbondare, e non manderò più contro di voi la fame; farò moltiplicare il frutto degli alberi e il prodotto dei campi, affinché non siate più esposti alla vergogna della fame tra le nazioni. Allora vi ricorderete delle vostre vie malvagie e delle vostre azioni, che non erano buone, e avrete disgusto di voi stessi a motivo delle vostre iniquità e delle vostre abominazioni. Non è per amor di voi che agisco così, dice DIO, il Signore; siatene certi! Vergognatevi, e siate confusi a motivo delle vostre vie, o casa d'Israele!
Così parla DIO, il Signore: Il giorno che io vi purificherò di tutte le vostre iniquità, farò in modo che le città saranno abitate e le rovine saranno ricostruite; la terra desolata sarà coltivata, invece d'essere una desolazione agli occhi di tutti i passanti. Si dirà: «Questa terra che era desolata, è diventata come il giardino d'Eden; e queste città che erano deserte, desolate, rovinate, sono fortificate e abitate». Le nazioni che saranno rimaste attorno a voi conosceranno che io, il SIGNORE, ho ricostruito i luoghi distrutti e ripiantato il luogo deserto. Io, il SIGNORE, parlo, e mando la cosa a effetto".
Così parla DIO, il Signore: Anche in questo mi lascerò supplicare dalla casa d'Israele, e glielo concederò: io moltiplicherò loro gli uomini come un gregge. Come greggi di pecore consacrate, come le greggi di Gerusalemme nelle sue feste solenni, così le città deserte saranno riempite di greggi d'uomini; e si conoscerà che io sono il SIGNORE».

CAPITOLO 37

Il ritorno d'Israele; la riunione dei due regni


(De 32:39; Sl 85:7; Ro 11:15) De 30:1-5
La mano del SIGNORE fu sopra di me e il SIGNORE mi trasportò in spirito e mi depose in mezzo a una valle piena d'ossa. Mi fece passare presso di esse, tutt'attorno; ecco erano numerosissime sulla superficie della valle, ed erano anche molto secche.
Mi disse: «Figlio d'uomo, queste ossa potrebbero rivivere?» E io risposi: «Signore, DIO, tu lo sai».
Egli mi disse: «Profetizza su queste ossa, e di' loro: "Ossa secche, ascoltate la parola del SIGNORE! Così dice DIO, il Signore, a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e voi rivivrete; metterò su di voi dei muscoli, farò nascere su di voi della carne, vi coprirò di pelle, metterò in voi lo spirito, e rivivrete; e conoscerete che io sono il SIGNORE"». Io profetizzai come mi era stato comandato; e come io profetizzavo, si fece un rumore; ed ecco un movimento: le ossa si accostarono le une alle altre. Io guardai, ed ecco venire su di esse dei muscoli, crescervi la carne, e la pelle ricoprirle; ma non c'era in esse nessuno spirito.
Allora egli mi disse: «Profetizza allo spirito, profetizza figlio d'uomo, e di' allo spirito: "Così parla DIO, il Signore: Vieni dai quattro venti, o spirito, soffia su questi uccisi, e fa' che rivivano!"» Io profetizzai, come egli mi aveva comandato, e lo spirito entrò in essi: tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, grandissimo. Egli mi disse: «Figlio d'uomo, queste ossa sono tutta la casa d'Israele. Ecco, essi dicono: "Le nostre ossa sono secche, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti!" Perciò, profetizza e di' loro: "Così parla DIO, il Signore: Ecco, io aprirò le vostre tombe, vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi ricondurrò nel paese d'Israele. Voi conoscerete che io sono il SIGNORE, quando aprirò le vostre tombe e vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio! E metterò in voi il mio spirito, e voi tornerete in vita; vi porrò sul vostro suolo, e conoscerete che io, il SIGNORE, ho parlato e ho messo la cosa in atto, dice il SIGNORE"».

Ez 36:24-38; 34:23-31; Gr 23:3-6; Lu 1:31-33
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Tu, figlio d'uomo, prenditi un pezzo di legno e scrivici sopra: "Per Giuda e per i figli d'Israele che gli sono associati". Poi prenditi un altro pezzo di legno e scrivici sopra: "Per Giuseppe, bastone di Efraim e di tutta la casa d'Israele che gli è associata". Poi accostali l'uno all'altro per farne un solo pezzo di legno, in modo che siano uniti nella tua mano. Quando i figli del tuo popolo ti parleranno e ti diranno: "Non ci spiegherai forse che cosa vuoi dire con queste cose?" tu risponderai loro: Così parla DIO, il Signore: "Ecco, io prenderò il pezzo di legno di Giuseppe, che è in mano di Efraim, e le tribù d'Israele, che sono a lui associate, e li unirò a questo, che è il pezzo di legno di Giuda, e ne farò un solo legno, in modo che saranno una sola cosa nella mia mano". I legni sui quali tu avrai scritto, li terrai in mano tua, sotto i loro occhi.
E di' loro: "Così parla DIO, il Signore: Ecco, io prenderò i figli d'Israele dalle nazioni dove sono andati, li radunerò da tutte le parti, e li ricondurrò nel loro paese; farò di loro una stessa nazione, nel paese, sui monti d'Israele; un solo re sarà re di tutti loro; non saranno più due nazioni, e non saranno più divisi in due regni. Non si contamineranno più con i loro idoli, con le loro abominazioni né con le loro numerose trasgressioni; io li tirerò fuori da tutti i luoghi dove hanno abitato e dove hanno peccato, li purificherò; essi saranno mio popolo e io sarò loro Dio. Il mio servo Davide sarà re sopra di loro ed essi avranno tutti un medesimo pastore; cammineranno secondo le mie prescrizioni, osserveranno le mie leggi, le metteranno in pratica; abiteranno nel paese che io diedi al mio servo Giacobbe, dove abitarono i vostri padri; vi abiteranno essi, i loro figli e i figli dei loro figli per sempre; e il mio servo Davide sarà loro principe per sempre. Io farò con loro un patto di pace: sarà un patto perenne con loro; li stabilirò fermamente, li moltiplicherò, e metterò il mio santuario in mezzo a loro per sempre; la mia dimora sarà presso di loro; io sarò loro Dio ed essi saranno mio popolo. Le nazioni conosceranno che io sono il SIGNORE che santifico Israele, quando il mio santuario sarà per sempre in mezzo a loro"».

CAPITOLO 38

Gog, strumento del giudizio contro Israele


(Ez 39; Is 24:21-33) Ap 20:7-10; Za 2:8
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
«Figlio d'uomo, rivolgi la tua faccia verso Gog del paese di Magog,
principe sovrano di Mesec e di Tubal,
profetizza contro di lui
e di': "Così parla DIO, il Signore:
Eccomi da te, o Gog,
principe sovrano di Mesec e di Tubal!
Io ti condurrò via, ti metterò degli uncini nelle mascelle
e ti tirerò fuori, te e tutto il tuo esercito, cavalli e cavalieri,
tutti quanti vestiti pomposamente,
gran moltitudine con scudi grandi e piccoli
tutti forniti di spada;
e con loro Persiani, Etiopi e gente di Put,
tutti con scudi ed elmi.
Gomer e tutte le sue schiere,
la casa di Togarma
dell'estremità del settentrione
e tutte le sue schiere,
dei popoli numerosi saranno con te.
Mettiti in ordine, prepàrati,
tu con tutte le tue moltitudini che s'adunano attorno a te,
e sii tu per essi colui al quale si ubbidisce.
Dopo molti giorni tu riceverai l'ordine;
negli ultimi anni verrai contro il paese
sottratto alla spada,
contro la nazione raccolta in mezzo a molti popoli,
sui monti d'Israele, che sono stati per tanto tempo deserti;
ma, fatta uscire dai popoli,
essa abiterà tutta quanta al sicuro.
Tu salirai, verrai come un uragano;
sarai come una nuvola che sta per coprire il paese,
tu con tutte le tue schiere e con i popoli numerosi che sono con te.
Così parla DIO, il Signore:
In quel giorno, dei pensieri ti sorgeranno in cuore
e concepirai un malvagio disegno.
Dirai: «Io salirò contro questo paese di villaggi aperti;
piomberò su questa gente che vive tranquilla
e abita al sicuro,
che risiede tutta in luoghi senza mura
e non ha né sbarre né porte.
Verrai per far bottino e saccheggiare,
per stendere la tua mano contro queste rovine ora ripopolate,
contro questo popolo raccolto in mezzo alle nazioni,
che si è procurato bestiame e proprietà e abita sulle alture del paese».
Seba, Dedan, i mercanti di Tarsis
e tutti i suoi leoncelli ti diranno:
«Vieni tu per far bottino?
Hai adunato la tua moltitudine per saccheggiare,
per portar via l'argento e l'oro,
per pigliare bestiame e beni,
per fare un gran bottino?»"
Perciò, figlio d'uomo, profetizza, e di' a Gog:
"Così parla DIO, il Signore,
In quel giorno, quando il mio popolo Israele abiterà al sicuro,
tu lo saprai;
verrai dal luogo dove stai, dall'estremità del settentrione,
tu con dei popoli numerosi con te,
tutti quanti a cavallo,
una grande moltitudine, un potente esercito;
salirai contro il mio popolo Israele,
come una nuvola che sta per coprire il paese.
Questo avverrà alla fine dei giorni: io ti condurrò contro il mio paese
affinché le nazioni mi conoscano,
quando io mi santificherò in te sotto gli occhi loro, o Gog!
Così parla DIO, il Signore:
Non sei tu quello di cui io parlai ai tempi antichi
mediante i miei servi i profeti d'Israele,
i quali profetizzarono allora, per degli anni,
che io ti avrei fatto marciare contro di loro?
In quel giorno, nel giorno che Gog verrà contro la terra d'Israele,
dice DIO, il Signore,
il mio furore mi monterà nelle narici;
nella mia gelosia, nel fuoco della mia ira, io lo dico, certo,
in quel giorno, vi sarà un grande sconvolgimento
nel paese d'Israele:
i pesci del mare, gli uccelli del cielo,
le bestie dei campi, tutti i rettili che strisciano sul suolo
e tutti gli uomini che sono sulla faccia della terra,
tremeranno alla mia presenza;
i monti saranno rovesciati,
le balze crolleranno,
e tutte le mura cadranno al suolo.
Io chiamerò contro di lui la spada su tutti i miei monti,
dice DIO, il Signore;
la spada d'ognuno si volgerà contro il proprio fratello.
Verrò in giudizio contro di lui, con la peste e con il sangue;
farò piovere torrenti di pioggia e grandine,
fuoco e zolfo, su di lui, sulle sue schiere
e sui popoli numerosi che saranno con lui.
Così mostrerò la mia potenza e mi santificherò;
mi farò conoscere agli occhi di molte nazioni,
ed esse sapranno che io sono il SIGNORE".

CAPITOLO 39

Giudizio contro Gog


Ez 38; Sl 76
«Tu, figlio d'uomo, profetizza contro Gog,
e di': "Così parla DIO, il Signore:
Eccomi da te, o Gog,
principe sovrano di Mesec e di Tubal!
Io ti porterò via, ti spingerò avanti,
ti farò salire dalle estremità del settentrione
e ti condurrò sui monti d'Israele;
butterò giù l'arco dalla tua mano sinistra
e ti farò cadere le frecce dalla destra.
Tu cadrai sui monti d'Israele,
tu con tutte le tue schiere
e con i popoli che saranno con te;
ti darò in pasto agli uccelli rapaci, agli uccelli d'ogni specie,
e alle bestie dei campi.
Tu cadrai in mezzo ai campi,
poiché io ho parlato, dice DIO, il Signore.
Manderò il fuoco su Magog
e su quelli che abitano sicuri nelle isole;
e conosceranno che io sono il SIGNORE.
Farò conoscere il mio nome santo in mezzo al mio popolo Israele,
e non lascerò più profanare il mio nome santo;
le nazioni conosceranno che io sono il SIGNORE,
il Santo in Israele.
Ecco, la cosa sta per avvenire, si effettuerà,
dice il DIO, Signore;
questo è il giorno di cui io ho parlato.
Gli abitanti delle città d'Israele usciranno
e faranno dei fuochi, bruciando armi,
scudi grandi e piccoli,
archi, frecce,
picche e lance;
e ne faranno del fuoco per sette anni;
non porteranno legna dai campi,
non ne taglieranno nelle foreste;
poiché faranno del fuoco con quelle armi;
spoglieranno quelli che li spogliavano
e deprederanno quelli che li depredavano,
dice DIO, il Signore.
In quel giorno,
io darò a Gog un luogo che gli servirà da sepoltura in Israele,
la Valle dei viandanti, a oriente del mare;
quel sepolcro chiuderà la via ai viandanti,
là sarà sepolto Gog con tutta la sua moltitudine;
quel luogo sarà chiamato la Valle di Amon-Gog.
La casa d'Israele li sotterrerà,
per purificare il paese;
e ciò durerà sette mesi.
Tutto il popolo del paese li sotterrerà;
per questo la sua fama crescerà
il giorno in cui mi glorificherò,
dice DIO, il Signore.
Metteranno da parte degli uomini i quali percorreranno del continuo il paese
a sotterrare, con l'aiuto dei viandanti,
i cadaveri che saranno rimasti sul suolo del paese,
per purificarlo;
alla fine dei sette mesi faranno questa ricerca.
Quando i viandanti passeranno per il paese,
chiunque di loro vedrà delle ossa umane
accumulerà là vicino un mucchio di pietre
finché i seppellitori non le abbiano sotterrate
nella Valle di Amon-Gog.
Amona sarà pure il nome di una città.
Così purificheranno il paese".
Tu, figlio d'uomo, così parla DIO, il Signore:
Di' agli uccelli d'ogni specie
e a tutte le bestie dei campi:
Riunitevi, venite! Raccoglietevi da tutte le parti
attorno al banchetto del sacrificio che sto per immolare per voi,
del gran sacrificio sui monti d'Israele!
Voi mangerete carne e berrete sangue.
Mangerete carne di prodi
e berrete sangue di prìncipi della terra: montoni, agnelli, capri,
tori, tutti quanti ingrassati in Basan.
Mangerete grasso a sazietà,
berrete sangue fino a inebriarvi,
al banchetto del sacrificio che io immolerò per voi;
alla mia mensa sarete saziati di carne di cavalli e di bestie da tiro,
di prodi e di guerrieri d'ogni razza,
dice DIO, il Signore.
Io manifesterò la mia gloria fra le nazioni;
tutte le nazioni vedranno il giudizio che io eseguirò
e la mia mano che metterò su di loro.
Da quel giorno in poi
la casa d'Israele conoscerà che io sono il SIGNORE, il suo Dio;
le nazioni conosceranno che la casa d'Israele è stata deportata
a causa della sua iniquità,
perché mi era stata infedele;
perciò io ho nascosto a loro la mia faccia
e li ho dati in mano dei loro nemici;
tutti quanti sono caduti di spada.
Io li ho trattati secondo la loro impurità e secondo le loro trasgressioni,
e ho nascosto loro la mia faccia.

Ristabilimento d'Israele


Ez 36:18, ecc.; 37:21, ecc.
Perciò, così parla DIO, il Signore:
Ora io farò tornare Giacobbe dalla deportazione
e avrò pietà di tutta la casa d'Israele,
e sarò geloso del mio santo nome.
Essi avranno finito di portare il loro disonore
e la pena di tutte le infedeltà che hanno commesse contro di me,
quando abiteranno al sicuro nel loro paese
e non vi sarà più nessuno che li spaventi;
quando li ricondurrò dai popoli
e li raccoglierò dai paesi dei loro nemici,
e mi santificherò in loro davanti a molte nazioni.
Essi conosceranno che io sono il SIGNORE, il loro Dio,
quando, dopo averli fatti deportare fra le nazioni,
li avrò raccolti nel loro paese
e non lascerò là più nessuno di essi;
non nasconderò più loro la mia faccia,
perché avrò sparso il mio spirito sulla casa d'Israele,
dice DIO, il Signore».

CAPITOLO 40

La visione della nuova Gerusalemme. Il nuovo tempio


Ap 21:10 (Es 38:9-20, 1-8; 2Cr 4:9; 3:4, 14-17)
L'anno venticinquesimo della nostra deportazione, al principio dell'anno, il decimo giorno del mese, quattordici anni dopo la presa della città, in quello stesso giorno, la mano del SIGNORE fu sopra di me, ed egli mi trasportò nel paese d'Israele. In una visione divina mi trasportò là e mi posò sopra un monte altissimo sul quale stava, dal lato di mezzogiorno, come la costruzione d'una città. Egli mi condusse là, ed ecco che c'era un uomo il cui aspetto era come l'aspetto del rame; aveva in mano una corda di lino e una canna per misurare; egli stava in piedi sulla porta. Quell'uomo mi disse: «Figlio d'uomo, apri gli occhi e guarda, porgi l'orecchio e ascolta, sta' attento a tutte le cose che io ti mostrerò; poiché tu sei stato condotto qua perché io te le mostri. Riferisci alla casa d'Israele tutto quello che vedrai».
Ed ecco, un muro esterno circondava la casa tutt'intorno. L'uomo aveva in mano una canna per misurare, lunga sei cubiti, di un cubito e un palmo ciascuno. Egli misurò la larghezza del muro; era una canna; l'altezza era una canna.
Poi venne alla porta che guardava verso oriente, ne salì la gradinata, e misurò la soglia della porta, che era della larghezza di una canna: questa prima soglia aveva la larghezza di una canna. Ogni camera misurava una canna di lunghezza e una canna di larghezza. Tra le camere c'era uno spazio di cinque cubiti. La soglia della porta verso il vestibolo della porta, dal lato della casa, era di una canna. Misurò il vestibolo della porta dal lato della casa; era una canna. Misurò il vestibolo della porta; era otto cubiti; i suoi pilastri erano due cubiti. Il vestibolo della porta era dal lato della casa. Le camere della porta orientale erano tre da un lato e tre dall'altro; tutte e tre avevano la stessa misura; i pilastri, da ogni lato, avevano pure la stessa misura. Misurò la larghezza dell'apertura della porta; era dieci cubiti; la lunghezza della porta era tredici cubiti. Davanti alle camere c'era una chiusura d'un cubito da un lato e una chiusura d'un cubito dall'altro; ogni camera aveva sei cubiti da un lato e sei dall'altro. Misurò la porta dal tetto d'una delle camere al tetto dell'altra; c'era una larghezza di venticinque cubiti, da porta a porta. Contò sessanta cubiti per i pilastri, e dopo i pilastri veniva il cortile tutto intorno alle porte. Lo spazio fra la porta d'ingresso e il vestibolo della porta interna era di cinquanta cubiti. C'erano delle finestre, con delle grate, alle camere e ai loro pilastri, verso l'interno della porta, tutt'intorno; lo stesso agli archi; così c'erano delle finestre tutt'intorno, verso l'interno; sopra i pilastri c'erano delle palme.
Poi mi condusse nel cortile esterno, ed ecco c'erano delle camere e un lastrico tutt'intorno al cortile: trenta camere davano su quel lastrico. Il lastrico era di fianco alle porte e corrispondeva alla lunghezza delle porte; era il lastrico inferiore. Poi misurò la larghezza, dal davanti della porta inferiore sino alla cinta del cortile interno: cento cubiti a oriente e a settentrione.
Misurò la lunghezza e la larghezza della porta settentrionale del cortile esterno; le sue camere erano tre di qua e tre di là; i suoi pilastri e i suoi archi avevano la stessa misura della prima porta: cinquanta cubiti di lunghezza e venticinque di larghezza. Le sue finestre, i suoi archi, le sue palme avevano la stessa misura della porta orientale; vi si saliva per sette gradini, davanti ai quali stavano i suoi archi. Una porta dava sul cortile interno, di fronte alla porta settentrionale; era come quella orientale; ed egli misurò da porta a porta: cento cubiti.
Poi mi condusse verso mezzogiorno, ed ecco una porta che guardava a mezzogiorno; egli ne misurò i pilastri e gli archi, che avevano le stesse dimensioni. Questa porta e i suoi archi avevano delle finestre tutto intorno, come le altre finestre: cinquanta cubiti di lunghezza e venticinque cubiti di larghezza. Vi si saliva per sette gradini, davanti ai quali stavano gli archi; essa aveva le sue palme, una di qua, una di là, sopra i suoi pilastri. Il cortile interno aveva una porta dal lato di mezzogiorno; ed egli misurò da porta a porta, in direzione di mezzogiorno, cento cubiti.
Poi mi condusse nel cortile interno per la porta di mezzogiorno, e misurò la porta di mezzogiorno, che aveva quelle stesse dimensioni. Le sue camere, i suoi pilastri e i suoi archi avevano le stesse dimensioni. Questa porta e i suoi archi avevano delle finestre tutto intorno; aveva cinquanta cubiti di lunghezza e venticinque di larghezza. C'erano tutto intorno archi di venticinque cubiti di lunghezza e di cinque cubiti di larghezza. Gli archi della porta erano dal lato del cortile esterno, c'erano delle palme sui suoi pilastri e vi si saliva per otto gradini.
Poi mi condusse nel cortile interno per la porta orientale e misurò la porta; essa aveva le stesse dimensioni. Le sue camere, i suoi pilastri e i suoi archi avevano quelle stesse dimensioni. Questa porta e i suoi archi avevano tutto intorno delle finestre; misurava cinquanta cubiti di lunghezza e venticinque cubiti di larghezza. Gli archi della porta erano dal lato del cortile esterno, c'erano delle palme sui suoi pilastri di qua e di là e vi si saliva per otto gradini.
Poi mi condusse alla porta settentrionale; la misurò e aveva le solite dimensioni; così per le sue camere, per i suoi pilastri e per i suoi archi; c'erano delle finestre tutto intorno; misurava cinquanta cubiti di lunghezza e venticinque cubiti di larghezza. I pilastri della porta erano dal lato del cortile esterno, c'erano delle palme sui suoi pilastri di qua e di là, e vi si saliva per otto gradini.
C'era una camera con l'ingresso vicino ai pilastri delle porte; là si lavavano gli olocausti. Nel vestibolo della porta c'erano due tavole di qua e due tavole di là per scannarvi su gli olocausti, i sacrifici espiatori e per la colpa. A uno dei lati esterni, a settentrione di chi saliva all'ingresso della porta, c'erano due tavole; dall'altro lato, verso il vestibolo della porta, c'erano due tavole. Così c'erano quattro tavole di qua e quattro tavole di là, ai lati della porta: in tutto otto tavole, per scannar su di esse i sacrifici. C'erano ancora, per gli olocausti, quattro tavole di pietra tagliata, lunghe un cubito e mezzo e larghe un cubito e mezzo e alte un cubito, per porvi su gli strumenti con i quali si scannavano gli olocausti e gli altri sacrifici. Degli uncini di un palmo erano fissati nella casa tutto intorno; sulle tavole doveva essere messa la carne delle offerte.
Fuori della porta interna c'erano due camere, nel cortile interno: una era accanto alla porta settentrionale e guardava a mezzogiorno; l'altra era accanto alla porta meridionale e guardava a settentrione. Egli mi disse: «Questa camera che guarda verso mezzogiorno è per i sacerdoti che sono incaricati del servizio della casa; la camera che guarda verso settentrione è per i sacerdoti incaricati del servizio dell'altare; i figli di Sadoc, sono quelli che, tra i figli di Levi, s'accostano al SIGNORE per fare il suo servizio».
Egli misurò il cortile; era quadrato e misurava cento cubiti di lunghezza e cento cubiti di larghezza; l'altare stava davanti alla casa.
Poi mi condusse nel vestibolo della casa e misurò i pilastri del vestibolo: cinque cubiti di qua e cinque di là; la larghezza della porta era di tre cubiti di qua e tre di là. La lunghezza del vestibolo era di venti cubiti; la larghezza era di undici cubiti; vi si saliva per dei gradini; presso i pilastri c'erano delle colonne, una di qua e una di là.

CAPITOLO 41

Descrizione dell'interno del tempio


1R 6; Za 6:12-13
Poi mi condusse nel tempio e misurò i pilastri; misuravano sei cubiti di larghezza da un lato e sei cubiti di larghezza dall'altro, larghezza della tenda. La larghezza dell'ingresso era di dieci cubiti; le pareti laterali dell'ingresso misuravano cinque cubiti da un lato e cinque cubiti dall'altro. Egli misurò la lunghezza del tempio: quaranta cubiti, e venti cubiti di larghezza. Poi entrò dentro e misurò i pilastri dell'ingresso: due cubiti; l'ingresso misurava sei cubiti; la larghezza dell'ingresso: sette cubiti. Misurò una lunghezza di venti cubiti e una larghezza di venti cubiti in fondo al tempio; e mi disse: «Questo è il luogo santissimo».
Poi misurò i muro della casa: sei cubiti; e la larghezza delle camere laterali tutto intorno alla casa: quattro cubiti. Le camere laterali erano una accanto all'altra, in numero di trenta, e c'erano tre piani; stavano in un muro, costruito per queste camere tutto intorno alla casa, perché fossero appoggiate senza appoggiarsi al muro della casa. Le camere occupavano maggiore spazio a mano a mano che si saliva di piano in piano, poiché la casa aveva una scala circolare a ogni piano tutto intorno alla casa; perciò questa parte della casa si allargava a ogni piano, e si saliva dal piano inferiore al piano superiore passando per quello di mezzo.
Io vidi pure che la casa tutta intorno stava sopra un piano elevato; così le camere laterali avevano un fondamento alto una buona canna, sei cubiti fino all'angolo. La larghezza del muro esterno delle camere laterali era di cinque cubiti; lo spazio libero intorno alle camere laterali della casa fino alle stanze attorno alla casa, aveva una larghezza di venti cubiti tutto intorno. Le porte delle camere laterali davano sullo spazio libero: una porta a settentrione, una porta a mezzogiorno; e la larghezza dello spazio libero era di cinque cubiti tutto intorno.
L'edificio situato davanti allo spazio vuoto dal lato d'occidente misurava settanta cubiti di larghezza, il muro dell'edificio misurava cinque cubiti di spessore tutto intorno, ed era lungo novanta cubiti. Poi misurò la casa: era di cento cubiti di lunghezza. Lo spazio vuoto, l'edificio e i suoi muri avevano una lunghezza di cento cubiti. La larghezza della facciata della casa e dello spazio vuoto dal lato d'oriente era di cento cubiti. Egli misurò la lunghezza dell'edificio davanti allo spazio vuoto, sul di dietro, e le sue gallerie da ogni lato: cento cubiti.
L'interno del tempio, i vestiboli che davano sul cortile, gli stipiti, le finestre a grate, le gallerie tutto attorno ai tre piani erano ricoperti, all'altezza degli stipiti, di legno tutto intorno. Dal pavimento sino alle finestre (le finestre erano sbarrate), fino al di sopra della porta, l'interno della casa, l'esterno, e tutte le pareti tutto intorno, all'interno e all'esterno, tutto era fatto secondo precise misure. C'erano degli ornamenti di cherubini e di palme, una palma tra cherubino e cherubino, e ogni cherubino aveva due facce: una faccia d'uomo, rivolta verso la palma da un lato, e una faccia di leone, rivolta verso l'altra palma, dall'altro lato. Gli ornamenti erano in tutta la casa, tutto intorno. Dal pavimento fino al di sopra della porta c'erano dei cherubini e delle palme; così pure sul muro del tempio. Gli stipiti del tempio erano quadrati, e la facciata del santuario aveva lo stesso aspetto.
L'altare era di legno, alto tre cubiti, lungo due cubiti; aveva degli angoli; le sue pareti, per tutta la lunghezza, erano di legno. L'uomo mi disse: «Questa è la tavola che sta davanti al SIGNORE». Il tempio e il santuario avevano due porte; ogni porta aveva due battenti; due battenti che si piegavano in due pezzi; due pezzi per ogni battente. Su di esse, sulle porte del tempio, erano scolpiti dei cherubini e delle palme, come quelli sulle pareti. Sulla facciata del vestibolo, all'esterno, c'era una tettoia di legno. C'erano delle finestre a grate e delle palme, da ogni lato, alle pareti laterali del vestibolo, alle camere laterali della casa e alle tettoie.

CAPITOLO 42

Le camere riservate alle cose santissime


Ez 41:10; Le 6:7-19
Poi egli mi portò fuori verso il cortile esterno dal lato settentrionale e mi condusse nelle camere che si trovavano davanti allo spazio vuoto, e di fronte all'edificio verso settentrione. La facciata, dov'era la porta settentrionale, era lunga cento cubiti e larga cinquanta cubiti. Di fronte ai venti cubiti del cortile interno, e di fronte al lastrico del cortile esterno, dove si trovavano tre gallerie a tre piani, davanti alle camere, c'era un corridoio largo dieci cubiti; per andare nell'interno c'era un passaggio d'un cubito; le loro porte guardavano a settentrione. Le camere superiori erano più strette di quelle inferiori e di quelle del piano di mezzo dell'edificio, perché le loro gallerie toglievano spazio. Poiché esse erano a tre piani e non avevano colonne come le colonne dei cortili; perciò a partire dal suolo le camere superiori erano più strette di quelle in basso, e di quelle del piano di mezzo. Il muro esterno, parallelo alle camere dal lato del cortile esterno, di fronte alle camere, misurava cinquanta cubiti di lunghezza; poiché la lunghezza delle camere, dal lato del cortile esterno, era di cinquanta cubiti, mentre dal lato della facciata del tempio era di cento cubiti. In basso a queste camere c'era un ingresso dal lato orientale per chi vi entrava dal cortile esterno.
Nella larghezza del muro del cortile, in direzione d'oriente, di fronte allo spazio vuoto e di fronte all'edificio, c'erano delle camere; davanti a queste c'era un corridoio come quello delle camere a settentrione; la loro lunghezza e la loro larghezza erano come la lunghezza e la larghezza di quelle, e così tutte le loro uscite, le loro disposizioni e le loro porte. Così erano anche le porte delle camere a mezzogiorno; c'era una porta all'inizio del corridoio: al corridoio che si trovava proprio davanti al muro, dal lato d'oriente di chi vi entrava. Egli mi disse: «Le camere a settentrione e le camere a mezzogiorno, che stanno di fronte allo spazio vuoto, sono le camere sante dove i sacerdoti che si accostano al SIGNORE mangeranno le cose santissime; là deporranno le cose santissime, le offerte e le vittime per i sacrifici di espiazione e per la colpa; poiché quel luogo è santo. Quando i sacerdoti saranno entrati, non usciranno dal luogo santo per andare nel cortile esterno, senza aver prima deposto là i paramenti con i quali fanno il servizio, perché questi paramenti sono santi; indosseranno altre vesti, poi potranno accostarsi alla parte che è riservata al popolo».

Dimensioni del recinto


Ez 45:2; 2Cr 4:9
Quando ebbe finito di misurare così l'interno della casa, egli mi condusse fuori per la porta del lato orientale e misurò il recinto tutto intorno. Misurò il lato orientale con la canna da misurare: cinquecento cubiti della canna da misurare tutto intorno. Misurò il lato settentrionale: cinquecento cubiti della canna da misurare, tutto intorno. Misurò il lato meridionale con la canna da misurare: cinquecento cubiti. Si volse al lato occidentale e misurò: cinquecento cubiti della canna da misurare. Misurò dai quattro lati il muro che formava il recinto: tutto intorno la lunghezza era di cinquecento, e la larghezza di cinquecento; il muro faceva la separazione fra il sacro e il profano.

CAPITOLO 43

La gloria del Signore nel nuovo tempio


Ez 10:1-19; 11:22-24 (1R 8:6, 10-13; Ez 37:26-28; Ap 21:3)
Poi mi condusse alla porta, alla porta che guardava a oriente. Ecco, la gloria del Dio d'Israele veniva dal lato orientale. La sua voce era come il rumore di grandi acque e la terra risplendeva della sua gloria. La visione che io ebbi era simile a quella che io ebbi quando venni per distruggere la città; queste visioni erano simili a quella che avevo avuta presso il fiume Chebar; e io caddi sulla mia faccia.
La gloria del SIGNORE entrò nella casa per la via della porta che guardava a oriente. Lo spirito mi portò in alto e mi condusse nel cortile interno; ed ecco la gloria del SIGNORE riempiva la casa. Io udii qualcuno che mi parlava dalla casa; un uomo era in piedi presso di me.
Egli mi disse: «Figlio d'uomo, questo è il luogo del mio trono, il luogo dove poserò la pianta dei miei piedi; io vi abiterò per sempre in mezzo ai figli d'Israele; la casa d'Israele e i suoi re non contamineranno più il mio santo nome con le loro prostituzioni e con i cadaveri dei loro re sui loro alti luoghi, come facevano quando mettevano la loro soglia presso la mia soglia, i loro stipiti presso i miei stipiti, così che non c'era che una parete fra me e loro. Essi contaminavano così il mio santo nome con le abominazioni che commettevano; perciò io li consumai, nella mia ira. Ora allontaneranno da me le loro prostituzioni e i cadaveri dei loro re, e io abiterò in mezzo a loro per sempre.

Ez 44:5-9; 2Ti 2:25-26
«Tu, figlio d'uomo, mostra questa casa alla casa d'Israele e si vergognino delle loro iniquità. Ne misurino il piano e, se si vergognano di tutto quello che hanno fatto, fa' loro conoscere la forma di questa casa, la sua disposizione, le sue uscite e i suoi ingressi, tutti i suoi disegni e tutti i suoi regolamenti, tutti i suoi riti e tutte le sue leggi; mettili per iscritto sotto i loro occhi affinché osservino tutti i suoi riti e tutti i suoi regolamenti e li mettano in pratica. Questa è la legge della casa. Sulla sommità del monte, tutto lo spazio che deve occupare tutto intorno sarà santissimo. Ecco, questa è la legge della casa.

L'altare degli olocausti; le offerte


Es 27:1-8
«Queste sono le misure dell'altare, in cubiti, dei quali ogni cubito è un cubito e un palmo. La base misura un cubito d'altezza e un cubito di larghezza; l'orlo che termina tutto il suo contorno, una spanna di larghezza; questo è il sostegno dell'altare. Dalla base, sul suolo, fino al gradino inferiore, due cubiti, e un cubito di larghezza; dal piccolo gradino fino al grande gradino, quattro cubiti, e un cubito di larghezza. La parte superiore dell'altare misura quattro cubiti d'altezza; dal fornello dell'altare si elevano quattro corni; il fornello dell'altare misura dodici cubiti di lunghezza e dodici di larghezza, e forma un quadrato con i suoi quattro lati. Il gradino misura dai quattro lati quattordici cubiti di lunghezza e quattordici cubiti di larghezza; l'orlo che termina il suo contorno è di mezzo cubito; la base misura tutto intorno un cubito, e i suoi scalini sono volti verso oriente».

Es 29:35-37; Le 8:33-35
Egli mi disse: «Figlio d'uomo, così parla DIO, il Signore: Ecco i regolamenti dell'altare per il giorno che sarà costruito per offrirvi su l'olocausto e per farvi l'aspersione del sangue. Ai sacerdoti levitici, che sono della stirpe di Sadoc, i quali si accostano a me per servirmi, dice DIO, il Signore, darai un toro per un sacrificio espiatorio. Prenderai del suo sangue, e ne metterai sopra i quattro corni dell'altare e ai quattro angoli dei gradini e sull'orlo tutto intorno; purificherai così l'altare e farai l'espiazione per esso. Prenderai il toro del sacrificio espiatorio e lo si brucerà in un luogo designato della casa, fuori del santuario. Il secondo giorno offrirai come sacrificio espiatorio un capro senza difetto; con esso si purificherà l'altare come lo si è purificato con il toro. Quando avrai finito di fare quella purificazione, offrirai un toro senza difetto, e un capro del gregge, senza difetto. Li presenterai davanti al SIGNORE; i sacerdoti vi getteranno su del sale e li offriranno in olocausto al SIGNORE. Per sette giorni offrirai ogni giorno un capro come sacrificio espiatorio; si offrirà pure un toro e un montone del gregge, senza difetto. Per sette giorni si farà l'espiazione per l'altare, lo si purificherà e lo si consacrerà. Quando quei giorni saranno compiuti, l'ottavo giorno e in seguito, i sacerdoti offriranno sull'altare i vostri olocausti e i vostri sacrifici di riconoscenza; e io vi gradirò, dice DIO, il Signore».

CAPITOLO 44

Il personale del santuario


(Ez 43:1-4; 46:1-3)
Poi egli mi ricondusse verso la porta esterna del santuario, che guarda a oriente. Essa era chiusa. Il SIGNORE mi disse: «Questa porta sarà chiusa; essa non si aprirà e nessuno entrerà per essa, poiché per essa è entrato il SIGNORE, Dio d'Israele; perciò rimarrà chiusa. Quanto al principe, siccome è principe, potrà sedervi per mangiare il pane davanti al SIGNORE; egli entrerà per la via del vestibolo della porta e uscirà per la medesima via».

Ez 43:5-11 (Ez 22:26; 2R 23:8-9)
Poi mi condusse davanti alla casa per la via della porta settentrionale. Io guardai, ed ecco, la gloria del SIGNORE riempiva la casa del SIGNORE; io caddi faccia a terra. Il SIGNORE mi disse: «Figlio d'uomo, sta' bene attento, apri gli occhi per guardare e gli orecchi per udire tutto quello che ti dirò circa tutti i regolamenti della casa del SIGNORE e tutte le sue leggi; considera attentamente l'ingresso della casa e tutte le uscite del santuario. Di' a questi ribelli, alla casa d'Israele: "Così parla DIO, il Signore: O casa d'Israele, basta con le vostre abominazioni! Avete fatto entrare degli stranieri, incirconcisi di cuore e incirconcisi di carne, perché stessero nel mio santuario a profanare la mia casa, quando offrivate il mio pane, il grasso e il sangue, violando così il mio patto con tutte le vostre abominazioni. Voi non avete mantenuto l'incarico che avevate delle mie cose sante; ma ne avete fatti custodi quegli stranieri, nel mio santuario, al vostro posto.
Così parla DIO, il Signore: Nessuno straniero, incirconciso di cuore e incirconciso di carne, entrerà nel mio santuario: nessuno degli stranieri che saranno in mezzo ai figli d'Israele. Inoltre, i Leviti che si sono allontanati da me quando Israele si sviava, e si sono sviati da me per seguire i loro idoli, porteranno la pena della loro iniquità; saranno nel mio santuario come servi, con l'incarico di guardare le porte della casa; faranno il servizio della casa: scanneranno per il popolo le vittime degli olocausti e degli altri sacrifici, e si terranno davanti a lui per essere al suo servizio. Siccome hanno servito il popolo davanti ai suoi idoli e sono stati per la casa d'Israele un'occasione di caduta nell'iniquità, io alzo la mia mano contro di loro, dice DIO, il Signore, giurando che essi porteranno la pena della loro iniquità. Non si accosteranno più a me per esercitare il sacerdozio; non si accosteranno a nessuna delle mie cose sante, alle cose che sono santissime; ma porteranno la loro vergogna e la pena delle abominazioni che hanno commesse; ne farò dei guardiani della casa, incaricati di tutto il servizio di essa e di tutto ciò che vi si deve fare.

1S 2:35 (Le 6:3-4; 10:8-11; 21) Nu 18:8-20
«"Ma i sacerdoti leviti, figli di Sadoc, i quali hanno mantenuto l'incarico che avevano del mio santuario quando i figli d'Israele si sviavano da me, saranno quelli che si accosteranno a me per fare il mio servizio, e che si terranno davanti a me per offrirmi il grasso e il sangue, dice DIO, il Signore. Essi entreranno nel mio, essi si accosteranno alla mia tavola per servirmi, e compiranno tutto il mio servizio. Quando entreranno per le porte del cortile interno, indosseranno vesti di lino; non avranno addosso lana di sorta quando faranno il servizio alle porte del cortile interno e nella casa. Avranno in capo tiare di lino e mutande di lino ai fianchi; non indosseranno indumenti che fanno sudare. Ma quando usciranno per andare nel cortile esterno, nel cortile esterno verso il popolo, si toglieranno i paramenti con i quali avranno fatto il servizio e li deporranno nelle camere del santuario; indosseranno altre vesti, per non santificare il popolo con i loro paramenti. Non si raderanno il capo e non si lasceranno crescere i capelli; ma porteranno i capelli corti. Nessun sacerdote berrà vino, quando entrerà nel cortile interno. Non prenderanno in moglie né una vedova, né una donna ripudiata, ma prenderanno delle vergini della discendenza della casa d'Israele; potranno però prendere delle vedove, che siano vedove di sacerdoti. Insegneranno al mio popolo a distinguere fra il sacro e il profano, e gli faranno conoscere la differenza tra ciò che è impuro e ciò che è puro. In casi di processo, spetterà a loro il giudicare; giudicheranno secondo le mie prescrizioni; osserveranno le mie leggi e i miei statuti in tutte le mie feste; santificheranno i miei sabati. Il sacerdote non entrerà dov'è un morto, per non rendersi impuro; non si potrà rendere impuro che per il padre, per la madre, per un figlio, per una figlia, per un fratello o per una sorella non sposata. Dopo la sua purificazione, gli si conteranno sette giorni; il giorno che entrerà nel santuario, nel cortile interno, per fare il servizio nel santuario, offrirà il suo sacrificio espiatorio, dice DIO, il Signore.
Avranno un'eredità: Io sarò la loro eredità; voi non darete loro alcun possesso in Israele: io sono il loro possesso. Essi si nutriranno delle offerte, dei sacrifici espiatori e dei sacrifici per la colpa; ogni cosa votata allo sterminio in Israele sarà loro. Le primizie dei primi prodotti d'ogni sorta, tutte le offerte di qualsivoglia cosa che offrirete per elevazione, saranno dei sacerdoti; darete pure al sacerdote le primizie della vostra pasta, affinché la benedizione riposi sulla vostra casa. I sacerdoti non mangeranno carne di nessun uccello né d'alcun animale morto da sé o sbranato.

CAPITOLO 45

Territorio riservato al Signore e al principe


Ez 48:8-22
«"Quando spartirete a sorte il paese perché sia vostra eredità, preleverete come offerta al SIGNORE una parte consacrata del paese, della lunghezza di venticinquemila cubiti e della larghezza di diecimila; sarà sacra in tutta la sua estensione. Di questa parte prenderete per il santuario un quadrato di cinquecento per cinquecento cubiti, e cinquanta cubiti per uno spazio libero, tutto intorno. Su questa estensione di venticinquemila cubiti di lunghezza per diecimila di larghezza misurerai un'area per il santuario, per il luogo santissimo. È la parte consacrata del paese; essa apparterrà ai sacerdoti che fanno il servizio del santuario, che s'accostano al SIGNORE per servirlo; sarà un luogo per le loro case, un santuario per il santuario.
Venticinquemila cubiti di lunghezza e diecimila di larghezza saranno per i Leviti che faranno il servizio della casa; sarà il loro possesso, con venti camere.
Come possesso della città destinerete cinquemila cubiti di larghezza e venticinquemila di lunghezza, parallelamente alla parte sacra prelevata; esso sarà per tutta la casa d'Israele.
Per il principe riserverete uno spazio ai due lati della parte sacra e del possesso della città, di fronte alla parte sacra offerta, e di fronte al possesso della città, dal lato occidentale verso occidente, e dal lato orientale verso oriente, per una lunghezza parallela a una delle divisioni del paese, dal confine occidentale al confine orientale. Questo sarà il suo territorio, il suo possesso in Israele; i miei prìncipi non opprimeranno più il mio popolo, ma lasceranno il paese alla casa d'Israele secondo le sue tribù"».

Prescrizioni sui sacrifici


Gr 22:1-5; Le 19:35-37
«"Così parla DIO, il Signore: Basta, o prìncipi d'Israele! Lasciate da parte la violenza e le rapine, praticate il diritto e la giustizia, liberate il mio popolo dalle vostre estorsioni! dice DIO, il Signore.
Abbiate bilance giuste, efa giusto, bat giusto. L'efa e il bat avranno la stessa capacità; il bat conterrà la decima parte di un omer e l'efa la decima parte di un omer; la loro capacità sarà regolata dall'omer. Il siclo sarà di venti ghere; venti sicli più venticinque sicli più quindici sicli formeranno la vostra mina.
Questa è l'offerta che preleverete: la sesta parte di un efa da un omer di frumento, e la sesta parte di un efa da un omer di orzo. Questa è la norma per l'olio: un decimo di bat d'olio per un cor, che è dieci bati, cioè un omer; poiché dieci bati fanno un omer. Una pecora su un gregge di duecento capi nei grassi pascoli d'Israele sarà offerta per le oblazioni, gli olocausti e i sacrifici di riconoscenza per fare la propiziazione per essi, dice DIO, il Signore. Tutto il popolo del paese dovrà prelevare quest'offerta per il principe d'Israele. Al principe toccherà di fornire gli olocausti, le offerte e le libazioni per le feste, per i noviluni, per i sabati, per tutte le solennità della casa d'Israele. Egli provvederà il sacrificio espiatorio, l'offerta, l'olocausto e il sacrificio di riconoscenza, per fare la propiziazione per la casa d'Israele.

(Es 12:1-30; De 16:1-8; Nu 28:16-25) Le 23:33, ecc.
«"Così parla DIO, il Signore: Il primo mese, il primo giorno del mese, prenderai un toro senza difetto e purificherai il santuario. Il sacerdote prenderà del sangue del sacrificio espiatorio e ne metterà sugli stipiti della porta della casa, sui quattro angoli dei gradini dell'altare e sugli stipiti della porta del cortile interno. Farai lo stesso il settimo giorno del mese per chi avrà peccato per errore o per ignoranza; così purificherete la casa.
Il quattordicesimo giorno del primo mese avrete la Pasqua. La festa durerà sette giorni; si mangeranno pani senza lievito. In quel giorno, il principe offrirà per sé e per tutto il popolo del paese un toro, come sacrificio espiatorio. Durante i sette giorni della festa, offrirà in olocausto al SIGNORE, sette tori e sette montoni senza difetto, ognuno dei sette giorni, e un capro per giorno come sacrificio espiatorio. Vi aggiungerà l'offerta di un efa per ogni toro e di un efa per ogni montone, con un hin d'olio per efa.
Il settimo mese, il quindicesimo giorno del mese, alla festa, egli offrirà per sette giorni gli stessi sacrifici espiatori, gli stessi olocausti, le stesse offerte e la stessa quantità d'olio.

CAPITOLO 46

Prescrizioni per il servizio del tempio


(Ez 44:1-3; 45:17) Nu 28:2, ecc.
«"Così parla DIO, il Signore: La porta del cortile interno, che guarda verso oriente, resterà chiusa durante i sei giorni di lavoro: ma sarà aperta il giorno di sabato; sarà pure aperta il giorno del novilunio. Il principe entrerà per la via del vestibolo della porta eterna e si fermerà presso lo stipite della porta; i sacerdoti offriranno il suo olocausto e i suoi sacrifici di riconoscenza. Egli si prostrerà sulla soglia della porta, poi uscirà; ma la porta non sarà chiusa fino alla sera. Anche il popolo del paese si prostrerà davanti al SIGNORE, all'ingresso di quella porta, nei giorni di sabato e nei noviluni.
L'olocausto che il principe offrirà al SIGNORE il giorno del sabato sarà di sei agnelli senza difetto e di un montone senza difetto; la sua oblazione sarà di un efa per il montone; l'offerta per gli agnelli sarà quello che vorrà dare, e di un hin d'olio per efa. Il giorno del novilunio offrirà un toro senza difetto, sei agnelli e un montone, che saranno senza difetti; darà come offerta un efa per il toro, un efa per il montone, per gli agnelli nella misura dei suoi mezzi, e un hin d'olio per efa.
Quando il principe entrerà, passerà per la via del vestibolo della porta e uscirà per la stessa via. Ma quando il popolo del paese verrà davanti al SIGNORE nelle solennità, chi sarà entrato per la via della porta settentrionale per prostrarsi, uscirà per la via della porta meridionale; chi sarà entrato per la via della porta meridionale uscirà per la via della porta settentrionale; nessuno se ne tornerà per la via della porta per la quale sarà entrato, ma uscirà per la porta opposta. Il principe, quando quelli entreranno, entrerà in mezzo a loro; quando quelli usciranno, egli uscirà insieme a essi.
Nelle feste e nelle solennità, l'offerta sarà di un efa per il toro, di un efa per il montone, per gli agnelli quello che vorrà dare, e un hin d'olio per efa. Quando il principe farà al SIGNORE un'offerta volontaria, olocausto o sacrificio di riconoscenza, come offerta volontaria al SIGNORE, gli si aprirà la porta che guarda a oriente e offrirà il suo olocausto e il suo sacrificio di riconoscenza come fa nel giorno del sabato; poi uscirà e, quando sarà uscito, si chiuderà la porta.
Tu offrirai ogni giorno, come olocausto al SIGNORE, un agnello di un anno, senza difetto; l'offrirai ogni mattina. Vi aggiungerai ogni mattina, come offerta, la sesta parte di un efa e la terza parte di un hin d'olio per intridere il fior di farina: è un'offerta al SIGNORE, da offrirsi del continuo per prescrizione perenne. Si offriranno l'agnello, l'offerta e l'olio ogni mattina, come l'olocausto continuo.

Ez 45:7-9
«"Così parla DIO, il Signore: Se il principe fa a qualcuno dei suoi figli un dono preso dal proprio possesso, questo dono apparterrà ai suoi figli; sarà loro proprietà ereditaria. Ma se egli fa a uno dei suoi servi un dono preso dal proprio possesso, questo dono apparterrà al servo fino all'anno della liberazione; poi, tornerà al principe; la sua eredità apparterrà soltanto ai suoi figli. Il principe non prenderà nulla dall'eredità del popolo, spogliandolo dei suoi possessi; quello che darà come eredità ai suoi figli, lo prenderà da ciò che possiede, affinché nessuno del mio popolo sia scacciato dal suo possesso"».

Ez 40:38-46
Poi egli mi condusse per l'ingresso situato di fianco alla porta, nelle camere sante destinate ai sacerdoti, le quali guardavano a settentrione; ed ecco che là in fondo, verso occidente, c'era un luogo. Egli mi disse: «Questo è il luogo dove i sacerdoti faranno cuocere la carne dei sacrifici per la colpa ed espiatori, e faranno cuocere l'oblazione, per non farle portare fuori nel cortile esterno, in modo che il popolo sia santificato». Poi mi condusse fuori nel cortile esterno e mi fece passare presso i quattro angoli del cortile; ed ecco, in ciascun angolo del cortile c'era un cortile. Nei quattro angoli del cortile c'erano dei cortili chiusi, di quaranta cubiti di lunghezza e di trenta di larghezza; questi quattro cortili, negli angoli, avevano le stesse dimensioni. Intorno a tutti e quattro c'era un recinto, e dei fornelli per cuocere erano costruiti in basso al recinto, tutto intorno. Egli mi disse: «Queste sono le cucine dove quelli che fanno il servizio della casa faranno cuocere i sacrifici del popolo».

CAPITOLO 47

Il torrente che sgorga dal tempio


(Gl 3:18; Za 14:8) Ap 22:1-2
Egli mi ricondusse all'ingresso della casa; ed ecco delle acque uscivano sotto la soglia della casa, dal lato d'oriente; perché la facciata della casa guardava a oriente; le acque uscite di là scendevano dal lato meridionale della casa, a mezzogiorno dell'altare. Poi mi condusse fuori per la via della porta settentrionale e mi fece fare il giro, di fuori, fino alla porta esterna, che guarda a oriente; ed ecco, le acque scendevano dal lato destro.
Quando l'uomo fu uscito verso oriente, aveva in mano una cordicella e misurò mille cubiti; mi fece attraversare le acque, ed esse mi arrivavano alle calcagna. Misurò altri mille cubiti, e mi fece attraversare le acque, ed esse mi arrivavano alle ginocchia. Misurò altri mille cubiti, e mi fece attraversare le acque, ed esse mi arrivavano sino ai fianchi. Ne misurò altri mille: era un torrente che io non potevo attraversare, perché le acque erano ingrossate; erano acque che bisognava attraversare a nuoto: un torrente, che non si poteva guadare.
Egli mi disse: «Hai visto, figlio d'uomo?» Poi mi ricondusse sulla riva del torrente. Tornato che vi fu, ecco che sulla riva del torrente c'erano moltissimi alberi, da un lato e dall'altro. Egli mi disse: «Queste acque si dirigono verso la regione orientale, scenderanno nella pianura ed entreranno nel mare; quando saranno entrate nel mare, le acque del mare saranno rese sane. Avverrà che ogni essere vivente che si muove, dovunque giungerà il torrente ingrossato, vivrà, e ci sarà grande abbondanza di pesce; poiché queste acque entreranno là; quelle del mare saranno risanate, e tutto vivrà dovunque arriverà il torrente. Dei pescatori staranno sulle rive del mare; da En-Ghedi fino a En-Glaim si stenderanno le reti; vi sarà pesce di diverse specie come il pesce del mar Grande, e in grande abbondanza. Ma le sue paludi e le sue lagune non saranno rese sane; saranno abbandonate al sale. Presso il torrente, sulle sue rive, da un lato e dall'altro, crescerà ogni specie d'alberi fruttiferi le cui foglie non appassiranno e il cui frutto non verrà mai meno; ogni mese faranno frutti nuovi, perché quelle acque escono dal santuario; quel loro frutto servirà di cibo, e quelle loro foglie di medicamento».

Frontiere del paese


Ge 15:18-21; Nu 34:1-12; Is 26:15
Così parla DIO, il Signore: «Questa è la frontiera del paese che voi spartirete come eredità fra le dodici tribù d'Israele. Giuseppe ne avrà due parti. Voi avrete ciascuno, tanto l'uno quanto l'altro, una parte di questo paese, che io giurai di dare ai vostri padri. Questo paese vi toccherà quindi in eredità.
Queste saranno le frontiere del paese. Dalla parte di settentrione: partendo dal mar Grande, in direzione di Chetlon, venendo verso Sedad; Camat, Berota, Sibraim, che è tra la frontiera di Damasco e la frontiera di Camat; Aser-Atticon, che è sulla frontiera del Cavran. Così la frontiera sarà dal mare fino ad Asar-Enon, frontiera di Damasco, avendo a settentrione il paese settentrionale e la frontiera di Camat. Questa è la parte settentrionale. Dalla parte orientale: partendo fra il Cavran e Damasco, poi fra Galaad e il paese d'Israele, verso il Giordano, misurerete dalla frontiera settentrionale fino al mare orientale. Questa è la parte orientale. La parte meridionale si dirigerà verso mezzogiorno, da Tamar fino alle acque di Meribot di Cades, fino al torrente che va nel mar Grande. Questa è la parte meridionale, verso mezzogiorno. La parte occidentale sarà il mar Grande, da quest'ultima frontiera, sino di fronte all'entrata di Camat. Questa è la parte occidentale.
Dividerete così questo paese fra voi, secondo le tribù d'Israele. Ne spartirete a sorte dei lotti d'eredità fra di voi e gli stranieri che soggiorneranno in mezzo a voi, i quali avranno generato dei figli fra di voi. Questi saranno per voi come nativi tra i figli d'Israele; tireranno a sorte con voi la loro parte d'eredità in mezzo alle tribù d'Israele. Nella tribù nella quale lo straniero soggiorna, là gli darete la sua parte», dice DIO, il Signore.

CAPITOLO 48

Distribuzione del paese


Ez 47:13-23 (Gs 15-17; 19:24-28)
«Questi sono i nome delle tribù. Partendo dall'estremità settentrionale, lungo la via di Chetlon per andare a Camat, fino ad Asar-Enon, frontiera di Damasco a settentrione verso Camat, avranno questo: dal confine orientale al confine occidentale, Dan, una parte. Sulla frontiera di Dan, dal confine orientale al confine occidentale: Ascer, una parte. Sulla frontiera di Ascer, dal confine orientale al confine occidentale: Neftali, una parte. Sulla frontiera di Neftali, dal confine orientale al confine occidentale: Manasse, una parte. Sulla frontiera di Manasse, dal confine orientale al confine occidentale: Efraim, una parte. Sulla frontiera di Efraim, dal confine orientale al confine occidentale: Ruben, una parte. Sulla frontiera di Ruben, dal confine orientale al confine occidentale: Giuda, una parte.

Ez 45:1-8
«Sulla frontiera di Giuda, dal confine orientale al confine occidentale, sarà la parte che preleverete di venticinquemila cubiti di larghezza, e lunga come una delle altre parti dal confine orientale al confine occidentale; là in mezzo sarà il santuario. La parte che preleverete per il SIGNORE avrà venticinquemila cubiti di lunghezza e diecimila di larghezza. Questa parte santa prelevata apparterrà ai sacerdoti: venticinquemila cubiti di lunghezza al settentrione, diecimila di larghezza all'occidente, diecimila di larghezza all'oriente, e venticinquemila di lunghezza al mezzogiorno; il santuario del SIGNORE sarà là in mezzo. Essa apparterrà ai sacerdoti consacrati tra i figli di Sadoc che hanno fatto il mio servizio e non si sono sviati quando i figli d'Israele si sviavano, come si sviavano i Leviti. Essa apparterrà loro come parte prelevata dalla parte del paese che sarà stata prelevata: una cosa santissima, verso la frontiera dei Leviti.
I Leviti avranno, parallelamente alla frontiera dei sacerdoti, una lunghezza di venticinquemila cubiti e una larghezza di diecimila: tutta la lunghezza sarà di venticinquemila, e la larghezza di diecimila. Essi non potranno venderne nulla; questa primizia del paese non potrà essere né scambiata né alienata, perché è cosa consacrata al SIGNORE.
I cinquemila cubiti che rimarranno di larghezza sui venticinquemila, formeranno un'area non consacrata destinata alla città, per le abitazioni e per il territorio circostante; la città sarà in mezzo, ed eccone le dimensioni: dal lato settentrionale, quattromilacinquecento cubiti; dal lato meridionale, quattromilacinquecento; dal lato orientale, quattromilacinquecento; dal lato occidentale quattromilacinquecento cubiti. La città avrà un territorio circostante di duecentocinquanta cubiti a settentrione, di duecentocinquanta a mezzogiorno; di duecentocinquanta a oriente, e di duecentocinquanta a occidente. Il resto della lunghezza, parallelamente alla parte santa, cioè diecimila cubiti a oriente e diecimila a occidente, parallelamente alla parte santa, servirà, con i suoi prodotti, al mantenimento dei lavoratori della città. I lavoratori della città, di tutte le tribù d'Israele, ne lavoreranno il suolo.
Tutta la parte prelevata sarà di venticinquemila cubiti per venticinquemila; ne preleverete così una parte quadrata, parte santa, come possesso della città.
Il rimanente sarà del principe, da un lato e dall'altro della parte santa prelevata e del possesso della città, di fronte ai venticinquemila cubiti della parte santa sino alla frontiera d'oriente e a occidente di fronte ai venticinquemila cubiti verso la frontiera d'occidente, parallelamente alle parti; questo sarà del principe; la parte santa e il santuario della casa saranno in mezzo. Così, tolto il possesso dei Leviti e il possesso della città situati in mezzo a quello del principe, ciò che si troverà tra la frontiera di Giuda e la frontiera di Beniamino, apparterrà al principe.

Gs 18:21-28; 19:1-23
«Poi verrà il resto delle tribù. Dal confine orientale al confine occidentale: Beniamino, una parte. Sulla frontiera di Beniamino, dal confine orientale al confine occidentale: Simeone, una parte. Sulla frontiera di Simeone, dal confine orientale al confine occidentale: Issacar, una parte. Sulla frontiera d'Issacar, dal confine orientale al confine occidentale: Zabulon, una parte. Sulla frontiera di Zabulon, dal confine orientale al confine occidentale: Gad, una parte. Sulla frontiera di Gad, dal lato meridionale, verso la regione meridionale, la frontiera sarà da Tamar fino alle acque di Meriba di Qades, fino al torrente che va nel mar Grande.
Questo è il paese che vi spartirete a sorte, come eredità delle tribù d'Israele, e queste ne sono le parti, dice DIO, il Signore.

Ap 21:9-27
«Queste sono le uscite della città. Dal lato settentrionale, quattromilacinquecento cubiti misurati; le porte della città porteranno i nomi delle tribù d'Israele e ci saranno tre porte a settentrione: la Porta di Ruben, l'una; la Porta di Giuda, l'altra; la Porta di Levi, l'altra. Dal lato orientale, quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la Porta di Giuseppe, l'una; la Porta di Beniamino, l'altra; la Porta di Dan, l'altra. Dal lato meridionale, quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la Porta di Simeone, l'una; la Porta d'Issacar, l'altra; la Porta di Zabulon, l'altra. Dal lato occidentale, quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la Porta di Gad, l'una; la Porta d'Ascer, l'altra; la Porta di Neftali, l'altra. Il perimetro sarà di diciottomila cubiti. Da quel giorno, il nome della città sarà: Il SIGNORE è là».