CAPITOLO 1
Titolo e argomento del libro
Am 3:7; Ap 22:6-10
Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi le
cose che devono avvenire tra breve, e che egli ha fatto conoscere mandando
il suo angelo al suo servo Giovanni. Egli ha attestato come parola di Dio e
testimonianza di Gesù Cristo tutto ciò che ha visto. Beato chi legge e beati
quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose
che vi sono scritte, perché il tempo è vicino!
Dedica alle sette chiese dell'Asia
(2Gv 3; 2Co 13:13) Ap 5:8-13; Mt 24:30-31
Giovanni, alle sette chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da colui
che è, che era e che viene, dai sette spiriti che sono davanti al suo trono
e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il
principe dei re della terra. A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri
peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno e dei sacerdoti del
Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e la potenza nei secoli dei secoli.
Amen. Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà; lo vedranno
anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù della terra faranno lamenti
per lui. Sì, amen. «Io sono l'alfa e l'omega», dice il Signore Dio, «colui
che è, che era e che viene, l'Onnipotente».
Il Figlio dell'uomo appare in visione a Giovanni
Da 10:5-12, 14; Mt 17:1-2
Io, Giovanni, vostro fratello e vostro compagno nella tribolazione, nel
regno e nella costanza in Gesù, ero nell'isola chiamata Patmos a causa della
parola di Dio e della testimonianza di Gesù. Fui rapito dallo Spirito nel
giorno del Signore, e udii dietro a me una voce potente come il suono di una
tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle
sette chiese: a Efeso, a Smirne, a Pergamo, a Tiatiri, a Sardi, a Filadelfia
e a Laodicea». Io mi voltai per vedere chi mi stava parlando. Come mi fui
voltato, vidi sette candelabri d'oro e, in mezzo ai sette candelabri, uno
simile a un figlio d'uomo, vestito con una veste lunga fino ai piedi e cinto
di una cintura d'oro all'altezza del petto. Il suo capo e i suoi capelli
erano bianchi come lana candida, come neve; i suoi occhi erano come fiamma
di fuoco; i suoi piedi erano simili a bronzo incandescente, arroventato in
una fornace, e la sua voce era come il fragore di grandi acque. Nella sua
mano destra teneva sette stelle; dalla sua bocca usciva una spada a due
tagli, affilata, e il suo volto era come il sole quando risplende in tutta
la sua forza. Quando lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli pose
la sua mano destra su di me, dicendo: «Non temere, io sono il primo e
l'ultimo, e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei
secoli, e tengo le chiavi della morte e del soggiorno dei morti. Scrivi
dunque le cose che hai viste, quelle che sono e quelle che devono avvenire
in seguito, il mistero delle sette stelle che hai viste nella mia destra, e
dei sette candelabri d'oro. Le sette stelle sono gli angeli delle sette
chiese, e i sette candelabri sono le sette chiese.
CAPITOLO 2
Lettera alla chiesa di Efeso
(At 20:17, 28-31; Ef 1:15-16; 5:2; Eb 6:10-12)(Mt 24:12-13; 13:12)
«All'angelo della chiesa di Efeso scrivi: Queste cose dice colui che tiene
le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri
d'oro: Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non
puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano
apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi. So che hai costanza,
hai sopportato molte cose per amor del mio nome e non ti sei stancato. Ma ho
questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque
da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima; altrimenti verrò
presto da te e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi.
Tuttavia hai questo, che detesti le opere dei Nicolaiti, che anch'io
detesto. Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi
vince io darò da mangiare dell'albero della vita, che è nel paradiso di Dio.
Lettera alla chiesa di Smirne
Mt 5:10-12; 10:22, 39; Gm 1:12; 1P 4:12-13
«All'angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e
l'ultimo, che fu morto e tornò in vita: Io conosco la tua tribolazione, la
tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono
di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. Non temere
quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di
voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per
dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita.
Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince
non sarà colpito dalla morte seconda.
Lettera alla chiesa di Pergamo
2Te 1:4-5 (Gd 3-4, 11; 2Gv 7-11) Is 11:4
«All'angelo della chiesa di Pergamo scrivi: Queste cose dice colui che ha la
spada affilata a due tagli: Io so dove tu abiti, cioè là dov'è il trono di
Satana; tuttavia tu rimani fedele al mio nome e non hai rinnegato la fede in
me, neppure al tempo in cui Antipa, il mio fedele testimone, fu ucciso fra
voi, là dove Satana abita. Ma ho qualcosa contro di te: hai alcuni che
professano la dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balac il modo di far
cadere i figli d'Israele, inducendoli a mangiare carni sacrificate agli
idoli e a fornicare. Così anche tu hai alcuni che professano similmente la
dottrina dei Nicolaiti. Ravvediti dunque, altrimenti fra poco verrò da te e
combatterò contro di loro con la spada della mia bocca. Chi ha orecchi
ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò della manna
nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale è scritto un nome nuovo che
nessuno conosce, se non colui che lo riceve.
Lettera alla chiesa di Tiatiri
1Te 1:2-3 (At 15:28-29; 1Co 10:8, 19-22)(Eb 6:9-12; Ap 3:11, 21)
«All'angelo della chiesa di Tiatiri scrivi: Queste cose dice il Figlio di
Dio, che ha gli occhi come fiamma di fuoco, e i piedi simili a bronzo
incandescente: Io conosco le tue opere, il tuo amore, la tua fede, il tuo
servizio, la tua costanza; so che le tue ultime opere sono più numerose
delle prime. Ma ho questo contro di te: che tu tolleri Iezabel, quella donna
che si dice profetessa e insegna e induce i miei servi a commettere
fornicazione, e a mangiare carni sacrificate agli idoli. Le ho dato tempo
perché si ravvedesse, ma lei non vuol ravvedersi della sua fornicazione.
Ecco, io la getto sopra un letto di dolore, e metto in una grande
tribolazione coloro che commettono adulterio con lei, se non si ravvedono
delle opere che ella compie. Metterò anche a morte i suoi figli; e tutte le
chiese conosceranno che io sono colui che scruta le reni e i cuori, e darò a
ciascuno di voi secondo le sue opere. Ma agli altri di voi, in Tiatiri, che
non professate tale dottrina e non avete conosciuto le profondità di Satana
(come le chiamano loro), io dico: Non vi impongo altro peso. Soltanto,
quello che avete, tenetelo fermamente finché io venga. A chi vince e
persevera nelle mie opere sino alla fine, darò potere sulle nazioni, ed egli
le reggerà con una verga di ferro e le frantumerà come vasi d'argilla, come
anch'io ho ricevuto potere dal Padre mio; e gli darò la stella del mattino.
Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.
CAPITOLO 3
Lettera alla chiesa di Sardi
(Gm 2:14-26; Mt 7:21-23; 24:42-51) Ap 7:9, 13-17
«All'angelo della chiesa di Sardi scrivi: Queste cose dice colui che ha i
sette spiriti di Dio e le sette stelle: Io conosco le tue opere: tu hai fama
di vivere ma sei morto. Sii vigilante e rafforza il resto che sta per
morire; poiché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio.
Ricòrdati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua a
serbarla e ravvediti. Perché, se non sarai vigilante, io verrò come un
ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti. Tuttavia a Sardi ci
sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno con
me in bianche vesti, perché ne sono degni. Chi vince sarà dunque vestito di
vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma
confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. Chi ha
orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.
Lettera alla chiesa di Filadelfia
(Fl 1:3-6; Cl 2:5) 2P 2:9; 1:10-11
«All'angelo della chiesa di Filadelfia scrivi: Queste cose dice il Santo, il
Veritiero, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno
chiude, che chiude e nessuno apre: Io conosco le tue opere. Ecco, ti ho
posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, pur avendo
poca forza, hai serbato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. Ecco,
ti do alcuni della sinagoga di Satana, i quali dicono di essere Giudei e non
lo sono, ma mentono; ecco, io li farò venire a prostrarsi ai tuoi piedi per
riconoscere che io ti ho amato. Siccome hai osservato la mia esortazione
alla costanza, anch'io ti preserverò dall'ora della tentazione che sta per
venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra. Io
vengo presto; tieni fermamente quello che hai, perché nessuno ti tolga la
tua corona. Chi vince io lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio, ed
egli non ne uscirà mai più; scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome
della città del mio Dio, e della nuova Gerusalemme che scende dal cielo da
presso il mio Dio, e il mio nuovo nome. Chi ha orecchi ascolti ciò che lo
Spirito dice alle chiese.
Lettera alla chiesa di Laodicea
Lu 14:34-35
«All'angelo della chiesa di Laodicea scrivi: Queste cose dice l'Amen, il
testimone fedele e veritiero, il principio della creazione di Dio: Io
conosco le tue opere: tu non sei né freddo né fervente. Oh, fossi tu pur
freddo o fervente! Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente
io ti vomiterò dalla mia bocca. Tu dici: "Sono ricco, mi sono arricchito e
non ho bisogno di niente!" Tu non sai, invece, che sei infelice fra tutti,
miserabile, povero, cieco e nudo. Perciò io ti consiglio di comperare da me
dell'oro purificato dal fuoco, per arricchirti; e delle vesti bianche per
vestirti e perché non appaia la vergogna della tua nudità; e del collirio
per ungerti gli occhi e vedere. Tutti quelli che amo, io li riprendo e li
correggo; sii dunque zelante e ravvediti. Ecco, io sto alla porta e busso:
se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò
con lui ed egli con me. Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono,
come anch'io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono. Chi
ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese».
Is 6:1-3; Ez 1
Dopo queste cose vidi una porta aperta nel cielo, e la prima voce, che mi
aveva già parlato come uno squillo di tromba, mi disse: «Sali quassù e ti
mostrerò le cose che devono avvenire in seguito». Subito fui rapito dallo
Spirito. Ed ecco, un trono era posto nel cielo e sul trono c'era uno seduto.
Colui che stava seduto era simile nell'aspetto alla pietra di diaspro e di
sardonico; e intorno al trono c'era un arcobaleno che, a vederlo, era simile
allo smeraldo. Attorno al trono c'erano ventiquattro troni su cui stavano
seduti ventiquattro anziani vestiti di vesti bianche e con corone d'oro sul
capo. Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni. Davanti al trono c'erano sette
lampade accese, che sono i sette spiriti di Dio. Davanti al trono inoltre
c'era come un mare di vetro, simile al cristallo; in mezzo al trono e
intorno al trono, quattro creature viventi, piene di occhi davanti e di
dietro. La prima creatura vivente era simile a un leone, la seconda simile a
un vitello, la terza aveva la faccia come d'un uomo e la quarta era simile a
un'aquila mentre vola. E le quattro creature viventi avevano ognuna sei ali,
ed erano coperte di occhi tutt'intorno e di dentro, e non cessavano mai di
ripetere giorno e notte: «Santo, santo, santo è il Signore, il Dio
onnipotente, che era, che è, e che viene». Ogni volta che queste creature
viventi rendono gloria, onore e grazia a colui che siede sul trono, e che
vive nei secoli dei secoli, i ventiquattro anziani si prostrano davanti a
colui che siede sul trono e adorano colui che vive nei secoli dei secoli e
gettano le loro corone davanti al trono, dicendo: «Tu sei degno, o Signore e
Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza: perché tu hai
creato tutte le cose, e per tua volontà furono create ed esistono».
CAPITOLO 5
Il libro dei sette sigilli. Solo l'Agnello è degno di aprirlo
Ro 11:33-34; Gv 5:22; Fl 2:5-11; Ef 1:10; Ap 1:5-6; 7:9-12
Vidi nella destra di colui che sedeva sul trono un libro scritto di dentro e
di fuori, sigillato con sette sigilli. E vidi un angelo potente che gridava
a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e di sciogliere i sigilli?» Ma
nessuno, né in cielo, né sulla terra, né sotto la terra, poteva aprire il
libro, né guardarlo. Io piangevo molto perché non si era trovato nessuno che
fosse degno di aprire il libro, e di guardarlo. Ma uno degli anziani mi
disse: «Non piangere; ecco, il leone della tribù di Giuda, il discendente di
Davide, ha vinto per aprire il libro e i suoi sette sigilli». Poi vidi, in
mezzo al trono e alle quattro creature viventi e in mezzo agli anziani, un
Agnello in piedi, che sembrava essere stato immolato, e aveva sette corna e
sette occhi che sono i sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra.
Egli venne e prese il libro dalla destra di colui che sedeva sul trono.
Quand'ebbe preso il libro, le quattro creature viventi e i ventiquattro
anziani si prostrarono davanti all'Agnello, ciascuno con una cetra e delle
coppe d'oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi. Essi
cantavano un cantico nuovo, dicendo: «Tu sei degno di prendere il libro e di
aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il
tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e ne hai fatto
per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra». E
vidi, e udii voci di molti angeli intorno al trono, alle creature viventi e
agli anziani; e il loro numero era di miriadi di miriadi, e migliaia di
migliaia. Essi dicevano a gran voce: «Degno è l'Agnello, che è stato
immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza,
l'onore, la gloria e la lode». E tutte le creature che sono nel cielo, sulla
terra, sotto la terra e nel mare, e tutte le cose che sono in essi, udii che
dicevano: «A colui che siede sul trono, e all'Agnello, siano la lode,
l'onore, la gloria e la potenza, nei secoli dei secoli». Le quattro creature
viventi dicevano: «Amen!» E gli anziani si prostrarono e adorarono.
CAPITOLO 6
L'apertura dei primi sei sigilli
(Za 1:8-10; 6:1-7) 2Co 2:14-16 (Mt 24:6-8; Ez 14:21)
Poi, quando l'Agnello aprì uno dei sette sigilli, vidi e udii una delle
quattro creature viventi, che diceva con voce come di tuono: «Vieni».
Guardai e vidi un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava aveva un arco; e
gli fu data una corona, ed egli venne fuori da vincitore, e per vincere.
Quando l'Agnello aprì il secondo sigillo, udii la seconda creatura vivente
che diceva: «Vieni». E venne fuori un altro cavallo, rosso; e a colui che lo
cavalcava fu dato di togliere la pace dalla terra affinché gli uomini si
uccidessero gli uni gli altri, e gli fu data una grande spada. Quando
l'Agnello aprì il terzo sigillo, udii la terza creatura vivente che diceva:
«Vieni». Guardai e vidi un cavallo nero; e colui che lo cavalcava aveva una
bilancia in mano. E udii come una voce in mezzo alle quattro creature
viventi, che diceva: «Una misura di frumento per un denaro e tre misure
d'orzo per un denaro, ma non danneggiare né l'olio né il vino». Quando
l'Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce della quarta creatura vivente
che diceva: «Vieni». Guardai e vidi un cavallo giallastro; e colui che lo
cavalcava si chiamava Morte; e gli veniva dietro il soggiorno dei morti. Fu
loro dato potere sulla quarta parte della terra, per uccidere con la spada,
con la fame, con la mortalità e con le belve della terra.
(Ge 4:10; Lu 18:7-8)(Ap 7:13-14)
Quando l'Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l'altare le anime di
quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza
che gli avevano resa. Essi gridarono a gran voce: «Fino a quando aspetterai,
o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue
su quelli che abitano sopra la terra?» E a ciascuno di essi fu data una
veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po' di tempo,
finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro
fratelli, che dovevano essere uccisi come loro.
Is 13:6-11; Lu 23:29-30; Gl 3:16
Guardai di nuovo quando l'Agnello aprì il sesto sigillo; e si fece un gran
terremoto; il sole diventò nero come un sacco di crine, e la luna diventò
tutta come sangue; le stelle del cielo caddero sulla terra come quando un
fico scosso da un forte vento lascia cadere i suoi fichi immaturi. Il cielo
si ritirò come una pergamena che si arrotola; e ogni montagna e ogni isola
furono rimosse dal loro luogo. I re della terra, i grandi, i generali, i
ricchi, i potenti e ogni schiavo e ogni uomo libero si nascosero nelle
spelonche e tra le rocce dei monti. E dicevano ai monti e alle rocce:
«Cadeteci addosso, nascondeteci dalla presenza di colui che siede sul trono
e dall'ira dell'Agnello; perché è venuto il gran giorno della sua ira. Chi
può resistere?»
CAPITOLO 7
I centoquarantaquattromila e la gran folla venuta dalla tribolazione
Ez 9:3-6 (Ap 14:1-5; Ro 11:26)
Dopo questo, vidi quattro angeli che stavano in piedi ai quattro angoli
della terra, e trattenevano i quattro venti della terra perché non
soffiassero sulla terra, né sopra il mare, né sugli alberi. Poi vidi un
altro angelo che saliva dal sol levante, il quale aveva il sigillo del Dio
vivente; e gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso
di danneggiare la terra e il mare, dicendo: «Non danneggiate la terra, né il
mare, né gli alberi, finché non abbiamo segnato sulla fronte, con il
sigillo, i servi del nostro Dio». E udii il numero di coloro che furono
segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati di tutte le tribù
dei figli d'Israele: della tribù di Giuda dodicimila segnati; della tribù di
Ruben dodicimila; della tribù di Gad dodicimila; della tribù di Aser
dodicimila; della tribù di Neftali dodicimila; della tribù di Manasse
dodicimila; della tribù di Simeone dodicimila; della tribù di Levi
dodicimila; della tribù di Issacar dodicimila; della tribù di Zabulon
dodicimila; della tribù di Giuseppe dodicimila; della tribù di Beniamino
dodicimila segnati.
(Gv 10:16; Ro 11:25)(Ap 3:5; 5:8-10; 22:3-4)(Ap 21:3-4; Is 49:10)
Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva
contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava
in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, vestiti di bianche vesti e
con delle palme in mano. E gridavano a gran voce, dicendo: «La salvezza
appartiene al nostro Dio che siede sul trono, e all'Agnello». E tutti gli
angeli erano in piedi intorno al trono, agli anziani e alle quattro creature
viventi; essi si prostrarono con la faccia a terra davanti al trono e
adorarono Dio, dicendo: «Amen! Al nostro Dio la lode, la gloria, la
sapienza, il ringraziamento, l'onore, la potenza e la forza, nei secoli dei
secoli! Amen». Poi uno degli anziani mi rivolse la parola, dicendomi: «Chi
sono queste persone vestite di bianco e da dove sono venute?» Io gli
risposi: «Signor mio, tu lo sai». Ed egli mi disse: «Sono quelli che vengono
dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno
imbiancate nel sangue dell'Agnello. Perciò sono davanti al trono di Dio e lo
servono giorno e notte, nel suo tempio; e colui che siede sul trono stenderà
la sua tenda su di loro. Non avranno più fame e non avranno più sete, non li
colpirà più il sole né alcuna arsura; perché l'Agnello che è in mezzo al
trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Dio
asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».
CAPITOLO 8
Apertura del settimo sigillo
Lu 1:9-10; Gm 5:16-18; Ap 5:8
Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per
circa mezz'ora. Poi vidi i sette angeli che stanno in piedi davanti a Dio, e
furono date loro sette trombe. E venne un altro angelo con un incensiere
d'oro; si fermò presso l'altare e gli furono dati molti profumi affinché li
offrisse con le preghiere di tutti i santi sull'altare d'oro posto davanti
al trono. E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio
insieme alle preghiere dei santi. Poi l'angelo prese l'incensiere, lo riempì
del fuoco dell'altare e lo gettò sulla terra. Immediatamente ci furono
tuoni, voci, lampi e un terremoto.
Le prime sei trombe
Ap 14:7; 16:1-9 (Es 9:22-25; 7:19-21; 10:21-23)
I sette angeli che avevano le sette trombe si prepararono a sonare. Il primo
sonò la tromba, e grandine e fuoco, mescolati con sangue, furono scagliati
sulla terra. Un terzo della terra bruciò, un terzo degli alberi pure e ogni
erba verde fu arsa. Poi il secondo angelo sonò la tromba e una massa simile
a una grande montagna ardente fu gettata nel mare. Un terzo del mare diventò
sangue, un terzo delle creature viventi che erano nel mare morì e un terzo
delle navi andò distrutto. Poi il terzo angelo sonò la tromba e dal cielo
cadde una grande stella, ardente come una torcia, che piombò su un terzo dei
fiumi e sulle sorgenti delle acque. Il nome della stella è Assenzio; e un
terzo delle acque diventò assenzio. Molti uomini morirono a causa di quelle
acque, perché erano diventate amare. Quando il quarto angelo sonò la tromba,
fu colpito un terzo del sole, della luna e delle stelle: un terzo della loro
luce si spense e il chiarore del giorno, come quello della notte, diminuì di
un terzo. Guardai, e udii un'aquila che volava in mezzo al cielo e diceva a
gran voce: «Guai, guai, guai agli abitanti della terra, a causa degli altri
suoni di tromba che tre angeli stanno per sonare!»
(Es 10:12-15; Gl 2:1-11) Ap 16:10-11
Poi il quinto angelo sonò la tromba e io vidi un astro che era caduto dal
cielo sulla terra; e a lui fu data la chiave del pozzo dell'abisso. Egli
aprì il pozzo dell'abisso e ne salì un fumo, come quello di una grande
fornace; il sole e l'aria furono oscurati dal fumo del pozzo. Dal fumo
uscirono sulla terra delle cavallette a cui fu dato un potere simile a
quello degli scorpioni della terra. E fu detto loro di non danneggiare
l'erba della terra, né la verdura, né gli alberi, ma solo gli uomini che non
avessero il sigillo di Dio sulla fronte. Fu loro concesso, non di ucciderli,
ma di tormentarli per cinque mesi con un dolore simile a quello prodotto
dallo scorpione quando punge un uomo. In quei giorni gli uomini cercheranno
la morte ma non la troveranno; brameranno morire ma la morte fuggirà da
loro. L'aspetto delle cavallette era simile a cavalli pronti per la guerra.
Sulla testa avevano come delle corone d'oro e la loro faccia era come viso
d'uomo. Avevano dei capelli come capelli di donne e i loro denti erano come
denti di leoni. Il loro torace era simile a una corazza di ferro e il rumore
delle loro ali era come quello di carri tirati da molti cavalli che corrono
alla battaglia. Avevano code e pungiglioni come quelli degli scorpioni, e
nelle code stava il loro potere di danneggiare gli uomini per cinque mesi.
Il loro re era l'angelo dell'abisso il cui nome in ebraico è Abaddon e in
greco Apollion. Il primo «guai» è passato; ecco, vengono ancora due «guai»
dopo queste cose.
Is 5:26-30; Am 4:6-12; Ap 16:12-16
Poi il sesto angelo sonò la tromba e udii una voce dai quattro corni
dell'altare d'oro che era davanti a Dio. La voce diceva al sesto angelo che
aveva la tromba: «Sciogli i quattro angeli che sono legati sul gran fiume
Eufrate». E furono sciolti i quattro angeli che erano stati preparati per
quell'ora, quel giorno, quel mese e quell'anno, per uccidere la terza parte
degli uomini. Il numero dei soldati a cavallo era di duecento milioni e io
udii il loro numero. Ed ecco come mi apparvero nella visione i cavalli e
quelli che li cavalcavano: avevano delle corazze color di fuoco, di giacinto
e di zolfo; i cavalli avevano delle teste simili a quelle dei leoni e dalle
loro bocche usciva fuoco, fumo e zolfo. Un terzo degli uomini fu ucciso da
questi tre flagelli: dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo che usciva dalle
bocche dei cavalli. Il potere dei cavalli era nella loro bocca e nelle loro
code; perché le loro code erano simili a serpenti e avevano delle teste, e
con esse ferivano. Il resto degli uomini che non furono uccisi da questi
flagelli, non si ravvidero dalle opere delle loro mani; non cessarono di
adorare i demòni e gli idoli d'oro, d'argento, di rame, di pietra e di
legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare. Non si ravvidero
neppure dai loro omicidi, né dalle loro magie, né dalla loro fornicazione,
né dai loro furti.
CAPITOLO 10
Il libretto dato a Giovanni
Da 12:7-9 (Ez 2:8-10; 3:1-4)
Poi vidi un altro angelo potente che scendeva dal cielo, avvolto in una
nube; sopra il suo capo vi era l'arcobaleno; la sua faccia era come il sole
e i suoi piedi erano come colonne di fuoco. Egli aveva in mano un libretto
aperto e posò il suo piede destro sul mare e il sinistro sulla terra; poi
gridò a gran voce, come un leone ruggente; e quand'ebbe gridato, i sette
tuoni fecero udire le loro voci. Quando i sette tuoni ebbero fatto udire le
loro voci, io stavo per mettermi a scrivere, ma udii una voce dal cielo che
mi disse: «Sigilla le cose che i sette tuoni hanno dette, non le scrivere».
Allora l'angelo che avevo visto con un piede sul mare e un piede sulla
terra, alzò la mano destra verso il cielo e giurò per colui che vive nei
secoli dei secoli, il quale ha creato il cielo e le cose che sono in esso, e
la terra e le cose che sono in essa, e il mare e le cose che sono in esso,
dicendo che non ci sarebbe stato più indugio. Ma nei giorni in cui si
sarebbe udita la voce del settimo angelo, quando egli avrebbe sonato, si
sarebbe compiuto il mistero di Dio, com'egli ha annunziato ai suoi servi, i
profeti. Poi la voce che avevo udita dal cielo mi parlò di nuovo e disse:
«Va', prendi il libro che è aperto in mano all'angelo che sta in piedi sul
mare e sulla terra». Io andai dall'angelo, dicendogli di darmi il libretto.
Ed egli mi rispose: «Prendilo e divoralo: esso sarà amaro alle tue viscere,
ma in bocca ti sarà dolce come miele». Presi il libretto dalla mano
dell'angelo e lo divorai; e mi fu dolce in bocca, come miele; ma quando
l'ebbi mangiato, le mie viscere sentirono amarezza. Poi mi fu detto: «È
necessario che tu profetizzi ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re».
Lu 21:24 (Za 4)(2R 1:2-12; 1R 17:1; Es 7-10)
Poi mi fu data una canna simile a una verga; e mi fu detto: «Àlzati e misura
il tempio di Dio e l'altare e conta quelli che vi adorano; ma il cortile
esterno del tempio, lascialo da parte, e non lo misurare, perché è stato
dato alle nazioni, le quali calpesteranno la città santa per quarantadue
mesi. Io concederò ai miei due testimoni di profetizzare, ed essi
profetizzeranno vestiti di sacco per milleduecentosessanta giorni. Questi
sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della
terra. Se qualcuno vorrà far loro del male, un fuoco uscirà dalla loro bocca
e divorerà i loro nemici; e se qualcuno vorrà offenderli bisogna che sia
ucciso in questa maniera. Essi hanno il potere di chiudere il cielo affinché
non cada pioggia, durante i giorni della loro profezia. Hanno pure il potere
di mutare l'acqua in sangue e di percuotere la terra con qualsiasi flagello,
quante volte vorranno. E quando avranno terminato la loro testimonianza, la
bestia che sale dall'abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li
ucciderà. I loro cadaveri giaceranno sulla piazza della grande città, che
simbolicamente si chiama Sodoma ed Egitto, dove anche il loro Signore è
stato crocifisso. Gli uomini dei vari popoli e tribù e lingue e nazioni
vedranno i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non lasceranno che siano
posti in sepolcri. Gli abitanti della terra si rallegreranno di loro e
faranno festa e si manderanno regali gli uni agli altri, perché questi due
profeti erano il tormento degli abitanti della terra. Ma dopo tre giorni e
mezzo uno spirito di vita procedente da Dio entrò in loro; essi si alzarono
in piedi e grande spavento cadde su quelli che li videro. Ed essi udirono
una voce potente che dal cielo diceva loro: «Salite quassù». Essi salirono
al cielo in una nube e i loro nemici li videro. In quell'ora ci fu un gran
terremoto e la decima parte della città crollò e settemila persone furono
uccise nel terremoto; e i superstiti furono spaventati e diedero gloria al
Dio del cielo. Il secondo «guai» è passato; ma ecco, il terzo «guai» verrà
presto.
La settima tromba
(Ap 12:10; 19:6)(Sl 2; 98; Da 7:9-14)
Poi il settimo angelo sonò la tromba e nel cielo si alzarono voci potenti,
che dicevano: «Il regno del mondo è passato al nostro Signore e al suo
Cristo ed egli regnerà nei secoli dei secoli». E i ventiquattro anziani che
siedono sui loro troni davanti a Dio, si gettarono con la faccia a terra e
adorarono Dio, dicendo: «Ti ringraziamo, Signore, Dio onnipotente, che sei e
che eri, perché hai preso in mano il tuo grande potere, e hai stabilito il
tuo regno. Le nazioni si erano adirate, ma la tua ira è giunta, ed è
arrivato il momento di giudicare i morti, di dare il loro premio ai tuoi
servi, ai profeti, ai santi, a quelli che temono il tuo nome, piccoli e
grandi, e di distruggere quelli che distruggono la terra». Allora si aprì il
tempio di Dio che è in cielo e apparve nel tempio l'arca dell'alleanza. Vi
furono lampi e voci e tuoni e un terremoto e una forte grandinata.
Ga 4:19, 26; Ap 2:26-27; Gv 8:44; 1P 5:8
Poi un grande segno apparve nel cielo: una donna rivestita del sole, con la
luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul capo. Era incinta, e
gridava per le doglie e il travaglio del parto. Apparve ancora un altro
segno nel cielo: ed ecco un gran dragone rosso, che aveva sette teste e
dieci corna e sulle teste sette diademi. La sua coda trascinava la terza
parte delle stelle del cielo e le scagliò sulla terra. Il dragone si pose
davanti alla donna che stava per partorire, per divorarne il figlio, non
appena l'avesse partorito. Ed ella partorì un figlio maschio, il quale deve
reggere tutte le nazioni con una verga di ferro; e il figlio di lei fu
rapito vicino a Dio e al suo trono. Ma la donna fuggì nel deserto, dove ha
un luogo preparato da Dio, per esservi nutrita per milleduecentosessanta
giorni.
Da 12:1 (Lu 10:18-19; Gv 12:31) 1P 5:8-11
E ci fu una battaglia nel cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro
il dragone. Il dragone e i suoi angeli combatterono, ma non vinsero, e per
loro non ci fu più posto nel cielo. Il gran dragone, il serpente antico, che
è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù;
fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli. Allora
udii una gran voce nel cielo, che diceva: «Ora è venuta la salvezza e la
potenza, il regno del nostro Dio, e il potere del suo Cristo, perché è stato
gettato giù l'accusatore dei nostri fratelli, colui che giorno e notte li
accusava davanti al nostro Dio. Ma essi lo hanno vinto per mezzo del sangue
dell'Agnello, e con la parola della loro testimonianza; e non hanno amato la
loro vita, anzi l'hanno esposta alla morte. Perciò rallegratevi, o cieli, e
voi che abitate in essi! Guai a voi, o terra, o mare! Perché il diavolo è
sceso verso di voi con gran furore, sapendo di aver poco tempo».
Ap 11:2-7; 13:1-8; Ge 3:15
Quando il dragone si vide precipitato sulla terra, perseguitò la donna che
aveva partorito il figlio maschio. Ma alla donna furono date le due ali
della grande aquila affinché se ne volasse nel deserto, nel suo luogo, dov'è
nutrita per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo, lontana dalla
presenza del serpente. Il serpente gettò acqua dalla sua bocca, come un
fiume, dietro alla donna, per farla travolgere dalla corrente. Ma la terra
soccorse la donna: aprì la bocca e inghiottì il fiume che il dragone aveva
gettato fuori dalla sua bocca. Allora il dragone s'infuriò contro la donna e
andò a far guerra a quelli che restano della discendenza di lei che
osservano i comandamenti di Dio e custodiscono la testimonianza di Gesù. E
si fermò sulla riva del mare.
CAPITOLO 13
La bestia che sale dal mare
Da 7:3, 7-8, 19-25 (Ap 17:3, 7-17; 19:19-21)
Poi vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste,
sulle corna dieci diademi e sulle teste nomi blasfemi. La bestia che io vidi
era simile a un leopardo, i suoi piedi erano come quelli dell'orso e la
bocca come quella del leone. Il dragone le diede la sua potenza, il suo
trono e una grande autorità. E vidi una delle sue teste come ferita a morte;
ma la sua piaga mortale fu guarita; e tutta la terra, meravigliata, andò
dietro alla bestia; e adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla
bestia; e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia? e chi può
combattere contro di lei?» E le fu data una bocca che proferiva parole
arroganti e bestemmie. E le fu dato potere di agire per quarantadue mesi.
Essa aprì la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome,
il suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo. Le fu pure dato di far
guerra ai santi e di vincerli, di avere autorità sopra ogni tribù, popolo,
lingua e nazione. L'adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non
sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello
che è stato immolato. Se uno ha orecchi, ascolti. Se uno deve andare in
prigionia, andrà in prigionia; se uno dev'essere ucciso con la spada,
bisogna che sia ucciso con la spada. Qui sta la costanza e la fede dei
santi.
La bestia che sale dalla terra
Ap 19:20; 14:9-11
Poi vidi un'altra bestia, che saliva dalla terra, e aveva due corna simili a
quelle di un agnello, ma parlava come un dragone. Essa esercitava tutto il
potere della prima bestia in sua presenza, e faceva sì che tutti gli
abitanti della terra adorassero la prima bestia la cui piaga mortale era
stata guarita. E operava grandi prodigi sino a far scendere fuoco dal cielo
sulla terra in presenza degli uomini. E seduceva gli abitanti della terra
con i prodigi che le fu concesso di fare in presenza della bestia, dicendo
agli abitanti della terra di erigere un'immagine della bestia che aveva
ricevuto la ferita della spada ed era tornata in vita. Le fu concesso di
dare uno spirito all'immagine della bestia affinché l'immagine potesse
parlare e far uccidere tutti quelli che non adorassero l'immagine della
bestia. Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e
schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte.
Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome
della bestia o il numero che corrisponde al suo nome. Qui sta la sapienza.
Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero
d'uomo; e il suo numero è seicentosessantasei.
CAPITOLO 14
L'Agnello e i suoi redenti
Eb 12:22-24; Ap 7:3, ecc.
Poi guardai e vidi l'Agnello che stava in piedi sul monte Sion e con lui
erano centoquarantaquattromila persone che avevano il suo nome e il nome di
suo Padre scritto sulla fronte. Udii una voce dal cielo simile a un fragore
di grandi acque e al rumore di un forte tuono; e la voce che udii era come
il suono prodotto da arpisti che suonano le loro arpe. Essi cantavano un
cantico nuovo davanti al trono, davanti alle quattro creature viventi e agli
anziani. Nessuno poteva imparare il cantico se non i
centoquarantaquattromila, che sono stati riscattati dalla terra. Essi sono
quelli che non si sono contaminati con donne, poiché son vergini. Essi son
quelli che seguono l'Agnello dovunque vada. Essi sono stati riscattati tra
gli uomini per esser primizie a Dio e all'Agnello. Nella bocca loro non è
stata trovata menzogna: sono irreprensibili.
Tre angeli proclamano i giudizi di Dio
(Mt 24:14; At 17:30-31) Ap 18; 19:19-20; 2:10
Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo, recante il vangelo
eterno per annunziarlo a quelli che abitano sulla terra, a ogni nazione,
tribù, lingua e popolo. Egli diceva con voce forte: «Temete Dio e dategli
gloria, perché è giunta l'ora del suo giudizio. Adorate colui che ha fatto
il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque». Poi un secondo angelo
seguì dicendo: «Caduta, caduta è Babilonia la grande, che ha fatto bere a
tutte le nazioni il vino dell'ira della sua prostituzione». Seguì un terzo
angelo, dicendo a gran voce: «Chiunque adora la bestia e la sua immagine, e
ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, egli pure berrà il vino
dell'ira di Dio versato puro nel calice della sua ira; e sarà tormentato con
fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e davanti all'Agnello». Il fumo del
loro tormento sale nei secoli dei secoli. Chiunque adora la bestia e la sua
immagine e prende il marchio del suo nome, non ha riposo né giorno né notte.
Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in
Gesù. E udii una voce dal cielo che diceva: «Scrivi: beati i morti che da
ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, essi si riposano dalle
loro fatiche perché le loro opere li seguono».
La mèsse e la vendemmia
(Gl 3:12-14; Mt 13:37-43) Is 63:1-6
Poi guardai e vidi una nube bianca; e sulla nube stava seduto uno, simile a
un figlio d'uomo, che aveva sul capo una corona d'oro e in mano una falce
affilata. Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che
stava seduto sulla nube: «Metti mano alla tua falce e mieti; poiché è giunta
l'ora di mietere, perché la mèsse della terra è matura». Colui che era
seduto sulla nube lanciò la sua falce sulla terra e la terra fu mietuta. Poi
dal tempio, che è nel cielo, uscì un altro angelo; anch'egli aveva una falce
affilata. E un altro angelo, che aveva potere sul fuoco, uscì dall'altare e
gridò a gran voce a quello che aveva la falce affilata: «Metti mano alla tua
falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le sue
uve sono mature». L'angelo lanciò la sua falce sulla terra e vendemmiò la
vigna della terra e gettò l'uva nel grande tino dell'ira di Dio. Il tino fu
pigiato fuori della città e dal tino uscì tanto sangue che giungeva fino al
morso dei cavalli, per una distesa di milleseicento stadi.
CAPITOLO 15
I sette angeli e gli ultimi sette flagelli
(Ap 19:1-4; Es 15:1, ecc.) Ap 16
Poi vidi nel cielo un altro segno grande e meraviglioso: sette angeli che
recavano sette flagelli, gli ultimi, perché con essi si compie l'ira di Dio.
E vidi come un mare di vetro mescolato con fuoco e sul mare di vetro quelli
che avevano ottenuto vittoria sulla bestia e sulla sua immagine e sul numero
del suo nome. Essi stavano in piedi, avevano delle arpe di Dio, e cantavano
il cantico di Mosè, servo di Dio, e il cantico dell'Agnello, dicendo:
«Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore, Dio onnipotente; giuste
e veritiere sono le tue vie, o Re delle nazioni. Chi non temerà, o Signore,
e chi non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei santo; e tutte le
nazioni verranno e adoreranno davanti a te, perché i tuoi giudizi sono stati
manifestati». Dopo queste cose vidi aprirsi in cielo il tempio del
tabernacolo della testimonianza; e i sette angeli che recavano i sette
flagelli uscirono dal tempio. Erano vestiti di lino puro e splendente e
avevano cinture d'oro intorno al petto. Una delle quattro creature viventi
diede ai sette angeli sette coppe d'oro piene dell'ira di Dio, il quale vive
nei secoli dei secoli. E il tempio si riempì di fumo a causa della gloria di
Dio e della sua potenza e nessuno poteva entrare nel tempio finché non
fossero finiti i sette flagelli dei sette angeli.
CAPITOLO 16
Le sette coppe dell'ira di Dio
Ap 15; 8:6-13; 9; Es 7-10
Allora udii dal tempio una gran voce che diceva ai sette angeli: «Andate e
versate sulla terra le sette coppe dell'ira di Dio». Il primo andò e versò
la sua coppa sulla terra; e un'ulcera maligna e dolorosa colpì gli uomini
che avevano il marchio della bestia e che adoravano la sua immagine. Poi il
secondo angelo versò la sua coppa nel mare; esso divenne sangue simile a
quello di un morto, e ogni essere vivente che si trovava nel mare morì. Poi
il terzo angelo versò la sua coppa nei fiumi e nelle sorgenti; e le acque
diventarono sangue. Udii l'angelo delle acque che diceva: «Sei giusto, tu
che sei e che eri, tu, il Santo, per aver così giudicato. Essi infatti hanno
versato il sangue dei santi e dei profeti, e tu hai dato loro sangue da
bere; è quello che meritano». E udii dall'altare una voce che diceva: «Sì, o
Signore, Dio onnipotente, veritieri e giusti sono i tuoi giudizi». Poi il
quarto angelo versò la sua coppa sul sole e al sole fu concesso di bruciare
gli uomini con il fuoco. E gli uomini furono bruciati dal gran calore; e
bestemmiarono il nome di Dio che ha il potere su questi flagelli, e non si
ravvidero per dargli gloria. Poi il quinto angelo versò la sua coppa sul
trono della bestia. Il suo regno fu avvolto dalle tenebre. Gli uomini si
mordevano la lingua per il dolore, e bestemmiarono il Dio del cielo a causa
dei loro dolori e delle loro ulcere, ma non si ravvidero dalle loro opere.
Poi il sesto angelo versò la sua coppa sul gran fiume Eufrate, e le sue
acque si prosciugarono perché fosse preparata la via ai re che vengono
dall'Oriente. E vidi uscire dalla bocca del dragone, da quella della bestia
e da quella del falso profeta tre spiriti immondi, simili a rane. Essi sono
spiriti di demòni capaci di compiere dei miracoli. Essi vanno dai re di
tutta la terra per radunarli per la battaglia del gran giorno del Dio
onnipotente. io vengo come un ladro; beato chi veglia e custodisce le sue
vesti perché non cammini nudo e non si veda la sua vergogna). E radunarono i
re nel luogo che in ebraico si chiama Harmaghedon. Poi il settimo angelo
versò la sua coppa nell'aria; e dal tempio uscì una gran voce proveniente
dal trono, che diceva: «È fatto». E ci furono lampi, voci, tuoni e un
terremoto così forte che da quando gli uomini sono sulla terra non se n'è
avuto uno altrettanto disastroso. La grande città si divise in tre parti, e
le città delle nazioni crollarono e Dio si ricordò di Babilonia la grande
per darle la coppa del vino della sua ira ardente. Ogni isola scomparve e i
monti non furono più trovati. E cadde dal cielo sugli uomini una grandine
enorme, con chicchi del peso di circa un talento; gli uomini bestemmiarono
Dio a causa della grandine; perché era un terribile flagello.
CAPITOLO 17
La caduta di Babilonia, la grande
(Ap 16:19; 18)(Ap 13; 9:11-21)
Poi uno dei sette angeli che avevano le sette coppe venne a dirmi: «Vieni,
ti farò vedere il giudizio che spetta alla grande prostituta che siede su
molte acque. I re della terra hanno fornicato con lei e gli abitanti della
terra si sono ubriacati con il vino della sua prostituzione». Egli mi
trasportò in spirito nel deserto; e vidi una donna seduta sopra una bestia
di colore scarlatto, piena di nomi di bestemmia, e che aveva sette teste e
dieci corna. La donna era vestita di porpora e di scarlatto, adorna d'oro,
di pietre preziose e di perle. In mano aveva un calice d'oro pieno di
abominazioni e delle immondezze della sua prostituzione. Sulla fronte aveva
scritto un nome, un mistero: BABILONIA LA GRANDE, LA MADRE DELLE PROSTITUTE
E DELLE ABOMINAZIONI DELLA TERRA. E vidi che quella donna era ubriaca del
sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. Quando la vidi, mi
meravigliai di grande meraviglia. L'angelo mi disse: «Perché ti meravigli?
Io ti dirò il mistero della donna e della bestia con le sette teste e le
dieci corna che la porta. La bestia che hai vista era, e non è; essa deve
salire dall'abisso e andare in perdizione. Gli abitanti della terra, i cui
nomi non sono stati scritti nel libro della vita fin dalla creazione del
mondo, si meraviglieranno vedendo la bestia perché era, e non è, e verrà di
nuovo. Qui occorre una mente che abbia intelligenza. Le sette teste sono
sette monti sui quali la donna siede. Sono anche sette re: cinque sono
caduti, uno è, l'altro non è ancora venuto; e quando sarà venuto, dovrà
durar poco. E la bestia che era e non è, è anch'essa un ottavo re, viene dai
sette, e se ne va in perdizione. Le dieci corna che hai viste sono dieci re,
che non hanno ancora ricevuto regno; ma riceveranno potere regale, per
un'ora, insieme alla bestia. Essi hanno uno stesso pensiero e daranno la
loro potenza e la loro autorità alla bestia. Combatteranno contro l'Agnello
e l'Agnello li vincerà, perché egli è il Signore dei signori e il Re dei re;
e vinceranno anche quelli che sono con lui, i chiamati, gli eletti e i
fedeli». Poi mi disse: «Le acque che hai viste e sulle quali siede la
prostituta, sono popoli, moltitudini, nazioni e lingue. Le dieci corna che
hai viste e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la
lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la consumeranno con il fuoco.
Infatti Dio ha messo nei loro cuori di eseguire il suo disegno che è di
dare, di comune accordo, il loro regno alla bestia fino a che le parole di
Dio siano adempiute. La donna che hai vista è la grande città che domina sui
re della terra».
Ap 17:1-6 (Is 13; 47; Gr 50; 51)
Dopo queste cose vidi scendere dal cielo un altro angelo che aveva una
grande autorità, e la terra fu illuminata dal suo splendore. Egli gridò con
voce potente: «È caduta, è caduta Babilonia la grande! È diventata
ricettacolo di demòni, covo di ogni spirito immondo, rifugio di ogni uccello
impuro e abominevole. Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino della
sua prostituzione furente, e i re della terra hanno fornicato con lei, e i
mercanti della terra si sono arricchiti con gli eccessi del suo lusso». Poi
udii un'altra voce dal cielo che diceva: «Uscite da essa, o popolo mio,
affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi
castighi; perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è
ricordato delle sue iniquità. Usatele il trattamento che lei usava, datele
doppia retribuzione per le sue opere; nel calice in cui ha versato ad altri,
versatele il doppio. Datele tormento e afflizione nella stessa misura in cui
ha glorificato sé stessa e vissuto nel lusso. Poiché dice in cuor suo: "Io
sono regina, non sono vedova e non vedrò mai lutto". Perciò in uno stesso
giorno verranno i suoi flagelli: morte, lutto e fame, e sarà consumata dal
fuoco; poiché potente è Dio, il Signore che l'ha giudicata.
Ez 26:15-21; 27
I re della terra, che fornicavano e vivevano in lascivie con lei, quando
vedranno il fumo del suo incendio piangeranno e faranno cordoglio per lei.
Spaventati dai suoi tormenti se ne staranno lontani e diranno: "Ahi! ahi!
Babilonia, la gran città, la potente città! Il tuo giudizio è venuto in un
momento!" I mercanti della terra piangeranno e faranno cordoglio per lei,
perché nessuno compra più le loro merci: oro, argento, pietre preziose,
perle, lino pregiato, porpora, seta, scarlatto, ogni varietà di legno
odoroso, ogni varietà di oggetti d'avorio e di legno preziosissimo, rame,
ferro, marmo, cannella, spezie, profumi, unguenti, incenso, vino, olio, fior
di farina, grano, buoi, pecore, cavalli, carri e persino i corpi e le anime
di uomini. I frutti che l'anima tua desiderava sono andati lontani da te;
tutte le cose delicate e sontuose sono perdute per te e non si troveranno
mai più. I mercanti di queste cose che sono stati arricchiti da lei se ne
staranno lontani per timore del suo tormento, piangeranno e faranno
cordoglio dicendo: "Ahi! ahi! La gran città ch'era vestita di lino fino, di
porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle! In un
attimo una ricchezza così grande è stata distrutta". Tutti i piloti, tutti i
naviganti, i marinai e quanti trafficano sul mare se ne staranno lontano e
vedendo il fumo del suo incendio esclameranno: "Quale città fu mai simile a
questa grande città?" E si getteranno della polvere sul capo e grideranno,
piangeranno e faranno cordoglio dicendo: "Ahi! ahi! La gran città nella
quale tutti quelli che avevano navi in mare si erano arricchiti con la sua
opulenza! In un attimo è stata ridotta a un deserto".
Ap 19:1-5; Is 14:3-23
«Rallègrati, o cielo, per la sua rovina! E voi, santi, apostoli e profeti,
rallegratevi perché Dio, giudicandola, vi ha reso giustizia"». Poi un
potente angelo sollevò una pietra grossa come una grande macina, e la gettò
nel mare dicendo: «Così, con violenza, sarà precipitata Babilonia, la gran
città, e non sarà più trovata. In te non si udranno più le armonie degli
arpisti né dei musicisti né dei flautisti né dei sonatori di tromba; né sarà
più trovato in te artefice di qualunque arte, e non si udrà più in te rumore
di macina. In te non brillerà più luce di lampada, e non si udrà più in te
voce di sposo e di sposa; perché i tuoi mercanti erano i prìncipi della
terra e perché tutte le nazioni sono state sedotte dalle tue magie. In lei è
stato trovato il sangue dei profeti e dei santi e di tutti quelli che sono
stati uccisi sulla terra».
CAPITOLO 19
Gioia e trionfo nei cieli; le nozze dell'Agnello
Ap 18:8, 20-24; 15:2-4; 17:16-17; 11:15-17 (Sl 45:7-16; Ap 21:1-5)
Dopo queste cose, udii nel cielo una gran voce come di una folla immensa,
che diceva: «Alleluia! La salvezza, la gloria e la potenza appartengono al
nostro Dio, perché veritieri e giusti sono i suoi giudizi. Egli ha giudicato
la grande prostituta che corrompeva la terra con la sua prostituzione e ha
vendicato il sangue dei suoi servi, chiedendone conto alla mano di lei». E
dissero una seconda volta: «Alleluia! Il suo fumo sale per i secoli dei
secoli». Allora i ventiquattro anziani e le quattro creature viventi si
prostrarono, adorarono Dio che siede sul trono, e dissero: «Amen! Alleluia!»
Dal trono venne una voce che diceva: «Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi
servitori, voi che lo temete, piccoli e grandi». Poi udii come la voce di
una gran folla e come il fragore di grandi acque e come il rombo di forti
tuoni, che diceva: «Alleluia! Perché il Signore, nostro Dio, l'Onnipotente,
ha stabilito il suo regno. Rallegriamoci ed esultiamo e diamo a lui la
gloria, perché sono giunte le nozze dell'Agnello e la sua sposa si è
preparata. Le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro;
poiché il lino fino sono le opere giuste dei santi». E l'angelo mi disse:
«Scrivi: "Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze
dell'Agnello"». Poi aggiunse: «Queste sono le parole veritiere di Dio». Io
mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo. Ma egli mi disse: «Guàrdati dal
farlo. Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli che custodiscono la
testimonianza di Gesù: adora Dio! Perché la testimonianza di Gesù è lo
spirito della profezia».
Seconda venuta di Cristo; vittoria sulla bestia e sul falso profeta
(Sl 45:4-8; Gd 15; Is 11:4; 63:1-6)(Ap 16:13-16; 17:13-14; 2Te 2:8; Is
24:21-22) cfr. Mt 24:16-30
Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo
cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con
giustizia. I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano
molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui. Era
vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio. Gli
eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano
vestiti di lino fino bianco e puro. Dalla bocca gli usciva una spada
affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di
ferro, e pigerà il tino del vino dell'ira ardente del Dio onnipotente. E
sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE
DEI SIGNORI. Poi vidi un angelo che stava in piedi nel sole. Egli gridò a
gran voce a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: «Venite!
Radunatevi per il gran banchetto di Dio; per mangiare carne di re, di
capitani, di prodi, di cavalli e di cavalieri, di uomini d'ogni sorta,
liberi e schiavi, piccoli e grandi». E vidi la bestia e i re della terra e i
loro eserciti radunati per far guerra a colui che era sul cavallo e al suo
esercito. Ma la bestia fu presa, e con lei fu preso il falso profeta che
aveva fatto prodigi davanti a lei, con i quali aveva sedotto quelli che
avevano preso il marchio della bestia e quelli che adoravano la sua
immagine. Tutti e due furono gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e di
zolfo. Il rimanente fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di colui
che era sul cavallo, e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.
CAPITOLO 20
Satana legato; il regno millenario di Cristo
(Da 7:22, 27; Ap 5:9-10)(Is 2:2-4; 11:6-10; 65:16-25)
Poi vidi scendere dal cielo un angelo con la chiave dell'abisso e una grande
catena in mano. Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il
diavolo, Satana, lo legò per mille anni, e lo gettò nell'abisso che chiuse e
sigillò sopra di lui perché non seducesse più le nazioni finché fossero
compiuti i mille anni; dopo i quali dovrà essere sciolto per un po' di
tempo. Poi vidi dei troni. A quelli che vi si misero seduti fu dato di
giudicare. E vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la
testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano
adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo marchio
sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e regnarono con
Cristo per mille anni. Gli altri morti non tornarono in vita prima che i
mille anni fossero trascorsi. Questa è la prima risurrezione. Beato e santo
è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la
morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui
quei mille anni.
Satana sciolto; l'ultima rivolta
Ez 38; 39
Quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua
prigione e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della
terra, Gog e Magog, per radunarle alla battaglia: il loro numero è come la
sabbia del mare. E salirono sulla superficie della terra e assediarono il
campo dei santi e la città diletta; ma un fuoco dal cielo discese e le
divorò. E il diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e
di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati
giorno e notte, nei secoli dei secoli.
Il giudizio finale
(2P 3:7-12; Gv 5:26-29; At 17:30-31; 2Co 5:10; Mt 13:38-43; 25:31-46)
Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. La terra e il
cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro. E vidi i
morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e
fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono
giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere. Il mare
restituì i morti che erano in esso; la morte e il soggiorno dei morti
restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue
opere. Poi la morte e il soggiorno dei morti furono gettati nello stagno di
fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco. E se qualcuno non
fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.
CAPITOLO 21
I nuovi cieli e la nuova terra
(Is 65:17-19; 2P 3:13-14)(Ap 19:7-9; 7:13-17; Ro 8:17-18)
Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima
terra erano scomparsi, e il mare non c'era più. E vidi la santa città, la
nuova Gerusalemme, scender giù dal cielo da presso Dio, pronta come una
sposa adorna per il suo sposo. Udii una gran voce dal trono, che diceva:
«Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi
saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli
asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né
cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate». E
colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». Poi
mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e
aggiunse: «Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la
fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita.
Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio. Ma
per i codardi, gl'increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori,
gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello
stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda».
La nuova Gerusalemme
Is 60 (Ez 40:2; 48:30-35) Eb 11:10, 16
Poi venne uno dei sette angeli che avevano le sette coppe piene degli ultimi
sette flagelli, e mi parlò, dicendo: «Vieni e ti mostrerò la sposa, la
moglie dell'Agnello». Egli mi trasportò in spirito su una grande e alta
montagna, e mi mostrò la santa città, Gerusalemme, che scendeva dal cielo da
presso Dio, con la gloria di Dio. Il suo splendore era simile a quello di
una pietra preziosissima, come una pietra di diaspro cristallino. Aveva
delle mura grandi e alte; aveva dodici porte, e alle porte dodici angeli.
Sulle porte erano scritti dei nomi, che sono quelli delle dodici tribù dei
figli d'Israele. Tre porte erano a oriente, tre a settentrione, tre a
mezzogiorno e tre a occidente. Le mura della città avevano dodici
fondamenti, e su quelli stavano i dodici nomi di dodici apostoli
dell'Agnello. E colui che mi parlava aveva come misura una canna d'oro, per
misurare la città, le sue porte e le sue mura. E la città era quadrata, e la
sua lunghezza era uguale alla larghezza; egli misurò la città con la canna,
ed era dodicimila stadi; la lunghezza, la larghezza e l'altezza erano
uguali. Ne misurò anche le mura ed erano di centoquarantaquattro cubiti, a
misura d'uomo, adoperata dall'angelo. Le mura erano costruite con diaspro e
la città era d'oro puro, simile a terso cristallo. I fondamenti delle mura
della città erano adorni d'ogni specie di pietre preziose. Il primo
fondamento era di diaspro; il secondo di zaffiro; il terzo di calcedonio; il
quarto di smeraldo; il quinto di sardonico; il sesto di sardio; il settimo
di crisòlito; l'ottavo di berillo; il nono di topazio; il decimo di
crisopazio; l'undicesimo di giacinto; il dodicesimo di ametista. Le dodici
porte erano dodici perle e ciascuna era fatta da una perla sola. La piazza
della città era d'oro puro, simile a cristallo trasparente. Nella città non
vidi alcun tempio, perché il Signore, Dio onnipotente, e l'Agnello sono il
suo tempio. La città non ha bisogno di sole, né di luna che la illumini,
perché la gloria di Dio la illumina, e l'Agnello è la sua lampada. Le
nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra vi porteranno la loro
gloria. Di giorno le sue porte non saranno mai chiuse (la notte non vi sarà
più); e in lei si porterà la gloria e l'onore delle nazioni. E nulla di
impuro né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà; ma soltanto
quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello.
CAPITOLO 22
Conclusione; ultimo messaggio della Bibbia
Ez 47:1-12; Ge 2:8-10; 3:22-24
Poi mi mostrò il fiume dell'acqua della vita, limpido come cristallo, che
scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello. In mezzo alla piazza della città
e sulle due rive del fiume stava l'albero della vita. Esso dà dodici
raccolti all'anno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell'albero
sono per la guarigione delle nazioni. Non ci sarà più nulla di maledetto.
Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello; i suoi servi lo
serviranno, vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla
fronte. Non ci sarà più notte; non avranno bisogno di luce di lampada, né di
luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli
dei secoli.
Ap 1:1-3, 7-8 (Mt 16:27; Ga 6:7-8)
Poi mi disse: «Queste parole sono fedeli e veritiere; e il Signore, il Dio
degli spiriti dei profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi
servi ciò che deve accadere tra poco». «Ecco, sto per venire. Beato chi
custodisce le parole della profezia di questo libro». Io, Giovanni, sono
quello che ha udito e visto queste cose. E, dopo averle viste e udite, mi
prostrai ai piedi dell'angelo che me le aveva mostrate, per adorarlo. Ma
egli mi disse: «Guàrdati dal farlo; io sono un servo come te e come i tuoi
fratelli, i profeti, e come quelli che custodiscono le parole di questo
libro. Adora Dio!» Poi mi disse: «Non sigillare le parole della profezia di
questo libro, perché il tempo è vicino. Chi è ingiusto continui a praticare
l'ingiustizia; chi è impuro continui a essere impuro; e chi è giusto
continui a praticare la giustizia, e chi è santo si santifichi ancora».
«Ecco, sto per venire e con me avrò la ricompensa da dare a ciascuno secondo
le sue opere. Io sono l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e
la fine. Beati quelli che lavano le loro vesti per aver diritto all'albero
della vita e per entrare per le porte della città! Fuori i cani, gli
stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica
la menzogna. Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose
in seno alle chiese. Io sono la radice e la discendenza di Davide, la
lucente stella del mattino».
(Is 55:1-3; Gv 7:37-39)(Pr 30:5-6; De 4:2) Tt 2:11-14
Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni». E chi ode, dica: «Vieni». Chi ha
sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita. Io lo dichiaro
a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi
aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in
questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa
profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell'albero della vita e della santa
città che sono descritti in questo libro. Colui che attesta queste cose,
dice: «Sì, vengo presto!» Amen! Vieni, Signore Gesù! La grazia del Signore
Gesù sia con tutti.