CAPITOLO 1
La parola della vita manifestata in carne
(Gv 1:1-4, 14; 17:20-23) 1Gv 5:11-13
Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto
con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno
toccato della parola della vita (poiché la vita è stata manifestata e noi
l'abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna
che era presso il Padre e che ci fu manifestata), quel che abbiamo visto e
udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché voi pure siate in comunione con
noi; e la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo.
Queste cose vi scriviamo perché la nostra gioia sia completa.
Dio è luce; bisogna camminare nella luce per aver comunione con lui
Ef 5:1, 8-14 (1Gv 2:3-6; Tt 2:14)(Pr 28:13; Sl 32:1-5) Gv 1:29
Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che vi annunziamo: Dio è
luce, e in lui non ci sono tenebre. Se diciamo che abbiamo comunione con lui
e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la
verità. Ma se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, abbiamo
comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da
ogni peccato. Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e
la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e
giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di
non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha
peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto.
Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per
i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
L'amore fraterno e la separazione dal mondo
Mt 7:21-23; Gv 14:21-24
Da questo sappiamo che l'abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi
comandamenti. Chi dice: «Io l'ho conosciuto», e non osserva i suoi
comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua
parola, in lui l'amore di Dio è veramente completo. Da questo conosciamo che
siamo in lui: chi dice di rimanere in lui, deve camminare com'egli camminò.
(Gv 13:34-35; 15:12-14) Pr 4:18-19
Carissimi, non vi scrivo un comandamento nuovo, ma un comandamento vecchio
che avevate fin da principio: il comandamento vecchio è la parola che avete
udita. E tuttavia è un comandamento nuovo che io vi scrivo, il che è vero in
lui e in voi; perché le tenebre stanno passando, e già risplende la vera
luce. Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle
tenebre. Chi ama suo fratello rimane nella luce e non c'è nulla in lui che
lo faccia inciampare. Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre, cammina
nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi
occhi.
1Te 2:11-12 (Ro 12:2; Cl 3:1-3; Gm 4:4; Mt 6:24)
Figlioli, vi scrivo perché i vostri peccati sono perdonati in virtù del suo
nome. Padri, vi scrivo perché avete conosciuto colui che è fin dal
principio. Giovani, vi scrivo perché avete vinto il maligno. Ragazzi, vi ho
scritto perché avete conosciuto il Padre. Padri, vi ho scritto perché avete
conosciuto colui che è fin dal principio. Giovani, vi ho scritto perché
siete forti, e la parola di Dio rimane in voi, e avete vinto il maligno. Non
amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l'amore
del Padre non è in lui. Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza
della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non
viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma
chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.
Gli anticristi
(1Gv 4:1-6; 2Gv 7-11) Gv 16:13-15
Ragazzi, è l'ultima ora. Come avete udito, l'anticristo deve venire, e di
fatto già ora sono sorti molti anticristi. Da ciò conosciamo che è l'ultima
ora. Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; perché se fossero
stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma ciò è avvenuto perché fosse
manifesto che non tutti sono dei nostri. Quanto a voi, avete ricevuto
l'unzione dal Santo e tutti avete conoscenza. Vi ho scritto, non perché non
conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché tutto ciò che è
menzogna non ha niente a che fare con la verità. Chi è il bugiardo se non
colui che nega che Gesù è il Cristo? Egli è l'anticristo, che nega il Padre
e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non ha neppure il Padre; chi riconosce
pubblicamente il Figlio, ha anche il Padre. Quanto a voi, ciò che avete
udito fin dal principio rimanga in voi. Se quel che avete udito fin dal
principio rimane in voi, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre. E
questa è la promessa che egli ci ha fatta: la vita eterna. Vi ho scritto
queste cose riguardo a quelli che cercano di sedurvi. Ma quanto a voi,
l'unzione che avete ricevuta da lui rimane in voi, e non avete bisogno
dell'insegnamento di nessuno; ma siccome la sua unzione vi insegna ogni cosa
ed è veritiera, e non è menzogna, rimanete in lui come essa vi ha insegnato.
Le caratteristiche dei figli di Dio
(Cl 1:21-23; Gv 1:12-13; Ro 8:14-19; Eb 12:14)(1Gv 5:18)
E ora, figlioli, rimanete in lui affinché, quand'egli apparirà, possiamo
aver fiducia e alla sua venuta non siamo costretti a ritirarci da lui,
coperti di vergogna. Se sapete che egli è giusto, sappiate che anche tutti
quelli che praticano la giustizia sono nati da lui.
Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati
figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non
ha conosciuto lui. Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora
manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo
simili a lui, perché lo vedremo com'egli è. E chiunque ha questa speranza in
lui, si purifica com'egli è puro. Chiunque commette il peccato trasgredisce
la legge: il peccato è la violazione della legge. Ma voi sapete che egli è
stato manifestato per togliere i peccati; e in lui non c'è peccato. Chiunque
rimane in lui non persiste nel peccare; chiunque persiste nel peccare non
l'ha visto, né conosciuto. Figlioli, nessuno vi seduca. Chi pratica la
giustizia è giusto, com'egli è giusto. Colui che persiste nel commettere il
peccato proviene dal diavolo, perché il diavolo pecca fin da principio. Per
questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del
diavolo. Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché
il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato
da Dio. In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo:
chiunque non pratica la giustizia non è da Dio; come pure chi non ama suo
fratello.
Gv 13:34-35; 15:12-21; 1Gv 4:7-8, 16-21
Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo
gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal maligno, e uccise il proprio
fratello. Perché l'uccise? Perché le sue opere erano malvagie e quelle di
suo fratello erano giuste. Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi
odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i
fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia suo fratello è
omicida; e voi sapete che nessun omicida possiede in sé stesso la vita
eterna. Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per
noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli. Ma se qualcuno
possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha
pietà di lui, come potrebbe l'amore di Dio essere in lui? Figlioli, non
amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità. Da questo
conosceremo che siamo della verità e renderemo sicuri i nostri cuori davanti
a lui. Poiché se il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro
cuore e conosce ogni cosa. Carissimi, se il nostro cuore non ci condanna,
abbiamo fiducia davanti a Dio; e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da
lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo ciò che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù
Cristo, e ci amiamo gli uni gli altri secondo il comandamento che ci ha
dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. Da questo
conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
CAPITOLO 4
Il discernimento degli spiriti
De 13:1-3 (1Gv 2:18-27; 2Gv 7-11)
Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se
sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo. Da questo
conoscete lo Spirito di Dio: ogni spirito, il quale riconosce pubblicamente
che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; e ogni spirito che non
riconosce pubblicamente Gesù, non è da Dio, ma è lo spirito dell'anticristo.
Voi avete sentito che deve venire; e ora è già nel mondo. Voi siete da Dio,
figlioli, e li avete vinti, perché colui che è in voi è più grande di colui
che è nel mondo. Costoro sono del mondo; perciò parlano come chi è del mondo
e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio; chi conosce Dio ascolta noi, chi
non è da Dio non ci ascolta. Da questo conosciamo lo spirito della verità e
lo spirito dell'errore.
L'amore di Dio e l'amore fraterno
1Gv 3:11-24 (Gv 3:16-7; Ro 5:5-8; Ef 5:1-2)
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio e chiunque
ama è nato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché
Dio è amore. In questo si è manifestato per noi l'amore di Dio: che Dio ha
mandato il suo unico Figlio nel mondo, affinché, per mezzo di lui,
vivessimo. In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli
ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio
per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha tanto amati, anche noi
dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo
gli uni gli altri, Dio rimane in noi e il suo amore diventa perfetto in noi.
Da questo conosciamo che rimaniamo in lui ed egli in noi: dal fatto che ci
ha dato del suo Spirito. E noi abbiamo veduto e testimoniamo che il Padre ha
mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo. Chi riconosce
pubblicamente che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio.
Noi abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto. Dio
è amore; e chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. In
questo l'amore è reso perfetto in noi: che nel giorno del giudizio abbiamo
fiducia, perché qual egli è, tali siamo anche noi in questo mondo.
Nell'amore non c'è paura; anzi, l'amore perfetto caccia via la paura, perché
chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell'amore.
Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo. Se uno dice: «Io amo Dio», ma
odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto,
non può amare Dio che non ha visto. Questo è il comandamento che abbiamo
ricevuto da lui: che chi ama Dio ami anche suo fratello.
CAPITOLO 5
La fede in Gesù e le sue conseguenze
2Gv 5-6; Eb 11; Gv 1:29-34; 3:16, 36; 20:31
Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama colui che
ha generato, ama anche chi è stato da lui generato. Da questo sappiamo che
amiamo i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti.
Perché questo è l'amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi
comandamenti non sono gravosi. Poiché tutto quello che è nato da Dio vince
il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. Chi
è che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio?
Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, cioè Gesù Cristo; non con
acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che ne rende
testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che
rendono testimonianza: lo Spirito, l'acqua e il sangue, e i tre sono
concordi. Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di
Dio è maggiore; e la testimonianza di Dio è quella che egli ha reso al
Figlio suo. Chi crede nel Figlio di Dio ha questa testimonianza in sé; chi
non crede a Dio, lo fa bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio
ha resa al proprio Figlio. E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la
vita eterna, e questa vita è nel Figlio suo. Chi ha il Figlio ha la vita;
chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita. Vi ho scritto queste cose
perché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del
Figlio di Dio.
Gv 15:7; Mr 11:24; Gm 5:14-16
Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa
secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce
in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo
chieste. Se qualcuno vede suo fratello commettere un peccato che non conduca
a morte, preghi, e Dio gli darà la vita: a quelli, cioè, che commettono un
peccato che non conduca a morte. Vi è un peccato che conduce a morte; non è
per quello che dico di pregare. Ogni iniquità è peccato; ma c'è un peccato
che non conduce a morte. Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca;
ma colui che nacque da Dio lo protegge, e il maligno non lo tocca. Noi
sappiamo che siamo da Dio, e che tutto il mondo giace sotto il potere del
maligno. Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato
intelligenza per conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è
il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita
eterna. Figlioli, guardatevi dagl'idoli.